Rio de janeiro cidade maravilhosa

Dopo un lungo interminabile periodo lavorativo che dura da quasi un anno, stressati ma felici partiamo alla volta del Brasile Partenza il 9 Gennaio con un volo Alitalia da Ct a Fiumicino da dove con Lufthansa/ Varig alle 17.30 spiccheremo il volo per Francoforte. Tutto bene ma in Deutschland il primo ostacolo. Il volo per Rio delle 23.30 è...
Scritto da: Simona Bevacqua
rio de janeiro cidade maravilhosa
Partenza il: 09/01/2006
Ritorno il: 19/01/2006
Viaggiatori: in coppia
Dopo un lungo interminabile periodo lavorativo che dura da quasi un anno, stressati ma felici partiamo alla volta del Brasile Partenza il 9 Gennaio con un volo Alitalia da Ct a Fiumicino da dove con Lufthansa/ Varig alle 17.30 spiccheremo il volo per Francoforte. Tutto bene ma in Deutschland il primo ostacolo. Il volo per Rio delle 23.30 è cancellato e ci catapultano su quello delle 7.30 del giorno successivo…Niente di che visto che la compagnia paga il pernottamento, ma così perderemo una giornata…Dopo una lunghissima coda al check-in inaspettatamente partiamo con il volo delle 23 per São Paulo…Da lì mezzora dopo prenderemo una coincidenza per Rio…Poco male…L’importante è che ce l’abbiamo fatta.

1 ° giorno – 10/01/2006 martedi Alle 12.30 del 10 Gennaio mettiamo piede in terra brasileira…L’impatto è forte: messo il naso fuori dall’aeroporto ci rendiamo conto di quanto caldo faccia…32° C e un cielo terso ci danno il benvenuto!!! Arrivati in hotel ( Plaza Copacabana.- Av. Princesa Isabel), appena il tempo di disfare le valigie e con l’adrenalina addosso ci muoviamo in direzione del mare, anzi dell’Oceano. Siamo a cento metri dalla “praia “. Più tardi avremmo saputo che la Avenida del nostro hotel segna la fine della spiaggia di Leme e l’inizio di Copacabana. Davanti ai nostri occhi una distesa infinita di sabbia simile a talco e una massa variegata di colori e suoni : è la tanto decantata spiaggia di Copacabana lunga 4 km resa celebre nel mondo soprattutto dalle tante bellezze carioca che la animano. Ed effettivamente le ragazze ed i ragazzi (soprattutto quelli di colore) non possono non attirare gli sguardi di noi poveri europei…Che col candore dei nostri corpi – o sarebbe forse meglio dire col bianco pallido e scialbo !!!- sembriamo dei pesci fuor d’acqua…In questo turbinio di forme prende vita la giornata tipo dei bagnanti, scandita da ritmi molto rilassati: un po’ di tintarella (il sole picchia, imprescindibili le creme con fattore protettivo se non volete ustionarvi già il primo giorno!), un bagno rinfrescante ( acqua freddina- per noi siciliani abituati alle acque calde del nostro mare, gelida-, ma comunque divertente con onde altissime che si infrangono sulla battigia fragorosamente), frutta fresca, sandwich, o magari un bel “quejo grilhado” fatto al momento dai tanti ambulanti che per km si trascinano dietro tutto l’occorrente ( persino un piccolo barbecue!). Non c’è che dire è tutto molto colorito, caloroso e colorato…E sicuramente Copacabana è il luogo ideale dove cominciare a farsi un’idea di Rio, visto che la spiaggia è frequentata principalmente dai carioca. In generale, ci spiega un taxista, i turisti, soprattutto gli italiani, arrivano a Luglio e ad Agosto. Gennaio e Febbraio però rimangono i mesi più caldi.

