Romania e Vienna on the road

Romania, tra fascino antico e praticità contadina
Scritto da: andrea70
romania e vienna on the road
Partenza il: 11/08/2012
Ritorno il: 27/08/2012
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €
Quest’anno avevamo pensato di andare negli USA per fare la mitica Route 66 by car, poi qualcuno del gruppo si è concesso ferie in Cina a condizioni favorevolissime e ha disertato, quindi abbiamo ripiegato su un giro che volevamo fare da tempo ma ci è sempre sembrato troppo impegnativo per un week-end: la Transilvania.

Facendo qualche ricerca su internet e leggendo i commenti di chi c’era già stato pensiamo che una decina di giorni possano bastare per vedere tutto quello che ci può interessare (in realtà scopriremo poi che sarebbero bastati anche un paio di giorni in meno) e, dato che abbiamo 2 settimane di ferie e vogliamo sfruttarle tutte aggiungiamo in fondo tre giorni in una capitale europea che ancora non abbiamo visitato: Vienna.

Partiamo io (Andrea), Claudio e Sandra (in rigoroso ordine alfabetico).

11 Agosto

Volo Carpatair per Timisoara, partenza da Orio al Serio, arriviamo in perfetto orario, l’aereo è un Fokker quasi nuovo. Dall’aeroporto al centro città ci sarebbe l’autobus N. 4 , peccato che nei giorni festivi (Sabato e domenica) riduca drasticamente il numero delle corse, sono le 13,30 e la prossima corsa sarebbe tra 3 ore, optiamo per un taxi.

Facciamo molta attenzione ad ogni gesto del tassista e al fatto che attivi il tassametro messi in guardia da altrui esperienze ma il nostro tassista oltre che simpatico fa tutto alla perfezione, il centro città è a 11Km dall’aeroporto, all’arrivo ci consegna un dettagliato scontrino elettronico che riporta tutto: percorrenza, tariffa/Km, soste, totale 43 lei = 9,25 euro !

Abbiamo notato che in Romania i taxi hanno affisso sulle portiere la tariffa al Km , di solito varia tra 1,39 (Bucarest) e 3,9 lei al Km prezzi più che abbordabili rispetto all’Italia.

Avevamo prenotato l’Hotel Central, che è davvero in centro. Pulito ed essenziale ma confortevole, la colazione è un po’ improvvisata (con le brioches confezionate del supermercato…) anche se permette di scegliere fino a 5 articoli da un ampio menu, a 35€ la doppia direi che ci può stare. Timisoara ha lasciato sensazioni diverse, a me è piaciuta, Sandra e Claudio sono entrati in “modalità tristezza” dopo mezza giornata quando hanno scoperto di aver visto quasi tutto quanto c’era di interessante. Usciamo in Piazza della Vittoria, molto bella con al centro bistrot e ristorantini, ai lati tanti edifici in stile davvero belli , da un lato si arriva alla splendida cattedrale ortodossa, vale una visita anche l’interno. Ci portiamo verso la piazza centrale della città vecchia a Piazza Unirii dominata ai lati opposti dalla cattedrale cattolica e dalla chiesa ortodossa serba che purtroppo è in restauro e coperta da impalcature. Anche questa ampia piazza, su uno dei cui lati il pomeriggio si tiene un mercatino di antiquariato e cianfrusaglie, è molto suggestiva, soprattutto alla sera quando è tutta illuminata.

Per la prima cena in Romania scegliamo un ristorante dal nome italiano : Intermezzo , proprio ad un lato della piazza. Discreta qualità e buoni prezzi, la pasta e la pizza non erano male , Claudio si è avventurato su un fritto misto che ovviamente era gustoso come una tegola con sopra la sabbia.

12 Agosto

Da casa abbiamo prenotato pochissimo proprio per avere poi massima libertà di scelta e di movimento, però le prime due notti a Timisoara mi sembravano da fissare, in mezza giornata non sapevamo cosa saremmo riusciti a vedere soprattutto in caso di imprevisti, invece essendo andato tutto liscio e data la dimensione ridotta della città ci siamo trovati a dover progettare il secondo giorno. Iniziamo con una breve visita al centro commerciale Julius Mall, dove ho potuto testare le inquietanti poltrone massaggio che “massaggiano” con un po’ troppa energia e ad un certo punto ti sembra di stare su una bici che ha perso il sellino… con un balzo ho interrotto la tortura, ma chi le ha progettate ‘ste robe? Entriamo nel parco cittadino e vediamo un noleggio di biciclette, è la soluzione ideale perché potremo girare rapidamente il resto della città. Durante il nostro vagare ci siamo imbattuti in folcroristico matrimonio rumeno (o gitano?), palazzo in stile arredato e addobbato in modo vistoso, vistosi i macchinoni da 100k € in su parcheggiati fuori, vistosi gli abbigliamenti dei partecipanti: le donne eleganti ed appariscenti, gli uomini… alcuni sembravano Don Johnson nella serie TV Miami Vice, altri presi dal set de “Il Padrino”. E’ partito un autentico corteo con gli sposi in testa, davanti vi erano degli sbandieratori con una bandiera della Romania e delle bandierine con sopra le foto degli sposi, non è finita… tre o quattro tizi filmavano e fotografavano tutto e uno che sembrava una specie di art director si arrampicava tra le travi del vicino giardino per guardare l’effetto e dare consigli su dove mettersi per le foto.

Dopo qualche ulteriore giro abbiamo restituito le bici e siamo andati a cena nello stesso posto di ieri sera.

13 Agosto

Prima di partire avevo dato un’occhiata alle tariffe degli autonoleggi e in particolare a quali dessero la possibilità di ritirare l’auto in una città e di riconsegnarla in un’altra, cosa che a noi tornava molto comoda, poi non ho prenotato proprio per avere massima libertà di scelta sulle date una volta sul posto. Col senno di poi è stato uno sbaglio, la Avis non aveva più macchine disponibili, gli uffici Hertz erano chiusi e anche chiamando il numero sulla porta mi hanno confermato che quel giorno non facevano uscire auto, rimaneva la Autorom.ro una compagnia locale che ovviamente si è dimostrata molto più costosa della Avis che avevo visto su Internet. Innanzitutto hanno preteso 120 € di supplemento per il fatto che restituivamo l’auto a Bucarest, ci è sembrata una furbata ma purtroppo prendere o lasciare, ho contrattato sull’assicurazione completa aggiuntiva arrivando a 8 € al giorno contro i 12 € richiesti in partenza, alla fine una Golf (seminuova, 10.000Km percorsi) per 8 giorni con kilometraggio illimitato, il navigatore Gps (5 € al giorno) e tutte le assicurazioni del caso ci è costata circa 600 €, tutt’altro che economica, conveniva alla grande prenotare da Internet, avevo trovato tariffe intorno ai 400 € pagando in anticipo e 450 € all’arrivo, quell’obolo per la restituzione in una città diversa ha fatto la differenza.

