Parigi e Nevers

Il 9 marzo di quest’anno siamo partiti da Bari verso Parigi con un volo Myair, prenotato qualche mese prima al prezzo di160 euro A/R per due. Non rivedevo Parigi da 8 anni ma il mio più grande desiderio era quello di recarmi a Nevers, una cittadina a circa 250 km da Parigi, famosa perchè qui si venera il corpo di Santa Bernadette, la...
Scritto da: Erika50
parigi e nevers
Partenza il: 09/03/2009
Ritorno il: 13/03/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Il 9 marzo di quest’anno siamo partiti da Bari verso Parigi con un volo Myair, prenotato qualche mese prima al prezzo di160 euro A/R per due. Non rivedevo Parigi da 8 anni ma il mio più grande desiderio era quello di recarmi a Nevers, una cittadina a circa 250 km da Parigi, famosa perchè qui si venera il corpo di Santa Bernadette, la fanciulla che ebbe la grazia di vedere la Santa Vergine a Lourdes. Arrivati all’aeroporto Charles de Gaulle, Terminal 3, ci siamo diretti verso la stazione dei treni della RER per poter raggiungere il centro. Abbiamo acquistato la “Carte Orange”, 5 zone, valida dal lunedì alla domenica su tutti i mezzi di trasporto , compreso il treno da e per l’aeroporto (il cui biglietto singolo costa euro 8.50) al prezzo di 33 euro l’una più 5 euro che si spendono, una tantum, per caricarla. Avevo letto che questa carta non si vendeva più per i turisti ma che avremmo dovuto comperare la “Paris Visite” (per 5 giorni e 5 zone avremmo speso quasi 49 euro).I treni sono frequenti ed il collegamento con Parigi dura una trentina di minuti. Abbiamo raggiunto l’Hotel Cervantes, che avevo riservato attraverso Booking, fermata della metro Rome e, dopo aver sistemato le valigie in camera, ci siamo subito messi in moto per visitare una zona che era molto vicina a noi: Il Sacré Coeur, Montmartre et Place du Tertre. Faceva freddo ed il tempo era un po’ capriccioso: sole e nuvole si alternavano frequentemente. E sempre piacevole rivedere questi luoghi romantici e tipici di Parigi: i pittori con i loro cavalletti ricoperti da tele multicolori riproducenti angoli di questi quartieri, i tipici ombrelloni verdi, schizzi al carboncino di turisti che si prestano ad essere ritratti, angoli da cui si può ammirare la bianca cupola tondeggiante del Sacro Cuore, la scalinata sempre gremita di turisti ed artisti di strada. Dimenticavo: con la nostra carte Orange abbiamo utilizzato anche la funicolare per raggiungere questi luoghi. Un profumo intenso e dolciastro di crepes solletticava il mio olfatto per cui non ho potuto fare a meno di mangiarne una ripiena di marmellata di mirtilli. Da Montmartre ci siamo diretti con la metro a Pigalle:siamo stati subito abbagliati dai colori vivaci delle insegne luminosissime dei locali “osés” e non abbiamo potuto fare a meno di passeggiare fino a raggiungere il famosissimo “Moulin Rouge” ,anch’esso tutto scintillante, ho scattato qualche foto e poi siamo andati a cenare al Flunch, Si tratta di ristoranti self service dove trovi tutto quello che desideri a prezzi modici: noi lo avevamo già sperimentato a Nice e a Colmar. Se si prende un “secondo”, che non costa più di 7,50 euro, si ha diritto ad una bevanda e a tutti i contorni che si desiderano in quantità illimitata (patate fritte caldissime, purea di patate, spinaci. Fagiolini. Broccoli.,fagioli in insalata, riso bianco o allo zafferano, pasta da condire con diversi tipi di sughi): una vera goduria. Io e mio marito abbiamo poi bevuto del Bordeaux a non più di 5 o 6 euro la bottiglia ( in un altro ristorante mezzo bicchiere di vino costava 4 euro) e poi non vi dico i dolci. Ce la siamo cavata con non più di 20/25 euro in due per sera. A pranzo molte volte prendevamo solo un gelato o una gaufre o una crepe perchè la colazione era ricca e varia. Solo una sera abbiamo cenato in una steakhaouse ma abbiamo speso il doppio solo per due fette di carne ed un mezzo bicchiere di vino.