Accaldati e un po’ stanchi (dopotutto il viaggio è un po’ stressante), ci sediamo in uno dei tanti chioschi che popolano l’ampio marciapiedi del lungomare, a goderci un dissetante latte di cocco – in pratica un’intera noce di cocco a cui viene tagliata la parte superiore, servita con una cannuccia- . Torniamo in albergo e ci appisoliamo “appena” per tre ore…È la differenza di fuso orario! In serata con l’aria più fresca (il tasso di umidità è davvero molto alto), ci avviamo, guida alla mano, in uno tra i più noti ristoranti di Rio ad Ipanema.- Porcão. Churrascaria è un delle prime parole portoghese che apprendiamo con una certa facilità – visto cha fa rima con buona cucina. Si tratta di una formula ben collaudata secondo cui ti siedi, ordini da bere ( attenzione alle caipirinhas che vi propongono prima di iniziare la cena, si rivelano molto care!), vai al fornitissimo buffet (dove si trova di tutto dall’insalata al sushi) e da questo momento in poi puoi letteralmente rimpinzarti di succulenti tagli di carne proposti dai camerieri che, girano per i tavoli con delle lunghe “spade” servendoti le quantità desiderate. Se non giri il tondino di carta fornitoti all’inizio della serata, dalla parte su cui è scritto “ Não, obrigado” – dall’altre la dicitura è “Sim, por favor”- si finisce coll’alzarsi da tavola gonfi come un otre!!!! 2° giorno – 11/01/2006 mercoledi Sveglia alle dieci circa, colazione e di nuovo in spiaggia., questa volta ad Ipanema che è considerata rispetto a Copacabana, più chic. La prima impressione è senza dubbio diversa da quella avuta il giorno precedente. In effetti c’è meno confusione e molti più turisti- per lo più quelli che alloggiano negli hotel di fronte. Ci affidiamo subito ad uno dei tanti ragazzi che gestiscono l’affitto di sedie e ombrelloni. Due “cadeiras” e un “parasol” e tutto quello di cui abbiamo bisogno…Agua, cerveja (che servono in una specie di contenitore di polistirolo per evitare che si riscaldi troppo in fretta), ensaladas de fruta…Non ci sembra vero di essere finalmente qui a goderci la vacanza…

Nel tardo pomeriggio,passeggiata tra le bancarelle del mercatino che anima tutte le sere il lungomare di Copacabana. Il mio primo acquisto è ovviamente un costume ridottissimo per adeguarmi alla moda carioca e le celeberrime Havaianas che qui costano qualcosa come l’equivalente di 6 euro!…Ah…Dimenticavo anche un pareo, per prendere il sole sdraiati sulla spiaggia (qui mi accorgo sostituisce il nostro telo di spugna).

In serata altra churrascaria, nel quartiere di “Flamengo”…Più panoramico rispetto a quella della sera precedente ma con la stessa qualità sia per il servizio che per la cucina. Prima di andare a dormire passeggiata sul lungomare di Copacabana che ritroviamo totalmente trasformata rispetto alle ore diurne…Un viavai di belle ragazze, quasi tutte giovanissime, accompagnate o in procinto di esserlo, da non altrettanto giovani omaccioni ( molti gli italiani!!!). E scopriamo così che il tanto celebrato luogo comune sulla realtà brasiliana si materializza davanti ai nostri occhi…

3° giorno – 12/01/2006 giovedi Sveglia e super colazione. Da uno dei tanti foglietti capitatici tra le mani scegliamo l’escursione di oggi. Alle 14 Appuntamento davanti al ns. Hotel per vedere da vicino il famigerato “Cristo Redentor” al Corcovado.

