Sei ragazzi di o quasi… in barca! Avventura in Amazzonia

Tour fra Rio de Janeiro, navigazione in Amazzonia, Manaus e Salvador de Bahia
Scritto da: ollygio
sei ragazzi di o quasi... in barca! avventura in amazzonia
Partenza il: 12/11/2011
Ritorno il: 01/12/2011
Viaggiatori: 6
Spesa: 3000 €
Partecipanti: Maura, Gio, Nadia, Josefa, Simona e Roberto

I GIORNO SABATO 12/11

E’ stato faticosissimo organizzare questo viaggio, cercare di far combaciare ogni prenotazione, ogni orario cercando sempre di non perdere d’occhio il lato economico della cosa, così, soddisfatti del nostro volo siamo partiti da casa con un certo anticipo per poter condividere il prezzo del taxi con altri passeggeri e, appena imboccata l’autostrada il suono del cellulare ci ha fatto cascare il mondo addosso: ”Pronto, qui è l’Alitalia il vostro volo per Rio di questa sera è stato cancellato….”. E’ stato come vivere un incubo! I timori accumulati nei mesi precedenti si erano di colpo concretizzati! Non sapevamo veramente quale problema risolvere per primo: il taxi che ci avrebbe condotto in hotel ci attendeva alle 9 della mattina successiva, il check-in all’hotel fissato per le 10…. Fortunatamente siamo riusciti ad inviare delle email per comunicare il cambio di programma, ma, ormai in viaggio ci siamo recati comunque in aeroporto. Qui, al banco del check-in Alitalia, dopo alcune discussioni, hanno deciso di imbarcarci per Roma sullo stesso volo della prenotazione e, da lì siamo stati condotti in un hotel ad Ostia per cenare e pernottare in modo da evitare una levataccia la mattina seguente.

II GIORNO DOMENICA 13/11

Sveglia alle 6.15 ,colazione e via all’aeroporto per imbarcarci alle 10.40 .Il volo è stato piuttosto confortevole su di un aeroplano vuoto per metà , ragion per cui il volo di ieri sera è stato cancellato.In compenso abbiamo appreso dal personale di volo che avremmo potuto essere deviati verso un altro aeroporto brasiliano e , da lì avremmo potuto prendere un aereo per Rio , così probabilmente non avremmo perso completamente la giornata, ma di ciò nessuno ha fatto menzione fino ad oggi… Alle 20 siamo atterrati a Rio sotto una pioggia battente ma per fortuna i bagagli sono arrivati con noi e l’ autista di Transferrio era lì ad attenderci… finalmente una cosa positiva! Su consiglio del nostro autista non abbiamo cambiato soldi in aeroporto perché il cambio è estremamente sfavorevole.

L’aeroporto Galeao dista dal quartiere di Flamenco circa 20 km così abbiamo impiegato una buona mezz’ora per raggiungere il nostro hotel, anche perché la pioggia continuava a cadere copiosa e le strade erano coperte di pozzanghere. Ci ha stupito la mancanza di traffico di questa grande metropoli , ma ci hanno spiegato in seguito che la domenica Rio si svuota completamente, tanto da sembrare una città fantasma. Siamo giunti in hotel ben oltre le 9 ,stanchi morti ,tanto che abbiamo deciso di saltare la cena.

L’hotel Venezuela è una piccola palazzina tra i grattacieli, di recente ristrutturazione con camere piccolissime (già preannunciato da Booking) ma pulito e situato a pochi isolati dal mare e poi le colazioni si riveleranno ottime.

III GIORNO LUNEDì 14/11

E’ piovuto a dirotto per tutta la notte , stamane il cielo è plumbeo ma non piove più. L’appuntamento con la guida che ci condurrà alla scoperta di Rio è alle 9 ma alle 8.30 Pippo è già nella hall ad attenderci. Egli è un valtellinese che vive in Brasile da oltre 30 anni e ci ha raccontato il Brasile in tutte le sue sfaccettature mostrandoci gli angoli più caratteristici della città. La prima tappa è stata il Corcovado,che in portoghese significa gobba ed è una montagna di circa 800 m d’ altezza sul cui altipiano è posta la statua del Cristo Redentore alta oltre 30 m.Costruita in cemento armato e ricoperta da piccole tessere di pietra saponaria domina la baia dal 1931. Prima di arrivare sulla cima ci siamo fermati a metà strada dove c’ è un punto panoramico da cui si possono ammirare il Pan di Zucchero e le celebri spiagge di Rio. Abbiamo ripreso la via attraverso la foresta di Tijuca , e, dopo aver preso un bus navetta siamo finalmente giunti ai piedi dell’ enorme statua. Di qua il panorama è mozzafiato, oltre alle già citate bellezze della città si possono vedere gli eccessi di Rio, infatti nell’ arco di pochi metri le une dalle altre , si trovano ville con piscina, grattacieli, case popolari e infine favelas abbarbicate sulle pendici delle colline. Dopo aver gustato il miglior frullato di mango di tutto il Brasile siamo scesi sulla costa , sulla spiaggia di Leblon, forse il quartiere più lussuoso di Rio, quindi ad Ipanema ed in fine a Copacabana. Le spiagge sono enormi, bianche, ma assolutamente deserte visto il tempo e così lontane dal nostro immaginario che le voleva affollatissime e dorate sotto i raggi del sole…. Sono affiancate da una pavimentazione ad onde bianche e nere e la spiaggia è divisa in zone, lunghe circa un kilometro con al centro una piccola torretta di controllo; quella contrassegnata da bandiere multicolori è quella dei gay .Abbiamo pranzato in una churrascheria , locale in cui, oltre ad un abbondante buffet ,i camerieri girano tra i tavoli con lunghi spiedi in cui vengono infilzati diversi tipi di carne cotti alla brace e te ne servono finchè tu non li fermi . Dopo pranzo abbiamo raggiunto li Pan di Zucchero,la collina simbolo di Rio, alta circa 300 m .Per salire si utilizza una funicolare che fa tappa prima sul Morro di Urca , la collina più bassa che sovrasta il quartiere di Urca, dove si trova una numerosa colonia di scimmiette , e poi si continua fino alla sommità del Pan di Zucchero che era completamente ammantato dalla nebbia. Per fortuna dopo pochi minuti la nebbia si è diradata permettendoci di godere dello splendido panorama sulle spiagge e sulla laguna. Ridiscesi in città siamo andati a vedere il Sambodromo , un lungo viale contornato da spalti da cui si assiste alla parata del carnevale. Il monumento più rappresentativo del centro città è la cattedrale, di architettura moderna, di forma circolare che riprende la forma di una piramide maya , altissima, costruita in cemento armato. L’ ampissimo interno, che dovrebbe contenere fino a 20000 persone è decorato con 4 enormi vetrate orientate ai 4 bracci della croce greca ed ognuna ha un colore dominante : il rosso, il blu, il verde , il giallo . Poco distante da lì il quartiere di Santa Teresa fatto di vecchie case in stile coloniale che si inerpicano su per le pendici della collina. Qui si trova” l’escadaria Selaron “, una pittoresca scalinata di oltre 200 scalini creata da un’ eccentrico artista che l’ ha rivestita con mattonelle di maiolica con predominanza del colore rosso. Le mattonelle sono di tutte le forme e di tutte le dimensioni e provenienti da ogni angolo del mondo, che spesso gli vengono donate dai turisti venuti a conoscenza di quest’ opera in continua evoluzione. Su per la scalinata si trova l’ atelier di Selaron che dipinge per lo più baffuti signori ( il suo autoritratto ) e donne gravide . Ritornati ad Ipanema siamo andati a visitare un laboratorio orafo dove si lavorano pietre preziose di estrazione brasiliana, interessante ma assolutamente fuori dal nostro budget. Dopo una doccia veloce ci siamo recati nel quartiere bohemienne di Lapa al “Rio Scenarium” un locale dove si può cenare ascoltando musica dal vivo. Al piano terra i gruppi che si esibiscono e poi il locale si sviluppa per altri 2 piani superiori . Ha un’ arredamento pazzesco : tutti i tavolini, le sedie, i divanetti sono gli uni diversi dagli altri , c’è lo scaffale di una vecchia farmacia , con tanto di boccette e flacconi; ci sono vetrine con piatti, bicchieri e tazzine antiche, una raccolta di vecchie macchine fotografiche; specchi e quadri alle pareti,statue di santi, raccolte di giocattoli e tricicli, sedie appese al soffitto, cappellini di inizio secolo, costumi di scena e tutta una serie di cose bizzarre in un’ accozzaglia di stili ! Abbiamo cominciato con una caipirinha ed abbiamo spiluccato un po’ di frittelline (bolinas de bacaliau ) e abbiamo ballato la samba…. Una serata meravigliosa!