Il giorno successivo siamo partiti alla volta della tanto desiderata Nevers, città dai mille volti. Avevo prenotato il treno della S.N.C.F. Via internet per cui, la mattina, ci siamo diretti con la metro alla Gare de Lyon; partenza ore 9 con arrivo alle 11. Una volta giunti nella cittadina ci siamo subito incamminati verso il Convento di Saint Gildard dove riposa il corpo di Santa Bernadette. Si arriva dopo circa una ventina di minuti, si entra in una specie di parco, si prosegue verso la chiesa costeggiando la sinistra. Si accede da un portoncino laterale e subito appare agli occhi del visitatore, nella penombra, una cassa di cristallo ed oro, capolavoro di oreficeria, al cui interno riposa, con il Suo abito da suora, con il capo reclinato su un cuscino di pizzo, il corpo intatto, a distanza di 130 anni, di Santa Bernadette Soubirous, che è famosa in tutto il mondo per aver avuto la fortuna di vedere La Santa Vergine nella Grotta di Lourdes. Bernadette morì molto giovane perchè affetta da molte patologie tra cui una cancro alle ossa, fu sepolta in un caveau scavato nella terra e non ci si sarebbe mai immaginati di poterLa ritrovare, 30 anni dopo la morte, completamente intatta. Altre due ricognizioni furono fatte a distanza di anni ed il corpo dimostrò di non aver subito alcuna alterazione. La cosa più impressionante è che, a differenza di altri Santi, come Santa Rita da Cascia, il corpo non risulta mummificat ma elastico e fresco così come scrisse il giornalista Vittorio Messori a cui , durante le riprese per un servizio della RAI, una suora, dopo aver aperto la cassa di cristallo, fece toccare un braccio della Santa. Sono rimasti intatti non solo gli organi esterni ma anche quelli interni come il fegato.

Per me è stata una forte emozione anche perchè ho avuto la possibilità di rimanere a stretto contatto con Lei, (non avrei mai immaginato di poterLa vedere un giorno), non c’era nessun turista , solo una volontaria del posto. Era bellissima! Le ho parlato, L’ho invocata non solo per le necessità della mia famiglia ma anche per tutti gli amici e conoscenti che mi avevano affidato le loro preghiere. Poi abbiamo partecipato alla Santa Messa in lingua francese che sapevo sarebbe stata celebrata alle 11:30 nell’Oratorio del Convento. Anche qui mi sono commossa perchè è stata una funzione per pochi: eravamo il sacerdote, una decina di abitanti del luogo , mio marito ed io. All’esterno è stata ricostruita una piccola grotta che riproduce quella di Massabielle da cui è stato riportato un pezzo della roccia dove La Vergine aveva posato i piedi. Più in là un museo che ripercorre la vita della Santa.Pioveva a dirotto e faceva freddo ma eravamo felici! Poi abbiamo deciso di andare alla scoperta di Nevers. Vi siamo entrati attraverso la Porta di Parigi, un arco monumentale edificato per rendere omaggio a Luigi XV. A proposito, se si abbassa lo sguardo, si nota una linea blu che corre lungo tutto il marciapiede e la carreggiata. Seguendola si scopre il ricco patrimonio culturale attraverso due percorsi turistici. Abbiamo visto il Palazzo Ducale di stile gotico e rinascimentale che attualmente ospita esposizioni ed è la sede dell’Ufficio del Turismo. Mi è piaciuta molto la facciata della Cappella di Sainte Marie, in stile barocco, dove, però, non è possibile accedere. La Cattedrale Saint Cyr-Sainte Julitte è stata costruita dal VI al XX secolo e quindi racchiude diversi tesori. Ci sono due cori. Uno romanico e l’altro gotico. Ciò che ci ha maggiormente stupiti sono state le vetrate coloratissime create da artisti contemporanei dopo che, nel “44, le originali erano state bombardate.: E poi tante piazze… Place de La Rèpublique da cui si ammira la Loira, Place Carnot con caffè ed il mercato coperto, Place Saint Sébastien dove, oltre ai numerosi e bei negozi, c’è una casa a travatura lignea, antica stazione di Posta, la Sfera galeggiante, fontana in granito rosa di Bretagna che pesa oltre 3 tonnellate.

