In viaggio per il Portogallo
10 settembre Il nostro volo è previsto piuttosto presto, per cui la sveglia suona alle 4.00 del mattino. Partiamo subito per l’aeroporto di Linate dove giungiamo, dopo aver lasciato la nostra auto al Parking Go per 82 euro (parcheggio coperto).
Superato il check-in e le varie procedure aeroportuali, aspettiamo con ansia l’apertura di un bar per la colazione prima della partenza.
Ci imbarchiamo sul volo della TAP per Lisbona alle 06.20 e dopo circa tre ore di volo arriviamo all’aeroporto Portela di Lisboa ( fuso orario -1 rispetto all’Italia). Ritiriamo i nostri bagagli e poi usciamo dall’aeroporto alla ricerca dell’Aerobus, un bus che porta al centro della città. Il prezzo del biglietto è, in genere, attorno ai tre euro, ma presentando la carta d’imbarco della TAP, il viaggio è gratuito.
Lisbona è, ovviamente, la capitale del Portogallo ed è famosa per il fascino che la contraddistingue e per l’atmosfera particolarmente dolce che la avvolge. La città ha una posizione privilegiata e si estende su sette colli (Estrela, Santa Catarina, São Pedro de Alcantara, São Jorge, Graca, Senhora do Monte e Penha de Franca) e sulle valli dell’estuario del fiume Tago. In cima a ciascuna di queste colline si trova un belvedere che permette di ammirare la città dall’alto. Il nostro hotel, il Turim Europa, si trova in Rua São Sebastião da Pedreira, 17/19 a poche centinaia di metri da Piazza Marques de Pombal una grossa piazza non troppo distante dal centro grazie alla metropolitana. Con l’Aerobus scendiamo a poche centinaia di metri dall’hotel e quando arriviamo la nostra camera è già pronta. L’hotel è veramente splendido ed arredato in stile moderno e la nostra camera è grande e spaziosa. Lasciati i bagagli e, dopo la solita fotografia di rito alla nostra stanza, decidiamo di lanciarci alla scoperta della capitale lusitana. Arriviamo in Praça Marques da Pombal e tramite la grande Avenida de Liberdade, piena di hotel, locali e ristoranti raggiungiamo il centro della città. La prima meta è Praça do Commercio, la piazza più imponente della città e luogo di celebrazione della potenza portoghese. In passato la piazza era il centro della vita politica ed amministrativa della città oltre ad essere il crocevia per l’accesso alla città, essendo direttamente collegata al fiume Tejo. Dalla piazza, dominata dalla grande statua dedicata a Dom Josè I, è possibile ammirare oltre al fiume Tejo,il castello di Sao Jorge costruito su una collina di Lisbona ed il Ponte 25 Aprile, uno dei due punti che collegano le due rive del fiume Tejo. Nella piazza siamo rimasti colpiti da degli strani venditori. Infatti, questi venditori si avvicinano, soprattutto ai turisti, e con lo scopo di vendere degli occhiali da sole propongono, invece, marjuana, hascic etc.
Dalla piazza passeggiamo per le strette viuzze strapiene di negozi e di gente sia portoghese che turisti. La seconda tappa è la Igreja de Sao Domingo ( ingresso libero), una chiesa nota per essere luogo dove venivano emesse le sentenze dell’Inquisizione. All’interno la chiesa è molto imponente con le colonne simili alle pareti di una roccia pericolante.
Pranziamo in un bar di una catena portoghese di panini, dove con 8,40 euro prendiamo due baguette “strafarcite”, due bibite e due dolci.
Anche il pomeriggio è intenso di visite e, soprattutto di salite.
La nostra meta è il quartiere dell’Alfama con i suoi diversi monumenti. L’Alfama è il quartiere più antico di Lisbona ed è composto da uno stretto dedalo di viuzze che si inerpicano sulle colline fino a raggiungere i punti panoramici della Graça e di Sao Jorge. Il quartiere dell’Alfama fu una delle poche aree sopravvissute al terremoto del 1° novembre 1755, che distrusse la città di Lisboa. Punti di spicco di questa zona sono la Sé, il miradouro de Santa Luzia, il Castello di Sao Jorge e il celeberrimo tram 28.
La Sé, così sono chiamate le cattedrali in Portogallo, fu costruita nel 1520 sul sito di un edificio moresco e si presenta con un aspetto piuttosto massiccio e, in seguito, al devastante terremoto, fu esposta ad opere di restauro nel 1830. L’interno ha uno stile barocco ed è possibile visitare, a pagamento, il chiostro e il tesoro. La particolarità della cattedrale è che proprio di fronte passa il famosissimo Tram 28. Questo tram può essere considerato una vera attrazione della città tanto che non si può non salirvi. Si tratta di piccoli tram, forse i più vecchi del mondo, che passano su una rete di binari, che è unica per le straordinarie caratteristiche: un interasse di solo 900 mm, raggi di curvatura al di sotto dei 10 m, salite fino al 14,5% di pendenza, tratti a binario unico, passaggio in vicoli con ampiezza di soli 4 m, dove nessun autobus può transitare. Queste vetture, costruite nei primi anni del Novecento, hanno subito un rimodernamento negli anni Novanta, necessario per far fronte ai bisogni dei tempi moderni in termini di comfort, sicurezza ed affidabilità, mantenendo però l’aspetto dei veicoli storici e ristrutturando il telaio originale in legno.
Il biglietto può essere effettuato direttamente sul tram pagandolo all’autista ed il suo costo è di 1,20 per percorso ( il tram non è compreso nei diversi biglietti di viaggio cumulativi es. Lisboa Card o biglietti giornalieri).
Il tram 28 percorre tutto il quartiere dell’Alfama sino ad arrivare alla Graça, ma noi optiamo per fermarci al Miradouro Santa Luzia. Si tratta di un punto panoramico costituito da una terrazza che si affaccia sui tetti dell’Alfama e sul Tejo con i suoi due bellissimi ponti 25 aprile e Vasco De Gama.
Dopo le classiche fotografie di rito saliamo verso l’altro monumento del quartiere: il Castelo de Sao Jorge, che offre splendide vedute della città. Dalla guida sembrava che l’accesso fosse gratuito, ma in realtà l’ingresso costa 3 euro. La costruzione del castello fu iniziata nel V secolo dai visigoti, fortificato dai mori e saccheggiato dai cristiani fino ad essere utilizzato come residenza reale nel XVI secolo. È possibili visitare i diversi cortili interni e passeggiare sulle mura e sui bastioni da cui ammirare lo splendido panorama cittadino. All’interno del castello è possibile visitare l’Olisiponia, un’esposizione in cui viene raccontata in diverse lingua la storia della città di Lisbona.
Ridiscesi dalla collina dell’Alfama, ritorniamo verso il centro per visitare un’altra importante piazza di Lisbona: il Rossio. Questa piazza si trova nel quartiere della Baixa che è il punto di incontro della popolazione di Lisbona e, in passato, è stata teatro di svariati momenti della vita cittadina come le corride, i mercati etc. Nella piazza svettano due imponenti fontane, ma la sua particolarità è la pavimentazione. Come in tutte le altre piazze, anche qui è disposta una bella pavimentazione bianca e nera con i mattoncini disposti in modo da creare delle onde con uno strano effetto ottico. La nostra guida dice che i mattoncini bianchi sono in pietra calcarea, quelli neri in basalto e sembra che, in passato, fossero stati posati da dei carcerati.
Dietro a questa piazza è possibile trovare un’altra meraviglia di Lisbona: la stazione del Rossio. Si tratta di una stazione ferroviaria che all’esterno è veramente splendida. E’ un’opera manuelina di fine ‘800 ed è caratterizzata da due archi a ferro di cavallo di colore viola. Non siamo potuti entrare all’interno perché erano in corso dei lavori di ristrutturazione.
Passeggiando fra le vie attorno al Rossio arriviamo davanti ad uno dei locali più noto ed antichi di Lisbona, il Caffè A Brasileira. Questo caffè può essere definito un must di Lisbona con i suoi interni in art decò ed i pavimenti in legno e maioliche. Fra i tavoli all’esterno del locale è seduto anche Fernando Pessoa ( una statua ovviamente) abituale frequentatore del locale, ora divenuto punto di ritrovo di molti turisti. Con la metropolitana (il biglietto costa 0,70 euro) torniamo al nostro hotel per una doccia ristoratrice e per preparaci all’uscita serale. La nostra meta per la cena è un altro locale storico della città, la Cervejaria da Trinidade. Questa birreria, che svolge anche la funzione di ristorante, è stata ricreata all’interno di un ex convento ed è molto frequentata sia dagli abitanti di Lisbona che dai turisti. Mangiamo 2 bife di porco con batatos ( bistecca di maiale con patate fritte), acqua, 2 dolci e 2 caffè per il totale di 23,80 euro. Il locale era consigliato sia su alcuni diari di viaggio letti prima della partenza che dalla nostra Lonely Planet.
Terminata la cena usciamo per il nostro “tour in notturna” della città alla scoperta di angoli da fotografare ripercorrendo parte del percorso effettuato in mattinata, esclusa l’Alfama.
Alle 22.30 torniamo nel nostro hotel stanchi per l’intensa giornata di cammino. Il nostro contapassi ( ebbene sì abbiamo questo strumento) segna infatti 17 Km.
11 settembre Ed eccoci al nostro secondo giorno in terra lusitana. Dopo una buona colazione al buffet del nostro hotel, usciamo alla scoperta di una zona molto bella di Lisbona: Belem.
Visto il programma della giornata decidiamo di acquistare l’abbonamento giornaliero ai mezzi pubblici al costo di 3,50 euro. Questo abbonamento permette l’utilizzo illimitato di autobus, metropolitana e tram ( tranne il numero 28) per tutta la giornata. È possibile acquistare il biglietto giornaliero sia nelle stazioni della metro che nei chioschi Carris sparsi per la città. E’ piuttosto semplice arrivare in questa zona grazie ai mezzi pubblici e in mezz’ora circa è possibile arrivare a Belem dal centro della città. È possibile arrivare a Belem sia con la metro che con i mezzi di superficie. Con la metro è possibile arrivare sino alla stazione di Cais do Sodrè e poi prendere il tram numero 15; oppure partendo da Praça do Commercio sempre con il tram numero 15 si arriva direttamente a Belem.
Belem si trova a circa 6 km dal quartiere del Rossio ed è un punto di rilevante importanza sia dal punto di vista storico che architettonico. Da questa area l’8 luglio 1497 salpò il navigatore portoghese Vasco de Gama per la spedizione che lo portò alla scoperta dell’India e che rese il Portogallo uno dei paesi più potenti del mondo. Quando la spedizione fece ritorno in patria, l’allora re Dom Manuel I ordinò la costruzione di un monastero proprio dove Vasco de Gama ed il suo equipaggio aveva pregato la notte antecedente la partenza. Il re decise di dedicare il monastero alla Vergine Maria di Betlemme che in portoghese è chiamato Belem.
La zona è veramente splendida tanto che il Monastero e la Torre di Belem sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco nel 1983.
