A spasso per la France du Midi
Cinque intrepidi amici, innamorati della Francia e sempre disposti a macinar chilometri per poterne cogliere gli aspetti più belli, sono partiti un giovedì di settembre, a bordo di una carica Touran ,alla scoperta del sud della Francia e del Perigord. Le motivazioni per questa scelta e le attese? Ammirare la cinta muraria di Carcassonne, respirare la cultura di Tolosa e le suggestioni di Albi, rinverdire le letture d’avventura con il fascino de La Rochelle e terminare con le meravigliose impronte lasciate dall’uomo preistorico nelle grotte di Lascaux. Dopo un’estate di mare trascorsa tra Piombino e l’isola d’Elba un po’ di cultura è quello che ci vuole! Primo giorno Partenza da Piombino e arrivo alla prima tappa: Carcassonne. Con le sue torri coronate da tetti a cappello di strega, in lontananza la città appare proprio come il castello delle fate che da bambini eravamo abituati a vedere sui nostri libricini; poco importa che parte di questa magia sia dovuta al controverso restauro di Viollet–le-Duc : l’effetto è veramente una meraviglia! All’interno non troviamo la tanto paventata ressa dei turisti e possiamo quindi agevolmente visitare la doppia cinta muraria, in cui sono stratificate le antiche fortificazioni edificate da Galli, Romani, Visigoti, Mori e Franchi e dove trovarono rifugio gli ultimi Catari,la Basilique Saint Nazaire e l’ esterno del castello. La visione dal basso è comunque molto più suggestiva! In serata arriviamo a TOLOSA accolti da una noiosa pioggerella che ci costringe a cenare all’interno di un ristorante caldissimo.
Secondo giorno
Partenza per:ALBI, la città di Toulouse Lautrec di cui abbiamo in mente di andare subito a visitare il museo, nel Palais de la Berbie, antica sede arcivescovile. Ma all’arrivo in città è impossibile sottrarsi al fascino maestoso e imponente della Cathédrale Sainte Cécile che all’esterno somiglia più ad una fortezza che ad una chiesa, con l’imponente torre che certamente ha svolto alla perfezione il suo compito intimidatorio contro qualsiasi movimento eretico che potesse nascere dopo quello cataro.
Entriamo incuriositi nell’interno e restiamo abbagliati: cappelle affrescate da maestri italiani del XVI sec. E, soprattutto, una parete che sembra un merletto attraversa la chiesa tra il coro e la navata centrale delimitando poi tutta la circonferenza del coro stesso! Il contrasto tra esterno e interno è veramente stupefacente: a naso in su e bocca aperta ascoltiamo la provvidenziale audioguida in Italiano, offerta a un prezzo modico e corredata da una piantina cartacea, che ci permette di gustare ogni particolare di questa meraviglia. Da non perdere anche un magnifico Giudizio universale e la suggestiva statua di S.Cecilia con il collo deturpato dalle ferite che i suoi boia le inflissero senza poterglielo staccare dal corpo; notevole anche l’organo che è uno , dice la nostra guida, dei più grandi d’Europa. Ancora abbagliati andiamo a rendere omaggio alla pittura di Toulouse Lautrec visitando il museo che ne contiene circa 500 opere: interessante la visualizzazione del percorso artistico dell’artista e della genesi delle opere più famose, tra cui spicca il “ Salon de la rue des Moulins”; le meraviglie proseguono al piano di sopra con le opere di Degas, Matisse e Rodin . Dopo aver mangiato frettolosamente (ma mai male in Francia, dove con il plat du jour con poca spesa si possono assaggiare autentiche prelibatezze) torniamo nel tardo pomeriggio a TOLOSA dove ci accolgono acqua e freddo. Dopo una purtroppo frettolosa occhiata panoramica alla bella place du Capitole ci rifugiamo sotto le arcate del lato occidentale, sulle cui volte è dipinta tutta la storia della città; incuriositi da un matrimonio che si svolge nel Comune entriamo anche noi al seguito (tenendoci un po’ in disparte) ed abbiamo quindi la possibilità di ammirare, oltre la bellezza degli sposi, quella della sala di rappresentanza con i quadri di Henry Martin. L’ultima tappa della giornata è la suggestiva chiesa di Saint Jacob o dei Giacobini, in cui riposano, in un sepolcro senza fasto, le spoglie di S.Tommaso d’Aquino. L’interno della chiesa è particolare poiché le volte sono sorrette da un’unica fila centrale di colonne che , sostenendo le nervature delle arcate, somigliano ad uno scheletrico e maestoso palmeto rosato. Dopo la foto di rito sopra lo specchio alla base di un colonna che riflette le nostre figure e la strana suggestione delle arcate della volta, ormai stanchi e appagati ce ne andiamo a cena in un localino del Vieux Quartier, dove assaggiamo le delizie della cucina guascone, e poi al meritato riposo in un albergo della catena IBIS che prenotiamo da una città all’altra ( poiché viaggiamo a tappe forzate e non abbiamo modo di cercare qualcosa di più tipico).
