Bacari, cicchetti e red carpet: Venezia è la città sospesa sull’acqua che soddisfa tutti

Il modo migliore per conoscere Venezia è perdersi tra i suoi vicoli, senza fretta, assaporandone i lati nascosti e meno turistici
Scritto da: Viviaggia
bacari, cicchetti e red carpet: venezia è la città sospesa sull'acqua che soddisfa tutti

Parlare di Venezia non è per niente facile, tante e tali sono le cose che ci sarebbero da dire. Per me, poi, Venezia rappresenta un pezzo importantissimo della mia storia personale: prima sede di quello che sarebbe stato il vero lavoro, primo luogo di vita vera al Nord, primo scossone definitivo della mia esistenza.

E allora inizierò proprio da questo: Venezia è in grado di rendere tutto più bello e sopportabile, sa avvolgere ogni cosa in un’atmosfera magica. E fidatevi, che anche essere tristi a Venezia, in un giorno di nebbia, con i lampioni rosa a fare capolino nell’indistinto totale, è comunque più accettabile e quasi mistico.

Venezia è così bella e unica che nessun posto al mondo le somiglia davvero, nonostante siano in molte le città che vengono percepite come “piccola Venezia”. Certamente in molti avranno visto la “Venezia” di Amsterdam, di San Pietroburgo, di Gran Canaria, di Galway, di Aveiro, addirittura del mercato di Belèn a Iquitos-Amazzonia. Ma pensate davvero che ci siano somiglianze con questa storica repubblica marinara interamente costruita sull’acqua?

La prima cosa che mi ha colpita di Venezia, quando ci arrivai appena quindicenne, fu proprio il fatto che lì la vita si svolgeva tutta sull’acqua: barca dei pompieri, motoscafo della polizia, barcone dell’auto spurgo, vaporetti per il trasporto di persone, acquascooter, taxi galleggianti, etc.. Quello e i prezzi, certo, soprattutto perché ero una studentessa squattrinata che poteva permettersi solo il fast food.

Ad ogni modo, non appena si attraversa la porta d’uscita della stazione di Santa Lucia e si scendono con voracità gli scalini che portano verso il Canal Grande, la nostra percezione della realtà muta del tutto. Il traffico non è veicolare, ma fatto di pedoni (tanti, tantissimi pedoni in quel tratto) e di barche e battelli che sfrecciano senza sosta sfiorando le celebri gondole.

Ecco la prima unicità di Venezia: la sua vita si sviluppa sull’acqua, le case hanno un accesso diretto ai canali, accanto alla porta si trova l’attracco per le barche, molti abitanti hanno la patente nautica ma non quella per le auto, gli spostamenti sono lenti perché da farsi a piedi o sull’acqua. E poi, stupisce la quantità enorme di oggetti pesanti che i veneziani riescono a portare “su e zo per i ponti” utilizzando ingegnosi carrelli con tre rotelle. Già, perché in una città piena zeppa di ponti che si arrampicano su canali e canaletti esistono infiniti scalini da salire e scendere per arrivare a destinazione e gli scivoli sono davvero pochi, come noteranno quelli che scelgono di raggiungere l’hotel a piedi trascinandosi un trolley.

La seconda cosa che stupisce di Venezia è il silenzio che la avvolge quando arriva la sera, soprattutto in inverno. Siamo abituati a vedere Piazza San Marco e le vie limitrofe piene di turisti, soprattutto russi e giapponesi tra quelli extraeuropei, armati di macchinetta fotografica enorme e di acquisti dello shopping di lusso, tanto che a volte viene voglia di tornare indietro per evitare la ressa. Ma la sera tutto cambia: la gente è forse stanca di girare o è seduta a cena o semplicemente è tornata nell’albergo nella più economica Mestre e per strada si vedono poche persone. In autunno, poi, la nebbia fitta avvolge la città e la copre perfettamente. Per esempio, per quanto io non sia del tutto stordita, una sera di settembre – di ritorno dalla Mostra del Cinema, esperienza che caldamente consiglio – ho beccato in pieno un palo camminando per i Giardini della Biennale. L’incontro col palo mi ha comunque salvata dal cadere nella laguna, che era lì a due passi e verso cui mi stavo inconsapevolmente dirigendo. Insomma, godetevi la magia di Venezia nella nebbia ma state attenti a dove mettete i piedi (e la faccia e tutto il resto).

