Cosa vedere a Venezia in 3 giorni: un weekend nella città più romantica del mondo
Tre giorni a Venezia meravigliosi, vissuti in libertà, senza pensieri, con l’unico intento di goderci ogni istante di Venezia seguendo i nostri gusti e le nostre passioni. Tra negozietti, librerie, calle, campi, chiese, canali, basiliche e ponti, la città ci ha incantate e strette in un abbraccio caloroso ed elegante, accogliendoci nel suo mondo magico e assolutamente unico.
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Partiamo da Parma alle 6.30 del mattino, il traffico in autostrada è abbastanza scorrevole e arriviamo al parcheggio Marco Polo, vicino all’aeroporto, in anticipo sulla tabella di marcia. Il navigatore mi fa sbagliare strada, ma gli addetti del parcheggio mi chiamano per verificare l’ora di arrivo e mi guidano fino a destinazione. Lasciamo macchina e chiavi in custodia e in pochi minuti siamo già sulla navetta che ci porterà fino a Piazzale Roma. Per tre giorni di parcheggio e il servizio di trasferimento da e per Venezia abbiamo pagato 50 euro, un prezzo piuttosto vantaggioso se si considerano i prezzi in zona.
Dobbiamo solamente attraversare Piazzale Roma con i nostri bagagli per raggiungere la fermata del vaporetto. Avevo già preso i biglietti da casa tramite la App AVM Venezia (9.50 euro per un viaggio singolo della durata di 75 minuti), quindi l’accesso è rapido. Attendiamo una decina di minuti ma, quando saliamo a bordo del vaporetto, Venezia si apre davanti a noi in tutto il suo splendore, anche se il cielo è grigio e l’area è piuttosto fredda. Viaggiare sul Canal Grande è incantevole, gli eleganti palazzi che fanno da cornice fanno tornare indietro nel tempo e la traversata è sin troppo breve. Scendiamo a Rialto, dopo essere passate sotto il famoso Ponte, affollatissimo di gente. In una manciata di minuti arriviamo all’hotel prenotato su Booking.com, l’Hotel Alla Fava, nella Calle Seconda de la Fava (abbiamo speso circa 315 euro, tasse di soggiorno incluse, per una camera matrimoniale per due notti, senza colazione). La camera sarà pronta dopo pranzo, quindi lasciamo i bagagli in deposito ed usciamo alla scoperta della città. Ci dirigiamo verso Piazza San Marco, così da capire dove sia l’accesso con i nostri biglietti salta-coda prenotati da casa per la visita alla Basilica nel pomeriggio.
Chiesa di San Zaccaria
La piazza è gremita di persone, la fila per entrare in San Marco è lunghissima e sono contenta di aver preso i biglietti per un accesso rapido. Girovaghiamo e scattiamo qualche foto, poi ci spostiamo e facciamo una piccola pausa nella Chiesa di San Zaccaria. La struttura, molto chiara, svetta alta nel cielo grigio, e l’interno – squisitamente rinascimentale, ci colpisce per la ricchezza delle opere. Tra tutte, spicca alla prima occhiata una pala del 1505 opera del Bellini, “Vergine col putto in trono”: i colori vivissimi e l’armonia della composizione colpiscono subito l’attenzione.
All’uscita, ci imbattiamo – dopo aver attraversato un ponticello – nella Trattoria alla Rivetta. Pare che sia prenotabile con The Fork con una promozione interessante, clicco ma per sicurezza entro per chiedere conferma. Non si tratta dello stesso ristorante presente sulla App, ma il menù ci piace e allora prenotiamo per il pranzo. Continuiamo la nostra passeggiata nei dintorni osservando ponti, canali e negozietti, poi torniamo alla Trattoria e veniamo fatte accomodare. Ordiniamo spaghetti alle vongole e spaghetti con seppie al nero, accompagnati da due bei calici di Prosecco: i piatti sono abbondanti e gustosi (il nero di seppia, in particolare, è degno di nota), il vino è gradevole, il servizio piuttosto veloce. La sala principale è quasi interamente occupata da gondolieri, a quanto pare il ristorante è famoso qui a Venezia! Alla fine spenderemo 53 euro per due primi, due bicchieri di vino e una bottiglia d’acqua: oltre al coperto, c’è una percentuale per la mancia… non molto economico, considerando la posizione piuttosto decentrata. Mentre torniamo verso l’hotel, ci fermiamo alla Pasticceria Storica Mercerie per un caffè e due dolcetti: il pasticciotto alla crema è favoloso!
