Dalle cascate del Reno ai campi di concentramento

Dalle cascate del Reno in Svizzera ai campi di concentramento a Monaco, attraversando la Germania fino a Berlino con destinazione finale Amsterdam .
Scritto da: CTI75
dalle cascate del reno ai campi di concentramento
Partenza il: 19/08/2011
Ritorno il: 02/09/2011
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Equipaggio:

Io = Cristina

Roberto

Mariella

Gianni

Veicolo = camper Mobilvetta 1.9 di Gianni e Mariella + 4 magiche mountain bike

Km percorsi 3750

Costo totale della vacanza = euro 1900 ( euro 450 a testa)

Periodo da venerdì 19 agosto 2011 a venerdì 2 settembre 2011

Quest’anno decidiamo per una vacanza in camper, la scelta è tra Andalusia e Capo Nord:

Eliminiamo la prima per il troppo caldo e la seconda per i troppi chilometri

Quindi puntiamo ad altre mete che abbiamo chiuse nel cassetto:

Facciamo felice Roberto andando a Berlino e a vedere un campo di concentramento (Dachau) (contento lui)

E facciamo felice me e Mariella andando ad Amsterdam…..

Prima di partire ci siamo divisi i compiti, io ho comprato 3 guide, Germania, Berlino e Amsterdam tutte della National Geographic e ho studiato il percorso Svizzera e Austria trovando spunti dai racconti di turisti per caso,

Gianni ha cercato aree di sosta e campeggi per sostare con il camper.

La sera prima della partenza carichiamo il camper, preannuncio che questa è la mia primissima vacanza con la casa mobile, Gianni infatti è ancora molto perplesso della mia riuscita, vedremo se a fine vacanza avrà torto o ragione. Pensavo di dover portare pochi vestiti invece scopro con enorme piacere che c’è posto per tutto, quindi mi sbizzarrisco.

VENERDI 19 AGOSTO km percorsi 188 tempo: caldo afoso

Si doveva partire alle ore 20, volevo lasciare Milano velocemente per il forte caldo e la sua afa tremenda! Quest’anno l’estate e’ arrivata davvero tardi ma in compenso questi ultimi giorni stiamo tirando a fatica e contenti ci pregustiamo l’aria fresca che respireremo nei prossimi giorni…., noi pensavamo!!!

Partiamo alle 23 passate, ben 3 ore di ritardo: e sistema l’impianto di irrigazione per le piante (e comunque il glicine ce lo siamo comunque giocato e ora in fase di recupero, se mai ci riuscirà) e prepara tutto per la gatta, e Gianni si scorda la carta d’identità e dobbiamo tornare a prenderla e Robi ricorda di aver lasciato a casa la liste dei campeggi e le chiavi dei lucchetti delle bici, e il cappellino…insomma Fantozzi ne avrebbe combinate meno!

Mi nominano per tenere la cassa, che a metà vacanza Roberto mi sottrae, non ho ancora ben capito perché!

Primo pedaggio l’autostrada svizzera (euro 40). Ceniamo, ebbene si dobbiamo ancora cenare, in un’area di sosta a Lugano con le cotolette pannate di Gianni, passiamo il san Gottardo e dormiamo in un’area di sosta a 70 km da Zurigo.

SABATO 20 AGOSTO km percorsi 411 tempo: sole e caldo

Partiamo alle 10, facciamo benzina, pensando di risparmiare, in Svizzera, invece scopriamo che in Germania costa meno. Ci svegliamo sotto un panorama bellissimo anche se siamo in un autogrill, siamo circondati dalle montagne. A Zurigo abbiamo la pessima idea di fare la spesa, visto che domani è domenica e tutto sarà chiuso. Abbiamo speso 3 volte tanto, hanno prezzi troppo alti per il nostro portafoglio.

Arriviamo alle cascate, parcheggiamo, mangiamo e poi facciamo un giro. Ci sono tantissimi percorsi da fare in bici, ma quello intorno alle cascate è da fare a piedi oppure prendere il battello (euro 4,40)

Per trovare le cascate dovete seguire per Sciaffusa, è un paese al confine con la Germania. Le cascate Rheinfall sono sulla destra del Reno, fanno un salto d’acqua di quasi 23 metri. Ci sono vari parcheggi, noi li abbiamo trovati tutti gratuiti. Le cascate prima di vederle le senti, il fragore è udibile sin da subito mentre le cascate non si scorgono immediatamente a causa della folta vegetazione: lo stupore sarà poi assicurato!

Ripartiamo verso le ore 16, l’autostrada è gratuita e attraversiamo lunghissimi filari di alberi di mele. Ci fermiamo al Lidl a comprare ancora qualcosa (diventerà il nostro supermercato di fiducia per tutto il nostro soggiorno in Germania).

Arriviamo al Camping Platz di Monaco alle 20.30 (qui accettano gli arrivi fino alle 23) (euro 64,6 x 2 notti). Il campeggio è facile da trovare basta seguire le indicazione per lo zoo.

Il campeggio è molto carino, sulle rive del fiume Isar, accerchiato da bellissime e lunghissime piste ciclabili.

DOMENICA 21 AGOSTO km percorsi 0 tempo: sole e caldo

Oggi andiamo a DACHU, decidiamo di farlo subito, cosi questa cosa triste avremo il tempo di dimenticarla. Andiamo con le bici, fino al metro, ma volendo si può prendere il bus che dal campeggio ti porta alla prima fermata. Scendiamo a Dachau e prendiamo il bus fino al campo. L’entrata è gratuita paghi solo l’audio guida, per chi la volesse prendere (euro 3,5). Io la consiglio durante la visita tutti i cartelli in bacheca sono solo in tedesco e in inglese.

Abbiamo girato per più di 3 ore, la visita è lunga, pesante e gran parte è stato ricostruito. I tedeschi hanno voluto cancellare ogni traccia del massacro. Non vi racconto quello che vedrete perché alcuni filmanti e racconti sono veramente agghiaccianti. E’ comunque una visita da fare.