Terzo giorno
Il mattino seguente, dopo una breve visita alla chiesa di S.Sernin, lunga e stretta ma con bel transetto e magnifica abside, una passeggiata sul lungofiume della Garonna e una fugace occhiata al Canal du Midi su cui il maltempo ci suggerisce purtroppo di non tentare l’escursione in battello, partiamo per Biarritz. Questa elegante cittadina ci accoglie con un bel sole e, anche se il vento soffia con una certa intensità, gli occhi e il cuore sorridono uscendo dalle nebbie precedenti. Lo spettacolo è bellissimo sul vecchio porto dei pescatori di cui si ha una visuale stupenda dalla Scoglio della Vergine Maria, accessibile da un grazioso ponticello, che offre altresì una vista superba sulla Eglise di Sainte Eugenie, in stile neogotico, costruita per l’imperatrice Eugenia che amava soggiornare qui con l’augusto consorte, l’imperatore Napoleone III. Il vento e le onde, paradiso dei surfisti, sembrano farci sentire il respiro dell’oceano che ascoltiamo affascinati in mezzo a un diluvio di ortensie bellissime sui terrazzamenti inghirlandati dai eleganti colori. Mangiamo davanti al mare, non sapendo staccare gli occhi da questa immensità, noi abituati al rassicurante contatto con la terraferma anche in mezzo all’acqua, circondati come siamo dalla sagoma più o meno vicina delle Isole dell’Arcipelago Toscano. In seguito partiamo per Bordeaux dove pernottiamo due notti Quarto giorno BORDEAUX: Iniziamo la nostra visita con un trenino turistico che ce ne offre una bella panoramica . Abbiamo subito l’impressione di una città raffinata, con aristocratici palazzi costruiti in uno stile abbastanza uniforme, specie nella zona del magnifico lungofiume, impreziosito da tanto verde. Imponente il bel Pont de Pierre fatto costruire da Napoleone su 17 arcate, a gloria del suo nome; monumentali la Place de la Borse e l‘ Esplanade des Quinconces con la bella fontana del Monumento ai Girondini, giustiziati in 22 durante il Terrore. In seguito ci inoltriamo nella Promenade S Caterina (lunga 1,5 km con bel selciato di marmo a schiena d’asino) e ne ammiriamo le sgargianti boutiques; poi ci viene incontro la porta de la Grosse Cloche, diventata il simbolo della città, e visitiamo l’imponente Cathédrale du Saint André in cui gentilissimi volontari si offrono di farci da guida. Il sito è protetto dall’Unesco e la sua costruzione va dal 1096 al XIV sec; in verità nell’edificio non disturba la commistione di stili , ma ne ammiriamo subito il bel portale nord e il campanile gotico, incoronato dalla statua di Nostra Signora d’Aquitania.Scendiamo sotto tre archi rinascimentali a tutto sesto e ci immergiamo nella penombra dell’interno della chiesa, molto larga ed a una sola navata, divisa, tra la cappella del tesoro e il piedicroce, dalla imponente porte Royale.. Facciamo poi una bella passeggiata per giungere alla romanica chiesa di S.Seurin con il suo bel portale a edicola laterale e , all’interno dell’ingresso principale , colonne romaniche con capitelli scolpiti a immagini di colombe e del sacrificio di Isacco; da ammirare anche un notevole retablo di marmo ed una sedia vescovile che sembra adorna di un sottile trinato. Non rinunciamo neanche a vedere l’interessante sito paleocristiano scoperto vicino alla chiesa. Attraverso porta Cailleau, con il suo tetto a cappello di strega in ardesia, facciamo ritorno sul lungo-Garonna e qui, come ragazzini contenti e accaldati, sguazziamo nella piscina bassa per piedi e ci facciamo nebulizzare divertiti dall’acqua irrogata a intervalli regolari per la delizia di turisti e residenti. Decidiamo poi di cenare a Saint-Emilion, distante una quarantina di Km, percorrendo una strada che si snoda tra i celeberrimi vigneti della zona. Certo il monaco benedettino che dette il nome a questo sito protetto dall’Unesco e che viveva da eremita non si sarebbe mai immaginato che il luogo delle sue preghiere fosse visitato da questa gran folla che, come noi, aspetta, all’ufficio turistico, una visita guidata ; riusciamo a aggiudicarci l’ultima e ne vale la pena, perché in 45 minuti possiamo vedere le principali attrattive del dorato villaggio medievale, nell’ora più suggestiva, al tramonto del sole. Ci concediamo poi una degustazione di spumante e vino alle cantine Les Cordeliers, nel chiostro omonimo, seguita da una bella cenetta nella piazza antistante la suggestiva Eglise Monolite, chiesa scavata nella roccia dal IX all’XI secolo. L’ultima immagine di questa giornata ce la offre ancora il lungofiume di Bordeaux, di cui volevamo ammirare l’illuminazione notturna che, come avevamo supposto, offre uno scenario surreale con il suo trionfo di luci che comprendono tutta la scala cromatica.
