Sorprendente Norvegia in fly & drive

Un viaggio tutto fai da noi nel sud del Paese: da Stavanger a Oslo, da Bergen ad Haugesund, infine, un rientro tra fiordi e montagne
Scritto da: magamamari
sorprendente norvegia in fly & drive
Partenza il: 13/08/2012
Ritorno il: 27/08/2012
Viaggiatori: 5
Spesa: 1000 €
Io e Andrea abbiamo scelto la Norvegia come meta delle nostre vacanze insieme ai nostri figli Eleonora e Lorenzo – di 9 e 5 anni – e abbiamo coinvolto anche la zia Sonia in questa avventura. Come prima cosa è stato indispensabile programmare il viaggio: io mi sono fatta aiutare da un paio di guide, da Turisti per caso, dal sito ufficiale del turismo norvegese – VisitNorway – e da Viamichelin per organizzare le tappe tenendo conto anche dei tempi di percorrenza e abbiamo deciso che la zona che volevamo visitare era il centro sud – a malincuore abbiamo scartato le Lofoten.

Seconda tappa è stata la ricerca delle sistemazioni: noi abbiamo optato quasi sempre per le hytten, che sono piuttosto economiche – mediamente 130 € a notte – e hanno la zona cottura, a parte Oslo dove abbiamo scelto un ostello in centro – con una camera solo per noi però perchè viaggiando con bambini le camerate non sono certe adatte.

Tutto sembra filare per il verso giusto ma non sono molto convinta: non so bene cosa sia, forse la paura di sforare il budget o forse sono le voci un pò contrastanti – non tutti sono tornati entusiasti da un viaggio in Norvegia – a rendermi inquieta ma ormai non si può più tornare indietro.

Considerato che viaggiamo in quattro – più mia cognata che alla sua valigia ci pensa da sola! – la preparazione della valigia non è proprio una cosa scontata così comincio il 01 agosto a redigere una lista di ciò che mi può servire, anche se i limiti di peso imposti dalla Ryanair – e io che mi sono sbagliata a scegliere l’opzione peso indicando i 15 kg invece dei 20 Kg che consiglio vivamente – mi complicano un pò la vita.

13 agosto 2012

Finalmente arriva il giorno della partenza e anche del mio 37° compleanno: sistemiamo il cane dal nonno, carichiamo tutto e puntualissimi arriviamo all’aeroporto di Pisa, strapieno per le partenze di Ferragosto. Atterriamo ad Haugesund abbastanza puntuali, recuperiamo la macchina – dotata di un chip per il pagamento automatico dei pedaggi che poi verranno addebitati sulla carta di credito -e davvero comincia la scoperta della Norvegia. Come prima tappa abbiamo affittato un appartamento in un piccolo paese di case di legno affacciato su un delizioso fiordo – Kolnes -: abbiamo qualche difficoltà a trovare la casa perchè spesso gli indirizzi non sono precisi e se come noi usate il navigatore al momento della prenotazione chiedete coordinate chiare.

L’appartamento è molto carino e funzionale:con nostro grande stupore il padrone di casa ci ha lasciato le chiavi sotto lo zerbino,. Altro aspetto che ci lascia un po’ perplessi – e che poi scopriremo essere la normalità in tutti i paesi – è che si vede pochissima gente in giro e che sono completamente assenti esercizi pubblici di qualsiasi genere, negozi e bar sono infatti riuniti in un piccolo centro commerciale ad alcuni km di distanza

14 agosto 2012

Siamo stati svegliati da uno splendido sole – che ha fatto irruzione già alle 6.30 – e per iniziare il nostro giro andiamo a visitare la vicina cittadina di Haugesund: piccola passeggiata carina ma nell’insieme non ha molto da offrire. Con il traghetto ci siamo diretti all’isola Rovaer: begli scorci durante la breve traversata – circa mezz’ora – e si arriva in questa piccola isola con un centinaio di abitanti, punteggiata da casette di legno bianche, quasi tutte con tracce della presenza di bambini, ed è un aspetto che colpisce perché non immagineresti così tante famiglie con bambini in un luogo che a noi sembra decisamente isolato. Informazioni turistiche scarsissime. Molto bella la sensazione di essere fuori dal mondo. Ritornati sulla terraferma abbiamo raggiunto in auto la punta meridionale dell’isola di Karmoy – moltissime isole sono collegate alla terraferma con enormi ponti o gallerie sottomarine – che ci ha regalato una splendida passeggiata e immagini da cartolina. Nonostante le case dai giardini curatissimi sembra che non ci sia anima viva.