E’ tardissimo e siamo affamati prendiamo al museo 3 macedonie che ci costano una fortuna e la frutta è acerba. Arriviamo al metrò e ci abbuffiamo da MC Donald. Invece di tornare subito in campeggio decidiamo di fare un primo giro in centro a piedi. Arriviamo giusto in tempo per ammirare il Glockenspiel sulla facciata principale del Nuovo Municipio. Dopo che le campane del carillon hanno suonato, appaiono delle figure meccaniche che propongono due eventi. C’era tanta gente seduta in piazza ad aspettare le ore 17, ma alla fine non è niente di che, al contrario la piazza merita moltissimo. Facciamo una passeggiata per le strade, tra fontane (ci divertiamo come bambini a giocare con l’acqua e ci infradiciamo completamente, ma fa’ cosi tanto caldo che è piacevolissimo), statue e edifici. Arriviamo stremati fino al Hofgarten, ci rilassiamo allegramente sull’erba e poi facciamo rientro, passando per un santuario eretto in onore di Michael Jackson.

Ritorniamo in piazza in Marienplatz e scopriamo un’area piena dei vecchi giocattoli di una volta, io e Robi non ci facciamo perdere l’occasione e li proviamo tutti più e più volte mentre Gianni e Mariella ci immortalano con le loro macchine fotografiche.

Arriviamo in campeggio davvero stanchi ma soddisfatti.

LUNEDI 22 AGOSTO km percorsi 142 tempo: sole e caldo

Questa mattina partiamo presto per un lungo tour in bici lungo il fiume Isar. Monaco ci ha incantati e decidiamo di restare ancora un po’. Percorriamo allegramente i 5 km che separano il campeggio dal centro città. È molto piacevole, la ciclopista, passa tra gli alberi e non si sente la calura, tantissima gente fa’ il bagno nel fiume, ci sembra un po’ strano ma ci rendiamo conto che l’acqua è davvero molto pulita, viene anche a noi voglia di tuffarci.

Con la ciclopista arriviamo fino al Deutsches Museum (museo della scienza e della tecnica), sono tentata di visitarlo, ma la giornata è troppo bella per chiudersi in un museo. Proseguiamo fino al Hofgarten ma tiriamo dritto per arrivare al Englischer Garten. Il parco è attraversato dal fiume Isar e in un punto scoviamo tanti surfisti, davvero bravi che si dilettano con il surf. E’ impressionante quello che riescono a fare in cosi pochissimo spazio (alla fine non e’ altro che un canale). Pranziamo con un hot-dog (Gianni ha deciso che visto che siamo in Germania, deve mangiarne moltissimi) e rientriamo in campeggio. Ci docciamo, puliamo il camper e alle h 16 lasciamo il campeggio per Salisburgo (Austria).

La distanza non è molta, troviamo subito parcheggio e visitiamo la città. Mariella continua a dire che sembra una bomboniera, forse è l’aggettivo più indicato. Anche questa città sorge su un fiume, il Salzach. Facciamo un giro nella città di Mozart, per negozi con queste entrate curiose e molto curate, girovaghiamo per caso, fino a quando notiamo tantissime persone ben vestite, donne con l’abito lungo e uomini in frac, decidiamo di seguirli. C’inoltriamo per dei viadotti stranissimi, piene di gente, alcuni molto eleganti e di tantissimi negozi, fino ad arrivare al teatro, davano in scena…… uhmmm proprio non lo ricordo!

Riprendiamo la nostra strada per arrivare davanti al Duomo e davanti alla casa dove è nato Mozart. Neanche ci fai caso se non hai via e numero civico, è un condominio uguale a tutti gli altri.

Per chi fosse curioso, l’abitazione è in Getreidegasse n. 9.

Saliamo al castello, si può andare tranquillamente a piedi ma siamo tutti e 4 stanchi quindi decidiamo di prendere la funivia (A/R euro 3,4). Il panorama dal castello è magnifico, assistiamo al tramonto, incantevole e guardiamo da basso delle curiose case immerse completamente nel verde.

Abbiamo girovagato per 3 ore, rientriamo al camper affamati, meno male che Mariella pensa a cucinare. Questa notte dormiamo qui davanti al fiume. Scopriamo poi, almeno cosi ci viene raccontato da un altro camperista, che in Austria è vietato dormire in camper bisognerebbe sempre andare in campeggio. Siamo sconcertati perché noi eravamo proprio belli in vista e io e Robi abbiamo anche visto una voltante della polizia passare proprio davanti a noi mentre cucinavamo. Quindi non so’ cosa dirvi in proposito.

MARTEDI 23 AGOSTO km percorsi 96 tempo: sole e caldo

Oggi grotte di ghiaccio. Si trovano a soli 40 km da Salisburgo.

Parcheggiamo a Werfen, c’è un parking gratuito. Da qui è possibile percorrere la strada fino al secondo parcheggio (circa 5 km) anche in auto, ma con il camper è assai ardua in quanto la salita è ripida, noi abbiamo solo un 1.9 di cilindrata quindi decidiamo di prendere il bus (euro 5,8 A/R) ne parte uno ogni 10 minuti circa. Il bus ferma davanti al ticket, facciamo i biglietti sia per la funivia sia per l’entrata alle grotte (euro 19). Volendo c’è anche il sentiero che oltre ai comunque obbligati, 40 minuti di cammino, bisogna aggiungerne altri 90 e superare un dislivello di 500 metri. Nelle guide è raccontato che questa è la funicolare più ripida d’Austria, quindi io consiglio vivamente di prenderla anche solo l’ascesa ne vale la pena.

