California-Nevada on the road

Viaggio in California e Nevada nelle maggiori città e nei parchi nazionali.
Scritto da: lamicia
california-nevada on the road
Partenza il: 30/07/2009
Ritorno il: 08/08/2009
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Volevo raccontarvi il viaggio on the road che io e Matteo abbiamo fatto negli Stati Uniti l’estate scorsa. Grazie ai suggerimenti presi dai tanti diari di viaggio scritti dai turisti per caso che ci hanno preceduto, abbiamo organizzato tutto con molta facilità, prenotando alberghi e auto dall’Italia. Scelta che si è rivelata comoda e sicura. 30 luglio 2009. Siamo partiti da Roma Fiumicino con un volo US airways diretto a San Francisco con scalo a Philadelphia. Il viaggio è durato 15 ore, ma grazie ai televisorini personalizzati, abbiamo avuto la possibilità di visionare un gran numero di film, che hanno reso la traversata tutto sommato piacevole! L’aeroporto di Frisco è molto grande ma abbiamo trovato la nostra auto con facilità. Prenotando una economy eravamo sicuri di trovare una specie di punto e invece ci dirigiamo verso l’hotel in centro, a bordo di una ford fusion 3000 a benzina, mai vista in Italia, enorme e super accessoriata! Abbiamo alloggiato al Vertigo, un hotel davvero carino ed economico nella centralissima Sutter street che consiglio vivamente. 31 luglio-1 agosto. Usciti prestissimo dall’albergo, causa fuso orario (-9), abbiamo iniziato il nostro giro della città, quindi Powell street, Union square, Chinatown, North Beach, Fishermans Wharf, con vista su Alcatraz e dove abbiamo fatto un’abbondante abbuffata di granchi fritti, bolliti, con salsa piccante…ottimi! Il giorno seguente abbiamo raggiunto il bellissimo Golden Gate Bridge situato nel Presidio, una zona verde distante dal centro, ma raggiungibile con i mezzi, poi ancora la Lombard street da dove si gode un panorama meraviglioso della città. Per muoverci ci siamo serviti dei bellissimi cable car che raggiungono i luoghi più interessanti. 2 agosto. Lasciamo l’hotel di mattino presto e andiamo a riprenderci l’auto lasciata in un parcheggio custodito lì a due passi e pagandolo caro, 80 dollari al giorno, ma eravamo preparati, parcheggiare in città è costoso ovunque. Prossima meta: la Sierra Nevada, iniziando ovviamente dallo Yosemite National Park. Senza navigatore, ma muniti di sola, vecchia e cara cartina stradale, si arriva ovunque facilmente, grazie anche all’efficiente rete di segnalazione stradale, infatti, in poco più di due ore eccoci all’ingresso del parco, dove pagando il biglietto, ci danno una mappa dettagliata. Il parco è incantevole e davvero molto grande, ma noi abbiamo scelto di attraversarlo da ovest ad est senza fermarci a dormire. Proseguiamo per Mono Lake, il lago salato caratterizzato da formazioni di tufo che spuntano dall’acqua e dopo una breve sosta ci dirigiamo verso Bodie, la città fantasma, una volta sede della più importante miniera d’oro della California. Fino ad un certo punto la strada è asfaltata, poi cominciano una ventina di chilometri di sterrato e siamo catapultati finalmente nel vecchio e mitico west! Nel tardo pomeriggio siamo di nuovo in macchina direzione Mammoth Creek, la località scelta per passare la notte. È un’importante località sciistica che in estate si presenta come una graziosa cittadina, ordinata e tranquilla. Abbiamo alloggiato al Mammoth Creek Inn, una tipica baita di montagna in legno molto bella e pulita che consiglio e…finalmente i cellulari ricominciano a funzionare. 