Venezia è un pesce

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Come sempre, non starò ad elencare cosa vedere a Venezia (Piazza San Marco, il Ponte di Rialto, il Ponte dei Sospiri, etc. etc.), perché sarebbe uno spreco di tempo.

Un consiglio però lo posso dare: perdetevi! I segnali che campeggiano sui palazzi, spesso riprodotti anche sulle magliette e le calamite come simbolo della città, sono lì solo per darvi un’indicazione di massima. Tanto che senza aver (ancora) bevuto troverete indicazioni per Rialto o San Marco con frecce che indicano sia la strada a destra che quella a sinistra. La spiegazione è semplice e la troverete guardando la città su Google Maps: Venezia è un pesce, gira su se stessa e quindi perdendovi tra le sue calli arriverete comunque alla meta.

A Venezia vi stupirete a sapere che ogni cosa ha nomi diversi da quelli a cui siete abituati: le vie sono calli, alcune calli sono rughe, lungo il rio trovate le Fondamenta o la Riva, all’improvviso si incontra un rio terà (strada in cui una volta scorreva un canale), si cammina per un campo (piazza) o campiello (piazzetta), si passa per un sotoportego (attenti alla testa), ci si affaccia sul canal grande e/o su uno degli infiniti canali. Ora avete le basi per perdervi per Venezia e sapete che se vi dicono di andare in Campo Santa Margherita, ci berrete uno spritz e non ci raccoglierete dei fiori col mamanonmama.

Come indicazione di massima, arrivando da Santa Lucia andate alla vostra sinistra, guardando il canal grande, e perdetevi su e giù per i ponti tra i campi, le calli, il quartiere ebraico, i mercatini della frutta, gli incredibili edifici che incontrerete lungo il cammino. Se volete puntare più velocemente verso Piazza San Marco, attraversate il Ponte dei Scalzi (uno dei quattro ponti che passano sopra al Canal Grande, immediatamente visibile sulla vostra sinistra uscendo dalla Stazione dei treni), andate verso Campo San Polo, passando per la Scuola Grande di San Rocco, innamoratevi al Ponte di Rialto, salutate la Fenice e infine ammirate la vista della laguna da Piazza San Marco.

Per chi arriva da Piazzale Roma, basta attraversare il Ponte di Calatrava per trovarsi di fronte a Santa Lucia. Ricordate che a Venezia avrete solo i ponti di Rialto, della Costituzione, dell’Accademia e degli Scalzi (tutti da vedere e percorrere) per attraversare il canal grande a piedi. Un’alternativa molto carina è usare un imbarcadero, che per un paio di euro vi porterà da una sponda all’altra a bordo di una gondola (il modo più economico di provare l’esperienza).

Un giro di bacari per scoprire la città

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I veneti bevono molto, ma se chiedete a loro diranno (con cognizione) che i friulani bevono molto di più. Voi giudicate da soli sulle abitudini della città, magari vedendo chi fa colazione a base di brioche e graspa (la grappa) o chi fa la pausa pranzo a suon di birrini (simpatici bicchieri di birra che garantiscono l’apporto di alcol sufficiente ad affrontare il pomeriggio senza cedere a Morfeo).

Per approfondire la questione e godere di un modo diverso di girare la città, fate un giro di bacari. I bacari sono tipici locali veneziani in cui vi viene offerto da bere (un’ombra de vin) e da mangiare (un cicheto, cicchetto – i veneti non pronunciano le doppie).

L’ombra de vin è il bicchiere da oste riempito di vino della casa e se avete intenzione di fare un giro di bacari vi consiglio di limitarvi all’ombra, perché i calici potrebbero mettere a dura prova la vostra resistenza (e potreste ritrovarvi a dormire ubriachi su qualche ponte). Per rimandare il più possibile la sbornia e mantenere accettabile il livello di dignità, meglio accompagnare il vino coi cicheti (cicchetti), fettine di pane su cui troverete davvero di tutto.