La giornata è molto calda e arriviamo all’entrata delle grotte assettati, accaldati e affannati. Notiamo subito gente che si spoglia e gente che si veste, tirano fuori di tutti, anche piumini veri e propri. Noi mettiamo su i nostri pile, calzettoni, cappelli e sciarpe (ahimé abbiamo dimenticato i guanti, ma come li avrei voluti) e ci fermiamo in attesa della nostra guida in italiano. Quando ci siamo tutti partiamo. L’entrata alle grotte è impressionante, c’è un’aria ghiacciata che ti strappa e ti porta dentro, ovviamente sono le correnti che si creano che danno questo effetto, all’uscita è esattamente il contrario. Durante la visita si partecipa ad un fenomeno naturale spettacolare, è una meta famosa in tutto il mondo. Si scenderanno 700 gradini e se ne risaliranno altrettanti. La guida dura circa un’ora e si cammina per un km, anche se la grotta è lunga ben 42 km. Dentro ho ammirato sculture ghiacciate scolpite dalla natura, che cambiano forma ogni anno a causa dello scioglimento dei ghiacci, più all’esterno si scioglie, più all’interno il ghiaccio cresce perché la temperatura rimane costante. Mettere scarpe da trekking è d’obbligo ed importante avere indumenti caldi.

Usciamo dalla grotte veramente soddisfatti di quello che abbiamo potuto ammirare e di cosa la natura è in grado di regalarci.

Tornati al camper ci dirigiamo davanti alle miniere di sale di Hallein, ma nel parcheggio non possiamo sostare per la notte, quindi ci spostiamo leggermente più a nord (ma di pochissimi chilometri).

MERCOLEDI 24 AGOSTO km percorsi 481 tempo: sole e caldo

Arriviamo prestissimo alle miniere, ottima scelta quando usciamo c’è la coda sia per fare i biglietti sia per entrare nella miniera. La gita è risultata carina e divertente ma nell’insieme troppo costosa (euro18). All’interno ci sono 10 gradi e ti danno una tuta per non sporcarti. Ti portano dentro con un trenino, sembriamo dei deportati. Percorreremo le stesse gallerie utilizzate dai minatori ed assisteremo ad uno spettacolo naturale unico nel suo genere. La visita è un’escursione nelle viscere della terra, per ammirarne le spettacolarità geologiche, ma è anche una gita divertente e allettante, abbiamo passato i vari dislivelli utilizzando i lunghi scivoli creati dagli stessi minatori fino al arrivare al fantastico lago di sale. Fuori con delusione scopriamo che ci hanno fatto delle foto (stile gardaland) che mi lasciano molto perplessa e mi fanno domandare, è una visita culturale o un parco giochi? Percorriamo velocemente il villaggio celtico che è stato ricreato e alle 13 lasciamo Salisburgo.

Se avessimo avuto altro tempo da dedicare a questa zona sarebbe stato interessante andare alla Forra di Liechtensteinklamm ma la mia meta è Amsterdam e conto i giorni che ci separano.

Carichiamo il camper di acqua in un parking e partiamo. Due “fermate” ci separano da Berlino, Bamberga (destinazione scelta da Robi perché lui ama le piccole cittadine) e Dresda.

La strada è piacevole, campi coltivati a perdita d’occhio, tantissimo luppolo e notiamo tutte le aziende agricole con i tetti a pannelli solari (qui lo stato è probabile che li finanzi seriamente).

Arriviamo a Bamberga verso le 20 ma decidiamo comunque di scaricare le bici e fare un giro prima di cena. Parcheggiamo il camper all’inizio della città, c’è un’area sosta a 1 euro al giorno. Trovarlo è semplice basta seguire le indicazioni P+H Platz, non per il campeggio ma dalla parte opposta proprio verso il centro città. Non c’è acqua e non c’è elettricità.

Da qui parte la ciclabile che porta in centro. Partiamo con un cielo non certo dei migliori ma vogliamo essere fiduciosi…..ovviamente ci becchiamo un acquazzone tremendo, siamo costretti a tornare indietro perché siamo completamente bagnati, come dopo aver fatto un tuffo in piscina. La situazione è esilarante, ridiamo e ci divertiamo tantissimo, perché alla fine faceva cosi tanto caldo che questa doccia è stato un gran beneficio.

GIOVEDI 25 AGOSTO km percorsi 312 tempo: sole e caldo

Facciamo colazione a Bamberga, in un barettino in centro con delle brioche buonissime (ne hanno di svariati tipi) e con dei cappuccini enormi. Visitiamo la città e ammiriamo subito la casa a graticcio sul fiume Regnitz, ora credo che sia un museo delle porcellane. I ponti sono deliziosi, tutti addobbati con gerani colorati e cascanti. Il Duomo è leggermente in collina e il nuovo municipio sorge su un isolotto in mezzo al fiume. La cittadina ci piace davvero molto, fatta proprio a misura d’uomo, proprio come piacciono a Roberto.

Lasciamo Bamberga per dirigerci verso Dresda. Troviamo un parcheggio anche qui per i camper a 200 mt dal centro città, proprio sotto il ponte della stazione, accanto alla Sinagoga. Purtroppo però abbiamo un’inconveniente, Mariella ha bucato quindi ci toccherà girare a piedi. Facciamo comunque un bel giro, dallo Zwinger al Theater Platz, dallo Schloss fino al Dom. E’ spettacolare la storia di questa città che ti appare davanti agli occhi maestosa e imponente, considerando che nel 1945 è stata completamente rasa al suolo e solo nel 1994 hanno dato il via alla ricostruzioni, quindi chi veniva in visita fino a 20 fa, trovava solo macerie.

Ammiriamo il fiume Elba dalla grande terrazza e Gianni e Roberto s’incantano a vedere partire delle mongolfiere. C’incamminiamo fuori dal centro per trovare un ciclista e che dire, siamo davvero fortunati ne troviamo uno anche se parecchio lontano dà dove abbiamo parcheggiato il camper. Ci toccherà una bella e lunga passeggiata per fare ritorno. Io e Mariella abbiamo i piedi doloranti, abbiamo avuto la brillante idea di mettere i sandaletti invece di scarpe comode e ora i nostri piedi urlano vendetta! Sarebbe bello fermarsi a dormire sotto questa magnifica città invece appena si accendono le prime luci noi partiamo e ci accompagnano le campane di porcellane di Meissen che suonano dallo Glockenspielpavillon.

