Viaggio in Polinesia Francese

VIAGGIO IN POLINESIA FRANCESE TAHITI- MOOREA-BORA BORA-HUAHINE-MANIHI-RANGIROA-TIKEHAU-TAHITI 03/22 AGOSTO 2004 di Luciana e Stefano “The real voyage of discovery consists not in seeking new landscapes but in having new eyes. “ Marcel Proust Prima del racconto di viaggio alcune informazioni, spero, utili : Abbigliamento – Portate il...
Scritto da: Stefano Saccardi
viaggio in polinesia francese
Partenza il: 03/08/2004
Ritorno il: 22/08/2004
Viaggiatori: in coppia
VIAGGIO IN POLINESIA FRANCESE TAHITI- MOOREA-BORA BORA-HUAHINE-MANIHI-RANGIROA-TIKEHAU-TAHITI 03/22 AGOSTO 2004 di Luciana e Stefano “The real voyage of discovery consists not in seeking new landscapes but in having new eyes. “ Marcel Proust Prima del racconto di viaggio alcune informazioni, spero, utili : Abbigliamento – Portate il meno possibile, sarà sempre troppo.

Fuso orario – Quando in Italia vige l’ora legale c’è una differenza di 12 ore in meno. ( In Itala ore 08:00, in Polinesia ore 20:00 del giorno precedente; in Italia ore 20:00, in Polinesia ore 08:00 stesso giorno).

Telefono – Per chiamare dall’Italia prefisso 00689 ; per chiamare in Italia 0039. E’ possibile acquistare carta prepagata (taglio minimo circa 1.250CFP) per chiamare da cabine telefoniche abbastanza diffuse su tutte le isole.

Telefoni cellulari – La società VINI è l’unico operatore(www.Vini.Pf). Disponendo di un GSM900/1800 basterà acquistare, all’aeroporto di Papeete, un abbonamento temporaneo VINI CARD ricevendo una nuova carta Sim da inserire nel cellulare ed un numero telefonico temporaneo valido per tre mesi. Costo attivazione + carta per 30’ CFP 6.210= Controllare che le isole visitate abbiano la copertura perché il servizio non è esteso a tutto il territorio. Viste le tariffe è consigliabile usarlo con parsimonia, magari facendosi chiamare.

Internet – Gli alberghi di buon livello hanno disponibili postazioni al costo da 350 a 500 CFP per 12 minuti. Nelle Isole della Società si trovano anche “internet point”.

Documenti – Passaporto con almeno sei mesi di validità; soggiorno fino a tre mesi senza visto.

Clima – Da Giugno a Settembre caldo secco (da 24 a 28 C°), rare piogge.

Alba e tramonto – In Agosto 05:45 – 06:00 – 17:45 – 18:00.

Salute – Nessuna vaccinazione obbligatoria. Servono repellenti contro gli insetti (consigliato Off). Utile e risparmioso aggiungere qualche goccia di potabilizzatore (Amuchina, Steridrolo, Micropur) all’acqua del rubinetto, anche se potabile. Le acque minerali, di sorgenti locali, sono l’ Eau Royale e Vaimato.

Mance – Non si usano.

Orari dei negozi – Da Lunedì a Venerdì 07:30- 11:30 – 13:30 – 17:00, il Sabato dalle 07:30 alle 11:00; le Banche 08:00 – 12:00 e 13:00 – 16:00 ; la Posta (www.Opt.Pf ) dalle 07:00 alle 15:00. La Domenica tutto chiuso, salvo il mercato di Papetee molto animato dalle 04:00 del mattino.

Fotografia – Luce molto intensa quindi pellicole da 100 Asa (da 50 sarebbe anche meglio).

Elettricità – Corrente a 220 Volts 60 Hz., non occorre adattatore.

Pesi e misure – Sistema metrico decimale.

Lingua – Francese, nelle zone più turistiche anche l’ inglese. L’ Italiano mai!!! Furti/pericolosità – Normali precauzioni. Le correnti marine possono essere fortissime anche all’ interno delle lagune. Non sostate mai sotto una palma !! In tutto il pacifico, ogni anno, si segnalano incidenti mortali a causa della caduta delle noci di cocco.

Spiagge – Nell’arcipelago delle Tuamotu il problema non esiste mentre nell’arcipelago delle Isole della Società le spiagge sono rare. Ovviamente è indispensabile la presenza della spiaggia per accedere al mare altrimenti il fondo è melmoso o fatto di coralli, ma non è scontato che le spiagge siano il posto migliore per fare un bagno, infatti, se si vogliono vedere i pesci coloratissimi bisogna trovare un fondale in cui siano presenti scogli corallini.

Moneta – Franco Polinesiano (CFP). 1 Euro = 119,33 CFP. 100CFP = 0,838 Euro.

CFP EURO LIRE CFP EURO LIRE 50 0,419 811 2.000 16,760 32.452 100 0,838 1.623 3.000 25,140 48.679 200 1,676 3.245 4.000 33,520 64.905 300 2,514 4.868 5.000 41,901 81.131 400 3,352 6.490 6.000 50,281 97.357 500 4,190 8.113 7.000 58,661 113.583 600 5,028 9.736 8.000 67,041 129.809 700 5,866 11.358 9.000 75,421 146.036 800 6,704 12.981 10.000 83,801 162.262 900 7,542 14.604 11.000 92,181 178.488 1.000 8,380 16.226 12.000 100,561 194.714 Indirizzi utili – Tahiti Airlains www.Airtahiti.Pf reservation@airthaiti.Pf Airtahiti Nui www.Airtahitinui.It info@airtahitinui.It Consolato Italiano (casella postale 380) 412 Punuaauia, Tahiti Tel. 00689 434501/864012, Fax. 00689 434507/864069, mario.Lucia@hotmail.Com Uffici turismo www.Tahiti-turismo.Com, tahiti@tahiti-turismo.Com www.Tahiti-tourisme.It , thaiti@thaiti-tourisme.It www.Thaiti-tourisme.Pf , thaiti-tourisme@mail.Pf Tahiti Maneva Visitors’ Bureau : Mlle Ruhi Pacomme, tel. 00689/505540, fax, /451678 info@tahiti-manava.Pf www.Tahiti-manava.Pf Moorea Visitors’ Bureau : Mr. Marc Collins, marc@gomoorea.Com , www.Gomoorea.Com Bora Bora Visitors’ Bureau : Mr. Telva Buchin, info-bora-bora@mail.Pf Ente del turismo della Polinesia Francese – Piazza Caiazzo 3 – 20124 Milano Tel. : 02 66980317, Fax. : 02 6692648 Siti di possibile interesse www.Tahitiplanet.Com www.Tahiti1.Com www.Tahitiguide.Com molto valido ed inoltre…In italiano www.Papeeteonline.Com www.Sejoursdanslesiles.Pf www.Haere-mai.Com www.Tahitijukebox.Com possibile ordinare, a pagamento, musica polinesiana www.Frommers.Com/destinations/losangeles una miniera di notizie su L.A. Ed altre città degli USA.

Mini glossario – Truck : piccolo camion trasformato in autobus Motu : isolotto corallino; per estensione gli isolotti che sorgono lungo la barriera corallina o lungo le coste di un’isola montuosa.

Passe : passaggio che interrompe la barriera corallina esterna ad un atollo o ad un’isola montuosa consentendo alle imbarcazioni di accedere alla laguna.

Hoa : passaggio poco profondo che interrompe solo superficialmente la barriera corallina, collegando l’oceano con la laguna di un atollo o di un’isola montuosa e che si riempie solo in caso di marea eccezionalmente alta oppure in conseguenza ad un’onda molto lunga, a differenza della “passe” che invece è sempre piena di acqua.

Martedì 03 Agosto PISA – LONDRA GATWICK / LONDRA HEATHROW – LOS ANGELES Non ho dormito né molto né bene in quanto preoccupato per tutte le “coincidenze” che debbono verificarsi nella parte iniziale del viaggio altrimenti salta tutto il programma.

Alle 09:40 siamo a Pisa e parcheggiamo in aeroporto nell’area riservata alla sosta gratuita di 30 minuti. Dopo pochi attimi arriva Carlo Mariani che, gentilmente, si è offerto di prendere la nostra auto e riportarla nel nostro garage. A lui ed a Paola, che ha avuto l’idea, il nostro ringraziamento “ufficiale”…

Al check-in ci danno la carta d’imbarco anche per la tratta Londra-Los Angeles e ci informano di quanto già sapevamo, e cioè che a Gatwick dobbiamo ritirare i bagagli e portarli con noi a Heathrow.

Partiamo puntualmente con il volo di linea BRITISH AIRWAYS (BA) 2601 diretto per LONDRA GATWICK alle ore 11.55. (Aeromobile: Boeing 737– Servizio a bordo: rinfreschi e pranzo – Tempo di volo: 2h10 minuti) e, cosa ancor più importante, arriviamo con solo cinque minuti di ritardo al Terminal Nord alle ore 13:10 locali. Il pasto servito a bordo prevedeva un panino di “plastica alveolare” riempito di “plastica fusa”; il tutto per non sminuire la fama della British in fatto di cucina.

Nella fase di trasferimento fra i due aeroporti battiamo tutti i record : impieghiamo infatti 2 ore e 5 minuti !!! Ma andiamo con ordine perché ci sono due particolari importanti. Le nostre due valigie arrivano rapidamente e, passando attraverso il cancello doganale riservato ai cittadini UE o comunque uscita verde (Nothing To Declare – Niente da dichiarare) ci muoviamo alla ricerca del cartello indicante la “Speedlink”, ma scopriamo che la ditta è chiusa e che al suo posto opera la “National Express” (per orari e prenotazioni : www.Nationalexpress.Com). Riusciamo a prendere l’autobus delle 13:50 per l’aeroporto di LONDRA HEATHROW – TERMINAL 1.(La durata della corsa è di circa 60 / 90 minuti. Il costo è di £ 14.=. Per la sola andata). Lungo il percorso non troviamo assolutamente traffico ed arriviamo alle 14:50. Qui, per la prima volta, sperimentiamo il sistema chiamato FAST BAG DROP; credo che dovrebbe funzionare diversamente per non far carico all’utente di ulteriori disagi oltre quello del recupero e trasferimento del bagaglio. Per i non addetti ai lavori spigherò in cosa consiste e come funziona : avendo costretto tutti i passeggeri, che devono cambiare aeroporto, a ritirare il bagaglio, anziché inviarlo a destino, hanno pensato di creare un apposito sportello per la riconsegna del bagaglio per coloro che sono già in possesso della carta d’imbarco; solo che il detto sportello “Fast Bag Drop” etichetta i bagagli con la destinazione finale e poi li restituisce al proprietario che è costretto a portarli a giro, assieme al bagaglio “a mano”, per l’aeroporto , limitandolo nei movimenti, fino al cancello d’imbarco. Al controllo, prima di accedere all’area partenze, hanno rilevato, in valigia, la presenza di forbicine e tagliaunghie che ci sono stati sequestrati.

Puntualissimi ci siamo imbarcati sul volo BRITISH AIRWAYS (BA) 269 diretto per LOS ANGELES delle ore 16.25. (Aeromobile: Boeing 747. Servizi di bordo: snack, rinfreschi e pranzo – Tempo totale di volo: 11h05 minuti) e poi…..Siamo rimasti chiusi nell’aereo per tre ore prima di decollare. La motivazione ufficiale è stata che, a causa del maltempo, i sistemi infornatici dell’aeroporto hanno subito una interruzione e quindi sono rimasti a terra oltre cinquanta aerei. Vero o falso che sia il disagio è stato notevole e meno male che all’arrivo non dovevamo prendere un altro volo. I sedili ci sono sembrati più stretti del solito. Novità piacevole ogni posto ha un proprio monitor e si può scegliere, oltre a molti programmi radio, fra 18 films. Io ho visto “The day after tomorrow” e “Men in black 2”. Ho trovato anche il tempo di fare una piccola dormita e di ricredermi circa la cucina della British : pasto ottimo e abbondante(pollo con maccheroni ai quattro formaggi, macedonia e dolce).

