Il mondo intero in un paese

Sudafrica, oltre al safari c'è di più!
Scritto da: peruz99
il mondo intero in un paese
Partenza il: 10/08/2009
Ritorno il: 31/08/2009
Viaggiatori: fino a 6
Il titolo l’ho preso in prestito dallo slogan dell’ufficio turismo sudafricano, perché rende proprio l’idea di quello che troverete visitando il Sudafrica! Ma andiamo per ordine e vediamo di presentarci e di raccontare come abbiamo scelto l’itinerario.

Eravamo mia moglie, nostro figlio di 11 anni ed io. Ci piace viaggiare, meglio se in posti ben organizzati come gli Sati Uniti o l’Australia. Ci piacciono i grandi paesaggi, le culture diverse dalla nostra e soprattutto ci piacciono gli animali. Altra cosa che ci piace è organizzarci il viaggio in autonomia con l’aiuto di internet e… Dei turisti per caso! Insomma il Sudafrica era la meta ideale per noi! Avevamo tre settimane di ferie da spendere e volevamo vedere: – Città del Capo – Hermanus (per le Balene) – La Garden Route – Addo National Park – I parchi Hluhluwe e St.Lucia – naturalmente il Kruger In più io avevo la “fissa” del Namaqualand, il deserto fiorito, che è a nord di Città del Capo.

Seguendo il prezioso consiglio di alcuni turisti per caso abbiamo costruito l’itinerario in modo da avere il Kruger alla fine. Così i vari parchi visitati garantiscono un crescendo di emozioni che culmina con il Kruger (fantastico!).

Quindi abbiamo trovato una combinazione con British Airways (partivamo da Milano) con arrivo a Città del Capo e ripartenza da Jo’Burg (i locali la chiamano così), sempre via Londra per 3100€ per due adulti e un bambino. Ottima combinazione e ottimo prezzo per la stagione.

A questo abbiamo aggiunto la tratta Port Elizabeth – Durban con la South African Airlines per 80€ a testa (e servizio impeccabile).

Per il resto dei trasporti abbiamo noleggiato un’auto (sul classico www.Autoeurope.It). Consiglio vivamente la soluzione auto in affitto e rimando al paragrafo “Auto” per tutti i dettagli.

Abbiamo prenotato dall’Italia anche tutti i soggiorni approfittando del mitico sito dei bed&breakfast: www.Portfoliocollection.Com Uniche eccezioni sono state l’albergo vicino alla Hluluwe, dove, non so perché, bed&breakfast non ce n’erano, e la sistemazione all’interno del Kruger di cui parlerò all’interno del diario di viaggio. Itenerario 1. Lunedì 10 agosto 2009 Partenza da Milano 2. Martedì 11 agosto 2009 Arrivo a Cape Town.

3. Mercoledì 12 agosto 200 Cape Town 4. Giovedì 13 agosto 2009 Cape Town 5. Venerdì 14 agosto 2009 Cape Town Vredendal 6. Sabato 15 agosto 2009 Vredendal 7. Domenica 16 agosto 2009 Vredendal Hermanus 8. Lunedì 17 agosto 2009 Hermanus Swellendam 9. Martedì 18 agosto 2009 Swellendam Knysna 10. Mercoledì 19 agosto 2009 Knysna 11. Giovedì 20 agosto 2009 Knysna Port Elizabeth 12. Venerdì 21 agosto 2009 Port Elizabeth 13. Sabato 22 agosto 2009 Port Elizabeth-Durban Hluhluwe 14. Domenica 23 agosto 2009 Hluhluwe 15. Lunedì 24 agosto 2009 Hluhluwe 16. Martedì 25 agosto 2009 Hluhluwe Mbabane 17. Mercoledì 26 agosto 2009 Mbabane Kruger 18. Giovedì 27 agosto 2009 Kruger 19. Venerdì 28 agosto 2009 Kruger 20. Sabato 29 agosto 2009 Kruger Sabie 21. Domenica 30 agosto 2009 Partenza ore 23 da Jo’burg 22. Lunedì 31 agosto 2009 Arrivo a Milano Due soli punti deboli nell’itinerario. Primo: con la visita al Namaqualand prevista nei primi giorni (partivamo il 10 agosto) correvamo il rischio di vedere il deserto non ancora fiorito. Per andare sul sicuro bisognerebbe andarci a settembre, ma, tant’è, abbiamo trovato una fioritura a dir poco mozzafiato! Secondo punto che correggerei: l’ultimo giorno, usciti dal quel posto incredibile che è il Kruger, qualunque cosa avessimo visitato sarebbe stata insignificante, e così è stato per il Blyde River Canyon. Tornando indietro cercherei un volo di rientro partendo da Nelspruit e farei un giorno in più al Kruger.

