I bisonti della strada in West U.S.A

6 agosto partenza da Caselle alle ore 10.55 per Francoforte, 1.30 in compagnia di un gruppo di Gassino diretto al Cairo (mamme, papà, preti, ecc..) con una signora terrorizzata dall'aereo che non ha smesso un attimo di parlare e portare sfiga. Arrivo a Francoforte con appena il tempo di imbarcarci per Los Angeles dove, con orrore, scopriamo di...
Scritto da: mendy
i bisonti della strada in west u.s.a
Partenza il: 06/08/2007
Ritorno il: 20/08/2007
Viaggiatori: in coppia
6 agosto partenza da Caselle alle ore 10.55 per Francoforte, 1.30 in compagnia di un gruppo di Gassino diretto al Cairo (mamme, papà, preti, ecc..) con una signora terrorizzata dall’aereo che non ha smesso un attimo di parlare e portare sfiga.

Arrivo a Francoforte con appena il tempo di imbarcarci per Los Angeles dove, con orrore, scopriamo di essere a più di 40 posti di distanza l’uno dall’altra. Disperati come tanti altri chiediamo ad entrambi i nostri vicini se viaggiano da soli e per fortuna trovo una ragazza tedesca disposta allo scambio con mio “marito”. Nel frattempo, Sergio, aveva già allertato l’hostess e tutto l’aereo dicendo che eravamo in viaggio di nozze e se si poteva trovare una soluzione. Insomma dopo circa 2h di volo seduti l’uno al fianco dell’altra ci vediamo portare per i due neo sposini (ricordiamo che siamo sposati da quasi un anno)due bicchieri “flut” di vetro con champagne, snack e rosa rossa per la sposa con tanto di applauso generale dei passeggeri dell’aereo . Maddai allora da adesso in poi tutte le volte diremo di essere in viaggio di nozze ihihihi risatina satanica.

Arrivo all’aeroporto di Los Angeles, dove l’aereo ci ha messo un’ora solo per parcheggiare e poi a causa di una marea di cinesi, che non avevano compilato il foglio di migrazione, aspettiamo altre 2h per poter entrare in suolo statunitense, e dopo aver lasciato impronte digitali e foto segnaletiche al poliziotto di turno,alle 18.30 locali (meno 9h rispetto all’Italia) ritiriamo finalmente i bagagli, evviva inizia la nostra nuova avventura in territorio americano.

Prendiamo il bus per l’agenzia Alamo dove abbiamo scelto una magnifica Chevrolette Aveo rossa nuova fiammante ancora impacchettata, “profuma” incredibilmente di nuovo e quando la chiudi suona il clacson per avvertirti o salutarti a seconda dell’interpretazione…Noi optiamo per la seconda.

Cartina alla mano raggiungiamo il nostro Hotel Wilshire Grand proprio nella Downtown in mezzo ai grattacieli. Appena arrivati ci consegnano una stanza con il condizionatore al massimo, sembra di essere al polo nord, ed una vasca da bagno non funzionante…Ma siamo negli USA e presto fatto chiediamo subito un’altra stanza con vasca da bagno funzionante e condizionatore spento con tanto di cioccolatino per il disagio! Albergo magnifico di 16 piani con suite, piscina, centro fitness, ristorante giapponese e cinese, birreria, boutique, ecc… Pieno zeppo di cinesi ma soprattutto giapponesi… Ma allora ci seguono…

7 agosto Il fuso si fa sentire e già alle cinque di mattina siamo svegli e operativi a preparare tatticamente la nostra giornata agli Universal Studios di Los Angeles.

La preparazione però prevede anche lo scassinamento della valigia dal momento che i “nostri paperini” hanno sbagliato ad impostare la combinazione. Dal momento che non siamo due ladri professionisti abbiamo impiegato in questa operazione circa un’ora compreso ripristino della stessa serratura per richiudere la valigia… Non saremo mai dei buoni ladri.

Finalmente arriviamo agli Universal Studios!! Senza parole, negozi, insegne e attrazioni e musiche da… Film.

Iniziamo con il tour dei set cinematografici da FAST & furios, alla guerra dei due mondi, alla mummia, una fantastica montagna russa al buio che corre sotto terra, e che una volta aver terminato il suo tragitto con una brusca frenata, ripercorre il tutto in retromarcia…Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! Bellissima!!!!.

