Magic West Coast

Vi voglio raccontare un viaggio per me e mia moglie indimenticabile attraverso 4 stati degli USA, alla scoperta di incantevoli bellezze naturali e di città affascinati. Un tour in auto sulle mitiche strade americane, per vedere da vicino quello che solitamente possiamo ammirare solo in TV, da Los Angeles a San Francisco a Las Vegas, passando per...
Scritto da: antilope77
magic west coast
Partenza il: 21/07/2008
Ritorno il: 10/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Vi voglio raccontare un viaggio per me e mia moglie indimenticabile attraverso 4 stati degli USA, alla scoperta di incantevoli bellezze naturali e di città affascinati. Un tour in auto sulle mitiche strade americane, per vedere da vicino quello che solitamente possiamo ammirare solo in TV, da Los Angeles a San Francisco a Las Vegas, passando per alcuni dei Parchi Nazionali più belli del Nord America. Dalla frescura della costa, al clima torrido della Death Valley, dalle cime dei Canyon, alle spiagge interminabili di S.Monica; un susseguirsi di emozioni per un viaggio fantastico, non solo ricco di luoghi da visitare, ma che ci ha permesso anche di conoscere e confrontarci con la cultura di un popolo. Finalmente si parte! E’ un viaggio di nozze, forse un po’ atipico: abbiamo optato per qualcosa di avventuroso e non di chiuderci in un resort maldiviano, solo alla fine delle 3 settimane sapremo se la scelta è stata giusta. Il volo Milano-Londra-Los Angeles con la British Airways è perfetto: tutto in orario e i collegamenti sono impeccabili: transitiamo per il nuovissimo terminal 5 di Heathrow, una struttura avveniristica che di per se meriterebbe una visita. I controlli sono puntigliosi ma non creano problemi, ricordatevi solo che x gli USA serve un passaporto elettronico oppure uno a lettura ottica, purchè emesso o rinnovato entro il 25/10/2005. Il volo sul Boeing 747 dura 11 ore ma passa più veloce del previsto tra un pasto, un film e un sonnellino, prima dell’atterraggio ci fanno compilare i moduli per l’ingresso negli USA. Il fuso orario (-9 ore) si fa sentire ma è + forte la voglia di vedere subito dal vivo la tanto sognata America! Con un bus-navetta ci rechiamo alla Hertz dove dobbiamo ritirare l’auto che ci accompagnerà x le prossime 3 settimane: ci danno una Mustang coupè 4.0, in pieno stile USA! Mi butto nel traffico di Los Angeles con un po’ di timore, ma dopo pochi minuti è come se stessi guidando in Italia, solo su strade più ampie e con attorno auto e pickup particolarmente grandi e potenti. Considerato il jet-lag sarebbero le 3 di notte, ma non abbiamo sonno e ci dirigiamo verso Long Beach per vedere la Queen Mary, una maestosa nave da crociera, ormai perennemente ormeggiata e trasformata in hotel e museo. L’ingresso è già chiuso e ci accontentiamo di vederla dal basso! E’ ora di raggiungere l’hotel dove alloggeremo la prima notte: si tratta dell’Hilton nei pressi dell’aeroporto; cena al ristorante dell’hotel e subito a letto, domani ci aspetta la prima tappa di trasferimento verso la costa. Dopo la colazione col tipico muffin, ci rimettiamo in auto e ripartiamo, la nostra meta è Santa Barbara, inseriamo l’indirizzo nel navigatore (che si rivelerà utilissimo durante tutto il viaggio) e via! Passiamo nella zona collinare di L.A. Ricca di ville e quartieri residenziali, è mattina presto e le strade appena fuori dal centro sono quasi deserte, ma ecco un poliziotto in moto (proprio un mitico “chip”) che ci ferma e ci fa una bella predica (x fortuna si limita a quella) perché non abbiamo rispettato uno stop (avevo solo rallentato, ma eravamo in un quartiere dove non c’era anima viva in giro!). Incassiamo l’ammonizione e capiamo che quello che ci avevano detto è vero: negli USA le regole vanno rispettate! E in effetti, rispettando i limiti di velocità e il codice della strada, non avremo più problemi fino alla fine del viaggio. Santa Barbara è una ridente cittadina sul mare, bella da girare a piedi per visitare i suoi negozi e mercatini di fiori e frutta. Alloggiamo per una notte in un discreto Hotel in posizione centrale, visitiamo anche un paio di Missioni nei dintorni