Preso possesso della nostra Golf ci siamo diretti verso Sibiu e qui è meglio fare una piccola parentesi sugli spostamenti in auto in Romania. Non pensate minimamente di calcolare il tempo che vi richiederà un viaggio secondo le medie italiane perché rischiereste di sbagliare tutto. Diciamo che la velocità media di un viaggio si attesta tra i 50 ed i 60Km/h, chiaro? Qui non esistono autostrade ma solo strade ad una corsia per senso di marcia (senza corsia d’emergenza tra l’altro), ci sono avvallamenti, dossi, curve e buche in continuazione , le strade sono strette e molto trafficate quindi guidare è impegnativo, dovrete essere abili nel sorpasso e molto ma molto ma molto prudenti perché qui con le regole sulla circolazione stradale non si scherza, quando meno ve lo aspettate ci sarà un’auto della polizia con il radar, e auto di pattuglia praticamente in ogni paese incontrato a farvi notare uno stop non rispettato o un sorpasso azzardato. I rumeni mi sono sembrati automobilisti educati e prudenti (anche se usano poco le frecce), ho visto file di auto fermarsi senza esitazioni ad un attraversamento pedonale posto al centro di un vialone trafficatissimo laddove in Italia , senza un semaforo, i pedoni per attraversare la strada avrebbero dovuto esercitarsi nel salto in lungo. Abbiamo incrociato pochi automobilisti spericolati , chissà perché la maggior parte avevano targa italiana . La qualità della viabilità sicuramente migliorerà negli anni perché abbiamo viaggiato su intere strade nazionali in rifacimento ma ci vorrà del tempo, per ora i lavori rallentano ulteriormente il traffico e l’insicurezza della viabilità.

Questo vi spiegherà come mai per coprire i 260Km da Timisoara a Sibiu ci siano volute 5 ore, all’attraversamento di un paese c’erano 2km di coda.

Arriviamo a Sibiu nel primo pomeriggio, vediamo un’Hotel Ibis vicino a quello che è indicato come centro cittadino, c’è il parcheggio davanti e ci dirigiamo li senza esitazioni. Camera doppia 49 € senza colazione (10 € se vuoi), camera comoda e pulita. Sibiu è molto carina, ha un’ampia zona pedonale piena di ristoranti con gazebo all’aperto e poltroncine in vimini, negozi e vie strette. Cominciano a farsi ricorrenti i bellissimi palazzi evidentemente vittime dell’incuria e del budget limitato per la ristrutturazione che perdono pezzi di intonaco, un vero peccato perché anche così hanno un certo fascino, messi a posto sarebbero splendidi.

Una caratteristica dell’architettura della zona sono le finestre delle mansarde a forma di occhio con le piccole tegole a seguirne il contorno , davvero intriganti perché sembrano ricambiare il tuo sguardo.

Il nostro giro ci ha portati nella piazza centrale, all’interno della bella cattedrale con le colonne in marmo rosa e poi giù per una stradina con un ponte in ferro adorno di fiori, tutto molto rustico ma aggraziato. Visitiamo poi la cattedrale ortodossa, molto bella soprattutto all’interno con tutte le pareti dipinte e la disposizione tipica di queste chiese senza sedie in mezzo alla navata centrale ma solo un ampio spazio illuminato da un enorme e sfarzoso lampadario.

Per cena seguiamo una delle indicazioni della Lonely Planet e andiamo al ristorante Crama Sibiul Vechi: vi si accede scendendo una rampa di scale dalla porta che da sulla strada, ci siamo trovati in quella che in origine doveva essere una lunga e spaziosa cantina , poi riadattata a ristorante. Claudio ci fa notare che in Italia un posto così forse non potrebbe esistere per via delle nostre leggi antincendio (o forse si, chi può dirlo…), a noi piace molto, soffitto a volta un po’ basso magari ma molto d’atmosfera, pareti con mattoncini, broccati alle finestrelle, camerieri in costumi tipici bianchi, insomma di un certo fascino. Si mangiano piatti tipici rumeni fatti in modo dignitoso e nulla più , il gulash non era male, la mia grigliata di carne piuttosto ordinaria ma giustamente, non è che fossero piatti in cui ci si potesse aspettare chissà quale fantasia no? Il prezzo assolutamente alla portata dei più: 13 € a testa bevande incluse.

Da un angolo della sala la cena viene allietata da un violinista ed un chitarrista che eseguono quelli che probabilmente sono ballate locali.

14 Agosto

Dopo aver fatto colazione per le stradine di Sibiu comprando brezel e frittelle riempite, a seconda dei gusti, con cioccolato o marmellata di lamponi, partiamo per Sighisoara, la città natale del conte Vlad Tepes, universalmente noto come Dracula.

Lungo il tragitto facciamo tappa alla chiesa fortificata di Biertan, imponente dall’esterno , si possono visitare gli interni sia della chiesa che delle stanze che ripropongono la disposizione dei mobili e gli oggetti di questi luoghi sorti a partire dal tredicesimo secolo, si tratta di luoghi ora divenuti Patrimonio dell’Unesco.

Lungo la strada non è raro vedere pali della luce sulla cui cima delle cicogne hanno fatto il loro nido, attraversiamo una serie di paesini di casette basse con tetti di paglia o di alluminio, le persone passeggiano tranquillamente accanto alla strada in abiti da campagna, si incrociano spesso carretti trainati da cavalli che portano legna o fieno.

Raggiungiamo Sighisoara nel primo pomeriggio, dopo un veloce ristoro ad un pub sulla piazza centrale (dove si parcheggia con il “gratta e sosta” come a Milano), ci dirigiamo alla volta della antica cittadella, la parte più caratteristica.

Le auto pagano un ingresso di 15 lei al giorno e c’è tanto di casello con relativa sbarra a regolare l’accesso.

Il nostro hotel, Casa Wagner si trova proprio all’inizio della cittadella, spendo subito due parole positive per le camere molto caratteristiche arredate in stile antico ed affacciate su un patio, sono ampie e pulite non c’è l’aria condizionata ma date le temperature qui non serve, pollice verso per il relativo ed omonimo ristorante in cui abbiamo cenato la sera: porzioni microscopiche e piatti insapori a parte quantità devastanti di pepe (in tre abbiamo preso tre cose diverse e tutti siamo rimasti delusi), tra l’altro nemmeno economicissimo, se volete fermarvi a dormire l’hotel va benissimo per mangiare andate altrove.