Ci fermiamo per mangiare e dormire in un’area di sosta a 70 km da Berlino.

VENERDI 26 AGOSTO km percorsi 73 tempo: sole e caldo

A circa 60 km da Berlino c’è il Tropical Islands, praticamente hanno ricreato in una bolla d’aria, con una temperatura costante di 30 gradi circa, un’oasi tropicale con tanto di spiaggia e palafitte con camere di hotel. Abbiamo a lungo discusso con Roberto se perdere una giornata cosi! Dal mio punto di vista era “perdere”, visto che non aveva molto senso spendere 25 euro per chiuderci in una bolla d’aria a 30 gradi quando già fuori ne avevamo 35. Credo che sia una cosa carina da fare, ma in inverno, quando fuori ci sono meno 5, sicuramente è molto più suggestivo.

Ci fermiamo all’area di sosta Mitte Internationale Reisemobilstation in ChausseStrasse, n. 82, nella zona est di Berlino (23 euro a notte). C’è tutto, docce, wc, elettricità, carico e scarico e anche se non è bellissimo e anche se non siamo in un bella zona, tutta l’area è circondata da palazzoni, deduco popolari, siamo comunque in pieno centro e ci si può muovere tranquillamente in bici, oppure il metro è proprio a due passi (fermata Schartzkopffstrasse della linea U6).

Partiamo dal campeggio fino ad arrivare al centro sociale Thenee, entriamo a dare una sbirciata sono colpita da tutti questi colori luminosi e sgargianti che ci sono sulle pareti. Passiamo davanti alla Sinagoga, attraversiamo il ponte e arriviamo davanti al Pergam – Museum. C’è una coda lunghissima, credo siano tutti li per ammirare i resti dell’altare greco di Pergamo. Noi non siamo molto interessati all’arte greca e procediamo verso il Berliner Dom. Mariella vorrebbe entrare ma scopriamo che anche qui le chiese sono a pagamento. La cattedrale è grandiosa e imponente e si stenta a credere che durante la guerra sia stata completamente distrutta e che addirittura nei anni ’50 volessero completamente abbatterla. Davanti c’è un parco, le guide raccontano che c’era anche un palazzo (simbolo di Berlino) che durante il regime comunista non e’ stato fortunato tanto quanto il Duomo ed ora è solo un ricordo. Ora c’è un nuovo monumento il Humboldbox (non sono riuscita a capire cosa fosse). Proseguiamo verso il monumento in onore degli ebrei, di fianco all’università e mangiamo un hot-dog cercando nel frattempo in Bebe Platz il simbolo che indica che qui in questa piazza Hitler ha dato luogo al rogo dei libri. Ma purtroppo non riusciamo a trovarlo.

Facciamo una deviazione in Alexander Platz, più che altro perché l’alta torre della televisione la si vede da tutti i punti della città, che per altro. La piazza ora di per sé non dice niente se non si conosce la sua storia.

Riprendiamo la strada e passiamo davanti alle 2 chiese gemelle, le Gendarmenmarkt, percorriamo la Friedrichstrasse, attraversando i 3 quartieri fino al Check-point Charlie statunitense (ora non è altro che una spiaggia). Durante il MURO chi volesse visitare la zona est della città attraversava qui il “confine”. Ora è stata ricostruita una copia del famoso posto di controllo, con tanto di cartello di avvertimento. Facciamo delle foto, anche se sembra tutto molto ridicolo il nostro atteggiamento se si ripensa a quello che hanno vissuto delle persone cosi poco tempo fa. Sbuchiamo alla tipografia del terrore, costeggiamo quello che è rimasto del muro. È impressionante, vedere il valico, il muro doppio con tanto di sbarre di ferro. La città è piena di “ricordi” di questo tipo, ma la mia immaginazione non riesce a ricreare questo sbarramento, guardo con attenzione le vecchie foto esposte per rendermi conto com’era allora e com’è adesso. Conosciamo una ragazza che ci racconta di essere stata a Berlino, l’anno dopo la caduta del muro e che rivederla ora, è tutto completamente diverso. Lì vicino dovrebbe esserci l’ex-quartiere generale della Gestapo, lo cerco ma non lo trovo. Avanziamo in Leipzigerplatz e Potsdamerplatz e ci appare il recentissimo e modernissimo Sony Center, da lì l’impressionante Monumento alla memoria dell’olocausto. Vi racconto la storia: per anni il parlamento tedesco ha “pensato” se era giusto erigere un monumento in onore alle vittime dell’olocausto di Hitler, soprattutto se farlo poi nel cuore di Berlino. Alla fine hanno deciso che SI bisogna farlo, ma cosa? Il risultato è qualcosa di …. Mi ha lasciato senza parole perché credo che sia una delle cose di Berlino che mi ha colpito più di tutto. Non hanno commissionato una fontana o una statua o una qualsiasi cosa banale, chiaramente non bastava un monumento qualunque. La scelta del luogo è simbolica almeno credo: a un passo dal Reichstag e dalla porta di Bradenburgo, forse l’averlo inserito nel quartiere governativo è una testimonianza silenziosa al riconoscimento dei tedeschi di come il genocidio ha segnato per sempre il paese. Vi domanderete cosa mai sia: l’architetto (non ricordo il nome) ha progettato 2711 pilastri in cemento, tutti un po’ decentrati ma diversi da loro solo per l’altezza (alcuni sono alti pochi centimetri e altri alti quasi 5 metri). Praticamente appare davanti agli occhi una foresta di lastre di cemento. Questo grigio campo di pietra si interseca con percorsi stretti e puoi vedere solo il sentiero che hai davanti ai piedi. Ora è un luogo di divertimento, vedi grandi e piccini che si rincorrono come dentro ad un grande labirinto.

