Valsugana rigenerante e ricca di sorprese!
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CASTELLO DI PERGINE
Il secondo giorno partiamo alla volta di Pergine Valsugana per visitare l’omonimo Castello, costruito in posizione strategica visto il suo passato difensivo. Attualmente la proprietà è privata, all’interno troverete alcune foto dei proprietari la famiglia Oss. L’accesso al castello è gratuito. Si può lasciare la macchina nell’ampio parcheggio dove è presente anche un’area pic-nic, oppure proseguire con il proprio mezzo e fare gli ultimi tornanti, prima di raggiungere un parcheggio più piccolo davanti all’ingresso del castello. Se scegliete quest’ultima soluzione fate molta attenzione ad attraversare la stretta porta medievale soppratutto per la fiancata della vostra macchina. La cinta muraria difensiva di origine medievale è ben conservata cosi come le torrette di avvistamento poste ai lati, anche se non è possibile salirvi. All’interno sono presenti gli edifici residenziali di epoca rinascimentale, in parte occupati da un albergo ed un ristorante. Possono essere visitati l’ampio salone d’ingresso ed i 2 piani superiori. Sono ospitate mostre d’arte e pannelli informativi su eventi culturali e folcloristici che si svolgono in Valsugana. All’esterno sono presenti alcune installazioni artistiche contemporanee che raffigurano la struttura di una casetta in legno, riproposta in varianti di forme e colori e poste attorno al castello. Terminata la nostra visita ritorniamo a Levico Terme per dedicare il pomeriggio al relax in riva al lago nelle spiaggia dedicata del nostro hotel..
PIRAMIDI DI TERRA
Il terzo giorno decidiamo di vedere un fenomeno naturale molto suggestivo, le Piramidi di Segonzano. Sono piramidi di terra a forma di cono, alte fino a 20 metri, di origine glaciale, formatesi per l’azione erosiva dell’acqua. Sembrano uno scherzo della natura ma in realtà sono un fenomeno molto raro. Le più alte portano in cima un masso che funge da protezione contro l’erosione, le più basse invece presentano una cima a punta. Purtroppo da quanto si legge nel depliant informativo fornito all’ingresso, alcuni piramidi sono state letteralmente abbattute durante le esercitazioni di tiro della prima guerra mondiale. Per fortuna ne sono rimaste di intatte ancora molte. Un sentiero ben segnalato vi guida ai punti panoramici migliori. Le migliori viste si hanno con il 2° e 3° gruppo di piramidi. Il tempo totale per raggiungere la vetta è 1h, già abbondante e tiene conto di un’andatura turistica. Munitevi di scarpe comode, agevolerà la vostra salita. Durante la nostra visita alcune suggestive passerelle a strapiombo sulle piramidi erano inagibili, ma nonostante ciò gli scorci dove poter ammirare questo spettacolo naturale sono numerosi.
GLI ARTISTI DEL PORFIDO E DEL LEGNO
Nel pomeriggio decidiamo di rilassarci sul lungolago di Baselga di Pinè, al Lago delle Serraia. Sono esposte una serie di opere artistiche in legno che hanno partecipato al progetto internazionale di scultura “Sei per Sei”, dove sei importanti artisti internazionali per una settimana ciascuno realizzano opere con materiali provenienti dal territorio. Siamo stati fortunati perchè proprio in quel momento abbiamo potuto vedere all’opera uno scultore lettone, mentre con grande maestria fresava, puliva e intagliava un pezzo circolare di legno, per farci uno stupendo bassorilievo. Ci siamo poi spostati di poco per raggiungere Montagnaga, frazione di Baselga di Pinè, dove abbiamo potuto assistere al Festival dei selciatori, un evento annuale che celebra il porfido e la sua posa. Per 3 giorni nelle vie del centro storico di Montagnaga si danno appuntamento diverse squadre di posatori artistici che si sfidano nel realizzare manufatti originali in porfido. Sul lungolago di Baselga di Pinè sono visibili alcune opere realizzate nelle scorse edizioni: un grande tavolo con la base in porfido imbandito con un tagliere di salumi e formaggi, un galeone in porfido ancorato in mezzo ai fiori dell’aiuola pubblica, lo skyline di Manhattan fermato alle ore 10:00 dell’11 settembre e una specie di pesce o mostro marino che sembra fuoriuscito dai fondali più profondi del lago. C’è una grande tradizione intorno a questa pietra che siamo abituati a vedere in molti centri storici ma forse non ne conosciamo appieno la sua valenza artistica. Da queste parti poi l’estrazione dalle cave e la lavorazione del porfido è parte integrante dell’economia locale. Prima di ritornare a Levico ci fermiamo su una strada molto particolare presente in una frazione di Baselga di Pinè, precisamente Montagnaga. Come noi sono diversi i curiosi che troviamo. Sembrerebbe a prima vista una normale strada in discesa ma se lasciate la vostra macchina in folle, anzichè scendere ritornerà indietro in salita. Provate a lasciare una pallina o una bottiglia dell’acqua e questa vi ritornerà in salita. Secondo alcuni studiosi il mistero è spiegato da un’illusione ottica generata dalla strada che passa di fianco, in forte pendenza, così da generare questo “errore” nel nostro cervello. C’è qualcuno che parla pure di strani effetti magnetici della roccia. Su youtube cercando “salita in discesa montagnaga” trovate diversi filmati cosi da farvi un’impressione su questo fenomeno.