Ritorno al futuro magnifica attrazione 3D e Jurassy Park, carino, ma con tanta tanta acqua, infatti scesi dalla giostra siamo bagnati fradici, nessun problema ci asciughiamo al sole californiano.

Bellissimi Terminator e Waterworld e i Blues Brother e poi un ottimo pranzo a base di pollo riso e fagioli messicani.

Molto interessante l’attrazione degli effetti speciali e della generazione del fuoco, la casa degli orrori con animazioni… Molto reali (degli addetti al parco si travestono da mostri, e all’interno del castello ti balzano addosso)… Davanti abbiamo le solite giapponesi che ci fanno sempre pisciare dal ridere, dal momento che si terrorizzano per qualsiasi cosa si muova urlando come delle pazze.

Serata sulla Walk of Fame, per intenderci la famosa via con le stelle sul marciapiede con i nomi di tante tante celebrità. Stavano anche girando un film ma non abbiamo capito quale, e per finire cena da Burger king.

8 agosto Oggi siamo in giro per Los Angeles… Dall’hotel a little Tokio di colpo ci ritroviamo in Giappone anche se sinceramente non è niente di speciale. Risaltiamo in macchina e andiamo alla ricerca della famosa scritta HOLLYWOOD sulla collina, con le villette dei vips e di seguito giro per le stra-lussuose strade di Beverly Hill, incominciando da Rodeo Drive… La mitica via scena del film Pretty Woman!! Qui c’è un lusso incredibile, forse anche più della quinta strada di New York.

Dopo il lusso ci dirigiamo verso la costa, iniziando da Venice Beach a Los Angeles che si presenta come un’immensa spiaggia tipica del film Baywach con una meravigliosa passeggiata che costeggia il lungomare piena zeppa di gente alquanto strana soprattutto artisti di strada, negozietti di vario genere dove compri di tutto e fanno anche i massaggi. Ci sono anche palestre con tanto di attrezzi e campi da basket all’aperto. Il quartiere a ridosso della spiaggia sorge tra finti canali …Si rifà a quelli veneziani, da qui appunto ne deriva infatti il nome Venice Beach .

Piccola scappata a Malibù, abbastanza deludente, ci dirigiamo alla mitica spiaggia Surfrider dove però ci sono pochi surfisti in quanto il mare è troppo calmo…Così non ci resta che ricordarcela nel film Point Breck quindi cavalcando la strada costiera con la nostra mitica Chevrolette rossa ritorniamo sui nostri passi a Santa Monica. Molto bella, con un molo con tanto di ruota panoramica e una via pedonale degni di nota. Cena a base del solito hamburger… vero però che un hamburger così grosso, e buono, non lo abbiamo mai mangiato in vita nostra e per contorno il tipico locale alla Happy Days. Dopo una breve passeggiata rientriamo alla base, perché domani ci aspettano un po’ di ore di macchina per raggiungere…Las Vegas. 9 agosto Sveglia ore 7… Oggi si parte per Las Vegas, oggi inizia il nostro vero viaggio ON THE ROAD, 1..2..3..GO! Dopo una colazione tipica americana dal mitico Danny’s e un viaggio di 4 ore, per una super strada dritta dritta, sempre dritta, in mezzo al nulla anzi al deserto con un caldo già inimmaginabile, eccola all’orizzonte spuntare!! “E’ un miraggio!!!” Las Vegas la città delle meraviglie in mezzo al deserto, un enorme centro commerciale o parco giochi per adulti, un covo di pazzi!!!! Amanda si precipita subito ad inserire i il cd del re del roch”&”roll , Elvis…Le musiche che ci accompagneranno lungo il viaggio sono importantissime per gustare ancora di più i paesaggi e le emozioni…Vivaaaa Las Vegas, canta Re Elvis!! Il nostro hotel (Hollywood Planet) è in parte in costruzione dovendo essere inaugurato a settembre da Bruce Willis che lo ha fatto diventare il più grande di Las Vegas, pensate che gli operai lavorano di notte per non infastidire i clienti!!! Ma cosa più importante è che è direttamente sulla Strip la via principale di “Vegas” come la chiamano gli americani.

