rio, iguassu, salvador, mare

Partiamo la mattina del 12 Gennaio 2010 per il Brasile, arriviamo a Rio de Janeiro, via Lisbona alle 8 del mattino successivo. Voli in orario. La guida ci porta all'hotel Marriott, dove attendiamo un paio d'ore per la nostra bella ed ampia camera vista spiaggia. Queste 2 ore le impieghiamo rilassandoci alla piscina dell'hotel. Dopo aver preso...
Scritto da: Enrico 9
rio, iguassu, salvador, mare
Partenza il: 12/01/2010
Ritorno il: 24/01/2010
Viaggiatori: in coppia
Partiamo la mattina del 12 Gennaio 2010 per il Brasile, arriviamo a Rio de Janeiro, via Lisbona alle 8 del mattino successivo. Voli in orario. La guida ci porta all’hotel Marriott, dove attendiamo un paio d’ore per la nostra bella ed ampia camera vista spiaggia. Queste 2 ore le impieghiamo rilassandoci alla piscina dell’hotel. Dopo aver preso possesso della stanza, usciamo ed attraversando la strada ci ritroviamo sulla spiaggia di Copacabana, lunga 4 chilometri. Non ci risulta così interessante come dettoci, la spiaggia è libera e grande, vengono affittate sedie, e in alcuni chioschi si può fare uno snack o bere un succo. E’ pomeriggio, e come consigliatoci, ci incamminiamo sulla parallela dell’Avenida Atlantica, cioè per via Nossa Signora Di Copacabana. Vi sono molti negozi, ma di scarsa qualità, e molto traffico. Giungiamo in un ristorantino a buffet, dove riempiamo il piatto di ottima carne, riso e verdure, ed è simpatico il modo di pagare. Si paga “un tanto al chilo”, ti pesano infatti il piatto, e col bere, il conto risulterà di circa 8 euro a testa, insomma circa 15 euro al chilo. Dopo aver acquistato qualche piccolo souvenir, ci riposiamo in albergo, sfruttando la piscina, non dopo aver sostato un’oretta ancora in Copacabana, dove notiamo una certa pulizia, campi da calcetto e pallavolo e presenza di agenti: non ci sembra zona pericolosa. Ripensiamo alle parole della guida, un romano, che ci dice che pochi parlano inglese (esclusi ovviamenti gli addetti alle reception in albergo), e pochissimi lo spagnolo, quindi ci consiglia di parlare lentamente in Italiano. In effetti, noi che parliamo Spagnolo, riusciamo comunque ad intendere parecchio del portoghese. Ci parla della società brasiliana, e di calcio, spiegandoci come i Brasiliani sperano di batterci in finale mondiale al Maracaà, o noi o la Francia. Ma siamo ben visti in Brasile, dove invece non vedono di buon occhio gli anglosassoni.

Il secondo giorno, la guida ci preleva alle 8, ed evitiamo così la fila per salire al Corcovado. Si sale con un trenino a cremagliera, lungo la più vecchia ferrovia del Brasile, tra una bella vegetazione; tra le piante notiamo grossi frutti chiamati Jacca. Venti minuti e siamo ai piedi del “Cristo”, davvero imponente. Il panorama è fantastico, dal Maracanà al Pan di zucchero. C’è una leggera foschia, naturale vista l’umidità che tocca l’85%, ed i 33 gradi sembreranno anche di più soprattutto a mezzogiorno. Dopo aver sostato pochi minuti al bar del Corcovado, scendiamo, e ci portano a visitare i vari quartieri di Rio, soffermandoci a vedere velocemente un’ antica biblioteca, una piccola chiesina internamente tutta dorata, e la cattedrale, 15.000 posti in piedi dall’aspetto esteriore a cono, veramente brutto, più interessante all’interno. Per pranzo solo un succo di mango, al bar, non presso gli ambulanti, per questioni igeniche: succo che comunque “riempie”. Decidiamo alle 14,30 di salire al Pan di zucchero, e vista l’ora, anche lì evitiamo lunghe code…Minaccia pioggia, ma ci sarà un lungo temporale solo dopo le 20. Per arrivare alla cima del Pan di zucchero si prendono 2 funivie, e da lassù lo spettacolo è forse ancora più bello; si vedono il Corcovado, le spiagge, le barche ormeggiate ed un forte: questo panorama è la cosa che ci è piaciuta maggiormente di Rio. In alto anche un venticello che non dispiace. I prezzi di Rio sono quelli delle grandi città italiane, e là li considerano cari. Ci dirà poi una guida di Iguassu, che la paga base di un operaio è intorno ai 250 euro. Il terzo giorno, di buonora partiamo per Foz de Iguazu, volo TAM, un’ora di ritardo, normale in Brasile. Anche qui ci accoglie la guida parlante italiano, sono quasi le 15, e decidiamo di andare subito a vedere le cascate dal lato argentino. Serve il passaporto ed il modulo compilato in aereo per entrare in Brasile. Lasciata l’auto al parcheggio del parco, saliamo su di un trenino aperto che ci porta ad una piccola stazione, dove vediamo famiglie di bradipi in cerca di cibo. Passeggiata di un chilometro, e si giunge alla “Garganta del diablo”, dove la cascata è davvero imponente. Dopo le molte piogge, la portata d’acqua è notevole, e lo spettacolo impressionante. Abbiamo fotografato con fatica ed attenzione, in quanto il vento ci portava gli spruzzi delle cascate, e ci siamo bagnati per bene: consigliamo un k-way. Aggiungo che lo scorso anno abbiamo visitato le cascate del Niagare: un rubinetto al confronto. E poi qui la vegetazione è avvolgente. Sono 275 cascate tra Brasile ed Argentina, per oltre 2 chilomeri e mezzo, con altezze che raggiungono i 70 metri, generate dal fiume Iguazu. Compriamo qulche oggetto dagli indios Argentini, e ripassiamo la frontiera. Nel tragitto, vediamo aquile a terra, e cinghiali. Giungiamo all’hotel Das Cataratas, stupendo, l’unico hotel entro il parco nazionale, patrimonio Unesco, con vista sulle cascate.

