Dentro la metropoli

Sono stato una settimana ad Abidjan in Costa d'Avorio per abbracciare finalmente dopo tanto tempo Desiree ed Anicet 2 fratelli conosciuti su internet. Devo dire che l'emozione del viaggio abbinata a quella di un incontro soltanto immaginato e'stata veramente forte. Abidjan si e' mostrata a me come una metropoli moderna con tutti i pregi (pochi) e...
Scritto da: superdoctor
dentro la metropoli
Partenza il: 25/01/2009
Ritorno il: 01/02/2009
Viaggiatori: da solo
Spesa: 2000 €
Sono stato una settimana ad Abidjan in Costa d’Avorio per abbracciare finalmente dopo tanto tempo Desiree ed Anicet 2 fratelli conosciuti su internet. Devo dire che l’emozione del viaggio abbinata a quella di un incontro soltanto immaginato e’stata veramente forte. Abidjan si e’ mostrata a me come una metropoli moderna con tutti i pregi (pochi) e difetti (molti) delle citta’ che accolgono milioni di persone. La prima cosa che colpisce il viaggiatore e’ l’immenso numero di persone che camminano per le strade : insolito per noi europei abituati agli ingorghi automobilistici, che esistono pure qui, ma non abituati a vedere cosi’ tante persone che vanno a piedi. Insolito e’ pure vedere passeggiare accanto a uomini e donne vestiti all’europea, persone con tipici e coloratissimi vesti africane che fanno molto folclore. E poi gli studenti, tutti vestiti uguali, pantaloni neri, camicia bianca e cravatta rossa per i ragazzi, gonna nera, camicia bianca e cravatta gialla per le ragazze. Che strano ! e poi le mie passeggiate per la citta’ si sono trasformate involontariamente in sfilate perche’ tutti , dico tutti si giravano per guardarmi attentamente quasi fossi un novello E.T., e lo smog ? c’era pure quello, e si poteva tagliare con il coltello. Peccato perche’ a poca distanza c’e’ l’oceano blu, molto blu e le spiagge bianche, molto bianche e ci sono pure le palme vicino alla riva. La citta’ e’ nettamente divisa in quartieri moderni e ricchi (le Plateau su tutti) con grattacieli e palazzi a vetri e gente che circola con giacca e cravatta nonostante i 35 gradi costanti e tutti gli altri quartieri dove la poverta’ regna sovrana e dove le condizioni igienico-sanitarie sono veramente ai minimi possibili. Io sono stato a Port Bouet, a casa di Desiree ed Anicet. Tipica casa modestissima con un saloncino con divano e tv, 2 camere da letto con materasso per terra ed armadio e 1 bagno con la tazza classica ed 1 rubinetto e tante bacinelle che usano per lavarsi. E basta ! e li vivono 8 persone. Ma come fanno ? nessuno si lamenta, nessuno piange, nessuno critica i politici. Tutti ridono, scherzano, cantano e ballano. Tutti vogliono farsi delle foto con me e tutti vogliono conoscermi. E’ francese chiedono ? pas francais. Il est italian. Ah italian vive l’italie. Naturalmente io sono felicissimo di fotografare tutti, stringere le mani e di baciare tutti 3 volte (si fa cosi’). Forse devo riconsiderare il mio modo di vedere le cose ed apprendere l’arte di accontentarsi tipica di questa gente. Pero’ e’ difficile. Ho visitato il museo nazionale che contiene reperti di storia ivoriana, dalla preistoria ad oggi, fatto il tour in auto della citta’, fatto il bagno nell’oceano, fatto shopping nel Treichville Shopping Center, mangiato il kedienou (al ristorante) e l’aloco (per strada) piatti tipici ivoriani. Buonissimi! ho bevuto la flag biere e sono andato pure per locali notturni dal bar con musica dal vivo alla discoteca. E di notte la citta’ assume una dimensione surreale. Pochissime persone per strada, quasi nessuno in auto, centinaia di posti di blocco della polizia, sia nelle vie principali che in quelle secondarie. Per andare dal mio hotel (il Novotel nel quartiere Plateau) in discoteca (il Taxi Brousse nel quartiere Marcory)e ritorno siamo stati fermati 7 volte ed a furia di controlli a momenti ci arrestavano pure : solo l’argent ci ha salvati. Molto triste. Ma la vacanza e’ stata comunque molto bella e significativa e la consiglio a chi ha voglia di confrontarsi con realta’ profondamente diverse dalla propria, per arricchire il proprio animo e non solo il proprio album di fotografie. Marcello.


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