Tra i cicchetti da preferire ci sono quelli con il baccalà mantecato o le sarde in saor, piatti tipici della cucina veneta. Ma potete trovare anche i fondi di carciofo (in stagione), polpette e fritture di tutti i tipi. Un consiglio: quando vi troverete davanti alla prima vetrina di tapas e bicchieri di vino a buon prezzo, tenete a bada il vostro appetito primordiale e limitatevi. Solo così arriverete a fare il giro di Venezia visitando un bacaro dopo l’altro. Certo, dopo un po’ la strada vi sembrerà più confusa e il passo sarà più incerto, ma sarà un’esperienza bellissima.

Altro consiglio: nella zona di Piazza San Marco e in quelle più turistiche si trovano moltissimi bacari che sono piuttosto cari. Se vedete che i prezzi sono alti, la struttura troppo ricercata e i clienti solo turisti, siete nel posto sbagliato.

Vediamo un po’ quali sono i bacari che si possono preferire

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Arrivando da Piazzale Roma, attraversando la piazzetta che avete di fronte e facendo un paio di ponti, vi troverete a uno dei bacareti più famosi di Venezia: da Lele. Qui si servono panini mignon che l’oste imbottisce finché il pane non finisce … se arrivate tardi (anche alle 13, in alcuni casi), vi toccherà prendere i cicchetti dal bacaro di fianco (che è comunque buono) o accontentarvi di grissini e affettato. Per me però la vera esperienza è caricarsi di paninetti su un vassoio di carta, inforcare i primi bicchieri di vino, sedersi sugli scalini che danno direttamente sul canale e assistere alla violenza con cui i gabbiani pescano o sventrano granchi (avreste mai detto che i gabbiani sono così aggressivi?).

Se vi trovate dalle parti di Rialto, dovete assolutamente provare la Cantina do’ spade. Il posto si trova in un vicolo stretto e già questo lo rende magico e imperdibile. Il locale è piccolo, ma il viavai di clienti è tale da rendere preferibile la prenotazione. Se non trovate posto, potete accomodarvi sulle panche all’esterno o semplicemente restare in piedi nel vicoletto, a bere e chiacchierare come se il mondo altrove non esistesse, immersi in una realtà che vi rimanderà ai tempi antichi. Il rapporto qualità-prezzo è ottimo.

Sempre vicino a Rialto, prima di buttarvi in un bicchiere di frutta fresca, abbandonando appena appena la strada più battuta vi troverete all’Arco, posto in cui io personalmente ho anche fatto un sacco di volte la pausa pranzo (senza ombreta, con il birrino).

Se avete camminato fino a Ca’ D’Oro e avete voglia di polpette, non potete che andare dalla Vedova. State certi che ci troverete veneziani o comunque gente del posto (i veneziani veneziani sono pochi) e amerete tanto il locale quanto ciò che mangerete. La specialità qui è la Polpetta, sempre da accompagnare con la vostra ombreta de vin (non vorrete certo avere sete!).

Dalle parti del ghetto la mia preferita è senza dubbio la Vecia Carbonera. Il locale da solo merita una visita, avendo due sale che danno direttamente sul canale, un pavimento sconnesso che sa di storia e un allestimento autentico che vi darà l’impressione di tornare indietro nel tempo. Se nelle sale non c’è posto, mettetevi sugli scalini del ponte e osservate la gente che passa mentre voi date un sorso alla Venezia che amiamo.

Se vi sentite veri giovani e volete visitare la zona universitaria, andate assolutamente a Campo Santa Margherita. Qui la vita scorre costante e turisti, studenti e residenti convivono in perfetta armonia. Di giorno ci troverete bambini che giocano, di sera sarete travolti da una folla di ragazzi con lo spritz che sfida la notte senza paura. Per il vostro tour di bacari, provate l’Osteria alla Bifora. Poi fate qualche passo in direzione stazione e guardando verso il canale vi ritroverete ad ammirare un’opera di Banksy. Si dice che l’abbia fatta di notte (la zona è frequentatissima), sicuramente a bordo di una barca (il muro dà direttamente sulla laguna). È un pezzo di arte contemporanea a costo zero, da non perdere.

