In Brasile sulla rotta delle emozioni
Mi chiamo Saverio ed assieme a mia moglie Sara quest’anno avevamo deciso di visitare per la terza volta il grande Brasile questa volta escludendo le mete tradizionali giá visitate in passato, quindi la decisione di trascorrere i nostri giorni a disposizione soltanto per provare la ”rota das emocoes” come la chiamano in Brasile tragitto che ne avevamo sentito parlare in un reportage, cioé dallo stato del Ceara al Maranhao. Dopo questa decisione dovevamo programmare il viaggio ed abbiamo pensato che la cosa migliore fosse quella di chiedere informazioni a qualcuno che sia giá passato o sia conoscenza dei luoghi, in modo da darci le maggiori informazioni possibili per la buona riuscita del viaggio. Dopo avere letto alcuni diari di viaggio di persone che giá avevano fatto lo stesso percorso, ci siamo rivolte ad una di loro con una mail personale, la quale mi ha consigliato di scrivere ad un certo Giovanni italiano che vive a Jericoacoara dicendoci che era molto disponibile e conosceva bene la zona, conoscendo Jerico da piú di vent’anni, disposto ad aiutare ed organizzare tutto il percorso come aveva fatto con loro. Quindi dopo avere avuto la sua e-mail ci siamo messi in contatto con lui. Dopo circa un mese di domande, risposte, chiarimenti ecc.ecc. il quale ha sempre risposto inviandomi vari programmi collimando le nostre esigenze con i sistemi migliori per la buona riuscita dell’avventura, cioé tenedo presente tempi, possibilitá economiche e comoditá. Dopo aver deciso il nostro programma ci siamo fatti riservare da lui l´hotel per la prima notte a Fortaleza ed il trasferimento a Jerico per il giorno sucessivo lungo le spiagge, il resto si decideva con lui a Jerico ma giá avevamo le idee chiare. Devo proprio dire che tutto é riuscito alla perfezione. Quindi a fine settembre siamo partiti da Malpensa per Fortaleza. Il nostro programma a grandi linee era questo e tale é rimasto :
1° giorno: siamo arrivati alla sera a Fortaleza e con un taxi abbiamo raggiunto l´hotel Casablanca giá pagato per metá dall’Italia e li abbiamo trascorso la notte.
2° giorno: Alle otto del mattino si é presentato in hotel l’autista con il suo fuoristrada che ci aveva mandato, quindi siamo partiti alla volta di Jeri. Il percorso é stato fantastico, dopo qualche chilometro di strada asfaltata abbiamo raggiunto la prima spiaggia Cumbuco e poi a seguire le altre spiagge, durante il percorso qualche sporadica uscita per prendere la strada asfaltata per poi rientrare nella spiaggia sucessiva. Arrivati alla spiaggia di Lagoinha dopo avere fatto varie soste per vedere e fotografare quei magnifici paesaggi ci siamo fermati per il pranzo ed immergerci per la prima volta di quest’anno nell’oceano. Dopo l’abbondante ed ottimo pranzo di pesce siamo partiti alla volta della spiaggia di Mundau dove arrivati abbiamo caricato il furistrada su di una zattera ed abbiamo traghettato fino alla sponda opposta di un fiume, alle sette di sera siamo arrivati a Jerico dopo aver percorso le altre spiagge. Finalmente abbiamo conosciuto Mary e Giovanni due splendide persone italiane sposate che vivono in pianta stabile da piú di dieci anni a Jerico, ma conoscono quella zona da almeno vent’anni e sono proprietari di una bella pousada non lussuosa ma famigliare e molto pulita, dove Mary nel suo regno la cucina, prepara ottime specialitá brasiliane ed altri piatti ispirati dalla sua fantasia di super cuoca. La stessa sera dell’arrivo su nostra precedente ordinazione ci aveva preparato per cena un fantastico pesce al forno cucinato dentro un amalgama di verdure e pezzetti di cajú, una cosa deliziosa.
