Veneto, da Vicenza a Bassano del Grappa per un inverno a regola d’arte
Non fa in questo senso eccezione (anzi) la città di Vicenza, nota per essere la città del Palladio e che, con tutti i tesori che custodisce, è indubbiamente un’ottima destinazione di viaggio in ogni stagione dell’anno. In occasione delle mostre che si tengono nei suoi principali poli culturali nel periodo invernale, lo è del resto ancora di più: ecco quali sono quelle che ti consigliamo di vedere.
I maestosi edifici palladiani che puntellano e delineano il centro storico di Vicenza si trasformano in temporanea cornice alle belle opere di Salvador Dalì. Quando? Con la mostra diffusa Dalì incontra Palladio. In programma fino al 26 gennaio 2020, la mostra rende la città di Vicenza un’autentica galleria d’arte a cielo aperto, con i capolavori dell’artista catalano dislocate nei suoi punti strategici. Dalla Venere Spaziale in Piazza Matteotti all’Elefante del Trionfo in Piazza dei Signori, il viaggio artistico nel mondo visuale di Dalì passa per la Basilica Palladiana, dove fa bella mostra di sé la Ballerina Daliniana, per Piazza San Lorenzo e Piazze delle Erbe che fanno da palcoscenico alla Danza del Tempo III e I e idealmente termina in Campo Marzo con l’Omaggio a Tersicore.
Non è un caso che proprio a Vicenza si tenga una mostra diffusa interamente dedicata a Salvador Dalì, poiché l’artista stesso si è sempre proclamato grande ammiratore del Palladio. È proprio uno dei più preziosi, la Basilica Palladiana, la grande protagonista delle mostre invernali della città. A partire dal mese di dicembre, sono moltissime le esposizioni in programma nella Basilica Palladiana, tutte diverse tra loro ma ciascuna a proprio modo capace di emozionare e conquistare i visitatori. Torna anche Dalì, ma fino al 27 gennaio al chiuso presso il Museo del Gioiello in Basilica Palladiana con la mostra temporanea Arte Preziosa: Le sculture gioiello di Salvador Dalí, accurata selezione di opere d’arte che raccontano l’eterogeneità artistica di Salvador Dalí e la sua appassionata ricerca della tridimensionalità attraverso 18 sculture prodotte dal 1949 al 1979 e divise in tre sezioni: i Dalí d’Or, le sculture gioiello e le sculture in argento.
Il percorso espositivo è ricco e variegato, e conduce il visitatore in un mondo di surreale bellezza fatto di monete d’oro, specchi magici, pendenti a forma di serpente ed emblemi in onore del sole, ma anche di figure care all’artista e parte integrante del suo universo iconografico come ballerine e angeli. Una mostra preziosa nel vero senso della parola, poiché alcune delle opere esposte sono realizzate in oro 18 carati e tempestate di pietre preziose, diamanti, rubini, smeraldi e zaffiri, montate su una base di cristallo di rocca translucida che reca la firma in oro di Dalí.
Dal 6 dicembre al 13 aprile, la Basilica Palladiana celebra invece i ruggenti anni ’20 con Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi. Oltre 120 opere di Oppi, Klimt, Van Dongen, Sironi e Casorati consentono al visitatore di spaziare tra dipinti, disegni, sculture, abiti e gioielli rappresentativi degli anni Venti. Come in un vero e proprio viaggio indietro nel tempo in cui centrale è la figura della donna, che nell’Europa da poco uscita dalla Prima Guerra Mondiale comincia ad acquistare sempre maggiore autonomia e indipendenza realizzando una prima ‘rivoluzione rosa’. Una rivoluzione che vede la donna con i capelli corti e le gonne altrettanto corte, seduttiva e affascinante, e sempre più protagonista della società: con Coco Chanel che cambia il mondo della moda, Amelia Earhart che attraversa l’Oceano Atlantico in volo e Josephine Baker che incanta tutta Parigi con le sue danze, per le donne si respira un’aria tutta nuova che non tarda a far sentire i suoi effetti anche in Italia. E che proprio sugli artisti italiani in mostra a Vicenza esercita un fascino irresistibile, che emerge dalle pitture di Ubaldo Oppi, cresciuto a Vicenza ma formatosi fra Vienna, Parigi e Venezia, e in quelle di Felice Casorati, Mario Cavalieri, Mario Sironi e Piero Marussig.
Dalla Basilica Palladiana ci spostiamo tra le sale di Palazzo Leoni Montanari di Vicenza, dove hai tempo fino al 26 gennaio per assistere a Kandinskij, Gončarova, Chagall. Sacro e bellezza nell’arte russa, importante mostra che celebra i grandi artisti russi di fine Ottocento e inizio Novecento attraverso le loro opere provenienti dalla Galleria Tret’jakov di Mosca e da altri importanti musei della Russia, di Nizza e di Salonicco. Cosa accomuna tutte le opere esposte? Il loro attingere ad antichi modelli iconografici e sacri per creare nuovi contenuti e nuove sensibilità estetiche, creando alla fine una inedita simbologia universale.
Maffei e Carpioni delle Zitelle: dal furto alla rinascita è invece in calendario fino al 6 gennaio presso il Museo Diocesano di Vicenza ed è da non perdere anche per il curioso episodio che vede protagoniste le due opere esposte. Nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 1984, infatti, vennero trafugate dall’Oratorio delle Zitelle di Vicenza per essere ritrovate solo nel 2013. Da quel momento la Soprintendenza di Verona le ha riportate all’antico splendore con un lungo e articolato processo di restauro, per assemblare le tele che i ladri avevano malamente ritagliato e rovinato. Una piccola mostra per raccontare una vicenda straordinaria!
Da Vicenza ci spostiamo a Bassano del Grappa, dove è stata prorogata fino al 19 gennaio la mostra Albrecht Dürer. La collezione Remondini. Una collezione di primissimo livello che comprende ben 214 incisioni e che, per ampiezza e qualità, è considerato il più importante al mondo insieme al corpus conservato all’Albertina Museum di Vienna. Legata alla mostra di Dürer l’esposizione della scultura di King Kong Rhino dell’artista cinese Li-Jen Shih a Palazzo Sturm. Puoi ammirare questo omaggio contemporaneo al rinoceronte di Albrecht Dürer fino al 19 dicembre 2019.