Tanzania… il sorriso non può mancare

Da anni sognavamo il nostro viaggio in Africa... ecco il nostro racconto
Scritto da: Vivi06
tanzania... il sorriso non può mancare
Partenza il: 01/08/2011
Ritorno il: 17/08/2011
Viaggiatori: 4
Spesa: 4000 €
Inizio anticipando che abbiamo iniziato il nostro viaggio (Twende viaggi) molto tempo prima dell’effettiva partenza… Da Milano a Padova per conoscere Camilla ed Elisabetta, le nostre organizzatrici, che ci hanno fatto innamorare dell’Africa coi loro racconti.

01 Agosto

Partenza da Milano Malpensa con Alitalia direzione Roma. Visitiamo la città in attesa dell’aereo che ci porterà in Tanzania. Al check in ci sono poche persone bianche e tante persone di colore cariche di valigie con oggetti di tutti i tipi, persino le televisioni hanno imbarcato!

02 Agosto

Finalmente si parte! Volo con Ethyopian Airlines scalo di circa 1 ora ad Addis Ababa, poi si riparte per Arusha con scalo intermedio di circa 40 min a Mombasa. Arrivati ad Arusha paghiamo il visto d’ingresso (50$), usciamo dall’aeroporto e Gerald e la nostra guida è già lì che ci aspetta con la jeep che ci accompagnerà durante il safari. Circa 1 ora e siamo ad Arusha. Appena usciti dall’aeroporto ci accorgiamo di essere davvero in un altro mondo… tante persone lungo le strade che vendono frutta e verdura, carretti trainati dia buoi che trasportano di tutto, bambini in divisa, probabilmente scolari, che camminano per tornare a casa, ogni tanto gruppi di persone sedute su motociclette ferme ad aspettare e ci chiediamo: che fanno? Poi scopriamo essere taxy! Arrivati all’Impala hotel ci aspetta Massimo, paghiamo i visti d’ingresso ai parchi (320$)e ci racconta un po’ come si svolgerà il nostro viaggio. Ci accorgiamo subito che in Africa il sole tramonta alle 18.15-18.30, poi buio! Cena e poi subito a dormire domani si parte!

03 Agosto

L’appuntamento con la guida è alle 9, ma noi, impazienti, alle 8:45 siamo già pronti per partire. Arrivano Gerard e Franky, il nostro driver e… Partiamo! Attraversiamo tutta la città di Arusha, un caos infernale, persone ovunque, sulla strada ci sono jeep, carretti, autobus, un vero e proprio traffico. Noi rimaniamo a bocca aperta, mai ci saremmo aspettati di trovare tutta quella gente. Le case sono delle vere e proprie catapecchie costruite con sassi e fango, solo la strada principale è asfaltata, le altre sono sterrate e senza fognature. Passiamo al cambio e mentre Gerard accompagna Marco e Ale io e Laura rimaniamo sulla jeep con Franky che ripara la portiera incastrata. Sosta in un alimentari per rifornimento acqua e sigarette (in africa nessuno fuma! E Laura e Ale non hanno intenzione di smettere!). La strada che ci porta al Taranghire è una linea retta! Non ci sono curve, una linea infinita… Incontriamo diversi villaggi Masai e iniziamo a capire che c’è un’enorme differenza tra chi vive in città o nei villaggi e chi invece è un Masai. Loro vivono in capanne di sterco, in piccoli villaggi costruiti in zone desertiche e la loro attività prevalente è la pastorizia che gli consente di nutrirsi. Arrivati al gate del parco aspettiamo per circa due ore prima di entrare e non per la troppa gente, ma per la burocrazia. Consumiamo il nostro box lunch e poi inizia il nostro primo safari. Da subito ci si apre un paradiso… il paesaggio è bellissimo, savana con baobab enormi dove predomina il color giallo. Subito scoviamo una famiglia di elefanti, come sono grandi! Poi una miriade di zebre che sembrano colorate perché il loro mantello è bianco e nero lucido, impala, facoceri, gnu, struzzi, giraffe e poi ancora elefanti e… due ghepardi sdraiati all’ombra di una pianta. Il primo safari è stato stupendo, proprio come lo sognavamo. Finito il safari ci dirigiamo in un lodge appena fuori dal parco, il Roika Lodge. L’accoglienza è stupenda, i masai ci portano asciugamani caldi e bagnati per rinfrescarci e ci offrono succo per dissetarci. Sempre scortati dai masai raggiungiamo le nostre tende e… che tende! Sono tende montate su palafitte con tanto di bagno. Per la cena il Masai viene a prenderci e ci porta al ristorante dove ci attende un ricco buffet e poi ci riporta in tenda. Riposo e poi di nuovo in piedi alla volta del lago Natron.