Nella zona è possibile passare una giornata intera tanti sono i monumenti da visitare. È bene tenere presente che al lunedì tutti i musei sono chiusi ( e non solo Belem! ), mentre alla domenica sino alle ore 14,00 l’ingresso è gratuito. La nostra prima tappa è il Mosteiro dos Jeronimos, che, come ho già detto in precedenza, fu voluto dal re portoghese al ritorno della spedizione di Vasco de Gama. La costruzione del monastero fu iniziata nel 1501 e terminata solo 40 anni più tardi richiedendo un cospicuo impiego di denaro. Inizialmente il monastero fu abitato da dei monaci che offrivano ospitalità e ristoro ai marinai e con l’abolizione degli ordini religiosi divenne un orfanotrofio. È possibile visitare sia la chiesa che lo splendido monastero. La chiesa (ingresso gratuito) è veramente splendida con il suo soffitto che sembra una ragnatela di pietra e le splendide finestre da cui filtra una luce arancione. Nella chiesa sono seppelliti i corpi del navigatore Vasco de Gama e del poeta Camoes. L’ingresso al monastero costa 3 euro ( alla domenica gratuito) e permette di visitare il bellissimo chiostro ed il refettorio ricoperto di azulejos dove i monaci consumavano i loro pasti.
Di fronte al monastero è stata eretto il Padrao dos Descobrimentos ( Monumento agli scopritori) un monumento a forma di caravella inaugurato nel 1960 in occasione del cinquecentesimo anniversario della morte di Enrique il Navigatore. Il monumento rappresenta una caravella stilizzata che trasporta una serie di importanti personaggi portoghesi; sulla prua si trova Enrique il Navigatore e dietro di lui personaggi come Vasco de Gama, Magellano, il poeta Camoes e molti altri ancora. È possibile accedere al monumento ( ingresso 2 euro) e salire all’ultimo piano da dove si ammira uno splendido panorama su Belem. Nei piani inferiori si può visitare una sala espositiva ed uno spettacolo audiovisivo sull’epoca delle scoperte.
Usciti dal monumento ci dirigiamo verso un altro must della zona la famosissima Pasteleria de Belem. Si tratta di una antica pasticceria ricoperta di azulejos dove tutti, turisti e no, si recano per assaggiare la loro specialità: i pasteis de Belem. Si tratta di pasticcini in pasta sfoglia con una crema all’interno che vengono serviti tiepidi e spolverati di zucchero a velo e cannella.
……. che meraviglia!!!!!!!!!!!! Dopo lo spuntino decidiamo di entrare nel Museu Nacional des Coches ( museo delle carrozze) che si trova a pochi metri dalla pasteleria. In genere l’ingresso al museo costa 3 euro, ma essendo domenica è possibile entrare gratuitamente. Il museo vanta una collezione di carrozze molto importante che vanno dal XVII al XIX secolo. Fra tutte spicca per importanza, la carrozza che apparteneva a Felipe II e che utilizzò per visitare il Portogallo nel lontano 1619. Si tratta di un pezzo esclusivo che esternamente è delicatamente decorato in oro, mentre all’interno le decorazioni pullulano. Accanto a questa sontuosa carrozza è possibile ammirare anche carrozze più semplici, ma comunque splendide fra cui quelle utilizzate da piccolo principi per passeggiare e giocare in giardino. Queste ultime, infatti, sono vere e proprie carrozze, ma in forma ridotta per le esigenze dei piccoli.
Usciti dal museo decidiamo di andare a pranzo ed optiamo per il self-service del Centro Culturale di Belem come letto in un diario di viaggio pubblicato sul sito Turisti per Caso. Con 14,20 euro prendiamo 1 quiche lorraine, 1 porzione di purè, 1 mix di insalata ed 1 fetta di torta. Usciti dal ristorante dove abbiamo mangiato in un cortiletto esterno con vista direttamente sul Padrao dos Descobrimentos, ci dirigiamo verso un altro importante monumento: la Torre di Belem. Anche questo monumento è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità ed è uno dei simboli del periodo d’oro del Portogallo. La torre è un insieme mescolato di stili differenti come il manuelino, il gotico ed il bizantino. Attualmente si trova a poca distanza dalla riva, ma in passato si trovava molto al largo e fu fatta costruire da Manuel I nel 1515 come difesa per la città di Lisbona. È possibile visitare la Torre anche al suo interno ammirando le splendide decorazioni che la adornano e il bel panorama che da essa si può ammirare. Anche in questo caso l’ingresso è a pagamento (3,50 euro) tranne la domenica dalle 10.00 alle 14.00.
Terminata la visita a Belem decidiamo di tornare in città con il tram numero 15 che ci porterà sino a Praça do Commercio. Da qui decidiamo di proseguire nella scoperta di Lisbona con l’ Elevador de Santa Justa. Si tratta di un ascensore del XIX secolo in ferro battuto, che si trova nella Baixa e sale sino a 45 metri di altezza per poter osservare dall’alto la città ed il vicino Convento do Carmo. Il prezzo del biglietto è di 2,20 euro, ma è possibile salirci gratuitamente grazie al biglietto giornaliero. Nonostante la mia paura, il panorama dall’alto è bellissimo e splendida è la struttura in ferro battuto dell’ascensore. Scesi nella piazza del Rossio decidiamo che potemmo andare a visitare il Museu Nacional do azulejos, che si trova fuori Lisbona e per raggiungerlo è necessario cambiare alcune linee della metro. Dopo tre cambi arriviamo ad Oriente, la stazione della metropolitana dell’Expo 98 e cerchiamo la stazione del treno che dovrebbe portarci fuori dal museo. Quando arriviamo alla stazione gli orari del treno non ci permettono do arrivare al museo prima della chiusura per cui preferiamo evitare un viaggio inutile. Decidiamo di entrare nel Centro Commercial Vasco de Gama che però è stracolmo di gente. Torniamo verso il nostro hotel facendo tappa in alcune delle stazioni della metro per fotografare la meravigliosa struttura moderna e colorata che le contraddistingue.
Per cena decidiamo di recarci nel Rossio strapieno di locali dove cenare. Fra i tanti ne scegliamo uno, dove con 34,70 euro prendiamo 2 arroz de marisco ( risotto ai frutti di mare), 2 antipasti, 1 bottiglia di vino verde, 1 acqua e 2 caffè.
Terminata la cena decidiamo di recarci con il tram 15 a Belem per effettuare alcune fotografie by night.
12 settembre Anche oggi la nostra giornata è dedicata alla scoperta di Lisbona e la nostra meta odierna è il Parque das nacoes. Si tratta di un’area costruita sul versante nord-orientale del fiume Tejo, in occasione dell’Expo del 1998 ed è una zona altamente moderna.
Per arrivare alla zona si deve utilizzare la metropolitana (linea rossa) fino al capolinea Oriente. Già la fermata della metropolitana è uno spettacolo. È stata progettata da un architetto spagnolo ed è una straordinaria struttura a volte che crea un effetto spettacolare e disegna linee elegantissime sull’orizzonte. Lo spazio interno ricorda la Morte Nera del film Guerre Stellari, mentre la parte esterna richiama delle squame di pesce. All’interno della stazione è possibile ammirare anche moderne opere composte da azulejos fra cui una raffigurante i personaggi di un fumetto. Usciti dalla metropolitana ci si trova in questo immenso parco dove è possibile vedere opere fra le più svariate. Nel programmare la visita al Parque è necessario tenere in considerazione il fatto che anche qui, come nel resto di Lisbona, il lunedì è tutto chiuso. Noi abbiamo optato per il lunedì perché non eravamo interessati a nulla in particolare e preferivamo vedere il tutto dall’esterno.
La prima cosa che ci colpisce sono gli enormi spazi verdi e le innumerevoli fontane disseminate per il parco. Le più particolari sono delle fontane a forma di vulcano che ad intervalli di tempo regolari eruttano acqua.
Girovagando per il parco è possibile ammirare le diverse opere costruite nel parco fra cui importanti esempi di architettura.
Una grande attrazione è l’Oceanario, un grande acquario che all’interno ha una enorme vasca che contiene 450 diverse specie provenienti da tutti i mari del mondo. L’ingresso all’acquario costa 9 euro.
Vicino all’Oceanario si trova il Pavilhao do Conhecimento (ingresso 5 euro) un enorme padiglione dedicato al mondo della scienza dove scoprire e sperimentare tanti effetti scientifici. All’interno del parco ci sono anche due punti panoramici. Il primo è il Teleferico ed il secondo la Torre Vasco de Gama. Il Teleferico è una cabinovia sospesa a 20 metri di altezza che permette di scoprire il parco lungo un percorso di circa 1 Km.
La Torre Vasco de Gama è una enorme torre alta 140 metri che permette di ammirare il parco e i suoi edifici dall’alto.
La torre si trova di fronte al gioiello architettonico di Lisbona: il Ponte Vasco de Gama. Si tratta di una struttura eccezionale lunga 17 metri ed larga 30. Nella progettazione gli ingegneri hanno dovuto addirittura tenere in considerazione la curvatura della terra per assicurare maggiore stabilità ai piloni, tanto che il ponte è concepito per resistere anche a delle scosse sismiche.
Si avvicina l’ora di pranzo e decidiamo di entrare nel Centro commerciale Vasco De Gama dove pranziamo al Mac Donald’s per soli 8,50 euro. Anche il centro commerciale è piuttosto particolare perché il tema di fondo è la vita marinara. Infatti tutto richiama la vita di mare come gli oblò degli ascensori, i pesci appesi e “circolanti” nei corridoi. Terminata la visita di quest’area, decidiamo di tornare in Lisbona per continuare a visitarla. Decidiamo di andare alla scoperta di una nuova “collina” di Lisbona, grazie ad un altro must cittadino: gli elevador. La città di Lisbona, infatti, essendo sorta sopra delle colline presenta grandi dislivelli che vengono colmati con l’utilizzo delle funicolari che i portoghesi chiamano elevador. Queste funicolari, di color giallo taxi, in origine funzionava con il sistema delle pompe idrauliche. L’elevador che abbiamo preso noi è l’Elevador do Gloria, che da Praça Restauradores porta al Miradouro de Sao Pedro de Alcantara. Anche in questo caso si tratta di una grande terrazzo che si affaccia sulla città e da cui è possibile ammirare lo splendido panorama. Da qui ci dirigiamo verso l’Igreja de Sao Roque ( ingresso gratuito) che dal fuori è piuttosto anonima, ma ha un interno ricolmo d’oro. La particolarità di questa chiesa dipende però dalla Cappella de Sao Joao Baptista; questa cappella costruita nel 1742 a Roma utilizzando i materiali più pregiati come oro e pietre preziose. La cappella dopo essere stata benedetta dal pontefice di allora venne smontata e spedita via mare a Lisbona.
Ritornati in Praça Restauradores decidiamo di recarci alla Graça, un quartiere a nord est del castello di Sao Jorge. Per raggiungere il quartiere prendiamo nuovamente il famosissimo tram 28 che inerpicandosi nelle strette viuzze ci porta a destinazione. Il viaggio è abbastanza lungo perché in una viuzza il tram viene bloccato da un autocarro in manovra, creando una coda lunghissima. Il nostro intento è di visitare l’Igreja de Sao Vicente de Fora, un monastero tutto ricoperto da azulejos bianchi e blu. Purtroppo la chiesa era chiusa per cui abbiamo dovuto rinunciare alla visita. Invece di ritornare con il tram 28, scendiamo con un autobus fino ad una fermata della metropolitana. Ultima tappa del nostro pomeriggio è il Parque Edoardo VII, un enorme giardino che prende il nome dal re inglese che visitò la città nel 1903. Dopo una piccola merenda con i pasteis de Belem proseguiamo la nostra passeggiata alla scoperta del parco adornato da diverse statue fra cui una maternità di Botero.
