Una pinta a Dublino!

Cinque giorni a Dublino per visitare la città e immergersi nell'atmosfera irish dei pub e della live music
Scritto da: Nancy Munno
una pinta a dublino!
Partenza il: 01/01/2012
Ritorno il: 06/01/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Premetto che sono già stata a Dublino 8 anni fa per un mese con alcuni amici (corso di inglese, regalo post laurea di mio padre). All’epoca ero giovane e “poco turista”, ho visitato poco la città, ma ho sempre avuto un bellissimo ricordo dell’atmosfera irish. Per questo ho deciso di tornarci in coppia per la prima settimana di gennaio 2012. Avevo una guida del 1999 e non ho preso la solita Lolly (grosso errore!). Volo Ryanair prenotato verso il 20 dicembre (appena 10 g prima!: spesa tot per 2 persone a/r incluso 1 bagaglio da stiva max 15 kg e assicurazione annullamento: eur 530 totale): il volo è partito con ritardo ma è arrivato con anticipo! Bah! Se partite da Ciampino nei pressi del gate prendete un’acqua da mezzo litro dai distributori in quanto li costa 1 eur mentre sull’aereo 3 eur! Del volo posso solo dire che i posti sono molto stretti, ma per il resto è stato perfetto. Molti si lamentano della compagnia che è troppo rigida per i bagagli, ma sul sito c’è scritto tutto con chiarezza su quanto deve misurare il bagaglio, inutile lamentarsi che poi vi fanno pagare gli extra…

Dall’aeroporto: taxi 24 eur in 2 con 3 valige: si, lo so, sono solo 12 km e ci sono molti autobus fuori e sicuramente costano meno, ma di sera tardi, stanchi e con 3 valigie abbiamo deciso di viziarci! (con il 16 A si arriva direttamente in O’Connell Street pagando € 2.2, oppure in alternativa c’è l’Air coach 747 che impiega meno tempo e costa € 6 solo andata oppure 10 eur and e ritorno e nel nostro caso la fermata è comodissima perché è su dame street accanto al “Costa Cafè”, noi l’abbiamo preso per il ritorno con l’offerta combo del bus turistico a soli 2 eur!)

Hotel Le Cirk, prenotato dal sito Booking.com per 5 notti, colazione e wifi inclusi, eur 311 totali prepagati alla prenotazione. L’hotel si trova sull’omonimo pub, è difficile da vedere questa porticina rossa, attenzione, non fate le scale: c’è un ascensore! Al 2° piano c’è la reception. Ci hanno assegnato la camera 102 al 3° piano: abbastanza grande, con vista su Temple Bar e proprio di fronte alla Banca Nazionale, con parquet e il bagno con una grande doccia, pulizia accettabile, wifi gratis in tutta la struttura. Unico neo i cuscini davvero piattissimi, ma al secondo giorno abbiamo chiesto altri 2 “pillow” alla signorina delle pulizie che gentilmente ce li ha portati subito in camera. Colazione inclusa nel pub sottostante, abbiamo provato la colazione irish compresa ed è molto buona: uova, pancetta, patate rustiche, mezzo pomodoro grigliato e 2 toast, buona! Hotel ottimo per posizione e grandezza della camera e del bagno, sufficiente la pulizia.

1° giorno: 2/01/2012

Approfittiamo della giornata fredda ma di sole per spingerci ad O’Connell Street, strada intitolata per acclamazione degli stessi dubliners al primo sindaco cattolico di Dublino di cui vi è una statua appena dopo il ponte omonimo, oggi piena di gente in quanto inizio dei saldi. Arriviamo sino allo “Spire” (un amico 8 anni fa anni disse:”l’ago più lungo di O’Connell”, intendendo che in quella strada la sera fosse pieno di drogati, non so se sia vero ma anche sulle guide vi è riferimento per questa scultura alla droga) e giriamo in una caratteristica traversina tutta illuminata a festa con scritte in gaelico “Buon anno” (tutte le strade sono scritte sia in gaelico che in inglese e alla tv ci sono alcuni canali con programmi solo in gaelico); poi proseguiamo nel giardino del Trinity College, una volta entrati cerchiamo la biblioteca per vedere il Book of Kelly, ma scopriamo che dal 30/12 al 3/1 non è possibile effettuare visite! Ok torneremo.

