E questa volta il sogno di mia moglie

E sì, stavolta spettava a mia moglie vedere realizzato il suo sogno. Parigi. Ci sono voluti molti anni prima di farmi convincere a portarcela e questo perché, devo ammetterlo, per dna, non amo la Francia e tantomeno i francesi e preferisco mete decisamente più esotiche. Ho, comunque, cercato di organizzare il viaggio senza tralasciare i minimi...
Scritto da: pifracal
e questa volta il sogno di mia moglie
Partenza il: 04/08/2007
Ritorno il: 09/08/2007
Viaggiatori: fino a 6
E sì, stavolta spettava a mia moglie vedere realizzato il suo sogno. Parigi. Ci sono voluti molti anni prima di farmi convincere a portarcela e questo perché, devo ammetterlo, per dna, non amo la Francia e tantomeno i francesi e preferisco mete decisamente più esotiche. Ho, comunque, cercato di organizzare il viaggio senza tralasciare i minimi particolari. Quindi previa ricerca di voli e alberghi tra Parigi ed Eurodisney, ed accurata informazione sui trasporti parigini, finalmente è arrivato il giorno della partenza.

4 agosto. Partenza da Catania con Alitalia fino a Roma, e immediato trasferimento al Terminal B giusto in tempo per la coincidenza con Air France. Arrivo al Charles De Gaulle in perfetto orario alle ore 15,00. Qui, però, il primo intoppo: a causa del caos dei bagagli generatosi a Roma, assieme ad una enorme moltitudine di passeggeri provenienti da Fiumicino ci siamo ritrovati in coda al lost and found dell’aeroporto per denunciare la perdita di parte del bagaglio. Dopo una attesa di diverse ore e di diversi voli provenienti da Fiumicino, con la speranza di trovare il bagaglio imbarcato in altro volo, espletata la pratica della denuncia di rito, e dopo aver avuto conferma dell’impossibilità di colloquiare in italiano con la maggior parte del personale dell’aeroporto e con i francesi in generale (abbiamo appurato nei giorni seguenti che essi si rifiutano categoricamente di tentare di colloquiare in italiano) abbiamo deciso di desistere e di tuffarci nella città lumiere. Ero ben preparato all’utilizzo delle linee della Metro e della RER e quindi dopo aver acquistato la Paris Visit, (facendomi capire in inglese e spagnolo, visto che all’ufficio informazioni del CdG NON SI PARLA ITALIANO), come suggerito da altri colleghi TPC, abbiamo immediatamente preso possesso della immensa rete metropolitana, fino all’arrivo all’albergo che, appunto era stato scelto nei pressi di un nodo nevralgico della metro. Nei giorni seguenti da quella stazione abbiamo in lungo ed in largo girato Parigi con estrema padronanza delle linee. 5 agosto. Dopo la prima colazione, siamo partiti di buona lena in direzione del Louvre. Il Museo è davvero immenso ed interessantissimo e le opere custodite meritano essere adeguatamente visitate. Purtroppo il tempo a nostra disposizione era davvero limitato, e quindi abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione alle sezioni dedicate agli Assiri ed agli Egizi, ripromettendoci di ritornarci appena possibile. Dopo la visita rituale alla Gioconda ed ai dipinti e sculture di importantissimi artisti italiani, siamo usciti alla scoperta di altri monumenti parigini. Dopo una breve sosta sugli Champ Elisee per un break a base di classica e doverosa baguette e bibita , ci siamo incamminato verso l’Arc du Trionphe, previa visitina a qualche negozio lungo la strada. La salita in cima all’Arco merita il costo del biglietto e della fatica, dato che proprio dalla piazza nella quale sorge il monumento si dipartono le principali vie di Parigi e dall’alto si può ammirarne la loro struttura. In serata non poteva mancare la vista della Tour Eiffell ed il giro in battello. La Tour è davvero maestosa, specie se vista tra l’imbrunire e la notte, quando le luci la avvolgono e ne esaltano la bellezza, specie nei primi dieci minuti di ogni ora. 6 agosto. Piove. Dopo due giorni di