Quinto giorno ore 9,30 partenza per la DUNA DU PILAT a cui siamo giunti assolutamente impreparati di fronte allo spettacolo imponente e meraviglioso che si è offerto ai nostri occhi: direttamente dal bordo verdissimo della pineta si eleva una duna di sabbia alta 114 metri , con una pendenza che oscilla tra i cinque ed i quaranta gradi e con un’estensione di circa 3 km. Saliamo per la scalinata che ci porta alla sommità e da qui rimaniamo incantati a contemplare questo meraviglioso regalo della natura: un mare azzurro appena increspato da creste di spuma, solcato da minuscole ( a osservarle di quassù) vele, frastagliato da banchi di sabbia affioranti a semicerchio e che si frange dolcemente sulla duna dorata! Non è possibile per un po’ neanche parlare perché ci sentiamo inadeguati e minuscoli di fronte a quest’immensità in cui veramente la nostra mente naufraga. Finalmente ci decidiamo a fare un po’ di foto che risulteranno, lo sappiamo, assolutamente deludenti. Dopo esserci rotolati un poco nella sabbia, proseguiamo per l’isola di Oleron , famosa per la coltivazione delle ostriche. Percorriamo gli itinerari delle ostriche e ci offriamo una lauta cena a base di questi molluschi, squisiti perché assolutamente freschi e serviti in maniera ineccepibile. Visitiamo il forte a forma di stella che offre una bella panoramica sulla costa di cui sono segnalati i siti più importanti e le caratteristiche fortificazioni in mezzo al mare. Pernottamento a La Rochelle
Sesto giorno
Ore 9,30 partenza per l’Ile de Ré:il primo paesino che incontriamo, La Flot ci accoglie con il suggestivo spettacolo del porticciolo con la bassa marea. E’ una visione ben strana quella delle barche che , invece di dondolarsi sulle onde, sono mestamente reclinate di fianco su un fondo scuro e, sembra, melmoso, con i pontili mobili adagiati accanto ad esse e apparentemente privi di funzionalità. Alcuni bambinetti stanno attorno alle barche, un po’ più a largo, e scavano nella sabbia, forse alla ricerca di molluschi: fotografiamo il tutto per confrontarlo poi con il momento dell’alta marea. Ci fermiamo poi in un mercato colorato e pittoresco, pieno di prodotti locali dove ci facciamo una cultura sulle qualità delle ostriche, e compriamo dell’ottimo cibo francese (anche perché il prosciutto di Parma costa 6,65 euro l’etto!). Dopo un bel bagno ristoratore nella bella spiaggia delle Balene, torniamo indietro giusto in tempo per ritrovare, con l’alta marea, le barche finalmente orgogliose sui flutti ed il consueto spettacolo di un porto animato. Rientro a La Rochelle e visita alla città vecchia, con la passeggiata sulle mura e le poderose torri di S.Nicola , della Chaine e della Lanterna che davvero rendevano questo bel porto imprendibile. Ci vengono in mente le nostre giovanili letture sui pirati e marinai, nonché i ricordi scolastici delle lotte tra Francesi ed Inglesi per il possesso di questa zona e ne comprendiamo le ragioni logistiche, ma respiriamo anche il fascino che questo antico bianco borgo riesce ancora ad emanare ( a proposito di tradizioni piratesche, c’è un avviso turistico che avverte di stare attenti ai portafogli nella città vecchia!). Dopo cena una bella passeggiata ci porta davanti alla Porta dell’Orologio ed al magnifico Palazzo di Enrico IV
Settimo Giorno Oggi salutiamo l’oceano e ce ne andiamo a Poitiers, dove arriviamo alle ore 10,30 circa. Ci accoglie l’architettura romanica di Notre Dame La Grande con la sua poderosa facciata ingentilita dal trinato degli archetti da cui si affacciano le figure dei profeti, apostoli e santi e dalle profonde modanature dei portali: Suggestivo l’interno a colonne affrescate – anche se di recente – con la sua abside sorretta da 6 basse colonne scolpite. Ammiriamo poi i bei portali gotici della Cattedrale di S.Pierre ma riteniamo maggiormente ricca di suggestioni la Chiesa di S.Radegonda, moglie di Clodoveo fatta santa, con la sua stretta facciata dove romanico e gotico convivono in un insieme di grande armonia. Partiamo poi per Perigueux, deliziosa cittadina di villeggiatura e capitale del Perigord, ed abbiamo la fortuna di alloggiare sotto la mole della bella cattedrale di Saint-Front a croce greca, le cui cupole in pietra ricordano l’architettura bizantina. Visitando il maestoso interno assistiamo ad un concerto coristico di musica sacra, che ascoltiamo, invitati gentilmente dai presenti, mentre ammiriamo gli enormi lampadari prestati a Notre Dame di Parigi per lo sposalizio di Napoleone III. La giornata si conclude con una bella cenetta nella piazza principale, allietata da musici di varia provenienza che intonano per noi canzoni italiane.