IV GIORNO MARTEDì 15/11

Con circa un’ora di ritardo sull’ orario stabilito siamo partiti con una jeep aperta alla volta della favela di Santa Marta, che conta circa 8000 abitanti, nulla in confronto ai 200 mila di Rochinha, ed è stata una delle prime ad essere pacificata dalla polizia. Qui le case sono disposte le une sulle altre sulle pendici della collina ,come se fossero costruzioni del Lego , per raggiungerle stradine di terra battuta , ripide scale e una funicolare per raggiungere la costa . Le case sono costruite con mezzi di fortuna, cartoni, assi di legno, alcune in muratura , cumuli di immondizia ovunque,galline che scorazzano ,i topi che banchettano indisturbati, fogne a cielo aperto, panni distesi ad asciugare , ma in questo degrado totale non manca il campetto da calcio e parabole quasi su ogni baracca…. A metà collina si trova uno spiazzo dove una decina d’ anni orsono Michael Jackson è venuto a girare il video di un suo pezzo , quest’ evento è ricordato con un murales e una statua in bronzo del cantante. Man mano che si scende a valle compaiono le prime botteghe, qualche baretto, le case sono più curate, intonacate con colori vivaci e la scuola di samba . Abbiamo ripreso la jeep per andare ad esplorare la foresta di Tijuca , la più grande foresta urbana al mondo che conta una superficie di 120 km2 .Abbiamo fatto sosta presso la “vista chinesa” un punto panoramico su cui è posto un tempietto originariamente in bambù, oggi ricostruito in cemento , costruito dalla comunità cinese che era venuta in questi luoghi per coltivare caffè ma il clima avverso ha fatto naufragare tale progetto, così la parte disboscata è stata reimpiantata con alberi di durian , grandi frutti dall’ odore sgradevole,cibo preferito dalle scimmie che sono diventate le signore della foresta . Qui ne abbiamo viste alcune saltare tra i rami .Abbiamo proseguito tra la folta vegetazione fino ad arrivare alla cascata , un salto di pochi metri tra la folta vegetazione; abbiamo quindi fatto una breve passeggiata sotto la chioma di alberi centenari. Con la jeep siamo rientrati ad Ipanema dove abbiamo percorso le strade più eleganti ed abbiamo pranzato in una “lancholete”, una panetteria fornita di ogni ben di Dio di stuzzichini e dolci . Abbiamo quindi raggiunto il celebre lungomare con la tipica pavimentazione ad onde bianche e nere ma la spiaggia era pressoché deserta visto il tempo, c’ erano solo qua e là gruppetti di ragazzi che giocavano a calcio o a beach volley. La passeggiata era però percorsa da una folla variopinta dagli abbigliamenti stravaganti, abbiamo anche visto un barboncino con le scarpe! Abbiamo proseguito fino a Copacabana dove abbiamo scattato alcune foto e ci siamo bagnati i piedi in un oceano assolutamente gelido . Abbiamo gustato una caipirinha in uno dei numerosi chioschi e poi abbiamo raggiunto il mercato serale che si tiene giornalmente davanti all ‘ hotel Ottom , ma si è rivelato solo un insieme di bancarelle con quattro carabattole da turisti . Abbiamo proseguito su per questo lungomare infinito fino al tramonto poi abbiamo preso un taxi per rientrare in hotel. Dopo la doccia per cena abbiamo scelto la churrascheria “Majorica” poco distante dal nostro hotel . E’ un locale elegante che ci ha fatto scegliere i tagli di carne che preferivamo mangiare, per fortuna ne abbiamo scelti solo 3 e, malgrado ciò abbiamo avanzato una quantità indegna di carne.

V GIORNO MERCOLEDI 16/11

Ci siamo svegliati sotto un acquazzone torrenziale così è sfumata anche l’ ultima occasione di vedere la spiaggia di Flamenco e… il sole su Rio! Alle 9 il taxi ci ha condotto in aeroporto e , per fortuna con il nostro Brasil Pass non ci sono stati problemi, anche se, per non smentire il volo è partito con un’ ora di ritardo !Alle 15 siamo atterrati a Manaus e lì c’era Paolo, il proprietario della barca ad attenderci, assieme a Tarzan la nostra guida indigena. Dopo innumerevoli conversazioni telefoniche e mille dubbi finalmente lo abbiamo conosciuto: è un distinto signore di mezza età, un professore di fisica in pensione, che ha deciso di occuparsi di turismo dopo aver conosciuto la sua compagna brasiliana. Con un pullmino abbiamo raggiunto il porto di Ceasa , dove , con una lancia veloce siamo andati a vedere l’ “incontro de aguas”, cioè il tratto in cui il Rio Negro va a congiungersi con il Rio Solimoes. Il Rio Negro ha il colore della coca-cola mentre il Rio Solimoes ha il colore del caffelatte e la tempetatura dell’ acqua è più bassa e le due correnti viaggiano appaiate per 5 km. Dopo essere sbarcati abbiamo caricato all’ inverosimile un van con le nostre valigie e l’ occorrente per il nostro soggiorno e, sotto un diluvio abbiamo raggiunto il porto di Arasà dove abbiamo trovato Andiroba ad attenderci. La nostra barca è in legno dipinto di bianco ed azzurro, a 2 piani. Al primo piano si trova la zona giorno con il tavolo dove si consumeranno i pasti, un piccolo lavandino, la cucina , 3 cabine, 2 servizi e una doccia esterna. Al piano superiore un sola cabina, che abbiamo lasciato agli sposini, il ponte, la cabina di pilotaggio e la cisterna con l’ acqua. Le cabine sono piccolissime con i letti a castello e lo spazio appena sufficiente per passare e un alloggiamento dove posare le valigie rigorosamente chiese . Il tutto molto essenziale ma conforme alla nostra idea di come vivere l’Amazzonia. Prima di cena la ormai consueta caipirinha , fatta da Tarzan con le 2 bottiglie di cachaca acquistate nello spaccio del villaggio, tanto per aver la riserva per le sere successive. Abbiamo cenato e poi abbiamo fatto 4 chiacchiere al buio (il generatore fa un baccano infernale ) e poi a nanna impazienti di salpare le ancore domattina.

VI GIORNO GIOVEDì 17/11

Stamattina, anche senza sveglia alle 5.30 eravamo tutti in piedi e, dopo una doccia fredda , abbiamo fatto colazione e siamo partiti. Abbiamo infilato un largo canale , uno dei numerosi affluenti del Rio delle Amazzoni le cui rive sono popolatissime di alligatori . Dapprima era difficilissimo individuarli, perché immobili e dello stesso colore del terreno, ma, dopo un pò riuscivamo ad individuarli con una certa facilità. Dopo un paio d’ ore di navigazione siamo arrivati su di un grande lago dove il fiume si biforca “Tres Bocas” . Qui vivono un grande numero di delfini che saltano attorno alla barca, alcuni grigi altri rosa, colore dei porcellini. Alle 10 siamo usciti in canoa per raggiungere la foresta , dove abbiamo fatto una lunga passeggiata. Questa parte di Jungla è chiamata igapò, cioè una jungla che durante la stagione delle piogge viene semisommersa . Questo è l’ habitat dei serpenti, in specialmodo delle anaconde; abbiamo visto uno scheletro, la tana, l’ erba piegata dal suo passaggio ma… dell’ anaconda neppure l’ ombra ! Abbiamo camminato sotto le fronde di alberi altissimi, il cui tasso di umidità era tangibile, tormentati da nugoli di insetti, su di un terreno fangoso in cui si sprofonda a mò di sabbie mobili . Abbiamo cercato tra la vegetazione bradipi, scimmie o altri animali, ma, forse per il nostro vociferare non abbiamo visto nulla. Siamo arrivati davanti all’ albero più grande dell’ Amazzonia ,alto più di 70 m, con un tronco di alcuni metri di diametro, forato, in cui si passa come se fosse una galleria. Risaliti su Andiroba per il pranzo, ci siamo quindi distesi sul ponte a sonnecchiare prendendo finalmente un po’ di sole, ma è durato poco…ben presto il cielo è diventato plumbeo , ha cominciato a tuonare e… a piovere! Per fortuna la pioggia è durata poco cosi siamo scesi con le canoe a pesca di piranha . Abbiamo infilato un altro braccio del lago ma i pesci non abboccavano . Il tempo si stava facendo sempre più nero così ci siamo riavvicinati alla barca , finalmente i piranha abboccavano. Io ne ho pescati alcuni, ma il meglio lo ha dato Nadia che ha cominciato a pescare un numero sorprendente di pesci a tempo di record ed ha smesso solo dopo che sono finite le esche. Nel frattempo si è scatenato l’ennesimo temporale , così, per ingannare il tempo abbiamo giocato a tokio, sorseggiando la consueta caipirinha . La nostra cena è stata una spaghettata con sugo di piranha , una delizia! La pioggia continuava a scrosciare e la conversazione era veramente difficoltosa per il rumore prodotto dal generatore così alle 21.30 eravamo già in branda.