un magnifico tempo soleggiato, la pioggia si è riappropriata della città. Poco male, eravamo attrezzati anche a questa evenienza. Quindi, ombrelli in mano, siamo partiti alla volta del quartiere di Montmartre. Prima tappa la Basilica del Sacré Coeur con tanto di salita con la funicolare di Montmatre. Dopo l’aspetto sacro, ridiscendendo verso Pigalle, ci siamo tuffati nel noto quartiere a luci rosse, alla scoperta di angoli e di locali davvero profani. Tappa per foto di rito al Moulin Rouge e poi diritti verso i quartieri latini alla scoperta della Basilica di Saint Suplice. Cena a base di specialità parigine. 7 e 8 agosto. Eurodisney. Solita scarpinata su e giù per le stazioni della metro e della RER fino a raggiungere il famosissimo parco. Giunti alla stazione, della localizzazione degli alberghi, purtroppo, neanche l’ombra, ed neanche al box delle informazioni alla stazione della RER di una così importante stazione turistica come Eurodisney, c’era qualcuno, e ribadisco qualcuno, che parlasse in italiano. Tra l’altro, chi non parlava francese, si esprimeva in un pessimo inglese. Ho trovato questo aspetto estremamente disgustoso, anche perché oramai avevamo maturato la convinzione che questo atteggiamento di non esprimersi in altre lingue se non la loro, fosse volutamente adottato dai francesi. Confrontandoci con altri italiani sia a Parigi che ad Eurodisney , anche loro erano arrivati alla tessa conclusione. Finalmente (nel solito spagnolo) ci hanno indirizzati alle navette degli alberghi, e dopo qualche minuto finalmente abbiamo preso possesso della stanza. Qui la conferma ufficiale da parte di personale italiano ben presente all’interno di tutto Eurodisney che la stragrande maggioranza dei francesi, ad eccezione di quelli di origine africana, non si rivolge agli altri se non nella loro lingua. Ho detto di quelli di origine africana, che in Francia equivalgono ai nostri indiani, filippini, cingalesi, e cioè persone che fanno i mestieri più umili con estrema dignità e gentilezza, e, al contrario dei francesi, parlano correttamente inglese, francese, spagnolo e si sforzano ad esprimersi in l’italiano. Bene, superato l’impasse, appena varcata la soglia del parco ti dimentichi delle disavventure e ti emozioni come i più piccoli. Qui bisognerebbe soggiornarvi per almeno una settimana per goderselo per bene. Noi abbiamo utilizzato poche attrazione meccaniche, le più nuove, ma ci siamo veramente divertiti tra parate, esibizioni, visite, foto con i personaggi Disney, ristoranti e shopping. Purtroppo per accedere ad alcune attrazioni le file superavano le due ore di attesa, e le fast pass non erano attive in tutti i giochi. 9 Agosto. Dopo un ultima toccatina ai giochi, ed ai negozi, ed aver fatto il check out in albergo, ci siamo diretti in taxi all’aeroporto. La distanza del CDG da Eurodisney (Marne-La Valee) è di circa 45 km, che si percorre in una mezzoretta di autostrada. La differenza di prezzo tra un taxi ed il pullman navetta del Parco è di circa 16 euro per quattro persone adulte (80 contro 64). Il viaggio aereo di ritorno è stato abbastanza lineare e soprattutto puntuale, peccato che ai banchi Alitalia all’aeroporto di Parigi il personale, con tanto di divisa di bandiera, era incapace di comprendere (non dico di parlare) l’italiano, ed alla mia richiesta di farci viaggiare in centro all’aereo, tenuto conto che erano le 12 e 30 ed il volo previsto alle 16, mi ha risposto di aver capito e poi, invece mi ha sballato in penultima fila. Abbiamo lasciato moltissime cose da vedere in Francia, e ci siamo ripromessi di tornarci appena possibile, pur nella consapevolezza che se è vero che i francesi sono decisamente diversi da noi italiani (meridionali in particolare), è anche vero che, come disse Enrico IV di Francia, “Parigi val bene una messa”.



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