e continuiamo a percorrere la costa californiana facendo tappa a San Simeon. Qui c’è poco da vedere, se non ammirare l’oceano, si tratta per lo più di una tappa di avvicinamento a San Francisco, per ridurre i km da percorrere in una sola volta. Il Best Western dove alloggiamo è confortevole e situato in una splendida posizione fronte-oceano e il suo ristorante ottimo; il clima è fresco, molto più del previsto e i falò accesi sul prato davanti al mare si rivelano utili per riscaldare um po’ l’aria! La mattina seguente fa ancora più freddo anche x colpa della nebbia che scende spesso in questa zona di costa, seguendo la tortuosa strada costiera proseguiamo verso nord attraversando ponti a picco sul mare e zone costiere incontaminate, scendiamo in un punto panoramico e un gruppo di scoiattoli ci viene incontro alla ricerca di cibo, incredibile! Poi quasi improvvisamente il cielo si apre e il sole illumina uno dei tratti di costa più belli e famosi del mondo: il Big Sur! Scendiamo per le foto di rito ma dobbiamo muoverci, dopo la sosta x il pranzo in un ristorante caratteristico e dopo aver fatto benzina, puntiamo dirtti verso San Francisco. A proposito dei rifornimenti devo dire che, grazie al cambio favorevole nel periodo e al fatto che la benzina costa un po’ meno rispetto all’Italia, la spesa totale alla fine non sarà eccessiva. I distributori sono praticamente tutti self-service, vi serve solo una carta di credito con pin a 5 cifre, oppure potete pagare in contanti al gestore, io consiglio la prima soluzione. Troverete 3 tipi di benzina con 3 ottani diversi, la più economica va benissimo. Fate benzina spesso, anche se non siete in riserva perché in alcune zone non troverete distributori a portata di mano. San Francisco ci accoglie col normale traffico di una grande città e con le sue famigerate strade a sali-scendi. Raggiungiamo l’Hotel dove allogeremo x 3 notti e facciamo 2 passi per prendere contatto con la città. Siamo vicini a Union Square, zona di negozi soprattutto di alta moda, la città ci piace da subito e sarà una delle tappe preferite del viaggio. Cena al rinomato ristorante La Scala presso l’Hotel Sir Francis Drake (prezzi comunque ragionevoli tranne che per l’acqua in bottiglia a 8 dollari), poi a letto, domani si deve sgambettare! Il ns Hotel è il Carlton, un buon 3 stelle in posizione abbastanza strategica e con un buon ristorante arabeggiante dove ceneremo una sera. San Francisco è una città in stile “europeo” e la si può girare in gran parte a piedi (scarpe comode e gamba un po’ allenata). Visitiamo il financial district con le principali banche americane, il quartiere cinese, passiamo da quello italiano per recarci nella zona marittima con i tipici “pier”, i moli ricchi di negozi e ristoranti; il + famoso è il Pier 49, molto affollato. Da qui ammiriamo anche Alcatraz, l’isola-prigione famosa e ora diventata un museo. La giornata è tersa e scorre veloce, alla sera siamo stanchi ma soddisfatti. L’indomani visitiamo il quartiere giapponese, la City Hall, prendiamo la metro per recarci al Golden Gate ma sbagliamo direzione e ci troviamo lontani. Recuperiamo grazie all’aiuto di una signora del posto e con l’autobus raggiungiamo il mitico ponte: strepitoso. Lo percorriamo x un pezzo a piedi, è veramente alto e da lassù la vista sulla baia è fantastica, anche grazie alla giornata soleggiata, solitamente qui c’è nebbia! Sempre a piedi camminiamo lungo la zona della Marina con le spiagge dove i locali si recano x relax o col proprio cane, pranziamo al Green’s un ristorante con cibi biologici e vegetariani, e poi torniamo verso i Pier dove prenderemo il Cable Car, il tipico mezzo di trasporto di S.Francisco, una via di mezzo tra il tram e la funicolare dove “appendersi” e muoversi su e giù per le ripide strade. Alla sera ci accorgiamo che il sole preso camminando surante il giorno, mitigato dalla brezza marina, ci ha praticamente ustionato e siamo costretti ad acquistare creme solari e doposole alla profumeria del Macy’s, un grande magazzino in Union Square. Purtroppo è giunto il momento di lasciare la città, con un po’ di tristezza, forse una notte in più