Infine, se volete sedervi a pranzare o cenare, anche in questo caso in un locale che vale la pena vedere, mangiando divinamente, prenotate un tavolo al Paradiso Perduto. Credetemi, non sarà facile trovare posto, soprattutto se beccate una serata con la musica. Non ve ne pentirete.

Il giro di bacari è un’esperienza in divenire: all’inizio ci si gode il locale e il cibo, piano piano prende il sopravvento l’apprezzamento per la città e alla fine ci si ritrova a vagare con scarsa percezione del quando e del dove, alleggeriti dall’alcol e dall’atmosfera veneziana. Controllate gli orari di apertura, perché l’aperitivo in veneto si fa presto e se uscite tardi (di sera) rischiate di dovervi accontentare di un posto per turisti.

Il Lido di Venezia

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All’arrivo in Piazza San Marco si viene colpiti dalla grandezza della Laguna, che finalmente si mostra nella sua massima espressione, abbandonando la costrizione nei canali e canaletti che le costano impropri accostamenti con le città sul fiume. La Laguna non ospita solo Venezia, ma una serie di isole più o meno conosciute. Certo, tutti vorrete andare a vedere i maestri vetrai che modellano il vetro caldo nelle botteghe di Murano e magari comprare qualche oggetto che finirà a prendere polvere su un comò. L’esperienza è bella e le botteghe hanno una grande storia. Però non dimenticate di allungare il tour fino alla coloratissima Burano, scendete a fare una passeggiata in piazza, innamoratevi dei colori pastello e respirate l’aria serena di un borghetto tutto pizzi e merletti.

Sarebbe però un peccato limitarsi a questo e perdersi il Lido di Venezia. Molti, moltissimi di voi hanno visto la sfilata del Red Carpet alla Mostra del Cinema di Venezia. E allora perché non sfruttare l’occasione e fare un salto a vedere dal vivo gli attori fare la scenica passerella? Se andate nel periodo della Mostra del Cinema fin dalla mattina, accanto a giornalisti e reporter intenti a svolgere le attività del mattino troverete adolescenti e fotografi in fila, attrezzati con sgabelli e addirittura vere e proprie scale, pronti ad attendere ore prima del crepuscolo sotto un sole non ancora così clemente. Ripassando dopo qualche ora, sarete stupiti non solo di vedere che quelli che stanno lì dal mattino sono ancora in vita, ma anche di scoprire la moltiplicazione degli obiettivi e delle scale. Troverete gente arrampicata ovunque, nella speranza di strappare una foto al divo di turno (guardate anche sugli alberi, ci troverete qualcuno).

Pochi passi più avanti rispetto al Red Carpet si trova l’Hotel Excelsior, al quale – udite udite – potete accedere liberamente, girovagando tra VIP e presunti tali e cercando anche voi l’incontro con qualche attore o regista. L’albergo in sé è davvero bello e vale la pena farci un salto.

Usciti dall’Excelsior, troverete una fila di macchinone pronte a scortare le celebrities dall’albergo al Red Carpet. Sono poche decine di metri, fattibili anche per chi abbia optato per un tacco 25 o un abito ultrafasciante, ma il copione va rispettato in ogni caso: apertura della portiera, VIP che sale in auto, autista che guida con sicurezza (per un minuto), arrivo a destinazione, portiera che si apre, tuffo nel mare di flash e urla e richiami. Io l’ho visto tante volte, sia con attori a me cari che con attori a me del tutto sconosciuti, e ogni volta è emozionante.

Non che arrampicarsi su un albero per vedere la punta dei capelli di un attore sia in sé un’esperienza da vivere, per carità. Però in quei giorni il Lido è tutto un condensato di gente che crea emozioni, che ha lavorato e lavora per intrattenerci e che proprio in quelle sale sta mostrando opere che ci faranno emozionare in futuro.

Prendere il biglietto per i film della Mostra non è semplicemente andare al cinema o vedere qualcosa dal divano di casa, col cellulare in mano. Vuol dire vivere parte dell’emozione che si prova a far cinema.

Se avete soldi (o voglia di investirli in questo), assicuratevi un biglietto durante lo spettacolo con attori e registi, vestitevi come se dovessero fotografarvi per Vogue e godetevi ogni singolo momento. Se non ne avete o ne volete investire di meno, con pochi euro potete comprare gli spettacoli del mattino, delle sale secondarie o della seconda serata: niente VIP, ma grandissima selezione di pellicole e spettacolo garantito.