Parcheggiamo nel parcheggio della Miracle Miles, due miglia di strada stile arabo che passa interna agli hotel, con numerosissimi negozi e… Ogni 15 min c’è un finto temporale con tanto di lampi, tuoni e pioggia che cade in fontane, siamo da poco a Las Vegas e già abbiamo capito che qui tutto è spettacolo! Facciamo la coda per la camera e finalmente eccola … La 2205 nell’ala SUD dell’albergo, al piano 22. Cerchiamo di districarci nel casinò per raggiungere gli ascensori giusti e dopo quasi tre tentativi ci riusciamo, c’è veramente da perdersi.

Via subito verso la Strip… Arriviamo subito all’hotel Parigi con la sua caratteristica Toure Eiffel, puoi verso il Bellagio, magnifico con il suo spettacolo di fontane a tempo di musica ancora più famoso per il film Ocean’s 11 con George Clooney e Bred Pitt. Senza indugio ci dirigiamo verso il Venezia dove una volta entrati dentro all’albergo/casinò giriamo per le caratteristica vie della città veneta con tanto di Canal Grande e gondole, e prendiamo una birra in piazza San Marco con i gondolieri che cantano… in veneziano, maddaiiiiii.

Il Mirage con la sua cascata in pieno deserto e il MGM con i leoni che giocano a palla, purtroppo chiusi in una grossa vetrata.

Per tutto il giorno camminiamo e gli occhi girano all’impazzata su, giù, destra e sinistra… È tutto esagerato.

Cena al più grande e famoso buffet del Bellagio dove con $25 a testa mangi e bevi tutto quello che vuoi… La mia cena è stata tutta a base di pesce con tanto di sushi e Sergio, ovviamente, pasta …C’era veramente di tutto, i dolci poi erano divini.

Giretto al New York New York dove ci sono delle montagne russe pazzesche, abbiamo giocato i nostri primi soldini ed ovviamente non abbiamo vinto nulla, ma abbiamo assistito ad una gara tra pianisti, che eseguivano sul momento le canzoni che la gente scriveva sulle banconote da un dollaro…Proprio come nei film! Ora però ci vuole una bella dormita ristoratrice vista la stanchezza accumulata nella giornata ma credeteci meritava davvero vivervela un’emozione del genere… Buona notte.

10 agosto Eccoci al nostro primo motel della catena Super 8. Spartano ma pulito ora ci dirigiamo al Grand Canyon. Ci appare in lontananza come una montagna, senza cime…Insomma l’orizzonte è una linea drittissima…Ma il canyon? Dov’è? C’è tranquilli, solo che non è da cercare in cima alla montagna, ma è piuttosto dentro la montagna. È una meraviglia il Grand Canyon, è un’enorme spaccatura nella roccia dove al suo interno scorre il Colorado River. I colori sono la cosa che più ti colpiscono oltre alla superficie perfettamente piatta ma con al suo interno un così magnifico segreto. Il punto più bello in assoluto è il Desert View dove abbiamo assistito ad un tramonto indimenticabile! Abbiamo fatto la carta dei parchi annuale che ci è costata $80. Al ritorno dopo l’incontro ravvicinato in mezzo alla strada con un enorme cervo ci premiamo con una meritata cena nella famosa Steak House Rod’s dove abbiamo mangiato due ottime bistecche per $ 20 a testa.

11 agosto Oggi raggiungeremo Page per poi precipitarci immediatamente alla visita guidata dell’Antelope Canyon.

Paghiamo per il tuor con gli indiani Navajo $ 58. Alle 13.20 partiamo a bordo di in un fuoristrada big foot sgangheratissimo alla scoperta del canyon e dopo 45 minuti di guida spericolata sulla sabbia ci ritroviamo davanti al fantastico “antilope”, una spaccatura nella roccia tutta levigata dalle forti piogge e dal vento che al suo interno presenta scenari da favola con anfratti dove il sole entra da fessure più o meno grandi creando meravigliosi giochi di luce sulla roccia. È conosciuto anche come canyon delle facce in quanto sulle pareti rosee e color salmone si intravedono sculture simili a visi umani.

Meta consigliata, davvero molto affascinante.