Torniamo in camera per una doccia e poi riusciamo per la cena destinazione il quartiere Expo ’98. Infatti, durante la passeggiata del mattino abbiamo visto diversi locali dove poter cenare. Riprendiamo la metro e scendiamo alla stazione di Oriente e raggiungiamo il Parque. Fra i tanti locali optiamo per Mar de Sabores (www.Mardesabores.Pt) dove mangiamo 1 antipasto, 2 bife alla portoghese ( bistecca con una fetta di prosciutto crudo servita con una porzione abbondante di patate), 1 acqua, 2 dolci e 2 caffè per un totale di 28,50. Dopo la cena passeggiamo un po’ per il parco scattando alcune fotografie notturne nonostante il fresco vento dell’oceano.
13 settembre Sveglia e colazione come sempre e pronti al primo cambio di hotel. Infatti, lasciamo il nostro hotel di Lisbona e ci dirigiamo verso un hotel vicino per prendere la nostra auto, prenotata all’Avis prima della partenza. Dopo le varie procedure burocratiche ci viene data una Hyundai Getz 1100 di colore grigio chiaro. Lasciamo Lisbona diretti verso la nostra seconda tappa: la città di Sintra.
Sintra si trova immediatamente a nord-ovest di Lisbona ( 28 Km) e per molto tempo è stata la destinazione estiva preferita dai reali portoghesi e dalla nobiltà inglese (Lord Byron la adorava). La sua bellezza è ancora intatta, grazie alla presenza di boschi, romantici giardini e affascinanti rovine. In meno di un’ora, aiutati dal nostro navigatore satellitare, arriviamo nel centro della cittadina dove troviamo subito un parcheggio di fronte al nostro hotel. L’hotel, il Tivoli Sintra, si trova proprio al centro e di fronte ad uno dei monumenti storici cittadini. Dall’esterno la struttura non sembra un granché, ma superato l’ingresso si nota una certa classe. La camera che ci viene assegnata è molto ampia e con un grande balcone che si affaccia sempre sul palazzo di fronte.
Sistemati i bagagli usciamo alla scoperta della cittadina nota per due importanti monumenti: il Palacio de Pena ed il Palacio Nacional e, come altri luoghi in Portogallo, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Di fronte al nostro hotel si trova il Palacio Nacional e noi iniziamo da qui la nostra visita alla città.
È impossibile non riconoscere questo palazzo che domina il centro della parte vecchia della città grazie ai suoi due enormi camini conici. Il palazzo si affaccia su una grande piazza ornata da una fontana. Sulla destra si trova la biglietteria dove acquistare i biglietti (euro 4) per l’ingresso. Il palazzo, di origine moresca, ha subito nel tempo diverse modifiche fra cui la costruzione delle cucine ed i conseguenti camini nel XV secolo. Il palazzo è sempre stato residenza reale e in esso si trova una incredibile collezione di azulejos; nel tempo è stato teatro di importanti momenti per la monarchia portoghese come l’incoronazione del re Sebastiao nel 1557 all’età di tre anni. La visita al palazzo è libera, ma è vietato l’utilizzo sia di apparecchiature fotografiche che di videocamere.
Nel palazzo ci sono alcune sale che sono degne di nota. La prima è la sala dei cigni (sala dos cisnes) con un soffitto policromo decorato con 27 cigni usati per danze e giochi; questa stanza subì danni notevoli in seguito al terremoto del 1755, ma grazie ad un intenso lavoro di restauro è stata riportata alo sfarzo originale.
Proseguendo la visita si arriva alla sala delle gazze ( das Pegas) molto particolare per la storia che ad essa è legata. Sul soffitto sono raffigurate diverse gazze che tengono nel becco un rotolo di carta con l’iscrizione por bem (per bene). Si narra che l’allora re Joao avesse fatto decorare la stanza in quel modo per mettere a tacere i pettegolezzi che narravano di un suo tradimento con una cortigiana scoperto dalla moglie. Di fronte all’accusa della moglie il re avrebbe risposto di avere agito por bem. Si continua la visita passando poi per altre sale come la das armas (delle armi) e la cappella palatina.
La visita termina con le grandi cucine del palazzo da cui partono i due grandi camini ben visibili dall’esterno.
Usciti dal palazzo girovaghiamo nelle viuzze della cittadina strapiene di negozi di souvenir e di locali e molto affollate di turisti.
Pranziamo in un piccolo bar proprio di fronte al palazzo dove spendiamo 13 euro per due panini e due bottigliette di acqua.
Il pomeriggio lo dedichiamo all’altro palazzo che rende Sintra una delle cittadine più visitate del Portogallo: il Palacio de Pena. Questo palazzo si trova fuori dalla città avvolto in grande parco. Il palazzo può essere raggiunto a piedi, con mezzi proprio oppure con gli autobus del servizio cittadino. Noi pur avendo l’auto, optiamo per l’autobus invogliati dal prezzo pubblicato sulla nostra guida. La Lonely Planet, infatti, dice che il biglietto di andata e ritorno ha un prezzo di 1,50 euro. Ed, invece, non è proprio così. Il biglietto si può acquistare solo in vettura e qui ecco la sorpresa: 3,75 euro andata e ritorno. La strada per la salita è irta e la guida dell’autista da paura, ma finalmente eccoci all’ingresso del parco. La biglietteria si trova proprio di fronte e, al costo di 6 euro (biglietto cumulativo di parco e palazzo) entriamo nel parco.
La salita è irta ma decidiamo comunque di affrontarla; c’è, comunque, la possibilità di prendere un autobus oppure un trenino per arrivare in prossimità del castello ( a pagamento ovviamente). In una decina di minuti arriviamo vicino al castello che già dal fuori è meraviglioso. Il parco, a dire il vero, non è un granché, ma si tratta di un classico bosco a cui noi siamo abituati. Dal fuori il palazzo è veramente bizzarro nel suo strano stile e con i suoi colori come il giallo, il rosa ed il lilla lavanda.
Per molto tempo il palazzo fu sede di un convento, ma ben presto andò in rovina sino a quando Ferdinando di Sassonia dopo averlo acquistato iniziò i lavori di restauro. Commissionò i lavori ad un architetto prussiano che diede vita ad un incrocio fra lo stile barocco e quello manuelino; per sottolineare l’importanza del suo ruolo l’architetto decise di collocare una sua statua che osserva il palazzo su una collina vicina. Già osservando il palazzo dall’esterno si può notare la grande stravaganza che ha contraddistinto la sua ricostruzione. Ma sono gli interni che stupiscono moltissimo i visitatori. Dopo una visita alla parte esterna del castello che domina la pianura sottostante sino all’oceano, è possibile entrare nel palazzo. All’ingresso è necessario depositare tutti gli apparecchi fotografici e le videocamere in quanto è proibito fotografare.
Il palazzo dispone di moltissime stanze che sono state lasciate come apparivano nel 1910, anno della partenza della regina Amelia dopo la dichiarazione della repubblica portoghese. In ogni stanza è possibile ammirare pezzi particolari ed affascinanti come mobili progettati da Eiffel, pareti di stucco nella sala araba, la vasca da bagno del re , il letto a baldacchino della regina e molto altro ancora.
La visita, libera ovviamente, dura circa due ore e comprende anche la visita delle cucine arredate con le attrezzature ed i mobili del periodo. Una volta terminata la visita è possibile fare una pausa alla caffetteria del palazzo che, nonostante la collocazione, ha dei prezzi molto abbordabili.
Terminata la visita riscendiamo all’ingresso del parco per aspettare l’autobus che ci riporta a Sintra.
Visto l’orario decidiamo di riprendere l’auto per dirigerci verso Cabo de Roca.
È un altro importante punto di interesse di un viaggio in Portogallo. Si trova a 18 Km ad ovest di Sintra ed il punto più occidentale dell’Europa. È possibile arrivare in questo luogo sia con mezzi propri, seguendo le indicazioni stradali, oppure con i mezzi pubblici partendo dalla stazione di Sintra.
Arrivati sul luogo è possibile trovare un faro rosso circondato da alcune case, un piccolo negozio di souvenir e un ufficio turistico. Il Cabo si trova su una bellissima scogliera a picco sull’oceano ( circa 150 metri) che si scaglia impetuoso sulle rocce sottostanti. Il panorama che si ammira è veramente splendido anche se però noi non abbiamo potuto ammirarlo al tramonto come, invece, indicato dalla nostra guida.
Come tutti i turisti anche noi scattiamo una foto ricordo con la grande targa che attesta la longitudine e la latitudine del luogo. Per attestare il passaggio nel luogo è possibile recarsi all’Ufficio Turistico e chiedere un certificato che attesti il fatto di essere stati a Cabo de Roca alla modica cifra di 5 o 10 euro in base al modello prescelto.
Ripresa la nostra Hyundai, ritorniamo verso il Tivoli Sintra, il nostro hotel. Non troviamo un posto libero di fronte all’hotel, quindi “ siamo costretti” a lasciare l’auto in un parcheggio a pagamento al costo di 0,50 euro all’ora ( sì questi sono i prezzi del parcheggio in pieno centro!!!).
Dopo una pausa ristoratrice usciamo alla ricerca di un ristorante per la cena. Non colpiti da nessuno dei locali di Sintra-Vila decidiamo di scendere verso la parte bassa ed, in prossimità del Municipio, scoviamo il Ristorante Regional de Sintra, in travessa do Municipio 41. Dal fuori il locale sembra piuttosto semplice, ma in realtà è molto carino con gli azulejos che ne decorano le pareti. Mangiamo veramente bene e restiamo molto colpiti per il conto finale. Con 24.90, infatti, prendiamo 2 bife alla portoghese ( grossa bistecca di maiale servita con abbondanti patate arrosto e riso), 1 litro di acqua, il solito antipasto portoghese (in tutto il Portogallo, infatti, c’è l’abitudine di portare o del formaggio o del prosciutto che gli avventori posso scegliere di mangiare) e 2 caffè.
La nostra passeggiata serale comprende ovviamente le solite fotografie in notturna utilizzando anche dei bidoni dell’immondizia come supporto.
Ritornati in camera prepariamo nuovamente i bagagli perché domani si parte per la scoperta di una nuova città.
14 settembre Ci svegliamo come al solito alle 07.30 e, dopo chiuso le nostre valigie, scendiamo per la colazione. La sala colazione è davvero enorme e molto bella con una grande vetrata che si affaccia sulla collina di Sintra per spaziare sino all’oceano. Dopo colazione partiamo con la nostra auto alla scoperta di nuovi posti. La meta finale, dove ci aspetta un nuovo hotel, è la cittadina di Fatima che abbiamo dovuto scegliere perché a Tomar la nostra agenzia non trovava un hotel. Prima di arrivare all’hotel decidiamo di fare una tappa ad un altro sito dichiarato, sempre dall’Unesco, Patrimonio Mondiale il Monastero di Alcobaça. Il Monastero di Santa Maria de Alcobaça è un monastero cistercense caratteristico per le sue linee pure e per la sua singolare architettura.
Il monastero si trova proprio nel centro della cittadina che, però, per il resto non ha nulla di particolare. Già visto dall’esterno il Monastero è immenso e maestoso con il suo stile manuelino. Proprio di fronte al palazzo si trova una enorme piazza che, in questo periodo, sta subendo dei lavori di restauro.
Il monastero fu fondato nel 1153 per adempiere un voto fatto a San Bernardo dal re Dom Henriques dopo la presa di Santarem. I lavori per la costruzione durarono circa quaranta anni e per lungo tempo l’abbazia fu una delle più potenti del paese. Inizialmente i monaci, si dice che fossero più di 900, si dedicarono all’agricoltura per poi passare all’insegnamento prima, ed alle arti come la scultura dopo. Con il tempo però nel monastero iniziò a regnare una grande dissolutezza che cessò con l’abolizione degli ordini religiosi nel 1834.