La sera della premiazione esiste la possibilità di comprare, al buio, un biglietto per la proiezione del film vincitore. All’uscita vi troverete direttamente nel mezzo dei festeggiamenti notturni della Mostra. Cos’altro fare al Lido di Venezia, oltre a rincorrere celebrità e vedere film? Semplice: bere un cocktail e ballare in una chiesa sconsacrata allestita come il più fashion dei locali. Quella sensazione a metà tra normalità e trasgressione, con un tocco blasfemo che non guasta, completerà la serata.

Al di fuori del periodo della Mostra del Cinema, il Lido di Venezia non è poi così imperdibile. Qui ci sono ville e auto (vedrete i traghetti carichi di vetture che vanno da una parte all’altra della Laguna) e stabilimenti balneari ben attrezzati, che però si affacciano su un mare non proprio da sogno (molto meglio la zona di Caorle).

Se vi sentite carichi di energia e desiderosi di un’esperienza a contatto con la natura, prendete a noleggio una bici e percorrete tutto il Lido; poi prendete un vaporetto, caricateci la vostra bici e approdate a Pellestrina.

Pellestrina è uno di quei posti che in pochissimi visitano, andando a Venezia, e mi chiedo sempre il perché. Il posto in sé è molto caratteristico: una striscia di terra bagnata per metà dalla Laguna e per l’altra metà dal mare, dove mettendovi su un muretto riuscirete a vedere entrambe le sponde.

Dal lato della Laguna, ristoranti esclusivi su palafitte, raggiungibili solo in barca. Dal lato del mare, casette costruite con legno e tronchi, usate dalla gente del posto per godersi il mare (in questo punto abbastanza pulito e trasparente).

Al tramonto è facile vedere gli abitanti mettere fuori un BBQ sul marciapiede e grigliare il pesce appena pescato. Vi potrà capitare anche di essere invitati a cenare con loro.

Se a Pellestrina non avrete trovato nulla, proteste sempre fare ritorno a Chioggia (da visitare il mercato del pesce, in cui è consigliato pranzare).

Dedicate a Venezia il tempo che merita

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Venezia è bella da vivere e assaporare fino in fondo. I luoghi da visitare sono molti (Basilica di San Marco, Palazzo Ducale, Museo Correr, Campanile di San Marco, Collezione Peggy Guggenheim, la Galleria dell’Accademia, la Fenice, la Scuola Grande di San Rocco, la Chiesa della Salute, il Ponte dei Sospiri, il Ponte di Rialto, i Giardini della Biennale solo per citarne alcuni). Prendetevi il tempo che serve, prenotate online per evitare le code, svegliatevi di buon mattino per evitare la ressa (l’alba a Venezia è uno spettacolo).

Moltissime attrazioni si trovano concentrate nella zona compresa tra San Marco e Rialto, ma è perdersi per la città e vivere Venezia che renderà il vostro viaggio unico. Come ho detto, un salto alle isole andrebbe fatto e per questo io prevederei almeno 4 giorni. Venezia è cara, è vero, ma normalmente prenotando un appartamento si risparmia molto. Può essere utile anche optare per la bassa stagione o, per chi proprio vuole pagare meno, dormire a Mestre (ci sono treni continui e autobus notturni che collegano Mestre a Venezia).

Il Veneto comunque è pieno di bellezze naturali e culturali. Se vi rimane una mezza giornata libera, percorrete la Riviera del Brenta e andate a fare aperitivo o pranzo al Molino di Dolo (prenotando). Il Molino, in un locale mantenuto con una pavimentazione antichissima altamente sconnessa e con ancora affissi i prezzi per “servizi” alternativi che si offrivano decenni fa, offre una bellissima vista sul fiume. La Riviera del Brenta è ricca di ville straordinarie, alcune delle quali visitabili. Il viaggio vi resterà nel cuore e nei momenti tristi o felici della vostra vita, vi verrà voglia di sospirare da uno dei ponti di Venezia, immersi nella nebbia.

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