Prima però spiaggia. Ma invece di andarci direttamente decidiamo di seguire un po’ l’istinto e ci addentriamo nelle vie meno caotiche parallele alla Av.Da Atlantica. Ci ritroviamo così avvolti da un’atmosfera frizzante e colorita: il mercato locale. Si capisce immediatamente che siamo gli unici turisti…Ed in effetti ci guardano tutti un po’ straniti…Qualcuno si fa avanti e con molta allegria, quasi a volerci far intendere che siamo comunque benvenuti, ci offre dei “maracujà” ( frutto della passione). Siamo proprio a nostro agio e felici dell’insolita passeggiata proseguiamo verso la spiaggia…E’ mezzogiorno, la gente si accalca…Un po’ di sole, un bagno e di nuovo in hotel. Comincia l’escursione…Che però si rivela un po’ deludente, dal punto di vista organizzativo. Innanzitutto perché ci impieghiamo oltre un’ora per “radunare” tutti i partecipanti e poi perché cambiamo per ben tre volte autobus e guida…Alla fine ce la facciamo e tutti insieme col tram saliamo su per la fiancata del Corcovado, la montagna (circa 710 m) su cui si erige il Cristo…Piacevole l’arrampicata; attraversiamo infatti una parte della foresta di Tijuca, la più grande foresta urbana del mondo. Lassù in cima ci accorgiamo che la vista è mozzafiato. Sembra di essere parte di una cartolina: il Cristo è imponente e domina tutta Rio. Da destra a sinistra si vedono Il morro dos Dois Irmãos, Botafogo, Flamengo, le colline di Santa Teresa… Veniamo a conoscenza anche di un aneddoto curioso: si dice infatti che il Cristo abbia le braccia aperte perché aspetta che i carioca si mettano finalmente a lavorare per applaudirli!!!! Di ritorno, un tour delle spiagge di Rio…Fiancheggiando anche una delle grandi favelas, quella di Santa Marta, che getta un po’ di tristezza sulla nostra giornata…Ma Rio è anche questo, purtroppo. La serata è sfavillante. Prima cena a Leme, in una pittoresca churrascaria di pesce, Marius Crustaceos, dove veniamo accolti da uno stuolo di camerieri in costumi colorati, e da un’allegra atmosfera resa tale non solo dal vociferare della gente (i tavoli sono tutti occupati) ma anche dal sottofondo di Samba, degna cornice di un posto tanto accogliente. Tutto è buonissimo a cominciare dal buffet (vassoi di pesce freschissimo) per continuare con gamberi, gamberoni, cozze, ostriche e così via … Il vino (un bianco cileno) contribuisce non poco a rendere ancora più allegra la serata. Dopo aver pagato il conto, un po’ salato ( quasi € 122,00!!!!!) ci dirigiamo verso uno dei locali più famosi della Rio notturna. All’ingresso l’equivalente di quasi cinque € e via…Rio Scenarium è un posto surreale e stravagante. Svetta per tre piani e ruota attorno alla musica dal vivo che è l’indiscussa protagonista. Non si tarda molto a farsi coinvolgere dalla samba e dai carioca che scordano tutto e si dimenano in pista per ore. Così tra una caipirinha e l’altra mi faccio trascinare…E afferro subito che per saper ballare la samba non è importantissimo conoscerne i passi quanto la capacità di lasciarsi andare e permettere al tuo corpo di seguire le dolci e avvolgenti note di quella che per questo popolo non è solo una danza ma un ‘essenza che racchiude tutto un mondo, lo spirito stesso dell’essere brasiliano.

4° giorno – 13/01/2006 venerdi Ieri abbiamo fatto tardi e abbiamo sbevucchiato un po’ troppo…Oggi ci svegliamo tardissimo e non facciamo neanche in tempo ad approfittare del buffet della colazione giù al ristorante…Ma basta un cafezinho per iniziare la giornata. Girovaghiamo senza una meta…Ci fermiamo in uno dei tanti lanchonete ad angolo, tipici di Rio ( e credo di tutto il Brasile) . Mettiamo qualcosa nello stomaco, qui non c’è che l’imbarazzo della scelta! Questi posti a differenza dei nostri bar focalizzano l’attenzione sui succhi e sui frullati di frutta fresca. I menu affissi in bella vista elencano una sfilza di varianti infinita…Vengono tutti fatti al momento e se amate rifocillarvi con un concentrato di vitamine, credetemi sono un toccasana…Io ne prendo uno con papaia, mango, cocco, latte e maracujà…Osservando attentamente le abitudini dei carioca, ci accorgiamo in effetti che in generale c’è una diffusa attenzione all’aspetto fisico, sia maschile che femminile. Il lungomare di Copacabana è preso d’assalto ad ogni ora da schiere di uomini e donne di qualsiasi età che, con musica nelle orecchie, si dilettano a grondare sudore percorrendo avanti e indietro la pista ciclabile, parallela alla spiaggia, creata appunto per pedoni, ciclisti e sportivi in generale!!! Ci accorgiamo che non è abitudine molto diffusa quella di bere alcolici, al massimo qualche cerveja, o qualche cocktail alla frutta che appare più come una bibita dissetante.

Continuiamo a passeggiare, troppo stanchi per le temperature incandescenti della spiaggia, e percorrendo la lunga Avenida de Nossa Senhora de Copacabana, – arteria caotica a qualunque ora- sbuchiamo nel quartiere di Santa Marta. E’ tutto un susseguirsi di negozi, supermercati, edicole, lanchonetes…Etc. Una particolarità nessun esercizio è provvisto di porte o finestre. Solo una saracinesca per chiudere di sera. Fa caldo, del resto, per la quasi totalità dell’anno. Prendiamo un caffè. Non ho ancora detto che è dappertutto buonissimo. Anche nei bar però è come quello della nostra moka. Il sapore è stuzzicante e se si vuole ci si può aggiungere una spolveratine di cannella, spezia che adoro, e diffusissima qui in Brasile.