15 agosto 2012

Siamo scesi con la E39 e con un passaggio in traghetto, che per noi rimane sempre una esperienza fuori dall’ordinario, per andare a visitare Stavanger: anche se un pò turistica – e noi non abbiamo mancato di comprare t-shirt e bandierina dai banchetti della piazza – è davvero molto suggestiva, la cittadina che più mi è piaciuta della Norvegia. Imperdibile la parte vecchia. Da qui siamo partiti per una minicrociera sul Lysefiorden fino al Prekestolen – la mitica pietra che cade a strapiombo per 604 metri -: è davvero un’emozione incredibile arrivare sotto questi “scogli” altissimi che si gettano a picco nei fiordi. Divertente la sosta sotto la cascata per prelevare direttamente dalla fonte l’acqua dolce che poi ci è stata offerta da bere. Al rientro sosta per i bambini al parco giochi davanti al Museo del petrolio: non ho ben capito in base a quale progetto siano stati costruiti utilizzando materiali industriali di scarto, di fatto sembrano una brutta periferia riadattata, comunque i bambini si sono divertiti un sacco e quindi lo scopo è stato raggiunto! Alla sera abbiamo cucinato zuppe in busta “locali”: la Lofoten fisksupp era perfino gradevole!

16 agosto 2012

Dopo un saluto al fiordo sotto casa prendiamo la E134 e ci dirigiamo verso l’altopiano dell’Hardangervidda: non avevamo assolutamente previsto di trovarci sull’Akrafiord – ok ammetto di non aver studiato bene l’itinerario – ed arriviamo alle splendide cascate di Longfoss. Sosta per pranzo dalla chiesa di legno di Rondal – gli interni meritano una visita – e poi ci addentriamo per strade sterrate nell’Hardangervidda: gli scenari dell’altopiano sono davvero magnifici e riusciamo anche a mettere a mollo i piedi in un laghetto ghiacciato.

A sera raggiungiamo Amot dove abbiamo prenotato la nostra prima hytten: fatichiamo un po’ a trovare il campeggio ma è proprio carino, in mezzo al bosco, con i tetti coperti dall’erba – in realtà scopriremo essere una cosa piuttosto comune – e accendiamo anche il camino per creare un’atmosfera davvero da casa degli elfi

17 agosto 2012

La pioggia che è caduta per tutta la notte al mattino ha lasciato il posto al sole: prima di partire visitiamo il campeggio, davvero particolare la sauna costruita di terra e pietre, e finalmente i bambini possono saltare su un tappeto elastico – praticamente tutte le case ne hanno uno e destavano in loro un grandissimo interesse – e poi via destinazione Oslo con tappe intermedie. Prima tappa: lago di Seljiord, nulla di che, giusto per sgranchirsi le gambe. Seconda tappa: chiesa di Heddal, la più grande stavkirke della Norvegia, e annesso pic-nic. Partiamo per dirigerci verso la miniera d’argento di Saggrenda ma purtroppo l’ultimo trenino per la visita partiva alle 14.00 – e ovviamente sono passate da un pezzo – e così non ci resta che andarcene un po’ delusi per la mancata visita. Sosta a Drammen che sinceramente non vale proprio la pena di vedere e poi finalmente Oslo.