Siamo arrivati a LOS ANGELES – INTERNATIONAL TERMINAL – alle ore 22:30 locali (anziché alle 19.30) ed abbiamo sbrigato le formalità di sbarco e di “Immigration” in modo molto rapido; appena fuori l’aerostazione abbiamo individuate il punto di partenza delle navette che effettuano servizio (gratuito) tra l’aeroporto ed i vari hotels della zona e dopo pochi minuti di attesa siamo saliti sullo shuttle-bus che ci ha portato al Crowne Plaza Airport Hotel.

Alle 11:30 eravamo in camera (in Italia le 08:30) e quindi il tempo complessivo del viaggio fra “casa Lido Camaiore” e “albergo Los Angeles” è stato di 23 ore e 30 minuti.

La camera è immensa, ben arredata e con un comodissimo letto “Queen size”, manca il frigobar (che servirebbe da frigorifero) e, accessorio molto più utile, il bollitore.

Mercoledì 04 Agosto LOS ANGELES – PAPEETE Affascinante ed in perenne trasformazione, Los Angeles è la seconda città degli Stati Uniti, il sogno americana diventato realtà. Parlando di L.A. (come tutti ormai la chiamano) si considera la contea, l’enorme estensione di un agglomerato urbano che copre una superficie di 1202 kmq. La contea di L.A. È un insieme di 83 città, alcune amministrativamente indipendenti, collegate fra loro da un rete di autostrade e superstrade metropolitane di 1200 km., alcune anche con dieci corsie, e che sono collegate tra loro da svincoli, raccordi e sopraelevazioni. Downtown è il centro finanziario e commerciale che sorge accanto al luogo dove nacque la prima cittadina; Century City è il quartiere nuovo con moderni grattacieli che sorgono sul terreno un tempo occupato dagli studi cinematografici della 20th Century Fox; Beverly Hills è il luogo dove vivono molti personaggi noti del cinema, in splendide ville circondate da giardini lussureggianti e protette da alti muri; Rodeo Drive è la strada più famosa di Beverly Hills, fiancheggiata da eleganti negozi. Hollywood è invece il centro “spirituale” dell’industria cinematografica. Non è difficile trovarlo: basta cercare il cartello sul lato della collina che si affaccia sulla città, visibile a chilometri di distanza. Il centro di Hollywood, ai tempi del suo maggiore splendore, si trovava tra Hollywood e Wine Street. Nonostante attualmente sia un misero angolo di un logoro quartiere (è in atto una ristrutturazione), esso rimane pur sempre un ottimo punto da cui orientarsi per una visita alle curiosità locali, come ad esempio l’edificio della Capitol Records, il Mann’s Chinese Theatre, la Walk of Fame.

Oppure, se preferite, potrete visitare i famosi Universal Studios di Hollywood. In una grande vallata, dietro le colline di Hollywood, hanno sede gli studi cinematografici della Universal, dove sono stati girati molti film famosi quali “I dieci comandamenti”, “Lo squalo” o “Guerre Stellari”. Ogni anno tre milioni di persone visitano gli Studios per vedere i vecchi teatri di posa, le scenografie più familiari per gli appassionati di cinema come, per esempio, la casa di “Psycho”, i saloon dei film western, la giungla di Tarzan od un antico foro romano. In questi set c’è sempre qualcosa che fa rivivere emozioni quasi dimenticate! La visita comprende un giro in trenino nella parte bassa della valle e la possibilità di assistere a diversi spettacoli che dimostrano dal vivo come, per esempio, con cowboy può precipitare da un edificio o partecipare ad un cruenta sparatoria senza procurarsi la pur minima ferita. Questi spettacoli si ispirano alle più famose serie televisive (“Miami Vice”, “Star Trek”, “Conan”) e vengono programmati in orari diversi (vedere il programma del giorno all’entrata). All’ingresso, inoltre, insieme al biglietto, Vi verrà consegnato un buono valido per la visita interna degli Studios a bordo di un trenino, che sosterà nei punti più suggestivi dove sono stati girati e sono in corso di registrazione films famosi. Il buono indicherà inoltre il luogo e l’orario di ritrovo per la partenza. Alternativamente potrà essere effettuata la visita a Dinseyland. Il parco dei divertimenti più conosciuto del mondo sorge nella “contea degli aranci”, vicino ad Anaheim, 40 km a sud di downtown, sull’autostrada Santa Ana. Creato dalla fantasia di Walt Disney, fu aperto nel 1955. Il regno delle fiabe e dell’utopia in estate accoglie 60.000 visitatore al giorno, e a tutti offre uno svago semplice, ma irresistibilmente piacevoli: la possibilità di ritornare bambini. Disneyland rappresenta la concretizzazione dello spirito americano ottimista e in apparenza ingenuo. E’ il frutto del lavoro di 9000 persone che curano ogni particolare in perfetta sincronia. La suggestione colpisce fin dall’inizio, l’immagine della città p subito accattivante per l’aria pulita e miniaturizzata, per l’atmosfera allegra e rilassata. Un trenino fa il giro attorno alla città. La stazione centrale si trova in fondo alla strada principale (Main Street) fiancheggiata da negozi e piccoli bar. I ristoranti sono sulla piazza dove sorge il castello. Il parco è ordinatamente diviso in settori (avventura, frontiera, New Orleans, fantasia e futuro) e ogni quartiere offre particolari attrazioni: crociera nella giungla, pirati dei Caraibi, trenino del Far West, viaggio di Peter Pan, casa dei fantasmi, voli spaziali, spettacoli in tridimensione. Una perfetta rete di trasporti di tutti i tipi, vecchi e nuovi (dalla carrozza alla monorotaia) percorre il complesso, e i personaggi disneiani se ne vanno in giro per le strade per la gioia dei bambini e degli adulti; si lasciano fotografare e rilasciano autografi. Il parco è aperto dalle 9 del mattino fino a notte fonda. Dopo un buon sonno ristoratore abbiamo cercato tramite l’albergo, una escursione e, superata ogni titubanza abbiamo optato per gli “Universal Studio” per la non modica spesa di USD. 75,00 a testa. Un pulmino ci ha prelevato in hotel e portato alla sede dell’agenzia ( Vip Tour of California – 9830 Bellanca Avenue, Los Angeles CA90045- Tel. 001 310 641 8114 Fax. 3106411210 – www.Viptoursandcharters.Com, info@vipyoursandcharters.Com) per fare il biglietto. Ho sfoderato la mia carta di credito e l’impiegato mi ha chiesto di dargliene un’altra perché quella non accettava addebiti. Il problema era che non ne avevo altre ed inoltre non disponevo di dollari in contanti a sufficienza. Dopo qualche minuto di contrattazione hanno accettato Euro 50,00 per USD. 70,00, ci hanno dato i biglietti e siamo partiti per la gita. Eravamo scocciati, ma non preoccupati, per l’accaduto in quanto altre volte un terminale non aveva accettato una “carta” che, sia prima che dopo, era risultata perfettamente funzionante.

Ovviamente gli Universal Studio sono molto “americani” ma, il giudizio complessivo è stato positivo. Abbiamo fatto in tempo a vedere quasi tutto (escluso “The Mummy”), ci siamo divertiti a “Jurassic Park” ed emozionati sia a “Back to the future” che a “Terminator2”. Una curiosità degna di nota : lungo il percorso delle file per accedere ai vari padiglioni, la calura è mitigata da acqua che, nebulizzata, viene sparsa sopra le nostre teste.

Dopo aver assistito all’esibizione dei “The Blues Brothers” ci stavamo riposando in attesa dell’ora di rientro quando sono stato folgorato da una idea: ho telefonato al “servizio assistenza clienti Cartasì” negli U.S.A. Raccontando cosa mi era successo ed ho così appreso, che in data 06 Luglio la mia banca aveva”annullato” la carta di credito, e che non esisteva possibilità di riattivazione salvo, tornare in Italia e richiederne una nuova!!!. Dire che ci siamo sentiti depressi non rende l’idea dello stato in cui eravamo non disponendo di contanti bastanti per le spese voluttuarie che dovevamo affrontare; forse saremmo sopravvissuti a “pane ed acqua” ma non avremmo potuto fare acquisti ed escursioni, in definitiva una mezza vacanza o meglio una occasione perduta perché la Polinesia non è dietro l’angolo… Un episodio ci ha fatto sorridere : mentre attendevamo l’autobus per rientrare a Los Angeles sono arrivate alcune coppie di giovani sposi italiani, dalle quali ci siamo tenuti alla larga, come di consueto, che hanno fatto comunella scambiandosi impressioni di viaggio e la prima cosa che si sono detti è che negli U.S.A hanno mangiato male spendendo tantissimo, poi, salendo sul pulman, una coppia aveva smarrito il biglietto e cercava di spiegare a gesti all’autista l’accaduto, a questo punto un’altra ragazza si è rivolta a me chiedendomi se parlavo l’italiano… Ritirati i bagagli dal deposito dell’albergo, dove li avevamo lasciati la mattina, abbiamo preso la navetta e siamo arrivati in aeroporto alle 08:30. Abbiamo fatto subito il check-in per evitare la confusione; il controllo dei bagagli è sempre una faccenda lunga e snervante in questo paese. A tal proposito ricordarsi di non mettere in valigia i rullini fotografici perché il macchinario che la controlla li danneggia inesorabilmente.

Da un internet-point abbiamo inviato una e-mail a nostra figlia con un messaggio di aiuto per il problema finanziario.

Il volo di linea AIR TAHITI NUI (TN) 101 diretto per PAPEETE delle ore 23.45 (Aeromobile: Airbus 343 Servizio a bordo: rinfreschi, cena e colazione – Tempo di volo: 8h20 minuti) è partito puntuale. L’aereo è di recente costruzione ed è simpaticamente arredato con tonalità luminose con prevalenza di bianco e vari toni di azzurro. Anche qui c’è un monitor a testa ed, anche se la scelta dei film è limitata, in compenso si può scegliere fra una decina di giochi gratuiti. Servizio e trattamento di ottima qualità In previsione del volo notturno ci siamo procurati un blando sonnifero ( 15 gocce di Mialin) che ha funzionato alla perfezione.

Giovedì 05 Agosto PAPEETE – MOOREA Siamo arrivati a Papeete alle 05:10 riposati ed in perfetta forma. Cambiamo gli Euro in Franchi Polinesiani ed acquistiamo la prima di numerose carte telefoniche.

Ad attenderci un incaricato della Tahiti Nui Travel che ci ha consegnato i documenti di viaggio originali relativi ai pernottamenti alberghieri ed i biglietti aerei per le tratte interne e che ci ha accompagnati, in pulman, al settore “Partenze nazionali” Fra Tahiti e Moorea c’è un aereo che va avanti ed indietro in continuazione e poiché i voli precedenti a quello prenotato (AIR TAHITI (VT) 090) avevano posti liberi siamo partiti alle 07:10 ( ATR 42) anziché alle 09:00.