Proprio di fronte si trova il Tiergarten e lo percorriamo tutto fino allo zoo. Niente di paragonabile con il parco che abbiamo visto a Monaco, è molto degradato, e noi siamo stati fortunati a trovare una bella giornata di sole, ma d’inverno, mi rammenta molto i racconti del libro di Christiana F. e i ragazzi dello zoo di Berlino. Ci fermiamo perché la stanchezza inizia a farsi sentire o forse è il troppo caldo. Riesce nuovamente il dibattito se abbiamo fatto bene a fare il giro in bici o se era meglio prendere il bus turistico. Io ribadisco che la scelta delle bici è stata ottima! Io e Robi ci addentriamo in un quartiere subito dopo lo zoo, in passato era la vecchia Berlino est, e ora è diventato un quartiere molto animato ricco di varie etnie, tanti negozi e bar.

Puntiamo verso il Grobestern e mentre passiamo vediamo dalla ciclopista parecchie persone che si rilassano al parco….completamente nudi! Non so che tipo di usanza sia, ma è davvero pittoresca!

Risaliamo la strasse 17 june verso la porta di Bradenburgo. Fino alla caduta del muro i turisti non potevano oltrepassare questa porta e si poteva intravedere la porta bucherellata solo attraverso il muro. Girando intorno al Reichstag si vede sulla strada una striscia che delimita dove una volta c’era il muro.

Avrei voluto fare la visita alla Berlino sotterranea, ma per poterlo fare bisogna organizzarsi in anticipo ( www.berliner-unterwelten.de). Sotto Berlino ci sono circa 100 bunker, aule di scuole, letti a castello, gabinetti privi di privacy, ventilatori mortali contro i gas mortali e scritte sui muri leggibili solo con una luce speciale. Penso che sia una visita molto interessante, ma bisogna partire preparati..

Rientriamo cosi percorrendo la Luisiemstrasse, facciamo una sosta all’Lidl e proseguiamo per Invalidenstrasse e dà li su fino al campeggio.

La sera dopo cena torniamo a fare un giro in centro con il metro, c’incasiniamo tantissimo, troppe linee in una sola fermata, su e giù con le scale mobili, ma Mariella voleva vedere il Sony center illuminato. Mangiamo un gelato da Haagen Daz e rientriamo perché siamo veramente stravolti.

SABATO 27 AGOSTO km percorsi 613 tempo: nuvolo e pioggia

Partiamo tardi, ne approfittiamo visto il fresco di ripulire per bene il camper. Chiacchierando con una ragazza di Roma, rimaniamo affascinati del suo racconto e decidiamo, prima di andare a Amsterdam, di andare a vedere le foche.

Oggi faremo davvero molti km, prima di Hannover, intravediamo da lontano il cielo che si sta schiarendo e notiamo decine di pale eoliche, si vede che ci stiamo avvicinando all’Olanda. L’autostrada taglia in due un grande parco e noi continuiamo a vedere tanti cerbiatti che indisturbati mangiano pannocchie dai campi.

La sera siamo stremati, meno male che la giornata è stata fresca. Ci fermiamo a dormire in un autogrill a 20 km dalla grande diga: Afslutdjf. Sinceramente pessima scelta per 2 motivi: prima perché bastava arrivare alla diga e c’è un parco dove abbiamo notato vari camper in riva al mare e secondo perché la zona è stata disturbata da ubriachi, da giovani casinisti ed io un poco mi sono spaventata.

DOMENICA 28 AGOSTO km percorsi 205 tempo: vento, sole e fresco

Qui il tempo è cosi, o piove, o sta per piovere o ha appena finito di piovere.

Attraversiamo la diga lunga 30 km. È impressionante il lavoro che è stato fatto per unire le 2 terre. Sulla sinistra ormai è un enorme lago di acqua dolce e a sinistra si estende l’oceano. Guardo le nuvole e rimango incantata dalla velocità assurda che hanno, si muovono rapidissimamente. A metà diga c’è un ponte dove puoi sostare per fare delle foto (ovviamente ti metti in posa con il sole e al momento del CLICK c’è la nuvola maledetta).

Arriviamo a Den Helder come sempre con i nostri tempi lunghi. Parcheggiamo nell’area riservata ai camper, scarichiamo le bici e ci dirigiamo all’imbarcadero. Prendiamo il traghetto 5 euro A/R con tanto di bici. Le partenze ci sono tutte le mezze ore e il viaggio dura circa 20 minuti.

Scarpiniamo 6 km prima di fermarci per il pranzo. L’isola è verdissima, tutta piatta e se non ci fosse il vento che ci colpisce da est, si potrebbe pedalare con molto più facilità. Mangiamo a Den Burg, degli hamburger stranissimi, stracolmi e buonissimi. Non so assolutamente come si chiami questo piatto, l’abbiamo visto ad un vicino di tavolino (tutto il menù è in olandese).

Facciamo altri 6 km e arriviamo a Ecomare. Ma qui scopriamo la gran fregatura.

Si possono vedere le foche a pagamento ma solo alle ore 11 e alle ore 15, oppure bisogna prenotare una barca e andare all’isoletta accanto e vederle libere sulla spiaggia. Peccato che la barca si prenota un giorno con l’altro e noi abbiamo lasciato il camper sulla terraferma e non possiamo di certo fermarci qui per la notte, quindi a malincuore e con mio grandissimo dispiacere devo rinunciare alle foche!

Andiamo in spiaggia, il vento è forte e fastidioso, fa freddo ed io sono sempre più inquieta tanto che Robi per distrarmi decide che dobbiamo toglierci le scarpe e giocare un po’, scopriamo che l’acqua è più calda di quello che pensavo e non è fastidioso stare con i piedi a mollo. La spiaggia di sabbia fine è molto bella, peccato solo quest’aria che ti va volare i capelli costantemente di qua e di là e te li arruffa tutti!

Rientrando Robi ha la brillante idea di fare la strada che taglia il bosco, per poco non perdiamo il traghetto, perché in realtà non è una scorciatoia! Ovviamente nel bosco si pedala meglio, zero vento e varie soste a mangiare le more. Avremo fatto 25 km, arriviamo al camper stanchi morti, per fortuna abbiamo preso il traghetto delle 19 (proprio al volo).