04 Agosto

Partenza verso il lago Natron. Lungo il tragitto incontriamo diversi villaggi Masai e lasciamo caramelle ai bambini. Breve sosta per il rifornimento e poi Franky si ferma a salutare la sua bimba nella scuola del villaggio. La scuola è una stanza senza banchi con una lavagna e una cattedra, distribuiamo caramelle, matite e biro ai bambini e lasciamo elastici e vestitini per la bimba di Franky che lascia il suo box lunch alla sua famiglia e questo ci fa riflettere… Ripartiamo e passiamo subito per un villaggio molto povero, Laura si ferma a fare pipì (un buco profondissimo nel terreno) e la jeep è circondata da persone che vogliono venderci collanine e orecchini. Riprendiamo il percorso e il paesaggio è molto affascinante, una lunghissima strada sterrata in mezzo al deserto, solo lava grigia, qualche albero e qualche villaggio masai, non incontriamo altre jeep lungo il percorso e questa cosa ci mette un po’ ansia. Facciamo una breve sosta per ammirare un piccolo cratere formatosi anni fa e veniamo raggiunti da donne e bambini masai, lasciamo caramelle e paghiamo 15 tzs per scattare delle foto.

Continuiamo il percorso e prima di arrivare al lago attraversiamo due sbarre, alla prima rimaniamo fermi per un po’, intanto il driver parla coi masai e alla fine ci lasciano passare. Alla seconda sbarra, l’ingresso vero e proprio al parco, Gerard ci chiede degli scellini per entrare perché non accettano dollari, ce li restituirà qualche giorno dopo. Finalmente arriviamo al Camp. Ci accolgono ragazzi masai molto giovani con asciugamani e succo di frutta. Notiamo subito le scarpe: gomme di moto! Non ce n’è… la povertà aguzza l’ingegno! Il paesaggio è molto suggestivo perché all’interno del camp c’è il verde delle piante e dei giardini (ci sono anche tante scimmie che spesso si tuffano in piscina alla ricerca di refrigerio) e appena fuori distesa di lava grigia con qualche albero. La camera non è fantastica, ma l’accoglienza e la cordialità dei masai ci mettono a nostro agio, ci sembra di stare a casa, è sicuramente il posto più bello a livello umano. Ci rilassiamo un paio d’ore e poi safari. Franky ci porta al lago a vedere i fenicotteri, ma rimaniamo impantanati con la jeep e ci vorranno due ore e l’aiuto di altre jeep e di ragazzini masai (ai quali poi compreremo vari oggettini. Rimaniamo strabiliati sentendoli parlare perfettamente l’inglese) per tirarci fuori. Nel frattempo ammiriamo i bellissimi fenicotteri e lo splendido tramonto. Rimontiamo sulla jeep, ma non è tutto… la jeep davanti si insabbia così un’altra bella mezz’ora per tirarla fuori! Anche questo è safari! Arriviamo al camp che è già buio, doccia, cena ottima, chiacchieriamo un po’ davanti al fuoco, ammiriamo le stelle (che sono davvero tante!) e poi subito a letto.