Ci sistemiamo al Perminalen Hotel: un ostello piuttosto semplice ma molto pulito e in pieno centro. Usciamo per cena sperando che la città ci offra qualche locale interessante – avremmo voglia di provare un po’ di cucina norvegese – e invece non troviamo nulla e ripieghiamo su hamburger e fish & chips. Oslo comunque ci fa un’ottima impressione e siamo ansiosi di poter approfondire la conoscenza il giorno seguente.

18 agosto 2012

Partiamo al mattino sotto una pioggerellina leggera che, grazie al nostro armamento di stivali e mantelle, non ci infastidisce più di tanto: puntiamo alla National Gallery per vedere l’Urlo di Munch: con i bambini ci divertiamo tra le sale del museo con una specie di caccia al tesoro alla ricerca dei dipinti illustrati sul depliant di presentazione del Museo.

Dopo la pausa culturale girovaghiamo per la città: ci dirigiamo verso la città vecchia nel quartiere di Damstredet con una via di case di legno che non ti aspetteresti in una capitale e facciamo anche una breve visita al cimitero dove riposano Ibsen, Munch e altri personaggi norvegesi. Poi scendiamo verso il duomo: quando arriviamo una coppia di sposi sta uscendo dalla Chiesa e siamo rimasti colpiti dal look degli invitati, con un’eleganza retrò decisamente lontana dai nostri canoni. L’interno del duomo è davvero splendido, tra l’altro è anche gratis. Prendiamo quindi il traghetto per la penisola di Bygdoy, tranquillissimo quartiere residenziale, dove visitiamo il Museo delle Navi Vichinghe – piccolo ma suggestivo e piuttosto economico. Ritornati in centro facciamo una passeggiata nella strada che costeggia la fortezza che meriterebbe una visita ma siamo stanchi e preferiamo riposare un po’ prima di uscire per cena. Camminando ci ritroviamo nell’incantevole piazzetta di Christiana Torv che rimane giusto alle spalle del nostro albergo. Durante tutta la giornata siamo stati avvolti dalla variopinta umanità – dalle donne velate ai bambini con il costume tradizionale passando per i ragazzotti ricoperti di piercing e tatuaggi – della stupenda città di Oslo godendo di piacevoli soste per ammirare artisti per strada: devo ammettere che mi è piaciuta proprio tanto! Cena al Jensenn Bifhuss dove abbiamo trovato piatti decenti a prezzi abbordabili: lo consiglio se viaggiata con bambini perché hanno baby menù e regalano album e colori per rendere meno noiosa la cena.

19 agosto 2012

Partiamo con un po’ di malinconia, e prima di lasciare definitivamente la città passiamo dal Frogherparken dove visitiamo sotto uno splendido sole il Parco Vigeland con le sue enormi sculture cariche di emotività. Un paio di episodi spiacevoli minano il piacere della visita:

– Lorenzo dimentica lo zainetto che poi per fortuna riusciamo a recuperare

– Andrea rimane chiuso in un bagno pubblico con sistema autopulente ma il danno si limita ad un lavaggio ai piedi.

Alla fine riusciamo a partire con meta Lillamer percorrendo la E6, un’autostrada piena di cantieri e con un limite di velocità bassissimo: viaggio un po’ da nevrosi ma sfruttiamo il ritmo lento per ammirare il panorama. La vallata di Lillamer è molto bella, con due grandi ponti che collegano le sponde opposte della città: noi raggiungiamo con la macchina il punto di partenza del trampolino olimpico (Olimpiadi 1994) da dove si gode una vista mozzafiato ed ancora più mozzafiato la prospettiva della discesa con gli sci.

Il signore che si occupa del piccolissimo bar è gentilissimo e offre a tutti gli ospiti fragole e lamponi e noi improvvisiamo un piccolo pic nic con le provviste nello zaino.