La cittadella ha certamente un certo fascino, ha una piazza centrale e su uno dei lati domina la torre dell’orologio che abbiamo visitato per vedere il panorama dall’alto, molto carina l’idea di mettere sul davanzale in legno della torre da cui ci si affaccia varie targhe che indicano la direzione di famose capitali europee e mondiali con la loro relativa distanza da Sighisoara, scopriamo di essere a 1096Km da Roma e solo 221Km da Bucarest; di sera la torre è illuminata così come le varie piazzette. Diciamo che in una giornata si può visitare Sighisoara senza perdersi niente, abbiamo visto il museo delle armi e quello delle torture con un biglietto cumulativo, quest’ultimo non vale la spesa, trattasi di uno stanzone con un paio di manette, qualche stampa d’epoca, cose viste in altri luoghi ameni del genere, niente di veramente interessante.

15 Agosto

Decidiamo di rimanere a Sighisoara per 2 notti e il secondo giorno andiamo a visitare la chiesa fortificata di Viscri, lungo il percorso vediamo un castello che si staglia sulla cima della collina, ci fermiamo a chiedere informazioni su come raggiungerlo e ci indicano un sentiero che parte accanto ad una chiesa. Dopo aver attraversato un piccolo ponte coperto sul fiume ed aver fatto una discreta arrampicata raggiungiamo il castello: ormai ne rimangono solo le mura esterne e un inquietante pozzo scoperto al centro del cortile, nascosto quasi interamente da un albero piegato. Raggiungiamo la chiesa fortificata di Viscri , in pratica una grande chiesa con attorno uno cortile e alte mura di recinzione, sembra un minuscolo villaggio ancora ben conservato contanti utensili ed attrezzi di inizio secolo.

Rientriamo a Sighisoara nel pomeriggio e ci concediamo uno spuntino al Casa Vlad Dracula, uno dei pochi posti qui che portino il nome del famoso conte. Siamo accaldati e preferiamo mangiare nel cortile all’aperto, buttiamo un occhio alla sala interna: sembra la sala da pranzo del conte Dracula in uno dei suoi film, molto suggestiva. Ci aspettavamo una “trappola per turisti” invece si mangia dignitosamente e anche le porzioni non sono male.

La nostra cena terribile , ma non per il cibo tutto sommato buono, sarà questo in Ferragosto rumeno, infatti aspetteremo le nostre portate per oltre un’ora. Non fosse stato per le birre già al tavolo e la stanchezza avremmo ritenuto lecito alzarci e andare a cercare un altro posto, prendete nota: ristorante Concordia proprio sulla piazza centrale di Sighisoara city.

16 Agosto

Vogliamo visitare i monasteri della Bucovina così partiamo di buon’ora data la distanza che ci separa dal più vicino (Moldovita) si aggira intorno ai 330Km. Il viaggio si rivela ancora più impegnativo dei precedenti a causa dei continui rallentamenti per i lavori stradali, si viaggia a senso unico alternato ma raramente l’accesso all’unica corsia transitabile è regolato da un semaforo o da due omini con le palette… no no no… spesso non c’è nulla e allora vige la regola non scritta (ma ampiamente seguita): il primo che imbocca la via nel tratto in cui si circola… passa! Quindi occhio, pazienza e sangue freddo, arriviamo a Moscovita dopo circa 7 ore appena appena “provati”, infatti in un paesino sperduto dove ci sono più buche che abitanti mi ferma la polizia. Indovinate un po’? Il limite era di 30Km/h, non ho osato chiedere a quanto andassi, non ci ho fatto caso perché non c’era intorno anima viva, solo il loro radar… i poliziotti sono molto cortesi ma inflessibili, mi spiegano la strada per il monastero e poi mi fanno una multa che mi aspetto salatissima: 70 lei=15€ … è andata di lusso! Pago e ripartiamo.

Una cosa che lascia parecchio a desiderare in Romania sono le indicazioni stradali e anche quelle per i luoghi di interesse storico o paesaggistico, poche e a volte confuse.

Il monastero è molto bello, l’esterno è in fase di ristrutturazione, in pratica degli artisti locali stanno rifacendo le pitture murali in alcuni punti, dopo averne visto un altro e aver guardato alcune foto di quelli che mancano su internet decidiamo che sono tutti molto simili (quelli che abbiamo visto noi sembravano addirittura uguali se uno non fosse stato più rovinato all’esterno) e può bastare così anche perché le indicazioni per il monastero Sucevita dice 32Km di strada non asfaltata, anche no grazie!

La nostra guida ci consiglia, tra gli altri, il Residence Villa Elena. La stanza è spaziosa con un balcone sul cortile interno, non c’è colazione. Claudio si affretta a raggiungere il bagno dove avrà modo di apprezzare almeno 8 dei famosi 10 piani di morbidezza, eh problemi del viaggiatore…

Ci guardiamo attorno e sembra di stare in Svizzera, infatti la mattina successiva troveremo una temperatura di 14° (il 17 Agosto…), ma tutto intorno abbiamo splendide montagne e tanti chalet in legno e mattoni. A parte la bellezza del paesaggio, molti ne approfittano per fare belle gite sui sentieri di montagna, intorno non c’è altro, il paese vicino non promette niente di entusiasmante, facciamo due passi e ceniamo al ristorante interno al Residence.

Sala arredata con un certo stile ed eleganza, camerieri in livrea , assaggio una delle zuppe del posto servita in una terrina di pane a forma di pentola con tanto di coperchio e vado sul sicuro con una bistecca alla griglia. Tutto ok anche il conto.

17 Agosto

Usciamo e veniamo accolti da un’arietta frizzante che ci costringe a mettere una felpa, dato che il residence non include la colazione ci rechiamo alla vicina cittadina dove mangiamo delle brioches fatte con la pasta del brezel ma farcite alla vaniglia o al cioccolato, per me qualcosa di terribile, Claudio e Sandra non fanno una piega e non lasciano briciole, almeno il tè delle macchinette è bevibile.

Risaliamo in macchina e ci dirigiamo a sud verso Brasov, durante il tragitto passiamo nei pressi dell’Hotel Dracula, un maestoso esempio di pacchianaggine, fateci un salto se avete un’oretta da dedicargli, ho letto che ha anche una cripta sotterranea, noi abbiamo tirato dritto.

