Sulle colline che dominano Trieste c’è un enorme blocco di cemento, e non ti aspetteresti mai cosa c’è dentro

Costruito negli anni '60 seguendo i canoni dell'architettura brutalista, è diventato uno dei simboli della città contemporanea
Stefano Maria Meconi, 19 Mag 2024
sulle colline che dominano trieste c'è un enorme blocco di cemento, e non ti aspetteresti mai cosa c'è dentro

Sai cos’è il brutalismo? Subito dopo la Seconda guerra mondiale, iniziò a svilupparsi una corrente architettonica che voleva edifici brutti ma buoni (insomma, come i biscotti). Brutti perché, apparentemente, non somigliavano a nulla di quanto realizzato in precedenza. Niente orpelli, decorazioni, colori, ma solo cemento vivo esposto all’azione delle intemperie, dentro e fuori. Una scelta stilistica diffusa soprattutto nei paesi socialisti dell’Est Europa, ma che raccolse proseliti anche in Italia, con il progetto della Torre Velasca di Milano. E anche a Trieste dove, tra il 1963 e il 1966, sorse un luogo destinato a far discutere e, allo stesso tempo, a lasciare a bocca aperta.

Il santuario “brutale” d’Italia

santuario di monte grisa

Costruito per rispettare un voto fatto alla Vergine Maria, che avrebbe protetto Trieste durante la Seconda Guerra Mondiale, fu solo nel 1963 che iniziarono i lavori per realizzare – in appena tre anni – l’enorme Tempio Nazionale a Maria Madre e Regina. Un santuario che aveva una valenza nazionale come voluto da Papa Giovanni XIII nel 1959. Il pontefice bergamasco, tuttavia, non vide mai completati i lavori, e l’unico pontefice ad aver visitato questo luogo fu, quasi trent’anni dopo, Giovanni Paolo II (1992). Ma cosa rende questo luogo di culto cristiano così diverso da tutti gli altri disseminati lungo la penisola italiana? La risposta è breve: l’architettura.

Abbandonati gli stilemi floreali e le dorature del barocco, rinnegata l’imponenza monumentale del razionalismo di inizio Novecento, per il Santuario di Monte Grisa venne scelto il progetto di Antonio Guacci, uno dei seguaci del brutalismo architettonico. Guacci propose qualcosa di mai visto fino ad allora: su una collina a 330 metri d’altitudine, che domina dall’alto il golfo di Trieste e la costa del Carso, venne costruito un tempio con due edifici sovrapposti, dalla forma di una M ma che, nelle intenzioni del progettista, doveva ricordare anche il profilo laterale di un diamante.

Cemento armato e vetro, per una struttura dominata da triangoli e trapezi, e dalle dimensioni davvero straordinarie: 40mila metri quadrati di spazio complessivo, 40 metri di altezza e due aule interne da 1600 e 1500 metri quadrati rispettivamente. Il tutto, dominato da una altissima vetrata triangolare che affaccia direttamente sul mare, inondando gli spazi destinati alle funzioni religiose di luce naturale. Quello che appare come un trionfo del massimalismo architettonico post-bellico, è in realtà un progetto che Guacci inondò di sapienza matematica, quasi un ideale confronto tra il razionalismo dell’architettura e la tensione spirituale del luogo. Dalla sezione aurea al triangolo di Eulero, tutto il Santuario di Monte Grisa fu studiato con attenzione, utilizzando il cemento armato autoportante per creare i numerosi triangoli che, nel simbolismo cristiano, ricordano Dio e la Santa Trinità. Triangoli che, poi, ritroviamo anche nel Crocifisso in vetri policromi e nel soffitto, modellato sulla misura di un favo. Veri e propri richiami alla narrazione biblica e al messaggio cristiano, che rivive nelle tante meraviglie di un luogo “brutalmente bello”.

Un’esperienza di visita completa sul Monte Grisa

santuario di monte grisa

Il Tempio Nazionale a Maria Madre e Regina, molto conosciuto come Santuario di Monte Grisa, si è evoluto da complesso brutalista dall’aspetto quasi provocatorio a luogo importante per i fedeli e i visitatori. Grazie alla presenza di barservizi igienici e ampi spazi esterni, infatti, il santuario si è adattato alle esigenze dei fedeli, rinunciando in parte a quell’estremismo delle forme che lo caratterizzava sin dall’inizio. Intorno al complesso si sviluppa una Via Crucis con le 14 stazioni che presentano splendide piastrelle dorate decorate a bassorilievo, mentre nelle viscere del monte Grisa si sviluppa una serie di grotte (attualmente non visitabili) che richiamano l’identità carsica della zona.

Per arrivare al Santuario, basta prendere l’autobus 42 da Trieste – Piazza Oberdan oppure, in automobile, autostrada A4 uscita Prosecco, poi indicazioni per il Tempio.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche