Blogger… da Gorizia a Trieste

Elena ci fa visitare castelli e musei... il tutto accompagnato da tipici pasti carsolini e buon vino
Scritto da: Elena_fvg
blogger... da gorizia a trieste
Partenza il: 16/11/2012
Ritorno il: 18/11/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
…dove eravamo rimasti….

Ci rimettiamo in auto per raggiungere Gorizia: facciamo un pit-stop da Enereco per il noleggio dell’auto elettrica Birò prodotta in Friuli Venezia Giulia da Estrima. È un mezzo ideale per muoversi in città e si parcheggia con grande facilità. Ci piace soprattutto perché è ecologica e divertente! Arriviamo in cima al Castello di Gorizia e ci godiamo un panorama a 360° su case, monumenti, chiese e paesaggi. Il Castello è racchiuso in un borgo di origine medievale, che custodisce anche la quattrocentesca Cappella di Santo Spirito: rimaneggiato nel corso dei secoli a causa di guerre e distruzioni, la sua ricostruzione è datata agli inizi del ‘900. Oggi è il simbolo della città mitteleuropea e meta del turista che ama approfondire la storia di un luogo e immergersi nel fascino dei secoli. Scendendo verso il centro cittadino passiamo davanti a Via Rastello e a Piazza Vittoria, bellissimi scorsi di una cittadina a dimensione d’uomo. Poco distante ci attende la visita al laboratorio di scultura dell’artista Paolo Figar: in questo periodo le sue opere sono in mostra a Palmanova e prossimamente partirà una mostra a Palazzo Attems Petzenstein a Gorizia. Noi approfittiamo del suo spirito di accoglienza e lo andiamo a trovare nel suo “quartier generale”, dove ammiriamo alcune sue opere e assistiamo in diretta al suo lavoro. Si tratta di creazioni originali che fanno volare la mente con la fantasia poiché frutto loro stesse di immaginazione e maestria.

Visto che ci piace essere eclettici, dall’arte contemporanea passiamo nuovamente alla storia! Riportiamo la Birò al suo concessionario e, ripresa l’auto “normale”, ci dirigiamo verso Farra d’Isonzo (GO) per visitare il Museo della documentazione della civiltà contadina friulana. Questo luogo è un piccolo museo che custodisce le tradizioni rurali delle comunità locali che risalgono ai secoli ‘800 e ‘900: racchiuse al suo interno le ricostruzioni dei locali dell’epoca dalla cucina alla cantina, i mestieri di un tempo come il fabbro ed il calzolaio, e i reperti legati alla religiosità, alla vita economica e ad attività ormai scomparse come l’allevamento del baco da seta. Credo sia importante recuperare le radici di un luogo anche grazie a queste strutture che mantengono viva la memoria storica! Il museo poi è attivo tutto l’anno con laboratori dedicati soprattutto ai bambini e al turismo scolastico. La nostra giornata si chiude con la sosta per la cena e il pernottamento presso la dimora storica con cantina e agriturismo Baroni Codelli a Mossa (GO). La nostra camera è calda, ampia e comoda, la struttura è immersa nella natura e quindi nessun rumore disturberà il nostro sonno! Per cena gustiamo polenta con salsa ai porri e lubianska, tipica carne impanata d’influsso sloveno, accompagnando il tutto con il vino bianco Friulano e, per finire, un bicchierino di grappa della casa!

Dopo un bel sonno ristoratore e la corsetta mattutina di Marco tra i vigneti del Collio (al suo rientro mi fa sapere che c’è una fantastica pista ciclabile che passa per la zona!), prendiamo armi e bagagli alla volta di Trieste per il mio ultimo giorno da #bloggerpercaso in Friuli Venezia Giulia. La nostra prima meta è l’immancabile Parco e Castello di Miramare alla porte di Trieste, uno dei parchi più belli d’Italia. Non servono descrizioni per questo posto, è sufficiente avvicinarsi alla sua florida vegetazione, alle sue bianche mura, al suo essere proteso tra cielo e mare per vivere l’emozione degli elementi naturali. Davvero Miramare è da visitare in ogni stagione e con ogni tempo, nulla scalfirà la bellezza che gli è data dalla sua posizione del tutto eccezionale. Per questa volta non visitiamo la città, ma risaliamo le zone del Carso triestino fino a Monrupino: in questo paese ogni anno dispari si festeggiano le Nozze Carsiche, un vero e proprio matrimonio che si svolge come un evento aperto alla cittadinanza e a tutti e che segue i riti e i costumi tradizionali del Carso. La cerimonia prende avvio dalla Casa Carsica, una dimora conservata tale e quale era all’inizio del ‘900 e che è un piccolo museo dedicato alla perpetuazione della storia del luogo, dove – proprio come a Farra d’Isonzo – sono riprodotte in modo originale le stanze e i locali della vita rurale d’inizio secolo. È alla Casa Carsica che ho il piacere d’incontrare la scrittrice Vesna Gustin, esperta di storia e tradizioni del Carso e che si spende in prima persona per accogliere i gruppi in visita a questo centro, trasmettendo loro il suo sapere e il suo entusiasmo. Ci segniamo in agenda la prossima data delle Nozze Carsiche, che si terranno in agosto 2013, e ci facciamo consigliare da Vesna un posto dove mangiare per pranzo. Andiamo nella Piazza di Monrupino, dove ha sede il ristorante Krizman, e assaporiamo un pasto tipico carsolino con jota (minestra locale), pollo fritto e ghibanizza (dolce d’influsso balcanico) innaffiato da vino rosso Terrano e per finire da un bicchierino di liquore al Terrano. Riprendiamo l’auto e percorriamo la strada che ci porta a San Dorligo della Valle (TS). Questo centro è conosciuto per la coltivazione dell’olivo e per la produzione dell’olio extra vergine d’oliva e nei mesi di ottobre e novembre il Frantoio Parovel è aperto per visite e per l’assaggio dell’olio nuovo. Euro Parovel, che in questi mesi è impegnato nella raccolta delle olive e nel seguire la lavorazione del frantoio, ci racconta che la varietà autoctona è la Bianchera, che dà vita a un olio evo dai begli aromi, carico di gusti e piccante. Si tratta di una produzione di nicchia che ha ottenuto anche la Dop, unica in Friuli Venezia Giulia nel caso dell’olio, e che riguarda la Provincia di Trieste ed è denominata Dop Tergeste.

È pomeriggio inoltrato, il nostro week-end si conclude qui e non ci resta che rientrare a casa con un bagaglio colmo di memorabili ricordi, di esperienze vissute e di incontri che ci hanno svelato un po’ dell’anima del Friuli Venezia Giulia, la sua autenticità e la sua umanità.

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