La visita si articola in due diverse aree: la chiesa, ad ingresso gratuito, ed il monastero (ingresso a pagamento a 4,50 euro).
Per quanto riguarda la Chiesa, come già detto ad accesso libero, è veramente impressionante. Nel corso degli anni ha subito diversi rimaneggiamenti che hanno lasciato inalterato solo il rosone dell’ingresso e l’entrata principale. La navata interna è veramente impressionante: lunga 106 metri e larga solo 23 metri con imponenti pilastri e colonne, su cui è possibile notare anche dei segni che sembrano risalire al mondo templare. All’interno della chiesa, nei due transetti, è possibile notare le due enormi tombe trecentesche di Dom Pedro e Dona Ines. Le due tombe in marmo bianco, poste una di fronte all’altra, sono riccamente decorate da figure e scene tratte dalla vita di Cristo. Sulle tombe si nota anche una iscrizione “ Atè ao fim do mundo” ( fino alla fine del mondo) a ricordare la triste e macabra storia di questi due amanti. I due protagonisti della storia sono, infatti, dom Pedro, figlio del re Dom Alfonso, e Dona Ines, dama di compagnia della moglie. Alla morte della moglie il nobile si vide negare dal padre il permesso di sposare la nobildonna per timore dell’influenza della famiglia spagnola di lei sul trono portoghese. Il re fece addirittura uccidere la donna ignaro del fatto che i due si fossero già sposati in segreto. Salito sul trono alla morte del padre Dom Pedro fece per prima cosa uccidere gli uccisori della donna e, poi, fece riesumare il corpo di Dona Ines. La incoronò ed obbligo la corte a rendere omaggio alla regina baciandole la mano in avanzato stato di decomposizione.
La seconda parte della visita prevede la visita all’interno del monastero annesso alla chiesa e costa 4,50 ( per persona ovviamente). La biglietteria si trova su un lato della chiesa ed è tutto decorata da pannelli di azulejos blu e bianchi. Appena superato l’ingresso ci si ritrova all’interno di un chiostro detto “ do silencio” costruito su due piani. Il primo piano fu costruito per volere di Dom Dinis ed è caratterizzato da archi decorati da motivi circolari in pietra. Il piano superiore, invece, aggiunto nel XVI secolo richiama in pieno lo stile manuelino che si trova in gran parte del Portogallo e, soprattutto, nella regione di Lisbona. Dal chiostro è possibile accedere anche alla Sala dei Re o Sala dos Reis in cui sono allineate le statue raffiguranti quasi tutti i re del Portogallo.
Ma la cosa sicuramente più sorprendente è la grandiosa cucina dalle proporzioni sorprendenti. La cucina è talmente grande che i monaci vi fecero inserire un canale che permetteva di avere a disposizione sempre pesce fresco, mentre l’acqua, poi, fluiva direttamente in una grande vasca in pietra per il lavaggio di frutta e verdura.
Dalla cucina si accede poi al refettorio dove i monaci consumavano i loro pasti mentre veniva declamata la Bibbia da un pulpito. I monaci per accedere al refettorio utilizzavano una piccola porticina e quelli che non riuscivano a passare erano costretti al digiuno sino a quando la loro corporatura avesse permesso il passaggio.
Usciti dal monastero ci dirigiamo verso la nostra auto per ripartire in direzione di Fatima.
Ci vuole circa un’ora per raggiungere la cittadina e, soprattutto, per trovare il nostro hotel. Abbiamo si le indicazioni ma parlano di un rondò che, però, noi non troviamo perché non arriviamo dall’autostrada ma dalla strada statale. Dopo diversi giri, intorno alla basilica, eccoci finalmente al nostro hotel l’Hotel De Fatima in avenida Joao Paolo II. L’hotel dispone di un parcheggio privato dove lasciamo la nostra auto prima di entrare in hotel. Ovviamente la nostra stanza non è pronta, quindi depositiamo i bagagli nel deposito ed usciamo alla ricerca di un posto per il pranzo. Nella via principale, piena di negozi di souvenir religiosi, troviamo un bar dove con 6,50 euro prendiamo un hamburger con uovo, un toast, 1 bottiglia di acqua e 2 caffè.
Dopo aver pranzato, prendiamo la nostra auto e ci dirigiamo verso la cittadina di Tomar. Seguendo le indicazioni stradali raggiungiamo in circa un’ora di strada la cittadina di Tomar. La cittadina di Tomar si estende sui due lati del Rio Nabao e merita di essere visitata per il suo centro storico intricato di viuzze lungo le quali sorgono diverse chiese e per il Convento de Cristo. Arriviamo in Praça de Repubblica e proprio di fronte troviamo un parcheggio a pagamento dove lasciamo la nostra auto ( 0,80 euro l’ora).
La piazza è già di per sé molto bella con la pavimentazione bianca e nera e con tutti gli edifici del diciassettesimo secolo che vi si affacciano. Sul lato centrale, di fronte al palazzo del Municipio, si trova l’Igreja de Sao Joao Baptista una chiesa che risale al XV secolo e decorata all’interno dai soliti azulejos.Dopo aver visitato la bellissima Praça de Repubblica, ci dirigiamo verso il Convento do Cristo attraverso una strada sterrata che ci porta proprio fuori dal Convento.
Il Convento do Cristo, quartiere generale dell’Ordine dei Cavalieri dei Templari, è uno straordinario e misterioso convento fortificato immerso in un bosco e, come altri luoghi in Portogallo, è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Il monastero viene fondato nel 1160 da Gualdim Pais, gran maestro dei Templari. Nel corso dei secoli il convento ha subito diversi rimaneggiamenti che hanno portato ad aggiunte di cappelle, chiostri, case capitolari etc. L’accesso al convento è, ovviamente a pagamento ( 4,5 euro) ed è possibile optare per una visita breve ( di 45 minuti) o per quella più completa ( circa 1 ora e mezzo). È possibile acquistare anche una piccola guida illustrata al prezzo di 1 euro. È possibile visitare solo il giardino del convento e passeggiare sulle mura ammirando il paesaggio sottostante. Ma la meraviglia è l’interno: maestoso ed immenso con i chiostri, la grande chiesa, i bellissimi corridoi, le cucine etc.
Molto maestosa è la grande chiesa detta Charola. Questa chiesa a 16 lati è la parte più maestosa del convento e fu edificata nel XII secolo ispirandosi alla Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. L’altare maggiore è racchiuso in un ottagono e la navata è circolare. È possibile ammirare anche splendidi affreschi risalenti al XVI secoli e restaurati recentemente.
Girovagando nel convento ( la visita è libera) è possibile ammirare splendidi chiostri riccamente decorati. All’ingresso è possibile visitare il Claustro do Cemiteiro e quello da Lavagem. Entrambi furono costruiti per ordine di Henrique il Navigatore, allora Gran Maestro dell’Ordine e sono decorati con azulejos bianchio ed azzurri. Nel Claustro do Cemiteiro sono visibili anche due tombe risalenti sempre al XVI secolo, mentre il serbatoio per l’acqua del Claustro da Lavagem è oggi pieno di piante.
Ma il chiostro, a mio parere, più bello è il chiostro principal in stile rinascimentale che entra in contrasto con lo stile manuelino che, invece, predomina in gran parte del convento. I lavori di costruzione del chiostro furono terminati nel 1587 grazie anche all’attività di un architetto italiano, Terzi, che, insieme ad altri architetti, diffuse in Portogallo lo stile rinascimentale.
Proseguendo nella visita si giunge anche alla casa capitolare, parte più famosa del monastero grazie alla finestra che si trova sul suo lato occidentale. La finestra fu progettata nel 1510 ed è un insieme di splendide sculture come corde, alghe, coralli e, ovviamente, la croce caratteristica dell’ordine dei Templari.
Usciti dal convento passeggiamo ancora un poco fra i giardini del convento e, poi, ritorniamo verso la nostra auto in direzione Fatima.
Quando arriviamo al nostro hotel la camera è finalmente pronta e, mentre Giovanni si riposa un po’, io decido di fare una passeggiata al Santuario. Uscita dall’hotel in pochissimi minuti arrivo nella grande piazza lunga circa 1 Km e dominata da una chiesa dalla facciata bianchissima. Basilica e piazza furono costruiti nel 1953 e sono il fulcro di una grande devozione popolare. È piuttosto facile vedere fedeli penitenti che attraversano la spianata in ginocchio come segno di grande devozione. A metà della piazza si trova la Capela das Apariçoes (cappella delle apparizioni) eretta nel luogo dove il 13 maggio 1917 la Vergine Maria apparve ai tre pastorelli ( Jacinta, Lucia e Francisco). Ai lati della Cappella si trova una grande fornace ardente in cui i fedeli accedono candele votive di diverso genere: si va dalle candele dalla forma classica a candele di forme strane come per es. Forme di bambino, di arti etc.
Dopo una visita alla basilica in cui riposano le salme dei due pastorelli Jacinta e Francisco, morti nel 1919 e 1920 in seguito ad una epidemia di influenza.
Passeggiando nella piazza e nella basilica è possibile respirare un clima di serenità e di gioia che pervadono tutte le persone.
Terminata la mia passeggiata ritorno in camera e, dopo, una doccia rigenerante usciamo per la cena. Ed eccoci di fronte alla nostra priam fregatura della vacanza. Girovaghiamo per le viuzze attorno al nostro hotel e troviamo un posto dove cenare: il ristorante 4 Estagiones. Fra le diverse scelte optiamo per un menù turistico che con 14 euro prevede una sopa, carne o pesce, dessert, vino o acqua o birra. In realtà, invece,il menù è differente da quanto scritto: la sopa non ci viene portata, fra la carne ed il pesce è possibile una unica opzione e noi scegliamo della carne che poi risulta essere un arrosto ed il dolce è un dolce confezionato che non è per niente speciale.
Usciti dal ristorante ci dirigiamo verso la Basilica dove, nella Cappella delle Apparizioni, è in corso la celebrazione del Santo Rosario in diverse lingue che culmina con la Madonna che viene portata in processione.
È una celebrazione veramente molto commovente che suscita, soprattutto in me, grandi emozioni.
15 settembre 2005 come tutte le mattine sveglia alle 07.30 e colazione nella sala colazione del nostro hotel che, vista l’età media, appariva più come una casa di riposo.
Dopo un breve shopping a tema religioso, lasciamo Fatime e ci dirigiamo verso la nostra prossima meta: la città di Porto.
Sulla strada decidiamo di fare una breve sosta in una piccola cittadina che la nostra Lonely consiglia: Aveiro.
La cittadina sorge alla foce del Rio Vouga ed ai margini di una laguna paludosa ed è spesso meta turistica, grazie alla sua spiaggia ed alla riserva ornitologica. Anche il centro storico presenta però alcune peculiarità. Essendo costruita in una zona paludosa, ora ovviamente bonificata, la cittadina è percorsa da diversi canali che conferiscono alla città un’aria vagamente olandese.
La zona più caratteristica è sicuramente quella sorta attorno al mercato del pesce con i canali, i ponti a schiena d’asino e le case tinteggiate in colori pastello. Dopo una passeggiata ed una pausa caffè ( 0,50 centesimi a caffè: espresso naturalmente) riprendiamo la nostra strada verso Porto.
