Brasile – Nord Este, ROTA DAS EMOÇÕES

Attraversando i tre grandi parchi nazionali del Nord Este del Brasile: Lençois Maranhenses – Delta del Rio Parnaiba - Jericoacoara. Tappa conclusiva a Fortaleza e Canoa Quebrada.
Scritto da: Costanza Russo
brasile - nord este, rota das emoÇÕes
Partenza il: 06/08/2011
Ritorno il: 28/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
1° Giorno: 06-07/08 VR/Francoforte/Rio de Janeiro/FORTALEZA/ SÃO LUIS Partenza da casa alle 17,30. Viaggio senza imprevisti a parte un ritardo di quasi 1 ora della Luftansa per forte temporale su Francoforte. A Rio abbiamo dovuto ritirare i bagagli e nonostante viaggiassimo sempre con TAM, rifare il check-in per Sao Luis dove siamo arrivati dopo uno scalo tecnico a Fortaleza. Tam, con la quale abbiamo volato per quasi tutto il viaggio, si è dimostrata una compagnia puntuale e professionale. Cambiato 1.000 euro all’aeroporto di Rio (1€=2.10R$). In aeroporto il cambio è più favorevole rispetto a Sao Luis.

Arrivo a São Luis aeroporto ore 14:10. Alle 14.30 siamo già in taxi (34R$). Il tempo è parzialmente nuvoloso, 27C. Sistemazione presso la pousada Portas da Amazonia situata nel centro storico. La Pousada è carina, pulita e accogliente, in stile coloniale con cortiletti interni pieni di piante e uno adibito a sala colazione. La stanza è intima e suggestiva, con le pareti in pietra e lampade etniche dalla luce soffusa. Bagno spazioso con ampia doccia. Colazione abbondante e varia con frutta fresca, torte fatte in casa, uova, pane appena sfornato e succhi freschi.

Pomeriggio visita di Sao Luis. È domenica e quella che ci appare davanti sembra una città fantasma, le persone che incrociamo si contano sulla punta delle dita, qualche turista con macchina fotografica al collo, molti gatti scheletrici e impauriti dai nostri passi che echeggiano nelle strade deserte. Tutto chiuso, solo musica proveniente da qualche finestra aperta, qualche personaggio strano appoggiato all’uscio di casa. Il tutto trasmette una sensazione di pericolo incombente, di aria misteriosa e minacciosa. Sentiamo infatti degli schiamazzi: una rissa in corso con tanto di polizia! Continuiamo alla rinfusa e senza una mappa il nostro vagabondaggio, allontanandoci involontariamente dal centro storico. Le strade sempre più spettrali, nessuna macchina, anche i gatti sono scomparsi. Proseguiamo evitando i vicoli fatiscenti e isolati, le occhiate dei rarissimi gruppetti di ragazzi dai volti annoiati ma curiosi. Il primo impatto con la città è negativo ma avremo modo di ricrederci il giorno dopo, lunedì, quando la frenesia della giornata lavorativa rende tutto più vivo e dinamico dando uno stimolo positivo ai nostri occhi. Ceniamo nell’unico ristorante aperto, nella piazzetta del centro storico. Tavolini in mezzo alla via pedonale, sedie di plastica rossa, servizio lento e disordinato, ma il pesce alla griglia contornato da riso e patate burrose, è buono e saporito (80R$). Non vendono vino, solo birra e succhi. Ubriachi di stanchezza ci ritiriamo nel nostro fresco alloggio alle 23.00.

2 ° Giorno: 08/08 SÃO LUIS Il programma iniziale prevedeva la partenza al mattino alle 9.00 per Alcantara, isoletta ad un’ora di navigazione dalla città e rientro al tramonto per vedere i famosi Guaras, i tipici pennuti rosso corallo ma, purtroppo, la marea ci ha giocato uno scherzetto imprevisto e la barca è rimasta incagliata nella sabbia, concedendosi una giornata di riposo. Optiamo per le spiagge di Calhau e Caolho, a 30′ di taxi, nella parte nuova di Sao Luis. La spiaggia è lunghissima, deserta e molto profonda a causa della bassa marea. Sabbia color oro finissima, nessun lettino e ombrellone, solo bar/ristoranti con tavolini riparati dal sole sulla spiaggia. Dopo una lunga passeggiata, ci concediamo un po’ di refrigerio con una brocca di spremuta fresca ma facciamo appena in tempo a bere le ultime vitaminiche sorsate, che un violento acquazzone colpisce in pieno la nostra zona. Ci portiamo all’interno del ristorante, mentre fuori diluvia, e ordiniamo pesce fritto e due Carpirinha. Il tempo purtroppo non si rimette ma rimaniamo comunque sdraiati sulla sabbia umida a guardare il mare e le imprese di 3 omini (battezzati La banda bassotti) che in fila indiana vanno avanti e indietro con delle carriole cariche di sabbia, scaricandone inspiegabilmente il contenuto a mucchi in riva al mare. Al ritorno prendiamo l’autobus (2.10 R$), gremito di gente in rientro dal lavoro. Attraversiamo le zone residenziali di Sao Luis con le ville hollywoodiane, accostiamo i grappoli di grattacieli e hotel internazionali, percorriamo la via italiana, ci ritroviamo tra le case pericolanti e fatiscenti, oltrepassiamo il lungo ponte che ci porta verso la città vecchia e concludiamo pensando che, in fin dei conti, questa Sao Luis non è poi così male. Abbandoniamo l’idea di recarci presso il chiosco che ci è stato consigliato da dei simpatici ragazzi milanesi ospiti della nostra pousada, perché rapiti da l’atmosfera di festa e giovialità presente nella piazzetta di ieri, questa volta affollata e frizzante. Ceniamo accompagnati dalla musica brasiliana dal vivo abilmente proposta da un cantante e la sua chitarra. Cena da Antiga Mente. 105R$ Pernottamento presso la pousada Portas da Amazonia.