Tutto sommato il viaggio verso Brasov procede senza troppi rallentamenti, arriviamo comunque nel primo pomeriggio, accanto alla città si staglia una montagna verso la cui cima campeggia la scritta Brasov in perfetto stile Hollywood.

Troviamo alloggio alla Pensiunea Curtea Brasoveana, 4 stelle con camera suite doppia a 260 lei colazione inclusa (55 €). La camera è uno spettacolo (a quella cifra in Romania direi…) , doppio letto matrimoniale con tanto di soppalco con il secondo letto. Angolo salotto, scrivania, balcone, bagno, doppio TV, aria condizionata, frigobar.

Brasov è considerato il centro più visitato della Romania, data la sua vicinanza ai castelli di Bran e Peles, ma non è che sia questo posto indimenticabile. Tra gli edifici di interesse c’è la Chiesa Nera, imponente costruzione in stile gotico che si trova poco prima della centralissima Piazza Sfatului, maestosa con la sua fontana al centro. Facendo due passi ci siamo imbattuti nella Strada della Corda (Strada Sforii), considerata la via più stretta d’Europa con i suoi appena 120cm di larghezza. Accaldati ci sediamo ad uno dei tavolini all’aperto di una enorme caffetteria (Importante: in Romania non si aspetta il cameriere che ti faccia accomodare, ci si siede, lui ti vede e ti porta il menu, funziona così), una donzella dall’aria annoiata ci porta i menù e sparisce, dopo mezz’ora buona non ricompare nessuno, altri avventori si guardano intorno spaesati, Ok stavolta ci alziamo e ce ne andiamo ! Detto e fatto.

18 Agosto

L’idea è di visitare in una giornata entrambi i famosi castelli della zona: Bran e Peles. Partiamo presto ed è una fortuna perché una strada interrotta manda in crisi il navigatore che cerca di farci passare per una strada non asfaltata, facciamo dietrofront e orizzontandoci ad intuito e con le scarne indicazioni stradali riusciamo ad imboccare la direzione giusta. Arriviamo a Bran piuttosto presto ma attorno al castello c’è già ressa. Cercate di arrivare prima delle 10 o troverete anche una coda allucinante per strada , noi quella l’abbiamo scampata ma all’ingresso inizia il delirio.

Il castello è piccolo, e direi anche piuttosto brutto ed insignificante ma è un’opinione solo mia, ai miei prodi compagni di viaggio è piaciuto. Sarà stata la calca da affrontare per entrare in ogni stanza a farmi andare in odio il posto, non potevi nemmeno girarti eri sempre circondato da una folla in stanze sempre piuttosto piccole, è stata la cosa più deludente del viaggio. Mi aspettavo qualcosa di suggestivo e vagamente misterioso, a parte la balconata che da sul cortiletto interno e un paio di torri niente di particolarmente accattivante. La posizione poi è davvero infelice, mezzo nascosto dal bosco, infatti era famoso per la sua inaccessibilità, si ma anche le foto vengono male oh! E poi ormai lo sanno tutti che da questo castello il Conte Vlad Tepes non è mai nemmeno passato…

Lasciamo Bran, io sono deluso come un bimbo che ha trovato il carbone sotto l’albero di Natale, e ci dirigiamo a Sinaia per vedere il castello di Peles: altra storia! Il castello è bellissimo già a 200 metri di distanza. Il cortile interno ha le pareti affrescate, anche qui si paga una tassa per fare foto e video, i furbi hanno vita breve perché viene dato un pass da appiccicare alla maglietta, la guida ha un’occhio di lince e se vede qualcuno fotografare o filmare senza pass sono momenti brutti…

L’esterno del castello è in stile bavarese, gli interni sono magnifici : legni ed intarsi pregiati, balaustre, scale, mosaici, un susseguirsi di stanze una più bella dell’altra. C’è la sala delle armi con il soffitto con intarsi in legno e le finestre dipinte, altre sale con stucchi pregiati e mobili d’arte, la collezione d’armi d’epoca è davvero imponente, l’atrio è uno spettacolo, la sala da pranzo non è da meno.

Usciamo ancora abbagliati tanta meraviglia e facciamo qualche foto dal giardino dove spicca la statua di Carol I Hohenzolleren – il primo re di Romania, che volle costruire il castello secondo i disegni di un architetto austriaco.

Poco distante dal castello di Peles si trova il castello di Pelisor, carino ma decisamente impallidisce al confronto del suo meraviglioso dirimpettaio.

Ci rechiamo alla antica cittadella, ai confini di Brasov, è molto meno affascinanante di quella di Sighisoara, l’ingresso reca marchiato l’anno di costruzione 1580. L’interno è un insieme di casette in calce bianca e stradine di acciottolato, si ha una bella vista su Brasov dove spicca la Chiesa Nera.

Rientriamo a Brasov e dopo una doccia andiamo a mangiare in una delle trattorie lungo la via che parte dal fondo di piazza Spatului , niente di indimenticabile (il posto si chiama Pizza Roma).

19 Agosto

Il terzo giorno a Brasov vogliamo utilizzarlo per andare a vedere la fortezza di Poienari, secondo molti il vero castello di Vlad Tepes. Per raggiungere ciò che rimane di questo castello ormai ridotto a mere rovine, dovrete prepararvi a salire ben 1430 gradini (contati uno ad uno) in un bosco per nulla fresco. Però la vista dalla fortezza in rovina vale la visita, all’ingresso spiccano un piccolo set per le esecuzioni con tanto di gogna, patibolo e ascia su un ceppo di legno , poi un paio di fantocci impiccati… una calorosa accoglienza non c’è che dire . Dentro non ci sono che pietre , si vede la valle sottostante ed un pezzetto della Transfagarasan road che porta fino a Pitesti.

Rientrando a Brasov allunghiamo la via e prendiamo la Transfagarasan road, un susseguirsi di tornanti, curve e controcurve, immersa nel verde, costeggia la montagna e permette viste mozzafiato, certamente è impegnativa ma la nostra fortuna deve essere stata l’averla percorsa in senso inverso a quello della massa di tour organizzati, il caos era in senso opposto, pullman inclusi, noi ce la siamo proprio goduta invece, inclusa qualche sosta nei punti più panoramici.

L’intermezzo tra le montagne è stato molto apprezzato ma ha allungato non poco i tempi di percorrenza, siamo a Brasov in tarda serata, una pizza veloce in Piazza e poi a nanna presto perché domani si parte per Bucarest.