Un teatro del XIX secolo in stile neoclassico ed il Castello della Gloriette fatto costruire da Luigi Gonzaga.

Nevers è tra l’altro capitale della maiolica dal XVII secolo e questa arte la si può ammirare all’interno del Palazzo Ducale dove c’è un’esposizione permanente: Nevers non ha mai smesso di produrre oggetti di maiolica a gran fuoco.Questa tecnica, portata dall’Italia, consiste nel cuocere i manufatti prima a 980° e poi a 940°. A queste temperature resistono solo il blu, il verde, l’ocra ed il nero ed è da questo che deriva l’originalità delle produzioni di Nevers.

Si possono visitare il Museo dell’Educazione dove si è testimoni dell’evoluzione delle tecniche e dei materiali pedagogici, il museo Municipale Blandin.

Il terzo giorno lo abbiamo dedicato alla visita dei principali monumenti parigini: Eglise di Saint Sulpice,Jardins du Luxembourg, Boulevard Saint Michel, Panthéon, Sorbonne, Eglise Sainte Geneviève, Notre-Dame de Paris, Ile Saint-Louis et Ile de la Cité, Palais de Justice, passeggiata lungo la banchina della Senna, navigazione del fiume a bordo di un battello, Tour Eiffel (siamo saliti al 1° piano. 360 gradini, a piedi) Trocadero, Champ de Mars, Eglise Saint-Germain-de-Près percorrendo tutte le vie attigue, famose per i negozi di antiquariato, Louvre, Tuileries, Beaubourg e Les Halles ,l’Eglise de Saint Eustache con, nella parte antistante, la scultura l’Ecoute.

Quarto giorno: sveglia, colazione abbondante e si parte, anche se piove, verso altre mete famose:Arc de Triomphe, Champs Elysées, Petit Palais, Grand Palais, Place de la Concorde,Obélisque de Luxor,Pont Alexandre III, Les Invalides e il Duomo dove riposa Napoleone e qui abbiamo incontrato dei giapponesi che visitavano la città su dei “Segway”: è stato divertente vederli svoltare, attraversare senza vacillare un attimo e, soprattutto, essere sicuri di sè. Ancora Opéra, Place Vendome con statua di Napoleone, Bastille e piazza omonima con colonna a ricordo della presa della Bastiglia, teatro Opéra Bastille ,costruito in occasione del bicentenario della Rivoluzione Francese (1789/1989), moderno ma dall’acustica eccezionale, Eglise de Saint Paul, il quartiere del Marais, Place des Vosges dove al n* 6 visse ed abitò Victor Hugo e poi in un altro interno Thèophile Gautier. Sotto i portici ci sono caffé e gallerie d’arte.Per finire avevo il desiderio di rivedere, dopo 40 anni, “la Cité Universitaire” dove avevo alloggiato un mese durante l’estate del 1969 per incominciare a preparare la mia tesi di laurea: ho rivisto la Maison André Honnorat, dove avevo l’alloggio, la mensa universitaria, i parchi…E’ stato bello ritrovarmi nei luoghi dove avevo trascorso una breve parentesi della mia giovinezza collegata ai sogni, ai desideri di quello che sarebbe diventato il mio futuro…Abbiamo lasciato la Francia con un po’ di nostalgia il giorno successivo , riproponendoci di ritornarci quanto prima per visitare qualche altra regione.



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