Breve visita al Maihaugen e poi andiamo verso la nostra quarta tappa: una hytten al Trolltun Gjestegard alle porte del Dovrefjell National Park che come sempre fatichiamo a trovare – se viaggiate da soli come abbiamo fatto noi procurativi indirizzi il più precisi possibili –. Nel supermercato in cui ci fermiamo a fare la spesa – uno dei pochi aperti di domenica – scopriamo che nei giorni festivi non è consentita la vendita di alcolici

20 agosto 2012

Per la nostra giornata in questo parco nazionale decidiamo di darci al trekking. Come consigliato all’Ufficio turistico saliamo al punto panoramico di Snoetta: una bella passeggiata che porta in cima ad un ampio altopiano dove si trova una specie di rifugio che poi è una semplice stanza di legno con una enorme vetrata aperta sulla vallata sottostante, all’interno troviamo un camino e legna per accendere il fuoco e approfittiamo per un po’ di relax. Anche se è difficile spiegarlo con le parole garantisco che è molto suggestivo. Per completare in bellezza l’escursione due simpatiche signore norvegesi – una gestisce una fattoria dove alleva alci – con le quali scambiamo quattro chiacchiere ci indicano sul fianco della montagna di fronte a noi uno splendido esemplare di bue muschiato.

Rientrati al campeggio troviamo tra i nuovi ospiti un gruppo di ragazzi in gita con i quali Eleonora e Lorenzo riescono a fare “amicizia” anche se non so bene in che lingua parlino!

Alla sera poi partecipiamo ad un safari fotografico a caccia di alci: riusciamo a vedere ben 5 femmine – una davvero da vicino – e due maschi dalle corna poderose che quando si accorgono della nostra presenza si allontanano al galoppo. A casa spuntino di mezzanotte con bomboloni alla marmellata.

21 agosto 2012

Dopo una sosta mattutina nel parco giochi con carrucola e percorso sui tronchi con i ragazzini della gita partiamo verso Geiranger attraverso la E136 prima e la famosa Strada dei Trolls poi. Attraversiamo montagne meravigliose: le pareti si innalzano ripide e imponenti per centinaia di metri con le cime lambite dalle nuvole – non è una giornata di sole – e hai la sensazione di essere un minuscolo puntolino nell’Universo. Mangiamo qualcosa ai piedi del Trollstingen che purtroppo non riusciamo ad ammirare fino in cima ma rimane comunque uno spettacolo stupendo.

Arriviamo all’inizio di una valle tutta a tornanti che sembra più pensata per le capre che per le auto: facciamo una sosta per addentrarci in un sentiero all’interno del bosco alla ricerca di qualche Trolls – un buffo cartello avverte del “pericolo attraversamento Trolls” – e poi cominciamo la salita. La strada è a senso unico alternato per dei lavori in corso – in Norvegia ci sono cantieri ovunque – quindi ogni tanto siamo costretti a fermarci ma arrivare in cima lascia senza parole: un belvedere si protende nel vuoto per farti godere appieno di questo splendido panorama e anche la presenza dei turisti non riesce a rompere la magia.

Dopo un breve passaggio in traghetto e ancora un po’ di strada raggiungiamo Geiranger che si apre spaccando le montagne. Nel fiordo ci sono anche due navi da crociera: secondo Andrea fanno atmosfera a me invece non piacciono molto.

Dopo le ormai abituali difficoltà riusciamo a trovare il nostro campeggio, il Hole Hytteutleige – ne esiste un altro, più grande, con il nome simile all’inizio del fiordo: vista ineguagliabile, sistemazione un po’ spartana… io e Eleonora scegliamo la cameretta di Heidi ricavata in un soppalco con una piccola finestrella tonda.

Prima di cena facciamo una breve passeggiata: pochi negozi concentrati intorno al porto, pochissima gente in giro, tanto silenzio… davvero romantico!