VII GIORNO VENERDì 18/11

Sveglia come di consueto all’ alba e , subito una bella notizia: la pompa della cisterna dell’ acqua non funziona , basterebbe cambiare una candela, ma ahimè, il capitano non ce l’ ha ( questo è solo uno dei tanti esempi di disorganizzazione dei brasiliani !) così è dovuto tornare al villaggio per procurarsene una, altrimenti niente docce per i prossimi giorni! Nel frattempo siamo nuovamente discesi a terra ma di animali nemmeno l’ ombra, neppure vermi per pescare . Tornati a bordo abbiamo dovuto attendere altre 2 ore che rientrasse il capitano ( e pensare, che con la lancia a motore il villaggio si raggiunge in meno di un’ ora !) , nel frattempo abbiamo preso il sole , visto le evoluzioni dei delfini. A mezzogiorno abbiamo ripreso la navigazione verso il lago Yuma . Dopo il pranzo ci siamo distesi sul ponte dove abbiamo potuto ammirare scenari spettacolari : una jungla impenetrabile tagliata solo dal letto del fiume . Verso le 16.30 abbiamo imboccato un altro canale e il panorama cambia di netto: anche l’ acqua sembra più cristallina , il letto del fiume si è notevolmente allargato ed è punteggiato da numerosi isolotti rivestiti da una fitta vegetazione al centro e sulla riva un prato verde così brillante da sembrare una prateria irlandese. Dopo poco abbiamo attraccato ad un pontile che collega al villaggio in cui vive la famiglia di Chris, la nostra cuoca. Qui non abbiamo resistito alla tentazione di fare un bagno nelle acque calde , ma il timore di essere azzannati ha fatto si che durasse solo il tempo di provare refrigerio. Siamo discesi a terra dove Tarzan ci ha mostrato i lodge che sta costruendo e poi ci ha descritto la vegetazione amazzonica: manghi, durian, frutti del cacao, castagne do parà. Siamo ridiscesi in canoa per fare un giro lungo le coste , ma anche qui non abbiamo avuto fortuna , non abbiamo visto che alcune fronde agitarsi… ma è stato ugualmente magico assistere dopo una settimana al primo tramonto brasiliano, tra la pace di questi luoghi, in cui si udiva solo il fruscio della pagaia nell’ acqua e lo schiamazzo degli animali nel fitto della foresta. Anche stasera non abbiamo resistito alla tentazione di ripetere la pesca miracolosa di ieri, che ,però non è stata tale , solo io ho pescato un pesce gatto di discrete dimensioni ,quindi, per la cena abbiamo dovuto affidarci all’ esperienza dei pescatori che sono tornati con 2 piranha neri giganteschi ed un piranocù. Dopo cena volevamo salire in coperta a vedere le stelle, ma anche oggi la pioggia non ci ha risparmiato, il cielo dapprima punteggiato di stelle si è fatto via via più scuro ha cominciato a lampeggiare all’ orizzonte e, ben presto il temporale è giunto sopra le nostre teste , con tuoni e lampi di una violenza mai vista, tanto da far tremare la nostra barchetta ! Ah , domani non ripeteremo l’esperienza del bagno visti i 2 piranha enormi pescati di lì a pochi metri e … poi sulla riva è stato tutta la notte un alligatore a puntarci….

VIII GIORNO SABATO 19/11

Sveglia , come di consueto, all’ alba e, prima di colazione, siamo scesi in canoa per vedere il risveglio della foresta. Il silenzio era rotto solo dalle pagaiate di Tarzan ed abbiamo potuto ascoltare il canto di una miriade di uccelli, i gridi delle scimmie e anche il ruggito di un giaguaro. Abbiamo visto un branco di scimmie sulla sommità di un grande albero e un’ anaconda, ma si è inabissata non appena Tarzan ha tentato di mostrarcela .Dopo colazione siamo ripartiti con la lancia per andare a visitare i villaggi dove si lavora la manioca . Abbiamo fatto tappa in un primo villaggio abitato da una famiglia numerosa con bambini di tutte le età ma, purtroppo , il signore che lavora la manioca non c’ era così non abbiamo potuto assistere alle fasi di lvorazione . Abbiamo proseguito verso un altro villaggio dove abbiamo potuto vedere piantagioni di ananas, di manioca , di canna da zucchero . Ci hanno mostrato come si estrae il succo della canna da zucchero per consumarlo come bevanda o per distillarlo e quindi produrre la nostra tanto amata cachaca. Abbiamo pranzato nel lodge di Tarzan dove Chris ci ha cucinato la fasoada, tipico piatto brasiliano, pollo , riso e insalata e , per terminare l’ ananas più buona mai mangiata. Oggi la giornata è splendida e avremmo voluto stenderci un po’ al sole prima dell’ uscita pomeridiana , quindi, abbiamo deciso, con l’ aiuto di Paolo, di raggiungere da soli il pontile, visto che dista solo pochi metri dalla terra ferma, lasciando che Tarzan pranzasse tranquillo con la sua famiglia… non lo avessimo mai fatto !E’stata un’ impresa accostare al pontile e risalirlo tutti, tranne Paolo che è rimasto a bordo per girare la canoa in modo da poterla ancorare, ma, peccato ne abbia perso il controllo e in men che non si dica si è trovato al centro del lago annaspando per riavvicinarsi a riva. Roby , per tentare di avvicinrgli la corda lanciatogli, ha posato il piede su di una delle tante canoe ormeggiate, è caduto in acqua e in un attimo la canoa si è inabissata e , affondando ha perso il motore e la pagaia . Giò si è tuffato per recuperare il remo mentre noi tutti ci siamo prodigati per tirare in secca la canoa . Nel frattempo Tarzan sentite le nostre grida ci è corso in aiuto, si è tuffato e, dopo un paio di tentativi è riuscito a recuperare il motore, che poi hanno cercato in tutti i modi di farci pagare malgrado fosse solo bagnato . L’ inconveniente è stato brillantemente risolto in poco più di 15 minuti dal nostro “ capitano”; abbiamo comunque passato un gran brutto quarto d’ ora ! Verso le 3 siamo ripartiti in canoa inforcando un una rete di canali minori , cercando di pescare o avvistare qualche animale ma, pare siano andati tutti in ferie ! Il panorama però è grandioso: l’ acqua quasi ferma su cui galleggiano foglie e fiori, rami che affiorano dall’ acqua simili a giganteschi serpenti, altissimi tronchi morti svettano alti verso il cielo con le radici affondate nella laguna da rendere il paesaggio quasi spettrale. Rientrati su Andiroba ci aspetta una spettacolare caipirinha all’ ananas …da ubriacarci ! Abbiamo cenato con una “napoletanissima” pasta e patate e poi complice la mega caipirinha alle 9 eravamo già tutti a letto !