È tardi, tanto per cambiare (questa è la vacanza dei pranzi alle 15 e delle cene alle 22.30), ma puntiamo lo stesso Amsterdam, sperando che al campeggio ci accolgono.

Arriviamo al Camping Zeeburg (riceve fino alle 22 – costo eur 39 x notte). Il campeggio è grande e molto bello, almeno a me piace, pieno zeppo di tende e di ragazzi di tutte le nazionalità…. Sono troppo contenta: finalmente sono ad Amsterdam!

LUNEDI 29 AGOSTO km percorsi 0 tempo: pioggia e sole

Tiriamo fuori le bici pronti a partire ma cosa accade: PIOVE. Quindi a malincuore decidiamo di muoverci con i mezzi pubblici. Il ticket giornaliero (euro 7) è davvero comodo e lo si acquista anche alla reception del campeggio. Facciamo colazione al market con delle brioches buonissime e scopriamo che hanno davvero un po’ di tutto. Usciamo dal campeggio e attraversiamo tutto il ponte per arrivare alla fermata del tram (il 26), sembra lunga anzi no, lo è veramente, ma poco m’importa perché sono ad Amsterdam ed bello anche passeggiare sul ponte e ammirare da basso le case mobili davvero fatiscenti, ma ci vivono per davvero!

Il tram fa capolinea davanti alla stazione Centrale. E’ bella anche con la pioggia!

Perdiamo un sacco di tempo all’ufficio informazione, c’è tantissima gente e dopo un po’ andiamo via scoraggiati (cerchiamo un parking giornaliero per la sosta del nostro camper per l’indomani).

Piove non accenna a smettere e fa anche freddo, decidiamo cosi di andare al museo di Van Gogh, prendendo il tram 2.

Prima tappa agli stabilimenti Gassan Diamond, una grande perdita di tempo. Innanzitutto non fanno la guida in lingua italiana, sanno benissimo che nessuno comprerebbe e che saremmo solo curiosi di vedere la lavorazione di una pietra grezza che diventa una gemma sfolgorante. In compenso ne fanno a rotazione in lingua giapponese e russa (chissà poi perché?).

Al museo di Van Gogh entriamo solo io e Mariella, Gianni e Roberto l’hanno già visto, in realtà anche Mariella ma dice di volermi fare compagnia (secondo me è perché le piace troppo per rinunciare anche se il costo del biglietto è assai alto ( euro 14 + euro 5 di audio guida).

Il palazzo è di una semplicità che salta subito all’occhio ma dentro conserva veri capolavori. La coda per entrare non è poi cosi eccessiva ed entriamo in poco tempo.

Il museo si divide in piani: quello intermedio è consacrato esclusivamente a Van Gogh e sono esposti tutte le sue opere in sequenza ai suoi periodi. L’audio guida racconta molto bene la sua vita tormentata. Al terzo piano invece ci sono opere che l’ispirarono o di amici che hanno lavorato con lui , qui abbiamo ammirato anche Renoir, Gaugin, Cezanne e Monet.

Usciti c’è la piazza con la grande I AMSTERDAM, piena di ragazzi che fanno foto e come farsela mancare?

Dal museo abbiamo preso il tram 5 fino al mercato galleggiante dei fiori. Abbiamo visto tanti negozietti strani, da pareti ricoperte di zoccoli colorati a giocattoli di latta, ai bigliettini di auguri. Prima di arrivare al Bloemenmarkt , passiamo sotto la torre della zecca, cosi chiamata ovviamente perché in passato ospitava la zecca ora la parte alta è un grazioso carillon che suona una melodia ogni quarto d’ora (pensate ai residenti)!!

Il mercato dei fiori ti fa’ restare a bocca aperta. Innanzitutto manco vi accorgerete che i negozi dei fiorai si trovano su chiatte galleggianti. La vista di una tale cornucopia multicolore di fiori, piante è veramente incantevole.

Pranziamo poco prima del Museo Storico, in una steak house uruguayana (abbiamo preso il menu turistico e la carne era davvero molto buona).

Proseguiamo fino al DAM, davanti al palazzo reale e alla Chiesa Nuova, da lì torniamo su zig zagando tra Niuwendijk e il DamRak (l’arteria principale della città).

Ritorniamo nuovamente all’ufficio informazione, Gianni non molla ed io spazientita decidiamo di separarci:

Io e Robi prendiamo il 9 fino al WaterlooPlein, passeggiamo per i canali fino a Nemo (museo della scienza e della tecnica) ma lo troviamo chiuso. (ecco un buono motivo per tornare in questa città che mi sta incantando, vicolo dopo vicolo canale dopo canale). Da lì percorriamo la strada fino alla Stazione e decidiamo cosi di dare una sbirciatina al quartiere rosso.

C’è tantissima gente, si sente odore di fumo ovunque, nei negozi vendono di tutto, incuriositi entriamo dentro un paio e scopriamo chupa chups, tavolette di cioccolato, bustine di thè tutto alla marijuana. Passiamo in una via strettissima e vedo in penombra in una vetrina una ragazza che si spazzola i capelli, torno indietro, guardo curiosa, ma Robi mi rimprovera, dice che non si fa… se stanno in vetrina di certo stan lì per farsi guardare, mi domando io.

Entriamo in un coffe shop il mitico “Il bulldog” dentro l’odore è fortissimo e l’ambientazione è un grande fungo allucinogeno (sembra di essere nella casa dei puffi), ragazzi già bevono e fumano.

Alle 19 c’incontriamo con Mariella e Gianni e ci raccontano di essere stati all’Hermitage.

Torniamo al campeggio.

Che emozione, ogni volta che entro qui dentro mi sembra di vivere un’altra dimensione, sono cosi triste che domani dobbiamo già andarcene, io ci starei almeno una settimana! Tutto mi piace, la città, la gente, l’atmosfera…in confronto a Berlino sembra che io si voluta scappare ma non mi ha colpito, non mi ha trasmesso niente in confronto a quello che Amsterdam mi sta dando senza fare assolutamente niente! Che bellissima sensazione!

