Reims à toutes jambes!

Una città da visitare anche di corsa
Scritto da: Andrea Misuri
reims à toutes jambes!
Partenza il: 15/10/2010
Ritorno il: 17/10/2010
Viaggiatori: 5
Spesa: 500 €
A metà ottobre si corre “Reims à toutes jambes!”. Anche quest’anno con la partecipazione di oltre dodicimila podisti da tutta la Francia, e non soltanto. Con Gabriele, Marco, Roberto e Giulio partiamo da Firenze alle dieci di sera. Viaggiamo tutta la notte e tredici ore dopo siamo davanti all’Hotel Cecyl, 24 rue Buirette, all’angolo con place Drouet d’Erlon. Un buon hotel, tipico francese, con le vecchie, cigolanti scale a chiocciola in legno per raggiungere i piani. Per la camera doppia con la colazione si spendono 69 euro. Altre volte mi sono fermato a dormire al Centre International de Sejour, Esplanade André Malraux. Un Centro studentesco aperto a tutti. Sempre in due, si pagano 53 euro a notte. C’è chi tra noi non è mai stato a Reims. Si coglie l’occasione per ripercorrere il classico tour della città. Per prima la Cattedrale di Notre-Dame, esempio assoluto del gotico maturo. Qui sono stati incoronati i re di Francia, fino a Carlo X nel 1825. Il tetto e parte della chiesa subirono gravissimi danni dai bombardamenti tedeschi della Prima Guerra Mondiale. Un episodio che, nonostante i successivi restauri, è rimasto profondamente impresso nel ricordo degli abitanti. Del 1974 sono le vetrate della cappella assiale dell’abside dipinte da Marc Chagall. Sul portale sinistro della facciata fermatevi a osservare la statua dell’Angelo del sorriso. Enigmatico e dolcissimo insieme, è il simbolo di Reims. Davanti alla Cattedrale, una lapide testimonia dove Charles De Gaulle e Konrad Adenauer firmarono la riconciliazione tra la Francia e la Germania l’otto luglio 1962, alle ore 11,02. A fianco si trova il Palazzo del Tau – così chiamato per la sala principale a forma di “T” – dove i re alloggiavano alla vigilia dell’incoronazione, oggi sede del Museo dell’Opera. Sul lato opposto della piazza, la Cattedrale si specchia nelle grandi vetrate della nuova Mediateca intitolata a Jean Falala, sindaco molto amato degli anni Ottanta. Simbiosi urbanistica tra l’antico e il contemporaneo che si ritrova spesso in Francia. Più in là, la statua equestre di Giovanna d’Arco, ricorda che qui la pulzella d’Orléans incoronò Carlo VII nel 1429. Il monumento è periodicamente preso di mira dai soliti ignoti con il furto della spada che stringe nella mano. Sosta per il pranzo a Le Bon Moine, 14 rue des Capucins. Una brasserie ancora vecchia maniera, il banco all’entrata, i tavolini stretti l’uno all’altro, frequentata dai lavoratori e dagli abitanti del quartiere. All’uscita, ci fermiamo a vedere il cantiere della tramvia. I binari tagliano le vie del centro, e tanti abitanti non sono ancora convinti. Comunque, dopo un acceso dibattito che ha diviso la cittadinanza, i lavori – partiti un paio di anni fa – si stanno per concludere rapidamente. Sei mesi di prova, poi l’inaugurazione prevista per l’11 aprile 2011. La prima fermata pomeridiana è da Nicolas, 16 rue Etape. Vi si trovano vini di ogni regione, ampia la scelta degli champagne e dei distillati. Daniel Gonzales ci accoglie come ogni volta con grande cordialità. Il sorriso accattivante appena nascosto da un bel paio di baffi, la parlantina fluviale dalla quale traspaiono passione e competenza. Se avete un dubbio qualsiasi, incerti tra un beaujolais e un bordeaux, oppure tra i diversi cinquanta grands crus alsaciens, stiate certi che Daniel è in grado di risolverlo. Pochi passi e ci s’infila da Armand Thiery, 18 rue de Vesle. Abbigliamento femminile elegante a prezzi contenuti. Le nostre patners sono rimaste a Firenze. Acquistiamo loro dei foulards, ultimi arrivi dell’attuale stagione. Ne scelgo uno dalle morbide sfumature rosse e nere. A Reims si trovano le Maison di un gran numero di aziende produttrici di champagne. Sedi di rappresentanza, spesso veri e propri musei visitati da un flusso costante