IX GIORNO DOMENICA 20/11

Dopo colazione siamo partiti con la lancia per visitare uno degli ultimi artigiani che lavorano la gomma. L’ Amazzonia è stata per oltre un secolo il più grande produttore di caucciù al mondo , oggi abbondantemente surclassata dall’Indonesia. Il viaggio è durato più di un’ ora , dopo aver percorso il rio Juma abbiamo svoltato sul Rio Mamuri, le cui rive sono meno selvagge, infatti ogni tanto si trova qualche abitazione, qualche mandria al pascolo, qualche casa galleggiante. Lasciata la barca ci siamo inoltrati nel bosco dove abbiamo potuto vedere alcuni alberi tipici della flora amazzonica, tra cui l’andiroba, una sorta di grossa castagna da cui si estrae un olio efficace come repellente , e naturalmente l’ albero della gomma , la cui corteccia è incisa da tagli obliqui da cui sgorga un liquido denso biancastro: il caucciù. L’ artigiano ci ha mostrato come si fabbricano oggetti di caucciù iniziando da uno stampo in legno che viene ricoperto di caucciù , e lo si fa asciugare grazie ad un getto di vapore , per poi ripetere l’ operazione più volte fino ad ottenere lo spessore desiderato. Spesso per terminare un oggetto si impiegano anche 5 o 6 ore. Dopo un doccia rigenerante abbiamo pranzato con i fantastici pesci amazzonici e poi il “ descanso” che è stato interrotto da un repentino acquazzone che ha fatto riparare tutti in cabina , per fortuna è durato solo pochi minuti! Verso le 3 Andiroba è salpata verso la baia di Boto , uno specchio d’ acqua è contornato da un lussureggiante vegetazione, dove ci si sente gli unici abitanti del paradiso terrestre. Oggi abbiamo esplorato una porzione di giungla definita primaria , perché non viene mai allagata , neppure durante la stagione delle piogge. Qui la vegetazione è fittissima , quasi impenetrabile , se non fosse per il machete di Tarzan; gli alberi sono altissimi , ne vedi a stento la sommità , con foglie grandi anche un metro. Stando il più possibile in silenzio abbiamo visto un tucano,un pappagallo verde, 2 scimmie e poi, abbiamo dovuto tornare, perché sotto quella fitta vegetazione era quasi buio . Tornando verso la canoa Tarzan ci ha mostrato il suo bivacco nella jungla , che era solo una tettoia senza neppure un pavimento ed un muretto di cinta , e come unica difesa un falò, il tutto decisamente poco rassicurante ! Saliti su Andiroba abbiamo sorseggiato caipirinha (ormai chiamata da tutti Tachipirina, la nostra medicina ) aspettando il buio per andare a caccia di jacarè . E’ stata un’ esperienza straordinaria navigare sulla canoa a pelo d’acqua sotto un cielo nero , senza luna, punteggiato da una miriade di stelle. Non si sentiva altro rumore che l’acqua increspata dalle pagaie, il gracidare delle rane, e il canto di un ‘ infinità di uccelli diversi . Tarzan era appostato sulla prua con una piccola torcia in mano ad illuminare la riva dove gli alligatori si appostano, e i cui occhi sono fosforescenti come quelli dei gatti. Dopo un paio di tentativi andati a vuoto e dopo aver assistito al tentativo di suicidio di un pesce che è saltato in canoa sui piedi di Nadia, Tarzan è riuscito finalmente ad afferrare a mani nude un piccolo caimano che ci ha mostrato e che abbiamo preso in mano per le foto di rito e che poi abbiamo lasciato andare. Tornati in barca abbiamo fatto un grande falò sulle rive dove abbiamo cotto un grande piranha nero e l’alligatore pescato da Francisco nel pomeriggio, di cui però si mangia solo la coda . Erano quasi le 9 ora in cui le altre sere eravamo già a letto cosi, non resistendo ai morsi della fame ci siamo fatti un piatto di fettuccine mentre aspettavamo che il pesce cuocesse. Alle 10 abbiamo potuto finalmente assaggiare lo jacarè , ha un sapore molto fine, a metà tra il pollo e il coniglio, la carne è bianchissima piuttosto nervosa , anche il piranha è saporitissimo senza il tipico sapore di terra di quasi tutti i pesci d’ acqua dolce … una splendida cena!

X GIORNO LUNEDì 21/11

Stamattina abbiamo poltrito fino alle 6 e dopo colazione abbiamo lasciato Botos per rientrare a Juma dove abbiamo imbarcato anche Francisco e la moglie ed abbiamo ripreso la navigazione verso Manaus , imboccando prima il rio Juma, poi il rio Mamuri fino a Tres Bocas. Abbiamo trascorso la mattinata in coperta a prendere il sole, a godere ancora dello splendido panorama e ad osservare i delfini che spesso nuotavano a fianco della nostra imbarcazione . Dopo il pranzo siamo nuovamente scesi per un’ ultima passeggiata nella jungla. Dopo un breve tratto di navigazione siamo saliti su per le rive perché Tarzan , in navigazione aveva visto un’ iguana sul ramo di un albero … veramente incredibile , io stentavo a vederlo anche mostrandomelo ! Dopo pochi passi ci siamo imbattuti in un branco di scimmiette piccole, veloci, con una lunga coda . Poi, all’ improvviso una sagoma grigia su di un alto ramo , simile ad un termitaio ma poi si muove, allunga lentissimamente un braccio … ecco il tanto cercato bradipo ! Che emozione! Ora non ci resta che il serpente ! Abbiamo girovagato ancora un po’ per la jungla , abbiamo trovato il giaciglio di un’ anaconda ma di quest’ ultima nemmeno l’ ombra , che peccato! Siamo ripartiti verso Arasè il posto in cui lasceremo la nostra amata Andiroba e alle cinque eravamo già attraccati in questo posto insulso , che ci pare ancora più squallido paragonato alla bellezza della jungla . Siamo scesi dalla barca per telefonare, sono 6 giorni che non diamo notizie a casa ma non siamo riusciti che a mandare pochi messaggi , probabilmente il campo era insufficiente per parlare con l’ Italia .Dopo “Tachipirina” e cena con pasta al tonno ci siamo ritirati molto presto.

XI GIORNO MARTEDI 22/11

Alle 6 abbiamo lasciato Andiroba nel porto di Arasè , con un pullmino abbiamo raggiunto il porto di Curiba , dove ci siamo imbarcati per attraversare il Rio Solimoes , l’ incontro de aguas , siamo approdati a Cearà e con un altro pullmino abbiamo raggiunto Manaus, la capitale dell’ Amazzonia. Avremmo dovuto intraprendere il tour della città , ma il solito “intoppo brasiliano” ha fatto si che slittasse tutto nel pomeriggio. Ci hanno quindi condotto in hotel , il “Brasil” ,situato in posizione centrale, a pochi metri dalla piazza del teatro, ha camere spaziose, dall’ arredamento trascurato e fin troppo spartano, il bagno è piccolissimo, l’ acqua quasi mai calda, i vetri, anziché avere le tende sono stati verniciati con vernice nera… se non fosse per i 20 euro a notte sarebbe da fuggire! Inoltre nella hall e nel salone ristorante il livello dell’ aria condizionata è talmente alto che non si può entrare se non si ha almeno una felpa addosso, una consuetudine brasiliana veramente fastidiosa e… pericolosa! Verso le 9.30 siamo andati a passeggiare in città con Paolo; le vie sono pienissime di banchetti, gente che va e che viene in un traffico caotico . Al centro di un crocevia c’ era un enorme Babbo Natale sotto cui abbiamo scattato alcune foto: è così strano a 40° pensare al Natale, da noi associato al freddo e all’ inverno ! Siamo quindi giunti al porto dove si trova l’ elegante edificio coloniale della dogana con a fianco il faro . Di fronte si trova il mercato Lisboa , una struttura in ferro battuto progettata da Eiffel e pare sia molto simile al mercato di Parigi. Abbiamo visitato la sezione delle carni , sempre piuttosto sgradevole , e poi la sezione turistica dove abbiamo comprato dei presepi dentro le zucche e il solito piatto. Abbiamo pranzato in un ristorante al “kilo” , dove, dopo esserti servito al buffet ti pesano il piatto e paghi il cibo a peso, la varietà è tanta, la qualità scadente e, in proporzione i prezzi non sono poi così economici. Prima di partire per il city tour abbiamo telefonato a casa, ci siamo procurati la carta telefonica internazionale ma è veramente un ‘ impresa riuscire a trovare un telefono pubblico funzionante e poi ancora più difficile riuscire a prendere la linea: risultato che dopo un’ ora di tentativi sono riuscita a chiamare solo uno dei miei figli ! Alle 2 Tarzan è venuto a prenderci e ci ha condotto al Museo Indios , 6 sale in cui sono raccolti manufatti di diverse tribù amazzoniche. Ci siamo quindi diretti al mercato della frutta dove ci ha veramente sbalordito il numero impressionante di banane, quello ortofrutticolo, quello del pesce e per ultimo quello della medicina tradizionale. Ripreso il taxi siamo finalmente giunti sulla piazza antistante il teatro “Amazonas” , una splendida costruzione ottocentesca risalente all’ epoca fiorente del commercio della gomma , sormontata da una maestosa cupola rivestita di maioliche colorate. L’ interno sontuoso contiene circa 700 spettatori, ha eleganti poltrone foderate in velluto rosso, colonne in marmo, balaustre in ferro battuto. La grande cupola è stata affrescata da famosi pittori europei dell’ epoca . Al primo piano c’ è una bella sala da intrattenimento con parquet intarsiato e lampadari di Murano , con un balcone che si affaccia sulla piazza sottostante. C’ è , inoltre una sala adibita a museo in cui sono stati esposti costumi di scena. La piazza antistante è la piazza Sao Sebasiao al cui centro si trova il monumento ai 5 continenti ed ha una pavimentazione a onde bianche e nere che simboleggiano il Rio Negro e il Rio Solimoes, su di essa si affaccia anche l’ omonima chiesa. Ci siamo fermati all’ “ African House “ il locale più celebre di Manaus dove si possono gustare frullati di frutta amazzonica veramente eccellenti, abbiamo conosciuto la “ graviola “ un frutto veramente delizioso! Seduti al tavolo abbiamo discusso con Tarzan per l’ organizzazione della gita di domani , che , malgrado le mie insistenze per avere un preventivo il più preciso possibile , oggi è letteralmente raddoppiato…. Come si suol dire : siamo in Brasile! Siamo rientrati in hotel per una doccia e poi siamo usciti per cenare, la churrascheria consigliata sulla Lonley Planet è solo aperta a pranzo, e così tutti i ristoranti tipici… dopo aver girovagato un po’ alla cieca con il “terrore “ di allontanarci troppo abbiamo finito con il mangiare un panino in un chiosco di kebab a fianco del nostro hotel… che tristezza !