Pomeriggio: Dublin Castle (costruito nel 1204) è stato centro del potere inglese in Irlanda e per tale motivo è visto come il simbolo dell’occupazione britannica nell’isola. Dall’entrata principale si vede la Statua della giustizia, che da le spalle a Dublino. Dala guida apprendiamo che in passato la bilancia della statua nei giorni di pioggia pendeva da un lato e i dublinesi protestavano, così oggi notate dei fori ai piatti della bilancia per evitare il dislivello. Sulla sinistra si va nel cortile inferiore da cui si nota subito il moderno palazzo di fronte (ufficio delle imposte) che stona con lo stile del castello. Vi è nel Lower Yard una torre (Record Tower) un tempo usata come prigione, ma ci raccontano che viene ricordata per due grandi evasioni nel 1500. Accanto alla torre, si accede liberamente alla Chapel Royal, una cappellina neogotica con panche rosse morbidose e altari pomposi. Scendendo nel cortile si trovano le indicazioni per il giardino del castello. Si può entrare a visitare le stanze, tour guidato in italiano h 16 costo eur 4,5 a persona.

Pomeriggio in Grafton Street, zona pedonale di shopping elegante. All’inizio della strada, venendo dal Trinity, si nota la statua di Molly Malone, una donna che si dice vendesse cozze e pesci nel 1700 con vestiti scollati (foto di routine! ;-)).La folla riempie le strade e ci fermiamo per un espresso (non male, direi!) al famoso Bewley’s Oriental Café, un’istituzione a Dublino, appena entrati vi è una riproduzione dello stesso bar molto carina (addirittura vi era un concorso fotografico per i clienti che desideravano scattare foto al plastico, da seguire su twitter e facebook); ci accomodiamo ed ordiniamo anche un muffin e una carrot cake (costo totale 12 eur).

Alla fine di Gratfon Street si intravede il cancello (chiuso al crepuscolo) di St Stephen’s Green e di fronte un’enorme galleria commerciale.

Cena in Dame Street al The Bank On College Green (pub dell’anno 2007, 2009, 2010) con una grande sala con al centro il bancone del bar e sopra un soppalco con una sala. Dietro il barista si vede uno stand con le quotazioni che continuamente passano a mo’ di borsa. Come banca doveva essere molto bella, con colonne di marmo e soffitti decorati con lampadari in cristallo. Prendiamo Gourmet Bourger ci portano panino con hamburger e insalata, più patate rustiche e una salsa al pomodoro, poi Beef e pie guinness (una sorta di pasticcio di spezzatino di carne in salsa di guinness), un’acqua e una birra media, tot eur 34,90.

03/01/2012

Ci incamminiamo verso Christchurch Cathedral, (ingresso solo chiesa 6 eur! Peccato che la mia vecchia Guida del 1999 porta 1 sterlina!) che sorge entro le primitive mura medievali della città. Fondata nel 1037 da Sitric Silkenbeard, re della Dublino vichinga, è la più vecchia cattedrale di Dublino. All’interno della cattedrale vi è una cripta medievale e dalla chiesa tramite un ponte di pietra coperto si va a Dublinia, un’esperienza storico/amatoriale per bimbi con ricostruzioni della Dublino vichinga con contastorie (in inglese): l’ingresso combinato con la cattedrale costerebbe 13 eur, ma non accediamo perché il nostro bad english non è all’altezza di ascoltare 30 minuti un irlandese che parla in inglese mimando un vichingo 😉

Proseguiamo verso la Guinness Storehouse, il museo dedicato alla famosa birra irlandese. La Guinness storehouse (ingresso € 15) è l’unica parte aperta al pubblico dell’immenso complesso che forma la St. James’s Gate Brewery, è una struttura imponente disegnata come una pinta di Guinness e distribuita su sette piani. Ogni piano ha un suo argomento: ingredienti, lavorazione, pubblicità, per finire al settimo piano c’è il Gravity Bar dove si può finalmente gustare una pinta di Guinness godendosi una vista mozzafiato sulla città. Se avete intenzione di visitarlo fate i biglietti via internet prima di partire, vi è uno sconto del 10% e, in periodi di folla, vi eviterete una lunghissima coda! All’interno vi è un negozio di souvenir ma devo consigliarvi di non comprarli li perché si trovano in tutti in negozietti di Dublino, identici e meno cari!

