Venezia, magica di notte!!!

Prenoto il volo con la mitica Ryanair a luglio per agosto. In coppia abbiamo speso 20 euro per Roma-Treviso a/r. Da treviso abbiamo preso l’autobus che ci ha portati alla stazione di Mestre, dove abbiamo soggiornato. L’hotel è stato comodissimo, si chiama Hotel Delfino, ha la fermata dell’autobus di fronte. Abbiamo pagato 204 euro per 3 notti in camera matrimoniale colazione a buffet inclusa. Nell’albergo c’è anche il ristorante, non male, soprattutto comodo, perchè la sera eravamo davvero stanchi e non avevamo la forza di camminare ancora. Venezia dista 10 minuti di bus. E’ una città magica, soprattutto di notte anche se si deve camminare tanto. Il primo giorno abbiamo fatto una lunghissima passeggiata tra le viuzze fino a piazza S.Marco, bellissima e stracolma di gente.Da lì abbiamo preso il vaporetto per tornare al bus che ci ha riportati all’hotel. Doccia e subito per strada a cercare un locale tipico a mestre. Ne abbiamo trovato uno ma non ci ha soddisfatto molto. Il secondo giorno siamo andati a Padova con l’autobus che partiva proprio di fronte al nostro hotel, abbiamo attraversato la riviera del brenta, che ville!!!! A Padova siamo andati a visitare la meravigliosa Basilica di Sant’Antonio. Rientrati a Mestre, abbiamo cenato al risto dell’hotel e dopo cena siamo tornati a Vanezia. Di notte è bellissima, le luci sull’acqua, le viuzze illuminate, tutto bellissimo! Abbiamo anche fatto un bel giretto in gondola, ma abbiamo diviso la spesa con 3 ragazzi greci. Di sera costa 100 euro, in questo modo abbiamo pagato 20 euro a testa. Il terzo giorno ancora Venezia, abbiamo preso il vaporetto e siamo andai a Murano, che sinceramente è stata un pò una delusione. Non c’è niente a parte le fornaci dove fanno vedere la lavorazione del vetro.Quarto giorno abbiamo lasciato l’hotel e siamo andati all’aeroporto di treviso per il nostro rientro. Eravamo troppo stanchi per visitare anche treviso, ma mi sarebbe piaciuto anche perchè il tempo l’avremmo avuto dal momento che siamo partiti alle 19!!! Alla prossima, Ari