Guidati dal nostro Navman arriviamo in città verso mezzogiorno, ma ci vuole circa mezz’ora di ricerca, fra traffico e sensi unici, per arrivare al nostro hotel. Anche , in questo caso, il nostro hotel è già prenotato dall’Italia.
Si tratta dell’ Eurostars das Artes, in rua do Rosario. Si tratta di un hotel veramente molto bello, inaugurato da pochi mesi (giugno 2005), ed arredato secondo i dettami dello stile moderno. La nostra stanza è veramente molto grande ed arredata in modo molto bello.
Lasciati i bagagli decidiamo di uscire alla scoperta di Porto.
La città di Porto è la seconda città per importanza del Portogallo, dopo Lisbona. La città è divisa da Villa Nova de Gaia, città in teoria a parte, ma in realtà considerata l’altra metà di Porto dal fiume Duoro. Il centro storico cittadino, il quartiere della Ribeira, con le sue strette viuzze è stato dichiarato Patrimonio dell’Unesco. Dalla cartina il nostro hotel non sembra lonatano dal centro, che può essere considerato il quartiere della Ribeira che si affaccia sul fiume Duoro.
La prima cosa che facciamo uscendo dall’hotel è il cercare un posto dove pranzare. Dopo aver scartato alcuni posti perché strapieni di gente, optiamo per uno dei bar all’aperto in Praça Universidade. Con 8,20 prendiamo 2 panini (a dire il vero piccoli rispetto alla media portoghese), 1 acqua, 1 birra Sagres Bohemia e 2 caffè.
Dopo la pausa ristoratrice ci immergiamo alla scoperta di Porto.
Proprio di fronte alla piazza dove abbiamo pranzato si trova una grande chiesa con una parete interamente decorata da azulejos bianche e blu. Si tratta della Igreja do Carmo. All’interno la chiesa non è niente di sorprendente, ma l’azulejos è veramente molto bello. L’azulejo, opera di Silvestre Silvestro, illustra la storia della fondazione dell’ordine carmelitano.
Scendiamo poi verso il basso fra stade che si svolgono lungo un grande saliscendi.
Nella discesa passiamo di fronte ad un altro importante “ monumento” la Libreria Lello. Si tratta di una libreria inaugurata nel 1919 in un palazzo del XIX secolo. Può essere considerata è un esempio di splendida art decò con stucchi dipinti molto simili a legno ed una enorme scala circolare al suo interno. Nella libreria è possibile trovare libri di ogni genere nuovi e di seconda mano.
Scendiamo verso il basso e ci troviamo ad un crocevia sul quale si trova l’Igreja e la Torre dos Clerigos che visiteremo in seguito a causa dei suoi strani orari di apertura.
Scendiamo per Rua das Clerigos per arrivare sino all’enorme Praça de Liberdade su cui si affacciano grandiosi palazzi in stile rinascimentale fra cui il Municipio. Particolarità di questa piazza è anche una statua posta vicino ad una buca delle lettere. Infatti, vicino a questa cassetta postale si trova una statua in bronzo che raffigura un uomo con tanto di sigaretta in bocca.
Dopo la solita fotografia di rito ( in ogni nostra vacanza, infatti, fotografiamo strane statue) proseguiamo per arrivare ad un gioiello di Porto: la stazione di Sao Bento. Si tratta di una stazione ferroviaria dei primi del ‘900 il cui atrio è completamente ricoperto di azulejos. Autore di questa opera è Jorge Colaço che nei suoi azulejos rappresenta scene della vita quotidiana del periodo e battaglie che hanno cambiato il corso della storia.
Attraverso ripide salite, alcune in zone abbastanza inquietanti, giungiamo alla Sé, cattedrale di Porto. La cattedrale si presenta come una fortezza ed è stata costruita sulla collina più alta della città dominandone il centro. La costruzione iniziale della cattedrale risale al XII secolo, ma nel corso degli anni ha subito diversi rimaneggiamenti in particolare nel corso del Settecento. La Cattedrale, ad ingresso gratuito, rivela una grande impronta barocca salvo per il rosone ed il chiostro di evidente epoca antecedente. È possibile visitare anche il chiostro trecentesco decorato sempre da azulejos al costo di 2 euro ( noi abbiamo optato per non visitarlo). Dalla cattedrale è possibile ammirare il panorama che spazia dai quartieri sottostanti sino alla Ribeira, che sorge sulle rive del fiume Duoro.
Dalla cattedrale scendiamo verso la Ribeira, il quartiere più affascinante della città che, come ho già detto, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità da parte dell’ Unesco. Il quartiere della Ribeira sorge lungo il fiume Duoro ed è una vera finestra sul passato della città con i vicoli stretti, i passaggi acciottolati e le case color pastello del lungofiume. Questa zona è veramente molto bella e merita, sicuramente, una visita. Oltre alla visita della Ribeira con le sue case colorate, i negozi ed i diversi locali, ci sono altre tre cose che attirano l’attenzione del visitatore. La prima cosa che colpisce è, sicuramente, il Ponte Dom Luis I. Infatti, una peculiarità deòòa città di Porto sono i suoi enormi ponti a cavallo del Duoro. Fra i diversi ponti il più suggestivo e particolare è proprio il Dom Luis I, che sorge proprio sopra il quartiere della Ribeira. Il ponte costruito in ferro è composto da due livelli e collega la città di Porto con Villa Nova de Gaia ed è percorribile a piedi, in auto e con la metropolitane. Il livello superiore è dedicato esclusivamente alla metropolitana, mentre quello inferiore è percorribile sia in auto che a piedi. Durante la nostra visita a Porto erano in corso dei lavori di ristrutturazione che però non hanno diminuito il fascino di questo ponte. Il secondo aspetto che colpisce il turista è la vista della riva opposta del fiume con i grandi magazzini e le insegne colorate di alcune delle principali case produttrici del vino porto. Infine, ad attirare l’attenzione, in particolare sulla sponda di Villa Nova de Gaia, sono le barcos rabelos, le tradizionali imbarcazioni utilizzate in passato per il trasporto del vino sul fiume ed ora utilizzate a scopo pubblicitario. Dalla sponda del fiume è possibile anche effettuare delle crociere sul Duoro per ammirare i 6 ponti cittadini e le due rive del fiume ( il costo del biglietto si aggira all’incirca sui 10 euro).
Terminata la passeggiata decidiamo di tornare verso il nostro hotel che dista circa una quindicina di minuti a piedi dalla Ribeira. Doccia e, poi via per la nostra prima uscita serale a Porto. Visti i numerosi locali decidiamo di recarci nel quartiere della Ribeira a cena e, fra i tanti locali, optiamo per “ A Canasta do Ribeira”, in Cais do Ribeira 37. La scelta del ristorante è stata condizionata anche dal giudizio positivo letto in un diario di viaggio su un sito dedicato al turismo. Il consiglio è stato veramente soddisfacente sia per il prezzo che per le quantità esagerate.
Al prezzo di 32.15 euro prendiamo un antipasto tipico portoghese ( bacalau fritto e formaggio locale), 1 frango pucara ( pollo arrosto con patate e cipolle), 1 frango all’antalejana ( maiale con peperoni, cipolle e patate), 1 litro di acqua, 1 bottiglia di vinho verde, 2 caffè ed 1 degustazione di porto rosso. La serata è veramente calda e la notte stellata e la luna piena ci invogliano a passeggiare un po’. Dopo alcune fotografie scattate a Villa Nova de Gaia con le sue cantine, decidiamo di attraversare il Duoro tramite il ponte Dom Luis e raggiungere la cittadina di V.N de Gaia. Anche qui passeggiamo lungo il lungofiume e ammiriamo la cittadina di Porto dalla parte opposta.
Per tornare in hotel, visto i vari kilometri percorsi durante la giornata, decidiamo di tornare in hotel utilizzando l’autobus sino a Praça do Repubblica ( il prezzo del biglietto è di 1,20 se acuistato in vettura).
16 settembre 2005 Dopo una buona ed abbondante colazione all’interno del nostro hotel (pasteis de nata compresi), usciamo per andare alla scoperta di nuovi angoli della città. Scendiamo sempre verso il quartiere della Ribeira e la nostra prima tappa è il Palacio de Bolsa. Si tratta del Palazzo della Borsa, un edificio in stile neoclassico edificato fra il 1842 ed il 1910. Gli interni devono essere veramente molto belli, in particolare quella che viene chiamata la Sala Araba, dove tutte le pareti sono ricoperte da motivi arabescati e stucchi dorati. Noi ci siamo accontentati di vedere solo l’atrio di ingresso ed una sala alterale perché il costro del biglietto di ingresso è di 5 euro per una visita guidata di venti minuti in inglese, francese o portoghese.
Subito dietro il palazzo della Borsa, si trova un altro monumento molto consigliato dalle guide: l’ Igreja de Sao Francisco. Si tratta di una enorme chiesa dove è possibile effettuare delle visite turistiche, ma non sono più celebrate delle funzioni religiose. Nella chiesa ( ingresso 3 euro) è ospitata la più straordinaria collezione di decorazioni dorate barocche e rococò. Le decorazioni raffigurano cherubini e monaci francescani interamente coperti da una foglia d’oro ( sembra addirittura 100 kg). L’ingresso comprende anche un piccolo museo ed un ossario. Nel museo è possibile ammirare alcuni mobili e pezzi religiosi provenienti dall’antico convento francescano. Dal museo si scende poi nell’ossario, risalente al XIX secolo, dove sono seppelliti i corpi dei benefattori dell’antico convento.
Terminata la visita al Convento di Sao Francisco, decidiamo di dirigerci verso Villa Nova de Gaia, la cittadina di fronte a Porto. Già dalla riva opposta la cittadina appare molto bella ed interessante con le varie cantine che si susseguono. Infatti, stipate fianco a fianco, partendo dalla collina sino all’argine del fiume, si susseguono tantissime cantine che esibiscono enormi insegne che richiamano l’attenzione dei turisti, soprattutto. Infatti, sin dalla metà del XVIII secolo, i produttori e gli esportatori sono stati obbligati a scegliere quetsa località per l’invecchiamento e l’immagazzinamento di questo prezioso vino.
Come tutti i visitatori, anche noi, abbiamo effettuato la classica passeggiata sul lungofiume dove sono ormeggiati i barcos rabelos e da dove si gode uno splendido panorama della città di Porto. Lungo la passeggiata, oltre alle numerose cantine, si trovano tantissimi locali, alcuni anche molto trendy, dove degustare del buon vino oppure consumare un buon pasto.
E, come gli altri turisti, anche noi non ci perdiamo la classica visita con annessa degustazione , ad una cantina di Porto. Sono tantissime le cantine che organizzano delle visite guidate ( alcune gratuite, altre invece no) e, nel periodo estivo, queste visite sono organizzate addirittura ogni quindici minuti.
Osservando le varie cantine si può notare che la maggior parte di esse portano nomi non propriamente portoghesi come Taylor’s, Graham’s, Sandema, Calem etc. Questo è dovuto al fatto che l’invenzione del porto non è dovuta solo ai portoghesi, ma soprattutto agli inglesi che, essendo i principali consumatori di questo vino, inventarono questo vino liquoroso.
Passeggiando sulla banchina abbiamo l’occasione di ricevere un invito per una visita gratuita alla cantina Graham’s. Fra le tante questa è una cantina che si trova non sul lungofiume, ma sulla collina ed è possibile raggiungerla sia a piedi (circa quindici minuti) oppure con una navetta gratuita messa a disposizione dalla cantina stessa. Si tratta di una cantina piuttosto vecchia costruita in muratura e da cui è possibile ammirare uno splendido panorama su Porto.