Fra imbarco, decollo, viaggio, atterraggio, sbarco, ritiro bagagli si impiegano 20 minuti esatti. Da notare che nessuno ti chiede il passaporto ne ti controlla i bagagli : siamo in Polinesia luogo, per il momento, sconosciuto a Bin Laden e soci. Altro particolare : quando abbiamo visto i biglietti per i voli interni abbiamo avuto un tuffo al cuore perché quello di mia moglie era intestato a Mrs. Saccardi mentre il passaporto è a nome Lenci Luciana e non avevamo nessun documento che indicasse che Lenci Luciana fosse Mrs Saccardi; orbene non abbiamo avuto nessun problema, neanche quelle rarissime volte che, al check-in, hanno chiesto il passaporto!!!! Moorea (Lucertola gialla)12.000 abitanti, 132 km² , 12 “passe” , l’isola sorella di Tahiti, è una terra di antiche storie e leggende. Secondo la tradizione è la pinna dorsale del grande pesce Tahiti. La storia narra che il dio Hiro, desideroso di fare suo il monte Rotui – il sito più bello dell’isola e il luogo dove fanno tappa gli spiriti dei morti prima di recarsi alla loro destinazione finale – una notte decise di rubarlo per portarlo con sé a Raiatea. Il guerriero Pai riuscì però a metterlo in fuga scagliando la sua lancia, che lo mancò, trapassando l’altra famosa montagna dell’isola, che da quel momento fu denominata Moua Puta, ossia “il monte forato”, il cui buco si può vedere ancora oggi. La bellezza scultorea della baia di Cook, cinta da una catena di picchi che sembrano cesellati nella roccia, ripresa dalla baia gemella di Opunohu, nelle cui acque scure si specchiano le montagne a picco sul mare, attira costantemente artisti, esteti e filosofi di tutto il mondo. Anticamente denominata Aimeo, quest’isola ha ricevuto il nome di Moorea da un sommo sacerdote, che aveva visto in sogno una grande, bellissima lucertola di colore giallo. Importante feudo della famiglia reale dei Pomare, Moorea è stata la culla del protestantesimo, avendo assistito, nel secolo XIX, alla stampa della prima Bibbia in tahitiano. Ma i paesaggi e la storia non sono gli unici punti di forza dell’isola, che è famosa per la sua dolce vita e per la qualità gastronomica dei suoi ananas; le numerose spiagge di sabbia bianchissima, la diversità dei suoi fondali corallini e la ricchezza della sua fauna sottomarina fanno di Moorea una destinazione veramente privilegiata.

Arrivo alle ore 07:20 e troviamo ad attenderci l’incaricato dell’agenzia “Moorea Transports” per il trasferimento, che si rivela un’ escursione, all’ Hotel Hibiscus. La strada parte dall’areoporto e si snoda lungo la costa permettendoci di ammirare la Baia di Cook e la Baia di Opunohu.

L’ hotel è situato in ottima posizione ed ha una bella spiaggia. Dispone di piscina, bar, ristorante, snack, boutique, biblioteca, ufficio escursioni. Semplice e funzionale. Attività gratuite : piroga a bilancere, bocce, equipaggiamento snorkeling. A soli cinque minuti di cammino il centro commerciale “Le Petite Village” dove, c’è anche la banca ed alcune cabine telefoniche.

Abbiamo prenotato una camera doppia e ci assegnano la n. 102. E’ ampia e confortevole con aria condizionata, angolo cucina, frigo e bagno. La troviamo letteralmente piena di fiori, sul pavimento, sul letto, sui mobili, in bagno; un profumo da stordire. Troviamo anche un cesto di frutta ed una bottiglia di acqua minerale, forse per ricordarci che l’acqua del rubinetto non è potabile.

Il tempo di disfare i bagagli e siamo già in mare anche se il cielo è nuvoloso ed a tratti piove. Primo bagno in Polinesia : bellissimo.

In pomeriggio ancora brutto tempo e decidiamo di prendere un “truck” e di fare il giro completo dell’isola che offre bei paesaggi….Montani. I fiori sono presenti ovunque tanto che l’aria ne è profumata. Le siepi lungo la strada, alte oltre due metri, sono di Ibiscus.

Il sole tramonta alle 18:00. Alle 18:30 ceniamo, una partita a carte ed alle 20:00…Spengiamo la luce.

Venerdì 06 Agosto MOOREA Ci svegliamo molto presto ed andiamo a telefonare a nostra figlia per avere notizie circa la possibilità dell’invio di denaro. Non si riesce a trovare il modo.

Il sole è un po’ velato, ma confidiamo nella buona stella e, completamente equipaggiati, prendiamo una canoa polinesiana avendo come meta il tratto di laguna compreso fra i “motu” Faraone e Tiahura, situati quasi di fronte a noi e che le guide indicano come uno dei punti più belli di tutta l’isola, per fare il bagno.

Ci avevano avvertiti che la canoa polinesiana è molto instabile ma a noi, canoisti da lunga data, sembrava facile da condurre fino a quando abbiamo messo entrambe le pagaie dallo stesso lato dell’imbarcazione ed abbiamo fatto forza per allontanarci da uno scoglio affiorante e…Ci siamo ritrovati in acqua. Raggiungiamo facilmente una spiaggetta assolata dove svuotiamo la canoa e mettiamo ad asciugare cappelli e magliette; tutto il resto che avevamo con noi è asciutto in quanto riposto in un sacco impermeabile acquistato in Italia proprio in previsione di “scuffie” e/o pioggia. Il cielo è azzurro, quasi completamente sgombro da nubi, ed il sole spende. Il mare è bellissimo, il fondale pieno di coralli, tantissimi pesci. Alcuni locali, accompagnatori di turisti, sopraggiungono e ci sfrattano dalla spiaggia che dicono essere di loro proprietà; ci spostiamo su un’altra spiaggetta deserta e continuiamo le nostre nuotate.

Intorno alle 15:30, un po’ stanchi, decidiamo di rientrare e facciamo non poca fatica a risalire la corrente che è diventata molto forte.

Il tempo di fare una doccia ed il sole è già tramontato. Facciamo una passeggiata al villaggio per acquisti e rientriamo per cena in albergo. Assaggiamo il tradizionale “a’hima’a” un piatto tipico, stufato al forno Tacitiano, assolutamente da non perdere.

Sabato 07 Agosto MOOREA – BORA BORA La notte, talvolta, porta consiglio. Mi è venuto in mente che l’unica persona che può toglierci dai pasticci “monetari” è la Sig.Ra Renza dell’ Agenzia di Viaggio Oasis. Le mandiamo una e-mail spiegando la situazione e chiedendole di farci avere, tramite il suo corrispondente a Papeete l’importo che nostra figlia le farà avere.

Puntualissimo alle 07:30 l’incaricato dell’agenzia “Moorea Transports“ passa a raccoglierci con il pulman per il trasferimento all’aeroporto. Partiamo alle ore 10:35 con il volo di linea AIR TAHITI (VT) 276 (Aeromobile: ATR72 Servizio a bordo: rinfreschi – Tempo di volo: 50 minuti) diretto per Bora Bora. Prima di prendere posto chiedo alla hostess da quale parte dell’aereo si gode una vista migliore e lei mi spiega che la rotta non è proprio fissa, quindi non garantisce, ma suggerisce di sedermi a sinistra. La storia si ripeterà regolarmente su tutti i voli in Polinesia, effettuati con aerei ATR 42 o 72, che atterrano e decollano con la semplicità con cui si fermano e ripartano gli autobus. Anche l’assegnazione dei posti non viene fatta, ognuno siede dove vuole; rassicuratevi non sono previsti passeggeri in piedi. Stavolta il pilota ha seguito la rotta “normale” e dal finestrino ci godiamo, prima Moorea, poi la splendida vista di Raiatea e Tahaa, scattando innumerevoli foto. Atterriamo a Bora Bora alle 11:25.

BORA BORA (Nata per prima) detta “Perla del Pacifico” 5.800 abitanti, 38 km², 1 “passe”, .Vulcano che sorge su una delle lagune più belle del mondo, è da sempre terra da sogno. Il profilo fiero del suo blocco roccioso segue le linee di tre monti: il più elevato, Otemanu, raggiunge i 727 metri, affiancato dal leggendario Pahia. L’isola guarda ancora con orgoglio alle silenziose spedizioni belliche in pagaia appartenenti ad epoche lontane ed all’antica dominazione su Raiatea, eterna rivale. La natura è stata generosa con Bora Bora, donandole una laguna dalle acque trasparenti di una bellezza che lascia senza fiato, disseminata da mille isolotti, altrettanti angoli di paradiso. Uno di questi motu ospita oggi l’aeroporto, altri sono sede di hotel di lusso. Si distingue il motu Toopua, con la sua collina di più di cento metri d’altezza ed i suoi bizzarri effetti sonori, le “campane di Hiro”. Il potere di seduzione di Bora Bora risale a tempi ancestrali e sono molti i pittori, scrittori, filosofi, edonisti che hanno seguito le orme di artisti come Alain Gerbault. Herman Melville e Paul Emile Victor. Allo sbarco siamo travolti da una fortissima emozione : dall’aeroporto, situato a nord sul Motu Mute, uno dei tanti sulla barriera corallina che circonda l’isola, il panorama è di una bellezza che lascia senza fiato, i colori dell’acqua sono incredibili, non si possono raccontare, bisogna vederli e magari con il sole, come è successo a noi.

Ritiriamo i bagagli e li consegniamo ai marinai del traghetto che fa la spola fra l’aeroporto ed il villaggio di Vaitape. Dopo trenta minuti di navigazione arriviamo al molo dove ci attende un “truck” per accompagnarci all’ Hotel Le Maitai Polynesia (maitai in polinesiano significa : tutto va bene) situato subito dopo Punta Matira, lungo la più bella spiaggia dell’isola. Anche stavolta più che un trasferimento è una gita che ci da modo di ammirare sia la laguna che l’isola con una lussureggiante vegetazione, il tutto sempre dominato dalla incombente presenza del monte Otemanu che si alza maestoso con pareti scoscese quasi al centro dell’isola.

L’albergo è molto bello, costruito parte sulla spiaggia e parte in un giardino con alle spalle la montagna, dispone di una bar, due ristoranti, boutique, ufficio escursioni. Attività gratuite : piroga a bilanciere, kayak, equipaggiamento snorkeling. La nostra sistemazione è nella Garden Room,n.51,aria condizionata, telefono, televisore, asciugacapelli, minibar, acqua potabile, cassaforte. Troviamo in omaggio un pareo ed una maglietta.

Per prima cosa andiamo ad esplorare i fondali partendo dalla spiaggia dell’albergo. Non sono bellissimi in quanto i coralli sono quasi tutti morti, ma vediamo molti pesci e l’acqua ha una trasparenza impressionante. E’ questo un particolare che dovrei ripetere decine di volte perché mi ha colpito ad ogni bagno in tutte le isole visitate e quindi…Non lo ripeterò più.

Terminato il bagno decidiamo di esplorare, a piedi, i dintorni. Uscendo dall’albergo e andando a sinistra, dopo cinque minuti si incontra il “Tiara Market”, supermercato dove acquistiamo piccole banane di produzione locale ed un frutto verde, sempre prodotto sull’isola, più grosso di un pompelmo che risulterà buonissimo. Proprio di fronte c’è il “Bora Bora Pear Lodge” all’interno del quale c’è un telefono a schede. Proseguiamo la passeggiata fino al “Club Med” per avere informazioni circa lo “Shark Fidding” che ci hanno consigliato di effettuare qui. Ma domani è domenica e la gita non è in programma. Già che ci siamo visitiamo tutto il “villaggio” che è molto grande ma non particolarmente bello con i bungalow dipinti con colori vivaci, contrariamente a tutti gli altri alberghi che hanno bungalow di legno che meglio si armonizzano con il paesaggio. Mentre siamo sul pontile vediamo due grosse murene gialle aggirarsi fra gli scogli.

Rientriamo in albergo e, comodamente seduti al bar, che è all’aperto, immerso nelle piante e nei fiori ci gustiamo un “beverone” di frutta, gentilmente offerto dalla Direzione, mentre due indigeni armati di chitarra e ukulele suonano e cantano musica locale; il ritmo della musica è incalzante mentre il canto è molto lento, il tutto ripetitivo.

Domenica 08 Agosto BORA BORA Alle 09:30 partiamo per lo “Shark Fidding” prenotato presso il nostro albergo. La gita si svolge in tre tappe; la prima è un bagno nel “Giardino di Corallo” per nuotare in mezzo ai pesci, la seconda è un bagno con le razze e gli squali e la terza una sosta al Motu Piti Aau con spiaggia bianca e bagno in una laguna cristallina.