22 agosto 2012

Questa mattina alzarci è stato un dramma: abbiamo dovuto mettere la sveglia per non perdere il traghetto e ciò ha causato non poche tensioni e malumori ma riusciamo a partire. Il fiordo di Geiranger sarà anche turistico e frequentato da troppa gente ma sicuramente il motivo di questo “affollamento” – in realtà noi non abbiamo avuto questa sensazione – è più che valido: è un posto davvero unico! Incrociamo anche la Costa Luminosa che entra in porto: sono sempre più contenta di non aver scelto la crociera, prima di tutto è un modo di viaggiare lontanissimo dalle mie abitudini e poi mi sembra che sia un viaggio troppo riduttivo per conoscere questa terra fantastica. Scendiamo ad Hellesyt e attraversiamo il Norangsdalen con sosta per nausea nei pressi di un pacifico laghetto campo minato di cacche dove diamo anche da mangiare alle pecore. Poi con una serie di traghetti raggiungiamo Alesund. Sinceramente la cittadina ci delude un po’: ce ne avevano parlato benissimo, la troviamo carina ma niente di eccezionale. La piazza del porto è animato da un mercato gastronomico dove finalmente riusciamo ad assaggiare qualche piatto tipico: degli involtini che ricordano gli involtini primavera e credo appartengono alla tradizione sami, baccalà con le patate un po’ piccante ma buono, salmone in quantità e addirittura la contestatissima carne di balena. Un breve giro per il paese con i suoi palazzi Art Nouveau, sosta al supermercato per organizzare la cena e poi ci dirigiamo verso l’isola di Godoy sede di un bellissimo faro non senza incasinarci per benino con il navigatore! Per raggiungere l’isola attraversiamo ben 3 tunnel sottomarini – ogni volta ci chiediamo quanto andranno sotto ma non c’è mai scritto – e un bellissimo ponte: il faro è esattamente lo stereotipo di faro dei mari del Nord, isolato, strisce bianche e rosse, vento… sicuramente lo abbiamo apprezzato più di Alesund. Rientriamo a casa veramente stanchi ma felici di questa nuova piacevole giornata.

23 agosto 2012

Questa mattina risveglio lento e prima colazione a base di wafel caldi. Partiamo con un tempo un po’ uggioso che purtroppo ci preclude la visuale su quel che resta della strada dei Troll: salendo la temperatura scende e in diversi punti ci sono ancora tracce di neve.

Dopo una vallata punteggiata di fattorie si sorprende Lom con le casette di legno scuro: assomiglia quasi a un paese delle nostre montagne. Carina la stavkirke ma questa volta non visitiamo l’interno. Pranzo alla meno peggio e poi via verso il Sognefiell: attraversiamo ancora montagne imponenti e ghiacciai in cui galleggiano anche piccoli “iceberg”, purtroppo anche qui le nuvole basse in alcuni tratti ci impediscono la visuale ma nonostante il tempo questi paesaggi riescono a suscitare emozioni fortissime – “Mamma mi spacca il cuore – dice Lorenzo. Nel tragitto incontriamo strani bovini – o ovini? – più piccoli di una mucca con il pelo lungo che cade sugli occhi, piccole corna e il muso molto buffo. Per la notte non avevamo prenotazione girando arriviamo ad un campeggio dove c’è un cartello con scritto “La reception è aperta dalle 20 alle 22. Sulle hytten c’è la chiave sulla porta e un cartello con scritto se è libera o occupata. Se è libera entrate e accomodatevi a vostro piacimento. Se è occupata significa che qualcuno l’ha prenotata e lasciategliela libera”: lontanissimo anni luce dalle nostre abitudini! Noi guardiamo una delle hytten libere ma è senza bagno e allora scegliamo una struttura con piscina così ci godiamo una rilassante nuotata. Cena orribile però riusciamo ad assaggiare la carne di renna che non ci entusiasma.

24 agosto 2012

Come prima cosa della giornata sms di auguri al mio nipotino Oscar che oggi compie un mese. Prima tappa di oggi Flam con la sua ferrovia, per raggiungerla optiamo per la strada vecchia – l’alternativa è un tunnel lungo 245 Km – che si incespica tra i monti e anche qui incredibilmente ci sono dei wc pulitissimi. Arriviamo a Flam giusto in tempo per prendere il treno che si rivela una delusione: i paesaggi non sono brutti, le cascate sono anche piuttosto affascinanti ma il tragitto è cortissimo e il rapporto qualità – prezzo davvero non regge, direi che è l’unica esperienza che si poteva evitare. Invece ci è piaciuto molto il villaggio di Undredal sperduto in fondo con più capre che abitanti e pieno di fascino. Sulla strada del ritorno abbiamo subito l’assalto di un cavallo che ha infilato l’intero muso dentro l’auto forse per mangiare la Ele! Arriviamo al nostro ultimo campeggio, Grimen Camping, ormai a sera: è in una bella posizione – sulle rive di un fiordo a pochi km da Bergen – ma è sicuramente il più brutto tra tutti quelli in cui siamo stati.