I giorni seguenti fino al settimo giorno li abbiamo trascorsi a Jerico un vero paradiso facendo due bellissime escursioni con il dune buggy ai laghi Paraiso e Azul e poi a Tatajuba una piccola localitá a nord di Jerico sulle rive del lago Torta, nell’andata emozionanti discese con il dune buggy dalla vetta di altissime dune. Dopo bagni i nelle acque del lago ed una buona mangiata di pesce siamo ripartiti per Jerico fermandoci peró in una localitá chiamata Manghi Secco dove una barca a remi ci ha portato su di un fiumiciattolo per vedere i cavalli marini. Suggestiva é stata anche la traversata di un altro fiumiciattolo con una zattera spinta con dei bastoni muscolosi ragazzi. Poi la pazza idea di provare a fare kitesurf, Giovanni mi ha procurato un istruttore proprietario di una scuola cosí dopo aver noleggiato l’attrezzatura mi sono cimentato. Qualche apprendimento teorico, qualche esempio pratico é poi via. Le scene fantozziane non sono mancate. Ho capito quasi subito che non era cosa per me. A Jerico ci siamo fermati molto volentieri ed i giorni sono passati rapidamente, erano molto divertenti gli anedotti raccontati da Giovanni su Jericoacoara vent’anni prima racconti veri ma che avevano del surreale. Simpaticissimo il loro figlio Moabio. Durante la nostra permanenza abbiamo anche definito nei particolari la parte sucessiva della nostra avventura, perché il viaggio filasse liscio. 7° Giorno: La partenza da Jerico ci faceva felici pensando a quello che ci sarebbe aspettato, ma nello stesso tempo tristi perché sapevamo che dopo un po´ci prendeva la nostalgia di Jerico e soprattutto dei felici momenti trascorsi in quella pousada con la simpatia di quella piccola ma grande famiglia. Alle sette del matttino sulla porta della pousada é arrivata una toyota, dopo aver preso posto sui bancali nella parte posteriore, la partenza per Parnaiba. Il percorso era diviso in due parti: la prima fino a Camocim lungo le spiagge (le stesse che avevamo fatte con il dune buggy per andare a Tatajuba), la seconda invece con un minibus preso a Camocim sul lato opposto di un fiume che abbiamo traghettato. Circa alle 13:30 siamo arrivati a Parnaiba, di li con un taxi ci siamo fatti portare all’imbarcadero dove abbiamo chiesto di un barcaiolo che ci aveva indicato, ma questa persona era giá in navigazione, allora abbiamo trovato un altro, visto che la cifra per portarci all’ isola das Canarias (la nostra meta per trascorrere la notte) era quella che ci avevano detto ci siamo imbarcati ed accordati con il barcaiolo di venire a prenderci il giorno sucessivo per portarci a Tutoia, arrivo della nostra prossima tappa. Abbiamo alloggiato in una pousada abbastanza grande Paraiso Das Canarias, piú grande della pousada Peixe D’ouro di Jericoacoara peró non curata ed ordinata come quella e con la simpatia di Mary e famiglia. Quindi dopo una perlustrazione nei dintorni della pousada abbiamo cenato e poi coricati per aspettare il giorno sucessivo per la partenza.
8° Giorno: al mattino siamo partiti dall’isola, verso le dieci, dovevamo aspettare che si alzasse la marea per poter tranquillamente navigare il rio. Ci siamo imbarcati su di una barca abbastanza capiente che la chiamano chalana. Dopo essere entrati in vari labirinti di stretti canali, affiancando piccole isole, a circa metá percorso su nostra richiesta il barcaiolo si é fermato su terraferma presso un minuscolo villaggio abitato da originari del posto per pranzare. Ci hanno cucinato del pesce, alla brace accompagnato da riso e farofa una specie di farina gialla, e granchioni cucinati in pentola (per mangiarli ci vuole una buona pazienza) invece per il bere noi ci eravamo portato dell’acqua in bottiglietta. Siamo ripartiti dopo circa un ora per avvicinarci lentamente a Tutoia. Un po´prima di arrivare erano circa le ore diciassette, uno spettacolo visto soltanto in certi documentari, il volo radente di decine di guaras, trampolieri color rosso intenso, spettacolo indimenticabile, abbiamo avuto la fortuna di vedere anche un coccodrillo non molto grande, ma sempre di circa due metri, non speravamo di vederlo perché Giovanni ci aveva spiegato che in quel periodo vanno a cercare sorgenti di acqua dolce, in quanto nel rio entra molta acqua salata. Arrivati a Tutoia c’era un taxi ad aspettarci prenotato dalla pousada a Jericoacora che ci ha accompagnato alla pousada anche quella prenotata, ed abbiamo fatto bene a prenotarla perché seppur in un mese che non c’era molto movimento era tutta piena. 9° Giorno: al mattino abbiamo lasciato Tutoia in direzione di Caburé con una macchina 4×4, il primo tratto di strada fino a Paulino Neves discreto, stavano lavorando per sistemare le buche ed i fossi e forse prepararla per essere asfaltata. Poi fino a Caburé lungo la spiaggia siamo arrivati in circa due ore. A Caburé avevamo riservata la Pousada Mirante, pousada molto caratteristica tutta con casette in legno ed economica. Caburé praticamente é una lingua si sabbia che divide le acque dell’oceano da quelle del rio per poi incontrarsi, ci sono soltanto tre pousade con ristorante, ma il posto é fantasico per chi ama la tranquillitá, non esiste corrente elettrica di linea ma soltanto un generatore che funziona per qualche ora alla sera. Ci é piaciuto molto.