Arrivati alla cantina entriamo nello showroom e subito una gentile ragazza ci chiede se siamo interessati alla visita guidata e la lingua in cui preferiamo venga condotta. Ovviamente diciamo l’italiano convinti di ricevere una risposta negativa. Invece, qualche minuto dopo arriva da noi una ragazza che ci accompagna nella cantina e, in italiano quasi perfetto, ci spiega la storia della cantina, le zone di produzione del vino e le diverse tipologie di Porto. Noi, infatti, scarsi conoscitori di questo vino credevamo che il Porto fosse un vino solo rosso. Invece, la nostra guida ci ha spiegato che esistono diverse tipologie di porto differenti per colore ed invecchiamento. Il porto deriva da uve rosse coltivate in territori particolari con viti mantenute piuttosto basse in altezza per far sì che l’uva maturi più in fretta. La pigiatura dell’uva avviene ancora in modo artigianale (con i piedi), in modo da ottenere il maggior succo possibile. Mentre il vino sta ancora fermentando e il contenuto zuccherino è elevato, il vino viene irrobustito con dell’acquavite in modo da arrestare la fermentazione senza però alterare il contenuto zuccherino. Dopo questi trattamenti il porto viene inserito in grossi tini in rovere per l’invecchiamento. A seconda dell’invecchiamento esistono differenti tipologie di vino di pregio differente. Al termine della visita guidata, eccoci al momento della degustazione servita in una sala in legno veramente molto bella con una grande vetrata con vista su Porto. La degustazione comprendeva tre tipi di vino: white, tawny e vintage. Il porto white è stata per noi una grossa sorpresa. Si tratta di un porto di colore bianco con un sapore molto simile ai nostri passiti e può essere utilizzato sia come vino da dessert, ma anche come aperitivo.
Il tawny ha un colore rosso mogano acquisito durante l’invecchiamento ed è un insieme di vini di diverse annate ( ruby, porto giovane, e vintage).
Ed, infine, il vintage è sicuramente il porto migliore. Questo dipende dal fatto che questo porto deriva da uve di annate eccellenti ( in genere tre annate su dieci) e viene messo in vendita solo dopo un lungo invecchiamento che ne fa aumentare il prestigio.
Una volta terminata la degustazione è possibile acquistare alcuni vini nello showroom della cantina, cosa che noi, ovviamente, abbiamo fatto optando per il porto white.
Terminata la visita decidiamo di scendere verso il fiume per cercare un posto dove pranzare. Fra i diversi locali optiamo per Pizza Hut che si trova proprio sul lungofiume. Qui prendiamo una pizza margherita medio-alta, 1 coca, 1 bottiglia di acqua e 2 caffè per 11,70. Nel pomeriggio passeggiamo ancora un poco per la cittadina anche se, a dire il vero, la parte più interessante, oltre le cantine è il lungofiume. Dopo una pausa di relax sulle panchine di Villa Nova de Gaia, riprendiamo il cammino verso Porto per terminare la nostra visita.
Prima meta del pomeriggio è la Igreja dos Clerigos, una chiesa a pianta ovale caratterizzata da una enorme torre posta al suo fianco. La torre a parte il fatto di essere ovale non presenta caratteristiche particolari. Di fianco si trova la Torre dos Clerigos, alta 76 metri e progettata dall’italiano Nasoni secondo i dettami dello stile barocco. È possibile salire sulla torre ( ingresso a pagamento 1 euro) e dopo 225 gradini è possibile ammiarare il bellissimo panorama cittadino. Noi, viste le nostre gambe oramai provate, abbiamo deciso di evitare quetsa fatica.
Seguendo i consigli della nostra Lonely Planet decidiamo di andare a visitare il Centro Portugues de Fotografia ospitato all’interno di una ex prigione in cui, in passato fu detenuto anche il bandito Josè do Telhado. Al primo piano del palazzo sono, in genere, ospitate mostre fotografiche dedicate alla città di Porto o mostre a tema. Nei piani superiori, invece, si trova un museo dedicato alla fotografia in cui è possibile trovare tutte le attrezzature dalle primordiali sino a quelli più recenti e persino alcune molto particolari come le macchine fotografiche delle spie (vedi film di 007). La cosa particolare è che quetso museo è gratuito e tra l’altro poco conosciuto per cui con pochi visitatori.
Per terminare la nostra passeggiata ed, aggiungere qualche chilometro alle nostre gambe, ci siamo avviati verso il Jardim do Palacio do Cristal. Si tratta di un enorme parco pubblico che deve il nome ad un palazzo di cristallo eretto nel XX secolo oramai distrutto da tempo. Ora il giardino ospita un padiglione sportivo, giardini ed un laghetto oltre ad un bellissimo panorama sul fiume. Molto singolare è il fatto che in questo parco è possibile ammiarare divese specie di animali domestici in libertà come pavoni, conigli nani, cincillà ed, anche, i “famosissimi” galli portoghesi.
Per la cena, invece, decidiamo di ritornare al ristorante Canasta de Ribeira. Ma questa sera restiamo meno soddisfatti a causa dei lunghi tempi di attesa e di alcune scelte sbagliate. Infatti questa sera spendiamo 31.90 euro prendendo 1 arroz de marisco ( risotto ai frutti di mare; io opto per una mezza porzione ma la quantità che mi viene portata è enorme), 1 piatto di sardine alla griglia, pane, 1 litro di acqua, 2 caffè ed 1 bottiglia di vino verde da mezzo litro. Lo sbaglio è proprio il vino. Infatti, invece di ordinaqre il vino della casa chiediamo del vino verde che costa 8 euro ( mezzo litro), invece dei quattro di quello della casa.
Dopo cena passeggiamo sul lungofiume osservando ancora una volta lo splendido panorama e, dopo, qualche fotografia alla fetsa paesana della Madonna “ dell’ O” decidiamo di tornare in camera, anche perché un freddo vento soffia sul lungofiume.
17 settembre 2005 Dopo una buona colazione lasciamo il nostro hotel di Porto per dirigerci verso una nuova meta: la cittadina di Braga.
La cittadina di Braga dista da Porto circa 50 chilometri, ma, prima di arrivarci, decidiamo di fare una tappa a Guimares. Guimares è una cittadina piuttosto antica tanto da aver dato i natali proprio al regno portoghese. Infatti, nella città nel 1110 nacque Afonso Henrique, il primo vero sovrano portoghese. Da visitare nella cittadina di Guimares sono il centro storico con i suoi monumenti medioevali e la zona del castello. Entrambe queste aree sono state dichiarate, nel 1991, Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Noi, per problemi di tempo, ci siamo dedicati solo all’area del Castello. La zona del castello, ben segnalata dalle indicazioni stradali, è caratterizzata da un ampio parco in cui sono immersi tre splendidi esempi architettonici: il castello e la Igreja de Sao Miguel ed il Paço dos Duques.
Il castello (ingresso a pagamento 1.30 euro) fu costruito nel 1110 ed è caratterizzato da sette torri e pare sia il luogo in cui nacque il re Afonso Henriques. Il castello è ancora in buone condizioni e da qui si osserva un bellissimo panorama cittadino. Di fronte al castello si trova la piccola Igreja de Sao Miguel, una piccola chiesa in stile romanico dedicata a San Michele.
Non lontano dal castello si trova un altro monumento molto bello e particolare, il Paço dos Duques, il Palazzo Ducale. Il palazzo è riconoscibile dai numerosi comignoli in mattoni che salgono sopra il tetto e, come il castello, domina il panorama cittadino. Il palazzo fu fatto costruire da un duca della casata di Bragança, e, dopo la caduta in rovina della famiglia, venne abbandonato. In seguito, venne sfarzosamente restaurato e divenne residenza presidenziale di Salazar.
È possibile visitare la residenza al prezzo di 3 euro. Il palazzo è veramente molto bello ed è possibile visitare le varie stanze arredate ancora con i mobili e gli arredi del tempo. All’interno del palazzo si trova anche una piccola cappella decorata da vetrate colorate che, con i raggi solari, lasciano sui pavimenti bellissime macchie di colore. La visita al palazzo richiede circa un’ora e mezza ed all’uscita, decidiamo di saltare la passeggiata per il centro storico, ed optiamo per dirigerci verso Braga.
Anche Braga è una cittadina molto antica del Portogallo e può essere considerata la “ città delle Chiese”, con le 35 chiese che assicurano alla cittadina un continuo scampanio. Guidati dal nostro Navman raggiungiamo il nostro hotel, l’hotel Turismo in Praçeta Joao XXI. Lasciata la nostra auto nel parcheggio di fronte all’hotel entriamo ed, immediatatamente, ci viene consegnata la nostra stanza. La stanza è enorme, con addirittura un salottino con tanto di divano e tv ed arredata secondo il gusto classico. Sistemati i bagagli usciamo per andare verso Bom Jesus do Monte. Si tratta di uno straordinario santuario collocato a circa 5 Km dal centro cittadino. Ogni giorno è meta di un fervente pellegrinaggio religioso.
Il santuario fu costruito nel 1811 secondo lo stile neoclassico e sorge su una collina boscosa. Ma la straordinarietà di questo santuario è la Escadaria do Bom Jesus. Si tratta di una spettacolare scalinata in stile barocco adornata da diverse statue. In apparenza, vista dal basso, la scalinata appare unica, mentre in realtà si tratta di differenti scale che risalgono a diversi periodi del XVIII secolo. La scalinata è composta da tre ordini di scale ognuna con un proprio significato, ovviamente a tema religioso. La scala inferiore è affiancata da una serie di cappelle che rappresentano le stazioni della Via Crucis con figure in terracotta molto verosimili.
La seconda scala, chiamata Escadaria dos Cinco Sentidos (cinque sensi) è decorata da fontane allegoriche veramente molto particolari. Per esempio dalla fontana riferita all’udito l’acqua zampilla dalle orecchie, per l’olfatto dal naso e così via. Infine, l’ultima scala, Escadaria das Tres Virtudes (delle tre virtù) è adornata da cappelle e statue che rappresentano le tre virtù teologali fede, speranza e carità.
Il santuario che svetta sulla collina si può raggiungere salendo la scalinata abbastanza ripida (alcuni fedeli lo fanno addirittura in ginocchio) oppure tramite una funicolare spinta dallo forza di gravità. Giunti sul sagrato della chiesa neoclassica si può ammirare il bellissimo panorama e gli stupendi giardini che decorano la zona. Anche il santuario, seppur molto semplice, è molto bello. La cosa che ci ha colpiti maggiormente è l’altare maggiore con le bellissime statue che raffigurano la crocifissione ad altezza naturale. Dopo aver ammirato la cittadina di Braga dal belvedere, riscendiamo la scala barocca per riprendere la nostra auto e ritornare in città. Per il pranzo decidiamo di fare tappa al solito Mac Donald’s dove per 2 menù spendiamo meno di 8 euro. Ritorniamo al nostro hotel (dal fuori non è bellissimo) per lasciare l’auto e dirigerci verso il centro cittadino. L’hotel è veramente molto vicino al centro; infatti, in pochi minuti raggiungiamo quello che può essere considerato il centro: Praça de Repubblica. Si tratta di un’ampia piazza adornata da tre grandi fontane con bellissimi giochi di acqua controllati da un computer. La piazza è circondata da palazzi e numerosi locali e può essere considerata un punto di riferimento molto importante della città, perchè in essa si ritrovano moltissime persone a qualsiasi ora del giorno.