Diario di viaggio

11 agosto – Arrivo a Città del Capo Partenza da Milano, scalo con shopping a Londra-Heatrow, notte in aereo et voila: siamo a Città del Capo! Prendiamo la macchina dopo appena un’ora e mezza di attesa all’autonologgio (effettivamente il servizio è un po’ lento da queste parti, ci faremo l’abitudine) e partiamo alla volta di Hout Bay, penisola del Capo, approfittando della bella giornata.

Pranzo, consigliatissimo, al Mariner’s Wharf. Sentiamo ancora il sapore di quegli squisiti gamberi che sono la specialità della casa. Ottimo anche il menu bambini.

Splendida la baia.

Strada per i 12 Apostoli chiusa, quindi ci dirigiamo a Boulders Beach a vedere i pinguini.

Arriviamo in tempo prima della chiusura alle 17 in pieno tramonto. Qui, in questa stagione alle 18 fa buio.

Spettacolo fantastico: una colonia di pinguini che puoi vedere a non più di qualche metro di distanza. Prima delle tre notti al bed&breakfast Table Mountain Lodge. Un po’fredda la camera, ma con una vista da urlo sulla città e una colazione top class (1370 rand a notte per la tripla) 12 agosto – A zonzo per Città del Capo Tempo bigio. Sarà una delle due-tre giornate di pioggia di tutto il viaggio (niente male per essere in inverno).

Dunque visita alla Penisola del Capo rimandata a domani e giro per la città.

Consigliati l’Albert & Victoria Waterfront e i giardini Queen Victoria Gardens.

Mitici gli hamburger di Royale su Long Street.

Vista la giornata la Table Mountain era scomparsa nelle nuvole… 13 agosto – Capo di Buona Speranza Oggi la Table Mountain è tornata visibile con il sole splendente, ma visto che la funivia riaprirà fra una settimana, puntiamo dritti al Capo di Buona Speranza senza rimpianti.

Paesaggio indimenticabile, pesce sublime al ristorante “Two Oceans”. Primi avvistamenti di balene, babbuini e struzzi. Ne vedremo tanti altri, ma i primi fanno sempre effetto! 14 agosto – West Coast National Park Ci incamminiamo verso il deserto fiorito (che se non lo troviamo fiorito mia moglie e mio figlio mi fanno nero). Puntiamo verso nord e troviamo sulla strada il West Coast National Park.

Viste zebre di montagna, tartarughe, antilopi e solo qualche fiore.

Paesaggio bellissimo, sull’oceano Atlantico Arriviamo dopo il tramonto e, a stento, troviamo il nostro bed&breakfast, nascosto bene, ma dotato di ogni confort. Melkboomsdrift Guesthouse a Vredendal. Deliziosa cena a lume di candela (450 rand in tre), colazione con ogni ben di Dio inclusi dei muffin alla menta memorabili.

Stanza per tre persone enorme, con cucina tinello e bagno. Un po’ fredda, ma, a quanto pare, questo è lo standard (900 rand a notte).

15 agosto 2009 – Deserto fiorito Incrociamo le dita, percorriamo i 100Km che ancora ci separano dal Namaqualand e… Ci troviamo immersi letteralmente in un mare di colore arancio intenso! Una fioritura davvero incredibile: milioni di fiori a perdita d’occhio. Difficile descrivere! Se volete seguite questo link alle nostre foto Parlano più di mille parole! Cena sulla costa da dimenticare, forse l’unica volta in cui non abbiamo mangiato bene in Sudafrica.

Ultimo consiglio: il posto dove vedere la migliore fioritura è Kamieskroon, bivio a metà strada tra Garies e Springbok. Calcolate il tempo per raggiungerlo con un po’ di abbondanza, l’ultimo pezzo di strada è sterrato, ma ne vale veramente la pena! 16 agosto 2009 – In viaggio verso Hermanus Oggi tappa di trasferimento da Vredendal a Hermanus, mitico posto delle balene.