10° Giorno: la prossima meta prevista era Barreirinhas, che avevamo deciso di arrivarci risalendo il rio Preguiça. Dopo Barreirinhas peró nulla era programmato in quanto eravamo indecisi se fare il giro del parco classico (come ci avevano spiegato) cióe entrando con una toyota e fare l’escursione al pomeriggio per le tre lagune oppure attraversare il parco per intero con un fuoristrada. Giovanni ci aveva consigliato questa seconda ipotesi adesso che aveva la certezza che nel parco alcuni veicoli seguendo certe piste li lasciavano entrare anche se ufficialmente sarebbe proibito, ma la regola come ci spiegava era ferrea soltanto per i quad, il motivo del suo consiglio era che non valeva la pena di fare l’escursione classica alle lagune in quanto in quel periodo potevano essere quasi sicuramente secche. Quindi l’accordo era che gli telefonavamo da Caburé per comunicargli la nostra decisione e cosí approffittare ancora della sua preziosissima collaborazione. Abbiamo provato a telefonargli da Caburé ma non c’éra verso la linea del cellulare non funzionava. Fatto stá che siamo partiti ugualmente con una barca a motore alla volta di Barreirinhas assieme a due coppie di tedeschi conosciuti a Caburé che parlando in inglese abbiamo capito che anche loro erano indecisi sul dafarsi, gli abbiamo proposto se erano disposti, nel caso fosse stato possibile a venire con noi passando due giorni dentro il parco dormendo nelle case private in qualche piccolo villaggio in modo da dividere le spese dei trasporti. Fatto stá che hanno accettato. Il rio Preguiça é molto bello, abbiamo fatto due soste una alla spiaggia di Vassoras sulle sponde del rio, e l’altra invece al faro di Mandacarú che vale la pena di visitare dove dalla cima si vedono i piccoli lençois ed il delta del rio. Siamo ripartiti dopo circa mezzora e per l’ora di pranzo eravamo a Barreirinias. Abbiamo raggiunto la pousada Belo Horizonte vicino al porto sempre assieme ai tedeschi tra l’altro molto simpatici. La pousada di Barreirinhas non é un granché peró il proprietario Albino é una persona simpatica e gentile. Visto che il viaggio proseguiva in sei persone appena arrivati abbiamo telefonato a Jericoacoara per vedere se Giovanni riusciva e procurarci un mezzo per la traversata dei Lencois per il giorno dopo e quanto ci sarebbe costata. A sera abbiamo ricevuto la risposta che era possibile e ci sarebbe costata in totale 1400 real e se volevamo anche un pulmino che ci avrebbe portato da Santo Amaro (ultimo paese dentro il parco) fino a Sao Luis costava 300 real, a conti fatti ci sarebbe costato a testa circa 130 euro, vista la cifra abbiamo confermato immediatamente, inoltre avevamo anche avuto la fortuna che il cambio in quei giorni era un po´piú favorevole rispetto alle previsioni fatte in Italia. 11° Giorno: l’appuntamento con l’autista era alle otto dopo colazione, puntualmente si é presentato alla pousada e siamo partiti per la traversata. Sempre seguendo gli ultimi consigli dettati al telefono ci siamo portati cinque fiasche da cinque litri di acqua minerale per il fabbisogno nei due giorni dentro il parco, e qui si é dimostrata veramente l’esperienza di lui, noi non ci avremmo sicuramente pensato. La prima sosta prevista era alla laguna Peixe, dopo aver percorso un po´di pista con la toyota ed un breve tratto a piedi l’abbiamo raggiunta ma purtroppo come previsto era secca. Quindi ripresa la toyota abbiamo proseguito per Canto di Atins percorrendo una pista al lato del rio Preguiça, lo scenario era incantevole. Durante il percorso abbiamo fatto qualche piacevole sosta anche alla laguna Bonita peró anche questa completamente secca. Siamo arrivati al ristorante della signora Luzia a Canto di Atins per l’ora di pranzo, il ristorante é rustico e molto alla buona ma la specialitá di gamberoni é insuperabile, devo affermare che dopo le cene alla pousada di Jerico é stato il miglior pasto. Finito di pranzare un piccolo inconveniente, Hans il tedesco nonostante la sua stazza, forse a causa del sole e l’umiditá dopo la quarta bottiglia di birra e seconda carpirihna, leggermente barcollando ha raggiunto un amaca seguita da una bella russata in do di petto, dopo un oretta si svegliato vispo come un pesce. Quindi abbiamo proseguito per la Quemada dos Britos, un piccolo villaggio di capanne, abitato da alcune decine di persone, li era prevista la cena ed il pernottamento presso gli abitanti. L’accoglienza é stata a dir poco fantastica, avevano giá predisposto le amache perfettamente lavate per ospitarci la notte e la cena quasi pronta. Soltanto una cosa non ho capito come facevano a sapere che arrivavamo non essendoci mezzi di comunicazione, forse hanno sempre pronto qualche cosa per qualche evenienza. Un pasto semplice a base di pollo ruspante ma gustato anche per via della cordialitá degli ospitanti. Dopo esserci sdraiti sotto un tettoia di paglia sulle amache sotto un cielo incredibilmente stellato abbiamo trascorso la notte.