05 Agosto

Partenza guidati dal Masai David alla volta delle cascate, la jeep ci lascia dove incomincia l’altipiano e da lì proseguiamo a piedi guadando, a volte, il fiume. Il percorso è molto bello e non è assolutamente impegnativo, basta avere sandali in gomma e si arriva tranquillamente alle cascate in mezz’ora circa. Gerald ci accompagna, è la prima volta che viene alle cascate quindi è un’esperienza nuova anche per lui. Incontriamo dei masai che danno una medicina alle loro mucche, poi lungo il percorso ci sono tubi che portano acqua dal fiume al villaggio, ma sono tutti rotti e l’acqua esce da ogni parte! Arriviamo inizialmente a delle piccole cascate e dopo poco alla grande cascata. E’ davvero uno spettacolo! Il gioco di luci e colori è fantastico, è riflesso l’arcobaleno; dalle rocce, guardando verso l’alto si vede la foresta con piante verdissime e un cielo limpidissimo. Pronti via… si fa il bagno e anche David si toglie il suo vestito e si tuffa, c’è anche uno scivolo naturale. Rimaniamo circa un’oretta e poi si ritorna… Ci fermiamo sotto ad una grotta dove ci sono dei masai che uccidono delle capre e le scuoiano alla perfezione, resteranno ad abitare sotto quelle grotte per circa 15 gg, fintanto che non avranno finito di mangiare gli animali appena uccisi (donne e uomini non possono mai mangiare insieme, gli uomini sposano la loro moglie solo dopo averla acquistata scambiandola con delle mucche). Rientriamo al camp a piedi attraversando il villaggio masai dove acquistiamo altre collanine e braccialetti dai bambini. Pranzo al camp con Franky e Gerard, un po’ di riposo e poi gita al lago. David ci accompagna vicinissimi ai fenicotteri e ci mostra le rocce dove depongono le uova e dove nascono i piccoli. Ce ne sono a migliaia di fenicotteri, in lontananza si vede proprio una striscia rosa in mezzo al marrone dell’acqua e fango. Ammiriamo il panorama dall’alto di una collinetta, il lago è infinito, come ogni spazio qui in Africa! E’ un vero spettacolo. Salutiamo David al quale lasciamo qualche vestito e delle saponette per il suo villaggio e rientriamo al camp dove impariamo ad accendere il fuoco con ramoscelli e coda di scimmia. Doccia, cena, fuoco e poi di nuovo a letto.

06 Agosto

Oggi si parte per il così tanto atteso Serengeti (più di 14000 Km2) che in Swaili significa pianura infinita. Durante il trasferimento ci fermiamo per una sosta e incontriamo due ragazzi di Torino che arrivano dal Serengeti, in particolare da Bologongia dove dicono di aver visto parte della migrazione degli gnu verso il Masai Mara in Kenya. Anche qui rimaniamo fermi diverso tempo al gate prima di poter entrare, ne approfittiamo per pranzare e fare quattro passi e notiamo che il posto è pieno di salamandre bicolore, molto belle. Finalmente si entra e quello che ci sia apre davanti è davvero uno spazio infinito, si spazia dal giallo della savana al verde della vegetazione lungo i fiumi e davvero i confini di questo territorio non sono visibili. Primo animale nel Serengeti: leone! Siamo entusiasti… non è molto vicino, ma riusciamo a vederlo benissimo col binocolo e notiamo che sta mangiando. Rimaniamo fermi ad osservarlo per diverso tempo, poi ci spostiamo e tra l’erba verde, vicino alla strada, vediamo qualcosa che saltella, sono leoncini! Ed ecco anche la mamma sdraiata a riposare. Rimaniamo fermi e immobili nella speranza di vederla muoversi, ma niente… così proseguiamo il nostro viaggio alla volta di Lobo. Questo è il lodge che ci piace meno, non tanto per la struttura in sé, ma perché ci sono molti turisti e di conseguenza anche il personale è molto attento e rigoroso, non è un ambiente familiare, la cosa stupenda è la vista dalla terrazza sulla quale è posizionata una piscina dove spesso i babbuini vengono a dissetarsi, ALE HA MOLTA PAURA! E la vista della savana dalla finestra della camera è mozzafiato! Ci rilassiamo un attimo e poi via per un nuovo safari. Non vediamo tanti animali vicini come al Taranghire, questo posto è talmente grande che gli animali sono ben distribuiti, ma i paesaggi che incontriamo sono davvero splendidi. Fotografiamo il tramonto e poi rientriamo al lodge pronti per il safari all’alba di domani.