XII GIORNO MERCOLEDì 23/11

Stamane si sarebbe potuto dormire , ma la sveglia di Andiroba non ci ha abbandonato così alle 6 eravamo già svegli , prima delle 8 eravamo a far colazione con un buffet veramente vario ma di scarsa qualità . Alle 9 Tarzan è venuto a prenderci, abbiamo raggiunto il porto a piedi dove abbiamo preso una lancia poi, alla moda brasiliana, prima ci siamo fermati a far benzina, poi a recuperare un cassone di polistirolo che funge da frigo e, per ultimo abbiamo affiancato una chiatta da cui abbiamo comprato il ghiaccio e, finalmente siamo partiti. La navigazione è durata circa un’ ora, siamo passati sotto un altissimo ponte inaugurato da alcune settimane che collega il centro di Manaus all’ altra sponda del Rio Negro , lungo circa 3,5 km. Siamo così giunti a Praia do Toupè , abbiamo attraversato una spiaggia bianchissima dalla sabbia fine poi ci siamo inerpicati su di un’ altura dove si trova un villaggio indios. Siamo stati accolti sotto una grande tettoia fatta di fronde dove gli indigeni hanno interpretato per noi 5 o 6 danze tradizionali accompagnate dal suono di alcuni strumenti tradizionale costruiti con zucche o canne. Le donne, a seno nudo, indossavano gonnelline di rafia mentre gli uomini avevano i fianchi cinti con foglie e sul davanti una lunga striscia di stoffa per coprire le pudenda, in testa portavano un copricapo fatto con le piume colorate di pappagallo. Entrambe , così come i bambini , si dipingono con un frutto che da cui si estrae una sorta di inchiostro e il segno rimane per 6/ 7 giorni. Terminato lo spettacolo ci siamo rilassati su di una spiaggia bianchissima che si affaccia su di un laghetto tra gli alberi : un posto fiabesco. La leggenda vuole che il lago fosse abitato da un’ anaconda lunga 12 m, e grazie ad un rito propiziatorio ogni volta che un uomo si bagnava in queste acque , l’ anaconda si girava e non gli faceva alcun male. Dopo aver trovato refrigerio in quelle calde acque limpidissime siamo tornati al villaggio per consumare il pranzo , anche oggi squisito pesce alla griglia. Verso le 3 ci siamo spostati su di un’ altra spiaggia sempre bianchissima ma qui l’ acqua è nera, colore della coca cola, ed è veramente inquietante in 30 cm d’ acqua non riuscire a vederti i piedi ! Verso le 16.30 siamo ritornati a Manaus e, dopo la doccia abbiamo optato per cenare al “Giratorio” un ristorante posto su di una torre sopra l’ hotel “Taj Mahal” su di una piattaforma rotante da cui si ammira uno stupendo panorama della città. Come l’ hotel di cui fa parte il ristorante è molto elegante, i piatti ben presentati buoni, ma non squisiti. Dopo Cena siamo tornati all’ African Hose per la caipirinha quotidiana e poi alle 10 a nanna.

XIII GIORNO GIOVEDì 24/11

Verso le 9 siamo partiti per Presidente Figuereido, una località sita nella foresta amazzonica che dista circa 100 km da Manaus.Attraversato il caos cittadino abbiamo infilato una strada lunghissima che taglia la foresta come un lunghissimo nastro nero diritto tra alberi altissimi, pozze d’ acqua,e, sporadicamente , qualche radura in cui si trova una casa isolata. Dopo più di un’ ora siamo arrivati alla prima cascata : la “cachueira do Santuario”, detta così per la piccola edicola rappresentante la Madonna che la sovrasta, che abbiamo raggiunto dopo una breve passeggiata su di un sentiero di terra battuta tra la foresta . La cascata fa un salto piuttosto alto e alza schizzi di schiuma e vapore e, quando riprende a scorrere tranquilla vi si forma una schiuma biancastra dall’ aria dubbia. Tarzan afferma si origini da una decomposizione di vegetali ma sembra proprio schiuma di residui industriali, anche se nelle vicinanze non abbiamo visto alcuno stabilimento, comunque, non abbiamo fatto il bagno. La seconda tappa non è ad una cascata vera e propria ma una sorta di cateratta che termina in un grande lago . Qui la schiuma non c’ era ed il caldo era veramente torrido così abbiamo fatto il bagno in un’ acqua limpida ma del colore del tè , molto fredda rispetto a quella del Rio Negro , infatti arriva dal Picco di Neblina, una delle maggiori vette amazzoniche. Qui la corrente è fortissima, è praticamente impossibile nuotare ma rimanendo seduti sulle rocce si gode di un piacevolissimo idromassaggio. Abbiamo pranzato in un ristorante sulle rive del fiume e per fortuna abbiamo ordinato una porzione in 2 perché abbiamo stentato ugualmente a finirla ! Siamo ripartiti verso la terza cascata della giornata , nei pressi di Presidente Figuereido ce ne sono più di 200, e, anche qui abbiamo fatto una piacevole passeggiata nella foresta all’ ombra delle fronde fino ad arrivare ad una pozza dove si trovano ben 2 cascate una fine fine, l’altra più grande ed impetuosa . Dopo una doccia sotto lo scroscio di questi salti d’ acqua abbiamo ripreso la via del ritorno . Il programma avrebbe previsto la visita di un’ altra cascata ma essendo quest’ ultima simile ad una delle precedenti e, visto che per ogni cascata si deve pagare dai 5 ai 10 real abbiamo pensato di non andare. Malgrado avessimo il trasporto verso l’ aeroporto compreso, e Paolo essendo partito stamane, Tarzan ha preteso che ci pagassimo il tragitto per l’aeroporto, ben 80 real , decisamente non poco! Dopo la doverosa doccia, la consueta caipirinha all’ African House e, anche se ben sappiamo che la pizza fuori dai confini italiani è una grande delusione pare che la sera a Manaus siano aperte solo pizzerie ,così abbiamo optato per la pizzeria “Scarola” descritta dalla Lonley Planet come una delle migliori della città … Dopo cena ci siamo fermati per una birra al bar “Armand”, un bar frequentato solo da brasiliani dove si fa musica dal vivo. Tutto il marciapiede è ingombro di tavolini di plastica tutti stipati di gente e qui si fa una sorta di rodizio di birra, non appena si accorgono che la bottiglia è vuota te la sostituiscono con una piena finchè tu non li fermi. E’ stata una serata veramente piacevole !