Mangiamo velocemente e poi trascino tutti ancora in città. Nel pomeriggio è uscito il sole e la serata è piacevole, quindi riprendiamo il tram e ci facciamo un giro nel quartiere rosso. E’ davvero come lo raccontano, tantissima gente, tutte queste ragazze bellissime in vetrina (e rimango sorpresa, non sono volgari, sono ragazze belle , fresche giovani, veramente potrebbe essere la tua compagna di banco). Notiamo anche gente che entra e esce, contrattazioni sul prezzo, ma le ragazze non scendono, questa e’ la tariffa! Rimango a bocca aperta, il flusso che mi circonda mi coinvolge e mi rapisce, continuerei a passeggiare per queste strada all’infinito, in ogni angolo accade qualcosa. Vediamo in un portone, che poi sembra essere un night, dei ragazzi incappucciati, completamente bevuti, non so, credo sia un gioco ma ricorda una setta satanica, ma così in strada, e poi li vediamo uscire. Ricordando il giro del pomeriggio, rammento dei movimenti strani proprio li davanti! Chissà magari era un semplice addio al celibato! Gianni mi sollecita una sosta in un bar, scegliamo un pub semplice, non abbiamo interesse al fumo , quindi a poco senso farci venire il mal di testa e riempirci di odore. Mariella ci fa morire dal ridere continua a dire che lei sente solo odore di arrosto…chiamalo arrosto!!!!

MARTEDI 30 AGOSTO km percorsi 136 tempo: nuvolo, pioggia, sole

Questa mattina dobbiamo lasciare il campeggio ma per fortuna ci fanno lasciare il camper nel parking fino alle 19.

Facciamo le varie operazione di carico e scarico (oramai Roberto è diventato praticissimo) e con le bici partiamo. Distiamo circa 4 km dal centro e siamo un po’ preoccupati perché ovviamente il cielo non è dei migliori. Facciamo appena in tempo ad arrivare in stazione e inizia a piovere! Per fortuna dura poco e mi accompagnano davanti alla casa di Anna Franck che di certo non posso farmi mancare. Nel frattempo loro vanno a fare un giro per il mercato vicino all’Hermitage per comprare i mitici campanelli per le nostre bici e fanno un giro allo zoo (ma non entrano Roberto lo vieta a tutti, è contro queste cose, gli animali devono vivere liberi nel loro habitat, tanto torno non ha…che ci fanno i fenicotteri in Olonda?…., cmq loro ne vedono moltissimi, poi vi racconto come). Io nel frattempo mi faccio un’ora di coda e penso a dove mi hanno legato la bici, qui bisogna stare molto attenti e legarle a degli oggetti fissi, in quando ne rubano moltissime. Scopro poi che hanno legato quella di Gianni e portato via con loro la mia, è nuova e avevano paura di trovare sorprese, infatti al mercato tutti l’hanno guardata con molto interesse (loro sono abituati a bici semplici le olandesine e le nostre mountain bike saltano subito all’occhio).

Esco dalla casa di Anna Franck non soddisfattissima (ticket eur 8.5), pensavo di vedere molto di più, invece tutti i mobili sono stati tolti, a parte il bagno, il lavandino e la stufa. È stato proprio per il volere del padre che dopo esser tornato dal campo di prigionia ha deciso che tutto doveva essere lasciato cosi come era stato trovato dopo l’invasione delle guardie che li hanno portati via. C’e’ ancora la famosa libreria che celava il piano superiore e ci sono ancora le pareti con i suoi poster, le finestre oscurate. Dentro si partecipa a tante manifestazioni di affetto delle persone che li proteggevano, vengono mostrati video con i loro racconti. Troviamo anche l’originale del diario di Anna e pezzi di racconti e se ti soffermi e ti avvicini alla finestra puoi immaginare esattamente quello che lei vedeva e soprattutto sentire, come ad esempio i rintocchi della chiesa vecchia che sorge proprio a due passi e che le hanno fatto compagnia per i due anni di “reclusione”. E’ una storia come altre, chissà quante persone hanno vissuto questa sofferenza, ma Anna, è un po’ l’amichetta di tutte noi ragazze perché chi non ha letto il suo diario a 12 anni, quindi anche se la casa delude un po’ non si può omettere e bisogna fare una sosta.

Per l’ora di pranzo sono fuori e ritrovo i miei compagni di viaggio pronti per andare a pranzo e per fortuna è uscito il sole, fa quasi caldo!

Decidiamo cosi di tornare in stazione e di fare un giro con il battello. Da qui ne partono tantissimi ma scopriamo a malincuore che nessuno ha la guida in italiano, alle votazione si decide di non prenderlo, secondo me meritava comunque. Giriamo cosi ancora in bici su e giù per la città e arriviamo fino al mercato Albert Cuypstraat. E’ il mercato più grande d’Europa, è lungo più di un km e ha un sacco di cose bellissime e introvabili. Io e Mariella siamo elettrizzate ma Gianni e Roberto ci tagliano i ponti subito e dopo 10 minuti ci obbligano a venir via (sti’ uomini).

Però sono riuscita a comprare due paia di collant arancioni cosa che qui da noi non si trovano più, almeno fino allo scorso inverno! C’erano tutti ma dico di tutti i colori, mille tonalità diverse, una carrellata infinita di fantasia per i miei occhi ed invece, Roberto stressava! Giuro che ci ritorno senza maschietti!

Da lì ritorniamo al mercato dei fiori e Mariella compra bulbi di tulipani e narcisi. Prima però facciamo il giro davanti allo zoo (quasi per caso) volevo vedere anch’io i fenicotteri ed invece vediamo antilopi, zebre, giraffe tutto questo dal ponte che costeggia la recinzione (si vede praticamente tutto).

Stiamo per tornare al camper e vediamo un vecchio mulino, grido “un mulino” e inchiodo e Mariella che è esattamente dietro di me, voila mi tampona e cade… ahh quando ridere per fortuna non si è fatta niente.