20 Agosto

Il giorno precedente avevo trovato il tempo di chiamare l’Ibis di Palatui Parlamentului per prenotare, non vorremmo arrivare tardi e dover peregrinare in cerca di un’hotel. La distanza non è elevata (circa 160Km) ma le strade sono quelle che vi ho già descritto, arriviamo nel pomeriggio. L’hotel si rivela una buona scelta per il servizio e le camere non per la posizione anche se a 10 minuti a piedi c’è la fermata della metro Izvor. La metropolitana è pulita ed efficiente e devo dire che sembra anche sicura perché a qualunque ora del giorno vedi aggirarsi tra i vagoni agenti della sicurezza in divisa e armati, grandi e grossi che non si guardano in giro con aria annoiata ma anzi sembrano scrutare con interesse ed attenzione l’ambiente circostante.

Bucarest è molto estesa e molto particolare nell’architettura, ha edifici enormi davanti a piazze infinite con al centro…il nulla, il Palazzo del Parlamento è dietro al nostro Hotel ed è impressionante per estensione, il secondo edificio governativo più grande del mondo dopo il Pentagono , l’immensa piazza davanti fa impressione, al centro vi sono dei posti auto, quasi tutti vuoti, un pò fa tristezza. Dalla piazza partono gli Champs Elysees rumeni con in mezzo alle vie le fontane, ognuna delle quali rappresenta una delle contee della Romania.

Lasciamo i bagagli in hotel e decidiamo di riportare la macchina all’aeroporto un po’ prima di quanto concordato, chiamo la compagnia, il tizio che risponde mi da indicazioni dettagliatissime e rassicuranti : “ tu lascia la macchina al parcheggio partenze che poi passa un mio collega a prenderla…” Ah, sì, così? ma va? Ok ne riparliamo quando sono lì. Sulla strada verso l’aeroporto ci fermiamo all’Hard Rock Cafè per comprare un paio di quelle magliette “tamarrissime” che ci piacciono tanto e fare uno spuntino, alla rotatoria davanti all’aeroporto prendo il ticket per una seconda multa (2 in 24 anni in Italia, 2 in 10 giorni in Romania sarebbe stato un record!): a metà rotatoria c’è un “dare precedenza”, il tizio che arriva per immettersi nella rotatoria poco ci manca che scenda a spingere la sua auto, rallento per valutare la situazione e poi scatto via , dalla solita auto della polizia appostata mi fischiano, mi fermo e me la cavo con una ramanzina perché qui al dare precedenza sulle rotatorie ci si deve fermare del tutto non basta rallentare per lasciar passare. Il poliziotto è pure gentile e ci indica dove riportare l’auto.

Arrivo al parcheggio e si avvicina un tizio con il tesserino della compagnia, che controlla il pieno di carburante e la carrozzeria, mi firma i documenti e si porta via l’auto.

Cosa dire di Bucarest, avevo letto di una città brutta e da evitare, giudizi esagerati, vale una visita ma con i dovuti accorgimenti, non si può visitare passeggiando come gli altri luoghi della Romania in cui siamo stati. Cinquant’anni fa era chiamata la Parigi dell’Est per la bellezza dei suoi monumenti ed edifici e per i parchi, poi il regime Ceausescu, un terremoto e l’incuria dovuta magari anche ai pochi fondi a disposizione hanno visto distrutti alcuni palazzi poi mai più ricostruiti e lasciato a se stessi altri edifici molto belli. Il risultato è una città enorme con qualche bel punto di interesse ma difficile da visitare in poco tempo, i mezzi di trasporto sono efficienti ma poco capillari, abbiamo notato con un certo dispetto che ogni volta che prendevamo la metro la fermata più vicina a dove volevamo andare era a 2Km circa.

Ci sono dei mezzi di superficie ma è difficile capire quale tragitto facciano, dopo aver passato un pomeriggio di sfiancanti camminate ci viene un’illuminazione : il bus a due piani del City Tour, con quello potremo vedere tutti i luoghi di interesse comodamente.

Un’altra considerazione va fatta sui prezzi, a Bucarest sono i più alti che abbiamo trovato in Romania, direi quasi allineati a quelli in Italia, questo un po’ in tutto dai trasporti ai ristoranti, lo stesso Hotel Ibis costa di più che a Sibiu per esempio.

21 Agosto

Iniziamo il City Tour, è composto da 14 tappe dove il bus si ferma e si può salire o scendere liberamente più volte, il biglietto si fa direttamente sull’autobus, costa 25 lei e dura tutto il giorno. Ti danno un’audioguida in inglese e puoi scendere a qualunque fermata per risalire al passaggio successivo. Si ha così la possibilità di visitare luoghi di interesse che richiederebbero altrimenti complessi e lunghi spostamenti: si passa dall’Arco di Trionfo (un rifacimento di quello parigino con tanto di viale stile Champs Elysee che i romeni ricordano continuamente essere 50cm più largo degli originali a Parigi…), al Palazzo del Parlamento , Revolution square, Union Square, l’Università e via dicendo.

Riusciamo a visitare il museo contadino che in pratica è un grande parco all’aperto con all’interno case e strutture ricostruite per riprodurre le condizioni di vita della gente in campagna, sembra di camminare in un villaggio tra casette con i tetti di paglia, mulini, stalle, pozzi , una passeggiata rilassante e interessante.

La temperatura a Bucarest è alta, 37° con una certa umidità, dopo aver fatto praticamente 4 giri fermandoci dove ci interessava per approfondire la visita o fare qualche foto con calma, siamo stremati, ci sediamo fuori dalla libreria Anthony Frost (45 Calea Victoriei), famosa per la sezione di lingua inglese. All’interno c’è un piccolo bar che serve bibite e gelati sui tavolini all’aperto, prendiamo una buonissima limonata fresca in caraffa e ci rigeneriamo.

Riprendiamo il city tour bus e torniamo in hotel, la cucina rumena è senza infamia e senza lode a mio parere, rispetto all’oriente per esempio ha molta meno fantasia ma almeno non si corre il rischio di morire di fame circondati da “prelibatezze” immangiabili per chi non ama osare. C’è parecchia carne soprattutto alla griglia, occhio alle loro salsine di panna o formaggio che accompagnano la carne (una specie di pannetta acida che mi ha creato qualche problema spiacevole…). Se proprio non sapete resistere e dovete mangiare pasta e pizza anche all’estero sarete facilmente accontentati e avrete ampia scelta di ristoranti italiani, nessuno di quelli da noi provati a parte il primo a Timisoara meritava menzioni nel bene o nel male, la pasta è troppo cotta e con panna e pepe a volontà qualunque sia il tipo di piatto (dalla boscaiola alla carbonara passando per la bolognese); la pizza buona è difficile mangiarla pure a Milano quindi non dovrei infierire, certo che chiamare pizza una cosa rotonda col Ketchup al posto del pomodoro richiede una discreta dose di sfacciataggine…(Sibiu), ma forse quella di Sighisoara (Pub Jo) con i 4 formaggi nell’ordine: pepe, taleggio, philadelphia, mister X… era peggio! Ma direi che queste considerazioni valgono un po’ per tutto il mondo, no?