3° Giorno: 09/08 SÃO LUIS-SANTO AMARO- LAGOA GAVIOTA

Partenza al mattino ore 07:30 da São Luis con microbus (60R$ già pagati) organizzato da Giovanni per Santo Amaro, arrivo a Sangue alle 11.00. Sangue, che noi credevamo un paesino, si rivela essere un bar scalcagnato in mezzo al nulla. Scopriamo con stupore di aver perso la connessione con la Toyota 4×4, ce ne sono solo 2 al giorno e la prossima è alle 18.00! Questo vorrebbe dire passare ore in questo posto desolato in attesa di un fantomatico transfer. Ovviamente non c’è linea e il nostro destino sembra inevitabile, quando, per pura fatalità arriva una coppia di brasiliani con un transfer organizzato dal loro tour operator per Santo Amaro e ancora più inaspettatamente per la nostra pousada. Chiediamo loro un passaggio e loro accettano con estremo piacere. Gran botta di c…! Arriviamo a Santo Amaro, che dista solo 36 Km. dopo ben 3 ore, verso le 14.00, percorrendo una stretta strada sabbiosa che ci fa sobbalzare ad ogni giro di ruota della Toyota 4X4 completamente aperta. Incrociamo solo qualche capanna di paglia e fango (con paraboliche supertecnologiche!), molti asini, porcellini neri e galline. Guadiamo torrenti, attraversiamo pericolanti ponticelli di legno, prendiamo stradine sabbiose incorniciate da una fitta boscaglia. La Pousada Agua Doce è deserta e scopriamo di essere, insieme ai due brasiliani, gli unici ospiti. La camera è semplice e spartana. Cerchiamo di comunicare con la ragazza della reception ma è quasi impossibile. Parla solo brasiliano. Le linee telefoniche sono quasi inesistenti e sarà difficile essere collegati con il mondo anche nei prossimi giorni. Pranziamo in pousada e alle15.00 ci aggreghiamo ai brasiliani con i quali abbiamo ormai fatto amicizia (Pedro e Luziana di Sao Paulo) e con la Toyota raggiungiamo in 30′ il punto di partenza per l’escursione a piedi alla lagoa Gaviota. Il paesaggio lungo la strada è incredibilmente bello, un enorme giardino pieno di animali che si perde nell’acqua dolce di un laghetto, la macchia tropicale, dove si mescolano arbusti, fiori e piante basse, è verdissima. Ogni tanto qualche palma rompe l’omogeneità della vegetazione.

Il trekking in mezzo alle dune bianche come il latte e intervallate dalle diramazioni del lago, dura circa 01:30h. Un’esperienza indimenticabile anche perché in tutto questo silenzio ci si perde. Aspettiamo il tramonto tra bagni, salti, scivolate lungo le dune e fotografie. Bellissimo!

Ritorno subito dopo il tramonto e gustosa cena in pousada. Il paesino di Santo Amaro è composto da 4 strade di sabbia e pochi negozietti. Non si capisce come possa contare ben 4.000 abitanti… Ci fermiamo giusto per un gelato artigianale che ci serviamo da soli, pesandolo su una bilancia. Per chi ne avesse necessità per l’organizzazione dell’escursione alla Lagoa di Gaviota e per Betânia ci si può rivolgere direttamente alla pousada. Noi ci accordiamo con Renato, il contatto che ci è stato dato da Giovanni della Pousada di Jerico (Peixe D’Ouro) che è stato determinante per l’organizzazione di questo viaggio. Cambiamo il nostro programma di viaggio e decidiamo di ripartire domani stesso per Barreirinhas con l’opzione di Renato (300R$). Abbiamo infatti appreso dalla reception della pousada che se volessimo scegliere il loro transfer per Sangue, la sveglia sarebbe alle 3,30 della mattina, senza contare che una volta giunti là avremmo dovuto aspettare un fantomatico bus pubblico proveniente da Sao Luis che ci avrebbe dovuto scaricare a Barreirinhas. Di imprevisti ne abbiamo già avuti abbastanza e abbiamo capito che in questi posti le improvvisazioni sono da evitare!

4° Giorno: 10/08 SANTO AMARO/BETÊNIA/BARREIRINHAS

Un mondo incantato nel mezzo di migliaia di dune interposte tra migliaia di lagune; nel plenilunio della chiara notte l’astro d’argento cosparge di tenui colori lucenti le candide sabbie delle dune e le tiepide acque delle lagune si addormentano con la luna.