Cena con pollo arrosto ed insalata a otto dollari comprati all’immancabile mega-super-gigante market e mangiati in cameretta con alla televisione l’immancabile partita di football americano. Domani ci aspetta la Monument Valley.

12 agosto Driiiiiin sveglia alle ore 6,00 colazione con dolci locali, cereali con succo d’arancia e caffè …Ora sì che possiamo affrontare le 3 h che ci separano dalla Monument Valley.

Sorpresa le 3 h previste sono solo due, a causa delle grandi distanze si passa continuamente da un fuso orario ad un altro. Non potevano scegliere nome migliore per definire questa valle perché gli spettacoli mozzafiato si susseguono a 360°, e nessuna foto o ripresa può contenere il colpo d’occhio di questi immensi massi che artisticamente svettano all’interno della valle color rosso fuoco,ognuno col suo nome il tutto nella riserva indiana dei Navajo. Facciamo il tour con la nostra macchina (ribattezzata per l’occasione in Kid Car) su una bellissima strada sterrata della durata di circa 3 h… alla fine la macchina è piena di polvere ma nella nostra testa le immagini saranno sempre mooolto nitide e suggestive. Anzi oggi direi che la Monumet Valley è stata la tappa più bella del nostro viaggio.

13 agosto Partenza per il Bryce Canyon. Arriviamo all’hotel scelto per motivi logistici a ridosso del parco a un prezzo più elevato rispetto alla solita e ottima catena dei Super 8, e come al solito non bisogna mai lasciare la strada vecchia per quella nuova, perchè il prezzo è esagerato per quello che offre al cliente, e in più come ci aspettavamo purtroppo oggi il rodeo fatto per i turisti in un ranch lì vicino, non c’è , ma non importa “the show must go on”.

Ci addentriamo nel parco, che già al primo punto di osservazione ci mostra uno spettacolo impressionante… Il paesaggio è pieno di rocce appuntite di nome hoodoos molto simili ai castelli di sabbia che si fanno da bambini al mare sul bagnasciuga con la sabbia bagnata. Ci sono 1000 di queste punte di colore rosso che variano fino al bianco, forse è questo il canyon più bello che abbiamo visto fino ad ora, veramente spettacolare. Cena alla cow-boys dove mangiamo una di Steack Bonn squisita per $ 42 con contorno di insalata, fagioli texani, e insalata di patate e due coccole con un dolce locale, e alla fine ci accorgiamo di pagare di meno di quello che pensiamo… Forse le cameriere si sono sbagliate a fare il conto…Ok benissimo gambe in spalla saltiamo sulla Kid Car e fuggiamo verso il tramonto! Durante il tragitto di ritorno all’hotel assistiamo sulla nostra sinistra ad uno spettacolare temporale con fulmini in un punto imprecisato del Bryce Canyon, sembrava di essere in un film. Ora nanna domani si ritorna a Las Vegas.

14 agosto Eccoci nuovamente per le vie di Las Vegas, ormai confidenzialmente le diamo del tu, e la chiamiamo “Vegas”. Immediatamente ci dedichiamo allo shopping nei mega outlet, dove compriamo diversi capi d’abbigliamento e scarpe firmate ad un prezzo moooolto inferiore rispetto all’ Italia. Poi, dopo aver nuovamente preso possesso della camera all’Hollywood Planet, ci privilegiamo dell’emozione di un tuffo nella bellissima piscina al 6° piano dell’albergo a cui segue un po’ di meritato idromassaggio…Bollente dal momento che la temperatura esterna è di ben 45°. Tempo di cambiarci e via in giro nuovamente sulla “Strip” tra gli ultimi alberghi/casinò non ancora visitati la prima volta come il Luxor, l’Excalibur. Questa volta decidiamo di cenare sempre con la formula “all you can eat” al buffet dell’Excalibur piuttosto economico, in modo che ci restano dei dollari per giocare ai casinò. Incominciamo con la roulette al New York New York, man mano la febbre del gioco ci rapisce e mi decido a buttarmi al tavolo del “black jack” al mitico Bellagio . Sergio si dedica invece alla roulette, e dopo aver vinto un po di dollari , in preda a una crisi mistica tenta il colpaccio, $ 100 in un colpo solo su un numero secco ma per un soffio, e per un soffio si intende per ben solo un numero di scarto, i nostri eroi perdono $100 in un batter d’occhio, e passiamo la serata ad imprecare e a chiederci, se magari ritentassimo subito un’altra puntata sul tavolo verde magari ci va meglio…Ma per fortuna vince la razionalità e riusciamo ad accettare di aver giocato a Las Vegas, di esserci divertiti e di aver perso, come la maggior parte della gente che decide di venire a visitare questa incredibile città. All’1.30 di notte decidiamo di andare a dormire perché domani , o meglio oggi vista l’ora ci si sveglia alle 6.00.