XIV GIORNO VENERDì 25/11

Stamane abbiamo rifatto le valigie ed avendo sbagliato a comunicare a Tarzan l’ ora della partenza lo abbiamo contattato, dapprincipio ha fatto un po’ di storie poi ha promesso un taxi per le 12 che verrà a prelevarci dalla hall dell’ hotel , lo abbiamo salutato e gli abbiamo lasciato una piccola mancia, che con il senno di poi non sarebbe veramente stata necessaria , e, poi, siamo andati a fare un giro per i mercati della città. Abbiamo inoltre visitatato la Cattedrale o L’Igrea Matrix che si affaccia sulla piazza dell’ orologio , piuttosto essenziale e dalle linee pesanti. Sul mercato artigianale ci siamo sbizzarriti negli acquisti e , poi siamo rientrati in hotel per la partenza. Il nostro pranzo oggi è stato un gelato per assaggiare i gusti di frutta amazzonica; anche questa funziona a “kilo”: scegli il contenitore, lo riempi con i gusti di gelato che vuoi, se lo desideri aggiungi cereali, frutta, biscottini, granella, pesi e paghi. Prima di mezzogiorno eravamo in hotel e non avendo visto nessuno fin dopo le 12.30 presi dal panico ci siamo appellati agli impiegati della Gero Tours, l’ agenzia di viaggio che ha sede nella hall dell’ hotel che ci hanno chiamato un altro taxi, preannunciandoci che, vista l’ora di punta , avrebbe impiegato circa mezz’ ora ad arrivare. L’ autista inviatoci da Tarzan è arrivato alle 12.50 , con ben 50 minuti di ritardo così non siamo saliti ma abbiamo atteso quello chiamatoci da Gero Tours che puntuale è arrivato all’ una .Alle 13.30 eravamo in aeroporto e, fatto il check in , abbiamo sgranocchiato un sacchetto di pao de queijo veramente ottimo. Siamo decollati puntuali alle 15.25,abbiamo fatto scalo a Brasilia e siamo arrivati a Salvador de Bahia alle 23.45 e ad attenderci c’ erano i tassisti della pausada . La strada per arrivare al Pelurinho è piuttosto lunga e , malgrado non ci fosse traffico, abbiamo impiegato più di mezz’ ora per raggiungere l’ hotel.Le strade erano scarsamente pattugliate e le facce che si aggiravano nel centro storico erano tutt’ altro che rassicuranti, erano , però quasi le 2 di notte e , a quell’ ora è vivamente sconsigliato girare da soli, perché la sorveglianza diminuisce drasticamente. La pausada “Solar dos Romanos”è piuttosto pulita e graziosa , le camere sono molto grandi, i muri imbiancati di fresco, i materassi nuovi, ed è situato nel cuore del Pelurinho; l’ unico inconveniente è che non ha l’ascensore e le scale sono molto strette e ripide , per fortuna siamo al primo piano !

XV GIORNATA SABATO 26/11

Stamane , dopo una notte disturbata dall’ andirivieni di persone su per le scale, dalla musica a tutto volume per le strade e dalle zanzare, abbiamo avuto un brusco risveglio perché ieri sera ci siamo dimenticati di cambiare l’ ora al telefono , infatti gli altri avevano già fatto colazione ! Appena usciti si è messo a piovere così siamo tornati nelle stanze per prendere le mantelle poi ci siamo avviati su quella che è una delle maggiori piazze del Pelurinho :Terriero de Jesus su cui si affacciano ben 4 chiese . Stamane il Pelurinho ha tutto un altro aspetto rispetto a ieri sera :è animato e i negozi sono tutti aperti, trovi qualche venditore ambulante piuttosto insistente ma la presenza di un gran numero di poliziotti armati fino ai denti rende la zona decisamente sicura .Abbiamo deciso di iniziare la visita della città con la Cattedrale, che è una struttura seicentesca, con grandi altari laterali dorati, un soffitto ligneo, una bella sacrestia ma non siamo riusciti a comprenderla a fondo, vista l’ esiguità di nozioni in nostro possesso, quindi abbiamo ritenuto più opportuno affidarci ad una guida che ci conducesse nei luoghi più rappresentativi della città. Ci siamo rivolti al consorzio delle guide turistiche che in breve ci ha procurato una guida che capiva l’ italiano ma lo parlava pochissimo…Come prima tappa siamo arrivati al calle del Carme, dove è stato costruito il primo convento gesuita della città , che oggi è stato adibito a hotel a 4 stelle . Sulla piazza ancora oggi sono affacciate 2 chiese in una delle quali c’ è un prezioso crocifisso intagliato in un unico tronco e decorato con una miriade di rubini come se fossero gocce di sangue. Siamo scesi su largo del Pelurinho, una grande piazza in salita su cui si affaccia la facciata turchina della chiesa di Nostra Signora do Pretos, in cui la domenica si celebra la messa con rito afro-americano, peccato fosse in ristrutturazione. Il Pelurinho è il luogo della giustizia portoghese in cui era posizionato il palo a cui venivano legati gli schiavi per la pubblica fustigazione. Tornati su piazza Terrieros dos Dias abbiamo visitato la chiesa di San Francesco. Siamo entrati attraverso il chiostro decorato con stupendi azulejos , che ritraggono massime religiose a cui si ispiravano i religiosi prima di entrare in convento . L’ interno è un tripudio di stucchi dorati, per i quali sono occorsi 170 kg di oro. Tra immagini di putti e santi ci sono nascoste figure pagane scolpite da schiavi neri che hanno voluto mimetizzare simboli africani tra quelli cattolici. Abbiamo proseguito verso praca da Sé in cui si trovano 2 fontane e l’ ascensore Lucerda che collega la città alta alla città bassa e da qui si può ammirare uno splendido panorama sulla baia di Todos Santos. Dopo una breve sosta in cui ci siamo rinfrescati con un succo di frutta abbiamo ripreso la visita delle altre zone della città in taxi, che ci ha subito portato alla piazza dell’ indipendenza, dove , al centro del parco c’è una statua che rappresenta un indio che schiaccia un serpente (cioè il conquistatore portoghese ) . Abbiamo proseguito verso il parco di Tororo , in cui un grande lago originariamente divideva il quartiere portoghese da quello olandese. Oggi al centro del lago ci sono grandi statue che raffigurano i costumi del Condomblè , un rituale che ancora oggi si celebra fra le comunità nere in cui vengono effettuati rituali animisti, malgrado ormai professino tutti la religione cattolica. Siamo poi giunti nel quartiere di Barra il più turistico di Salvador , pieno di locali sulla spiaggia , centri commerciali, e grandi hotel. C’ è una lunga passeggiata che costeggia la grande spiaggia e termina con un faro posizionato al centro di un piccolo fortino d’ avvistamento portoghese. Abbiamo percorso tutta la costa fino ad arrivare all’ altro lato della baia di Todos Santos. Da questa parte i quartieri sono popolari con belle case in stile coloniale ma completamente in rovina , Il porticciolo viene denominato il cimitero delle barche tanto è in stato di abbondano. L’ ultima tappa è stata alla chiesa di Bonfin . E’ una chiesa settecentesca costruita da un portoghese salvatosi da un naufragio ed è celebre perché si va lì a chiedere la grazia per una guarigione. Sul sagrato ambulanti vendono dei nastrini colorati con su scritto il nome della chiesa che si legano al polso e si lasciano finchè non si strappano da soli. Tutta la cancellata è ricoperta da tali nastrini colorati . L’ interno non è di gran pregio e, lateralmente si trova una sala di ex voto dove al soffitto sono appese gambe, braccia, mani, cuori, teste in gesso, dono di coloro che hanno ricevuto la grazia.Siamo tornati in hotel per una velocissima doccia perché alle 19 sarebbero venuti a prenderci per portarci ad assistere ad una cerimonia del condomblè che viene fatta nelle case dei nativi africani . Ci hanno condotto in un quartiere popolare di periferia scarsamente illuminato ,dopo aver percorso una lunga via sterrata osservati di sottecchi dagli abitanti siamo arrivati in una grande sala illuminata e ben addobbata , gli uomini tutti seduti su di un lato, le donne sull’ altro. Dopo poco sono entrate alcune donne vestite di bianco che ballavano in cerchio e che talvolta cadevano a terra e si rotolavano al ritmo dei tamburi suonati dagli uomini . Dopo più di un’ ora sono uscite tutte per il cambio d’ abito e a noi sono stati offerti piatti di cibo . Dopo mezz’ ora sono rientrate ognuna con un abito diverso e hanno ricominciato a ballare in trance seguendo ad occhi chiusi i passi dell’ orisha , cioè l’ uomo che incarna lo spirito che le ha possedute. Verso mezzanotte siamo stati ricondotti in hotel mentre il rito continuava forse fino al mattino.