Scopriamo che il “Giardino di Corallo” è nella nostra baia, fra i due motu di fronte all’albergo e, più precisamente alle spalle dell’hotel Sofitel Motu Coralia; il posto è facilmente riconoscibile perché le barche che fanno escursioni hanno messo in mare delle boe fisse ( bottiglie di plastica e palloni) dove ancorarsi durante la sosta. Gettare sconsideratamente l’ancora significherebbe rischiare di distruggere coralli. Il fondale è bello ed i pesci sono tanti, sembra di fare il bagno in un acquario, sensazione questa che si ripeterà più volte nel corso del viaggio. Per il bagno con gli squali la barca si ferma in prossimità della barriera e, la guida, prima tende una corda per delimitare il fronte che i turisti non possono superare, poi getta in mare del pesce e dal nulla appaiono decine di squali “Pinna Nera”, oltre ad una miriade di pesci, che ci nuotano attorno. Non si prova una particolare sensazione di paura probabilmente perché l’ambiente è tranquillizzante con un fondale basso (80 cm.) e sabbioso, e l’acqua chiara. Abbiamo la fortuna di veder partecipare al banchetto anche un gran numero di razze.

Finito il “pasto” si risale in barca e si arriva al “Motu Piti Aau” dove superata una striscia di sabbia bianca inizia la vegetazione in mezzo alla quale c’è una capanna attrezzata per un barbecue. Dove si attracca il fondale è sabbioso, l’acqua è bassissima per decine e decine di metri ed ha un colore azzurro chiaro, tale che al nostro cervello viene in mente all’istante l’idea della piscina. Altro bagno bellissimo.

Rientrando in albergo ci siamo fermati sulla spiaggia per un breve riposo e poi siamo saliti su un kayak andando alla scoperta della costa.

Alle 17:30, visto il cielo sgombro da nubi, abbiamo pensato di andare a goderci il tramonto. Usciti dall’albergo si prende a destra e dopo circa dieci minuti di cammino si incontrano, sulla destra, due cabine telefoniche ed, a sinistra, una strada, con l’indicazione dell’ Intercontinental Beach Bomber, che termina in una piazzetta con accesso ad un’ ampia spiaggia dalla quale ammiriamo il sole che si tuffa in mare. Quindici, venti minuti dopo il tramonto il cielo all’orizzonte si tinge di rosso. Non male come spettacolo.

Cena a “La Baunty” simpatico ristorante a due passi dall’albergo.

Prima di andare a dormire, dal pontile, ammiriamo un fantastico cielo stellato riuscendo a vedere anche la “Via Lattea”; manca solo la luna.

Lunedì 09 Agosto BORA BORA All’alba il sole invade la nostra stanza, ma siamo già svegli e riposati.

Prendiamo un kayak e torniamo al “Giardino di corallo” dove trascorriamo tutta la mattinata “a mollo” poi, sempre in kayak, ci spostiamo verso nord fermandoci sulla punta della penisola che delimita la baia di Anau e li trascorriamo il pomeriggio, in perfetta solitudine, prendendo il sole, raccogliendo conchiglie e facendo il bagno.

Al rientro in albergo troviamo un messaggio del Sig. Emmanuel di Tahiti Nui Travel che ci chiede di richiamarlo con urgenza. Provvediamo immediatamente e ci spiega che ha ricevuto l’incarico di consegnarci una somma di denaro, in occasione del nostro passaggio da Papeete il prossimo 11 Agosto ma c’è il problema che gli impiegati dell’agenzia non possono, per ragioni sindacali maneggiare denaro e quindi ci chiede di anticipare il nostro arrivo alla mattina (ha trovato un volo libero) ed andare in ufficio a ritirare il denaro. Gli facciamo presente che con tale soluzione avremmo perso un giorno di vacanza, limitando il soggiorno a Huahine a mezza giornata, e gli suggeriamo di lasciare una busta con il denaro alla reception dell’ Hotel Le Mandarin di Papeete dove dormiremo l’11 Agosto. Lui comprende perfettamente la situazione e ci salutiamo con la sua assicurazione che troverà il modo di farci avere il denaro. Ovviamente siamo molto sollevati.

L’episodio dimostra, se ce ne fosse bisogno, l’importanza di appoggiarsi ad una agenzia di viaggi solida, seria e di grande esperienza.

Inviamo una e-mail di ringraziamento alla efficientissima Sig.Ra Renza.

Martedì 10 Agosto BORA BORA – HUHAINE Alle 07:40 incontro con l’incaricato per il trasferimento all’aeroporto. Partenza alle ore 10:40 con il volo di linea AIR TAHITI NUI (VT) 267 (Aeromobile: ATR72 , Servizio a bordo: niente – Tempo di volo: 20 minuti). Arrivo a HUHAINE alle ore 11.00.

Huahine detta “Isola segreta o “Isola ribelle”, 5.400 abitanti, 75 km², 5 “passe”. Non mancano gli aggettivi per porre l’accento sulla natura selvaggia ma affascinante di quest’isola nota per i suoi feroci guerrieri e la sua resistenza ai cambiamenti. Formata da due isole, Huahine Nui a nord e Huahine Iti a sud, separate da uno stretto canale scavato, secondo la leggenda, dalla piroga del dio Hiro. L’isola montuosa, dalle forme dolci, presenta delle magnifiche baie profonde ed alcune belle spiagge di sabbia bianca. Negli isolotti disseminati nelle lagune si pratica la coltivazione delle angurie e dei meloni mentre varie culture alimentari e di frutta abbondano su queste terre fertili. Huahine può inoltre vantare uno dei siti archeologici più estesi e meglio conversati: il marae di Maeva, insieme di svariati marae importanti situati nella regione pedemontana Mouatapu e sulla costa del lago Fauna Nui. Abbondano le leggende su quest’isola bramata da Hiro e adottata dagli artisti alla ricerca delle loro radici. Incontro con l’incaricato dell’agenzia “Huhaine Local Tours”, per il trasferimento all’Hotel RELAIS MAHANA situato nel punto più a sud di Huhaine Iti, vicino al villaggio di Parea, in una zona poco frequentata. La posizione è molto buona, al centro dell’ampia baia sabbiosa di Haarimea, con i bungalow in mezzo alla vegetazione a sette metri dalla battigia; peccato che le costruzioni siano vecchie e difettino di manutenzione oltre che di pulizia. Dispone di piscina, bar, ristorante, boutique, biblioteca, ufficio escursioni, cabina telefonica. Attività gratuite : pedalò, canoe, equipaggiamento per snorkeling, bocce, ping pong. Biciclette. La direttrice è una signora francese, che non brilla per simpatia, e che ci consegna il regolamento del “campo” con norme ed orari più da “colonia estiva” che da “villaggio vacanze”.

Sistemati i bagagli nel Family Beach Bungalow, n. 3, con ventilatore a pale ed acqua potabile, inforchiamo due bici incredibili con gomme da mountainbike, non hanno freni e per fermarsi basta pedalare al contrario. Sono molto essenziali ma adatte per il fondo stradale sassoso e sconnesso. Le troveremo su tutte le isole. Procediamo per una decina di chilometri in direzione sud/est alla scoperta della costa. Al ritorno ci fermiamo al villaggio di Parea dove esiste un solo negozio (vedere per credere) per comprare acqua e frutta; non hanno frutta ma ci vendono tre mele neozelandesi e due arance californiane che avevano in casa per uso personale.

Proseguiamo l’esplorazione dell’isola, in bici, verso ovest vedendo, oltre ai soliti magnifici fiori, piantagioni di banane e vaniglia. Mi accorgo di non aver parlato delle palme da cocco che meritano una citazione speciale. Sono presenti su tutta la fascia costiera delle Isole della Società e ricoprono gli atolli dell’arcipelago delle Tuamotu. Altamente decorative sono circondate da buchi nel terreno di diametro variabile: sono le tane di particolari granchi che con chele sviluppatissime riescono a praticare un foro e cibarsi delle noci di cocco. Successivamente le noci si riempiono di paguri che completano l’opera di pulizia.

Rientriamo al nostro bungalow e ci posizioniamo sulla spiaggia, facciamo un giro in “pedalò”, entro i confini stabiliti dalla “direzione” e poi un lungo bagno.

Un altro bel tramonto poi, nel bar dell’hotel assistiamo ad una dimostrazione sui mille modi con i quali ci si può vestire con un pareo. Peccato che non abbiamo preso appunti perché, tornati in Italia, quando abbiamo cercato di drappeggiare un pareo regalato a nostra figlia ci siamo resi conto che non ricordavamo niente.

Il ristorante dell’albergo ci riserva una piacevole sorpresa, ottima atmosfera ed ottimi piatti sia di carne che di pesce, molto elaborati e fantasiosamente guarniti. Ci fanno compagnia passeggiando sul soffitto alcuni gechi, animali sacri in Polinesia.

Mercoledì 11 Agosto HUHAINE – TAHITI Liberiamo il bungalow e lasciamo le valige in deposito dopo aver preparato i nostri zaini con tutto l’occorrente. Ci incamminiamo a piedi lungo la spiaggia in direzione sud/est e procediamo per circa un’ ora.

Ci fermiamo sotto un rigoglioso e fronzuto “albero del pane” quasi di fronte al Motu Araara; fra noi e la barriera corallina distante circa 250 metri una laguna con acqua bassa, sabbia, scogli e tantissimi pesci. Rimaniamo qui per tutta la giornata in assoluta solitudine fatta eccezione per una famiglia di “locali” che, in pomeriggio, si ferma nella baia vicina; li sentiamo ma non li vediamo. E’ caduta una noce di cocco e vado a cercarla, prima che arrivino i granchi; la trovo e non senza fatica riesco ad aprirla. Il liquido all’interno è perfettamente asettico e si può tranquillamente bere, il cocco lo mangeremo un poca alla volta.

Alle 16:00 rientriamo in albergo, recuperiamo le valige e ci cambiamo per il viaggio.

Alle 17:30 incontro con l’incaricato locale dell’agenzia “Huahine Local Tours” per il trasferimento all’aeroporto. Partiamo con il volo di linea AIR TAHITI NUI (VT) 604 diretto per PAPEETE alle ore 19.05.(Aeromobile: ATR72 Tempo di volo: 35 minuti). Arriviamo a PAPEETE alle ore 19:40 e troviamo ad attenderci l’assistente locale dall’agenzia “Tahiti Nui Travel” per il trasferimento all’hotel LE MANDARIN dotato di bar, 2 ristoranti, snack, ufficio escursioni.

Sistemazione in camera doppia standard ,n. 53, con aria condizionata, telefono, televisore, asciugacapelli. L’arredamento è dozzinale, perfino un po’ triste ma la posizione in piano centro è l’ideale per noi, non tanto stasera, quanto a fine giro, quando verremo a visitare Tahiti.

Ci aspettavamo di trovare una busta con i “rifornimenti” ma alla reception non hanno niente per noi, neppure un messaggio. Preghiamo di contattare Mr. Emmanuel ed appena saliti in camera riceviamo una sua telefonate che preannuncia l’imminente arrivo. Siamo molto rincuorati. Lo attendiamo in camera perché la hall è molto piccola e non ha spazi adatti alla bisogna. Ci porta i soldi e gli rilasciamo una ricevuta, parliamo un po’ del viaggio e poi ci fa presente che essendo le 21:00 passate, se dobbiamo pranzare è meglio che ci diamo una mossa perché, normalmente, alle 10:00 – 10:30 i ristoranti chiudono; inoltre le strade sono pressoché deserte ed i rari passanti non hanno un aspetto troppo rassicurante. Papeete, di notte, ha lo stesso grado di pericolosità di una grande città europea.

Lo salutiamo ringraziandolo per la cortesia usataci e ci precipitiamo in Place Vaiate, tre minuti dall’albergo, dove sostano le famosissime roulottes, risoranti forse un tempo economici, oggi solo caratteristici. Optiamo per due pizze, al “Vesuvio”, che accompagnate da una bottiglia di minerale, mangiate su uno sgabello al banco, costano complessivamente circa 20 Euro. Prezzi da Versilia !!!!!!.

Non si può dare giudizi su un luogo dopo appena mezz’ora di permanenza, ma l’impressone che ci trasmette Papeete è orribile.