Basilica di San Marco
Ci dirigiamo verso Rialto, la nostra stanza in albergo è pronta e possiamo portare su i bagagli. La camera, al primo piano, è piccola ma pulita. La maniglia della finestra non funziona come dovrebbe, l’asse del wc è rotta e non sta ferma, ma alla fine tutto è dignitoso. Siamo soprattutto contente della posizione, dato che in pochissimi passi arriviamo al Ponte di Rialto e poi alla Pescheria, dove i gabbiani stanno banchettando con i resti del mercato del pesce. In una manciata di minuti arriviamo alla Basilica di San Marco, dove entriamo subito saltando la coda chilometrica. Già nell’atrio gli splendidi mosaici ci fanno rimanere a bocca aperta, quando poi entriamo la meraviglia è ancora maggiore: sembra che tutto risplenda d’oro, è uno spettacolo capace di superare persino la bellezza dei mosaici bizantini di Ravenna. Scattiamo un sacco di foto e cerchiamo di esplorare la chiesa il più possibile, nonostante la ressa di persone che spuntano da ogni angolo. Peccato che i mosaici della cupola non siano molto illuminati, in ogni caso riusciamo a goderci lo splendore e usciamo soddisfatte della visita. A pochi metri, da un ponte incappiamo nella vista del famoso Ponte dei Sospiri… ah, Venezia, da qualsiasi parte uno si giri c’è qualcosa di bello da vedere!
Libreria Bertoni
È ancora presto, non siamo stanchissime e quindi decidiamo di continuare la nostra passeggiata anticipando la visita di una delle tre librerie che ho messo in programma. La Libreria Bertoni occupa una vetrina e un piccolissimo negozio nel cuore di Venezia: i libri (usati e d’occasione, proposti in vendita con il 50% di sconto sul prezzo di copertina) sono stipati dal pavimento fino al soffitto, è difficile persino muoversi tra le pile di volumi e il tavolo centrale. Il profumo di libri antichi è inebriante, la confusione è quasi divertente, e senz’altro solletica la curiosità. Non ho scovato niente di particolarmente irrinunciabile, quindi per il momento mi accontento della visita ed esco. Iniziamo ad essere piuttosto stanche, propongo a mia madre di rimanere direttamente fuori per cena in modo da riposare poi ininterrottamente fino alla mattina successiva.
I “cicchetti” che vediamo nella vetrina dell’Osteria del Lovo sono molto invitanti, e decidiamo di fermarci nonostante sia presto. Siamo in pieno “Happy Hour”, le bevande costano poco e ne approfittiamo. Il primo giro di 10 cicchetti a base di pesce e le prime due birre piccole vanno via che è una meraviglia: panino al nero di seppia ripieno di salmone e formaggio spalmabile, baguette con salmone e tonno affumicato, baccalà mantecato: una vera delizia! Facciamo un secondo giro di cicchetti e di birre (con 4 birre piccole e tre porzioni di cicchetti il conto finale è di 47 euro), poi caracolliamo verso l’hotel. È ancora presto ma siamo stremate, la giornata è stata intensa e abbiamo davvero bisogno di riposare. Ci addormentiamo in attesa di vivere il nostro secondo giorno in questa meravigliosa Venezia.
Libreria Acqua Alta
Per colazione, decidiamo di cercare la pasticceria dove abbiamo preso i pasticciotti ieri, ma non ricordandoci il nome vaghiamo senza meta e arriviamo in Piazza San Marco, dove cogliamo l’occasione per fotografare la Piazza, il Campanile e la Basilica quando ancora tutto è deserto: il cielo è sereno, l’atmosfera è stranamente pacifica e quasi irreale. Per non macinare chilometri, ci fermiamo al primo bar che incontriamo, nelle calli interne vicino a San Marco: tre pasticcini, una bottiglietta d’acqua e un cappuccino ci costano 15 euro. Vabbè, pazienza…
La prima tappa di oggi è la famosa Libreria Acqua Alta: è da tantissimo che volevo vederla, sono appassionata di libri e sarà sicuramente una bella esperienza, le aspettative sono altissime. Arriviamo quando la libreria è aperta da pochi minuti, c’è già qualche curioso ma si gira bene tra scaffali, pile di libri, gondole piene di volumi e… un bel gatto appollaiato sulla cassa! Scattiamo tantissime fotografie, io mi arrampico anche su per la scala fatta di libri che porta ad un bel panorama sul canale. Da una porticina si sbuca proprio sul canale e su una gondola proprio ferma lì. Mi sembra di essere in paradiso!
