Vietnam con lo zaino sulle spalle

Non parlo di ferie, non parlo di visite guidate, parlo semplicemente di viaggiare, di mettersi uno zaino in spalla e partire nel senso più semplice del termine. Cosi’ ho fatto in Vietnam, sono partito con l’idea che concedersi un viaggio da soli sia un regalo da farsi, un esperienza unica che ti porta a rimanere con te stesso ma anche ad...
Scritto da: Urubamba
vietnam con lo zaino sulle spalle
Partenza il: 25/04/2009
Ritorno il: 15/05/2009
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Non parlo di ferie, non parlo di visite guidate, parlo semplicemente di viaggiare, di mettersi uno zaino in spalla e partire nel senso più semplice del termine.

Cosi’ ho fatto in Vietnam, sono partito con l’idea che concedersi un viaggio da soli sia un regalo da farsi, un esperienza unica che ti porta a rimanere con te stesso ma anche ad avere una strana ed accattivante predisposizione all’incontro con gli altri.

Ho deciso per il Vietnam perche’ mi sembrava il posto adatto per pensare… Durante il viaggio, mi hanno accompagnano la mia Lonely Planet, e due libri “ un giorno questo dolore ti sara’ utile“ di Peter Cameron e “Brida” di Coelho…Per non pensare troppo.

Da Milano passando per Doha e Bangkok arrivo in aereo la sera del 26 Aprile 2009 nella vecchia Saigon, attuale Ho Chi Minh.

Mi accaso nel District 1 zona Pham Ngu Lao ove dormo per soli 10 dollari…Non spendete di piu’ per un letto e un bagno.

Consiglio una buona colazione all’ Allez Boo, prima di adattarsi totalmente ai costumi locali e inoltre la sera, proprio davanti a questo locale, potrete ammirare, le evoluzioni calcistiche dei giovani Vietnamiti col volano…Si si proprio col Volano! Da vedere, in mattinata, il museo Bao Tang Thanh Pho Ho Chi Minh (entrata 15000 dong), il palazzo dell’indipendenza (15000 dong) ove potrete trovare un po’ di sollievo dal caldo nel bellissimo parco e visitare la sala dello zio Ho.

Nel pomeriggio, dopo un piatto tipico, bacchette in mano, consiglio il palazzo del governo e il museo della guerra…Stomaci forti tra orrori bellici, “tiger cage”, mezzi di tortura e conseguenze devastanti della Diossina e del Napalm: fa bene ricordare.

Pensiero personale…Scopri che i mezzi di tortura utilizzati sono gli stessi utilizzati dagli Americani, dai Sud Vietnamiti e dai Nord Vietnamiti durante la discesa di liberazione: mi ricorda qualcosa e continuo a pensare che non ci si debba schierare con nessuno, ma essere semplicemente contrari.

La sera mi trovo casualmente al Seven Eleven, locale direi “Yenkee” ma dove potrete trovare buona musica e un gruppo rock Vietnamita che sa fare il suo. Mi sono trovato di fronte al fratello gemello di Gioele Dix scoprendo che e’ teatrale quanto lui…Ma questa e’ un’altra storia.

Alternativa il Go 2, 4 piani di morbidezza ove si alternano con la casualita’ tipica di questo paese bagni, camere, discoteca e una bella terrazza dove mangiare BBQ e bersi in compagnia una bella birra.

Una considerazione sul traffico va obbligatoriamente fatta: è incredibile la quantita’ di motorini che circolano e che devi evitare quando attraversi, non ci sono regole sei tu contro di loro ma se volete un consiglio, passate senza fermarvi, senza arretrare, non modificate la vostra andatura, loro vi schiveranno…Forse.

Okkio alle “lady Mosquitos”che pizzicano ovunque e ai topi che la sera escono a prendere aria: me ne sono trovato uno sul piede ma lui non era fortunatamente sul piede di guerra.