Giovedì 12 Agosto TAHITI – MANIHI La sveglia suona alle 05:30 perché alle 06:50 passerà l’incaricato dell’agenzia Tahiti Nui Travel per il trasferimento all’aeroporto e prima vogliamo andare al famosissimo Public Market a vedere di cosa si tratta. Dista appena cinque minuti a piedi e, nonostante l’ora, la parte riservata al “food” è molto animata. Facciamo una ricca colazione ( da non perdere) a base di cornetti caldi e caffè, e compriamo banane locali. Nonostante sia un mercato i prezzi sono in linea con i negozi. Vedremo tutto meglio fra qualche giorno quando ripasseremo.

Poco dopo le 07:00 siamo in aeroporto dove, stavolta, controllano passaporti e bagagli e ci sequestrano le banane appena acquistate, perché non possono essere portate alle Tuamotu, mentre ci lasciano la frutta di importazione!!! Come diceva Campanile “non capisco ma mi adeguo”.

Anche stavolta becchiamo il lato giusto sul volo di linea AIR TAHITI NUI (VT) 596 diretto per MANIHI alle ore 08.20. (Aeromobile: ATR72– Servizio a bordo : rinfreschi) ed ammiriamo dall’alto prima Tetiaroa (l’isola di Marlon Brando), poi Ranghiroa ed infine Ahe dove atterriamo alle ore 09.30. Breve sosta senza scendere dall’aereo ed alle 09:50 ripartiamo per Manihi dove arriviamo alle 10:05 (Tempo totale di volo: 1h45 minuti). Manihi detta “L’isola delle perle”, 770 abitanti, 192 km², 1 passe,è la “cugina” di Rangiroa, altrettanto bella e sorprendente. Su questo atollo è nata la prima azienda perlifera della Polinesia, che ha aperto la strada alle altre isole delle Tuamotu. Questa attività si è generalizzata e raffinata fino al punto di produrre gli autentici gioielli degni di adornare le più belle regine. Le attrattive turistiche di questo atollo percorso da un canale profondo e navigabile, a margine del quale si trova l’unico villaggio di Turipaoa, consistono nello splendore della sua laguna dai colori di fiaba e nella qualità straordinaria della sua fauna e dei suoi fondali marini famosi nel mondo. Le acque di Manihi sono conosciute dagli appassionati di immersione per la incredibile concentrazione dei pesci nei suoi bellissimi luoghi, dal canale agli spioventi di scoglio passando per “il circo” all’interno della laguna. I tradizionali caranghi e napoleoni incrociano i pesci persici, le cernie e le lasche e la maestose razze manta, che sfidano le razze aquila. Per fare qualcosa di diverso dall’immersione, i turisti hanno la possibilità di visitare una delle numerose aziende perlifere o di scoprire i luoghi degli antichi marae, presenti nella parte settentrionale e meridionale dell’atollo.

Ci colpisce l’aeroporto costituito da una pista d’atterraggio non recintata, un carro dei pompieri ed una grande capanna; niente altro.

Ad attenderci il personale dell’albergo con le immancabili collane di fiori quale benvenuto. Ci fanno salire su macchinine elettriche e dopo dieci minuti siamo al MANIHI PEARL BEACH RESORT dotato di piscina, bar, ristorante,boutique, ufficio escursioni. Attività gratuite : kayak, mini golf, piroga, piscina, equipaggiamento per snorkeling. Ci fanno accomodare al bar offrendoci “pannicelli” freddi e profumati, per rinfrescarci ed una bevanda a base di frutta per completare l’accoglienza. Il Sig. Frank Vetier è il direttore, parlante italiano (è il primo e sarà anche l’ultimo che parla la nostra lingua), che ci spiega come è composto il villaggio e quali sono le gite ed i servizi offerti; consegniamo anche il biglietto aereo per il volo successivo e ci faranno avere la carta d’imbarco a tempo debito. Una gentile inserviente francese ci accompagna al nostro Overwater Bungalow, n38, con ventilatore a pale, televisione, telefono, minibar,cassaforte, asciugacapelli, bollitore. E’ la prima volta che sperimentiamo simile sistemazione e la realtà supera l’immaginazione. La camera è molto grande, lussuosamente arredata ed i servizi sono in linea. Al centro della stanza un cubo in vetro con coperchio rimovibile per dar da mangiare ai pesci. A completamento una veranda, con due letti per prendere il sole, e scale che scendono in acqua. Non si può pretendere di più. Fiori sparsi per tutta la stanza (arrivano dalle Isole della Società perché sugli atolli l’unico fiore è il Tiare) ed un cestello con una bottiglia di champagne ed un biglietto di benvenuto.

Su quest’isola ci siamo ripromessi l’acquisto delle perle frutto non spontaneo delle ostriche Pinetada Margaritifera. Salpiamo quindi con la navetta gratuita che alle 11:30 parte dall’albergo per il villaggio di Turipaoa, unico dell’isola, situato proprio a lato della passe. Sbarcati prendiamo a destra lungo la banchina fino ad una piazzetta al centro della quale torreggia un grande albero (inconfondibile); sulla sinistra, sopra il negozio di alimentari, c’è la casa di Jenny (o Jan) pescatrice e venditrice di perle. Purtroppo è in vacanza a Papeete (sui gusti non si discute) e quidi facciamo acquisti da un altro componente la famiglia ma non ha molto e rimaniamo con la voglia.

Alle 12:45 risaliamo sulla navetta che ci riporta in albergo.

Dalla terrazza del nostro bungalow prendiamo i punti di riferimento per raggiungere un gruppo di scogli affioranti distanti circa duecento metri e ci tuffiamo. Siamo letteralmente in mezzo a pesci coloratissimi che si lasciano quasi accarezzare. Strepitoso. Solo il freddo ed i crampi ci costringono a risalire in camera, dopo circa tre ore.

C’è ancora tempo per prendere una bicicletta, raggiungere la strada, girare a destra e pedalare fino alla fine della pista d’atterraggio, poi traversare a piedi la barriera corallina (in quel punto larga oltre cento metri e molto corrugata) fino a dove le onde dell’oceano si infrangono, per…Ammirare il tramonto.

Alle 18:30 assistiamo, al bar dell’albergo alla proiezione di un filmino riguardante l’escursione del giorno che prevedeva il giro dell’isola ed un pic-nique su un motu.

Alle 19:00 cena, sotto le stella, a lume di candela e champagne in una atmosfera che definire magica è limitativo.

Rientrati nel bungalow ci stendiamo in veranda, nel più completo silenzio, a contemplare il cielo. La magia continua, ma solo chi c’è stato può comprendere a pieno la situazione.

Venerdì 13 Agosto MANIHI Mi sveglio molto presto. Il cielo è completamente coperto di nuvole e scorgo con difficoltà il sole che sorge di fronte a me. Ritorno a letto e, poco dopo, inizia a piovere. Non ci sono particolari problemi; l’escursione di oggi è la pesca d’altura e poiché non ci interessa noi facciamo snorkelling per tutta la mattinata mentre schiarite si alternano alla pioggia. Con il sole è ovviamente tutta un’altra cosa, ma anche con queste condizioni climatiche è assai bello.

Al rientro nel bungalow troviamo le informazioni per la partenza di domani ed il “Programme mauvais temps” : sul canale tre del televisore mandano in onda tre films alle 09:00, 11:30 e 15:00 in italiano/inglese, italiano/francese e francese/inglese; alle 15:00 inoltre, nei locali del bar è previsto il “Coco show” che non sappiamo cosa sia perché alla prima schiarita pomeridiana siamo andati a fare una passeggiata sulla spiaggia, poi siamo usciti in bicicletta ed un acquazzone ci ha sorpreso bagnandoci come pulcini. Torniamo in camera, doccia calda, cambio degli abiti e, poichè, il cielo si è di nuovo schiarito, ripartiamo, sempre in bici ma con l’ombrello. Giunti sulla strada giriamo a sinistra e pedalando arriviamo alla passe (il villaggio è sull’altra sponda) fermandoci ad ammirare il paesaggio ed a raccogliere conchiglie. Sulla strada del ritorno ci fermiamo a vedere i lavori di un artigiano francese, trapiantato su quest’isola da …..Sempre, e troviamo, fra le altre, due splendide perle che…..Non ci facciamo scappare.

Serata “aggallata” con buffet polinesiano alle 19:00 ed alle 20:00 spettacolo di danze e canti.

Sabato 14 Agosto MANIHI – RANGIROA Alle ore 07:30, come da programma, mettiamo i bagagli fuori della porta del bungalow ed il personale dell’albergo provvederà a fare il check-in ed a imbarcarli.

Alle 09:30 cerimonia di saluto con immancabile distribuzione di collane di conchiglie ed alle 10:10 partenza sul volo di linea AIR TAHITI NUI (VT) 534 (Aeromobile: ATR72 Servizio a bordo: rinfreschi – Tempo di volo: 35 minuti) diretto per Rangiroa dove arriviamo alle ore 10:50.

Rangiroa (Cielo esteso), 1.913 abitanti, 1.640 km², 3 passe. Tutto quello che avreste voluto vedere dei mari del sud e non avete mai osato sperare. Il suo nome vuol dire “cielo senza fine” e, guardando l’orizzonte, non si vede l’altra estremità dell’atollo ma solo un orizzonte azzurro in cui acqua e cielo si fondono con un effetto quasi magico. Rangiroa, a 350 km. A nord di Papeete, è il terzo atollo per grandezza al mondo dopo Aldabra nell’Oceano Indiano e Kwajalein nelle Marshall. Un enorme ciambellone di sabbia e palme chiuso come un cerchio di corallo intorno a d una sterminata laguna blu di un migliaio di chilometri quadrati, lunga 77 km. E larga 26, in cui potrebbe galleggiare comodamente tutta Tahiti. Ma, a dispetto delle dimensioni, Rangiroa conta pochissima terra: è formato infatti da 240 minuscoli motu, gli isolotti corallini alti al massimo due metri sopra il pelo dell’acqua, separati fra loro da un centinaio di canali, che s’incurvano in un perimetro di 230 km. Largo al massimo trecento metri (ma che in alcuni punti non supera i due). Passeggiando sull’esile striscia di terra, si è come sospesi fra l’oceano, che si infrange con rabbia sul bordo esterno, e la laguna interna, placida ed azzurra, dove il mare sa di idillio. I due villaggi di Avatoru e Tiputa sono situati alle due estremità dello stesso motu ed hanno una passe ciascuno che mette in comunicazione oceano e laguna, permettendo il passaggio delle barche e delle maree. Il cambio di queste ultime è uno spettacolo: l’alta marea entra nell’atollo con ondoni gagliardi in cui nuotano i delfini, e chi se la sente di cavalcare la corrente con maschera e pinne, può fare il bagno in compagnia di tutti gli abitanti degli abissi dai piccoli pesci corallini agli squali. Gli abitanti dell’atollo sono 2000, concentrati per lo più nei due villaggi. L’aeroporto, appena più “serio” del precedente, è a metà strada fra i due villaggi. Ad aspettarci una corona di fiori ed il pulman dell’ Hotel KIA ORA VILLAGE. L’albergo, bellissimo, ha piscina, bar, ristorante, 2 boutique. Attività gratuite : tennis, bocce, equipaggiamento per snorkeling.

Per la prima, ed unica, volta nel coso di tutto il viaggio, non abbiamo accesso immediato alla camera dovendo attendere le ore 13:00. La sistemazione è in Garden Bungalow, n. 61, aria condizionata, asciugacapelli, frigobar, acqua potabile, telefono, bollitore, cassaforte.

Per non perdere tempo decidiamo di andare a vedere cosa offre il villaggio di Tiputa che dista, a piedi, una ventina di minuti. Accanto all’albergo c’è un negozio “Taaroa Bijoux” (fetia@taaroa-bijoux.Com www.Taaroa-bijoux.Com) che, oltre che vendere gioielli ha postazioni internet e telefoni a schede.

Il villaggio non ha niente di particolare, ma cercando chi organizza escursioni (telefonare a Moana al 257612 o al 967316) abbiamo modo di visitare una tipica “Pensione familiare”, consigliata da Licia Colò (che sicuramente non le ha mai praticate) e ci congratuliamo con noi stessi per averle evitate.