Partenza alle 08.00 con Ismael (parente di Renato) per Betania con Toyota 4X4. Raggiungiamo Betânia dopo un’ora e mezza e partiamo subito per il nostro trekking con la silenziosa guida che troviamo presso la casa dei nativi, che ci accoglieranno successivamente per il pranzo. Difficile descrivere quello che hanno visto i nostri occhi e le sensazioni provate in questi posti. Un susseguirsi di dune candide come la neve da una parte e verdissima vegetazione dall’altra. Nel mezzo il Rio Alegre, dai colori aranciati che noi con molto coraggio guadiamo diverse volte. La fresca brezza ci permette di non sudare nemmeno quando i nostri piedi sprofondano nella sabbia, nelle ripide salite per arrivare in vetta alle dune. Anche qui siamo le tre uniche persone a vista d’uomo. Anche qui un’immersione di silenzio e pace… Torniamo al “povado” di Betania dopo circa 2 ore, in anticipo, per il pranzo tipico. Ci servono gallinha caipira” con riso, fagioli e farinha. Tutto ottimo e gustoso. Alle 14.00 ripartiamo con la nostra taciturna e scontrosa guida (in questa vacanza sfateremo il mito che i brasiliani sono tutti solari e sorridenti!) e dopo aver attraversato il Rio con una barchetta e una breve passeggiata a piedi in mezzo a una boscaglia, arriviamo in un altro paesaggio mozzafiato. Una laguna dall’acqua caldissima circondata dalle bianchissime dune. Il richiamo è irresistibile. Dopo due secondi siamo in acqua e ci lasciamo coccolare per mezz’ora dalla leggera corrente. Torniamo al povado, paghiamo il pranzo e la guida (150R$) e da qui ripartiamo con Ismael, che nel frattempo si è fatto un lungo pisolino su un’amaca, per altre 2 ore di sobbalzi, guadi e silenzio. Arriviamo a Sangue alle 17,30 e a stento riconosciamo la baracca che ieri era solo un luogo dimenticato da Dio. Oggi c’è vita: macchine che passano, Toyota parcheggiate in attesa di clienti, gente che schiamazza e ride. Un posto completamente lontano dai nostri ricordi. Riprendiamo la strada verso Barreirinhas con Renato e arriviamo nella caotica cittadina alle 18,30. Moto e scooter ovunque, strade di sabbia che si mescolano all’asfalto, negozi fatiscenti all’esterno ma nuovi e curati all’interno, macchine di ultima generazione e asini con carretti. Il paese dei contrasti. Prendiamo una stradina di sabbia sulla quale si affacciano baracche simili a favelas e cominciamo a temere per quella che sarà la nostra sistemazione per le prossime tre notti. Arriviamo invece all’entrata quasi faraonica della Pousada Do Rio. Una fila ordinata di palazzine a due piani, con terrazzini muniti di amaca. La passerella che percorriamo durante la nostra perlustrazione, finisce ai margini del fiume. Una fitta vegetazione ne segue il percorso, l’acqua è marrone e inquietante. Sembra di essere in Cambogia. Ci accordiamo con il ragazzo di un’agenzia viaggi (Sao Paulo Eco turismo) per il “passeio” del giorno dopo ai Lencois (50R€ a testa) e ci ritiriamo nella nostra camera, carina e un po’ più decorata della precedente, per una doccia rigenerante. Stanchissimi per la giornata, optiamo per cenare presso la Pousada. Dallo striminzito menù scegliamo un hamburger e quello che io credo essere un pesce alla piastra… Mi arriva un piatto enorme di carne tagliata a pezzettoni e insaporita con peperoni e cipolla. Pur non amando la carne, la fame me la rende deliziosa. Per digerire i “mattoncini” appena ingurgitati, ci avventuriamo a piedi nelle stradine buie e sabbiose di Barreirinhas, per capitare casualmente sul lungolago. Capiamo perché eravamo praticamente gli unici a cenare in pousada! Qui c’è la “movida”. Ristoranti e chioschi di ogni tipo, luci e colori. Sembra di essere in un altro mondo. Racimoliamo le ultime forze e trascinando le stanche membra, torniamo in pousada. Decidiamo di rinunciare al sorvolo sui Lencois di domani per prenderci una mezza giornata di relax. Per una volta non mettiamo la sveglia…

5° Giorno: 11/08 BARREIRINHAS

Ci svegliamo alle 8.00 dopo un lungo sonno ristoratore. Buona colazione in Pousada a base di frutta squisita, torte, uova e toast. Il caldo oggi è veramente asfissiante e l’umidità è ai massimi livelli. È la prima volta che soffriamo così, di solito una leggera brezza mantiene l’aria più secca e fresca. Usciamo ugualmente, dopo l’ennesima doccia per il rituale giro del villaggio. Qualche negozio di abbigliamento, alcuni supermercati, una banca superaffollata, mototaxi ovunque. Alle 14.00 ci facciamo trovare pronti per il pick-up. Le escursioni organizzate non sono la nostra passione e quella di oggi conferma la regola. Veniamo caricati sul 4X4 insieme ad altre 6 persone, dopo 15′ arriviamo ad un porto e veniamo trasportati insieme al nostro mezzo di trasporto dall’altra parte del fiume. Il tragitto della Toyota per raggiungere le dune sembra un giro sulle giostre. É come essere sul vagoncino della Casa delle Streghe dove la macchinetta si muove a scatti e tu devi abbassare la testa perché sembra che tutto ti cada addosso. Il parco dei Lencois è spettacolare ma noi rimpiangiamo il silenzio, la pace, la mancanza di impronte o di persone che si intrufolano in ogni fotografia. Seguiamo la laconica guida fino alle lagune Peixe-Bonita-Esmeralda-Azul, soste per bagnarsi, cerchiamo a fatica qualche angolino solitario e non battuto dalle orme delle decine di persone che ci precedono. Camminiamo a lungo, forse 2 ore, e torniamo sulla duna più alta giusto in tempo per goderci un caldo tramonto con il sole calante speculare alla luna piena crescente.

Cena al ristorante Marina Tropical, all’inizio del Lungofiume, sul molo. Molto buono e intimo con i tavolini sul piccolo molo e la musica dal vivo. 150 R$ P.S. Per chi volesse effettuare il sorvolo (condizioni atmosferiche permettendo) occorre farselo prenotare magari con anticipo dalla pousada, come l’escursione dentro il parco. Prenotato l’escursione fino a Caburè e poi passaggio fino a Atins con agenzia Sao Paulo Ecoturismo (200R$). Pernottamento presso la pousada Pousada do Rio. NOTE: IL PARCO NAZIONALE DEI LENÇOIS SI ESTENDE SOPRA UN’AREA DI 155.000 ETTARI, É FORMATO DA MIGLIAIA DI DUNE E LAGUNE. QUEST’ULTIME SI FORMANO NEL PERIODO DELLE PIOGGE (INVERNO), CHE VA DA GENNAIO A MAGGIO, PER POI LENTAMENTE PROSCIUGARSI NEI MESI SUCCESSIVI AD ECCEZIONE DELLA LAGO A GAVIOTA, LAGUNA INSPIEGABILMENTE PERENNE. I MESI MIGLIORI IN ASSOLUTO PER VISITARE IL PARCO SONO GIUGNO E LUGLIO APPENA FINITE LE PIOGGE, CON SCARSISSIMO RISCHIO DEL PROLUNGARSI DELLE STESSE. NEGLI ANNI DI PIOGGIA NORMALE LE LAGUNE NON SECCANO COMPLETAMENTE PRIMA DELLA FINE DI NOVEMBRE.