15 agosto Partenza per la tanto temuta Death Valley a causa dell’elevata temperature che pensiamo di trovare. L’arrivo non è drammatico come pensavamo e il caldo non è così insopportabile. Incominciamo il nostro giro dallo spettacolare Zabrisky Point che ci si presenta come un incredibile paesaggio lunare, al quale bisogna accostare una silenzio impressionante. Risaliti in macchina rigorosamente con aria condizionata accesa, ci dirigiamo a Badwater e ci arriviamo esattamente a mezzogiorno del 15 agosto, buon ferragosto!! Ora il caldo è veramente impressionante ci dicono che ci siano 54°, e sinceramente ci crediamo, è come essere di colpo dentro a un phone acceso. Lasciata la Kid Car ci addentriamo a piedi con pochi temerari nella distesa di sale che si distende davanti ai nostri occhi che emana un riverbero incredibile, siamo a molti piedi al di sotto il livello del mare e per la precisione nel punto più basso d’america ma dopo qualche minuto desistiamo nell’impresa perché il caldo è veramente insopportabile. Un giro ad Artist Drive dove la montagna si tinge di molti colori e sembra veramente la tavolozza di un pittore è poi una piccola visita al campo da golf del diavolo.

Arriviamo al Furnace Creek Rang alle 14, e nome più appropriato non poteva essere scelto, sembra proprio di essere dentro ad una fornace. La struttura non è delle più belle, ma è da considerare che siamo nel bel mezzo di un’oasi in pieno deserto a 54°, e che soprattutto è l’unica struttura. La camera anche se non pulitissima ha però l’aria condizionata e il frigo, e la cosa incredibile è che l’acqua fredda o meglio quella che dovrebbe essere fredda esce dal rubinetto comunque calda.

Allora per rinfrescarci si opta per un tuffo in piscina, è molto bella e grossa, ma l’acqua ovviamente è calda, caldissima, sembra di essere alle terme. Si decide per un riposino al fresco del condizionatore al fine di far passare le ore più calde per poi risaltare in macchina e dirigerci verso l’Ubidibikrater di origine vulcanica, davvero molto bello ma con un vento caldo impressionante. Ritorno al Furnace Creek e dopo un hamburger o meglio al solito hamburger una doccia una dormita in …Sauna.

16 agosto Oggi ci aspetta la tappa più lunga per spostarci fino al Sequoia National Park, ma prima salutiamo la Death Valley con una mini passeggiata in solitaria sulle dune del deserto, dove si distinguono le impronte di serpenti , coyoti e quando ci attraversa la strada una piccola tarantola, optiamo per una rapida ritirata verso la macchina. Dopo un interminabile viaggio iniziato alle 6.30 di mattina, finalmente alle 3.00 di pomeriggio entriamo nel Sequoia National Park. Abbiamo deciso di rinunciare rispetto ai nostri piani iniziali all’attraversata e quindi visita dello Yosemite Park perché ormai siamo provati dal viaggio e vogliamo goderci piuttosto mezza giornata in più a San Francisco e sinceramente riposarci anche un po’.