La giornata prosegue, alternando questo dolce far niente a qualche acquisto. Se siete delle fanatiche dell’abbronzatura non potete non portarvi a casa uno dei bikini brasiliani. Sono coloratissimi e molto ridotti. Tanga sotto e sopra due minuscoli triangoli che le ragazze di qui riducono per coprire l’indispensabile ma che non tolgono mai. Lasciano persino i laccetti legati al collo, quasi per esibirne poi segni lasciati dall’abbronzatura!!! A cena dove andiamo?… Nel quartiere di Ipanema, nel famoso Garrota de Ipanema, rimasto indiscussa meta turistica per via della celebre canzone composta da Vinicius de Moraes. Mangiamo benissimo e paghiamo pochissimo…Circa 22 euro in due!!! 5° giorno – 14/01/2006 sabato Oggi sveglia prestissimo. Alle otto siamo già fuori, anzi su un pulmino, con altri turisti, meta Angra dos Reis. Purtroppo anche questa escursione capiamo subito non è organizzata benissimo. Il pulmino è scomodissimo, l’aria condizionata intollerabile e la distanza da percorrere interminabile. Io resto accartocciata per ben tre ore nell’ultima fila, con le gambe anchilosate e comincio a credere che non arriveremo più. Cerco di distrarmi apprezzando il panorama che alterna pittoreschi quadretti di flora tropicale a meno apprezzabili quartieri dove la miseria fa da sovrana. Questo continuo alternarsi di povertà estrema e ricchezza è una caratteristica comune a tutto il paese, ci spiegano. Mi viene un po’ il magone, ma poi penso che fa parte della vita e che in fondo il mio viaggio qui contribuisce ad aiutare la povera gente, anche se è solo una goccia nel mare. Noi abbiamo sempre cercato di comprare in spiaggia o per strada, dove si trova chi veramente è disposto a ad andare su e giù sotto il sole cocente dalle nove di mattina alle dieci di sera, pur di rimediare qualche reais. Ma torniamo alla ns. Escursione. Siamo ormai arrivati ad Angra, quando veniamo fermati dalla polizia per un controllo e…Ci “sequestrano “ il pulmino, evidentemente non in regola, non capiamo bene perché. Proseguiamo fino al porticciolo con un altro mezzo e, una volta lì, aspettiamola barca che ci porterà a visitare alcune delle centinaia di isole che si vedono di fronte alla costa. La passeggiata è piacevole, la giornata è splendida, la musica allegra…Qui intorno è un susseguirsi di isole ed isolotti, alcuni di proprietà privata…Dei veri paradisi!!! Arriviamo all’Ilha Grande, acqua cristalline e caldissime e decine e decine di turisti locali che, tra una caipirinha e l’altra, sembra proprio se la stiano spassando. Nel pomeriggio, un bel po’ in ritardo sulla tabella di marcia, approdiamo su un’altra isola per il pranzo, con i crampi per la fame !!! Riso fagioli neri e pesce fritto…Non male…

Siamo stanchi ma soddisfatti. Arriviamo a Rio alle dieci di sera. Decidiamo di non lasciarci vincere dalla stanchezza e, dopo una doccia, siamo di nuovo in taxi. Gianni ha deciso per l’Hard Rock Cafè. Il tassista è un ragazzo che si intrattiene un po’ con noi. Ci informa innanzitutto che stiamo per dirigerci nella Barra da Tijuca, quartiere tra i più ricchi di Rio.

Per raggiungerlo passiamo davanti alla strada che è l’ingresso di Rocinha, quella che indicano come la favela più grande del Sud America. 100.000 abitanti . Ma alcune fonti sostengono essere molti di più. Ci accorgiamo che c’è un po’ di fermento. Il ragazzo ci spiega che è sabato sera e si tiene l’ ensayo di una delle tante scuole di samba. Io ci vorrei andare, ma Gianni si mostra un po’ titubante e si convince del tutto per il no, quando il tassista ci informa che, lui in trent’anni non ci ha mai messo piede. Gli chiediamo delle visite guidate che i tour operator si sono inventati. Ne è a conoscenza ma non si pronuncia in merito. Vi preannuncio che questa rimane forse l’unica cosa non fatta. Siamo stati combattuti fino all’ultimo giorno della nostra permanenza. Ci chiedevamo in effetti il perché di un tour organizzato…A che fine? Addentrarsi morbosamente per osservare con fare voyeuristico le misere condizioni di vita in cui versano miglia di persone quale attrattiva può suscitare? Qual poco che abbiamo già visto è bastato a straziarci…