Pranzo a Città del Capo – Waterfront, con foto alla Table Mountain con tovaglia di ordinanza.

Arrivo al bed&breakfast “La Fontaine” di Hermanus: 1160 rand veramente spesi bene! Elegante villa sopra le scogliere nel centro della cittadina, arredato con grande gusto: due camere con bagno intercomunicante con anche gli accappatoi. Il vero lusso per il viaggiatore avventuroso e spartano! Cena da Ocean Basket, una sicurezza. Ottimo pesce a prezzi popolari, es.: 150 rand per un vassoio gigante di pesce e gamberi con cui una persona è a posto per due giorni! lunedì 17 agosto 2009 – Le balene! Alba fantastica (vedi le nostre foto) e via a prendere la barca per l’avvistamento delle balene.

C’è il sole e il mare è previsto calmo, ma con moto ondoso in aumento… Barche moderne (compagnia South Right Whales) e abbastanza grandi. Prezzi elevati per le nostre aspettative: in Euro faceva sui 40 a testa.

Balene ne abbiamo viste tante e mio figlio era entusiasta. A posteriori però consiglierei a chi soffre il mal di mare di proseguire sulla Garden Route, dove ci sono posti dove si vedono altrettante balene dalla riva… Il tempo di rimettere a posto lo stomaco a partiamo per Cape Agulhas, la vera punta sud dell’Africa. Posto magico e selvaggio. Visita consigliatissima. Meglio ancora se nel frattempo arriva qualche nuvola come è successo a noi: ancora più selvaggio! Pomeriggio alla riserva De Mond, scoperta lì per lì, dove, oltre a un panorama bellissimo, ci sono le conchiglie di carta, molli finché sono in acqua e di consistenza simile alla carta quando sono in superficie.

Notte “rurale” al bed&breakfast “De Wagenhuis” vicino a Swellendam. In mezzo ai campi, dietro alle mucche, due ex fattorie boere bianco candido. A nostra disposizione due appartamenti completi, Tania, che fa le veci dei proprietari in viaggio, ci cucina una lasagna (!) e del pane alle noci portato in tavola ancora caldo. Il bis a colazione con mega-muffin alle uvette, sempre fatti in casa. Prezzi stracciati: cena 50 rand a testa (al cambio dell’estate 2009 facevano 6 euro!) e 800 rand la notte per tre.

18 agosto 2009 – Garden Route Prima di rientrare nel mondo approfittiamo per fare visita ad una fattoria di lavanda (pensavo che ce ne fossero solo in Provenza). Gentilissimi ci hanno fatto fare il tour guidato e offerto il tè, o meglio il Rooibos, specie di tè senza teina specialità locale. Per non sentirci in colpa abbiamo saccheggiato il loro negozietto, dove tutto costava veramente pochissimo.

Rotta verso Knysna, non senza fermarsi un’ora a Dolphin Point (fra George e Knysna), dove stazionavano un po’ di balene in gran relax…! Prima delle 2 notti a Knysna al “Fisheagle Lodge”. Un giardino tropicale con uccelli variopinti con vista sulla baia e sulla laguna. Chalet di legno a due piani con caminetto e con barbecue in giardino. Proprietari deliziosi e premurosi.

E il camino funziona veramente con le fascine di legno preparate appositamente per gli ospiti. Ahimé la temperatura è tale da apprezzare una serata al calduccio…! 900 rand a notte per tre.

19 agosto 2009 – Grotte e struzzi Oggi è il turno delle grotte, le Cango Caves, e della visita alla fattoria degli struzzi.

Piove, ma pazienza, tanto le grotte sono al coperto…! Ammetto che se ne trovano di altrettanto belle nella vecchia Europa, ma comunque le Cango Caves valevano la visita. Ottima bistecca di struzzo al ristorante delle grotte. Come sempre non più di 100 rand a testa.

Deludente la fattoria degli struzzi. Un po’ troppo “per turisti”. Stucchevole la cavalcata degli struzzi e un po’ scontata l’immancabile serie di gadget in vendita.