Fuori la grande fabbrica (tuttora funzionante) prendiamo il 40 fino a O’ Connel dove siamo diretti al museo dei folletti aperto nel 2010, lo troviamo all’angolo accanto al grande centro commerciale Jewis ma già dall’esterno il palazzo ci convince poco: al 1 e 2 piano si intravede una palestra, segno che il museo è piccolino. Chiediamo informazioni all’entrata e ci spiegano che si tratta di un tour tra sedie giganti e storie raccontante (in inglese!) per bambini, il tutto ad orari stabiliti (il tour dura 45 minuti) e per 10 eur. Decidiamo che non vale la pena e ci dirigiamo verso Ha’Penny Bridge, ponte di legno di Dublino del 1816, tutto bianco, molto caratteristico che prende il nome dal fatto che per attraversarlo veniva chiesto ai dublinesi mezzo penny: inoltre, scopriamo che attraversandolo siamo proprio in temple bar! Uau!

Di sera ceniamo in The Auld Dubliner, tipico pub irlandese con musica dal vivo e birra a fiumi. Prendiamo 2 panini (baguette tostata) con pancetta, insalata e patatine fritte con birra e acqua alla modica cifra di 26 eur in totale.

Uscendo notiamo l’Hard Rock Cafè, che ha un ‘auto rivolta in giu’ sulla scala che va ad un’altra sala, ma niente di speciale. Cerco una t shirt ma ha pochi modelli femminili, quindi desisto dall’acquisto (risparmio circa 25 eur!).

Tornando in Temple Bar notiamo che tutti i pub sono pieni di gente che beve e c’è sempre musica dal vivo, e si può entrare in ogni pub solo per ascoltare musica. Troviamo posto nel pub dell’hotel (Le cirk) e ci sediamo ad ascoltare musica dal vivo.

04/01/2012

Dopo le solite 2 colazioni (una irish e l’espresso da costa) andiamo al Trinity College, purtroppo piove un po’ (e questa pioggia ci accompagnerà tutta la giornata!), passeggiamo nell’atrio principale e poi voltiamo a destra verso gli alloggi: qui gli studenti hanno tutto: bar, cappella (si dice sia l’unica in tutta l’Irlanda a dir messa in diverse religioni), mensa, libreria, campetto da rugby, giardini stupendi; passeggiando osserviamo le finestre degli studenti chi con i“manoni” delle partite allo stadio, chi con le decorazioni natalizie e altri con una schiera di bottiglie vuote sul davanzale interno delle loro camere ci fanno tornare indietro alla vita universitaria (beh…io ero fuori sede a Roma, ma uno studentato cosi è da paura!).

Poi andiamo nell’ala della vecchia biblioteca a vedere il book of Kelly (ingresso 9 eur): si entra dalla sala del negozietto di souvenir e ci si trova in un luogo crepuscolare con poche luci per meglio conservare i libri scritti a mano da antichi monaci: la leggenda narra che tale libro contenente i 4 vangeli scritti a mano da 4 monaci colombiani, durante le invasioni vichinghe fu nascosto sotto terra e quando i vichinghi lo trovarono non sapendo che farsene addirittura ruppero una 30ina di pagine! Le decorazioni del libro sono stupende ed ai nostri occhi, oggi abituati alla stampa, sembra irreale disegnare e scrivere a tal modo. Dall’ultima stanza si entra nella vecchia biblioteca dove sono stipati piu’ di 2000 libri (nelle teche in esposizione noto un trattato di pace tra Francia e Spagna del 1700 e una rilegatura minuziosa di Moliere). Ogni anno viene creato un nuovo scaffale perché la biblioteca del Trinity ha diritto di ricevere una copia di ogni libro che viene pubblicato.

Usciamo dal negozio resistendo alla tentazione di comprare una felpa del Trinity (30 eur!).

Passeggiamo lungo i giardini dell’università sotto la pioggerellina incalzante, usciamo all’altezza di Nassau Street dove si dice vi fosse il bar dove Joice incontrò la sua amata, di fronte ci troviamo la National Gallery (ingresso gratuito, vale la pena entrare): intanto anche qui la mia guida del 1999 fa un flop, infatti le ale sono disposte in modo diverso da come elencato, va beh normale… sono passati 12 anni: nelle sale al primo piano ammiriamo una veduta di Roma di Giovanni Paolo Panini con una piazza Navona piena di statue che attualmente non ricordo ci siano, un Monet in Paesaggio Fluviale, un non citato, ma pur sempre apprezzato, Donna in Tubino nero di Berte Morisot e un collage cubista di Picasso.

Camminata fino a St Stephen’s green, passando fuori la National Library e l’Heraldic Museum; costeggiamo poi un vecchio albergo lussuoso di Dublino, lo Shelbourne dove si dice facesse il somelier il fratello di Hitler.