07 Agosto

Sveglia prestissimo ore 5:30, fa freddissimo quindi ci copriamo proprio bene e partiamo per i nostro safari. Ancora è buio, ma attendiamo un po’ e vediamo il sole sorgere, uno spettacolo indescrivibile. Fermi a fare foto Franky avvista subito una iena, ancora non l’avevamo vista, ci avviciniamo e lei ci guarda e poi se ne va. Durante tutto questo safari mattutino ne incontreremo parecchie e insieme a loro gli sciacalli, anche questi animali mai visti. Giriamo e rigiriamo alla ricerca dei felini e proprio vicino a delle rocce ecco che spunta una famiglia di leoni che ci attraversa la strada, sono proprio affascinanti, rimaniamo a guardarli fino a quando non si nascondono tra i cespugli. Rientriamo al lodge, colazione, riposo, sole (riusciamo a bruciarci in un’ora), pranzo e poi si riparte per un altro safari. Franky decide di portarci quasi fino a Bologongia anche se la strada è molta e saremmo dovuti partire prima. Siamo felicissimi!!!!!! Durante il percorso incontriamo leoni, avvoltoi, sciacalli, bufali e mandrie di gnu. Arriviamo fin quasi al fiume della grande migrazione verso il Kenya e lì davvero ci sono mandrie infinite di gnu che camminano in fila indiana, non arriviamo al fiume perché è tardi e questo ci dispiace moltissimo, ma questo è un segno del destino… vorrà dire che ci torneremo!!!!!! Prima di rientrare al lodge passiamo dove al mattino abbiamo visto i leoni e con nostro stupore sono lì spaparanzati su un masso! Li vediamo benissimo, rimaniamo in attesa di una loro mossa e… siamo fortunati. La leonessa si alza e viene verso la nostra jeep, ci attraversa la strada davanti e prosegue il suo cammino per la savana con lo sguardo rivolto verso la montagna di rocce e ci accorgiamo che appollaiati su una roccia ci sono i suoi cuccioli, sono davvero belli e anche se lontani li vediamo bene col binocolo. Purtroppo si sta facendo buio e dobbiamo rientrare, quasi al lodge ci attraversa la strada un serpente, che sarà mai? Il black mamba! Ecco perché il lodge è pieno di animali strani simili a dei topi… si mangiano i serpenti! Torniamo alla base contenti per questa magnifica giornata.

08 agosto 2011

Compleanno della nostra amica Thi Mai e per fortuna nello spostamento verso Seronera il telefono riprende a funzionare (dopo 4 giorni) così la chiamiamo per farle gli auguri. Anche qui la fa da padrona la savana gialla con alberi “delle salsicce” (fanno dei frutti che sembrano delle vere e proprie salcicce appese ai rami) bellissimi anche se in alcuni punti non manca il verde lussureggiante della vegetazione in riva ai fiumi. Vediamo leoni, coccodrilli, ippopotami, zebre, gazzelle, gnu, sciacalli e… il leopardo! Purtroppo non è vicinissimo, ma col binocolo si vede davvero bene. E’ appollaiato su un albero assieme alla sua preda, è molto affascinante e ha una coda lunghissima. Ci fermiamo e possiamo scendere dalla jeep ad ammirare la Hyppo Pool, una piscina piena di ippopotami, tanti da sembrare un fuime pieno di rocce. Proseguiamo in direzione Ndutu, arriviamo al lodge un po’ presto, ma ne approfittiamo per rilassarci un po’ e per goderci il panorama.