6° Giorno: 12/08 BARREIRINHAS-ATINS Partenza al mattino (08:30) con lancia rapida per la discesa del Rio Preguiça con rotta Atins. Durante la navigazione di circa 3,5 h -4h sono previste tre soste la prima alla spiaggia di Vassouras , piccolo villaggio sito dentro i Piccoli Lençõis ed incontri ravvicinati con simpatiche scimmiette. La seconda al faro di Mandacarú alto 42metri dalla cui sommitá si gode un bellissimo panorama dell’estuario del Rio Preguiça. La terza a Caburè, lingua di sabbia che divide il fiume dal mare. Pranzo a base di pesce fritto, fagioli e riso (50R$). Durante la nostra escursione conosciamo Gianni di Milano, strano personaggio che dall’aspetto (baffoni, codino rasta, look da vecchio lupo di mare) sembra tutto tranne un professore di latino e greco. Da Caburè ci danno un veloce passaggio fino ad Atins. Man mano che ci avviciniamo alla riva, senza scorgere l’ombra di vita umana o avvistamento di un porto, i nostri timori si fanno sempre più reali. Veniamo letteralmente scaricati su una spiaggia deserta con tutti i nostri bagagli. Smarriti e perplessi ci guardiamo intorno e come per magia, spunta dalla boscaglia un ragazzo che ci dice che la pousada si trova dall’altra parte dell’isola. L’alternativa alla sua chalana* è un carretto trascinato da una specie di bue. Optiamo per il suo mezzo che ci costa 20R$ che spendiamo comunque con piacere. La pousada Rancho Do Buna è un paradiso immerso nel verde. Tutto costruito rigorosamente in legno e con materiale bioreciclabili, molto ben curato. Cani, gatti, oche, cavalli, pavoni, rane, galline, pulcini vivono tutti insieme in perfetta armonia. Monica, la gestrice, parla un perfetto inglese e a noi non sembra vero poter facilmente comunicare.

Ci facciamo una rapida doccia e partiamo quasi subito, insieme a una simpatica famiglia di francesi, per l’escursione alle dune (40R$ a testa). Il paesaggio richiama il percorso per il lagoa Gaviota. Una bucolica prateria acquitrinosa con mucche, pecore, capre, cavalli, muli che pascolano tranquillamente in questa oasi di pace. Classica passeggiata sulle dune e poi rituale, ormai quotidiano, del tramonto. Ceniamo nella spartana e rustica capanna di Dona Luzia, dove gustiamo dell’ottimo pesce (la specialità sono i gamberi di fiume) alla modica cifra di 55R$. Per finire lietamente la nostra escursione, risaliamo sulle dune rischiarate dalla luna piena, respiriamo a pieni polmoni quell’attimo fuggente e ancora sognanti torniamo in pousada. Concludiamo piacevolmente la serata intrattenendoci con due ragazze di Napoli molto simpatiche, Dolores e Silvana e, tra racconti di viaggi e attualità italiana, arrivano in fretta le 23,30. Morti di stanchezza ci ritiriamo sotto la nostra zanzariera (comunque invasa da zanzare!), salutiamo la famiglia di rane che alloggia nel nostro bagno, accendiamo la piccola torcia da minatore che ci siamo portati preventivamente da casa e, dopo 2 righe di lettura, ci addormentiamo accompagnati dai versi degli animali della bella fattoria.

* CHALANA : IMBARCAZIONE TIPICA LOCALE COSTRUITA IN LEGNO CON MOTORE ENTROBORDO, CAPACE DI TRASPORTARE FINO AD UN MASSIMO DI 10-12 PASSEGGERI COMPRESI I BAGAGLI.

7° Giorno: 13/08 ATINS-SPIAGGIA-CANTO DE ATINS-ATINS Per mancanza di contanti (qui non accettano carte ed è un grande problema perché la banca si trova solo nelle cittadine più grandi difficilmente raggiungibili), rinunciamo al passeio per Lagoa Verde e ci incamminiamo a piedi verso la spiaggia, resa lunare dalla bassa marea. Attraversiamo l’estesa prateria, passando accanto a capre curiose e mucche vigili e arriviamo nuovamente alle dune di Canto de Atins, dove scegliamo la nostra laguna personale per rinfrescarci. È incredibile come alle 13.00 si senta il sole scottare ma non si avverta minimamente il caldo. Torniamo in pousada e ci rilassiamo un po’ in piscina dove veniamo raggiunti da mucche e cavalli, cacciati a breve dai cani “guardiani” del rancho. Su suggerimento di Monica arriviamo fino al fiume. Lo percorriamo seguendo la corrente, appollaiati sulle camere d’aria messe a disposizione dalla pousada, nuotando solo con le braccia. Dopo un’ora, subito dopo il rosso tramonto, cominciamo a preoccuparci. Attorno a noi solo acqua marrone e mangrovie, dietro di noi la luna crescente. Nuotiamo più velocemente con la speranza di trovare il catamarano giallo che avrebbe delineato il punto d’arrivo e, dopo diverse bracciate e altrettanti punti interrogativi sulla giusta percorrenza, arriviamo sani e salvi a destinazione giusto in tempo per non essere avvolti dalle tenebre. Per il viaggio del giorno seguente, chiediamo una mano a Monica che, con grande disponibilità e dopo diversi tentativi (sembra difficilissimo lasciare questo posto!), ci trova la chalana per Caburé e il trasferimento fino a Parnaiba 550R$ (purtroppo la cifra è salata ma è l’unica soluzione visto che non troviamo nessuno, per quella destinazione, con cui dividere la spesa). Oggi la cucina della pousada è chiusa, quindi scartando appositamente la pizzeria, ci avventuriamo lungo la strada di sabbia, illuminata dalla luna e dalla nostra torcetta ormai diventata indispensabile, alla ricerca di una fantomatica pousada che sembrerebbe l’unico posto in grado di fornirci qualcosa di commestibile nel giro di 20 km. Dopo aver sbagliato strada e allungato così il percorso, affondando sempre con più fatica i piedi nella soffice sabbia, arriviamo nel posto indicato e, incredibile ma vero, ci ritroviamo a cenare con un gruppo di italiani provenienti da diverse località, che sono praticamente gli unici ospiti della pousada. Solito pesce, riso e insalata (55R$).