20 agosto 2009 – Tzitzikamma National Park Fuori programma a colazione: nel giardino tropicale accanto alla reception del lodge c’erano degli uccelli dal colore giallo vivissimo in piena stagione degli amori. Una specie di documentario in diretta! Partenza per Port Elizabeth. Sosta intermedia allo Tzitzikamma National Park. Come sempre paesaggi magnifici sull’oceano.

Cena a base di pesce al centro commerciale di Port Elizabeth sul lungomare di Summerstrand.

Prima delle due notti al “Karlslogie House”. Villetta con piscina sul retro. Camera molto etno-chic con bagno padronale. Colazione in salottino molto “high-society” con padrona di casa un po’ snob, e anche sparagnina sul cibo (ormai ci siamo abituati davvero bene…!). 900 rand a notte per la tripla.

21 agosto 2009 – Addo National Park Signore e signori ci siamo: il nostro primo parco! I big five ci aspettano!! Via di buon mattino verso l’Addo National Park, che comunque è ad un’ora e mezza da Port Elizabeth.

Bottino di animali visti notevole: elefanti, facoceri, suricati (rimarranno gli unici del viaggio), bufali, rinoceronti, una piccola iena, struzzi, aironi ed uccelli muticolori vari, tartarughe, impala ed il mitico scarabeo stercorario, specie protettissima! Felini nessuno, ma altrimenti che gusto c’è ad andare a vedere i prossimi parchi…? 22 agosto 2009 – Verso lo Hluhluwe Oggi tappa di trasferimento. Aereo per Durban, coccolati dalla South Africa Airways, ritiro (più rapido stavolta) della nostra nuova Kia Sportage e via verso lo HluHluwe, dove arriviamo nel primo pomeriggio.

Ci sarebbe anche tempo di fare un primo safari serale, ma la stanchezza prevale e ci ritiriamo in albergo.

Qui alloggeremo per tre notti in un grande albergo della catena Protea. Costruzione degli anni ’70, un po’ lasciata andare. Prenotando dall’Italia sembra non ci fossero alternative in zona (chissà perché…?). Spendiamo qualcosa in più che nei bed&breakfast (circa 1200 rand a notte per la tripla), per un servizio naturalmente più “industriale”, ma comunque va bene così. La zona, lo Zululand, è tra le più povere del Sudafrica e non mancano di ricordarti che il turismo è la loro unica fonte di sostentamento. A giudicare dallo spirito d’iniziativa delle persone alla reception non si direbbe: una più flemmatica dell’altra… 23 agosto 2009 – Hluhluwe Oggi nuova opportunità per vedere i big five al parco HluHluwe. Per ora siamo a due su cinque: visti elefanti e bufali; mancano rinoceronti, leoni e leopardi. Vedremo! Self drive la mattina. Arricchiamo i nostri avvistamenti con le zebre e con i rinoceronti, ma come si sa, i momenti migliori sono l’alba e il tramonto.

Dunque saliamo su una jeep di quelle aperte, con una decina di posti oltre al guidatore e ci facciamo condurre dalla nostra simpatica guida dall’apparente età di 80 anni (scherzo, comunque 60 li ha di sicuro) al nostro primo safari guidato. Partenza alle 15 in modo da sfruttare le ore buone fino al tramonto.

Safari veramente coinvolgente. Abbiamo visto tanti animali, per la prima volta le giraffe (che belle!) che si sono lasciate seguire tranquillamente lungo la strada. Abbiamo visto due zebre che combattevano: facevano “a spintoni” stando su due zampe tipo bulli di periferia.

Ma dei felini neanche l’ombra… Sarà per il Kruger! 24 agosto 2009 – Estuario St.Lucia Canticchiando il jingle di un famoso spot dei pannolini di quando eravamo ragazzini (lo ammetto c’era ancora Carosello) ci avviamo al parco St.Lucia dove vedremo, speriamo, gli ippotami! In effetti ne vediamo a dozzine, ma vediamo anche l’airone golia, l’aquila pescatrice, il martin pescatore e un simpatico coccodrillo! Ancora una volta sembra di essere nel bel mezzo di un documentario.

Nel pomeriggio andiamo a Capo Vidal, sì proprio quello del cavallo bianco dei Caroselli anni ’70! Ovviamente il cavallo non c’era, ma, oltre alla splendida spiaggia, c’erano un sacco di babbuini, di manguste e di “red duiker”, delle specie di timidissimi mini-cervi dal manto rossiccio.