Pedaliamo fino al camper, entriamo nel campeggio, facciamo la doccia e partiamo per Utrech. Parcheggiamo in pieno centro, anche se io continuo a dire che non si può, ma niente si sono fissati che vogliono mangiare la pizza! Come finisce? che paghiamo 4,5 di parcheggio con carta di credito perché i contanti non li accettano e che prendiamo lo stesso la multa. Mangiamo di sicuro un’ottima pizza napoletana, Santa Lucia in via Nobelstrad 14.

Ovviamente il morale è basso quindi decidiamo di andare via subito anche se a malincuore, avrei voluto vedere le grandi dighe, le case cubiche di Rotterdam e chissà magari essere più fortunati e vedere le foche sulle spiagge o fare semplicemente altri giri in bicicletta.

Visitare l’olanda in camper non è semplicissimo, questa legge che impone sempre il campeggio è davvero fastidiosa per dei veri camperisti.

A questo punto la mia vacanza termina qui, vista Amsterdam, vacanza praticamente conclusa, non ho organizzato un piano di rientro a parte attraversare la foresta nera, quindi rientriamo un po’ a caso.

MERCOLEDI 31 AGOSTO km percorsi 309 tempo: variabile

Partiamo direzione Bonn, anche Mariella è triste avrebbe voluto restare in Olanda e andare a Delft paese delle ceramiche.

Oggi cosa abbiamo fatto non lo so, abbiamo perso tantissimo tempo, tra la spesa al super e caricare e scaricare il camper e decidere dove andare, Robi ha voluto le patatine fritte, quindi ci è toccare pelare le patate e poi Mariella ha fatto un distratto con olio bollente sulla moquet, quindi abbiamo dovuto pulire tutto e nel frattempo si è anche scaricata la batteria del camper … e per arrivare a Bonn un traffico che sembra di essere catapultati di già nel traffico cittadino di quando torneremo a casa. Gianni e Robi decidono di tirare dritto di lasciar perdere la città di Beethoven con malumore di Mariella che al contrario ci teneva. Ci fermiamo a Coblenza. A 2,5 km dal centro c’è un parcheggio per i camper, di fronte alla Canyon la famosa azienda di biciclette.

Operazione di scarico bici e partiamo per un giro lungo la Mosella fino al punto in cui s’incontra con il Reno. È una città turistica lo notiamo dagli hotel di lusso, dalle case sulle rive del fiume con grandi vetrate che si aprono su cucine enormi, proprio come quelle che possiamo sfogliare nelle riviste di arredamento. Al porto ci sono eleganti navi da crociera. Vediamo un enorme monumento in onore dell’unione delle 2 Germanie e assistiamo ad un tramonto indimenticabile, il cielo è dipinto di rosa, azzurro e si rispecchia nelle acque del Reno, sembra quasi una cartolina.

Andiamo alla funivia per raggiungere l’attrazione più importante, la splendida cittadella di Ehrenbreitstein ma purtroppo è già chiusa, quindi ci tocca ammirarla tutta luci da quaggiù.

Dormiamo in questo parking con altri camperisti e mi domando perché anche in Olanda non funziona cosi e non ci sono soluzioni simili? La sera prima di addormentarci vediamo dai finestrini dei conigli, c’è ne sono tantissimi che saltellano da tutte le parti

GIOVEDI 1 SETTEMBRE km percorsi 349 tempo: sole

Si decide di non restare a Coblenza quindi ci perdiamo la salita a Ehrenbreitstein perché i chilometri per raggiungere l’inizio della foresta nera sono molti.

Arriviamo a Shochen per vedere il grande CouCou, alle 18 esce l’uccellino, sinceramente niente di che, per due euro si può vedere anche l’interno.

A Trider troviamo una piazzola di sosta e con le bici facciamo un giro nei boschi. Merita davvero, il paesaggio è straordinario e l’aria che si respira è fantastica, peccato che tutta la strada di andata è in salita e sale davvero parecchio e in alcuni punti facciamo veramente fatica, ma poi ci ricompensa la discesa. Ci manca solo d’incontrare l’orso. Sulla strada osserviamo molti motociclisti, è la strada ideale per loro .

VENERDI 2 SETTEMBRE km percorsi 565 tempo: pioggia e sole

Questa mattina poltriamo, fuori piove, con calma raggiungiamo TITISEE. Ovviamente cerchiamo e troviamo il parking per il camper (subito dietro la stazione, euro 3 per tutto il giorno) e facciamo un lungo giro intorno al lago in bici. Il laghetto è piccolo, ci ricorda il lago di Dobbiaco, immerso nei boschi. Lo chiamano la perla della foresta nera, ma siamo sinceri, la location non è male, ma niente di paragonabile alle nostre amate Dolomiti. Nel frattempo ha smesso di piovere e inizia a far caldo. Prima di partire non ci possiamo far mancare una fetta della famossima torta la foresta nera, che è davvero molto buona e tristemente ripartiamo, si stava cosi bene rilassati in questa cittadina e far niente.

Mariella e Gianni hanno un impegno e dobbiamo essere a Milano entro la serata. Arriviamo alle 22.30 e ci accoglie il caldo appiccicoso che avevamo lasciato esattamente due settimane fa

La mia prima vacanza in camper è andata bene, ne sono molto entusiasta e mi mettono ai voti: Gianni solo 7, dice che per essere una brava camperista sono troppo fissata con il farmi la doccia tutte le sere, come ben si sa i camperisti in casi di emergenza si devono arrangiare….e poi mi confessa che sono troppo ansiosa che mi rubino la mia bici! La mia bici e certo che sono ansiosa!!! Mariella mi ha detto che mi sono meritata un bel 8 e mezzo.

Considerazione finali: per chi non l’avesse ancora compreso, Amsterdam è bellissima, vorrei tornarci domani, Monaco mi ha sorpresa infinitamente e Berlino che dire bella ma non mi ha entusiasmato anche se ha un passato molto forte che ti sconvolge completamente.



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