Malawi, nella riserva di Mwabvi per i miei studi

Un viaggio alla scoperta della Riserva di Mwabvi e delle meraviglie dell' Africa
Scritto da: melrose
malawi, nella riserva di mwabvi per i miei studi
Partenza il: 01/10/2009
Ritorno il: 25/10/2009
Viaggiatori: 1
Spesa: 4000 €
Durante il mese di ottobre ho vissuto un’esperienza unica presso la riserva di Mwabvi, nel sud del Malawi. Sono giunta in Africa, in Malawi, grazie ad una borsa di studio universitaria (Facoltà di lingue per la comunicazione internazionale di Sassari) che mi ha permesso di svolgere le ricerche per la tesi di laurea sul posto. Ho avuto pertanto la bellissima opportunità di conoscere e vivere in prima persona il lavoro del Progetto Paw (Project African Wilderness). Ad accogliermi alla base di Chipembere, ho trovato la famiglia Kerr, composta da: Barry, esperto di conservazione del territorio, Adele che si occupa della parte riguardante il marketing, le loro figlie Courtney e Kristen. Questo luogo si raggiunge solo con il fuoristrada, percorrendo sentieri sterrati in mezzo alla vegetazione selvaggia e attraverso sperduti villaggi dove i bambini euforici, mi salutavano capanna dopo capanna. La base è composta di poche costruzioni e un accogliente dormitorio per i volontari come me con circa quattordici comodi posti letto. Mi trovavo distante anni luce dalla civilizzazione, dal caos assordante della modernità e da ogni cosa futile di cui sentiamo il bisogno incessante, ma di cui potremmo fare volentieri a meno. La bellezza di questo posto non è d’impatto immediato, né non ti sconvolge all’istante; è una bellezza differente, da contemplare adagio e senza fretta; ciò che mi ha affascinato della Riserva è stata l’opportunità di assaporare la quiete di uno spazio incontaminato e sapere che probabilmente tutto ciò è rimasto immutato nei secoli e ogni persona che vi giunge ha l’immensa fortuna di ammirarne l’essenza primordiale. La famiglia che risiede alla base è davvero ospitale e mi ha fatto sentire a casa in ogni momento. Tra le attività che ho potuto osservare e documentare vi è quella di sostegno a favore degli orfani dei villaggi che circondano la riserva; il progetto Paw, infatti, non si esaurisce nella salvaguardia dell’ambiente, ma interviene anche a livello umanitario laddove ci siano bambini che a causa della perdita dei genitori si trovino in difficoltà. L’aspetto educazionale e di sostegno alle popolazioni è molto importante al fine di proteggere il territorio; solo insegnando ad esse quali benefici si ricavino dalla conservazione del territorio in cui vivono, si può assicurare un futuro ai loro figli e una totale salvaguardia della preziosa flora e fauna locali. Nella Riserva inoltre è in fase di completamento un’area camping e lodges, in cui i visitatori possono sostare, nel pieno rispetto del territorio e contribuire pertanto a un possibile sviluppo eco-turistico della zona. Nella costruzione di queste aree è stato coinvolto personale locale, in modo da portare dei benefici non solo alle loro famiglie, ma anche ai membri dei loro villaggi, grazie alla diffusione del sapere che accumulano in questa esperienza di lavoro. Grazie alle mie ricerche ho capito il meccanismo che sta alla base dell’organizzazione che porta avanti questo progetto e ho trovato tutto ciò molto utile al fine dei miei studi, poiché leggere le nozioni sui libri, è semplice e occupa poco tempo; ma recarsi sul posto, osservando e documentando con attenzione queste attività, è un’esperienza che ti arricchisce e ti fa assaporare il vero profumo di questa terra e ogni singolo minuto che le hai dedicato. Ho lasciato Chipembere con molta tristezza ma felice allo stesso tempo, per l’enorme soddisfazione e arricchimento personale che quest’ avventura mi ha lasciato dentro l’ anima. Ma non finisce qui!!! Per conoscere più a fondo l’ Africa, i suoi usi e costumi, ho deciso di intraprendere una spedizione tra Malawi e Zambia con Stefano e Francesca di Africawildtruck. Quello che ho visto e vissuto non è spiegabile a parole, ma ci proverò elencando le meraviglie che mi sono trovata davanti: la natura selvaggia, la gente che non ha nulla da ridere ma è spesso felice e cordiale, i giochi con i bambini in cui mi divertivo quasi più io che loro, i safari diurni e la vista di animali visti solo in televisione o sui libri, la jeep impantanata nel nulla e il “simpatico” autista Fred, i leoni a pochi metri, gli elefanti che passavano tranquilli nel campeggio, un ippopotamo che durante la notte è inciampato nelle nostre tende, le malefiche iene che sbranavano un’antilope appena fregata a un leopardo, una scimmia che è venuta a darmi la mano; i safari notturni in cerca dei predatori, le nuotate al lago con i cavalloni, l’incontro con i lavoratori in immense e verdissime piantagioni di the, la prima pioggia della stagione e la rarissima grandine, la mia raccolta di insetti verdi nella foresta per socializzare con i bambini, le visite ai villaggi più sperduti, i viaggi infiniti in truck in mezzo al nulla. Tutto ciò ha contribuito a rendere meraviglioso il mio viaggio in Africa; ogni volta che penserò a questo mese passato nel continente nero, non potrò che rallegrarmi e riscaldarmi il cuore con inestimabili ricordi.


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