Parto il 29 Aprile per il delta del Mekong e Can Tho: scelgo un tour organizzato e lo consiglio perche’ e’ molto dura muoversi in maniera diversa perche’ gli spostamenti via terra (bus e treni) sono davvero lunghi ed interminabili. Una spesa di 22 USD mi garantiscono l’autobus (5 h), un albergo (Huy Hoang Hotel) e giringiri vari.

Questa “avventura” organizzata, per me inconsueta, mi permette di vedere il mitico fiume melmoso con la sua lussurreggiante vegetazione e il popolo delle barche, le aree rurali con i laboratori tradizionali e le fabbriche di noodles, Can Tho e il suo fiume, sempre melmoso, ma ricco dei colori del suo mercato galleggiante (Cai Rang).

Lato negativo…Ci si imbatte in quei personaggi che normalmente vorresti evitare se fai un viaggio di questo tipo: il classico turista Koreano con famiglia al seguito che guardano, con un click al secondo, il mondo dalla loro macchina fotografica, il cinemaniaco Giapponese, un serial killer australiano con cui scambio due parole al tavolo ma mi spaventano.

Lato positivo…C’è anche un po’ di gnocca con cui scambiare quattro chiacchiere in inglese ma come sempre nei miei viaggi dopo un oretta mi accorgo che il vocabolario anglosassone termina e mi riprometto di tornare a studiarlo in maniera piu’ approfondita.

Il giorno 1 Aprile inizio ad affrontare qui i primi problemi di un viaggio in solitaria.

Innanzitutto parto da HCMC per Hue, Vietnam centrale, con estremo ritardo perche’ una famiglia Vietnamita si oppone alla partenza su un magnifico bielica della Vietnam Airlines: pare che avessero pagato per un jet privato e invece si siano ritrovati un cimelio.

Sit in, gregge al seguito e diventano in poco tempo 20 persone “guidate” da un santone locale: proteste ed okkupazione dell’area antistante l’aereo, poliziotti, megadirettori di compagnia e noi ad aspettare e pregare che tutto questo si risolvesse in tempi rapidi.

Arrivo a Hue alle 23.40 con 3 ore di ritardo e sono senza sistemazione.

Giro per un ora senza trovare un buco dove dormire: in questi giorni il Vietnam e’ in festa e ovviamente io vengo giu’ dal fico! E’ passata la una di notte e finalmente al Binh Hotel (consigliato) incontro dopo l’ennesimo no, Sofia, una 60 enne Svedese che mossa a compassione mi ospita nella sua stanza e mi salva.

Sofia lavora al Wall Street Journal, e’ sposata con un medico che si occupa di emergenze planetarie ed e’ madre di due figli uno di 13 e l’altra di 15 anni, grandi dice lei, ecco perche’ i nord Europei sanno viaggiare.

Il giorno seguente, dopo aver vissuto entrambi piu’ di un imbarazzo nella stanza, le offro la meritata colazione al Mandarin Cafè dove Mr Cu, appassionatissimo di fotografia ci mostra i suoi tesori che potreste trovare davvero interessanti. Il tempo di salutare il mio Angelo custode e mi incammino per Hue’ sotto un nubifragio: passo il Truong Tien Bridge, entro dalla Thuong Tu Gate per visitare il Museo Militare e poi nella citta’ Imperiale dalla Ngo Mon Gate di fronte alla Flag Tower battente bandiera Vietnamita e poi mi perdo nelle meraviglie della cittadella (55000 dong).

Serata al Why Not, anche se come locale consiglio di farci solo un aperitivo e incontro un Tedesco che ha adottato 3 bambini Viet per farli studiare ed e’ venuto a trovarli.

Tra una birra e l’altra mi dice che la famiglia dei bimbi ogni anno offre lui la miglior cucina Viet, sangue di serpente, cane, testa e cervello di anatra, buon appetito! Poco dopo mi imbatto con l’accoppiata francese Julien e Mattew che sono in giro per un anno sabbatico…Che invidia! Con loro parto il giorno seguente in motorino per Hoi An, citta’ antica, dichiarata patrimonio dell’umanita’ e non aggiungo altro, assolutamente da vedere ma un po’ troppo turistica. Proseguire il giringiro in montagna alle Mourble Mountins per grotte e santuari e’ tappa obbligatoria.