LAGHI INCONTAMINATI
Al 3° giorno ritorniamo ancora a Baselga di Pinè ma questa volta ci dirigiamo al Lago della Serraia, per fare il percorso ad anello che gira intorno al lago.Il giro, che ha lunghezza 8,5Km, inizia al fianco della strada che porta al campeggio e dove sono presenti le sculture in legno viste il giorno prima. Procedendo vi è il divieto di transito dei mezzi non autorizzati e la strada si divide in percoso pedonale e pista ciclabile. Si intravede una profumatissima pineta e poi si entra nel cuore pulsante del biotopo, un’area protetta dove la natura è ancora incontaminata. Cartelli segnaletici invitano al silenzio pure per le bici in transito. E’ bellissimo immergersi in questo ambiente vitale e ascoltare solo i suoni della natura. Continuando a camminare si incrocia il tracciato di una ippovia per cavalli e soppraggiunti a più di metà giro la strada si alza per salire al fianco di alcune abitazioni, per poi ritornare a lato del lago con aree giochi attrezzate e riprendere il lungolago di Baselga di Pinè dove sono presenti le installazioni permanenti in porfido. Data l’ora e la fame che avanza decidiamo di spostarci di poco e fare una piccola sosta al Lago delle Piazze. Si può raggiungere anche a piedi, visto che non è molto lontano lontano da quello della Serraia, ma noi lo abbiamo fatto in macchina. Il Lago di Piazze rimane più raccolto ma dispone di due ampie spiagge erbose e diversi spazi dove rilassarsi. Nella parte a sud presenta uno sbarramento in pietra locale che si può attraversare a piedi e in macchina. Ritornando verso Levico Termo, appena fuori l’abitato di Baselga di Pinè, si possono notare alcuni fenomeni geologici chiamati bombe vulcaniche. Sul crinale della montagna si vedono chiaramente tantissime tavolette in porfido, resti dell’ attività vulcanica avvenuta milioni di anni fa.
CHI HA PAURA DEGLI SPAVENTAPASSERI ?!
Nel pomeriggio scopriamo l’esistenza di un museo unico nel suo genere, la Casa degli Spaventapasseri, situata a Marter, piccola frazione di Roncegno Terme. Si tratta di una mostra permanente che raccoglie i migliori scatti realizzati dal fotoreporter Flavio Faganello e 50 spaventapasseri originali trovati nelle valli trentine. E’ davvero straordinaria la fantasia messa in campo dai contadini per proteggere le loro coltivazioni. Legni intagliati, girandole fatte con lattine e fustini esausti, figure simil-umane costruite con plastica e zucche. Troviamo perfino uno spaventapasseri realizzato con materiali fotografici di scarto come pellicole, rullini e diapositive, messi insieme con stile per formare un’opera che nulla ha da invidiare a quelle esposte in qualunque museo di arte contemporanea. Davvero un tripudio di fantasia e colore. Molto azzeccata anche la collocazione di questo museo, inserito all’interno di un vecchio mulino per il grano, ristrutturato a dovere, mantenendo visibile la vecchia struttura dell’epoca con tramoggie, cinghie e ruota idraulica.