Finita l’esplorazione per scattare le foto, mi dedico ai libri. Ci sono libri nuovi e usati (questi vengono proposti all’incirca a metà del prezzo di copertina), scovo una bella offerta sulle biografie e ne arraffo un paio. Prendo anche una bella cartolina ricordo della libreria e un piccolo notes rilegato in panno dove è riprodotta la porta sul canale. Anche la mamma non sa resistere e compra un libro sulla storia dei ponti di Venezia, un libro in offerta a 1 euro che abbiamo trovato in una bella carriola all’entrata e una cartolina della libreria. Alla cassa, veniamo omaggiate di un paio di segnalibri che riproducono il cartello giallo che ormai seguiamo sempre e che è il nostro punto di riferimento: “Per San Marco”. Lasciamo il nostro obolo di circa 35 euro, ma usciamo contente e soprattutto piene di meraviglia per aver visitato un luogo così insolito e magico, soprattutto per due appassionate di libri come noi. Sono le 10.30 e la libreria è già piena di gente, è difficile anche solo muoversi tra le migliaia di libri. Abbiamo proprio fatto bene a venire qui alle 9!
Mercato del Pesce
Le calli vicino alla libreria sono vivaci e zeppe di bei negozietti, ci compriamo anche un cestino di belle fragole mature e ce le mangiamo. Rientriamo in hotel per una rinfrescata e soprattutto per depositare la borsa con gli acquisti. Per pranzo, avevo visto su Google un ristorante dove vorrei mangiare, quindi ci incamminiamo nuovamente – riattraversiamo il Ponte di Rialto, sempre affollatissimo e arriviamo fino al Mercato del Pesce. Stavolta non ci sono solo i gabbiani! I banchi sono pieni di bei pesci dai colori vividi, il profumo intenso è piacevole, e le grida dei venditori risuonano tra le colonne che ospitano questo ulteriore luogo senza tempo di Venezia. Scattiamo tante foto, curiosiamo i nomi dei pesci, osserviamo i gesti di chi pesa, taglia, squama, pulisce. E’ un mondo a parte, vicino ma contemporaneamente lontano, un piccolo spazio colorato e vivace che sa di altri tempi.
Proseguiamo il nostro cammino, e – nella piccola calle della Donzella, scoviamo il “Peoceto Risorto”, che ha un bel menù veneziano a dei prezzi accessibili. Decido di prenotare subito con The Fork, che propone anche un’interessante promozione proprio per questo ristorante. In attesa di andare a tavola, facciamo una passeggiata nei dintorni e facciamo acquisti in un bel negozietto che vende articoli in vetro di Murano. Arriviamo in anticipo al ristorante, ma il cameriere ci fa comunque accomodare. A Venezia tutti mangiano a tutte le ore! Il locale è piccolo, ma l’atmosfera è riscaldata dai bei pannelli di legno che ricordano le imbarcazioni. Stavolta rimaniamo molto soddisfatte: anche grazie allo sconto con la app, pranziamo con neanche 60 euro a base di bigoli in salsa (favoloso piatto tipico veneziano), tagliatelle con scampi e funghi, una porzione (che ci dividiamo) di seppie al nero con polenta e due calici di Prosecco. I piatti erano veramente gustosi e ben cucinati, i tempi accettabili, e il servizio cortese ed amichevole. Promettiamo di tornare, siamo state veramente bene qui!
Ponte dell’Accademia
Facciamo una veloce tappa in hotel, poi ripartiamo per il sestiere di Dorsoduro: c’è una libreria che vorrei visitare, ma soprattutto l’obiettivo è il Ponte dell’Accademia. Gambe in spalla, questa è la tappa più lontana che affronteremo a piedi rispetto all’hotel (1.4 km). In circa 15 minuti di marcia, intervallati da continue pause per la ressa nelle calli e da qualche sbirciatina nelle vetrine dei negozi, arriviamo al Ponte dell’Accademia: alto e maestoso, regala un panorama unico e suggestivo sul Canal Grande, che lascia veramente a bocca aperta. Scendiamo e dopo pochi passi siamo nel cuore di Dorsoduro. Arriviamo fino alla Libreria Toletta, che però non ci entusiasma. Interni freddi, propone per lo più libri nuovi, relegando i libri usati in uno stanzino minuscolo e cieco. Usciamo dopo poco, e ripercorriamo a ritroso la strada, ammirando nuovamente il panorama dal ponte. Dopo una puntatina veloce ancora alla Libreria Bertoni (da cui esco indenne anche stavolta), abbiamo voglia di un aperitivo, e ci fermiamo alla “nostra” Osteria del Lovo – è l’ora dell’”Happy Hour”, e brindiamo con uno Spritz e una birra piccola. Torniamo in hotel dopo aver prenotato un’altra cena al “Peoceto Risorto” – che anche stavolta non ci tradisce: mangiamo divinamente con 67 euro a base di cicchetti (con baccalà mantecato e gamberi in saor), spaghetti alle vongole (superlativi), gran fritto misto di pesce e verdure (divino), i nostri soliti due calici di Prosecco e una bottiglia d’acqua. Il rientro in hotel è pacifico, ci godiamo il Ponte di Rialto e la sua meravigliosa vista sul Canal Grande illuminato da luci e stelle, ripercorriamo per l’ultima sera il mitico Ponte della Fava e andiamo a dormire con ancora l’incanto di Venezia negli occhi e nella mente.