di turismo interno e dei Paesi confinanti. Tra tutte, assolutamente da non perdere è la Domaine Pommery, 5 place du Général Gouraud. Voluta da Madame Louise Pommery in stile elisabettiano, fu inaugurata nel 1878. La scalinata mozzafiato scende per trenta metri nelle cave di gesso gallo-romane. I 116 scalini ci portano in un intreccio di 120 cave collegate tra loro da una rete di gallerie – ognuna il nome di una città in omaggio ai principali clienti – lunghe 18 km. Uno spettacolo unico. La sera, in compagnia di amici di lunga data come Dominique e Gerard, andiamo a vedere la partita di calcio Stade de Reims – AC Ajaccio. La squadra di casa naviga nella zona bassa della classifica della Ligue 2 (la seconda serie), che in Francia gioca il venerdì sera. Il sogno sarebbe di fare un giorno come il Brest, città da quest’anno in Ligue 1 e già primo in classifica. Anche Reims è città di media grandezza come l’altra, sulle rive dell’Atlantico freddo e nebbioso. In comune anche il colore delle maglie: biancorosse. E poi va ricordato che in passato, lo Stade de Reims è stata una compagine di prima grandezza continentale. Nella seconda metà degli anni Cinquanta fu battuta due volte dal Real Madrid nella finale di Coppa dei Campioni. Vi giocavano il centrocampista Raymond Kopa e il centravanti Just Fontaine, rivelazione dei Mondiali del 1958 in Svezia. Nel doppio confronto con i madrileni, s’incrociarono con campioni ancora più forti, per anni imbattuti nelle competizioni europee, guidati da due attaccanti quali Alfredo Di Stefano e Francisco Gento. E’ terminata da poco la ristrutturazione dello stadio “Auguste Delaune”. Una capienza di 22.000 posti tutti al coperto. Uno stadio moderno e funzionale. Dominique ci presenta il presidente della squadra Jean-Pierre Caillot e un ospite d’eccezione, Michel Hidalgo, commissario tecnico della Francia ai Mondiali del 1982. Folti capelli bianchi, gli occhi vivaci che puntano l’interlocutore, la battuta pronta. Gli regaliamo il cappellino ufficiale della nazionale italiana, con le quattro stelle dei Mondiali vinti. Se lo calca in testa e – dopo le foto di rito – se lo porta via volentieri, sottolineando come a lui piacciono tutte le squadre forti. L’incontro finisce 1-1. Un pareggio conquistato nel finale, a premiare un secondo tempo tutto all’arrembaggio. Un punto che alimenta la speranza in prospettiva salvezza. Gli Ultras Remois – un centinaio di giovani sostenitori con tamburi e striscioni – incitano la squadra con grande calore ma niente più. Neppure da confrontare con il tifo organizzato nei nostri campi di calcio. Nel dopo-partita siamo invitati alla cena nei locali dello stadio, mentre sul palco si susseguono i giocatori intervistati dallo speaker. Una serata piacevole, in un clima rilassato, lontano anni luce dalle tensioni che attraversano gli stadi italiani. Il sabato mattina è giorno di mercato a Boulingrin. Ortolani, macellai, pescivendoli si susseguono tra i banchi allineati. I polli girano sulle griglie fumanti. C’è l’angolo del bric-à-brac, con montagne di vecchie cartoline, ninnoli e piccoli oggetti residui di chissà quanti traslochi; e le bancarelle con le “capsule de champagne”, qui da sempre ricercate dai collezionisti e dai turisti (compreso il sottoscritto). Passiamo davanti alle halles Boulingrin, l’antico mercato coperto. Chiuso da una decina d’anni, oggi in ristrutturazione, sarà inaugurato nel febbraio 2012. Nel 2004, in occasione del cinquantesimo del gemellaggio con Firenze, ci furono incontri con la nostra Amministrazione per scambi di progetti e proposte sulla destinazione del mercato. Per rue de Mars e place Hotel de Ville – con il Municipio del diciassettesimo secolo che s’innalza maestoso – arriviamo in place du Forum. E’ d’obbligo la fermata al Museo “Hotel Le Vergeur”. Dimora fino agli anni Trenta del mecenate Hugues Kraft, oggi custodisce le sue collezioni. Mobili, dipinti e stampe che ci fanno scoprire la Reims scomparsa a cavallo tra