Cambiamo bruscamente scenario e poche centinaia di metri siamo in quartiere ricco. Lo si nota immediatamente dai tanti show room di note case automobilistiche e dalle tante eleganti abitazioni. L’Hard Rock Cafè ne è l’emblema. Dentro musica assordante, soliti menù internazionali…E la cosa che subito mi salta all’occhio, solo bianchi. Niente culetti alti e rotondi né calde sfumature color cioccolato… Giudicate voi.

6° giorno – 15/01/2006 domenica ……Oggi fa caldissimo!!! Usciamo dall’hotel che è quasi l’una e dopo uno spuntino veloce ci dirigiamo verso la spiaggia…Io preferisco sempre Copacabana, ma oggi è davvero stracolma di gente…A fatica troviamo un lembo di spiaggia per due cadeiras e un parasol. Nonostante abbia convinto Gianni a portarci dietro la videocamera…Dopo mezz’ora va a lasciarla in albergo. Ci accorgiamo in effetti che qua in giro pullulano i gruppetti di ragazzi attenti solo a prendere di mira i più distratti. Le favelas infatti riversano su questi km di costa oltre alla tanta brava gente che si guadagna qualche reais grondando sudore sotto il sole a picco, anche chi faticando molto meno, torna a casa con bottini ben più interessanti. E quindi dobbiamo rinunciare al piacere di immortalare orde di adulti e bambini che approfittano di onde altissime, giagantesche quasi da paura, per il divertimento sfrenato nel farsi sbatacchiare sulla battigia!!!!Io ovviamente ne approfitto…E vi assicuro è un divertimento assoluto!!! Il nostro pomeriggio prosegue con la visita al celeberrimo “Pão de Açucar “. Decidiamo questa volta di rinunciare alla gita organizzata e, guida alla mano, da un taxi ci facciamo lasciare alla stazione funicolare. Dopo qualche informazioni sulla collina più famosa di tutto i Brasile ci arrampichiamo su per la verde fiancata. Abbiamo scelto un momento ideale: il sole sta per tramontare e tutto intorno brilla di una colata d’oro…La temperatura è piacevolissima e, una volta arrivati in cima restiamo inebriati dal meraviglioso panorama dominato dalla figura del Cristo su Corcovado, giusto di fronte alla nostra vista estasiata. Il tempo sembra sospeso, ma poi l’arrivo del blu punteggiato d’argento ci annuncia che è ora di tornare giù. Continuiamo la nostra passeggiata, visitando sulla baia di Guanabara un‘antica fortezza costruita dai portoghesi che, sbarcandovi nel 1502, credendo di aver trovato un fiume,diedero al posto il nome di Rio de Janeiro. Sebbene avvolti da questa atmosfera magica, siamo riportati alla realtà …Dai morsi della fame!!!! Guidati dall’istinto ceniamo in una bella churrascaria ad Ipanema, “Carretão” e finiamo la serata appagati e contenti.

7° giorno – 16/01/2006 lunedi Ancora una splendida giornata. Fa caldo e quindi, zainetto in spalla, cappello e videocamera saltiamo su un taxi e ci dirigiamo verso il centro di Rio. Abbastanza distante da Copacabana, dove alloggiamo noi, decidiamo di visitarlo nelle ore diurne, come più volte consigliato da guide e gente del posto. A quanto pare è vietatissimo ai turisti, dalle cinque in poi del pomeriggio. Negozi e bar chiudono, le strade si svuotano per diventare scenario di borseggiatori. Ci fermiamo sulla Av Rio Branco, all’altezza in cui incrocia Presidente Vargas. Seguiamo alla lettera le indicazioni della ns. Guida (Routard) rivelatasi davvero ottima. Qui è diverso dalla spiaggia: un brulichio continuo di gente presa dal tran-tran della vita di tutti i giorni. Dai mille lavoretti che ci si improvvisa a fare per strada – dal vendere oggetti trai più eterogenei alle riparazioni di sedie, scarpe…- accarezzati dal sole e stuzzicati dalla vista di tante belle ragazze o dal semplice andirivieni di centinaia di passanti, ai ritmi sincopati di chi, ventiquattr’ore alla mano, si affretta a raggiungere il proprio ufficio nascosto tra un edificio di cinquanta piani e una chiesetta coloniale. Proprio all’inizio di Presidente Vargas, incontriamo la Igreja de Nossa Senhora de Candelária, chiesa risalente al 1775, i cui elementi barocchi e legni pregiati, passano decisamente in secondo piano ai nostri occhi, quando apprendiamo che l’edificio è tristemente noto per essere stato nel 1991 teatro del massacro di otto bambini di strada da parte dei famigerati “squadroni “ di poliziotti assoldati dai commercianti del quartiere per “fare pulizia”.

