“Frisco”, amore a prima vista

Itinerario nella più europea delle città americane
Scritto da: marcoprato
frisco, amore a prima vista
San Francisco è una città che si ama a prima vista; sarà la sua tolleranza culturale, l’essere la più europea tra le grandi città americane, la più colta, la più moderna o la più stravagante; all’interno dei confini cittadini si respirano odori da tutto il mondo, coesistono tutte le etnie possibili e questo la rende unica. Il fatto stesso di essere costruita su 43 colline più o meno irte (e non 7 come afferma qualche abitante con falso orgoglio per sostenere che ci si trova in una seconda Roma) ha aiutato a fare della città un crogiolo di razze e culture, ogni immigrato straniero si è insediato in un luogo diverso dando vita a quartieri tipici richiamanti la madrepatria.

Ed è quindi il tessuto strutturale e multietnico della città che permette di effettuare un entusiasmante tour gastronomico senza muoversi da Frisco, come viene chiamata dai suoi abitanti. Il quartiere di North Beach, il quartiere italiano, si snoda intorno a Columbus Av., la lunga arteria teatro ogni 12 Ottobre della parata che celebra la scoperta d’America. Qui si aprono numerosi locali italiani. Questo è quindi il luogo ideale per iniziare la giornata a Frisco: un’italianissima colazione a base di cornetti, brioches e veri caffè e cappuccino, magari seduti al tavolino circondati da stampe e arredi del tutto italiani, ascoltando musica classica o comunque di casa nostra..

Percorrendo la Columbus si raggiunge l’animato Fisherman’s Warf, il porto turistico della città, piccolo parco di divertimento con miriadi di negozi di souvenirs, chiccherie, locali alla moda e punto di partenza per le escursioni verso Alcatraz e gli altri luoghi della baia.

In attesa del pranzo si girovaga tra i negozi e lo zoo a cielo aperto del Pier 39; qui ha infatti trovato rifugio un’animata e chiassosa colonia di leoni marini, che oziano indisturbati sulle banchine dismesse.

Nella piazzetta del porto, intorno all’inconfondibile simbolo del luogo (un granchio dentro un timone), si affacciano diversi ristoranti luogo ideale per il pranzo a base di pesce freschissimo per lo più locale. Molti ristoranti offrono anche pasti veloci serviti sui banconi all’esterno. E qui si possono ammirare tripudi di astici, aragoste, gli immancabili granchi e pesci vari. Assolutamente da non perdere la clam chowder una densa zuppa a base di granchio o di vongole con l’aggiunta di patate, cipolle e pancetta e servita nelle tipiche bowl, un grosso panino tondo svuotato della mollica.

A pochi passi dal Fisherman’s Wharf si trova la Ghirardelli Sq ; la struttura in mattoni rossi è stata dal 1893 al 1960 sede della celebre fabbrica di cioccolata fondata dall’italiano Domenico Ghirardelli. Questo è il luogo ideale per un ottimo dessert, il regno dei golosi: praline, cioccolatini di ogni gusto ed in ogni forma, ottime cioccolate calde, il tutto gustato con lo sguardo rivolto verso la baia. E a proposito di vedute, se si ha ancora un po’ di fiato dopo le fatiche alimentari, ci si può arrampicare sull’irta colline alle spalle di Ghirardelli Sq.; ad ogni passo il panorama cambia e la fatica viene sicuramente ricompensata dalle vedute spettacolari che vi si godono, Alcatraz, il celebre Golden Gate Bridge (il ponte rosso simbolo indiscusso della città), fino a Sausalito un ex-paesino di pescatori, oggi interessante centro culturale.

Tra le case vittoriane fanno capolino qui e là i grattacieli e collina dopo collina, discesa dopo salita, si arriva a quella che in città è sicuramente la salita più irta; ovvero quella che porta alla sommità di Nob Hill, la collina più alta del centro, ben 103 metri sulla baia. Il nome Nob deriverebbe dalla parola hindi nabob, nababbo, o forse dalla contrazione di snob. Non a caso qui vi si insidiarono verso la fine dell’800 i nuovi miliardari californiani, compresi gli arricchiti con la ferrovia. E’ un susseguirsi di ville, bei palazzi, dimore ottocentesche, fino alla piazzetta alla sommità dove si affaccia la Grace Cathedral, costruita nei primi anni del 900 su ispirazione di Notre Dame di Parigi. Una curiosita’: i battenti del portale maggiore sono la copia della Porta del Paradiso di Ghiberti del Battistero di Firenze. Sulla stessa piazza si affacciano anche diversi hotel di lusso che hanno fatto la storia della città, l’Huntington, il Fairmont o il Mark Hopkins, alcuni dei quali sono anche apparsi decine di volte in film o telefilm americani. Ancora in vena di veduta o semplicemente per un pausa aperitivo, il Mark Hopkins Hotel fa al caso. Infatti all’ultimo piano si trova il “Top of the Mark”, un raffinato bar da cui si gode uno dei più bei panorami della città. Scendendo da Nob Hill a piedi o, se si è troppo stanchi, col cable car, si raggiunge Union Square, centro della città; sempre che di centro si possa parlare dato che non ne esiste solo uno , ma sicuramente questo è il luogo che più si avvicina alla definizione. Qui si aprono numerosi grandi magazzini come Saks Fifth Av. O Macy, grandi negozi come Tiffany o Cartier, Baccarat o Armani. Qui pulsa il centro commerciale di San Francisco. Prendendo Grant Av. Ci troviamo davanti alla Chinatown Gateway, nota anche come Porta del Drago, ovvero l’ingresso del quartiere cinese. La comunità cinese, tra l’altro una delle più grandi fuori dalla madrepatria, vi si insediò nella seconda metà dell’800; i lampioni ornati da draghi, gli empori zeppi di oggetti orientali, i tetti dai profili all’insù, i templi, i marciapiedi brulicanti di frutta e verdura, tutto qui ricorda l’atmosfera di una tipica città della Cina. Se chiudessimo gli occhi dimenticandoci dove ci troviamo, quando li riapriremmo saremmo sicuri di essere a Pechino. Qui tra un po’ di shopping e magari un massaggio orientale, c’è l’imbarazzo della scelta per la cena: ristoranti dai più raffinati ai più informali, fast food di ogni regione cinese, o i tipici ristorantini familiari, sotto o sopra il livello stradale, che servono per pochi dollari gustosi piatti fatti in casa. La giornata intanto volge al termine e mentre ci si avvia verso le braccia di Morfeo con le gambe a pezzi per la lunga camminata ma felici di aver camminato proprio a San Francisco, una radio lontana intona “I left my heart in San Francisco…”



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