09 Agosto 2011

L’alba da qui è molto bella, l’azzurro e il rosa che si mescolano creando una visione fantastica. Proprio davanti al tavolo della colazione c’è una piccola pozza d’acqua piena di uccellini dell’amore verdi e gialli, sono tantissimi e bellissimi. Partiamo alla volta di NgoroNgoro che Gerald ci dice essere una caldera e non un cratere e Laura è ammalata! Non ci allarmiamo molto perché ormai è routine, se non si ammala prima di partire si ammala durante o dopo, ma si ammala, è scontato! (Laura non dire di no perché è così…) Il percorso è parecchio lungo, ma arrivati al gate, sulla cima della caldera quello che ci si apre davanti è un panorama stupendo, sembra quasi di essere su un altro pianeta. Riusciamo a vedere il cerchio delle pareti, dall’alto sembra ci sia la nebbia e si riesce a intravedere l’acqua bianca del lago e una distesa immensa di erba gialla. Non vediamo molti animali in questo parco, aquile, gazzelle, zebre, bufali e ippopotami. Il rinoceronte purtroppo lo vediamo solo in lontananza e nemmeno col binocolo si riesce a distinguerlo. Usciamo dal parco e per un pezzo la strada costeggia la cima della caldera, la strada sterrata e color rosso in mezzo, a destra la lussureggiante e verde foresta tropicale e a sinistra la caldera con erba bassa giallastra. E’ difficile trasmettere quello che si prova, ti giri a destra e vedi un paesaggio, ti giri a sinistra e ne vedi un altro, ci sembra proprio impossibile! Arriviamo alla Ngorongoro farm house, il posto è davvero incantevole, prato verdissimo con tantissimi fiori colorati e due cicogne che sembrano finte talmente son belle. Laura riposa (Marco le fa compagnia) e io e Ale facciamo il tour della piantagione: caffè, banani, papaia, mango, melanzane, carote, insalata, tutti ortaggi che servono alla preparazione dei cibi. Davvero un orto molto curato, qui i colori sono fantastici, sembra di essere in un cartone animato perché il verde, il rosso, il giallo e tutti i colori sono così brillanti da sembrare finti. La sera aperitivo con balli locali, cena a buffet e poi subito a dormire!

10 Agosto 2011

Ultimo giorno con Franky e Gerald. La giornata non inizia molto bene perché per loro il pranzo non c’è così decidiamo di pagarlo noi per loro. Dopo esserci preparati un box lunch mooooolto povero rispetto agli altri, ci incamminiamo verso Lake Manyara. Ci fermiamo per visitare la città di Karatu, ma ci sentiamo parecchio a disagio in mezzo a quella confusione così decidiamo di ripartire subito, ci fermeremo più avanti per acquistare dei souvenir. Al gate del lago, come al solito, la carta di credito non è stata ricaricata così pago io l’ingresso altrimenti rimaniamo ancora ore ad aspettare. Direi che è stata proprio un’ottima idea quella di lasciare questo parco per ultimo perché il più particolare. Alterna zone verdi e lussureggianti a zone aride. Vediamo tantissimi animali aggirarsi nella foresta ed è la prima volta perché li abbiamo sempre visti nella savana. Ci sono tantissimi uccelli molto colorati, zebre, giraffe, gazzelle, ippopotami e… gli elefanti! In questo parco gli elefanti hanno un certo fascino, sembrano molto più grossi perché sono più vicini, addirittura uno, dopo aver finito il suo spuntino, decide di uscire dal bosco e inseguire la nostra jeep, è stato bellissimo, un’esperienza davvero unica! Riprendiamo la strada verso Arusha, città davvero caotica e piena di gente, ci mettiamo due ore ad attraversarla, arriviamo al Moivaro lodge e salutiamo Gerald e Franky con molto dispiacere… quest’esperienza è già finita!