Riva degli Schiavoni
Per oggi, l’unica cosa che ho programmato è l’orario della navetta che ci riprenderà a Piazzale Roma. Alle 8.15, come da richiesta degli addetti al parcheggio quando abbiamo lasciato l’auto in custodia, fisso l’appuntamento per le 15 – quindi possiamo fare le ultime passeggiate con calma.
Google mi informa che la Pasticceria Storica delle Mercerie non aprirà fino alle 9.30, quindi dirotto il nostro interesse sulla Pasticceria Marchini Time in Campo San Luca, che apre alle 8.00 e sembra proprio fare al caso nostro, dato che è a pochi passi dall’hotel. La scelta tra pasticcini, croissant, biscotti e quant’altro è ampissima, è vero che non ci sono tavoli, ma – anche se dovremo far colazione in piedi, già all’entrata sappiamo che ne varrà la pena. E infatti, con neanche 5 euro ci saziamo con pasticcini e cappuccino, tutto di ottima qualità. Rinfrancate, torniamo in hotel per chiudere i bagagli, fare una puntata alla toilette e lasciare gli zaini in deposito nella hall. Torniamo in Piazza San Marco, la attraversiamo, e da lì puntiamo sulla Riva degli Schiavoni. Fotografiamo le gondole ferme, vediamo il Ponte dei Sospiri dall’altro lato rispetto al ponticello da cui ci era apparso nei giorni precedenti, e ci rilassiamo un po’ su una panchina al sole vicino all’imbarcadero. Da lì, ci ritroviamo in pochi passi in Campo San Zaccaria, dove mi infilo in un bel negozio che vende maschere in papier maché, incantata dai bellissimi colori. Tornando verso Rialto, scattiamo ancora qualche foto e ci fermiamo alla elegante Libreria Studium, con bellissimi libri d’arte su Venezia a fare l’occhiolino dalla vetrina. L’ambiente è caldo e ricercato, la proposta è di nicchia ma è difficile non cadere in tentazione.
Esco con una bella borsa di acquisti, continuiamo la strada verso il nostro sestiere e poi decidiamo di tornare al “Peoceto Risorto” per un ultimo pranzo. Il nostro amico cameriere ci accoglie con un sorriso e ci fa accomodare al nostro ormai solito tavolo. Decidiamo di prendere il menù del giorno, quindi con 20 euro a testa ci deliziamo con spaghetti con seppie al nero, spaghetti allo scoglio, fritto misto di pesce con verdure (superlativo), orata con pomodorini e olive taggiasche, tiramisù e panna cotta. Con i nostri due calici di Prosecco e una bottiglia d’acqua il conto è di 58 euro in totale. Salutiamo il “Peoceto” con un po’ di malinconia, e – dopo una breve puntatina alla Pasticceria Marchini Time (due pasticcini e un buon caffè per pochi euro), siamo di ritorno in hotel a prendere i bagagli. In una manciata di minuti e pochi passi – per fortuna – arriviamo all’imbarco del vaporetto a Rialto. Avevo già acquistato i biglietti con la app dedicata ai trasporti pubblici, quindi passiamo subito i tornelli e aspettiamo il vaporetto, che arriva dopo poco. In una ventina di minuti di traversata (incantevole, Venezia vista dal Canal Grande è sempre un bello spettacolo) arriviamo a Piazzale Roma. Sbarchiamo e ci dirigiamo al punto in cui ci verranno a prendere. Alle 15.10 siamo al parcheggio e riprendiamo l’auto. In autostrada il traffico è scorrevole e – a parte una grandinata forte che ci fa fermare un paio di volte, tutto fila liscio. Arriviamo a casa in meno di tre ore, ma la nostalgia per la magica Venezia si fa già sentire.