I colori della Giordania

Il nostro viaggio inizia con un volo che il 18 settembre da Venezia - via Vienna - ci porta ad Amman, dove arriviamo in serata. Dopo le formalità del visto (€ 13), anche se incalzati dai taxisti, riusciamo a prendere un autobus che ci porta al nostro albergo (prenotato via Internet, come tutti quelli in cui alloggeremo da lì in poi). Il...
Scritto da: Magalì Spinazzè
i colori della giordania
Partenza il: 18/09/2003
Ritorno il: 26/09/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Il nostro viaggio inizia con un volo che il 18 settembre da Venezia – via Vienna – ci porta ad Amman, dove arriviamo in serata. Dopo le formalità del visto (€ 13), anche se incalzati dai taxisti, riusciamo a prendere un autobus che ci porta al nostro albergo (prenotato via Internet, come tutti quelli in cui alloggeremo da lì in poi). Il mattino successivo ci viene consegnata l’auto a noleggio che sarà nostra compagna di viaggio per i 1.100 km che io e mio marito percorreremo su e giù per il Paese. La prima tappa è Jerash, dove apprendiamo che tutte le entrate ai siti sono scontate del 50% – Petra compresa ! – a causa della mancanza di turisti. E infatti siamo tra i pochi stranieri presenti a goderci quel pomeriggio tra le rovine delll’ antica città Romana di Gerasa, intervallato dal canto del Muezzin che sarà una costante (un po’ inquietante) del nostro viaggio.

Il giorno dopo è la volta dei siti minori di Um Quais e di Pella (c’è ancora molto da scavare), passando per la verdeggiante e coltivatissima Valle del Giordano, per finire con il castello di Ajlun. Il terzo giorno ci dirigiamo verso il Mar Morto. Le sue acque sono di un azzurro intenso, anche se un po’ oleose e contrastano con la desolazione e le alture deserte che lo circondano. La mattinata trascorre velocemente all’interno del nuovissimo stabilimento (Amman beach), probabilmente costruito nella speranza, per ora vana, di ospitare un gran numero di turisti. Ed eccoci di nuovo in viaggio, stavolta verso Petra. Percorriamo prima la monotona Dead Sea Highway e, dopo una breve sosta al castello di Kerak, ci immettiamo nella King’s Highway, la strada dei Re, che è tutto un susseguirsi di sali-scendi, di panorami spettacolari e mozzafiato. In serata arriviamo a Wadi Musa.

La sveglia per il mattino dopo è alle 6.30 per poter dedicare tutta la giornata a questo sito che tanto abbiamo immaginato (entrata € 15). Dopo aver percorso il Siq in completa solitudine, ecco sbucare di fronte a noi la “città rosa” in tutta la sua bellezza. Sono le 18.00 quando usciamo, stanchi ma felici di aver vissuto un’esperienza unica ed irripetibile, tra i colori e le sfumature della roccia, tra le forme singolari modellate dalla natura e tra le meraviglie architettoniche che il popolo dei Nabatei ha saputo creare 2000 anni prima di Cristo. E’ proprio vero quando dicono che Petra vale da sola il viaggio … Di sicuro tanta bellezza rimarrà a lungo nei nostri ricordi. Il giorno dopo, con le gambe un po’ doloranti, ci aspetta il deserto del Wadi Rum. Qui purtroppo niente sconti, per cui ci accontentiamo di una breve escursione a bordo di una jeep (€ 13 in due), che ci lascia comunque a bocca aperta per il paesaggio che si apre di fronte ai nostri occhi, per l’imponenza delle rocce e per i colori, ancora una volta incredibili che questa terra ci sta offrendo. L’ultima meta del viaggio è Aqaba, stranamente affollata di turisti ungheresi, dove ci concediamo un po’ di relax e facciamo snorkelling nel costoso “Royal Diving Centre” (€ 6,50 per altro in ristrutturazione). La città non è un gran che, ma il pesci e i coralli che si possono ammirare sono davvero splendidi. Sulla strada di ritorno verso Amman c’è ancora tempo per una breve sosta sul Monte Nebo e una visita alla cittadina di Madaba, denominata la città dei mosaici, dove stranamente tra tante moschee, si erge anche qualche campanile. E poi via, di nuovo in volo verso casa …

La gentilezza e l’ospitalità sono una caratteristica che abbiamo riscontrato ovunque nel Paese, quasi tutti parlano inglese (più o meno bene) e molti insistevano per invitarci a casa loro per il classico tè alla menta, inviti che in diverse occasioni abbiamo dovuto declinare per motivi di tempo. La donna, nonostante la Giordania sia il più moderato tra i Paesi del Medio Oriente, vive ancora in una posizione subordinata rispetto all’uomo, ma abbiamo visto situazioni molto diverse: ad Amman le donne girano anche senza velo e vestite all’occidentale, mentre nei paesini più isolati sono coperte dalla testa ai piedi e indossano anche i guanti. Ovviamente non consiglio a delle donne sole di intraprendere un viaggio come questo in assoluta libertà. Devo dire infatti che, anche se ero sempre accompagnata da mio marito, più volte mi sono sentita a disagio e continuamente osservata dagli uomini del luogo.

Guidare all’interno del Paese è stato relativamente semplice (costo della benzina € 0,5 al litro), anche se i Giordani al volante sono un po’ spericolati ed hanno la brutta abitudine di tentare sorpassi azzardati in curva. Comunque le strade sono tutte in buono stato e il traffico, tranne che ad Amman, è praticamente inesistente. I controlli sono molto frequenti, tant’è vero che siamo stati fermati un paio di volte dalla polizia per eccesso di velocità, ma fortunatamente dopo il controllo dei documenti e qualche domanda di rito, ci hanno lasciano proseguire senza multarci. Lungo la Valle del Giordano e il Mar Morto ci sono parecchi posti di blocco, ma non abbiamo mai avuto problemi di nessun tipo.

La cucina Giordana, per quello che abbiamo potuto assaggiare, non ci è sembrata molto varia. Tuttavia il nostro giudizio si limita a menù che possiamo definire “turistici”, ma che comunque ci hanno permesso di assaggiare pietanze a base di yogurt, ceci, olive e carne di agnello. Alcolici? Solo un po’ di birra qua e la, altrimenti acqua e succhi di frutta, caffè turco e l’immancabile tè alla menta.

Questo breve resoconto è la risposta a tutti quelli che ci hanno chiesto come mai avevamo scelto la Giordania come meta delle nostre vacanze, un Paese relativamente piccolo, ma che offre al suo interno un’enorme varietà di paesaggi e testimonianze di un passato ricco di storia. Non abbiate paura della vicinanza con Israele. Il Paese è tranquillo e sicuro e merita davvero di essere visitato.



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