Percorriamo quindi la via fino a Largo da Carioca , ampia e affollata piazza, dando un ‘occhiata subito dopo alla Catedral Metropolitana nella Av.Da Repubblica do Chile, per arrivare tra il Teatro Municipal e la Biblioteca Nacional. Da qui torniamo indietro percorrendo un’altra strada e ci addentriamo in una intricato reticolato di viuzze tra cui Rua do Ouvidor, animate dal vociare dei venditori e dal calore della gente. E’ qui che pulsa il cuore di Rio, dove la spiaggia sembra lontana anni luce. Un po’ a fiuto continuiamo a girovagare, arrivando così in un’altra nota piazza, Praça 15 de Novembro, pienissima di vita e lasciandoci condurre ancora da Rua do Rosario sino al Rua da Conceição che si rivela ai nostri occhi come un vero e proprio tripudio di colori!!! Veniamo immediatamente rapiti dall’atmosfera del Carnevale…I negozi riversano sui lati della viuzza stoffe luccicanti e mascherine variopinte che coi loro virtuali sguardi ammiccanti finiscono col sedurci…Io non so resistere. Ho sempre sognato del resto di trovarmi qui, in questo frenetico turbinio di samba che non è nient’altro se non un piccolo assaggio di quella fantasmagorica macchina del divertimento che è il Carnevale di Rio…Tra avvolgenti stole di marabù e spettacolari copricapi di piume, perdiamo quasi la cognizione del tempo. Dopo aver acquistato il necessario per un carnevale ad hoc, compresi una decina di cd di samba tra i più gettonati del momento, -tirata quasi a forza fuori dai negozi da Gianni che ormai boccheggia-…Cerchiamo ristoro in uno dei tanti self-service ao kilo. In pratica si paga per quanto si mangia…Ma sempre pochissimo, cifre irrisorie se paragonate a quanto si spenderebbe in Italia o più in generale in Europa. Con gli occhi che mi brillano ogni volta che apro la busta che contiene il mio meraviglioso cappello, sfiniti per i km percorsi , torniamo in albergo, quando ormai il centro sta cominciando a svuotarsi… 8° giorno – 17/01/2006 martedì Appena sveglia mi accorgo a malincuore che è già martedì e che solo due giorni ci separano dal rientro a casa. Visto che ieri ci abbiamo rinunciato, oggi optiamo decisamente per la spiaggia. Ma, decidiamo di cambiare scenario, scegliendo fra tutte la spiaggia di “Barra da Tijuca” . Ci scordiamo totalmente del consiglio della nostra guida, e cioè di prendere l’autobus piuttosto che il taxi…La distanza è enorme. Ci impieghiamo circa 45 minuti e…50 Reais!!! Ma appena arrivati capiamo subito che ne è valsa la pena. Il posto è meraviglioso. Siamo al Recreio dos Bandeirantes. La spiaggia piuttosto tranquilla rispetto ad Ipanema e a Copacabana, è tuttavia animata da decine di ragazzi che, tavola sotto il braccio, si cimentano in numerose quanto improvvisate acrobazie a cavallo di onde fragorose. Accarezzati dal sole e da schizzi frizzanti che ogni tanto giungono dal bagnasciuga – un divertimento assoluto per bambini e adulti, viste le onde altissime- ci scordiamo persino di pranzare. Osserviamo gli altri bagnanti. Ancora una volta siamo forse gli unici turisti. Lo scenario è comunque differente rispetto alle altre spiagge, è tangibile infatti la differenza di ceto sociale…Ricchi o poveri che siano i carioca bevono tutti ettolitri di guaranà “Antartica” , bibita nazionale amatissima e onnipresente. Tra una chiacchiera e una spalmatina di crema, programmiamo la cena. Dove andare?Optiamo per un posto chic…Per completare la gamma di locali e ristoranti frequentati durante tutta la nostra permanenza. Si trova a Leblon , altro quartiere molto ricco di Rio. Ce ne rendiamo subito conto arrivati al ristorante. Il posto, minimalista, è frequentato da gente elegante e un po’ snob. Sulla stessa via, cinquanta metri più avanti, una gioielleria Cartier, e proprio dall’altra parte della strada, Louis Vuitton. E’ proprio vero i contrasti qui a Rio sono tanti e in noi europei suscitano sempre un po’ di perplessità. Dopo cena, beviamo qualcosa in un locale ad Ipanema, una caipirinha con “morangos e canela” che segna la fine anche di questa piacevole giornata. 