Ritorniamo in albergo poco dopo le 13:00 e prendiamo possesso del nostro bungalow dove troviamo già i bagagli e due magliette in omaggio con scritto sulla schiena “ ho trascorso la luna di miele al Kia Ora Hotel”. Non solo un’ottima organizzazione, ma un complesso costruito con molta cura per i particolari : sia la hall, sia il ristorante, sia i bungalow sono molto belli. Andiamo all’ufficio escursioni e fissiamo, per l’indomani la gita alla “Laguna Blu”, mentre ci dispiace di non poter fare l’esperienza unica dell’attraversamento della passe, ma purtroppo, l’orario per effettuarla è, in questo momento dell’anno, alle ore 13:00. Non lo sapevamo e per oggi è ormai tardi, domani siamo impegnati e dopodomani siamo…Partiti.

Non ci resta che posizionarci sulla spiaggia ed andare a fare il bagno. I pesci non sono moltissimi ma abbiamo la fortuna di nuotare con le razze, litigare con una murena ed ammirare dei “Baliste à tete jaune” di grosse dimensioni. Possiamo essere soddisfatti.

Verso l’ora del tramonto, usciti dall’albergo attraversiamo l’unica strada del motu, e siamo sulla barriera corallina dove si infrangono le onde dell’oceano. Facciamo una lunga passeggiata raccogliendo conchiglie; troviamo anche dei piccoli cilindri sfaccettati, apparentemente di pietra, di colore violaceo e non sappiamo di cosa si tratti : lo scopriremo a Tikehau.

Domenica 15 Agosto RANGIROA Forse sarà un vizio ma siamo sempre i primi ad arrivare agli appuntamenti. Alle 08:50 siamo sul pontile pronti per la più famosa (ed aggiungo “a ragione”) gita della Polinesia Francese : la “Laguna Blu”.

Ci imbarchiamo in quattordici (dieci italiani!!) oltre al pilota ed alla guida. Dopo circa trenta minuti di navigazione si passa a lato dell’ “isola degli uccelli”, uno scoglio di circa quaranta metri di diametro ricoperto di alberi in mezzo ai quali sono costruiti alcuni piccoli bungalow che si possono affittare per una vacanza veramente solitaria. Altri trenta minuti e si arriva a destinazione : un bacino naturale delimitato da una serie di motu e banchi corallini che creano una laguna interna alla laguna, con sabbia bianca finissima ed un’acqua color turchese da cui il nome. Non esiste un pontile di attracco e la barca viene ancorata sulla barriera. Si percorrono circa 150 metri con l’acqua alle caviglie fino ad un motu sul quale esiste una capanna con funzioni di “cucina/soggiorno”. Mentre i due polinesiani preparano la tavola, con foglie di cocco, ed il barbecue, i turisti possono andare a spasso per le spiagge e fare il bagno.

La giornata è splendida ed il luogo è di una bellezza incredibile. Tale aggettivo non è casuale in quanto uno si domanda se ciò che vede è proprio reale o è un sogno. Ci immergiamo in acqua circondati da piccoli squali “pinna nera” e pochi altri pesci. Il fondale della laguna è completamente sabbioso senza coralli ne piante e quindi con poca vita. Facciamo anche il bagno all’esterno della laguna, tenendoci prudentemente sotto costa, dove, per contro, il fondale è ricchissimo di coralli e di pesci.

Il pranzo consiste in una insalata di riso, come primo, ed un secondo a base di pesce e pollo, cotti sulle braci, con contorno di patatine fritte. Per finire ananas, cocomero e cocco. Il tutto innaffiato da coca cola, sprite, acqua minerale.

Ci dicono che in tutta la Polinesia, a causa della scarsa presenza di iodio nell’acqua, il sapore dei vari tipi di pesce è molto simile. Buono ma non eccezionale.

Ancora bagni di sole, bagni di mare e passeggiate per circa un’ora. Ne approfittiamo per gettare avanzi di pesce ai piccoli squali ma accorrono velocissime “rondini di mare” e “fregate” che intercettano gran parte del cibo al volo, prima che arrivi in acqua.

Risaliti in barca percorriamo poche decine di metri e ci posizioniamo sul bordo di una depressione; scendiamo in acqua su un fondale di ottanta centimetri che, davanti a noi, scende quasi perpendicolarmente e la guida ci chiede di rimanere in gruppo, più fermi possibili e senza agitare i piedi (è vietato indossare le pinne). Ha così inizio uno “Shark fidding” veramente impressionante. Pochi istanti dopo che la guida ha gettato in mare gli avanzi del pasto, siamo letteralmente circondati da ogni tipo di pesci fra i quali spiccano squali “pinna nera” di dimensioni da uno a tre metri che ci girano intorno. Il pasto continua, gli squali aumentano di numero e fanno anche la loro comparsa due squali “limone” che provocano agitazione fra gli altri pesci e la guida ci invita a risalire in barca senza agitarsi ma subito perché la situazione potrebbe diventare pericolosa. Da sopra la barca continuiamo ad ammirare lo spettacolo che si sta rappresentando dentro l’acqua e, poco dopo, appaiono altri due squali “limone”, uno dei quali supera i quattro metri di lunghezza.

A malincuore iniziamo il viaggio di ritorno che prevede una sosta all’ “isola degli uccelli” per un altro bagno in un ambiente con coralli e pesci su un fondale fra i due ed i sei metri di profondità. Raccolgo una “Strombe lentiginosus” lunga una trentina di centimetri, senza animale all’interno, ma la lascio poco distante perché è troppo grande da portare a casa.

Al rientro sono quasi le 17:00 ci attende una lunga doccia calda ed all’ora del tramonto siamo comodamente sdraiati su comodi lettini in riva al mare. Soli !!!!!!! Cena e spettacolo di canti e balli polinesiani. Un altro non lo reggo.

Lunedì 16 Agosto RANGIROA – TIKEHAU Sveglia alle 06:00 perché, da informazioni raccolte in loco, alle 08:00 possiamo vedere i delfini saltare e giocare fra le onde alla passe di Tiputa. Non ci fidiamo degli orari polinesiani e facciamo bene ad anticipare perché alle 06:45, ora del nostro arrivo, i delfini sono già presenti sul posto. Spettacolo rimarchevole grazie anche al cannocchiale che ci siamo portati dietro. Prima delle 08:00 se ne vanno e noi torniamo alla spiaggia dell’albergo per un ultimo bagno in quanto il programma prevede di lasciare il bungalow alle 10:00 e non possiamo sprecare del tempo.

Alle ore 11:00 il pulman dell’albergo ci lascia in aeroporto e, per la prima volta, l’aereo ha un ritardo di circa dieci minuti.

Partiamo alle 11:55 sul volo di linea AIR TAHITI (VT) 566 (Aeromobile: ATR72 -Tempo di volo: 20 minuti). Diretto per TIKEHAU, le due isole sono così vicine che un aereo impiegherebbe non più di sei sette minuti ma, per il nostro piacere, sia al decollo sia durante il volo sia all’atterraggio compie una serie di deviazioni che ci consentono di ammirarle molto bene dall’alto. Arriviamo alle 12:10.

Tikehau (Atterraggio pacifico) detta “L’isola dalle sabbie rosa”, 400 abitanti, 461 km²,1 passe, è un atollo circolare a nord-ovest di Rangiroa, con una laguna di 26 km. Di diametro ed una piccola “passe”. Jacques Cousteau, che l’ha studiato nel 1987, lo considerava il più ricco di pesce delle Tuamotu. Va da sé che i 312 abitanti vivono di pesca, inviando il pesce fino a Tahiti. Il villaggio principale è Tuherahera. A Tikehau il sogno dei mari del sud si realizza e girando lo sguardo interno a noi c’è la percezione di essere capitati in un vero Eden. La superficie interna della laguna è circondata da spiagge rosa e palme da cocco. Un ottimo centro diving Vi farà scoprire la bellezza dei giardini sommersi di questo atollo, oppure in barca c’è l’imbarazzo della scelta per trascorrere la giornata sui numerosi motu, piccole strisce di sabbia bianchissima, contornati da splendidi fiori che profumano l’aria fina e delicata di un’essenza esotica dal gusto ineguagliabile.

Siamo accolti da impiegati dell’albergo che con tre pulmini (siamo una ventina di persone) ci fanno fare un giro turistico del villaggio di Tuherahera spiegando dove sono i negozi (?), le chiese e l’ufficio postale ed aggiungono che un dottore arriva sull’isola ogni sei mesi ed un dentista una volta all’anno. Raggiungiamo il molo e ci imbarchiamo su due “lance” che ci portano al motu “Ti Ano”dove, isolato dal mondo, è stato costruito il Tikehau Pearl Beach Resort dotato di piscina, bar, ristorante, ufficio escursioni. Attività gratuite : kayak, piroga a bilancere, equipaggiamento per snorkeling, bocce.

Ad accoglierci il direttore che ci fa accomodare al bar, ci offre “pannicelli” freddi e profumati, un long drink alla frutta e ci illustra le attività e gli orari dell’albergo. Dimenticavo di precisare che il complesso è di recentissima costruzione ed è b e l l i s s i m o.

Una gentile fanciulla polinesiana ci accompagna al nostro Overwater Bungalow n.4. La camera è immensa così come la zona bagno ed anche la terrazza con due letti per prendere il sole; ad occhio e croce, complessivamente l’ambiente supera i cinquanta metri quadri. L’arredamento è lussuoso e disponiamo di ventilatore a pale, minibar,telefono, cassaforte, televisore, asciugacapelli, bollitore, acqua potabile, accappatoi. La lastra di vetro, al centro della stanza, per vedere i pesci è fissa. Quale omaggio troviamo una bottiglia champagne ed una bottiglia di acqua minerale.

Il tempo strettamente necessario per disfare i bagagli, che qualcuno ha portato in camera mentre eravamo al bar, e siamo in mare su un kayak ad esplorare la costa a nord dell’ albergo. Piccoli motu di sabbia rosa, ricoperti di palme da cocco, si susseguono separati da “hoa”. Tipico paesaggio da sogno polinesiano. Dopo esserci sufficientemente allontanati per non vedere esseri umani andiamo a riva. Bagno coi i pesci e bagno di sole.

Torniamo indietro continuando l’esplorazione dei motu a sinistra dell’albergo dove un “hoa” particolarmente ampio ed abbastanza profondo, data l’alta marea, ci consente di arrivare, in kayak, sia pure con qualche difficoltà a superare gli scogli, quasi sul bordo esterno della barriera. Nuotiamo ancora in mezzo ai pesci nelle vicinanze del nostro bungalow. Ci godiamo il tramonto dalla nostra terrazza.

Alle 19:00 siamo a cena nel ristorante vista mare ed innaffiamo i piatti con lo champagne trovato in camera. Altro grande cielo stellato.

Martedì 17 Agosto TIKEHAU Di buonora andiamo per prenotare l’escursione di oggi ma la gita della mattina è completa e così dobbiamo ripiegare per quella del pomeriggio.

Non ci resta che andare a fare il bagno, tanto per cambiare!!. Ci muoviamo a piedi verso sud passando da un motu all’altro, tutti rigorosamente di sabbia rosa, nuotando ed asciugandosi al sole per poi nuotare ancora.

Alle 14:00 siamo all’imbarcadero e partiamo con una barca veloce per raggiungere la passe. La oltrepassiamo di poco e ci fermiamo nell’oceano; un gruppo di sub si allontana per una immersione e noi due assieme ad una coppia di francesi facciamo snorkeling senza allontanarsi dalla barca. Il fondale è a circa sedici metri ma, grazie alla trasparenza dell’acqua, si distinguono perfettamente sia i coralli che i pesci che ci nuotano in mezzo. Siamo immersi in un blu profondo e vediamo passare due “Napoleoni” immensi. Luciana vede apparire anche un grosso squalo e guadagna rapidamente la scala della barca. Nuotando e lasciandosi trasportare dalla corrente iniziamo l’attraversamento della passe seguiti dalla barca. Sotto di noi un folto gruppo di “Barracuda”. Sono trascorsi quaranta minuti da quando ci siamo tuffati, risaliamo in barca e rientriamo.