25 agosto 2009 – Swaziland La strada per il Kruger è lunga. Per abbreviare il percorso il nostro itinerario prevede di attraversare lo Swaziland, dove passeremo la notte. Dunque il primo leone è atteso per domattina.

Nel frattempo attraversiamo questo strano paese dove devi fare la fila alla frontiera per avere un inutile pezzo di carta che nessuno ci chiederà e per pagare una misera tassa d’ingresso di qualche rand. Mezz’ora di uffici doganali polverosi e rigorosamente senza aria condizionata (comincia a fare caldo) e siamo nello Swaziland.

Prima sorpresa: la prima stazione di servizio non ha più benzina… I due benzinai ci dicono ridendo sotto i baffi che la prossima è a solo 40 Km. Speriamo bene, siamo quasi a secco… Per fortuna effettivamente la benzina c’è. Chiamarla stazione di servizio è un bell’azzardo. Comunque facciamo il pieno senza fare troppo gli schizzinosi e proseguiamo.

Il paese è poverissimo. Gente sul ciglio della strada che vende ogni genere di (povere) cose, o che trasporta sulla testa le proprie merci. Case poverissime, “car wash” incredibili a base di secchi arrugginiti pieni d’acqua, bancarelle vuote e così via.

Visitiamo Manzini in cerca dei mitici mercatini di cui parlano le guide. Mercato deludente, ma spaccato di umanità incredibile. Tra l’altro la cosa strana è che qui sono tutti neri e devo ammettere che essere gli unici bianchi in giro mette un po’ a disagio! Visitiamo il Mlilwane Wildlife Sanctuary. Bel parco, pieno di animali, ma è evidente che si tratta di una riserva “creata” dall’uomo, più uno zoo-safari che un parco vero e proprio.

Arriviamo finalmente a Mbabane, capitale dello Swaziland e veniamo accolti con tutti gli onori dal nostro splendido bed&breakfast “Ematjeni Guesthouse”. L’accoglienza prevede una fetta di Sacher torte e una tazza di tè: niente male! Si tratta di una vera villa travestita da guesthouse. Pareti rocciose e giardini all’inglese accolgono questa meravigliosa e lussuosa dimora. Le camere a tema (la nostra era zebrata) hanno dettagli raffinati, come le vestaglie da camera in ciniglia, e il locale per la colazione è la sala da pranzo della villa con fiori freschi ovunque. La governante è deliziosa e premurosa. 850 rand per una notte, al cambio del momento non più di 100€! Per la cronaca incontriamo l’unica persona bianca vista in un giorno nello Swaziland: la padrona di casa che ci saluta da lontano con un lieve cenno della mano (quella non impegnata a tenere il cagnolino…) prima di aprire la portiera della Merceds.

26 agosto 2009 – Kruger Non c’è tempo da perdere: il Kruger e i suoi leoni ci aspettano! Entriamo al parco dall’ingresso sud e andiamo subito a prendere possesso del nostro bungalow. Si tratta di un vero e proprio cottage con il tetto di legno da fare invidia a “La mia Africa”. 700 rand per la notte. Va prenotato sul sito ufficiale dei parchi nazionali. Meglio farlo con largo anticipo Primo self-drive in orario lontano da alba o tramonto e, nonostante ciò, primi leoni avvistati: mitico Kruger!! Hanno appena ucciso un bufalo e si crogiolano all’idea di mangiarselo, con calma, nei prossimi giorni.

Li ritroviamo la sera nel safari notturno guidato dai ranger. Una scena incredibile in cui due leoni adulti spolpano con voluttà la carcassa del bufalo. Sangue ed effetti sonori di ossa spezzate per stomaci forti… Sempre in serale vediamo anche il leopardo, bellissimo. E i big five sono completati! 27-29 agosto 2009 – Kruger Oggi ci svegliamo ancora più eccitati del solito. Ci aspettano due giorni in riserva privata all’interno del Kruger.

Fra i viaggiatori ho visto che ci sono due partiti: quelli che “da soli si vedono lo stesso gli animali e c’è più soddisfazione…” e quelli che “non puoi andare al Kruger e non andare in riserva. Ti portano loro dove ci sono gli animali e ti ci portano, in sicurezza, molto più vicino di quanto potresti fare tu da solo…”.