Ottavo giorno
Partenza per la Grotte di Lascaux(vendita dei biglietti a Montignac ) La grotta, scoperta per caso nel 1940, considerata la Cappella Sistina della preistoria, è decorata con pitture fatte con pigmenti naturali rosso, neri, gialli e marroni , datate a 17.000-15.000 anni fa , forse di significato sacrale. Buoi, cervi ,figure umane, mammut e soprattutto un toro di 5,5 metri ne ricoprono le grotte e le gallerie; rimaniamo incantati dalla vivacità delle immagini riprodotte nella Lascaux II, realizzata come copia perfetta dell’originale dopo che gli esperti si accorsero, 15 anni dopo l’apertura, che le pitture venivano irrimediabilmente rovinate dal flusso dei turisti. Ancora attratti dalla vita dell’uomo preistorico in terra d’Aquitania ci rechiamo in un luogo magico., la Roque Saint Christophe, una falesia selvaggia alta 80 metri e di un Km di lunghezza su una valle lussureggiante dove scorre il fiume Vézère. Il sito costituisce un modello raro di villaggio troglodita e della sua evoluzione, dal medioevo fino al rinascimento: una visita guidata e dei modellini delle abitazioni delle varie epoche ci aiutano a capire la vita dell’uomo in questo luogo nei vari secoli. La valle della Vézère è veramente un luogo magico, patrimonio mondiale dell’Unesco, e non sorprende che l’uomo si sia istallato qui da 400.000 anni a questa parte. Visitiamo poi un piccolo borgo a forma di cuore, forse fondato da Pipino il Breve, Sarlat sur la Caneda caratteristico paesino con belle case in parte a graticcio e in parte di pietra rosata, dove sostiamo.
Nono giorno
Visita al Gouffre de Padirac, considerata una delle più grandi curiosità geologiche di Francia. Dopo una discesa vertiginosa in ascensore di 103 metri nelle viscere della terra, veniamo imbarcati su una battellino che percorre un fiume sotterraneo circondato da concrezioni calcaree stupefacenti: il nostro pensiero va alle dantesche anime dannate, anche se il nostro Caronte è molto giovane e anche troppo giocherellone, perché si diverte a farci dondolare e a spruzzarci in ogni modo. Dopo una doverosa visita al giardino del Castello di Marqueissac da dove si gode del più bel panorama della Dordogna, ammiriamo in lontananza l’affascinante Rocca di Rocamadour , meta di pellegrinaggi per la Madonna Nera che si venera nella Chapelle posta nel cuore della città vecchia. E’ abbarbicata su uno sperone di roccia ed è edificata su tre livelli: in alto il castello, a metà gli edifici dell’autorità religiosa, in basso il paese; non resistiamo e ci concediamo una visita che meritava la lunga fila di auto a cui dobbiamo accodarci. Arriviamo la sera a Clermont-Ferrand , sede dell’industria MICHELIN , in cui ci accoglie il panciuto omino .
Decimo giorno Dopo una visita a Notre- Dame e Notre Dame du Port ,di cui ammiriamo soprattutto il coro, affrontiamo il viaggio di ritorno che prevede una tappa per il pranzo sul ghiacciaio de La Grave , che ci offre uno stupendo panorama sulle Alpi , e poi è Italia!… .