E’ ancora presto ma, per oggi, di bagni ne abbiamo fatti a sufficienza e decidiamo per una passeggiata. Usciamo dal retro dell’albergo e ci dirigiamo verso l’oceano; la sabbia lascia presto il posto a detriti corallini, man mano sempre più grossi fino a quando raggiungiamo una striscia di acqua bassissima, larga una decina di metri, più avanti scogli corallini sui quali si infrangono le onde dell’oceano. E’ un momento di bassa marea per cui le onde non sono molto forti e quindi si può arrivare, a piedi, fino al limite della barriera. Qui troviamo due “ricci di mare” di un genere mai visto ne immaginato ma che riconosciamo immediatamente come la fonte degli strani “cilindri viola” trovati a Rangiroa; sono gli aculei di questo, per noi stranissimo, riccio che fotografiamo perché certamente, quando lo racconteremo, non saremo creduti. Notiamo anche la presenza di squali “pinna nera” all’interno della laguna.

Il tramonto ci trova comodamente sdraiati, in veranda, ad ascoltare… il silenzio.

Finalmente una cena ad un prezzo ragionevole. Normalmente il menu prevede, a scelta, alcuni “primi” alcuni “secondi” ed alcuni dolci. Stasera fra i “primi” c’è un buffet che risulta molto vario e comprende pasta, pesce, carne, verdura e frutta, quindi con una sola portata risolviamo la cena!!. Quasi da non credere : ho mangiato un piattone di insalata belga e pomodori da me personalmente condito con olio, sale ed aceto.

Nel cielo una nuova presenza: un quarto di luna in posizione rigorosamente al contrario di come siamo abituati a vederla da casa. Cominciavamo a stare in pensiero perché erano molti giorni che non la vedevamo…

Mercoledì 18 Agosto TIKEHAU – TAHITI Il tempo continua ad essere bellissimo. Purtroppo Luciana ha dei “risentimenti” alla schiena probabilmente provocati dai sobbalzi della barca di ieri e decide di “riposarsi”. Vado da solo ad esplorare un “hoa”, non troppo lontano e “nota,nota,nota” dopo circa tre ore mi rendo conto di essere in mare aperto e di non aver visto “anima viva” per tutto questo tempo. Un successivo incontro ravvicinato con uno squalo “pinna nera” (piccolo) mi induce a rientrare e trovo Luciana, in veranda, che mi indica un posto dove ha visto un polpo fra gli scogli. Vado a cercarlo ed è uno spettacolo di perfetto mimetismo; sembra una roccia di colore bruno/rossastro e quando si sposta sulla sabbia assume una colorazione bianco sporco, meraviglioso.

Uscire dall’acqua è uno strazio ma alle 11:00 dobbiamo mettere il bagaglio fuori della porta ed alle 13:00 saliamo in barca con direzione villaggio e da qui sul pulmino che ci conduce all’aeroporto per imbarcarci sul volo di linea AIR TAHITI (VT) 543 diretto per Papeete alle ore 14.40. (Aeromobile: ATR72 – Servizio a bordo : rinfreschi – Tempo di volo: 55 minuti).

Tahiti (detta “La nuova citera”) ha 150.000 abitanti, 1.045 km²,33 passe, la più famosa delle isole della Polinesia, da due secoli attira l’attenzione su di sé, tanto da essere diventata, essa sola, sinonimo di Polinesia. E la più vasta fra queste isole, costituisce anche il cuore economico del territorio ed è la più sviluppata concentrando su di sé la maggior parte delle strutture amministrative. Tahiti gode anche di una dimensione storica che le altre isole non hanno. All’epoca coloniale, quando dei navigatori di varie nazionalità facevano tappa in una delle sue baie, oppure quando i missionari cattolici e protestanti erano in concorrenza ideologica, essa ha giocato un ruolo strategico. A differenza di altre isole polinesiane, Tahiti presenta un bell’equilibrio tra le delizie della laguna e quelle dell’interno, disabitato e vergine. Le sue valli nascoste, i suoi picchi impressionanti ed i massicci vulcanici che superano i 2.000 mt. Le conferiscono un profilo di grandiosa fortezza, da scoprire nel corso di una escursione a piedi o in fuoristrada. La sua laguna è di grande interesse per i surfisti. Bisogna anche fare il giro dell’isola, scoprire i suoi luoghi storici, i suoi piccoli musei, spingersi fino alla penisola, tesoro misconosciuto della Polinesia. Arriviamo con leggero ritardo alle ore 15.50, troviamo ad attenderci un incaricato della Tahiti Nui Travel che ci accompagna all’ Hotel LE MANDARIN dove arriviamo alle 16:20.

Sistemazione in camera doppia standard, n. 26, con aria condizionata, telefono, televisore, asciugacapelli.

Ci affrettiamo ad uscire per dare un’occhiata alla città prima del “coprifuoco”. Alle 17:00 tutti i negozi chiudono ed il centro si spopola. Francamente non c’è molto da vedere per non dire niente. Da Rue Colette a Place Notre Dame (con la omonima chiesa), Rue du General De Gaule, Place Tarahoi, Rue Cook e torniamo indietro lungo il Boulevard Pomare vedendo il “Te Fare Tauhiti Nui” (Centro Culturale Territoriale), il monumento a Charle De Gaule, il Tempio Protestante di Paofai, il monumento alla grande piroga Hokule’a, il Parco Bougainville, il Centre Vaima (tutto chiuso sprangato data l’ora), il “Fare Manichini” che ospita i locali dell’ufficio del turismo, Place Vaiate ed il molo di attracco dei traghetti per Moorea. Ancora pochi passi e siamo fuori del centro. Tutte le brutte impressioni avute al precedente passaggio sono confermate. Troppi i palazzi fatiscenti, troppo sporco, troppo degrado.

Dopo tanta cucina francese sperimentiamo quella brasiliana in un ristorante attaccato all’hotel.

Giovedì 19 Agosto TAHITI – LOS ANGELES Sveglia alle 06:30, depositiamo il bagaglio in albergo, breve sosta per la colazione al Public Market ed alle 07:30 (orario di apertura) siamo all’Ufficio del Turismo per scegliere una escursione per il pomeriggio che ci faccia scoprire l’isola di Tahiti. Ci mostrano tre proposte di tre diversi operatori e quando, fatta la nostra scelta, chiediamo di prenotare per noi, ci dicono che non possono farlo ma ci danno una carta telefonica per chiamare noi, gratuitamente, l’operatore da un telefono situato all’esterno dell’edificio. Forte è la tentazione di chiamare anche l’Italia, ma facciamo gli onesti. Purtroppo il tour è già completo. Gli altri due operatori, che contattiamo sempre telefonicamente variando schede telefoniche, al contrario non hanno richieste e …Il risultato non cambia. Dobbiamo richiamare alle 13:00 per sapere se hanno altre richieste che consentano di raggiungere il numero minimo di partecipanti per poter effettuare la gita.

Alle 08:15 passiamo dagli uffici della Tahiti Nui Travel a salutare Emmanuel e ringraziarlo nuovamente per la disponibilità dimostrata.

Poco dopo iniziamo uno shopping sfrenato, prima al Centre Vaima, dove troviamo un negozio che ha souvenir eleganti e raffinati, e poi al Public Market dove i prezzi non sono da “mercato”, ma che resta uno dei luoghi più caratteristici della città.

Nel frattempo abbiamo fatto una pensata : prendere un auto a nolo ed andare in giro per conto nostro. Costa anche meno, salvo imprevisti!. Ricordo che il traffico a Papeete è molto indisciplinato e la velocità di circolazione elevata con altissimo rischio di incidenti.

Sono le 12:30 quando ci presentiamo all’Avis e, naturalmente, non hanno disponibile la vettura più economica; affittiamo una vettura media per quattro ore pagando in contanti ma vogliono, a garanzia, il numero della carta di credito e da parte nostra non ci sono problemi… Prima della consegna ispezione accuratissima della vettura per individuare il più piccolo graffio.

Andiamo ad est fino al villaggio di Faaone e poi torniamo indietro fermandoci in alcuni punti caratteristici: alla spiaggia di Tiarei (sabbia nera), al Trou Du Souffleur (l’acqua dell’oceano fuoriesce tipo geyser da una cavità rocciosa), alle Trois Cascades De Fiutava ( appena all’interno, in mezzo ad una lussureggiante vegetazione le tre cascate cadono da un centinaio di metri da una roccia a strapiombo), a Punta Venere (per fotografare il faro).

Al di fuori della città l’isola non è male, per quel poco che abbiamo potuto vedere, anche se non può competere in bellezza con le “sorelle minori”.

Troviamo un pò di traffico al rientro ma riportiamo l’auto in tempo senza incidenti.

Rientriamo in albergo per recuperare i bagagli e cambiarci per il viaggio.

Sottolineo la validità della scelta di questo albergo che, anche se triste e disadorno, è in posizione perfetta che consente in pochi minuti, a piedi, di raggiungere tutte le possibili mete cittadine.

Facciamo un salto da Mc Donald’s per uno spuntino a base di pollo e patatine fritte.

Alle 19:30 il pulmino della Tahiti Nui Travel passa a prenderci per portarci all’aeroporto. C’è una coda lunghissima per il check-in. Il controllo dei bagagli a mano è molto meticoloso, li ispezionano quasi tutti. Le conchiglie e le sabbie raccolte sono in valigia e non ci viene mossa nessuna obbiezione.

Cambiamo i Franchi Polinesiani in Euro allo sportello bancario situato all’interno dell’aeroporto ed aperto 24 ore su 24 a questo scopo.

Ci imbarchiamo sul volo di linea AIR TAHITI NUI (TN) 102 diretto per LOS ANGELES alle ore 22.00 (Aeromobile: Airbus 343 – Servizio a bordo: rinfreschi, cena e colazione – Tempo di volo: 8h10 minuti).

Siamo nella fila centrale, da tre posti, e, colpo di fortuna, il sedile accanto a noi rimane vuoto; è la prima volta che ci succede. Pranzo a base di pesce senza alternativa.

Prendiamo le 15 gocce di Mielin e riusciamo a fare un discreto sonno fino a Los Angeles.

Venerdì 20 Agosto LOS ANGELES Arriviamo, in perfetto orario , alle 09:10. Lunga fila all’immigrazione terminata la quale, andiamo a prendere lo shuttle-bus ed alle 10:30 siamo all’ hotel Crowne Plaza Airport.

Abbiamo subito la disponibilità della camera che, come in precedenza è immensa, ben arredata e con un comodissimo letto “Queen size”, manca il frigobar (che servirebbe da frigorifero) e, accessorio molto più utile, il bollitore.

Freschi e riposati prenotiamo una gita per le 11:50. E’ un giro per Lon Angeles, che non conosciamo e che non ci interessa molto conoscere, ma, dato che siamo qui, tanto vale guardarsi attorno.

Ci dirigiamo a Marina del Rey e proseguiamo per Venice dove facciamo una sosta. Grande spiaggia con palme, lungomare con negozietti di souvenir e fast-food. Artisti di strada ed un pubblico multirazziale completano il quadro. Proseguiamo per Santa Monica e poi arriviamo a Beverly Hills dove ci mostrano, dall’esterno, alcune ville di attori famosi. Transitiamo lentamente per Rodeo Drive e per Melmose Avenue, le più famose mete di shopping della città, ed arrivati ad Holliwood Blvd. Facciamo una sosta di venti minuti. Il giro continua fino alla prossima ed ultima sosta, di quaranta minuti, al famosissimo Farmers Market. Durante il tour siamo transitati su un cavalcavia sopra la “Interstate Freeway 405”, ingorgata, e la nostra guida/autista ci ha raccontato che i cittadini di Los Angeles l ’hanno ribattezzata : “ 4 o 5 miles per hour”. Ridere prego.

Intorno alle 18:00 rientriamo in albergo.