3 agosto. Oggi è il giorno più atteso, andiamo nel deserto! Prima di partire ci fermiamo nel vicino supermarket per comprare un frigo in polistirolo, due confezioni di ghiaccio e tanta acqua e via alla volta della Death Valley. Lasciamo le montagne e il paesaggio inizia e ingiallire, la temperatura sale e sale e finalmente iniziamo a percorrere le tanto attese lingue di asfalto dritte, infinite e intorno niente! Improvvisamente un enorme cartello ci segnala l’ingresso nella Death Valley National Park, ormai siamo a 50 gradi. È un paesaggio lunare, costellato qua e la di enormi cactus, decisamente emozionante. Ci fermiamo in diversi punti panoramici in cima a grossi canyon e poi di nuovo in enormi vallate deserte. Raggiungiamo Fornace Creek, l’unico punto di ristoro del parco, ovvero un saloon con un enorme bancone e aria condizionata a palla, una manna dal cielo in quella fornace! Proseguiamo per il Badwater Basin 85.5 metri sotto il livello del mare, il punto più basso dell’emisfero occidentale. Il vento spira forte e la temperatura raggiunge i 54 gradi. Per terra un’enorme distesa di sale…meraviglioso, eravamo sulla luna! Sudati come mai prima di allora, ci dirigiamo verso il parco giochi d’America: Las Vegas! Attraversiamo il confine con lo stato del Nevada e la raggiungiamo nel tardo pomeriggio, ancora troppo presto per vedere le sue luci da lontano, ma dopo ore di deserto, anche con il sole, la città spunta come un miraggio! È tutto quello che ti aspetti, un tripudio di hotel giganteschi, bellissimi e coloratissimi. Noi abbiamo scelto i Circus Circus, per i prezzi decisamente accessibili, non è un albergo lussuosissimo ma la nostra stanza era al trentaquattresimo piano e abbiamo goduto di una vista pazzesca sulla città, soprattutto di sera. 4-5 agosto. Finalmente due giorni di relax passati a bordo piscina di giorno, anche perché la temperatura è sempre altissima, 48-49 gradi, e di sera, con il fresco…più o meno 45 gradi…in giro tra hotel, casinò e outlet, perché in fondo Las Vegas è questo. 6-7 agosto. Destinazione Los Angeles. Attraversiamo il deserto del Mojave e torniamo in California. Man mano che ci avviciniamo alla città degli angeli la vegetazione s’infittisce e il verde torna a dominare, la strada diventa enorme, le corsie si moltiplicano e così anche le auto. Los Angeles è gigante. Grande quanto la Lombardia e si nota da subito. Ci dirigiamo nel centro, dove tra decine di grattacieli c’è il nostro albergo, l’Histric Mayfair. Non è male, ma è in una zona dove non c’è molto da vedere perché paradossalmente, le cose interessanti sono distanti dal centro. Infatti prendiamo la macchina, indispensabile in questa sterminata città, e ci dirigiamo a Beverly Hills ovviamente! Brenda, Brendon, Dylan, Kelly, ti sembra di vederli! Poi a Hollywood, Kodak Theatre, la walk of fame, parte della città che ad essere sinceri ci ha delusi perchè c’era sporcizia in giro e anche un odore sgradevole. Il giorno seguente lo abbiamo dedicato all’oceano, quindi a Santa Monica. La spiaggia è smisurata. La sabbia è bianca ed è contornata da prati inglesi perfetti, verdi e puliti, puntellati da altissime palme. Abbiamo anche affittato un tandem per raggiungere Venice beach seguendo la lunghissima pista ciclabile. Dopo ore passate a crogiolarci al sole e a goderci il pacifico, andiamo a Malibu sperando di vedere i surfisti in azione, ma il mare era piatto e li abbiamo trovati ad oziare a mollo sulle loro tavole. Seguendo la Sunset Boulevard, una zona davvero molto bella, torniamo in albergo un po’ intristiti per la partenza del giorno seguente. 8 agosto. La sveglia suona presto, prendiamo la nostra auto, fedelissima compagna di viaggio, e ci accingiamo a restituirla all’aeroporto. Aspettando l’aereo che ci riporterà a Roma rivediamo le tantissime foto scattate e l’unico pensiero che ci viene in mente in quel momento è: “quand’è che torniamo?!”, perché non puoi assaggiarla e non volerne ancora, l’America è l’America ragazzi!


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