8° Giorno: 14/08 ATINS-CABURÈ-TUTOIA-PARNAIBA Decidiamo di rinunciare alla notte a Ilha das Canarias (caparra 85R$ persa) e fermarci a dormire a Parnaiba per aver la possibilità domani di trovare una banca che ci cambi gli euro (cosa del tutto inaspettata, le nostre VISA non funzionano per il prelievo) in quanto siamo completamente a corto di Reais. Partiamo al mattino alle ore 08:30 per Caburé con lancia attraversando il Rio Preguiça, arrivando a Caburé dopo circa 20 minuti, partenza immediata con 4×4 per Tutoia dove arriviamo alle 11:30. Nel frattempo, il nostro transfer ci ha organizzato un passejo nel delta, asserendo che il giro è molto più bello se fatto da Tutoia che non da Paraiba. Ci ritroviamo su questa barca ultramoderna con una coppia di brasialiani/francesi, Fernanda e Clemence – gia’ conosciuti a Betania – e pattuiamo un prezzo di 100R$ a persona. Ci addentriamo nel labirinto del Delta, fermandoci sull’Ilha do Cajù e su un’altra isola dove pescatori di granchi sono alle prese con il loro lavoro di “imballaggio” (catturano 5.000 granchi al giorno per spedirli a Fortaleza). Vediamo i cavallucci marini e verso le 14.00 ci fermiamo per il pranzo presso un ristorante frequentato da locali dei quali diventiamo la maggiore attrazione (ci scattano addirittura delle foto!). Pesce alla griglia, riso e insalata: 55R$ Riprendiamo il percorso per vedere i Guaras, tipici pennuti dalle piume rosso corallo e goderci un tramonto rosso fuoco sulla laguna. Alle 18.00 torniamo al porto di Tutoia dove ci attende il transfer. Arriviamo a Parnaiba alla Pousada Dos Ventos alle 20,30. Doccia rigenerante e cena in un ristorante della zona con tavolini all’aperto. Filetto, risotto al prosciutto e formaggio, patatine fritte, insalatina, dolce tipo Tiramisù; il tutto per 37R$.

9° Giorno: 15/08 PARNAIBA-JERICOACOARA La pousada Dos Ventos è ben organizzata, con piscina, camere grandi, ottima colazione (squisito frappè all’avocado). Paghiamo il conto (180R$) e, dopo aver individuato l’autista Elias, partiamo verso le 10 per Jeri. Rinunciamo ad andare al Banco do Brasil perché Elias ci informa che le banche non cambiano Euro. In compenso a Jeri c’è una casa do cambio molto buona. Viaggiamo a bordo di una Toyota ultra-confortevole. Il viaggio sarà di 2,5 ore di strada asfaltata e 30′ di sterrato.

Arrivo alle ore 14. Sull’uscio della pousada c’é già Meri che ci aspetta. Lei e il marito Giovanni sono di Rovereto e vivono a Jerico da 10 anni. Sono delle persone splendide e ci hanno dato una grossa mano ad organizzare la parte iniziale del nostro viaggio con utilissimi consigli e una disponibilità difficile da trovare nella quotidianità italiana. Loro organizzano l’itinerario dei gruppi di Avventure nel Mondo per questa zona, quindi i loro suggerimenti sono da prendere al volo! La loro pousada, Peixe D’Ouro, è immersa nel verde delle palme, cactus e piante da frutto di tutti i generi. Spiccano le 6 camere tinte d’azzurro, con terrazzino privato, tavolino e le immancabili amache. Il nostro alloggio intimo e pulito è strutturato su due piani: entrata e bagno sotto, camera luminosa e spaziosa sopra. Lo spazio, comune dove viene servita la ricca colazione con torte e biscotti fatti da Meri, è ampio e confortevole e attiguo alla piccola piscina. Al piano superiore, dalla terrazza, è possibile scorgere il mare e la sera rimanere incantati dalle decine di stelle cadenti. Per arrivare in spiaggia il tragitto è brevissimo e il clima ventilato fa affrontare con totale serenità il percorso sabbioso. A Jerico nessuna strada è asfaltata. Il paesino è composto da 5 strade gremite di negozietti, pousadas (150) e ristoranti (50). A colpo d’occhio, l’offerta supera notevolmente la domanda. La spiaggia é mozzafiato. Sulla sinistra le dune dorate, sulla destra la vegetazione rigogliosa e davanti il mare con surfisti scatenati dal vento. Le maree si fanno molto sentire. Alle 16.00 il paesaggio è lunare, strisce di sabbia divise da rivoli di acqua salata. Cavalli, cani rigorosamente bianchi, asinelli e mucche passeggiano spensierati sulla spiaggia. Gente di tutti i tipi rende l’atmosfera surreale: turisti di tutte le età, locali di tutti i colori, giocolieri, ballerini di Capoeira, praticanti di yoga, cavallerizzi, venditori di cocco, podisti, surfisti e sandbordisti. Sembra proprio il Paese dei Balocchi! Con la scusa che gli sport d’acqua vengono praticati dalle 14.00 in poi, qui la vera vita notturna inizia alle 01.00 e si va avanti bevendo e ballando fino all’alba. Purtroppo circola anche molta droga proveniente dalla Columbia e i Rave Party rovinano un po’ lo scopo principalmente naturalistico e sportivo di Jeri. Ogni giorno alle 17,30 la gente comincia a incamminarsi verso la duna Porta do Sol dalla quale si possono ammirare tramonti mozzafiato con il sole che viene inghiottito lentamente dal mare. Quando si spegne anche l’ultimo raggio, sulla spiaggia comincia il richiamo incalzante di tamburi dei ballerini di capoeira che si esibiscono in eleganti evoluzioni. A pochi passi da loro, all’imbocco della Rua Principal, si posizionano una decina di bancarelle che servono superalcolici di tutti i tipi. L’aperitivo è di rigore accompagnarlo con spiedini di frango (pollo) e cheso (formaggio). Buonissimi! Cena a lume di candela presso un ristorantino Cheveceria, con un gatto francese stilizzato come insegna, che serve piatti cileni, pesce marinato, nachos e guacamole. 95R$.