Abbiamo pensato che, per domani, la soluzione migliore è prendere una macchina a nolo e quindi andiamo, per avere informazioni, agli uffici della Budget che distano non più di sei minuti a piedi e, strada facendo, troviamo anche un supermercato dove ci riforniamo di acqua minerale. La fila per il noleggio dell’auto è lunghissima ed un gentile impiegato ci spiega che i prezzi variano di giorno in giorno e ci consiglia di tornare l’indomani mattina.

La stanchezza accumulata comincia a farsi sentire e decidiamo di cenare in albergo; ci dobbiamo vestire pesante perché, mentre la temperatura esterna è gradevolissima, all’interno fa freddo a causa dell’aria condizionata tenuta a “manetta”.

Alle 21:00 siamo a letto e non programmiamo la sveglia tanto siamo abituati a svegliarsi presto.

Sabato 21 Agosto LOS ANGELES – LONDRA HEATHROW Abbiamo commesso un errore : ci svegliamo in simultanea alle 09:00. Dobbiamo far colazione preparare noi ed i bagagli e quindi è tardi ed antieconomico prendere la macchina a nolo per una giornata dato che imbarcheremo nel pomeriggio.

Pensiamo a come possiamo impiegare le ore che ci separano dalla partenza e ci viene un’idea : andare ad Holliwood Blvd. In autobus.

Il portiere cerca di dissuaderci dicendo che non è facile, che dobbiamo prendere prima l’ autobus n. 42 e poi il n. 212 e che impiegheremo circa due ore, ma la nostra decisione è presa.

A quindici minuti di cammino, dall’ hotel, c’è il City Bus Terminal dove troviamo ad attenderci l’autobus n. 42. Il guidatore, una gentilissima afro/americana, di 140 kg per 140 cm. Di altezza, ci spiega che con un biglietto giornaliero, dal costo di 3 USD. Possiamo viaggiare per l’intera giornata su tutti gli autobus di L.A., e ci usa, anche, la cortesia, mettendo mano al suo portafoglio, di spicciolarci dieci dollari per permetterci l’acquisto dei biglietti (il pagamento si fa solo ad una macchina e servono contanti esatti perché non da resto). Un signore si alza e cambia di posto per permetterci di sedere l’uno accanto all’altro. Cose da non credere.

E le sorprese non sono finite: man mano che l’autobus si riempie le persone più giovani si alzano per lasciare il posto ad anziani ed obesi!!!. Alla partenza il pubblico era composto da latino/americani poi, passando da un quartiere ad un altro, è cambiato ma per quasi tutto il percorso siamo stati gli unici bianchi. Il conducente ci ha avvisato quando dovevamo scendere, indicandoci dove attendere l’autobus n. 112. L’attesa non è stata lunga e siamo quindi arrivati a destino in meno di novanta minuti.

Abbiamo percorso il “Walk of fame” da La Brea Avenue fino a Vine Street e ritorno. E’ veramente poca cosa rispetto al mito di Hollywood che ognuno ha dentro di sé. Interessante è l’interno dell’Hollywood Roosevelt Hotel. Siamo andati anche a fotografare Sunset Blvd. Provando un’altra piccola delusione.

Il ritorno in albergo è stato facile come l’andata; evidentemente noi vecchi europei siamo abituati a muoverci in città con una viabilità ben più complicata !!!.

E’ stata una esperienza molto interessante che suggeriamo a tutti : provare per credere.

Recuperati i bagagli, lasciati nel deposito dell’albergo, ci cambiamo e ci riposiamo fino alle 18:00. Desidero sottolineare la validità di questo albergo, anche se le camere non hanno il bollitore, che è bello e confortevole, costa poco, ha un coffee shop conveniente, personale gentile, ed una “location” (come si usa dire oggi) molto funzionale con vicino supermercato, stazione autobus, noleggio auto, accesso alla “405” ed alla “1”.

Con lo shuttle-bus gratuito dell’albergo ci trasferiamo in aeroporto per imbarcarci sul volo di linea BRITISH AIRWAYS (BA) 268 diretto per LONDRA HEATHROW alle ore 21.30 (Aeromobile: Boeing 747 – Servizio a bordo: rinfreschi, cena e colazione – Tempo di volo: 10h20 minuti). Ritiriamo le carte d’imbarco relative ai voli LOS ANGELES / LONDRA HEATHROW e LONDRA GATWICK / PISA ed andiamo al cancello d’imbarco.

Il tabellone luminoso ci avverte che partiremo in ritardo. L’equipaggio si presenta alla spicciolata a partire dalle 21:25 !!!!!. Partiamo quindi con un’ora di ritardo che fortunatamente recuperiamo durante il tragitto. Volo tranquillo senza particolari da segnalare salvo il fatto che anche stavolta, grazie alle “gocce” abbiamo riposato. Non si può non dire che l’aereo era sporco con briciole e cartacce e che il personale di bordo era scortese e sfaticato.

Domenica 22 Agosto LONDRA GATWICK – PISA All’arrivo ad Heathrow Terminal 1 cominciano i problemi. Aspettiamo quarantacinque minuti prima di poter ritirare il bagaglio e, come conseguenza, perdiamo l’autobus delle 16:40 per Gatwick (ricordo che gli orari sono sul sito www.Nationalexpress.Com). Attendiamo il successivo alle 17:10 e l’autista ci dice tranquillamente che perderemo la coincidenza. Fortuna ha voluto che il traffico fosse particolarmente scarso ed arrivassimo a Gatwick North Terminal alle 18:20. Di corsa al banco Fast Bag Drop della British dove ci ritirano i bagagli. Sempre di corsa al cancello d’imbarco n. 63, che risulta essere il più lontano di tutto l’aeroporto. Arriviamo che l’imbarco è già iniziato ma, anche stavolta, ce l’abbiamo fatta !. Non ce l’hanno fatta le nostre due valige che sono rimaste a Londra e che ci saranno recapitate a casa Lunedì pomeriggio.

Si parte con venti minuti di ritardo alle 19:15 con volo di linea BRITISH AIRWAYS (BA) 2604 diretto per PISA (Aeromobile: Boeing 737– Servizio a bordo: rinfreschi e cena – Tempo di volo: 2h10 minuti) ed arriviamo puntuali alle ore 22:05. Riabbracciamo nipote, figlia e genero che sono venuti a darci il benvenuto ma…Senza corone di fiori.

E’ stato un viaggio “troppo” bello e siamo stati aiutati dalla buona sorte che ci ha riservato un tempo splendido con solo due giorni leggermente piovosi, la temperatura a L.A. È stata gradevolissima ed in tutta la Polinesia il caldo del giorno era mitigato e reso piacevole da un vento leggero mentre, la sera, il vento cessava e la temperatura era ottimale per vestirsi con pantaloncini e maglietta.

MAURU’ URU PORINETIA, NANA GRAZIE POLINESIA, ARRIVEDERCI Fine

RIEPILOGO VOLI PRENOTATI 03.08 PISA – LONDRA GATWICK BA 2601 11.55-13.05 03.08 LONDRA HEATHROW – LOS ANGELES BA 269 16.25-19.30 04.08 LOS ANGELES – PAPEETE TN 101 23.45-05.05 05.08 PAPEETE – MOOREA VT 090 09.00-09.10 07.08 MOOREA – BORA BORA VT 276 10.35-11.25 10.08 BORA BORA – HUHAINE VT 267 10.40-11.00 11.08 HUHAINE – PAPEETE VT 604 19.05-19.40 12.08 PAPEETE – MANIHI VT 596 08.20-10.05 14.08 MAHINI – RANGIROA VT 534 10.10-10.45 16.08 RANGIROA – TIKEHAU VT 566 11.40-12.00 18.08 TIKEHAU – PAPEETE VT 543 14.40-15.35 19.09 PAPEETE – LOS ANGELES TN 102 22.00-09.10 21.08 LOS ANGELES – LONDRA HEATHROW BA 268 21.30-15.50 22.08 LONDRA GATWICK – PISA BA 2604 18.55-22.05

RIEPILOGO HOTEL PRENOTATI LOS ANGELES: 03 / 04 AGOSTO CROWNE PLAZA AIRPORT 5985 W Century Boulevard Los Angeles, CA 90045-5463 Tel. 001-310 – 64 27 500 Fax. 001-310 – 417 36 08 cp.Losangelesreservations@ichotelsgroup.Com www.Ichotelsgroup.Com

MOOREA: 05 / 07 AGOSTO HIBISCUS Papetoai, Punta Hauru BP 1009 Moorea Mr. Jean_Claude Perelli Tel. 00689 – 56 12 20 Fax. 00689 – 56 20 69 hibiscus@mail.Pf www.Hotel-hibiscus.Pf BORA BORA: 07 / 10 AGOSTO LE MAITAI POLYNESIA Punta Matira – B.P. 505 98730 Bora Bora Mr. Philippe Sizaret Tel. 00689 – 60 30 00 Fax. 00689 – 67 66 03 info@bora.Hotelmaitai.Com www.Hotelmaitai.Com HUHAINE: 10 / 11 AGOSTO RELAIS MAHANA , Parea BP30 Fare Huahine Iti Mr. Frank Guillot Tel. 00689 – 68 81 54 Fax. 00689 – 68 85 08 contact@relaismahana.Com relaismahana@mail.Pf www.Relaismahana.Com TAHITI : 11 / 12 AGOSTO LE MANDARIN 51 Rue Colette, BP302 98713 Papeete – Tahiti Mr. Christophe Beaumont Tel. 00689 – 50 33 50 Fax. 00689 – 42 16 32 chris.Beaumont@mail.Pf www.Hotelmandarin.Com MANIHI: 12 / 14 AGOSTO MANIHI PEARL BEACH RESORT BP 1 98771 Manihi Tel. 00689 – 96 42 73 Fax. 00689 – 96 42 72 manihi.Pearl.B@mail.Pf www.Pearlresort.Com/manihi/main.Asp RANGIROA: 14 / 16 AGOSTO KIA ORA VILLAGE BP 1 Riputa – Rangiroa Mr. Gerard Garcia Tel. 00689 – 42 86 75 Fax. 00689 – 41 30 40 resa@kiaora.Pf www.Hotelkiaora.Com TIKEHAU: 16 / 18 AGOSTO TIKEHAU PEARL BEACH RESORT BP 20 98778 Tikehau Mr. Jacques Constant Tel. 00689 – 96 23 00 Fax. 00689 – 96 23 01 direction@tikehaupearlbeach.Pf TAHITI : 18 / 19 AGOSTO LE MANDARIN 51 Rue Colette, BP302 98713 Papeete – Tahiti Mr. Christophe Beaumont Tel. 00689 – 50 33 50 Fax. 00689 – 42 16 32 chris.Beaumont@mail.Pf www.Hotelmandarin.Com LOS ANGELES: 20 / 21 AGOSTO CROWNE PLAZA AIRPORT 5985 W Century Boulevard Los Angeles, CA 90045-5463 Tel. 001-310 – 64 27 500 Fax. 001-310 – 417 36 08 cp.Losangelesreservations@ichotelsgroup.Com www.Ichotelsgroup.Com AGENZIA VIAGGI OASIS Via Francesco Carrara, 14 55100 Lucca, Italia Tel. 0583 496482/3 Fax. 0583 48297 e-mail : oasislu@tin.It Sig.Ra RENZA PETRONI

CORRISPONDENTI POLINESIA: TAHITI NUI TRAVEL Centre Vaima P.O. Box 718 98713 Papeete – Tahiti Mr. Emmanuel Cadei Tel. 00689 – 540200 Fax. 00689 – 427435 emmanuel.Cadei@tahitinuitravel.Pf sales@tahitinuitravel.Pf www.Tahitinuitravel.Com

STATI UNITI: ALLIED-T-PRO 500 Seventh Avenue New York Tel. 001 – 212 – 852 87 76 Fax. 001 – 212 – 302 87 85 ALLIED-T-PRO 8500 Wilshire Boulevard Suite 822 Los Angeles – CA 90211 Tel. 001 310 2898776 Fax. 001 310 2899609 lax@alliedtpro.Com



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