Dopo aver provato l’uno e l’altro posso dire che, se potete permettervelo, concedetevi senza dubbio il lusso della riserva!! E’ vero che il costo della riserva può essere tre-cinque volte quello del camp all’interno del parco, ma credo che il piacere di almeno un paio di giorni in cui vieni accompagnato per mano (due safari al giorno) nel magico mondo degli animali della savana e vieni dolcemente coccolato tra un safari e l’altro… Beh sia davvero impagabile! Ovviamente ci sono riserve più o meno lussuose. La nostra, il Lukimbi, era di livello intermedio, ma già di livello elevatissimo per le nostre aspettative. Tukul curatissimi e con ogni confort, compres la vasca in marmo con vista sul parco. Pasti raffinati. Assistenza quasi uno a uno.

Ma il piatto forte son i safari. Vediamo tutti gli animali possibili, ma non solo: scene di lotta fra rinoceronti, o fra giraffe. In realtà le giraffe più che lottare inscenano una danza a base di “sciabolate” con il collo… Fantastica! Colazioni nella savana con i rinoceronti sullo sfondo, a volte interrotte dal ruggito di una leonessa lì vicino che cerca di radunare i suoi cuccioli. Una scena incredibile di papà elefante che insegna al suo cucciolo di 2-3 mesi ad usare la proboscide (da lacrime agli occhi).

In un safari solo vediamo tutti e cinque i big five! E il leopardo lo troviamo tranquillissimo che guarda con soddisfazione la sua preda appena presa e portata su di un albero, dove neanche i leoni si avventureranno.

La nostra ranger, una biondina di Jo’burg, ha personalità da vendere e guida la jeep con più spregiudicatezza di un tassista napoletano. Il bello è che, se vede un leopardo, o un rinoceronte, non esita a andare in fuoristrada fino ad arrivare anche a soli 10 metri dall’animale. Quasi quasi il teleobiettivo potevo lasciarlo a casa…! Insomma cos’altro devo dire: da soli o in riserva il Kruger è una specie di paradiso per chi ami gli animali!! Un ultimo consiglio pratico. Se vi capita, come a noi, di percorrere il Kruger da sud verso nord, seguite il corso del fiume Sabie. Sono assicurate decine di avvistamenti, sarebbe meglio dire incontri, visto che un chilometro sì e uno no c’è una giraffa o un elefante che attraversano la strada. Anzi calcolatelo nell’immaginare il tempo di percorrenza perché l’ingorgo causa attraversamento animali è sempre in agguato! Usciti dal Kruger raggiungiamo il nostro bed&breakfast di Sabie 30 agosto 2009 – Verso casa Ultimo giorno di trasferimento verso Jo’burg dove abbiamo l’aereo alle 23,30.

Facciamo in tempo a visitare il Blyde River Canyon.

Sarà che dopo aver visto i canyon americani non ci si meraviglia più tanto, ma soprattutto sarà che appena usciti dal Kruger tutto il resto risulta insipido… Insomma la giornata scorre via senza grande entusiasmo.

Unico guizzo la visione di un signore di colore vestito con la maglia originale di Totti in un’area di servizio sull’autostrada per Jo’Burg…, ma so che non tutti condivideranno la mia emozione…! Prima di lasciarvi alcuni consigli utili

Consigli utili Auto Il Sudafrica ha una rete stradale complessivamente buona. Non è l’Italia, nemmeno gli Stati Uniti, ma sicuramente è migliore del Messico, per citare un paese che ci è capitato di visitare di recente.

La segnaletica è puntuale ed uniforme e molto comprensibile, anche non sapendo l’inglese. Non sperate di evitare qualche sterrato, però anche le strade non asfaltate sono molto buone (da percorrere a 60-80 Km/h) e ben segnalate.