Cosa dire del Sequoia? Non si può che dire che questi alberi o meglio queste foreste fanno veramente impressione, sono giganteschi, e davanti al generale Sherman la sequoia più grossa e vecchia del parco, ci sentiamo piccolissimi, come dentro alla favola di Pollicino. Ora la classifica dei parchi incomincia a delinearsi dal momento che questo è l’ultimo parco che visiteremo nel nostro viaggio, anche se è veramente dura fare una classifica, anzi impossibile, perché c’è da dire che oltre ai gusti che sono del tutto personali, c’è da dire che i parchi americani sono del tutto diversi l’uno dall’altro e ognuno ti regala delle emozioni uniche, anche se noi continuiamo a mettere in cima alla lista la Monument Valley. Alle 19.00 arriviamo a Fresno e dopo aver preso possesso della camera al solito motel Super 8, ceniamo con un hamburger nella catena IN&OUT, è buonissimo ed economico. Ritornati in camera ci addormentiamo ma alle due di notte veniamo svegliati dalla radio di una volante della polizia in quanto proprio di fronte alla nostra camera è in atto un arresto. Sbirciamo questo spaccato di vita americana o meglio questa scena tipica dei REALITY visti e stravisti alla televisione dalla finestra della camera, e ci accorgiamo che la polizia sta controllando con una torcia la targa della nostra macchina, e soprattutto sotto la nostra macchina. Bene, dal momento che noi l’inglese lo conosciamo solo a livello scolastico, il panico ci assale, e ci vediamo già impossibilitati a un possibile interrogatorio con tanto di lampada puntata in faccia a spiegare la nostra estraneità all’accaduto, e ci convinciamo già a marcire dietro le sbarre di Alcatraz…Ma per fortuna è un’avventura a lieto fine e la polizia dopo aver controllato tutte le macchine presenti nel parcheggio si allontana con l’arrestato. Evviva siamo ancora liberi di ritornare a dormire e soprattutto di andare all’indomani mattina alla scoperta della nostra ultima tappa. San Francisco.

17 agosto Eccoci pronti per l’ultima tappa dello splendido viaggio San Francisco o come la chiamano gli americani “Frisco”. L’albergo dove alloggiamo il Renaissance Stanford Court è bellissimo e subito la città inizia a conquistarci per la sua bellezza e per la sua originalità, in quanto è un continuo susseguirsi di vie con lunghissime e ripidissime salite, alle quali ovviamente seguono altrettante impegnative discese. Una volta aver posato il bagaglio, andiamo subito, visto la bellissima giornata di sole, ma soprattutto vista l’assenza della nebbia, presente tutte le mattine anche in estate, a visitare il Golden Gate. È veramente mastodontico, e decidiamo di percorrerlo a piedi. Ci metteremo ben 40 minuti per arrivare alla sponda opposta. Il ponte ha un color rosso, perché e il colore tipico dell’antiruggine, che una squadra, denominata la squadra del ponte, continua a dare sulla struttura metallica al fine che la salsedine e l’umidità della baia, attraversa per l’appunto dal ponte non intacchi con la ruggine questa opera d’arte. Dal ponte ammiriamo la città di “Frisco” e soprattutto con nostro enorme stupore la vicinanza alla costa dell’isola su cui sorge l’ex-penitenziario di Alcatraz. Era un carcere di massima sicurezza da cui non è mai evaso nessun detenuto, e il tutto ci è facile capirlo visto la fortissima corrente della acque della baia, pensate che delle navi cargo nell’attraversarla, nonostante la loro enorme stazza non riescono a navigare diritte, ma sono obbligate per contrastare la corrente ad assumere un rotta in diagonale.

Nel pomeriggio ci affacciamo sulla famosissima China Town di San Francisco, ci appare subito bellissima e decidiamo l’indomani di riprendere la nostra visita proprio da qui.