9°giorno 18/01/2006 mercoledì Tenendo bene in mente i suggerimenti di una gentile e disponibile signora incontrata l’altro giorno in centro, ci avviamo a visitare un altro scorcio di questa affascinante città: il quartiere di Santa Teresa. Lo facciamo ovviamente nel modo più caratteristico, a bordo del mitico Bonde, chiamato dai carioca “bondinho”. Il tram, inaugurato nel Gennaio del 1975, collega il centro di Rio al quartiere di Santa Teresa. Parte dall’Av. Repubblica do Chile, ogni venti minuti circa e passa sull’Aqueduto da Carioca, risalente al 1750, che domina una parte della città. La passeggiata si rivela divertente, non fosse latro per le ruote del tram che ogni tanto si incastrano tra le rotaie: ecco allora macchinisti e passanti, armati di spranghe di ferro, arrovellarsi sotto il sole cocente per tentare in qualche modo di risolvere il problema. Santa Teresa, non è un posto molto turistico, man mano che saliamo su per la collina percepiamo sempre più forte la sensazione di serenità che aleggia per queste vie. E’ tutto un susseguirsi di belle e antiche dimore piastrellate, invase da fiori a piante rampicanti. Forse per essere circondato dalle favelas, ha un po’ l’aria di un posto abbandonato al suo destino. Al volo scendiamo in quello che ci sembra il punto più centrale. Dopo una passeggiata rigenerante, lontano dal caos del centro, guidati dalla fame entriamo in un grazioso ristorante. Pranziamo a base di pesce. Gamberoni e la famosa “moqueca” di pesce, piatto bahiano, a base di latte di cocco. Prendiamo quella con la cernia. Ancora una volta una porzione risulta più che abbondante, come nella maggior parte dei ristoranti a Rio. Torniamo giù sempre col bonde e, altra visita obbligata, ci dirigiamo alla volta dello stadio Maracanà. Purtroppo non è stato possibile in questi giorni assistere a nessuna partita, perché sono in atto opere di ristrutturazione in vista degli imminenti giochi Panamericani. Ci accontentiamo di vederlo vuoto, anche se non è lo stesso. All’entrata una sorta di “Walk of Fame “ brasileiro con le impronte dei più famosi calciatori brasiliani, da Ronaldo a Dida, da Falcão alla stella più grande : Pelè. Un giro negli spogliatoi e poi su da una tribuna ad osservare l’immensità di questo regno del calcio, sport amatissimo,attorno al quale insieme al Carnevale ruota la vita dei Carioca. La nostra giornata si chiude nel modo migliore. Rio scenarium, dove tra salgados vari- dal pãn de quejo ai bolinhos de peixe- e due, tre, quattro…Bè non ricordo quante caipirinhas , al ritmo della migliore samba, facciamo le tre di notte..

9°giorno 19/01/2006 giovedì Ultimo giorno…Valigie, lasciando a portata di mano l’occorrente per il cambio. Il nostro volo parte alle 23.30. Trascorriamo le ultime ore a Rio, cercando di godere il più possibile del calore avvolgente che questa “cidade maravilhosa” emana…Una lunga passeggiata su Av. Nossa Senhora de Copacabana, qualche souvenir e un po’ di “saudade” riempiono il ns. Pomeriggio. Prima di decollare leggo le famose parole di Tom Jobins incise su una piastra di marmo all’aeroporto di Rio : “…Minha alma canta Viejo o Rio de Janeiro. Estou morrendo de saudade, Rio, ten mar, praias sem fin, Rio voçê foi feto pra mim”.



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