Dove il cielo bacia la terra

Vieni a conoscere il Brasile più naturalistico
Scritto da: violinda83
dove il cielo bacia la terra
Partenza il: 26/12/2009
Ritorno il: 12/01/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Per la mia laurea mi sono regalata…il Brasile! Due settimane a cavallo dello scorso capodanno in compagnia di Loris, il mio fidanzato e amante di questa terra, nella quale aveva trascorso un periodo della sua vita. Una scelta indirizzata proprio da lui che voleva tornare nei suoi posti del cuore per guardarli dalla “nostra” prospettiva e farmi capire il perché di tanto attaccamento. Sono fiera di dire che ci è riuscito. Siamo partiti da Roma nella mattina di Santo Stefano per arrivare a Salvador De Bahia in serata, ore 23 locali, dopo uno scalo a Madrid ed un volo decisamente tranquillo. Un taxi preso all’aereoporto ci ha condotti alla pousada nel quartiere di Barra prenotata da un amico. Più che una pousada si trattava di una bettola con tanto di prostitute e spacciatori, uno scenario che mi ha subito aperto gli occhi sulla difficile situazione sociale dei grandi centri come Salvador. Una città che, a primo impatto, ti stordisce con i suoi colori, i suoi odori, la sua musica e le migliaia di persone che le gravitano intorno ma che, una volta entrati nello stile di vita bahiano, ti accoglie a braccia aperte rivelandosi una grande “città famiglia”. Da non perdere il Pelourinho (il quartiere vecchio di Salvador inserito dall’Unesco tra i Patrimoni dell’Umanità), il Mercado Modelo collegato al centro città dall’Elevador Lacerda, Praca da Sé, e poi la spiaggia affollatissima e un po’ anonima di Porto da Barra, il Lagoa da Abaità ad Itapuà, dove siamo stati ospiti di un amico brasiliano che abita in una baraccopoli lì vicino, e poi ancora la sconfinata Praia do Flamengo dove praticare surf (il mio debutto non è stato dei migliori!). Se si è nelle vicinanze di Salvador una tappa d’obbligo è Praia do Forte (a due ore di bus) dove ha sede il Projeto Tamar, dedicato all’allevamento e alla salvaguardia di tartarughe marine. All’indomani del Capodanno, che per la prima volta in vita mia ho festeggiato in spiaggia, siamo partiti per la seconda e più attesa parte della nostra vacanza: la Chapada Diamantina, un vero paradiso naturale, una meta irrinunciabile per due amanti del trekking come noi. Siamo partiti a mezzanotte dalla Rodoviària de Salvador con la linea di autobus Real Expresso alla volta di Lençois (47 reais a tratta cioè circa 20 euro), ottima base per scoprire il Parco della Chapada Diamantina. Il Parco che si estende per 152 mila ettari ed è caratterizzato da percorsi di varie difficoltà, tutti immersi in una natura incontaminata, è il luogo ideale per staccare la spina dal mondo anche grazie all’assenza del cellulare che qui, nelle triglie (sentieri) più ardite, non prende neanche la linea! Siamo arrivati a Lençois all’alba, alla fermata dell’autobus è venuto a prenderci Dodo il ragazzo tuttofare della Pousada Dos Duendes – The travellers paradise, dove Loris aveva lavorato alcuni anni prima. Nell’attesa che ci preparassero la camera, Loris mi ha portata a fare un giro di “riscaldamento” di soli 6 km, percorrendo una delle triglie più “popolari”, adatte alle famiglie..insomma, di facile percorrenza. Abbiamo così visto il Serrano, la Cachoeirinha, la Cachoeira da Primavera e il Salao de Areia, un vero e proprio salotto fatto di sola arena e sovrastato da enormi massi di pietra. Nel ritorno abbiamo avuto un incontro ravvicinato con un cobra corallo, il più velenoso della Chapada, caratterizzato da strisce rosso-nere. Le sere a Lençois scorrono tranquille e scanzonate, tra una bevuta di ottima chacaça e la capoeira dimostrata dei giovani locali che si esibiscono al Mercado della città. La Pousada da noi scelta è anche la sede della H2o Travel Adventures, la migliore agenzia di viaggi avventura della zona. Il secondo giorno abbiamo quindi optato per una gita organizzata ( costata 125 reais a testa) che ci ha occupato l’intera giornata e che ci ha portato alla scoperta del Poço do Diablo e il Morro do Pai Inàcio dal quale ammirare i Tres Hermanos e il Morro do Camelo. La gita è proseguita verso la Pratinha popolata da farfalle e cavalli selvaggi, la Gruta do Pratinha, la Gruta Azul e per finire ci ha attesi una passeggiata di 800 metri all’interno della suggestiva Gruta da Lapa Doce caratterizzata da stalattiti e stagmiti e dove abbiamo incontrato una simpatica…tarantola! Ma il momento clou della nostra permanenza nella Chapada è stata l’escursione di tre giorni nella Vale do Paty dove il cielo bacia la terra. La nostra galera (compagnia) era composta da un portoghese, quattro brasiliani, io e Loris, dalla guida e dall’aiuto guida che per tutto il percorso ha trasportato il reparto alimentare. Dopo due ore di viaggio in jeep, lungo strade accidentate e costeggiate da minuscoli centri abitati come Palmeira e Guiné, siamo arrivati a Capao da dove è partita la nostra spedizione. Da qui, zaino in spalla, ci siamo avventurati in un primo tratto di giungla per poi sostare nei pressi del Rio Petro dove abbiamo pranzato. Nella Valle do Paty non ci sono ristori, né tantomeno negozi, l’unica acqua potabile è quella del fiume, acqua nera che sembra coca-cola, ma la più rinfrescante che abbia mai bevuto! Dopo il pranzo abbiamo ripreso il nostro viaggio verso il villaggio dei nativi della valle, nel quale ci siamo accampati due notti. Case fatte di fango e pietra, cucina e bagni in comune regalano una piacevole sensazione di libertà a contatto con questa umile comunità. La notte prosegue con falò (non c’è corrente elettrica) e canti sotto il chiarore delle stelle. Alle 6.00 la sveglia suonava per iniziare un’altra giornata stancante, ma ricca di soddisfazioni. Il secondo giorno abbiamo raggiunto il Morro do Castello passando per la Prefetura e fatto il bagno nelle fredde acque dei fiumi in prossimità delle numerose cascate presenti nella Valle. L’ultimo giorno, dopo aver salutato i nostri ospiti del villaggio ci siamo rimessi in cammino ed abbiamo percorso tutta la Vale do Paty fino alla Vale do Capao. Rientrati a Lençois abbiamo trascorso l’ultimo giorno nel vicino Riberao, un fiume con divertenti scivoli naturali dove i più audaci praticano un genere di surf molto particolare! Questa esperienza la consiglio a tutti coloro che hanno un innato senso di avventura, che non si accontentano di una vacanza tutta mare e ombrellone e soprattutto a tutti coloro che amano mettersi alla prova. La fatica è tanta, soprattutto per chi non pratica regolarmente trekking, ma lo spettacolo regalato dagli infiniti orizzonti ripagherà ogni vostro sforzo e anche la mente ringrazierà! Viola Menicali


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