Un concentrato di bellezza tra le colline marchigiane: il paese dei matti è un luogo davvero incredibile

Stefano Maria Meconi, 08 Ott 2023
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C’è un piccolo paese immerso nell’atmosfera elegante e unica delle Marche che ha una caratteristica particolare, legata a una leggenda che vuole i suoi abitanti tanto geniali quanto “pazzi”, ma in quel senso della pazzia che potrebbe parlare anche di Albert Einstein o di Vincent Van Gogh. Insomma, una follia creativa e a tratti ragionata, che produce e parla di bello, proprio come Corinaldo, località che riassume in sé stessa tutte le bellezze più significative di questa regione a cavallo tra il Centro e il Nord Italia.

Delle mura, del pozzo e della santa

corinaldo, santuario santa maria goretti

Corinaldo è una città dalle molteplice anime, sin dalla sua origine che il Cimarelli fa risalire al V secolo d.C. dopo la distruzione di Suasa da parte di Alarico. I sopravvissuti si rifugiarono così sulla cima di un colle, dando vita a un borgo fortificato molto importante per la zona, e soprattutto strategico. La Corinaldo “attuale” risale alla seconda metà del XIV secolo, quando Papa Urbano V autorizzò a costruire le alte e lunghe mura (quasi un chilometro) che la cingono ancora oggi. La storia del borgo, che fa parte di quelli riconosciuti come i Borghi più belli d’Italia, si arricchì nel corso del tempo di altre due storie d’autore: quella del “Pozzo della Polenta” e quella di Santa Maria Goretti.

Un pozzo per i pazzi

Perché i corinaldesi vengono simpaticamente tacciati di pazzia? Succede anche a Gubbio, qui addirittura si vendono le patenti a chi gira intorno a una fontana per tre volte. Nel borgo marchigiano l’origine della diceria è invece legata a un piccolo incidente di percorso, quello di un uomo a cui cadde un sacco di farina di mais in un pozzo, e tutti iniziarono a dire che – in realtà – voleva fare la polenta nel pozzo. Dagli anni ’70 si tiene appunto la Contesa del Pozzo della Polenta, con i vari rioni che si sfidano in costumi antichi per conquistare il pozzo. 

La santa bambina

Maria Goretti nacque a Corinaldo nel 1890, da una umile famiglia di contadini che dopo qualche anno si trasferì vicino Latina. La giovane Maria venne uccisa da Alessandro Serenelli, che voleva violentare l’innocente undicenne. Il ravvedimento religioso e umano dell’omicida, unitamente all’aria di santità che sin da subito si costruì intorno alla martire bambina, portarono a un culto per Maria Goretti così forte da arrivare, nel 1950, alla canonizzazione da parte di Papa Pio XII.

Un medioevo… attualissimo. Ecco cosa vedere a Corinaldo

corinaldo

La Piaggia, ovvero la scalinata di Corinaldo dove sorge il “Pozzo della polenta”

Passeggiando per le strade del borgo di Corinaldo, protetto da una cinta muraria ottimamente conservata lunga più di 900 metri e inframmezzata da una numerosa serie di porte d’accesso, si percorrono secoli di storia in un contesto di grande bellezza paesaggistica. La Curia di Rinaldo offre al suo interno luoghi di grande pregio artistico, tra cui le chiese del Suffragio, dell’Addolorata e di Sant’Anna. Grande spazio è ovviamente dato al culto di Santa Maria Goretti, il cui Santuario Diocesano era in origine la Chiesa di Sant’Agostino, di stile barocco. Imponente anche il Palazzo Comunale, dallo stile neoclassico, progettato dal Ciaraffoni a fine Settecento.

Ma la vera attrazione di Corinaldo è la Piaggia, ovvero la grande scalinata che “taglia” in due al centro storico e che ospita il Pozzo della polenta, intorno al quale nasce tutta la leggenda dei matti di Corinaldo e vi si tiene, anno dopo anno, la Contesa.



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