La circolazione è a sinistra (ah, gli inglesi…!) Detto tutto questo sono contentissimo della nostra scelta di spostarci in auto a noleggio. Inoltre abbiamo avuto la fortuna di trovare una combinazione che, per 52€ al giorno, prevedeva una 4×4 (non è indispensabile, però aiuta), cambio automatico (un pensiero in meno quando devi guidare dalla parte sbagliata della strada…) e assicurazioni responsabilità civile e furto con franchigia zero. La macchina era, come promesso al momento della prenotazione, un a Kia Sportage che, particolare non trascurabile, ci ha permesso di caricare in nostri 2 valigioni grandi, più i tre trolley da bagaglio a mano, più uno zaino grande… Per completare il quadro la benzina costa 7,5/7,8 rand, cioè la metà che da noi. Le aree di servizio sono frequenti, aperte dalle 6 alle 22 anche la domenica, NON prendono carte di credito né bancomat, anche se spesso hanno un ATM da cui prelevare.

Pochissime le strade a pedaggio. Avremo speso non più di 150 rand in 4-5000 Km di viaggio.

Coma indicano le guide e molti viaggiatori è meglio non viaggiare di notte. Effettivamente quelle poche volte che ci è capitato abbiamo maledetto l’illuminazione stradale totalmente inesistente, i fari sempre troppo alti dei Tir sulla corsia opposta e i numerosi pedoni sul ciglio di qualunque strada, anche extraurbana, letteralmente invisibili per l’oscurità. A questo aggiungete che con il buio sbagliare strada e trovarsi in una township non è poi così difficile e può non essere un’esperienza gradevole.

Vestiario L’inverno è mite, ma le minime possono scendere anche a 5 gradi e le massime a 10. Inoltre un safari mattutino alle 6 su una jeep aperta richiede un bel piumino, un cappello e magari anche un pile sotto il piumino.

Telefonini Noi avevamo Tim e Wind che prendevano sempre (un po’ a stento nello Swaziland e in qualche parte del Kruger).

Comunque verificate prima i costi del roaming. Con i nostri piani tariffari c’era da morire. Alla fine abbiamo deciso di prendere una sim sudafricana (Vodacom): tagli minimi di ricarica irrisori (10-15 rand) e ottima convenienza per le chiamate in Sudafrica e per mandare sms in Italia (1,74 rand a messaggio).

Carte di credito/ATM Sistema bancario impeccabile. Carte di credito accettate quasi ovunque (tranne alle pompe di benzina) e ATM diffusissimi.

Avevamo portato anche dei contanti per sicurezza, ma non ne abbiamo avuto bisogno.

Malaria La zona del Kruger è a rischio malaria. Viene consigliata la profilassi tutto l’anno, e noi l’abbiamo scrupolosamente fatta.

A posteriori possiamo dire di non aver visto una zanzara neanche in fotografia… C’è da dire comunque che i medicinali attuali (il mitico Malarone) non hanno dato il minimo effetto collaterale (altro che Lariam…!).

Adattatore prese In Sudafrica ci sono due tipi di prese. Un tipo (meno frequente) identico al nostro tipo “a passo stretto”, e un altro che è diverso da qualunque altra presa usata nei paesi occidentali. Avevamo due-tre kit di adattatori multipli internazionali e nessuno contenenva questa presa sudafricana.

Non c’era nemmeno a Heathrow.

L’unica è comprarlo in loco. Comunque i bed&breakfast ne hanno sempre qualcuno da prestarvi.

Il consiglio, che vale per tutti i viaggi, e quello di portarsi una ciabatta, così con un solo adattatore si possono mettere in carica tutti insieme i classici due caricatori dei telefonini, i due-tre caricatori delle macchine fotografiche, per non parlare del blackberry o delle altre diavolerie che ormai tutti ci portiamo dietro.

Per chi volesse il quadro completo delle prese (in tutto il mondo) suggerisco questo sito: http://www.Ilgiramondo.Net/forum/cmps_index.Php?pageid=prese_spine Sicurezza Troverete tante persone pronte a consigliarvi premurosamente di non mettere in mostra oggetti preziosi (es.: gioielli) o di non lasciare oggetti in vista in macchina… Ma voi a Milano o a Roma lasciate oggetti in vista in macchina? Morale: la sicurezza che ho percepito nei luoghi abitualmente frequentati da noi turisti è più o meno la stessa che percepisco a Roma o a Milano. Probabilmente mi sono sentito più a disagio di sera in piena Manhattan.

Avevo anche letto racconti di viaggiatori che parlavano di poliziotti corrotti che fermavano i turisti aspettandosi “mance” per evitare complicazioni. Non ci è capitato nulla di tutto questo.



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