25 agosto 2012

Al mattino ci svegliamo sotto una pioggia incessante: è il primo giorno che piove davvero e quindi non possiamo neanche lamentarci. Tanto per stare al coperto – e poi anche perché ne parlano benissimo – decidiamo di cominciare la nostra visita di Bergen dal Vivalta, museo tecnologico interattivo dove ci si approccia alla conoscenza dei fenomeni naturali e della scienza attraverso il gioco: educativo e molto divertente per i piccoli e piacevole anche per i grandi. Usciamo che è ora di pranzo e sembra che il tempo sia un po’ migliorato quindi ci dirigiamo verso il famosissimo mercato del pesce. Siamo accolti da questi banchi che propongono pesce crudo – rigorosamente spinato -, crostacei, molluschi e piatti pronti, tutto fra l’invasione di turisti e i venditori dei banchi di tutte le nazionalità che cercano di fermarti e non è un insieme piacevole. Ci fermiamo lo stesso a mangiare: gamberetti bolliti, granchio, fisch&chips, baccalà e un pesce non meglio definito saltato con le verdure che è il miglio piatto assaggiato in Norvegia fino ad oggi. Riusciamo a fare un piccolo giro per il Briggen – davvero carino – poi la pioggia ricomincia ad aumentare troppo e allora io, Andre e i bimbi andiamo all’Acquario che Ele e Lorenzo apprezzano molto. Sonia resta a visitare il centro storico scolandosi completamente ma soddisfatta del suo giro.

26 agosto 2012

Giornata non piacevole: per un piccolo problema di Andre siamo costretti ad andare in ospedale dove troviamo persone molto gentili e in un paio d’ore riusciamo a risolvere il problema. Decidiamo di lasciare subito Bergen, che purtroppo non siamo riusciti a visitare bene e meritava un po’ più di attenzione, intanto è domenica ed è tutto chiuso e ci dirigiamo verso l’Hardangerfjord. Prendiamo il nostro ultimo traghetto e attraversiamo una vallata piena di alberi da frutto – piccole mele rosse, ciliegie e prugne – e vicino ad ogni frutteto ci sono piccoli banchetti con confezioni di frutta dove tu puoi prendere quella che preferisci lasciando i soldi in una scatola, noi compriamo ciliegie e prugne e raccogliamo qualche meletta caduta a terra. Per la notte ci fermiamo a Odda in un piccolo campeggio molto pulito: la guida citava la cittadina solo come polo industriale e invece la troviamo carina, così stretta tra un fiordo e il lago. Kebab e hot dog sono la nostra ultima cena norvegese

27 agosto 2012

Ultimo giorno in Norvegia: panini caldi per colazione, poi organizziamo i bagagli – oserei dire a tempo di record – passeggiata sul lungolago e infine destinazione aeroporto.

Come ultimo ricordo un rilassante picnic sul fiordo vicino ad Haugesund, riconsegniamo la macchina – nessuno viene a controllare lo stato del mezzo quando riporto le chiavi: anche questo è una modalità che abbiamo trovato solo qui – e la vacanza è finita.

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STRADA DEI TROLLS

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PANORAMA

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GEIRANGER

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PANORAMA

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ANIMALE SIMPATICO

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PANORAMA

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BANCHETTO FRUTTA

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BERGEN

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CAVALLO INVADENTE

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FLAG

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PANORAMA

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TROLL

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HYTTA

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MERCATO DEL PESCE

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SNOETTA

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ALCI



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