Passeggiando per le vie cittadine ci rendiamo conto che l’affermazione della nostra Lonely “ Braga: città delle chiese” è veramente vera perché in ogni angolo si erige una chiesa.
Merita sicuramente una visita l’enorme Sé, la cattedrale considerata la chiesa più antica di tutto il Portogallo. La sua costruzione fu iniziata nel 1070 e completata solo nel secolo successivo. Già dall’esterno si presenta magnifica con le decorazioni in filigrana manueline delle torri e del tetto. L’accesso alla cattedrale (noi siamo riusciti ad entrare tra un matrimonio e l’altro) può avvenire dal portale occidentale che permette l’accesso diretto alla chiesa oppure dal cortile con il chiostro circondato da cappelle gotiche.
All’interno della cattedrale si trova un altare in stile manuelino intarsiato, una cappella decorata da azulejos che riproducono la storia del primo vescovo di Braga e due bellissimi organi barocchi sorretti da tritoni e satiri.
Al piano superiore del chiostro si trova anche il museo del tesoro (ingresso 2 euro) che custodisce diverse opere d’arte sacra fra cui una croce in ferro risalente al 1500. Inoltre, durante la visita è possibile ammirare da vicino i due bellissimi organi.
Di fronte alla cattedrale si trova l’Antigo Paço Episcopal, il palazzo episcopale costruito a partire dal XIV secolo. Oggi, questo palazzo ospita gli uffici amministrativi dell’Università di Braga e la biblioteca municipale. È possibile visitare all’interno questo palazzo (ad ingresso gratuito) per ammirare la bellissima scala ricoperta da azulejos e i meravigliosi soffitti della biblioteca. Purtroppo, noi abbiamo visitato la città di sabato e, quindi, il palazzo era chiuso. Un altro particolare molto bello è la bellissima fontana che si trova di fronte al suo ingresso che rappresenta una bellissima torre.
Sul lato nord del palazzo si trovano, invece, i meravigliosi Jardim de Santa Barbara risalenti al XVII secolo. Questi giardini sono caratterizzati da piccoli sentieri che si aprono fra un mare di fiori, alberi e siepi ornamentali.
Dopo aver girovagato per la cittadina decidiamo di tornare in hotel per una pausa di relax. Per la cena decidiamo di seguire nuovamente il consiglio della nostra guida Lonely Planet. Fra i tanti locali consigliati scegliamo la Taberna do Felix, in Praça Velha. Si tratta di una taverna in stile campestre, molto piccola ( non più di sei tavoli) ma bellissima dove gustare piatti della tradizione portoghese. La nostra scelta cade su 2 antipasti (1 sopa di legumi ed 1 tapas di formaggio), 2 Bife con arroz e salsa di fagioli, pane, 1 liro di acqua, 1 torta con biscotti e burro e 2 caffè al prezzo di 31 euro. Alla fine il proprietario, persona veramente molto gentile, ci offre una degustazione di Porto.
Dopo cena passeggiamo per le vie illuminate ed ammiriamo le belle fontane di Praça do Repubblica illuminate.
Torniamo in hotel e dopo essere saliti all’ottavo piano per ammirare la piscina, ce ne torniamo in camera.
18 settembre 2005 Ed eccoci ad una nova giornata in Portogallo che ci porterà alla scoperta di una nuova città con conseguente nuovo cambio di hotel.
La destinazione della giornata è la città universitaria di Coimbra, decantata da tutti come splendida cittadina. Il nostro hotel, a detta dell’agenzia, si trova a una decina di minuti d’auto da Coimbra e, precisamente, a Mira.
Già dall’Italia avevamo visto che le due località non erano vicinissime, ma confidavamo sulla presenza di una superstrada, per poter tornare a Coimbra anche alla sera.
In realtà, invece, il nostro hotel si trovava a Praia de Mira ed il collegamento con Coimbra non era altro che una strada statale. E qui ecco la prima seccatura della vacanza. A peggiorare il malumore, mio soprattutto, si mette anche il tempo. Infatti, mentre sino ad oggi il tempo era splendido, oggi il cielo si presenta grigio e cupo. In realtà, più tardi ci accorgeremoo che il grigiore del cielo era dovuto ad un grosso incendio e non al brutto tempo.
Ma andiamo per ordine.
Seguendo le indicazioni del nostro navigatore, giungiamo finalmente a Praia de Mira e poco prima della strada che arriva all’oceano troviamo l’indicazione per l’Aparthotel Mira Villas. L’hotel si trova all’interno di una zona residenziale costruita in mezzo al nulla, ma è molto bello. Purtroppo la nostra stanza non è pronta, per cui, dopo aver lasciato i bagagli, decidiamo di dirigerci verso Coimbra e di ritornare nel tardo pomeriggio.
Ci vogliono circa 45 minuti per raggiungere la cittadina e, dopo aver lasciato la nostra Getz, nel parcheggio di Largo Portalagem eccoci finalmente alla scoperta di questa città da molti descritta come bellissima e stramovimentata.
Sono le dieci quando arriviamo in città e notiamo che l’afflusso di gente, turisti e non, non è elevatissimo. Passeggiando per le viuzze arriviamo alla Sé nuova, la “ nuova” cattedrale la cui costruzione fu iniziata nel 1598 e terminata solo un secolo più tardi. Purtroppo non abbiamo potuto visitarla all’interno perché c’era una celebrazione in corso. Continuiamo la salita sino ad arrivare alla parte sicuramente più visitata, la Velha Universidade. La vecchia università sorge attorno ad una enorme piazza, Patio das Escolas, dominata da una enorme statua di Joao III, da dove è possibile ammirare un bel panorama cittadino. L’accesso alla piazza avviene attraverso la Porta Ferrea, edificata nel 1633 in sostituzione di una porta medioevale. La piazza è dominata dalla Torre dell’orologio risalente al XVIII secolo. Questa torre viene chiamata dagli studenti “ a cabra”, perché ai rintocchi dell’orologio che segnano la fine delle lezioni, le matricole vengono assalite dagli altri studenti che li umiliano a meno che non riescano a svignarsela, appunto come capre.
La sorpresa di questa università sono però gli interni che è possibile visitare con un biglietto cumulativo di 4 euro. La visita è libera in gruppi predefiniti ogni venti minuti.
La visita permette di vedere quattro ambienti: – la biblioteca joanina – sala grande degli atti – cappella di San Michele – sala dell’esame privato.
La biblioteca Joanina è sicuramente la sala più stupefacente. Si tratta di una biblioteca edificata nella prima metà del XVIII secolo con soffitti affrescati con motivi inerenti la vita universitaria. Il piano principale è costruito da tre ampie sale decorate con legno intagliato laccato di verde, rosso e dorato che comunicano fra loro tramite archi identici che, nella parte superiore, mostrano emblemi delle antiche facoltà. Le pareti sono completamente coperte da scaffali in legno esotico, separati da un balconcino appoggiato su colonne che terminano in forma di capricorno. L’accesso alla parte superiore avviene tramite scale inserite negli scaffali. Per quanto riguarda il patrimonio bibliografico, la biblioteca contiene più di 300 mila volumi, che possono essere consultati dietro richiesta dai ricercatori.
Usciti dalla biblioteca, la visita prosegue nella Cappella di San Michele, che si trova a sinistra della Torre. I lavori di costruzione della cappella iniziarono nel 1517 e nel corso degli anni ha subito diversi rimaneggiamenti. Anche questa cappella è interamente rivestita da azulejos che riproducono figure di stampe olandesi. Molto particolare è anche l’imponente organo barocco del 1733.
La visita prosegue nel palazzo a destra della cappella dove si trovano la sala degli atti e quella dell’esame privato. La sala dei grandi, atti anche chiamata “ sala dos capelos”, è la sala che viene utilizzata per i momenti più importanti della vita accademica (investitura del Rettore, apertura anno accademico etc.). Inizialmente la sala era il salone nobile del palazzo, ma dal 500 venne definitavamente trasformato. Alle pareti si trovano i ritratti di alcuni re portoghesi, mentre intorno alla sala su un piano superiore si trovano i dottorali, grandi banchi lunghi dove possono sedersi solo i dottori. Di fronte, si trova la sedia dove si accomoda il rettore, fra le balaustre si siedono gli invitati, mentre il resto della sala è disponibile per il pubblico.
Infine, si passa alla sala dell’esame privato caratterizzata da un rivestimento in maioliche risalenti al 1701.
Terminata la visita dell’Università cerchiamo un posto dove pranzare. Purtroppo, però, forse perché domenica i locali sono praticamente tutti chiusi. Questo ci delude molto, perché da quanto ci avevano detto Coimbra era una città molto viva. Ci vuole circa mezz’ora per trovare un posto per pranzare. Le alternative non sono molte quindi scegliamo un bar vicino a Largo di Portagem dove per 8 euro prendiamo 2 panini, 2 acque, 2 caffè, 1 dolce ed 1 gelato. Terminato il pranzo passeggiamo ancora un poco per la cittadina, anche se delusi perché dalle descrizioni ci aspettavamo molto di più.
Dopo una pausa rilassante in un parco vicino al parcheggio, riprendiamo la nostra auto per dirigerci verso il nostro hotel.
Prima di andare in hotel, decidiamo di andare a vedere Praia de Mira, la parte di Mira che si affaccia sull’oceano. Il piccolo villaggio di Praia de Mira, si trova fra una lunga spiaggia affacciata sull’oceano ed una laguna alimentata da un canale e non offre molto oltre ai classici diversivi della vita marittima. Pensavamo di trovare un mortorio ed, invece, locali, negozi di souvenir e tantissima gente, forse dovuta anche ad una festa paesana in corso. Ma la cosa più sorprendente è, sicuramente, l’oceano con la sua bella distesa d’acqua infinita e le grandi onde che si scagliano sulla spiaggia.
Dopo la nostra passeggiata, torniamo al nostro hotel l’Aparthotel Mira Villas, un elegante hotel in stile moderno arredato da un architetto inglese. La stanza che ci viene assegnata è veramente molto bella e, in un armadio, si trova anche un piccolo angolo cottura. Per la cena optiamo per andare a Praia de Mira in uno dei locali visti nel pomeriggio. Fra i tanti optiamo per una churrascheria in stile agreste. Infatti, il locale è arredato come un’aia e la specialità della casa è il frango (pollo) allo spiedo cucinato da una vecchia signora interamente vestita in nero. Ovviamente optiamo per la specialità della casa che viene servita in un ampio piatto con patate fritte, insalata e arroz (riso). Accompagnamo il tutto con un buon vinho tinto, con dell’acqua e, per finire, rinunciamo al dolce e prendiamo solo due caffè. Il prezzo alla fine è di 18 euro totali … una vera sorpresa.
Usciti il vento dell’oceano soffia fortissimo su Mira tanto che, dopo una breve passeggiata, decidiamo di tornare in hotel.
19 settembre 2005 colazione in hotel e poi partenza verso la nostra ultima tappa del nostro viaggio in Portogallo: Evora, cittadina situata a circa 50 km da Lisbona. La strada che dobbiamo percorrere è veramente lunga e quindi decidiamo di fare una tappa.
Fra le diverse alternative scegliamo Batalha, che nel viaggio di andata avevamo saltato per problemi logistici (di tempo ovviamente). Dopo circa un’ora di auto, sempre guidati dal nostro navigatore, giungiamo a Batalha. La cittadina è un punto di interesse turistico esclusivamente per il bellissimo monastero che si trova nel centro urbano.