11 Agosto 2011

Oggi, ultimo giorno in Tanzania, il cielo è coperto e pioviggina. Arriva Kibù a prenderci e ci porta al Malaika children’s home (una delle tappe più attese del nostro viaggio). Qui incontriamo tanti bambini orfani ma che, con i loro musini, ci aprono il cuore. Giocano, ridono, disegnano e sono affascinati dalle nostre macchine fotografiche. Francesca ci racconta un po’ la sua passione per questo posto incantato, di come sono riusciti a costruirlo e dei progetti futuri… e noi ne siamo affascinati. Giochiamo un po’ con loro, ma arriva subito l’ora di partire così salutiamo e devo dire che è stato il momento particolare per me e i miei compagni di viaggio, bastava guardarsi intorno per vedere quanto eravamo tutti sorridenti, felici e a nostro agio. Ci dirigiamo all’aeroporto di Arusha…aeroporto è un parolone! Il checkin è inesistente, i biglietti vengono scritti a mano, gli aerei vengo spinti dalle persone e il nostro, uno dei più grandi, ha 19 posti. L’ansia per il volo sale, ma una volta arrivati in quota ci tranquillizziamo un pochino. Arriviamo a Zanzibar dove un taxi ci aspetta per portarci al Sunset a nord ovest dell’isola. La camera non è bellissima e c’è odore di umido e chiuso, ma il posto è incantevole. I nostri bungalow si affacciano sulla spiaggia di sabbia bianca e palme, viviamo 4 giorni senza cambiare mai le scarpe. Andiamo subito al mare e aspettiamo il tramonto, niente di più rilassante… peccato solo che è alle 18:30 il sole tramonta, così alle 19 è già buio. La sera ceniamo al bar della spiaggia, si mangia davvero molto bene e poi si è in riva al mare cosa c’è di meglio? Relax davanti al fuoco e poi a letto.

12 Agosto 2011

La colazione non è delle migliori, solo uova, pane e marmellata, mangeremo di più a pranzo! Decidiamo di passare la giornata in spiaggia in totale relax anche se il tempo non è dei migliori (le nuvole ci accompagneranno per tutta la permanenza qui). Ma a noi piace poco il relax… conosciamo Marbella, uno dei tanti beach boys sulla spiaggia, che ci organizza, in 10 minuti, il tour delle piantagioni, isola delle tartarughe e stone town. Un taxista ci viene a prendere e ci porta alla piantagione delle spezie dove la guida già ci sta aspettando. Vediamo la cannella, la tintura di iodio, la vaniglia, la noce moscata, i chiodi di garofano e tanti alberi di cocco e su uno di questi si arrampica uno delle nostre guide e ci prende un bel cocco e ce lo fa mangiare. Ottimo direi! Finito il tour andiamo al porto dove un marinaio ci attende con la sua barchetta e la guida per portarci sull’isola dove ci sono tantissime tartarughe di terra giganti. Al ritorno il mare è un po’ mosso e io ho parecchia paura, ma va tutto bene. Tornati a Zanzibar procediamo la visita di stone town, ogni angolo è affascinante, lì la vita è proprio diversa dalla nostra, ci sono bambini che giocano in strada, venditori ambulanti e tantissimi negozi di souvenir. Arriviamo fino alla piazza dove la sera tutti si ritrovano a cenare e poi proseguiamo per African House, il bar con terrazza sul mare dal quale vediamo uno splendido tramonto. Torniamo al Sunset che è già buio. Stasera cena organizzata da Bruno che ci viene a prendere e ci porta in un bar sulla spiaggia dove mangiamo in riva al mare, a lume di candela, aragoste, cicale, gamberi e polipo il tutto a 25 dollari a testa, è proprio uno spettacolo! Rientriamo al bungalow.

13 Agosto 2011

Anche oggi il cielo non promette nulla di buono così rimaniamo un po’ sulla spiaggia, ma nel primo pomeriggio Aburoso ci accompagna a visitare il paesino di pescatori vicino al nostro villaggio. Qui le strade sono veramente disastrate, ci sono pozzanghere ovunque e spazzatura dappertutto! Visitiamo prima il parco con le tartarughe marine e poi il villaggio in sé dove ci sono pescatori che aggiustano le reti e persone che costruiscono le barche. Ci fermiamo in una piccola spiaggia a prendere un po’ di sole e poi facciamo rientro. Stasera c’è la luna piena così al bar vicino al nostro organizzano una festa, decidiamo di cenare lì, ma il rapporto qualità/ prezzo non è dei migliori così un po’ delusi da questa cena ritorniamo in camera.

