Compleanno a Praga 2

Gita di 3 giorni a Praga
Scritto da: franz1
compleanno a praga 2
Partenza il: 16/02/2008
Ritorno il: 18/02/2008
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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16 febbraio 2008 e’ il giorno del mio 44esimo compleanno e con mia moglie decido di trascorrerlo a Praga. Partenza rigorosamente con EasyJet da Malpensa 2 il giorno 16. Alloggiamo nel Best Western Hotel Bila Labut vicino al quartiere ebraico (ottima sistemazione a 64 euro a notte con colazione). Praga si puo’ dividere in quattro quartieri (che visitiamo tutti e quattro): il quartiere del Castello (Hradcany) Simbolo della città , sorge su un’altura sulla riva sinistra della Moldava. La maestosa fortezza – rimodernata da Maria Teresa d’Austria alla fine del Settecento – è praticamente una città nella città. Suddiviso in tre cortili, il castello comprende numerosi edifici, tra cui il Palazzo Reale, residenza dei sovrani della città ora dimora del presidente della repubblica, e la maestosa Cattedrale di San Vito, che dei governanti raccoglie le spoglie.; della cattedrale, costruita in stile gotico a partire dal Trecento, sono bellissimi il coro e la Cappella di San Venceslao. Suggestiva la passeggiata nel Vicolo d’Oro, graziosa sequenza di case piccole e colorate e dimora prediletta degli artisti ed un tempo, si dice, degli alchimisti... Molto gradito anche il cambio della guardia uno dei più coreografici e musicali a cui abbiamo mai assistito. Il quartiere della città vecchia (Stare Mesto) dove vi e’ la piazza più suggestiva di Praga la Piazza della Città Vecchia, conosciuta anche come la Piazza dell’Orologio. Intorno al monumento centrale del riformatore religioso Jan Hus si susseguono chiese barocche e gotiche; il simbolo della piazza è l’Orologio astronomico che spicca sulla torre del Municipio; a stupire da quattro secoli i turisti è la processione di Apostoli che esce ad ogni ora dai quadranti blu e oro e si offre alla piazza. Altro emblema di Praga è il Ponte Carlo (Karluv Most), voluto dall’omonimo imperatore nel XIV secolo. Lungo i 516 metri del ponte si incontrano una trentina di statue e alle estremità si innalzano possenti torri; luogo di artisti e venditori, il Ponte Carlo è sempre affollato di turisti. Il piccolo quartiere (Mala Strana) subito dopo il ponte Carlo e direttamente “a contatto” con la Moldava (il fiume che attraversa Praga).e per questo motivo danneggiato più volte da alluvioni. Il quartiere ebraico (Josefov) con il suo famosissimo cimitero. Durante l’occupazione tedesca il cimitero fu risparmiato, infatti le autorità tedesche decisero che sarebbe rimasto a testimonianza di un popolo estinto. È stato per oltre 300 anni, l’unico luogo dove gli ebrei di Praga potevano seppellire i loro morti. Le dimensioni attuali sono all’incirca quelle medievali e nel tempo si è sopperito alla mancanza di spazio sovrapponendo le tombe, perché il cimitero non poteva espandersi fuori dal perimetro esistente. In alcuni punti si sono sovrapposti fino a 9 strati di diverse sepolture; Le lapidi venivano staccate dal suolo, veniva ammonticchiata della terra per una nuova sepoltura, veniva rimessa la vecchia lapide e in più quella nuova a fianco. Non di tutti rimane una lapide. La densità di lapidi, l’una quasi contro l’altra, il silenzi del luogo e la scarsa illuminazione (le lapidi sono quasi tutte all’ombra, oscurati dalle fronde degli alti sambuchi creano un effetto unico con un’aura spettrale. Oggi si contano circa 12.000 lapidi, ma si ritiene che vi siano sepolti oltre 100.000 ebrei. Il clima in questi 3 giorni e’ stato freddo (non si e’ mai superato lo zero neanche di giorno) ma sereno e quindi abbiamo potuto visitare quanto sopra detto in modo piacevole. Abbiamo mangiato in ristoranti ,ancora economici per le nostre tasche (sconsiglio quelli in piazza dell’orologio, troppo turistici) e soprattutto bevuto dell’ottima birra. Una menzione particolare la voglio fare al santuario del Bambin di Praga che io e mia moglie abbiamo voluto visitare un po’ per devozione ed un po’ per curiosità essendo l’altro santuario del Bambin di Praga quello di Arenzano vicino a casa nostra.

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