Siete pronti per il Capodanno Cinese?
La data non è mai la stessa, segue il calendario lunare variando tra la seconda metà di gennaio e la metà di febbraio, con l’arrivo della tredicesima luna nuova. Ogni annata poi è caratterizzata da un segno animale (quello che sta per iniziare è l’anno del Coniglio!) e da un ramo terrestre. I primi quindici giorni poi sono carichi di simbologie e tradizioni ancora oggi rispettate e seguite, soprattutto nei villaggi dove l’impatto con la modernità è meno forte. Due settimane di riti e tradizioni per garantire fortuna e ricchezza, per rinnovare e depurare le proprie famiglie dalla cattiva sorte con pulizie interiori ed esteriori. Tre giorni festivi con festeggiamenti grandiosi, soprattutto nelle grandi città di Beijing, Shanghai e Hong Kong, che convergono nell’augurio, nella ricchezza e nella lotta contro gli spiriti maligni riportando in strada antichi miti.
I preparativi per il Capodanno Cinese iniziano giorni prima, il trambusto è forte in ogni città e villaggio. Le persone sono affaccendate a comprare regali di ogni tipo ben auguranti per il nuovo anno e fiori che indicano prosperità (narciso) e longevità (crisantemo), ma anche rami di abete per tenere lontano gli spiriti maligni. Tuttora, qualche giorno prima, si usa spazzare da cima a fondo in ogni angolo della casa, per eliminare tutti i residui dell’anno uscente e le sue sventure… Rigorosamente dall’esterno verso l’interno, per evitare che con esso vadano via le ricchezze. Non solo le case, anche uffici e strade vengono puliti con particolare attenzione. Quella che un tempo era superstizione, oggi è solo buona abitudine.
Finiti i preparativi, alle porte vengono appesi nastri rossi con scritte di buon auspicio. Un tempo le famiglie benestanti dipingevano eroi leggendari o simboli di buona fortuna sui cancelli per proteggere le case, sostituiti poi da stampe con tematiche varie, da eroi e divinità a operai e contadini, per decorare gli interni delle abitazioni.
Il Capodanno Cinese è una festività che riconduce all’unità familiare: spesso i lavoratori residenti nelle città tornano dagli anziani genitori in campagna, per scambi di regali, auguri e per mangiare e bere insieme. Oltre a regali, soprattutto di tipo alimentare, è tradizione regalare buste rosse contenenti soldi ai più giovani (in quantità sempre pari per questione di fortuna!) e restare svegli fino a tardi per tenere lontani gli spiriti malvagi, giocando a mahjong e bevendo tè.
Anche il cibo viene preparato qualche giorno in anticipo e in abbondanza, per garantirlo durante tutti i giorni di festa ai familiari e alle divinità, ma anche e per assicurare la buona sorte, evitando di usare coltelli o arnesi affilati nei primi giorni del nuovo anno. I piatti sono perlopiù a base di pollo e il banchetto di solito inizia con un grande pesce intero, a simboleggiare abbondanza e ricchezza in famiglia. Al nord, durante le feste si usano molto i ravioli, che un tempo venivano riempiti con ingredienti particolarmente pregiati da chi poteva permetterselo, come segno di buona fortuna. Nel sud, invece, il piatto tipico è il niangao, un budino dolce di riso cotto a vapore. Il banchetto si prolunga fino a tardi e si conclude la serata giocando e bevendo.
Nella notte del primo dell’anno divampano giochi di luce, fuochi d’artificio e petardi: servono a scacciare Nian, un mostro marino che -narrano le leggende- infastidiva le persone e distruggeva le loro coltivazioni, finché la saggezza contadina era stata in grado di scaccialo, attirandolo e spaventandolo proprio con i rumori di tamburi ed esplosivi. Tutto ciò rievocato con la danza del leone che caccia gli spiriti maligni, e la danza del drago, antica figura protettiva e potente contro le influenze negative. Leoni e draghi sono rappresentati con seta e cartapesta rossa (colore di buon auspicio) e trasportati da più persone in giro per le città, in danze acrobatiche, colorate, al ritmo di tamburi e gong.
Nei restanti quattordici giorni, avvengono tutta una serie di riti e usanze legate alla famiglia e alla commemorazione dei defunti. Nel quindicesimo giorno, i festeggiamenti si concludono con lo Yuanxiao jié, la Festa delle Lanterne, dove tutte le lanterne appese fuori dalle abitazioni vengono prese e portate in giro per le strade, guidando gli spiriti benevoli. Spettacolare parata finale di luci rosse e grandi varietà di forme e dimensioni di lanterne, che a volte sono disposte in modo tale da creare strutture a forma di paesaggi, draghi e personaggi.
Miti, cibo, danze, colori e fuochi, all’insegna dell’unione, del benessere familiare e della superstizione. Una tradizione che vacilla un po’ ad affermarsi in tutti i suoi aspetti spirituali tra le nuove generazioni, ma molto sentita come festa e momento di condivisione e augurio di buona fortuna.
Se sarete in Oriente durante il Capodanno Cinese raccontateci la vostra esperienza!