non avrebbe guastato, ma ora ci attendono i parchi! Usciamo attraversando il GoldenGate, questa volta in auto e questa volta la nebbia c’è! Scendiamo x fotografarla ma fa freddissimo. Si va verso lo Yosemite N.P. Che ci accoglie avvolto in un’aria calda e fumosa: sono in corso degli incendi e la zona è anche interessata da un black-out elettrico. Nonostante ciò riusciamo a visitare una cascata e un bosco di sequoie. Per fortuna il lodge dispone di un negozio di alimentari dove recuperiamo qualcosa da mangiare e da offrire ai grossi scoiattoli che ammiccano fuori dalla camera. La vasca idromassaggio è invitante ma senza corrente non può funzionare, pazienza! Il giorno dopo andiamo verso il Sequoia N.P., incontrando lungo il tragitto centinaia di vigili del fuoco che si stanno organizzando per entrare in azione. Visitiamo prima il Kings Canyon N.P. E poi il Sequoia. Qui non ci sono imprevisti, il paesaggio è incantevole e gli alberi davvero enormi. Le foto si sprecano, e arriviamo ai piedi del Generale Sherman, l’albero + grande del mondo: le persone ai suoi piedi sembrano formiche. Alloggiamo presso la vicina città di Visalia, dove ceniamo con una pizza dalla qualità migliorabile e il giorno seguente, dopo una rapida colazione presso uno Starbucks (catena spesso utilizzata e consigliata) e una telefonata a casa, ci dirigiamo verso la Valle della Morte! Avvicinandoci capiamo il perché del suo nome, il caldo aumenta sempra di più fino a sfiorare i 50°C, ma la bellezza dei panorami è impareggiabile. Prendiamo posto al Lodge dove pranziamo con un panino fatto preparare presso un supermercato VONS, ottimo posto dove acquistare cibi e bevande, e ci tuffiamo nel torrido deserto. E’ il primo pomeriggio e al sole si fatica a respirare, il vento forte e caldo allevia solo un po’ l’arsura, pochi minuti per fare le foto e poi in auto con l’aria condizionata! Le dune, lo Zabriskie Point, le ex miniere di borace, tutto bellissimo. Cena a base di Steak presso il ristorante del Lodge e a letto! Sono circa le 22 ma la temperatura rimane attorno ai 40 °C, per fortuna in camera c’è il condizionatore. La mattina dopo visitiamo altre zone della Death Valley, degni di nota il Badwater Basin, sotto il livello del mare e Dante’s View a 1700 m. D’altezza dal quale si gode di un panorama mozzafiato. Dobbiamo salutare la Valle, ci aspetta un’altra tappa molto attesa: Las Vegas! Guidando su strade che sembrano non avere fine eccoci nella città capitale del gioco e della trasgressione, un’oasi nel deserto, una specie di Parco divertimenti all’ennesima potenza. La scelta di alloggiare presso l’Hotel Bellagio si rivela azzeccata per posizione e qualità della struttura, che pur essendo un 5 stelle Lusso ha prezzi irrisori se paragonata a una di pari livello per esempio in europa. Ci fermiamo 2 notti e passiamo le calde giornate a visitare gli incredibili alberghi e negozi di ogni tipo. Non manchiamo di fare qualche “tiro” alle slot-machine, senza però riuscire a sbancare i casinò! Purtroppo dobbiamo abbandonare anche Las Vegas, anche qui una notte in più sarebbe stata utile per visitare con più calma alcune attrazioni. Oggi si va in quota, dobbiamo raggiungere il Bryce Canyon, situato a quasi 3000 metri di altezza. La salita è però lunga e dolce e non si ha la sensazione di essere così in alto. Per raggiungerlo attraversiamo anche un altro parco, lo Zion, che ammiriamo dall’auto. Paesaggi incantevoli si susseguono, finalmente arriviamo al Lodge dove ci rifocilliamo, siamo a metà pomeriggio e il nostro pasto è sia pranzo che cena, ormai ci siamo abituati ad avere orari sballati dovuti alla tempistica dei trasferimenti. Riprendiamo l’auto e percorriamo la strada panoramica, un percorso obbligato ad anello con diversi punti panoramici dove scendere ed ammirare il panorama incredibile. I pinnacoli del Bryce saranno un’altra delle cose che più ci rimarranno in mente. Decine di scatti e diversi minuti di filmato e poi si riparte, la prossima tappa è la Monument Valley. Ignoriamo la deviazione per l’Antelope Canyon e forse sbagliamo perché dalle immagini viste sembrerebbe meritevole di una visita, e giungiamo