AL MERCATINO di LEVICO TERME
L’ultimo giorno lo dedichiamo alla visita di Levico Terme e del suo grazioso centro storico, cercando souvenir per amici e parenti. C’è l’imbarazzo della scelta con tanti negozi di prodotti artigianali trentini, il mercatino di natale in versione estiva con le capanne in legno, dove vengono venduti prodotti locali come grappa, piccoli frutti, la polenta valsugana, oggetti in legno lavorati a mano e tisane rilassanti con erbe aromatiche. Fatte le nostre compere ci dirigiamo verso il Parco delle Terme di Levico, che oltre ad ospitare le rinomate terme, appare un posto tranquillo dove rilassarsi al sole oppure all’ombra delle piante secolari. Se passate da queste parti nel periodo da luglio a settembre troverete numerose attività culturali che si svolgono proprio dentro al parco: laboratori ricreativi per i bambini, visiti botaniche guidate e concerti musicali. Noi abbiamo sentito un musicista svedese che suonava uno strano strumento musicale, la nickelharpa, strumento ad arco simile al violino con in aggiunta dei tasti in legno, interpretando musica popolare svedese, classica e jazz. Molto suggestivo. All’ingresso principale del parco si può trovare anche il tronco delle più vecchia sequoia del parco, che grazie all’estro di un artista svedese è stata trasformata in un’installazione artistica.
UNA MUCCA E UNA SCORTA DI FORMAGGIO
Abbiamo trovato davvero apprezzabile l’iniziativa dell’APT Valsugana dal titolo “Adotta una Mucca”. Adottare a distanza una mucca si può scoprire come si conduce la vita in malga e contribuire al mantenimento in vita di vecchie pratiche. Basterà scegliere la mucca che più ci piace tra quelle proposte e farle visita nei vari alpeggi sparsi sui monti della Valsugana. Il contributo versato per il mantenimento lo riceverete in prodotti caseari come formaggi freschi e stagionati prodotti dalla vostra mucca. Un’ottima idea anche per sostenere l’occupazione in montagna.
IL MAGO DI ROVERETO
Durante il nostro viaggio di ritorno facciamo anche tappa a Rovereto. Lasciamo la macchina nei parcheggi vicino al castello, oggi sede del museo delle guerra e poi percorriamo l’itinerario deperiano. Questo percorso si snoda per le vie del centro storico ricordando la figura di Fortunato Depero detto “il mago”, l’artista futurista che qui a Rovereto è nato e ha mosso i primi passi artistici. La città ha onorato questa appartenenza aprendo qui il primo Museo Futurista d’Italia, la Casa d’Arte Futurista Depero. L’artista ha dato grande prova di generosità donando l’intera sua produzione alla città. Le sue opere sono state davvero geniali e ha fatto un pezzo di storia della pittura e della pubblicità in Italia. E’ lui che ha disegnato la bottiglia di Campari Soda ha poi disegnato diversi poster per aziende come ad esempio la Bianchi e copertine di riviste famose come Vanity Fair. Un mago veramente! Un’altra tappa consigliata è il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto che ospita opere dei più famosi artisti futuristi e del novecento italiani cosi come i grandi nomi del contemporaneo internazionale.
LA CAMPANA DAI 100 RINTOCCHI
Prima di riprendere l’autostrada saliamo sul Colle di Miravalle dove è stata posizionata quella che è diventata la più grande campana al mondo, la Campana dei Caduti di Rovereto. Costruita per ricordare i caduti di tutte le guerre, suona ogni giorno alle 21:30 con 100 rintocchi per invocare pace e fratellanza fra i popoli. La storia di Maria Dolens, cosi fu infatti ribattezzata la campana, è stata parecchio travagliata. Una serie di pannelli fotografici mostrano la cronistoria di quando venne fusa per la prima volta nel 1924, utilizzando il bronzo dei cannoni delle nazioni partecipanti alla Grande Guerra. Poi nel 1934 venne di nuovo rifusa perchè il suono non corrispondeva a quanto voluto. Ritornata a Rovereto vi restò solo fino al 1960, quando una crepa impedì alla campana di continuare a suonare. Fu cosi rifusa e ritornò nel 1964 per restare fino ad oggi. L’atmosfera che si respira percorrendo il viale che porta alla campana, costeggiato dalle bandiere delle nazioni che appoggiano la cultura della pace, è quasi spirituale e purificatrice. Arrivati in fondo al viale e scorta la campana si rimane incantati davanti all’imponenza della campana e allo scenario panoramico che si presenta.