La basilica del santo povero è da 800 anni il luogo simbolo della Città della pace in Umbria

Leonardo Anchesi, 11 Dic 2023
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Come si arriva ad Assisi, nel cuore dell’Umbria, non la si nota dal basso anzi; lei, difatti, sembra quasi nascondersi agli occhi del visitatore in ossequio a un ancestrale pudore; ma la basilica, in realtà, è proprio lì, nel centro della città della pace e si svela solo all’ultimo, non appena si varca il porticato della piazza inferiore. E di inferiore c’è anche una basilica, come ce n’è anche una superiore. Eh sì, cari amici: la basilica di San Francesco, difatti, è una basilica doppia, così realizzata non per sovrapposizione di edifici di epoche differenti, come spesso è accaduto, ma per specifico volere della committenza e per rispondere alle numerose esigenze liturgiche e di preghiera che ruotavano attorno (e tutt’oggi continuano a ruotare) a questo luogo pervaso di sacro misticismo.

Ma non voglio svelarvi oltre per il momento; continuate a leggere scoprirete i segreti della basilica di San Francesco ad Assisi, luogo sacro che da quasi otto secoli incanta i fedeli giunti da ogni dove.

Un Santo, un Papa e un fiume di denaro

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L’illuminazione notturna le dona un fascino ulteriore

Anno domini
1228
:  il 15 luglio, papa Gregorio IX, al termine di un processo di canonizzazione fulmineo, proclama santo Francesco d’Assisi, divenuto già famoso in vita e ormai famigerato dopo la sua morte a 45 anni di età, consumato da una vita di povertà e stenti. Il giorno successivo, lo stesso Pontefice, che potremmo definire uno dei più accesi sostenitori del Poverello Assisiate, cedette in comodato d’uso un proprio terreno a frate Elia da Cortona, vicario generale dell’Ordine Francescano sino all’anno precedente, per la costruzione della basilica che verrà intitolata al Santo, la cui fama era già universale. Il terreno venne dato in comodato, e non donato, per ottemperare al divieto di possedere qualsiasi cosa che gravava i francescani.

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La Basilica sorge sul colle un tempo destinato alla sepoltura degli ultimi

Grazie a questo escamotage, l’edificio avrebbe assunto ben tre diverse funzioni: chiesa madre dell’Ordine, luogo di sepoltura di San Francesco e Cappella papale, trovandosi, per l’appunto, su di un terreno di proprietà del Pontefice. Conseguenza di tante funzioni, e tutte estremamente importanti, fu che sul cantiere arrivò, nel corso degli anni, una vera e proprio pioggia di denaro, grazie alla quale oggi troviamo al suo interno opere dei più grandi artisti di quel tempo. Ma non solo: per lo stesso motivo, la committenza commissionò un edificio composto da due basiliche sovrapposte, oltre alla cripta ove, dal 1230, riposano le spoglie del Patrono d’Italia, così da far fronte alla gestione di un flusso costante e cospicuo di fedeli.

La Basilica Inferiore è il trionfo del gotico in Umbria

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L’interno è completamente affrescato

Un protiro dalle forme squisitamente gotiche permette al fedele di guadagnare l’accesso alla Basilica Inferiore. La pianta è longitudinale, a croce latina, con delle particolarità, come le numerose cappelle che si aprono sui lati dell’unica navata e un transetto anche nel lato occidentale, destinato allo svolgimento delle funzioni; il linguaggio spiccatamente gotico ben si fonde con una robustezza strutturale tipica del romanico, necessaria per sorreggere tutto l’edificio superiore. Nonostante l’ambiente non goda di una particolare illuminazione interna, si possono apprezzare i numerosissimi affreschi che decorano le pareti, senza lasciare alcuno spazio privo di ornamento. L’impianto architettonico è opera di un maestro sconosciuto, seppur Vasari erroneamente abbia attribuito a Lapo di Cambio, padre del più ben noto Arnolfo, la progettazione dell’edificio.

Resta ignoto anche il nome del pittore che ha realizzato il ciclo di affreschi più antico, denominato Maestro di San Francesco ed influenzato dalle opere di Giunta Pisano, che realizza Storie della vita del Santo e Storie della passione di Cristo. Ben noti sono invece i nomi degli altri artisti che si sono susseguiti alla realizzazione di quello che resta uno degli impianti decorativi più importanti della storia dell’arte medievale e oltre: Cimabue, Ambrogio Lorenzetti e Giotto, solo per citarne alcuni. A metà, circa, della navata, un’angusta scala permette di accedere alla cripta, ove da quasi otto secoli riposa il Santo Assisiate.

Giotto e la Basilica Superiore

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La Basilica Superiore è un trionfo di luce

Sfruttando una scala interna, si entra nell’abside della Basilica Superiore. Dalla penombra della parte inferiore si passa all’esplosione di luce della porzione sopra terra; la dialettica gotica continua a essere la vera protagonista dell’impianto architettonico, meravigliosamente strutturato nella purezza di una pianta longitudinale a navata unica, in cui il focus dello spettatore si concentra sull’altar maggiore ma, ancor prima, sul celeberrimo ciclo di affreschi che adorna le pareti. Qui il maestro è Giotto, con l’aiuto della sua bottega, e il tema è la Vita di San Francesco. Il ciclo pittorico occupa il registro centrale dell’intera navata, su entrambi i lati. Le scene sono numerose e richiamano gli episodi salienti della vita di Francesco; il ciclo è il tipico esempio di biblia pauperum, la Bibbia dei poveri, dicitura che sottolinea lo scopo catechistico della pittura nel medioevo, ossia l’indottrinamento del popolo, principalmente analfabeta.

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Il candore della facciata risplende

Se ancora oggi proviamo una sensazione di enorme stupore, subito seguita da una profonda ammirazione, provate a immaginare quello che avranno provato i primi fedeli che si sono affacciati davanti a cotanta magnificenza; l’emozione, probabilmente, doveva essere incontrollabile e la vicinanza a Dio era percepita marcatamente. Una volta attraversata la navata, uscirete sul piazzale superiore; voltatevi e ammirate l’imponente facciata: il suo candore vi abbaglierà.

Credit foto:
Basilica di San Francesco ad Assisi – Wikipedia



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