XVI GIORNATA DOMENICA 27/11

Stamane sveglia alle 6.30 per andare a Praia do Forte e malgrado lo avessimo chiesto non siamo riusciti ad avere neppure un caffè per colazione.Il pullman ha fatto innumerevoli tappe per raccogliere tutti i passeggeri e, alle 10.30 siamo giunti al centro Tamar, il centro di protezione per le tartarughe marine. E’ un centro di nuova concezione con un gran numero di piscine dove si possono osservare ben 6 specie di tartarughe marine e molti pesci della fauna ittica locale . Sulla spiaggia antistante il centro , di notte le tartarughe vanno a nidificare e, i volontari del centro vanno in cerca di tali nidi che,poi isolano e proteggono con reti fino alla nascita dei cuccioli , così che possano prendere il largo indisturbati. All’ uscita del centro c’ è una boutique che vende capi d’ abbigliamento e gadget per finanziare il progetto. Praia do Forte ha un bellissimo lungomare affiancato da una miriade di negozi eleganti, bar e ristoranti, il classico posto di villeggiatura. Verso mezzogiorno ci siamo diretti sulla spiaggia di Guarajubara dove abbiamo deciso di pranzare in uno dei numerosi choschetti con tavolini ed ombrelloni , spizzicando qualcosa senza appesantirci, prendendo il sole e facendo il bagno. Abbiamo deciso per 2 porzioni di gamberi, arrivate a più di un’ ora di distanza l’ una dall’ altra e … per la “modica” cifra di 80 reals… Abbiamo passeggiato sulla spiaggia fino a raggiungere l’ altro versante non occupato dai tavolini e dove l’ atmosfera è molto più tranquilla e poi siamo ripartiti alle 16.30. il ritorno è stato frammentato da mille tappe per riportare ognuno al proprio hotel, tutti, tranne noi che siamo stati lasciati nel garage dei pullman , perché l’ autista aveva voglia di tornare a casa prima , così ha addotto la scusa che era domenica e c’ era troppo traffico… per fortuna avevamo già fatto quella strada il giorno precedente e sapevamo in quale zona del Pelurinho ci trovavamo . Ogni volta che si tenta di discutere con un brasiliano, costui si tricera dietro un “no intiendo “ e le nostre rimostranze sono sempre inutili ! Dopo la doccia abbiamo deciso di concederci una cena degna di tale nome , visto che erano ben 3 sere che si saltava o quasi . La scelta è caduta su “Mamma Bahia” un locale elegante con tavoli sulla via da cui abbiamo potuto assistere all’ andirivieni di gente che , come ogni domenica, festeggia. Abbiamo cominciato con un piatto di bolinhas de bacaliau e poi abbiamo assaggiato la celeberrima”mocheca “ , una sorta di zuppa di pesce misto cotta nel latte di cocco, una vera delizia ! Dopo cena ci siamo recati al Terriero de Jesus a la “Cantina de Lua” dove c’ era un gruppo che faceva musica dal vivo ma, appena avuta la “tachipirina “ quotidiana il gruppo ha finito di suonare… un buon incentivo per andare a dormire presto!

XVIi GIORNO LUNEDì 28/11

Oggi relax : abbiamo fatto colazione alle 8.30 poi abbiamo preso un pullman di linea per le spiagge. Il capolinea è a Praca da Sé , siamo saliti sull’ autobus , per nulla affollato che per la folle cifra di 2,5 reals ci ha condotto , in meno di un’ ora alla spiaggia di Piatà , una lunga spiaggia bianca attrezzata con tavolini ed ombrelloni ma, prima di scendere sulla spiaggia abbiamo visto un cartello con su scritto “ bath forbidden- polluted” , così abbiamo proseguito fino alla spiaggia successiva segnalata come “fine” . Abbiamo camminato per un lungo tratto sul bagnasciuga e poi ci siamo fermati davanti ad una piscinotta naturale riparata dalle onde violente dell’ oceano e ci siamo stesi al sole, non dopo aver assicurato gli zaini alle sedie , anche se erano pressoché vuoti, (non abbiamo portato neppure le macchine fotografiche), tanto ci avevano terrorizzato dei furti in spiaggia . Tutte queste precauzioni alla fine, sono risultate eccessive, in spiaggia c’ erano famiglie, ragazzi più attirati da un pallone che da noi, qualche ambulante neppure poi cosi insistente, comunque sempre meglio sopravalutarlo un problema che sottovalutarlo ! Il nostro pranzo è stato “cocco gelado”, acaraje ( frittelle di farina di fagioli farcite con gamberetti secchi ) e quijo alla brace. Ci siamo cotti a puntino fino alle 16 e poi abbiamo ripreso l’ autobus per il Pelorinho, che rispetto all’ andata era piuttosto affollato, anche perché è quello che conduce all’ aeroporto. Alle 17.30 eravamo nel Pelorinho e ne abbiamo approfittato per terminare gli acquisti. Dopo un paio di negozi con merce scadente e prezzi alti , ci siamo fermati a lungo nella bottega di una simpatica signora che ci ha lasciato provare magliette e ogni sorta di capo e tutti noi abbiamo acquistato. Giò voleva comprare una tela con le immagini del Pelorinho e dopo averne esaminate alcune abbiamo deciso per una striscia lunga e stretta che abbiamo così arrotolato e riposto in valigia. Verso le 8 cena al “Jardin dos delicias “ arredato in modo ricercato , con un patio interno dove abbiamo cenato a lume di candela dove una cantante si esibiva in pezzi melodici brasiliani ed americani.

XVIII GIORNO MARTEDI 29/11

L’ ultima mattinata carioca l’ abbiamo dedicata allo shopping: mi mancava ancora un pensiero per Enrico e uno per Claudia, ma poi, a forza di girare ho finito col comprarmi un’altra maglietta ed il regalo di Natale per Filippo. La giornata è splendida , abbiamo scattato foto incredibili all’ architettura colorata dei palazzi diventati patrimonio dell’ Unesco, e alle numerose bahiane che affollano le strade con i loro visi sorridenti , gli abiti coloratissimi con sotto il cerchio per tenerli ancora più larghi. Abbiamo inoltre approfittato per visitare una delle 4 chiese che si affacciano su Terrieros do Jesus : San Domenico. E’ una chiesa settecentesca con soffitto in legno dipinto, con stucchi dorati, grandi statue di santi, molto simile ad altre già visitate. Singolare è la sacrestia con un altare bianco e rosa simile ad una bomboniera ! A mezzogiorno ritrovo nella hall dell’ ostello per recarci sulle spiagge , il proprietario ci ha confermato il taxi per domattina e , vista l’ ora della partenza , ha preferito che saldassimo ora il conto , peccato che fossero sforniti di bancomat, cosi abbiamo dovuto recarci nuovamente a cambiare ! Abbiamo preso l’ autobus a Praca da Sé e siamo arrivati alla spiaggia di Itapua , a detta delle nostre guide, la più bella . Anche oggi abbiamo percorso un lungo tratto di spiaggia sul bagnasciuga per trovare un posto non troppo affollato . Ci siamo fermati su di una punta sotto un grande ombrellone, abbiamo preso il sole comodamente sdraiati su lettini, fatto brevi bagni giusto per rinfrescarci perché qui l’ acqua non è bella, forse non è sporca, ma, data la violenza della corrente è torbida e spesso si trovano sacchetti o bottiglie di plastica che galleggiano perché abbandonate sulla rena ,e, quindi, non fa piacere bagnarsi! All’ ora di pranzo ci aspettava un’ altra delle “sorprese brasiliane” : abbiamo ordinato 2 porzioni di bolinhas , ne hanno portata una e, dopo mezz’ ora di attesa siamo andati a sollecitare la seconda che, non sarebbe mai arrivata perché ne erano sprovvisti, peccato che la prima l’ avessimo mangiata tutta io e Giò lasciando il povero Roby a digiuno perché non ci avevano avvertito quando ci hanno servito la prima porzione . Per fortuna siamo riusciti a rimediare qualcosa dal chiosco a fianco ! Qui , dopo quasi 20 giorni di Brasile abbiamo visto 3 brasiliane degne di tale nome: sotto l’ ombrellone di fianco al nostro c’ erano tre ragazze, se pur giovanissime, che indossavano un perizoma sfoggiando un “culetto” notevole. Abbiamo notato che la stragrande maggioranza delle donne è quasi obesa con sederoni enormi e altrettanti addomi quasi penduli probabilmente dovuto al numero di gravidanze e ciò ci ha reso “orgogliose “ dei nostri fisici non così sfatti di quasi cinquantenni! Malgrado queste icone di bellezza siano veramente rare tutte indiscriminatamente indossano perizomi piccolissimi che si perdono tra rotoli di grasso ! Dopo pranzo abbiamo fatto una lunga passeggiata fino al faro di Itapua . Verso le 6 siamo rientrati con un autobus affollatissimo da cui abbiamo assistito ad un tramonto memorabile e siamo giunti in praca da Sé che era già buio. Praca Terrieros do Jesus era già tutta un fermento: il martedì sera , come la domenica sera è festa grande nel Pelurinho: ovunque c’ erano bancarelle che vendevano cibo con tavolini sparsi su tutta la piazza e gente che montava un palco. Una doccia veloce e una sistemata ancor più veloce alle valigie e via giù in strada a respirare ancora per poco quest’atmosfera gioiosa di festa. Stasera abbiamo cenato in un graziosissimo locale posto al primo piano , le cui finestre si affacciano sulla via principale, peccato che la cena non fosse all’ altezza delle aspettative! Dopo cena siamo scesi in strada attirati da un rullare di tamburi , una banda di percussionisti bravissimi percorreva tutte le principali vie del Pelurinho seguiti da una folla di persone che ballavano, applaudivano , bevevano birra . Li abbiamo seguiti anche noi per un tratto, poi, giunti sulla piazza, siamo stati un po’ sotto il palco ad ascoltare il gruppo che suonava. Dopo un ultimo gelato al mango e un’ ultima visione della piazza del Pelurinho per imprimerla profondamente nella nostra mente siamo andati a nanna… domani partenza molto prima dell’ alba!

XIX GIORNO MERCOLEDI’ 30/11

Sveglia prima delle 4 , con gli occhi gonfi per il sonno abbiamo chiuso le valigie e, alle 4.20 i tassisti sono venuti a prenderci per portarci all’ aeroporto. Dopo 20 minuti eravamo al check in ed abbiamo scoperto che il nostro volo sarebbe partito un’ ora dopo … un’ ora di sonno persa! Alle 7.20 siamo decollati puntuali ed atterrati a Rio alle 9,40 e non saremmo ripartiti fino alle 16.45. A questo punto ci siamo informati se fosse stato possibile trascorrere qualche ora in città , ma, nulla da fare : il pullman di linea impiega più di un’ ora ad arrivare a Copacabana, il taxi ha prezzi proibitivi, ci costa 50 real a testa per lasciare in custodia i bagagli , quindi non vale la pena spendere una tal cifra per poco più di 2 ore . Abbiamo così girovagato un po’ per l’aeroporto ma è uno dei più squallidi mai visitati , ci saranno 10 negozi in tutto ! Abbiamo mangiato l’ ultimo pao de queijo in un bar e appena aperto il check in siamo andati ad imbarcare i bagagli e, qui , l’ ultima bella sorpresa dell’ Alitalia . Ci siamo presentati al banco tutti e 6 insieme ed abbiamo imbarcato le valigie insieme, appena Nadia ha posato la sua valigia l’ impiegato si è accorto , come lo era già al mattino con il volo della Tam,che era 24,5 kg, un chilo e mezzo più del consentito , quindi volevano farle pagare il sovrappeso malgrado tutte le altre nostre valigie avessero un peso nettamente inferiore . Abbiamo discusso a lungo ma, forti del fatto che non capivano l ‘ italiano, sono stati irremovibili . A questo punto anche noi abbiamo deciso di non dargliela vinta : abbiamo sfasciato nuovamente la valigia,distribuito quel chilo e mezzo nei vari bagagli a mano e , finalmente siamo riusciti ad imbarcarle ! Inoltre ci siamo accorti di non poter comprare la tanto agognata cachaca perché , facendo scalo a Roma ce l’avrebbero sequestrata . Alle 16.45 siamo decollati e attorno alle 6 siamo atterrati a Roma e, dopo un paio d’ ore ci siamo imbarcati alla volta di Milano dove siamo atterrati alle 11.30 , tutto secondo i piani !

CONCLUSIONI

E’ stato sicuramente un viaggio difficile cominciando con la programmazione che, visti i prezzi elevati, ha dovuto essere più volte cambiata e rivista . Abbiamo dovuto cercarci tutto, dal volo aereo internazionale , al tour in Amazzonia, al tour di Rio, ai voli interni .Per quanto previdenti abbiamo cercato di essere abbiamo avuto spesso degli intoppi che hanno rischiato di minare la buona riuscita del viaggio.

La soluzione migliore per i voli interni è sicuramente il Brasil Pass , un biglietto che può comprendere fino a 5 voli in altrettanti aeroporti differenti , mentre il prezzo dei voli domestici è esorbitante, quasi quanto quello del volo internazionale. Giusto per risparmiare abbiamo tentato di acquistare un biglietto Rio –Manaus andata e ritorno via internet e ci costava poco più di 200 euro ,prezzo assolutamente conveniente, ma appena provavamo ad acquistarlo ci veniva chiesto il codice cpf , una sorta di codice fiscale dei cittadini brasiliani. Solo allora ci siamo accorti di essere sul sito brasiliano della Tam , cambiata la nazionalità , lo stesso volo costava oltre i 500 euro ! A questo punto abbiamo variato il nostro tour , abbiamo incluso Salvador de Bahia , e i nostri 5 voli li abbiamo pagati 450 euro , contro i quasi 600 di 2 soli voli .

Il Brasile è un paese pieno di contraddizioni si passa dai grattacieli ultra tecnologici alle favelas più fatiscenti , ma con bellezze naturali da togliere il fiato .

Gli italiani sono famosi nel mondo per la loro scaltrezza e sfacciataggine se non per la loro faciloneria , ma anche il più ingenuo dei brasiliani potrebbe farci da maestro ! Basti dire che il proprietario della barca è un napoletano e riuscivano senza sforzo tutti a menarlo per il naso ! I brasiliani sono sicuramente simpatici, sempre pronti a far festa , bevono birra ad ettolitri e caipirinha a mestolate ma sono completamente inaffidabili per quanto concerne orari , puntualità e precisione. Quando cerchi di far valere i tuoi diritti si trincerano dietro un “no intiendo” infatti tutte le persone in cui ci siamo imbattuti non parlavano altra lingua che la loro, né lo spagnolo, parlato in tutto il resto dell’ America Latina, né l’ inglese, figurarsi poi l’ italiano !

Eravamo spaventatissimi per ciò che avevamo letto sulla criminalità che pare sia diffusa un po’ ovunque ma soprattutto nelle grandi metropoli. Penso sia doveroso spezzare una lancia inproposito: abbiamo girato a lungo anche senza essere accompagnati e mai abbiamo avuto la sensazione di essere in pericolo. E’ vero che abbiamo evitato zone buie e poco frequentate, non abbiamo mai indossato gioielli o abiti appariscenti e abbiamo girato sempre con pochi contanti in modo da non indurre nessuno in tentazione.

Abbiamo portato caramelle e piccoli giochi da distribuire ai bambini , che abbiamo però riportato in Italia , infatti non abbiamo avuto l’ impressione della miseria , come abbiamo constatato in Africa , i bimbi sono tutti ordinati puliti e se doni loro una caramella vieni guardato con sospetto.

Un’ abitudine veramente deplorevole è l’ uso sconsiderato dell’ aria condizionata in tutti i luoghi pubblici , tanto da avere uno sbalzo termico di almeno 15 gradi ogni qualvolta si oltrepassa una porta . Anche se le temperature rasentano i 30° tenete sempre a portata di mano una felpa ogni volta che entrate in un ristorante , in un negozio, nella hall di un albergo , in un taxi, su di un bus turistico perché l’aria condizionata non viene nemmeno abbassata su apposita richiesta .

Rio è una città affascinante , piena di vita ,dalle spiagge lunghissime ,Salvador de Bahia una città multietnica molto “africana” dalle case multicolori e con campanili che si innalzano ogni pochi metri , ma il gioiello incontrastato per noi, è stato l’Amazzonia . E’ stata un’ esperienza unica ed indimenticabile rimanere immersi in questa natura selvaggia dove incontrare un altro essere umano è un evento veramente eccezionale.

Ancora un paio di consigli :

1) Non acquistate l’ escursione nella foresta di Tijuca , l’ unica particolarità è che è la foresta urbana più grande al mondo ma è sufficiente attraversarla quando si sale al Corcovado.

2) L’ escursione a Praia do Forte è decisamente troppo cara, 70 reals a testa, quando la corsa con autobus di linea costa 2,5 reals fino ad Itapua e poi circa altrettanto per arrivare a Praia do Forte, considerando poi che il biglietto per la fondazione Tamar non è incluso . Il tempo per arrivare a destinazione è pressoché lo stesso: l’autobus fa tutte le fermate mentre il bus privato si ferma presso tutti gli hotel della costa per caricare i turisti.

3) Due giorni a Manaus sono più che sufficienti, oltre al teatro Amazonas non ha attrattive rilevanti , è piuttosto fatiscente , molto calda con un tasso d’ umidità veramente fastidioso.

4) Non perdetevi l’ escursione a Praia do Toupè , dal porto di Manaus, è un luogo veramente incantevole, anche se sulle guide più accreditate non è citato.

5) Vi verrà sicuramente voglia di acquistare un paio delle celeberrime “Havaianas” , ce ne sono di coloratissime con fantasie assolutamente introvabili in Italia , ma ricordatevi che il numero segnato sulla suola è il numero brasiliano , che non corrisponde al numero europeo, che è segnato sopra la scritta “Havaianas”in caratteri microscopici.

6) Gustate assolutamente la carne nelle numerose churrascherie sparse per tutto il paese, il pao de queijo , la caipirinha e gli splendidi frutti amazzonici.

7) Non perdetevi una notte a Lapa (Rio de Janeiro) al Rio Scenarium, un locale dove si fa musica dal vivo veramente incredibile !

8) Se capitasse anche a voi un disguido sui voli, affidatevi al vostro agente di viaggio per ottenere una riprotezione in proposito.



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