Entriamo al St Stephen ‘s Green sotto la pioggerellina, ci dirigiamo sul laghetto, c’è una casina per coprirci e scattiamo foto a cigni, paperelle e gabbiani. Uscendo notiamo una piccola cascata, sembra strana con il centro commerciale dietro.

Ci incamminiamo per O’ connell street, la facciamo tutta fin giù per cercare il Wax Museum e la chiesa nera: non lo troviamo eppure secondo la mia guida a è lì! Proprio di fronte Parnell square svetta la Black Church (chiesa oggi sede di uffici perché sconsacrata, di fatto è nera solo perché costruita con un materiale calcareo, the calp). Uff… chiediamo info ma non sanno… Scopriremo poi che il museo è stato spostato in dame street, proprio di fronte il Trinity e al nostro hotel!

E’ buio, ci incamminiamo verso O’Connell per tornare in hotel (percorriamo in giù la stradina di parnell square con le case georgiane della tipiche porte colorate, c’è n’è una fuxia bellissima).

Stanchi morti facciamo incetta di souvenir e qui ci casco: per 15 eur compro la t-shirt con il logo della guinness!

Serata in Temple Bar nel locale Gogarty, che è insieme pub, bar, ristorante, parcheggio e hotel: molto turistico (infatti ci sono i menu in tutte le lingue) ci sediamo ad un tavolino e accanto a noi un vecchietto che sorseggia guinness fa commenti sulla nostra politica italiana (non traduco per colore politico). Anche qui musica dal vivo. Mangiamo salsicce con patatine ed insalata, io grigliata di carne con dentro l’impossibile! Anche fagioli e pudding, e una sorta di sanguinaccio che sembra un piccolo hamburger di soia. L’atmosfera è molto carina, il bravissimo intrattenitore suona e canta coinvolgendo tutto il pub che lo segue in cori applaudendo. Anche qui noto persone di ogni età e razza ed è molto rilassante bersi una birra (noi bionda!) ascoltando musica dal vivo. Due piatti, due birre e un’acqua… 40 eur in due.

Usciamo ed entriamo nel famoso pub Temple Bar, che è cosi pieno che quasi non c’è posto nemmeno in piedi, anche qui musica dal vivo con tanti ragazzi (ubriachi ma simpaticamente allegri). Il locale è molto grande, più di quanto sembri dall’esterno e c’è anche una zona fumatori semi aperta. La musica è veramente piacevole.

05/01/2012 giovedì

Ultimo giorno, dopo le solite 2 colazioni, decidiamo di prendere il Dublin Bus Tour per completare la visita della città che a piedi ci avrebbe sfinito (a dire il vero avremmo voluto fare il giro della costa ma il tour si fa solo ven, sab e dom!). Piacevolmente sorpresi dal tour che ci permette di rivedere Dublino con il sole, arriviamo fino a Phoenix Park, con l’audioguida in italiano (bisogna portarsi un paio di cuffiette). Il parco è grande ed infatti qui ci sono stati vari concerti importanti e affollati, come quello del 2003 di Robbie Williams; ci fermiamo nella prima parte, molta gente fa jogging e ci sono famiglie con cani e bambini. C’è lo zoo ma non entriamo. Prendiamo un tè al chioschetto molto caratteristico, tutto in bianco. Il parco è grande e all’ingresso c’è un obelisco di 62 m in onore a Wellington, il duca che sconfisse Napoleone a Waterloo. Verso l’interno si vede la Residenza del Presidente, tutta in bianco con viali alberati.

Poi torniamo in dame street, al Wax Museum 10 eur (9 con lo sconto presentando il talloncino della guida del bus) ma sono solo poche stanze e le statue non sono fatte benissimo, non vale la pena (tranne che per una foto con gli U2!).

Cena in un pub americano pieno di Harley (lo so siamo in Irlanda ma era stratosferico): panino enorme con hamburger, bacon croccante, patate fritte, insalata + 2 coca cola eur 32 in totale.

Resta ancora il tempo di una guinness in Temple Bar, The Quays Bar, dove entriamo e prendiamo 1 birra e ci fermiamo ad ascoltare 2 musicisti che suonano molte canzoni note degli U2, immortalo il tutto con video e foto, restiamo un po’ a dondolarci al suon di Bono (il locale è sempre molto affollato, forse è un po’turistico, ma i 2 che suonavano erano davvero bravi!).

Ciao Dubino!

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