22 Agosto

Avendo prenotato solo alcune parti del tour tra cui il volo per Vienna per il 23 Agosto, ci resta il 22 libero, che fare? Ci ricordiamo di essere in vacanza e rallentiamo i ritmi, colazione da Stabucks ,secondo Sandra l’unico posto sulla terra dove vale la pena fare colazione per assaggiare il frappuccino al caramello, per me solo il Mango Passion Fruit merita menzione (de gustibus), ma procediamo oltre…

Andiamo a visitare il Palazzo del Parlamento, si entra alle 10 ma la visita guidata inizia alle 11. Potete scegliere 3 tipi di tour: standard, standard + terrazza, standard + terrazza e sotterranei. Affascinati dalle dicerie sui famigerati sotterranei del Parlamento di Bucharest e incuriositi dai due tunnel semi-bui che arrivano ad un cancello sempre sorvegliato e dai quali esce un’aria fredda che contrasta con la canicola attorno…optiamo per la soluzione completa: Errore! In realtà dei sotterranei vi faranno vedere solo uno stanzone dove il custode appoggia la bicicletta quando arriva (Claudio docet) con qualche gigantografia dell’avanzamento lavori di costruzione del palazzo e basta, non siamo nemmeno nei sotterranei ma nel basement al livello del suolo. Evitate il tour del sotterraneo senza rimpianti, per il resto una visita la si può fare ma l’impressione è la stessa che lascia Bucharest, una grandezza eccessiva, e tempi lunghi: la visita di tutto dura circa due ore.

Certo la descrizione della guida relativamente ai materiali, alle dimensioni, al tempo e alle risorse umane e finanziarie impiegate per costruirlo è interessante e sotto certi aspetti scioccante, la classica “cattedrale nel deserto” troppo sfarzosa, troppo grande e probabilmente inutile, visto che, se ho ben capito, ora è solo poco più di un’attrazione turistica.

Facciamo tappa al vicino Hotel Ibis (49 € la doppia colazione esclusa) per una rinfrescata sotto la doccia e poi via di nuovo a spasso, è il famigerato momento dei souvenirs, quella simpatica abitudine per cui a volte si comprano cose che di tipico del luogo hanno ben poco purtroppo. Entriamo in un enorme centro commerciale vicino a piazza Ulirii , non c’è nulla di utile alla causa e allora via per il centro, ci sono alcune viette interessanti piene di piccole birrerie, sorseggiamo un’improbabile birra al limone su una panchina e dopo qualche altro giretto optiamo per la cena in un ristorante italiano (?) della zona, Buongusto mi pare si chiami, che si fa notare per essere pieno di avventori.

Siccome ci piace farci del male andiamo su pasta, ravioli e pizza ma finalmente troviamo piatti all’altezza, i miei ravioli al salmone erano ottimi, con pezzetti di salmone sia nel ripieno che nel sughetto, la pizza più che dignitosa, il servizio un po’ così (al terzo tentativo siamo riusciti a farci portare tre bicchieri con le tre bottiglie d’acqua) ma il cameriere era davvero simpatico nei suoi strafalcioni, comunque nel complesso un buon posto.

23 Agosto

Il mattino abbiamo il volo Air Berlin (co-sharing Nikki Air), tutti convinti si parta alle 13, a due passi dall’aeroporto mentre siamo sul taxi mi viene un dubbio, controlliamo e il volo parte un’ora prima, Panico!

Per fortuna sono le 11, facciamo il check-in per ultimi probabilmente ma almeno non abbiamo il tempo di girovagare come amebe per l’aeroporto, il volo parte e arriva in orario. In aeroporto a Vienna prendiamo il CAT, il treno diretto dall’aeroporto al centro città, in 16 minuti siamo in centro, il biglietto lo avevamo acquistato scontato da casa tramite City Cards Italia ma si può fare alle macchinette automatiche in pochi secondi, poi cambiando un paio di metrò arriviamo all’Hotel Novotel Suite Messe, la fermata della metrò è a 50 metri dall’Hotel, fa caldo ma decisamente molto meno che a Bucarest. La camera è spaziosa e comoda, la Tv ha una scelta di canali ampia e anche una sezione cinema in italiano con una ventina di film tra classici e ultime visioni offerti in visione gratuita, va bene che siamo qui per vedere Vienna e non la Tv ma non si sa mai.

Molliamo i bagagli e ci dirigiamo al Prater (1 fermata di linea rossa), con una certa amarezza scopriamo che questa comodissima linea il mese di agosto funziona solo a metà (le fermate nella zona sud sono soppresse…), questo nei giorni successivi ci costerà una serie di cambi di linee per i nostri spostamenti. Abbiamo la Vienna Card con cui si viaggia su tutti i mezzi senza limitazioni e inclusi vi sono alcuni sconti, se avete intenzione di visitare musei e parchi a volontà ne vale la pena altrimenti no, gli sconti sono bassi (nell’ordine di 1 € su 20 del prezzo intero) e solo accumularli fa veramente risparmiare rispetto ad un semplice biglietto di tre giorni per tutti i mezzi di trasporto e basta.

La metro viennese è puntuale, pulita e abbastanza capillare nelle fermate.

Prima di entrare al Prater ci rifocilliamo con un bell’hot-dog con wusterl e birra, energie per affrontare il resto del pomeriggio.

Il Prater per me è stata una piccola delusione, Vienna è bellissima e spesso viene identificata con quello che in fondo ormai non è altro che un grande parco giochi…saliamo sulla ruota panoramica che lentamente fa un giro completo, bella la vista sulla città ma poca emozione.

Il resto è un susseguirsi di giostre e ristorantini semivuoti, ci lasciamo convincere da Sandra a salire sul canotto che poi precipita verso il basso in un percorso a spirale, dove il peso elevato dei componenti la nostra ”vettura” (noi tre più una famigliola austriaca) ne fa aumentare la velocità di rotazione mentre scende, alla fine Claudio mette i piedi a terra e gli gira un po’ la testa, la mamma della simpatica famigliola che era su con noi è pallida come un muro appena imbiancato. Non contento salgo sul treno che fa un doppio giro della morte ad alta velocità, è inutile dire che passo metà del percorso con gli occhi chiusi creando coloriti neologismi in tra italiano, inglese e tedesco, e l’altra metà a cercare di appoggiare di nuovo la testa all’indietro. Alla fine del percorso Sandra scende allegra, soddisfatta e fresca come una rosa, io sono la via di mezzo tra l’uomo e lo Zombie, con un leggero vantaggio per quest’ultimo, noi uomini duri.