Ottocento e Novecento. Al primo piano, da non perdere le xilografie originali di Albrecht Dürer. Per il pranzo, scegliamo una delle tante brasserie in place Drouet d’Erlon; questa volta ci fermiamo a La Lorraine. Sono locali tutti con un buon rapporto qualità-prezzo e nei quali possiamo trovare le specialità tradizionali: choucroute au Champagne, flammekueche, moules marinières. Il pomeriggio andiamo nella Champagne. Attraversiamo villaggi che sembrano quelli delle fate. Lindi e graziosi, con grandi fioriere appese ovunque. Da non perdere una sosta a Hautvillers. Da sopra il paese, a perdita d’occhio i vigneti degradano verso la valle della Marna. Nel coro della chiesa abbaziale visitiamo la tomba di Pierre Pérignon, il monaco benedettino considerato l’inventore della spumeggiante bevanda. Didier Chopin abita a 10 rue de la Coopérative, Champlat-Et-Boujacourt. Un piccolo Comune di poco più di cento abitanti, a venticinque km. Da Epernay. Chopin ha cominciato nel 1989 a produrre uno champagne – che porta il suo nome – di alta qualità. Ancora oggi l’azienda è a conduzione familiare. Insieme a lui la moglie Karine e il figlio. E’ di poche parole, come spesso sono quelli che conoscono i sacrifici della terra lavorata. Ogni volta che vengo a Reims, passo a trovarlo. Una vigorosa stretta di mano, un giro per la cantina a vedere l’ultima botte acquistata, una coppa (anzi, qualcosa di più) di champagne da gustare in compagnia. E si riparte, dopo aver acquistato un congruo numero di bottiglie (comprese quelle per gli amici in attesa a Firenze). La mattina dopo c’è la corsa. Sarebbe necessario limitarsi a una cena leggera e andare a nanna presto. Ma i buoni propositi si lasciano traviare dalle proposte culinarie che arrivano dagli amici francesi. Siamo a cena da Josy e Alain, insieme a Isabella e Jean Pol. Cena di choucroute alsaziana innaffiata con champagne e vini bianchi. Alle 7,15 – quando usciamo dall’hotel – l’aria è decisamente frizzante. Siamo pronti per la corsa! La navetta ci porta al Parc des Expositions. La partenza della gara dei 10 km. È alle 9,30. Lungo il percorso – si costeggia il canale che attraversa la città, per deviare poi fin dietro la Cattedrale – le famiglie sono in strada; applausi e incitamenti per tutti, a cominciare dai ritardatari. E’ una giornata di festa, per chi corre come per gli spettatori. Un’organizzazione pianificata in modo capillare ed efficiente che gira a tutta, permette di evitare la più piccola smagliatura. Complimenti davvero! La domenica pomeriggio visitiamo la Basilica di Saint-Remi, uno dei più alti esempi di arte romanica della Francia del nord. Risalente all’XI secolo, custodisce le reliquie di San Remigio, il vescovo che sul finire del V secolo battezzò il re dei Franchi Clodoveo. Prima di ripartire, passiamo a salutare Philippe Godet. Abita a Chigny Les Roses, una decina di Km. in direzione Epernay. Ci troviamo sulle Montagne di Reims. In realtà semplici colline, ma che pur sempre s’innalzano nella vasta pianura circostante. Le “Domaine du Chalet” è stata costruita nel 1860 da Madame Louise Pommery. Oggi è “hotel de charme” di squisita raffinatezza. Una villa elegante, immersa in un parco, tra vialetti che si perdono nel sottobosco, rivoli e pozze d’acqua e secolari, giganteschi alberi. Su uno di questi è stata costruita una “capanna di legno”. Una suite 4 stelle appollaiata a dieci metri di altezza. Una costruzione avveniristica per design e scelta dei materiali trattati. Una volta, mi piacerebbe dormire lassù! Un nido per il riposo di Peter Pan o un’alcova unica e originale? Ci attende un’altra notte insonne, per essere a Firenze la mattina del lunedì. Alcuni di noi hanno impegni di lavoro indifferibili. Sono stati tre giorni sempre di corsa (in tutti i sensi). Ma ne valeva la pena. L’appuntamento comune è per la prossima edizione della gara podistica, domenica 16 ottobre 2011. Ά toutes jambes! Naturalmente.


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