14 Agosto 2011

Ore 7:30 pronti per la colazione, ma ce ne vuole di tempo per averla e soprattutto Ale deve chiedere di sbrigarsi altrimenti perderemo il taxi che ci porterà all’imbarco per la gita (Safari Blu). Con noi ci sono anche Silvy ed Eros che ci raccontano dei loro vari viaggi durante il tragitto. Arrivati al punto d’imbarco ci accorgiamo che lì il mare non c’è, si è ritirato quindi dobbiamo fare un bel pezzo di strada nella bassa marea con granchi, piantine e conchiglie; non è l’inizio che speravo, non mi piace molto mettere i piedi dove non c’è solo sabbia! Saliamo sulla nostra barchetta, conosciamo il resto del gruppo (tutti italiani) e poi si parte alla volta della lingua di sabbia. Questo posto è stupendo, la sabbia è bianchissima e finissima e il mare è pulito e pieno di pesci colorati, Marcellino, la nostra guida, monta un gazebo per ripararci dal sole cocente e ci offre cocco, banane e ananas. Decidiamo poi di andare a fare snorkeling così risaliamo sulla barca e il capitano ci porta proprio sopra la barriera corallina dove ci sono tantissimi coralli e pesci quasi come in un acquario. Torniamo sulla lingua di sabbia, che ormai sta scomparendo per l’alta marea, a prendere chi non è venuto e poi ci dirigiamo alla piscina delle mangrovie. Qui l’acqua è color verde/ giallastro e riusciamo ad incagliarci… Ripartiamo alla volta dell’isola dove ci aspetta un ottimo pranzo a base di aragoste, cicale, calamari, gamberi, polipo, patate, riso e tanta frutta… niente di più buono! Dopo pranzo andiamo a vedere il grande baobab caduto e poi ci prendiamo un po’ di sole. Si riparte presto e questa volta la nostra barchetta si trasforma in una barca a vela! Rientro al Sunset Bungalow e cena, sempre organizzata da Bruno, in riva al mare a base di pesce e di ugali (una polenta bianca tipica)… 70 dollari in quattro… e ancora più in riva al mare! Come sempre la fermata al falò e poi rientro in camera.

15 Agosto 2011

Oggi la nostra giornata è dedicata al relax sulla spiaggia anche se il tempo non è dei migliori. Passeggiamo un po’ e decidiamo di farci fare dei quadri da un ragazzo che dipinge dietro la spiaggia. Poco prima di pranzo io e Laura ci facciamo fare le treccine, più di due ore, ma sono fantastiche! Nel pomeriggio passeggiamo e arriviamo fino ai negozi masai che ci assalgono per comprare ognuno nel proprio negozio. Acquistiamo vari oggettini e poi ritorniamo in spiaggia. Andiamo a vedere come procedono i quadri commissionati e nella capanna vicino al pittore c’è una signora che cucina qualcosa che assomiglia alle nostre piadine, con lei c’è una ragazza che lava i piatti e una bambina che le osserva così decidiamo di lasciarle dei braccialetti colorati e un burro cacao, era felicissima. Vediamo l’ultimo tramonto sulla spiaggia e poi cena con Eros e Silvy.

16 Agosto 2011

Oggi purtroppo si rientra… stiamo qualche ora in spiaggia, andiamo a ritirare i quadri e lasciamo delle magliette al pittore e una borsa piena di vestiti e scarpe a Bruno. Ci dispiace dover partire così presto, le persone sono davvero molto gentili qui e il posto è una favola. Poco prima di mezzogiorno il taxi viene a prenderci e ci porta in aeroporto, la nostra vacanza è davvero terminata! Saliamo sull’aereo e non sale nemmeno in quota, scende subito per lo scalo a Dar Er Salam. Ripartiamo che sono le 17 e ci offrono la merenda a base di riso, verdure e pesce. Arriviamo a Addis Ababa e qui lo scalo è molto più lungo, ma l’aeroporto è simile ai nostri almeno. Acquistiamo sigarette e profumi a basso costo e prima dell’imbarco incontriamo una famiglia che avevamo incontrato a Lobo. Ci hanno raccontato del loro safari e della loro permanenza sull’isola di Mafia, abbiamo visto anche le loro foto, stupende! Saliamo sull’aereo e… la cena è servita. Ore 1:30 arrivano riso, pollo e verdure e noi, ovviamente, mangiamo. Alle 6:00 siamo già a Malpensa… la nostra vacanza è davvero finita, ma ci rimane un bel pezzo di Africa nel cuore!



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