10° giorno: 16/08 JERICOACOARA Dopo un’abbondante colazione in pousada, ci dirigiamo verso la spiaggia dove decidiamo di evitare le sdraio in legno spacca-schiena dell’unico posto attrezzato e ci sdraiamo sulla lingua di sabbia creata dalla marea. Dopo un paio di ore si alza il vento che rende impraticabile la permanenza. Ci dirigiamo verso l’unica gelateria sulla via principale e affoghiamo il cucchiaino dentro un gelato di maracuja e cajù. Alle 16.00 torniamo alla pousada dove ci attende la nostra guida per l’escursione a cavallo (in tutto 120R$ + 20 di mancia per la guida). Andiamo alla Pedra Forada, una roccia forata sul mare, lungo un percorso interno e successivamente raggiungiamo le dune per gustarci un tramonto spettacolare. Il tutto dura 2 ore di trotto e qualche accenno di galoppo. Scendiamo da cavallo che è quasi buio; oggi non c’è l’energia elettrica e resterà così per tutta la durata dell’aperitivo che prevede la consueta Caipirinha, spiedini di formaggio, pollo e salsiccia. Cena presso la pescheria all’angolo della terza strada, la Rua Sao Francisco, dove attendiamo per ben 2 ore per la nostra aragosta e gamberi (100R$). Successivamente, Meri ci dirà che quel posto è da evitare in quanto il pesce non è sempre fresco e viene surgelato e scongelato diverse volte!

11° Giorno: 17/08 JERICO Sveglia presto per la prima uscita in windsurf che non è poi così disastrosa. Decidiamo di prendere quattro lezioni presso il Ticowind di appartenenza di Giovanna (italiana) e Eduardo (argentino). I nostri istruttori Sullivan e Emerson sono bravi ma soprattutto molto pazienti. Il conto tra attrezzatura e lezioni sarà di 650R$ (con sconto!). Per chi volesse concedersi il lusso di avere una pousada sulla spiaggia, attigua al centro diving, con piscina e tutti i lussi possibili si può fermare alla pousada Vila Kalango. Eduardo si impegnerà a far applicare uno sconto dal 10 al 20% dipendentemente dalla bassa o alta stagione. Alle 10,30 lasciamo partire le nostre gambe per una passeggiata di 4 ore sulla sconfinata spiaggia, popolata solo da qualche pescatore e un paio di maialini. Il rientro è faticoso per il forte vento che si è alzato. Sono le 15.00 ed è l’orario in cui i primi kitesurfers si avventurano tra le onde, esibendosi con salti e piroette. Storditi dal sole e dal vento, ci rifocilliamo con un altro gelatone alla frutta e ci rifugiamo in pousada dove ci attendono le nostre amache per un indispensabile riposino. Usciamo di corsa alle 17,30 per recarci ai piedi della duna Por do Sol. Il tramonto dipinge di rosa il cielo e le dune, e il mare acquisisce un caldo color cobalto. Aperitivo di rito servito dalle bancherelle sulla spiaggia e shopping nei graziosi negozietti che popolano soprattutto le traverse della Rua Principal. Jerico è proprio un meeting point… Dopo i milanesi conosciuti a Sao Luis, i brasiliani di Santo Amaro, quelli di Parnaiba, le ragazze dei Lencois, incontriamo anche le due mantovane di Atins! La cena la trascorriamo allegramente in pousada con due famiglie di torinesi che stanno percorrendo il nostro viaggio al contrario. Pesce al forno e grigliato a gogo’, fantastico riso e macaxeira, un tubero fritto che sembra una patata. Mousse di maracuja. Musica di Mina. Per digerire torniamo ai baracchini per farci un ultimo buonissimo drink.

12° Giorno: 18/08 JERICO Giornata tranquilla. Windsurf, relax, corsa sulla spiaggia, lettura, tramonto, aperitivo. Per pranzo ci rechiamo alla solita gelateria sulla Rua Principal dove scopriamo l’Assai, un gelato alla frutta color mirtillo della consistenza dello yogurt, servito con banana fresca e muesli. Una vera prelibatezza. Cena da Casa Dela, ristorantino sulla Rua Principal molto particolare, intimo e curato. Sotto i piedi solo morbida sabbia. Luci soffuse contenute in lampadari bassi cilindrici ricoperti di bandierine colorate o in gabbiette di canarini (finti) rivestite di tessuti di ogni genere. Cameriere sorridenti e cibo molto buono. 150R$ con VISA.

13° Giorno: 19/08 JERICO Windsurf, relax, lettura, tramonto senza una nuvola, aperitivo, shopping. Cena abbondante e deliziosa al ristorante Il Girassol (180R$), dove il solare titolare Marco di Merano, ci racconta la sua storia e qualche aneddoto avvenuto a Jerico. Si lamenta del fatto che il turismo è calato perché il cambio è sfavorevole e la vita a Jerico è diventata cara. Il ristorante si trova in una traversa dell’ultima strada, la Rua Do Forrò. È tutto all’aperto tranne una grande tettoia di paglia. Grande cucina a vista e forno per grigliare carne e pesce. Cibo italiano (pasta, gnocchi), ma anche locale (dalla picanha ai camarao fatti in tutti i modi). Bruschette e amari offerti gentilmente dalla casa. Accettano VISA.

14° Giorno: 20/08 JERICO Partenza alle 9.00 per l’escursione con il Buggy (macchinina da spiaggia) con una coppia di brasiliani con i quali dividiamo il costo della gita (40R$ a testa). Dopo 10 minuti di strada, il buggy sbanda e si ferma in mezzo al nulla. Una ruota si è quasi staccata dal semi-asse! Aspettiamo che ci raggiunga il nuovo mezzo e dopo mezz’ora riprendiamo il tragitto. Andiamo alla Lagoa Azul tramite una barchetta a remi. Ci accatastano in una micro-spiaggetta con bar dove, tra la gente, scorgiamo a malapena l’acqua turchese e le amache posizionate in ammollo. Restiamo lì mezz’oretta e rientriamo per recarci alla Lagoa Paraiso che sarebbe paradisiaca se non fosse per tutti gli escursionisti che popolano la spiaggetta di 10 mq…. Rimaniamo alloggiati nel bar ristorante con i tavolini in acqua fino alle 15.00. L’escursione prosegue fino alla Lagoa Corasson dove c’è la possibilità di lanciarsi dalle dune con la tavola e finire direttamente in acqua. Torniamo via spiaggia ma la sabbia che mangiamo lungo il tragitto non ci fa godere a pieno la corsa lungo il bagnasciuga. Dopo questa esperienza, che non abbiamo apprezzato perchè troppo turistica, decidiamo di rinunciare all’altra escursione a Tatajuba in quanto sarebbe solo una replica a quanto già visto. Rimpiangiamo ancora la solitudine e la tranquillità di Betania dove il silenzio e l’assenza di gente ti regalavano momenti magici. Considerato che sono le 16.45, ci facciamo lasciare dal bugheiro ai piedi del sentiero che conduce alla Pedra Forata e la raggiungiamo in 40 minuti. Soffia un fortissimo vento e la sabbia è pungente. Guardiamo in tutta fretta il caldo tramonto e riprendiamo la via di casa, prendendola larga per sorseggiare una dissetante e molto alcolica Maracujoska. Cena al PalmitoVerde, ristorantino all’angolo della Rua Sao Francisco, con pochi tavolini. Ottimo servizio prestato da Federico di Frosinone, cameriere italiano. Cibo delizioso. Vediamo gente che attende anche 2 ore pur di sedersi ai piccoli tavolini di legno massiccio e assaporare una delle specialità della casa. Noi assaggiamo di tutto e il conto sale a 180R$.

15° Giorno: 21/08 JERICO Giornata tranquilla. Windsurf, relax, corsa sulla spiaggia, lettura, tramonto, aperitivo. In Pousada conosciamo altre 2 coppie di torinesi, appena arrivati da Natal. Per cena torniamo da Marco al Girassol e ci facciamo l’ennesima abbuffata di pesce. 145R$.

16° Giorno: 22/08 JERICO Escursione a Mangue Seco dopo aver contrattato prezzo con bugheiro e averlo letteralmente dimezzato da 100 a 50 Reais. 30 min di viaggio tra spiaggia e interno e arriviamo nel povado di Mangue Seco dove i bambini scendono dallo scuolabus per la pausa pranzo. Ci avviamo verso il fiume di acqua salata e con la barchetta a remi guidata da un muscoloso marinaio andiamo alla ricerca dei cavallucci marini che si attorcigliano alle radici delle mangrovie. Foto di rito e pranzo a base di granchi. Su 5 ne mangeremo solo 2 per l’enorme difficoltà nel pulirli. Torniamo in spiaggia e contrattiamo 2 sdraio spacca-schiena + ombrellone al prezzo totale di 15R$. Ceniamo ancora da Casa Dela insieme ai ragazzi torinesi, poi ultimo aperitivo di Jeri sorseggiato guardando le stelle cadenti dalla spiaggia.

DA JERICOACOARA A CANOA QUEBRADA

17° Giorno: 23/08 JERICO – FORTALEZA Partenza da Jerico alle 08.30 dopo aver salutato, con la saudade nel cuore, Meri e Gianni, i ragazzi torinesi, i somarelli e il mondo incantato di Jerico. Il nostro transfer (500R$) ci fa arrivare sani e salvi a Fortaleza alle 13.30. Fortaleza, capitale dello stato Cearà, conta 3.600.000 abitanti. Non possiede un centro storico e rispetto a quello visto finora è decisamente più occidentalizzata. Grattacieli, sporcizia e tanta polizia. L’hotel Casa Blanca, posizionato vicino al lungomare, ha una camera spaziosa munita di ventilatore, aria condizionata e una grande vetrata panoramica. La colazione è ricca e accontenta tutti i gusti, dal dolce al salato. Frutta fresca e dolcissima, yogurt, brioches, uova, focaccine, torte salate, succhi freschi. Percorriamo il lungomare deserto. Solo barettini sulla spiaggia, con ombrelloni e tavolini. Consumiamo una bibita fresca assillati dai molteplici venditori ambulanti. Ci dirigiamo verso il centro con grande fatica per l’afa che toglie ogni forza. Non ricordavamo più la sofferenza di patire il caldo…. Ci rinchiudiamo in un centro commerciale a tre piani con aria condizionata sparata al massimo e curiosiamo nei negozi dai prezzi altissimi. Ci rifocilliamo con un Assaì e un sorvetes al mango e panna ultracalorico. Quando usciamo è quasi buio e sono solo le 17,30. Ritorniamo sul lungomare affollatissimo di sportivi che camminano veloci, corrono e pattinano. Il nostro ritmo lento si trasforma in una camminata veloce simulatoria. Torniamo in hotel e a stento riusciamo a vincere il sonno per uscire per cena. Abbandoniamo l’idea di andare al ristorante giapponese consigliatoci da Marco di Jeri (Rist. Riodi, Don Luis – Buganuil) e ci portiamo a fatica fino alla fine della strada dove si trova qualche mediocre ristorante che propone carne e pesce, con TV che trasmette le solite telenovelas brasiliane. Alle 21,30 siamo già a letto!

18° Giorno: 24/08 FORTALEZA – CANOA QUEBRADA Partiamo da Fortaleza alle 07.30 con l’intenzione di prendere il bus alla Rodoviaria. Il biglietto per Canoa costa 24RS a persona e il tragitto prevede 3 soste per un totale di 3,5 ore. Ci lasciamo convincere dal tassista a proseguire con lui e in 2 ore e 180RS arriviamo a destinazione.

Canoa Quebrada (Canoa Rotta), nel distretto di Aracati, è un villaggio di pescatori scoperto dagli hippy negli anni ’70, che grazie alle sue rosse falesie sta diventando una meta di turismo sempre più apprezzata, sia dai brasiliani che dai turisti stranieri. La parte nuova è composta da una via principale con negozietti di basso profilo e ristoranti di ogni genere. La strada è lastricata e non c’è più ombra di quella che 10 anni fa era una Rua sabbiosa e selvaggia. Le vie laterali sono strettissime e deserte. Il tutto quindi si concentra in pochi metri di camminata. La spiaggia, caratterizzata dalle falesie rosse, è raggiungibile da una ripida scalinata. A destra si trova la parte meno popolata, con piscinette naturali che si formano con la bassa marea; a sinistra la parte più turistica con diversi chioschi di “carnauba” coperti di paglia e strutturati a palafitta che mantengono ancora l’aria anni 80, con musica Reggae e tavolini sul mare. A parte le particolari spiagge che si trovano ai piedi della Rua Broadway, ci sarebbero altre belle escursioni da fare, come quella a Ponta Grossa (250RS), per chi non è di corsa come noi. Ci sono inoltre le passeggiate in ‘buggy’ per le dune con la discesa in “skibunda” (sandboard), le jangadas (zattere a vela), i cavalli, i parapendii. Il simbolo di Canoa è una luna con una stella. Appare praticamente ovunque: inciso nella roccia rossa, nelle insegne dei bar, sulle vetrine dei negozi, sulle vele delle barche, sui muri delle case, sui vestiti e sui souvenir. Ci sono versioni diverse relativamente alla nascita di questo simbolo che ai giorno d’oggi rappresenta un omaggio ai viaggiatori che ogni anno si fermano a Canoa. Cena al ristorante Argentino che si trova in una traversa della Broadway. Buono ma non speciale. 145R$.

19° Giorno: 25/08 CANOA QUEBRADA La mattina, dopo una buona colazione preparata da Patrizia della pousada Casa Rossi, ci avventuriamo in una lunga passeggiata di 3 ore per raggiungere la base delle pale eoliche che si individuano all’orizzonte della parte sinistra della spiaggia. Il pomeriggio purtroppo il tempo si guasta e il passeio di 2 ore organizzato per arrivare sul delta del fiume salta miseramente. Rimarrà grigio per tutto il tempo e non ci resterà che poltrire sull’enorme terrazzo della nostra suite presso la pousada dove alloggeremo anche questa notte. La pousada Casa Rossi, di proprietà degli italiani Rudy e Patrizia, è una villa con piscina che è stata arricchita, in una struttura antistante, con suites e chalet. La nostra suite è posizionata al primo piano, con vista mare e grande terrazzo che si affaccia sulla piscina. È incredibilmente grande, arredata con cura, con soffitto in legno e travi a vista. Notevole! Proprio quando decidiamo di uscire dal letargo, inizia a piovere copiosamente. Pochi passi sotto l’ombrello preso in prestito e siamo già fradici. Ci consoliamo con uno scadente aperitivo da To Do Mundo sulla Broadway, per poi spostarci di qualche metro e entrare in un ristorante italiano, Jardin du Luz, già adocchiato precedentemente. L’ambiente è molto carino, tutto in legno, luci soffuse, sabbia come pavimento, grande camino. Il personale è simpatico e il cibo buono. Fanno un po’ di tutto, un mix di cucina italiana e brasiliana, carne e pesce. Musica italiana. Ottima Caipirinha e mousse di limao eccellente. Considerato lo standard abbastanza dimesso e triste dei locali di Canoa, questo è sicuramente raccomandabile.

20° Giorno: 26/08 Canoa Quebrada – aeroporto Fortaleza – Sao Luis Iniziamo la giornata con il passeio sul buggy che ieri è saltato a causa della pioggia. Un’ora e mezza di dune e spiaggia per andare e tornare dal delta del fiume. 180RS. Niente di speciale…. Relax per qualche ora al Lazy Day, un particolare ristorantino/palafitta in riva al mare, ai piedi della falesia, con comodi lettini e personale simpatico. Verso le 14.00 il tempo si guasta ancora e noi ci prepariamo per il viaggio verso Fortaleza con transfer organizzato dalla pousada (200RS). In 2 ore siamo in aeroporto in anticipo per il volo che partirà alle 20.00 per Sao Luis (21,15). Il ritiro bagagli è sempre una piacevole sorpresa. Non facciamo in tempo ad arrivare al tapis roulant che vediamo già scorrere le nostre valigie! Massima efficienza. Alle 22.00 siamo già in hotel e mentre registriamo il check in si avvera un’altra incredibile coincidenza… Ritroviamo le due famiglie di torinesi! Usciamo di corsa con la speranza di trovare un ristorante aperto ma questa sera non ci saranno sicuramente problemi. Sao Luis è straripante di persone. La musica dal vivo è presente ovunque. In piazzetta suonano addirittura da tre punti diversi creando un contrasto cacofonico micidiale. Scegliamo la quiete (fin troppa!) del ristorante Senac a pochi passi dalla pousada, che oltre che eccellere nell’alta gastronomia, é una scuola di cucina. Ci abbuffiamo letteralmente con una frittata di polpa di granchio che potrebbe sfamare 20 bambini delle favelas, carpaccio di manzo, riso ai frutti di mare, zuppa di asparagi. 160RS. Pernottamento a Porta das Amazonia a Sao Luis in una camera decadente ma molto particolare. Peccato che la musica della strada e una strano rumore proveniente in maniera costante dalle tubature abbia turbato alquanto il mio sonno.

21° Giorno: 27/08 partenza ore 15,30 Sao Luis – Fortaleza – Rio de Janeiro 21,00 (TAM) Rio de Janeiro – Francoforte 21,50 – 09,30 Francoforte – Verona (Lufthansa) 17,15

22° Giorno: 28/08 Arrivo a Verona alle 18,30 (on time e con zaini miracolosamente arrivati!!!)

COL SENNO DEL POI…. Avremmo fatto una sosta di un paio di giorni a Rio, sacrificando 2 giorni di Jerico (a malincuore!) Avremmo fatto volo di andata Sao Luis, ritorno Fortaleza Avremmo portato più contanti e il bancomat Avremmo chiesto i posti nella fila da 2 sul volo internazionale. Avremmo preso il bus da Sao Luis a Sangue e organizzato il transfer da Sangue a Santo Amaro e non viceversa. P.s. I bus sono moderni e confortevoli. Avremmo evitato il transfer da Jeri a Fortaleza 500R$ e preso il bus da Jijoca Avremmo contrattato di più i transfer, i buggy, le sdraio, i cavalli ecc. Avremmo evitato l’escursione ai laghi di Jerico per un qualcosa di meno affollato.



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