La mattina della quarta giornata la dedichiamo a visitare il parco e la sua vegetazione, poi una jeep ci porta ad imbarcarci su un gommone, che ci porterà fin sotto le cascate. Il pilota si diverte a speventare la ventina di passeggeri. Potete avere ogni sorta di impermeabile, ma vi bagnerete completamente comunque, c’è chi sceglie di stare in t-shirt. Ad un certo punto, tutti gli apparecchi fotografici vengono posti al sicuro. Questa escursione ci costa 65 euro a testa. Visitiamo poi le cascate dal versante brasiliano, percorrendo circa un chilometro tra bella vegetazione e ottima vista. Si raggiunge un elevatore, che ti porta a vedere le cascate dall’alto. Spettacolare! Raccontandoci del modo di vivere dei brasiliani, la guida ci fà capire che San Paulo, attivissima, 17 milioni di abitanti, è come la nostra Milano, il Paranà ( regione delle cascate) è paragonabile al nostro centro-nord, Rio è un pò come Roma, e Salvador, al nord, come Napoli.

Volo TAM previsto per le 15,45, si parte alle 17. Questi aerei non sono il massimo, e vi è a bordo anche poca pulizia.

Atterrati a Salvador, la guida ci porta all’hotel “Convento do Carmo”, appunto ex convento, davvero bello e rilassante. Un’oasi nel Pelourinho, zona alta, centro di Salvador, coloniale, patrimonio Unesco. Sono quasi le 22. La mattina seguente la dedichiamo alla visita del Pelourinho, che ci piace moltissimo per le sue case coloniali colorate, peccato per la chiesa in ristrutturazione esterna. Anche quì, come ad Iguassù i prezzi sono inferiori a Rio. Le persone hanno un colore più scuro, dovuto della discendenza africana. Ci parlano del loro carnevale, e che mentre a Rio sfilano per 3 giorni, qui la festa dura una settimana. Dopo uno sguardo all’oceano dall’alto, ritorniamo in albergo, dove nel primo pomeriggio la guida ci porta all”Eco resort Tivoli”, un’ora di auto, finalmente sul mare, per rilassarci qualche giorno. Ricordiamo che in brasile esistono almeno 3 fusi orari. In questi 5 giorni, oltre a godere della bellezza della baia, delle alte palme, e di molti bagni nel mare caldo, visitiamo più volte il vicinissimo paesino di Praia do Forte, una volta paese di pescatori, ora votato al turismo, con le sue molte pousade, negozietti e ristorantini. In fondo alla strada principale si giunge al mare, al faro, ed alla chiesetta di San Francesco. Alle 19 abbiamo visto un bellissimo tramonto. Nel paese, vi è famoso il progetto “Tamar”, dedicato a varie speci di tartarughe, ed alla schiusura delle uova; lo si può visitare spendendo 3 euro, e vedendo vasche con altri pesci. Sinceramente ci è sembrata una visita che gradiscono soprattutto i bambini. Nel parco del resort, abbiamo visto invece oche e cigni in un laghetto, iguane, e simpatiche scimmiette, poco più grandi di uno scoiattolo, che ci facevano visita soprattutto a colazione, alla ricerca di cibo. Il venerdì sera assistiamo ad uno spettacolo folcloristico brasiliano, con bei costumi e danza, o lotta, della Capoeira. Davvero bravi.

Purtroppo giungiamo al giorno 23 Gennaio, giorno di partenza. Non sappiamo perchè, la rotta del ritorno ci porta da Salvador a San Paulo, e da lì volo TAP per Lisbona. Arriviamo a Bologna in perfetto orario…E ci sono pure le valige.

In conclusione un viaggio che ci è piaciuto, per i panorami di Rio, l’imponenza della natura nelle cascate di Iguassu, le caratteristiche costruzioni del Pelourinho a Salvador, e la bella baia di Praia do Forte, con il mare che non ci aspettavamo, caldo e quasi caraibico nei colori. Certo il cielo non è quello azzurro dell’Africa keniana o di Zanzibar, per via del clima umido, ma in Brasile vi è tanto da vedere che 12 giorni sono davvero pochi.



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