12° Giorno: ci siamo risvergliati all’alba del giorno seguente al canto del gallo. In quel villaggio sembrava che il tempo si fosse fermato. Sia noi che Hans, Ingrid, Peter ed Eva, dopo una semplice ma gustosa colazione abbiamo ripreso con un po´di nostalgia il viaggio ma con il ricordo che rimarrá perenne di quelle semplici persone con un cuore immenso. Consiglio a tutti quanti di provare questa emozione. La prossima tappa prevista era un altra laguna, Esmeralda, l’abbiamo raggiunta dopo un percorso di circa un ora sempre percorrendo piste in mezzo alle dune bianchissime ma giá eravamo preparati a vedere anche quella prosciugata, e cosí é stato. Ultima speranza rimaneva la lagoa Gaviota che ci avevano assicurato che una parte era ancora capiente d’acqua, effettivamente verso il lato est c’era acqua a sufficienza per bagnarsi dentro quelle acque cristalline. Dopo una sosta ed un bagno abbiamo voluto raggiungere Santo Amaro. Ci siamo sistemati presso la pousada Agua Dolce, per la veritá un po´spartana e non proprio economica vista la sua struttura ma in compenso abbastanza pulita e con un discreto ristorante, altrimenti per una pousada un po´migliore si passava dai 150 real che costava ai 250-300 per notte. Ci siamo sistemati in pousada e dopo aver pranzato decidemmo di fare al pomeriggio una camminata dentro il parco nuovamente per la lagoa Gaviota per assistere al tramonto. Abbiamo approffittato di un altro gruppo che stava in posada ed aveva avuto la nostra stessa idea, quindi la proprietaria della pousada ci ha chiamato una guida e tutti quanti ci siamo incamminati verso la laguna, abbiamo assistito ad un tramonto di una bellezza che non si puó descrivere. Dopo il tramonto siamo ritornati in pousada e giá faceva buio; il percorso a piedi dura circa un ora e mezzo.
13° Giorno: alle otto del mattino sempre con la stessa Toyota siamo partiti ed abbiamo raggiunto la localitá Sangue lungo una pista abbastanza sconnessa, per fare una trentina di chilometri abbiamo impiegato piú di due ore. Arrivati c’era gia pronto il microbus ad aspettarci per portarci tutti fino a São Luis. Prima di mezzogiorno siamo arrivati presso la pousada Portas da Amazonas, si trova proprio nel cuore di Sao Luis anche molto bella ed accogliente. Dopo esserci sistemati siamo usciti per visitare il centro storico e mangiare qualche cosa al volo. São Luis vale la pena di essere visitata ma da non soggiornare píu di una giornata, il centro storico si visita in poche ore. La sera dopo avere cenato in un buon ristorante che si chiama Anticamente abbiamo assistito a dei complessini di musica reggae proprio nella piazza del centro storico. 14° Giorno: avevamo il volo per Fortaleza nel primo pomeriggio al mattino abbiamo fatto un giro per la cittá poi dopo aver pranzato e salutato Eva e Peter con un taxi assieme ad Ingrid ed Hans che ci hanno voluto accompagnarci in aeroporto, loro quattro invece il giorno seguente proseguivano per l’amazonia, ma quasi certamente l’anno prossimo ci incontreremo ancora per l’octoberfest a Monaco. 15° Giorno: Dopo avere trascorso la notte a Fortaleza sempre nello stesso hotel di quando eravamo arrivati dopo cena ci siamo recati in aeroporto per aspettare il volo di rientro.
La nostra meravigliosa vacanza ci é costata in totale circa 3900 euro in due, compresi tutti i trasporti, volo a/r Milano-Fortaleza-Sao Luis- Fortaleza, il trasferimento a Jerico lungo le spiagge ed i due giorni dentro il parco con i mezzi soltanto per noi, che sono stati i piú costosi, le escursioni e trasferimenti in barca, pasti, pernottamenti. É con grande nostalgia che scrivo questa recensione per le persone incontrate ed i luoghi visitati, e devo dire che anche se le lagune erano secche lo spettacolo dei lencois é a dir poco meraviglioso ed in tutto il contesto del viaggio posso affermare che le lagune con l’acqua dentro per me sarebbero state un optional, certo un optional non indifferente. Un caro saluto e auguri di buone feste a tutti i turisti per caso ed allo staff.
Saverio e Sara