Abbandono i miei compagni di viaggio per alcune riflessioni: sto molto bene con me stesso ma e’ piacevole incontrare persone con esperienze diverse, i Vietnamiti sono molto gentili ed educati ma un po’ introversi, vorrei avere una reflex con un cannone al posto dell’obiettivo…Purtroppo ho la macchinetta di mia sorella! Torno ad Hue, spendo 70 USD e parto in aereo per Hanoi ove mi stabilisco nell’Old Quarter.

Le viuzze e le botteghe che popolano questo splendido e caotico quartiere, mi ricordano quei vecchi comuni Italiani dove l’attivita’ regalava il nome alla via e spendo 4 ore a giringirare senza una meta precisa incuriosito da tutto e da tutti.

Ricordo quindi di essere Italiano e vado a gustarmi per le vie di Hanoi un eccellente Ca phe suà (caffe’ e latte condensato) ma anche il banale Hot black coffe al gusto involontario di cioccolato non e’ malvagio.

Poi ricordo di essere europeo e mi bevo una buona birra Bia Hanoi per soli 20000 dong.

Vale la pena fare anche due passeggiate, una di giorno, una di sera sul lago di Kiem ove troverete il tempietto di Ngoc Son (10000 dong) e proseguire il vostro itinerario tra le case tunnel, la pagoda di Tran Quoc sul lago Ho Tay e infine il Mausoleo dello zio Ho dove potrete trovarlo in carne ed ossa.

Per dormire, consiglio il City Gate Hotel, in Hoan Kiem District (10 Thanh Ha Str).

Per 13 USD, Mr Hung e famiglia vi accoglieranno con il sorriso e la gentilezza che hanno mostrato a me.

Imbattetevi pure nel secondo viaggio organizzato del tour per raggiungere Halong Bay e Cat Ba: a me lo ha organizzato la figlia di Mr Hung in persona per 40 dollari.

Vi informo che si possono spendere questi soldi, state attenti a chi vi propone la gita a meno di 25 USD perche’ potreste avere spiacevoli inconvenienti, e oltre i 50 e’ un lusso che non vale la pena per un viaggio zaino in spalla.

Bè sono stato a Phi Phi…Halong bay mi sembra incredibilmente piu’ eccitante: 1900 stones e cave enormi rendono il paesaggio da mozzafiato.

A completare cio’ che si vede, una nuotata, un giro in Kajak e la splendida notte in barca rendono il tutto ancora piu’ piacevole.

Unico inconveniente, il Karaoke serale, ma basta isolarsi per evitare il Fiorello Vietnamita o il francese di turno che ti annoia con le sue seghe mentali da cantante mancato e scambiare due chiacchiere al piano superiore della barca con J.Carlos, un ragazzo spagnolo di Palencia che conosce il mio amico Manuel (com’è piccolo il mondo!).

Ho gli ultimi 4 giorni di ferie…E ho voglia di mare.

Prendo un aereo per BBK e uno per Ko Samui ove al mio fianco c’è una piccola e dolce Thailandese che non sa mettersi la cintura di sicurezza, maneggia e schiaccia ogni piccola protuberanza metallica ma non ci riesce proprio…Tenera! primo volo popa? Sull’isola mi stabilisco a Lamay per prendere un po’ di sole meritato ma ce n’è davvero poco in questi giorni quindi spesso mi capita di giocare con la famiglia che sta davanti al mio hotel a Domino perdendo circa 20 Bath/die e mangiando palline di pesce e strani alimenti di cui e’ meglio non chiedere la provenienza.

La sera vado a trovare Giorgio, un amico che da anni risiede qui…E’ contentissimo e non tornerebbe mai indietro.

Sono stati 21 giorni magnifici alla ricerca di tranquillita’ e serenita’…L’ho trovata spesso lungo il mio viaggio, e ne ho avuto paradossalmente la manifestazione alla fine del mio percorso e proprio in Giorgio.

Lecco, 19/05/2009 Matteo



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