presso la Monument dopo parecchie ore di auto: ci sembra di essere finiti in un film western, da un momento all’altro ci aspettiamo di imbatterci in qualche “assalto alla diligenza” ma niente di tutto ciò accade. Dopo il pranzo a base di piatti tipici della cucina Navajo (la tribù che ancora risiede e gestisce il parco) visitiamo la Valley. Si paga l’ingresso non essendo parco nazionale e per poter visitare tutti gli angoli migliori ci affidiamo, pagando non poco, agli stessi Navajo che possono spingersi con le jeep dove i turisti da soli non possono o non riuscirebbe con una normale auto. Tutto bellissimo ma purtroppo non possiamo aspettare il tramonto perché l’hotel dove alloggeremo è un po’ lontano e preferiamo raggiungerlo col chiaro. Cena con la tipica bisteccona e a letto! Ci avviciniamo alla fine del tour, oggi si va al Grand Canyon, una tappa dalla quale ci aspettavamo un po’ di più, i panorami sono suggestivi ma, forse anche per il tempo ventoso e nuvoloso, il posto ci entusiasma meno di altri. Poco male, recuperiamo con una deliziosa cena presso il ristorante dello Yvapai Lodge dove dobbiamo attendere non poco per prendere posto, e poi a letto, il giorno dopo ci attende una tappa particolarmente lunga per riportarci verso Los Angeles. Alloggiamo infatti 1 notte a Palm Springs, oasi meta di giocatori di golf che non visitiamo ma ci serve solo per accorciare le distanze da percorrere. Vi giungiamo dopo esserci imbattuti in un pauroso temporale dal quale per fortuna usciamo indenni anche se con l’auto infangata che ripuliamo in un autolavaggio. Visitiamo in 2 riprese un grande outlet di negozi nei pressi di Palm Springs dove facciamo un po’ di shopping (conveniente) soprattutto per abbigliamento firmato e facciamo rotta verso Los Angeles, dove tutto è iniziato! Qui ci fermeremo per 5 notti nella località di Santa Monica alloggiando presso un ottimo hotel a 5 minuti dalla spiaggia e visitando ogni giorno qualcosa. Una giornata la dedichiamo alle immense spiagge rese famose dal telefilm Bay Watch, con una bici a noleggio le giriamo in lungo e in largo visitando anche la famosa zona di Venice Beach. Anche qui ci ustioniamo ma per fortuna abbiamo ancora le creme prese a S.Francisco. Una giornata la passiamo agli Universal Sudios di L.A., un parco divertimenti in tema cinematografico, tappa obbligata per gli amanti del cinema. Come del resto Hollywood e la walk of fame, il Kodak Theatre dove si assegnano gli Oscar e non può mancare la mitica collina con la scritta! Il centro vero e proprio di Los Angeles, la downtown, non merita particolari approfondimenti, anzi la visita è trascurabile. Una zona meritevole è il quartiere ricco di Beverly Hills con la famosa Rodeo Drive, resa celebre anche dal film Pretty Woman. I negozi sono del tipo “guardate ma non acquistate” e in effetti, anche percè è mattina presto, di potenziali acquirenti se ne vedono ben pochi. E così siamo giunti al termine del nostro viaggio, la mattina della partenza ci rechiamo sulla spiaggia di Malibù, riservata ai soli surfisti, per un ultimo saluto all’Oceano. La riconsegna dell’auto e il trasferimento in aeroporto avvengono senza problemi, ad ulteriore testimonianza dell’efficienza dell’organizzazione americana, sempre all’altezza della situazione. A tal proposito ricordo che le mance (in inglese “tip”) qui sono praticamente d’obbligo: va lasciata a facchini e taxisti, e al ristorante va lasciato come mancia almeno il 10% del conto, se pagate con carta di credito basta compilare lo scontrino negli appositi spazi. Per non spendere più del dovuto, evitate di ordinare acqua in bottiglia, meglio chiedere una bibita o dell’acqua in caraffa (il “refill” è gratis). Bene, un occhio al contachilometri della Mustang: 5400 Km! Grandi distanze percorse ma grandi soddisfazioni, ecco la risposta ai nostri dubbi iniziali: la scelta di questo viaggio è stata azzeccata! Torniamo a casa con oltre 1500 foto scattate e oltre 4 ore di filmato, ma soprattutto con ricordi indelebili di un pezzo d’America che resteranno a lungo nei nostri occhi e nel nostro cuore.


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