Alla sera facciamo una passeggiata per il centro, qui urge un chiarimento, dico centro ma in realtà ci è capitato di seguire un percorso fino ad un certo punto e poi di divagare perché attirati da un bell’edificio o chiesa a cui immancabilmente ne seguiva un altro, fino a ritrovarci tre ore dopo dall’altra parte della città, stanchi ma affascinati.

Cerchiamo un posto carino dove cenare, passando davanti ad un piccolo ristorantino colorato di verde ci assale un delizioso profumo di aromi e carne alla griglia, 10 secondi dopo siamo seduti i tavolini all’aperto davanti al menù.

Dalla schnitzel al cordon bleu, alle patate con pancetta e cipolle , alla mia bisteccona alla griglia con patate al forno su letto di peperoni alla griglia era tutto buonissimo, il conto assolutamente onesto considerando che abbiamo preso tutti un entree e un piatto principale e bevuto 6 acque minerali in tre più birra e coca cola (circa 28 € a testa).

Alla consegna del conto ci tengono a farti sapere che il servizio non è incluso, è buona norma lasciare una mancia del 10% dell’importo.

La sera il nostro peregrinare ci porta nel quartiere dell’Hofburg che prende il nome dal complesso del palazzo imperiale dell’Hofburg (residenza invernale degli Asburgo), la facciata è illuminata ma ci ripromettiamo di visitarlo nei giorni successivi alla luce del sole , camminiamo verso la Metro e in poco tempo arriviamo davanti al Museo dell’Albertina e all’Opera di Vienna da lì rientriamo in Hotel.

Rientrati in Hotel ci guardiamo un film tra quelli nella sezione cinema e poi tutti a nanna, domani si va a Schonbrunn.

24 agosto

Sveglia alle 7,30, ci prepariamo e via per Schonbrunn, c’è la fermata della metro a poche centinaia di metri dall’ingresso del castello, da dove siamo noi occorre fare due cambi di linea ma ci si arriva comodi in meno di mezz’ora, Sandra fa colazione in un baretto all’ingresso mentre io e Claudio eroicamente ci rechiamo alla biglietteria. Il controllo all’ingresso è di tipo aeroportuale, si lascia il passaporto e ti viene dato un pass da mettere al collo, si passa per un metal detector per la verità settato alla buona perché mi sono dimenticato addosso la cintura che di solito fa suonare tutto e questo non ha fatto un bip…

Non si possono fare foto ed è un peccato perché gli interni sono molto belli e attraversano una parte della storia d’Austria con una certa predilezione ovviamente per l’Imperatore Francesco Giuseppe e la consorte Elisabetta, divenuta famosa con il nome di Principessa Sissy. La Gran Galleria, una immensa sala utilizzata per i banchetti ed i ricevimenti di stato è qualcosa di spettacolare per ampiezza e sfarzo.

Dopo la visita agli interni, supportata da una utile audioguida in italiano, abbiamo visitato i giardini ed il belvedere, dalla cima del quale si dominano i giardini ed il castello. Il famoso labirinto è intrigante se visto dall’alto, non ha nulla di preoccupante relativamente alla facilità con cui si trova l’uscita. Il roseto accanto al palazzo è molto carino.

All’interno del belvedere c’è un piccolo cafè dove ci siamo concessi una bibita ed una fetta di torta per riposarci.

Torniamo verso l’hotel con la metro, decidiamo di andare a visitare il museo di storia militare, Heeresgeschichtliches Museum, Arsenal, Objekt 1, ci si arriva con un tram, molto curioso il fatto che qui i tram abbiano una vettura che viene trainata da quello che a Milano sarebbe un normalissimo tram, in questo modo ci sono due vetture.

Si paga l’ingresso 3,30€ (con lo sconto della Vienna Card) più un sovrapprezzo per le foto (1,50€), le stanze sono molto curate con uniformi, carteggi, armi, pezzi di artiglieria delle varie epoche e guerre. In alcune sale sono esposti mezzi di trasporto e mitragliatori, alcuni in un perfetto stato di conservazione, altri contorti ed arrugginiti, segno che sono stati recuperati in qualche modo. E’ il caso di un pezzo di sottomarino tutto arrugginito ma inquietante, posto al centro di una sala, con attorno una scala ed un soppalchino da cui si può guardare dentro la torretta (non so come si chiami questa parte del sommergibile) dall’alto per vederne l’interno.

C’è un cortile pieno di carri armati ancora in ottimo stato di conservazione, enormi e freddi, quasi un monito alle future generazioni, poi un cortile con degli aerei e un capannone pieno di cannoni. Peccato che le sale relative alla prima guerra mondiale fossero chiuse per il riallestimento della relativa esposizione, in realtà era la parte che ci interessava maggiormente e siamo rimasti un po’ delusi.

Uscendo ci siamo recati al Castello di Belvedere, ammetto una piccola colpa, ne io né Claudio avevamo voglia di vedere quadri, così non siamo entrati e ci siamo limitati a visitarne i giardini, “Il Bacio” di Klimt aspetterà un’altra occasione tanto ci siamo riproposti di tornare a Vienna a breve per approfondire un po’ alcune cose.

Mentre mi dirigo verso il fondo del parco Claudio e Sandra stramazzano su una panchina e lì rimangono in stato semi-vegetativo fino al mio ritorno dal giretto con foto, il parco è molto bello così pure le fontane che lo adornano ma il sole “picchia” non poco , ritorniamo verso l’hotel per darci una rinfrescata.

Ceniamo in un ristorante austriaco lungo una delle vie laterali (il locale si chiama Morris), io ho saltato il pranzo (tranne la fetta di torta in tarda mattinata…) quindi mi butto su Knodel e gulash, buonissimi. La schnitzel di Sandra è di buone dimensioni, anche Claudio apprezza il suo piatto tipico di cui non ricordo il nome.

Un appunto: abbiamo letto su tante recensioni il nome del famoso ristorante Figlmuller dove si mangia la schnitzel più grande di Vienna, in realtà sono due ristoranti uno in un vicolo a destra della strada principale e un altro sulla via stessa, ho provato a telefonare per prenotare già dal venerdì ma fino a Domenica mi ha detto che erano pieni, “al massimo vi mettete qua fuori e aspettate…” l’abbiamo fatto una volta giusto per provare e avremo avuto davanti 15 persone, improponibile (per me…) e abbiamo mollato il colpo, se volete venire qui prenotate da casa qualche giorno prima tanto parlano un ottimo inglese.