Lasciamo la nostra auto nel parcheggio a pagamento di fronte al monastero e, sorpresa!!, paghiamo meno di un euro per circa tre ore.
Il Mosteiro de Santa Maria da Vitoria è un monastero meglio noto come Mosteiro da Batalha (abbazia della battaglia) e venne eretto in seguito ad un voto fatto in battaglia. L’abbazia fu fondata nel 1385 in seguito ad un voto del re Joao durante una battaglia fra l’imponente esercito spagnolo ed un piccolo esercito portoghese. Il re, infatti, invocò la Vergine Maria e promise che, in caso di vittoria, avrebbe costruito una magnifica abbazia. Il piccolo esercito riuscì a sconfiggere gli spagnoli ed il re diede inizio alla costruzione del monastero. Gran parte del monastero risale al 1434 secondo lo stile gotico flamboyant ma, nel corso del XV e XVI secolo,vennero eseguite alcune modifiche in stile manuelino.
Già esternamente il monastero è spettacolare. Si tratta di una enorme struttura in pietra calcarea di colore ocra con pinnacoli, archi, balaustre, vetrate gotiche e cappelle in stile inglese. Ma la sorpresa è, sicuramente, l’interno. La visita consta in due aree. La prima area, ad ingresso gratuito, permette la visita della grande chiesa che richiama lo stile del monastero di Alcobaça con le enormi colonne bianche. Ma la particolarità è data dalla luce calda che filtra dalle bellissime e colorate vetrate istoriate. Sulla destra si può ammirare la Capela do Fundador (cappella del fondatore) una enorme sala quadrata con al centro il sepolcro di Joao I e della moglie inglese. Sul lato meridionale della cappella si trovano i sepolcri dei quattro figli della coppia fra cui la salma di Henrique il Navigatore.
La seconda parte della visita, a pagamento (4,50 euro) permette la visita dei due maestosi chiostri, della Sala do Capitolo e delle Capelas Imperfeitas.
Il primo chiostro, il Claustro Real, è sicuramente il più imponente ed il più bello. Fu edificato fra il 1380 ed il 1390 in stile gotico ed, in seguito, fu rimaneggiato con aggiunte in stile manuelino. Ogni arco è decorato con miriadi di simboli come croci dell’ordine di Cristo, fiori esotici, motivi marinari che, insieme allo stile gotico, danno un effetto meraviglioso.
A destra del Claustro Real si trova la Sala do Capitolo, che risale al XV secolo, con una bella vetrata policroma. Particolarità di questa sala è l’immensa volta di 19 mq priva di alcun sostegno. La sua costruzione venne considerata talmente pericolosa che per realizzarla vennero impiegati solamente dei condannati alla pena capitale. Nella sala si trova anche la tomba al milite ignoto, dove riposano un soldato perito nella prima guerra mondiale ed uno deceduto in Africa, costantemente presidiata da un picchetto d’onore.
La visita prosegue con il secondo chiostro, Dom Alfonso V, che, paragonato al precedente, appare austero nel suo sobrio stile gotico.
Ed, infine, la visita alle famose Capelas Imperfeitas, che possono essere considerate la parte più sorprendente di Batalha. Queste cappelle si trovano all’estremità orientale dell’abbazia e sono accessibili solo dall’esterno. Il mausoleo ottagonale con le sette cappelle venne edificato nel 1437 e, come nel resto del monastero, vennero poi eseguite alcune aggiunte in stile manuelino. Le cappelle però non vennero mai completate, ma rimasero a cielo aperto e, nonostante le diverse intemperie, non hanno subito alcun danneggiamneto. Terminata la visita al monastero con le innumerevoli fotografie di rito, decidiamo di ripartire verso Evora non prima di un veloce spuntino. Scegliamo un locale proprio di fronte al monastero dove con nove euro prendiamo 1 toast (enorme, del resto come le porzioni portoghesi), 1 hamburger, 1 bottiglia di acqua da 1,5 litro, 2 caffè ed 1 dolce. Terminato il pasto ripartiamo verso la nostra nuova meta. La strada è piuttosto lunga perché dobbiamo arrivare sino a Lisbona per poi dirigerci verso est. Per raggiungere Evora, percorriamo anche il lunghissimo Ponte Vasco de Gama che ci permette di superare il fiume Tejo. Prima di arrivare in città, decidiamo di fare un’altra breve sosta per vedere i famosi megaliti. Le pianure dei dintorni abbondano, infatti, di megaliti, costruzioni preistoriche costruite 5000 – 6000 anni fa. Nelle pianure portoghesi si trovano principalmente menhir e cromeleques. I primi sono delle grosse pietre conficcate nel terreno in genere di forma fallica collegate a riti per la fertilità; i cromeleques sono, invece, grosse pietre disposte in cerchio e considerate sempre luoghi di culto.
La zona si trova a Guadalupe ed è possibile raggiungerla seguendo le indicazioni stradali tramite una strada sterrata fra uliveti e querce da sughero.
Per primo si arriva al Menhir dos Almendres. Si trova un piccolo parcheggio dove lasciare l’auto e, tramite un breve percorso sterrato, si raggiunge il menhir, la grossa pietra solitaria alta quattro metri con delle incisioni sulla punta. Riprendendo l’auto si ripercorre la strada sterrata e si giunge al cromeleques che si trova più in alto. Qui ci si trova di fronte ad un enorme ovale costituito da 95 monoliti in granito di forma arrotondata disposti su un pendio e su alcuni si trovano alcuni segni fra cui anche dei cerchi. Gli studiosi sostengono che questo luogo fosse utilizzato per raduni sociali, riti legati alla fertilità ed osservazioni solari. Ritornati verso l’auto ci dirigiamo verso Evora. La città fortificata di Évora è una delle gemme architettoniche del Portogallo. Circondata da oliveti, vigneti, campi di grano e vivaci fiori primaverili, è un’affascinante località con vicoli a senso unico così stretti che gli specchietti laterali delle auto possono essere letali.
Il punto focale della città è il Praçado, le cui attrazioni sono la cattedrale di Sé, che ospita un museo di tesori ecclesiastici; il pittoresco Tempio romano e la Igreja de São Francisco, nella quale si trova una impressionante cappella-ossario costruita con le ossa e i teschi di migliaia di persone. Ma andiamo con ordine. Prima meta della nostra visita è il nostro hotel l’Albergaria do Calvario, in rua do Rosario (www.Softline.Pt/calvario/). Si tratta di una locanda in stile rurale che si trova a pochi minuti a piedi dal centro cittadino. Lasciata la nostra auto nel parcheggio privato e sistemati i bagagli, usciamo per scoprire alcuni angoli della città, che come molti altri luoghi portoghesi è stata dichiarata Patrimonio dell’Unesco nel 1996. Centro della città è Praça do Giraldo che in passato è stata teatro di drammatici momenti della vita portoghese come i roghi dell’Inquisizione, impiccagioni etc. Ora, invece, è fulcro della vita cittadina coni suoi animati e piacevoli caffè. Prendendo una delle vie laterali ( rua 5 de outubro per esempio) si arriva alla Sé, la cattedrale della città. Dall’esterno la cattedrale ha l’aspetto di una fortezza con due massicie torri in granito. La sua costruzione fu iniziata nel 1186 sul luogo in cui, in precedenza, era costruita una moschea. A differenza di quanto segnalato dalla nostra guida l’ingresso alla cattedrale è di 3 euro e permette anche l’accesso al chiostro. Noi abbiamo preferito non visitare la cattedrale e continuare la visita alla città. Appena dietro la cattedrale si erige il monumento più celebre di Evora, il tempio romano. Questo tempio risale al II secolo ed è praticamente ancora intatto. Si pensa sia stato eretto in onore della dea Diana e, nel corso dei secoli, è stato utilizzato con scopi differenti fra cui anche un macello, ma dal XIX secolo è tornato allo splendore originario. Passeggiamo ancora per le vie della cittadina ammirando dal fuori i diversi monumenti di Evora, fra cui anche l’acquedotto romano. Torniamo in hotel per la doccia e poi riusciamo alla ricerca di un posto per la cena. Seguiamo ancora i consigli della nostra guida e scegliamo il Restaurante A Choupana, in rua dos Mercadores 16. Si tratta di un locale tipico dove è veramente difficile trovare un posto tanta è la gente che vi si reca. Abbiamo preso per 24.70 euro 1 antipasto, pane, un litro di acqua, 2 frango (pollo) al vino tintho con patate ed arroz, 1 dolce e due caffè. La cosa sorprendente di questo locale è che io ho preso uno strano dolce a base di uovo, cannella e zucchero che in realtà non ho mangiato perché non mi piaceva ed il gestore del locale non me lo ha fatto pagare. Usciti dal ristorante facciamo una bella passeggiata serale con annesso servizio fotografico in notturna che ci porta sino alla Cattedrale e alla Igreja de Sao Francisco. Arriviamo sino alla Cattedrale e, grazie all’apertura per un concerto d’organo, riusciamo a visitarla anche all’interno. Torniamo in hotel per la nostra ultima notte in Portogallo.
20 settembre 2005 Ed eccoci al nostro ultimo giorno di vacanza in Portogallo. Il nostro volo parte dall’aereoporto Portela di Lisbona alle ore 19.00 per cui abbiamo praticamente tutta la giornata a nostra disposizione. Dopo aver lasciato la nostra stanza ci dirigiamo ancora alla scoperta di Evora. Girovaghiamo un poco per i vicoli e giungiamo alla nostra meta mattutina, l’Igreja de Sao Francisco con annessa Capela dos Ossos. La chiesa di Sao Francisco è la più nota di Evora ed è una enorme struttura gotica manuelina risalente al 1510. La chiesa di per sé non è nulla di particolare, ma i visitatori vi si recano per la famosa Capela dos Ossos il cui ingresso costa 1 euro più 0,25 centesimi per ogni apparecchio fotografico. L’entrata si trova a destra dell’ingresso principale della chiesa. Come dice il nome stesso, la particolarità di questa cappella è dovuta al fatto che le sue pareti sono interamente rivestite da ossa. Si tratta di un vero e proprio “memento mori” costituito da una cappella ed una piccola camera posta dietro l’altare. Le ossa ed i teschi che rivestono pareti e colonne appartengono a circa 5000 persone e furono raccolte dai frati francescani nel XVII secolo nei cimiteri di chiese e monasteri. Ossa e teschi sono disposti secondo un disegno preciso rivelando un curioso humor macabro, così come la scritta riportata all’ingresso della cappella che recita “ nos ossos que aqui estamos, pelos vossos esperamos” ( “noi ossa stiamo qui ad aspettare le vostre”). La visita alla città di Evora è, oramai, terminata per cui decidiamo di riprendere la strada verso Lisbona effettuando poi una breve sosta. Meta della nostra sosta è la cittadina di Setubal. Si tratta di una piccola cittadina che si trova in prossimità dell’incantevole Parque Natural da Arrabida. Nella cittadina non visitiamo nulla di particolare tranne il piccolo centro storico pieno di negozi ed il lungofiume sul Rio Sado. Alle 15.00 riprendiamo la nostra auto e ci dirigiamo verso l’aereoporto. Raggiunto l’aereoporto lasciamo la nostra auto al deposito dell’autonoleggio e saliamo agli imbarchi. Dopo un “giretto” fra i duty free dell’aereoporto, ci imbarchiamo sul nostro volo TAP che ci riporta a Milano Linate.