18 agosto Dopo una bellissima e comodissima dormita siamo pronti per continuare la nostra scoperta di questa meravigliosa e originale città. L’albergo sorge proprio in pieno centro, nella zona commerciale, ricca di negozi piazze e grattaceli sedi di prestigiose ditte, il tutto a ridosso della stravagante China Town. Come stabilito dopo un breve giro ai magazzini Macy’s ci dirigiamo subito verso questo spaccato di territorio e cultura cinese in suolo americano. Oltrepassiamo la porta cinese con tanto di lanterne e dragoni e di colpo siamo in Cina. Qui i negozi vendono solo prodotti cinesi, si sentono solo musiche cinesi e anche le scritte dei negozi e delle pubblicità lungo le strade sono solo in cinese. Essendo l’ora di pranzo decidiamo di approfittarne e di provare la vera cucina cinese. Eccoci seduti in un ristorante frequentato solo da persone asiatiche. Ci viene consegnato il menù, che con nostra grande sorpresa è scritto solo in lingua cinese e anche i camerieri parlano solo cinese, e ovviamente non conoscendolo ci spieghiamo a gesti e indicando i piatti dei nostri vicini. Alla fine abbiamo mangiato a pochissimo, un piatto molto gustoso, ma onestamente non sapremo mai ne il nome della pietanza e tanto meno gli ingredienti dal momento che l’unico elemento che abbiamo riconosciuto erano i spaghetti di riso. Non contenti della nostra esperienza in “cina”, dal momento che Amanda ha da un paio di giorni un forte mal di gola entriamo in una erboristeria per farci dare qualcosa di omeopatico. Anche qui il personale proprio come al ristorante parla solo cinese, e Amanda con tanto di dizionario in inglese in mano cerca di far leggere direttamente al dottore la fatidica parola “mal di gola”, ma ci accorgiamo che non sanno leggere nemmeno l’inglese, quindi o parliamo cinese e gesticoliamo, ovviamo optiamo per il secondo. Ci vengono date delle pastiglie che in giro di pochi giorni danno degli ottimi risultati, evviva, ma anche in questo caso non chiedeteci ne il nome delle pastiglie ne tanto meno di che cosa sono composte. Proseguiamo il nostro giro e giungiamo a Little Italy, proprio come fa capire il nome qui l’Italia e soprattutto la cucina italiana è di casa, quindi è facile trovare ristoranti dal nome tipico come Caruso o Peppino o pizzerie napoletane o negozi che vantano di vendere il parmigiano reggiano e il salame cotto. Attraversata Little Italy si accede al Fisherman Wolf . Proprio all’entrata di questo altro tipico angolo di San Francisco assistiamo al capolinea del Cable Car o meglio per intenderci il piccolo tram-dentera che percorre in lungo e largo ma soprattutto in salita e discesa la città, al cambio manuale della direzione del percorso. Consiste nel far entrare il tram dentro a una pedana di legno, sulla quale il tranviere farà ruotare a forza di braccia il tram e lo riposizionerà sul binario pronto a ripartire in direzione opposta a quella di arrivo. Il Fisherman è ricco di negozi di souvenir ma soprattutto essendo “Frisco” la città dei granchi è pieno di ristoranti e bancherelle che vendono la zuppa di granchio servita dopo aver tolto la mollica dentro a una pagnotta di pane. Ultima tappa della giornata è il famosissimo Pier 37, famoso non tanto per i negozi, ma piuttosto perché è stato adottato da una colonia di leoni marini, che si possono vedere riposare o meglio oziare un tutto libertà sopra a delle piattaforme all’interno del molo. Dopo l’ennesima salita raggiungiamo il nostro albergo e quindi di conseguenza la nostra camera. Buonanotte Frisco.

19 agosto Anche oggi la giornata inizia presto e soprattutto splende il sole. Riprendiamo la nostra macchina che per questi giorni è rimasta ferma nel parcheggio dell’albergo, e tanto per intenderci questo sarà il parcheggio più caro non solo dell’intera vacanza, ma della nostra vita perché la sosta ci costa ben 200 dollari. Ok non perdiamoci in questi piccoli e trascurabili dettagli e proseguiamo nel nostro tour. Oggi vogliamo dedicarci essendo l’ultimo giorno allo shopping ma soprattutto alla visita del Japan Garden. È bellissimo, e le parole non sono sufficienti a riportare il fascino e la accuratezza del minimo particolare, del minimo filo d’erba e foglia. C’è anche un piccolo bar prettamente turistico dove si può prendere il thè servito da ragazze vestite da gheisca.

Dopo avere dedicato la giornata allo shopping ci preoccupiamo di fare e soprattutto chiudere le valigie, perché domani 20 agosto dall’aeroporto di San Francisco prenderemo il volo di ritorno verso Frankfurt, e da qui per Torino.

È un viaggio che consigliamo di fare e soprattutto vivere a tutti, tenendo presente però che a causa delle grandi distanze del territorio americano, assorbirà ai partecipanti molte energie , che verranno però ripagate dalla bellezza della natura e dalla immensità dei parchi oltre che dalla originalità delle metropoli.

“DAI BISONTI DELLA STRADA E’ TUTTO…PASSO E CHIUDO!”



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