25 Agosto

La mattina andiamo a visitare la torre di Vienna, abbiamo il biglietto cumulativo con quella della ruota del Prater e lo cambiamo all’ingresso. Per arrivare alla torre si passa dal nuovo quartiere tecnologico Austria Center e poi attraverso un ampio parco , due ascensori portano fino a 165 metri di altezza dove c’è il ristorante che ruota , siamo subito scesi alla terrazza a 150 metri dal suolo e da li si possono fare bellissime foto, il panorama è splendido a 360°.

Rientrati al centro di Vienna andiamo un po’ a spasso, passiamo di nuovo dall’Holfburg, dietro in Piazza degli eroi, poi i Musei ebraico e di Storia naturale per arrivare al magnifico Palazzo del Parlamento e poi allo stupendo Rathaus, peccato che d’estate nella piazza davanti a quello che è il Municipio di Vienna vengano tenuti una serie di spettacoli, oggi davanti alla facciata dell’edificio è appoggiato un enorme schermo tipo cinema che deturpa in modo osceno uno dei punti più belli di Vienna, che rabbia.

Ritorniamo verso il centro passando dall’Opera e poi da Stephenplatz ed entriamo nella Chiesa di Santo Stefano, molto bella sia fuori che all’interno. Dalla piazza ci muoviamo sulle vie intorno, impossibile ricordare i nomi di tutte le vie e di tutti gli edifici, le statue, è un semplicemente un dedalo di bellezza, in un attimo è arrivata sera.

Ceniamo nel nostro fidato ristorante austriaco Morris.

26 Agosto

È domenica, il nostro ultimo giorno a Vienna, con la metro arriviamo a Swedenplatz, dove c’è l’attracco dei battelli che fanno il giro sul Danubio, uno porta addirittura a Bratislava in un’ora, purtroppo ci siamo alzati tardi e la prima corsa (alle 8,00) è già partita, l’altra alle 12,30 lascerebbe troppo poco tempo per una seppur breve visita di Bratislava. Mentre decidiamo sul da farsi incomincia a piovere con insistenza, così optiamo per un più tranquillo city tour con il pullman coperto (ma senza vetri laterali). Il tour costa 20 € a testa (19 con lo sconto Vienna Card) se fai tutti e tre i percorsi (City-rosso, Danubio-blu e Schonbrunn-verde). Dato che della city avevamo visto praticamente tutto quanto ci viene riproposto qui, abbiamo particolarmente apprezzato il giro fino al Danubio, sul percorso si incontra la bellissima cattedrale di San Francesco d’Assisi, sui sedili è installato un sistema per la gestione della audio guida, basta inserire le cuffie e selezionare dall’elenco la lingua, pratico e utile.

Purtroppo sia io che Claudio accusiamo qualche sintomo influenzale e rinunciamo al terzo giro fino a Schonbrunn, torniamo in camera al Novotel e ci concediamo un paio d’ore di sonno . Al risveglio mi sento come nuovo mentre Claudio ha tutti i sintomi di una bella infreddatura. Lo lasciamo alle cure di morfeo e con Sandra andiamo a fotografare il celebre orologio dell’Anker a forma di ponte, (ci sono delle figure della storia di Vienna che sfilano davanti all’antico stemma nell’arco della giornata ).

Facciamo qualche foto al Prater di sera con tutto illuminato, ma questo non mi toglie l’idea del grande giocattolo, i ristorantini all’interno dell’area non ci attirano più di tanto, il tempo è uggioso, sia i localini che le giostre sono semivuoti. Prendiamo la metro e scendiamo di nuovo in Swedenplatz, mi è venuta un’ispirazione, quella zona verso l’interno non l’abbiamo esplorata a dovere, dopo aver superato un paio di vicoli non proprio invitanti arriviamo in una via con una minuscola piazzetta su un lato, è il giardinetto all’aperto di un Beils austriaco in piena regola, sfogliamo il menù esposto e ci avventuriamo all’interno. L’ingresso sembra quello di una grotta, mentre un gentile cameriere ci chiede di attendere al massimo 5 minuti perché sia pronto il tavolo esce una coppia di italiani “qui si mangia benissimo” fa la signora “e a prezzi ragionevoli” chiosa il marito, devo dire che avevano ragione. La zuppa di gallinacci con sfogliette di prosciutto e il cervo con crocchette di patate e mirtilli superano a pieni voti l’esame, aggiungete un servizio rapido ed impeccabile in un ambiente carino e avrete il quadro della situazione, spendiamo circa 70 € in due bevande e caffè inclusi. Il posto si chiama Reiahenberg Grieaen Beisl o almeno così mi pare ma è scritto in caratteri eleganti ma poco leggibili.

Usciamo dal ristorante soddisfatti, riceviamo il disperato messaggio di Claudio che vuole un trancio di pizza e lo accontentiamo da uno degli sfornatutto kebab, pizza, hotdog in piazza.

Portiamo il rancio al nostro amico malato e prepariamo i bagagli.

27 Agosto

Riprendiamo le due Metro e il CAT per andare in aeroporto, volo in perfetto orario , vacanze finite Sigh!

Facciamo un bilancio

La Romania è carina, in alcuni punti suggestiva, con una vita rurale ancora diffusa e tanta campagna popolata. Il mito del conte Dracula lo hanno creato forse gli americani e noi in Europa l’abbiamo coltivato, ho avuto l’impressione che ai rumeni del temibile conte non freghi più di tanto, anche a livello marketing ne sfruttano il mito il minimo indispensabile. La Romania si è affacciata fuori da una terribile dittatura da un paio di decenni soltanto, ha bisogno di tempo per fare del turismo una voce importante e offrire strutture e servizi all’altezza, in particolar modo le condizioni delle strade, l’impressione è che ci stiano lavorando parecchio, il fatto che in molti posti si trovi qualcuno che parla l’inglese o addirittura un perfetto italiano è già un’ottima cosa. Tutto sommato mi è piaciuta, mi aspettavo maggiori difficoltà invece è andata bene.

Vienna è molto bella, vale sicuramente una visita, in tre giorni si riescono a vedere molte cose ma contiamo di tornarci perché altre meritavano di essere viste o rivisitate con più calma. Si mangia bene, la gente è molto cordiale e non è un posto particolarmente caro e gli austriaci sono gioviali e simpatici. Promossa.

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Romania e Vienna On The Road

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