Le stelle sul lago di Como

I turisti stranieri amano viaggiare in cerca di location cinematografiche per collezionare foto in cui cercano di rifare le stesse scene viste nei film. Quando un mio amico americano mi ha chiamato per accompagnarlo nella parte lombarda del suo viaggio in Italia, ho pensato immediatamente a portarlo sul Lago di Como
Scritto da: marcodonna
le stelle sul lago di como
Partenza il: 22/08/2014
Ritorno il: 24/08/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
I turisti stranieri amano viaggiare in cerca di location cinematografiche per collezionare foto in cui cercano di rifare le stesse scene viste nei film. Quando un mio amico americano mi ha chiamato per accompagnarlo nella parte lombarda del suo viaggio in Italia, ho pensato immediatamente a portarlo sul Lago di Como

Il nostro viaggio inizia in treno da Milano a Varenna. Dalla stazione ferroviaria si scende per la ripida discesa, prima di raggiungere il delizioso borgo affacciato sul ramo lecchese del Lago di Como. Dopo aver preso i biglietti del traghetto, attraversiamo il porticciolo e la lunga passeggiata a strapiombo sull’acqua per raggiungere i portici ed il centro del paese dove pranziamo in un bar in un edificio storico affacciato sul lago. Il primo impatto in una giornata estiva è eccezionale, impressionato dalla bellezza del verde delle montagne che si immergono in un blu intenso. Come dare torto ad un americano V.I.P. come George Clooney ed alla sua scelta di vita.

Ma lo spettacolo più divertente è il traghetto della navigazione laghi che ci porta a Tremezzo, attraversando il lago e facendo tappa nel promontorio centrale di Bellagio.

Come faccio spesso, ho scelto Tremezzo come campo base delle mie escursioni sul lago di Como. L’ho conosciuta alcuni anni fa, quando ero alla ricerca di informazioni per il mio libro “Dall’Italia con amore” (Edizioni del Faro, 2012) e la scelsi perché si trovava proprio in mezzo a due location di film di James Bond e da allora me ne sono innamorato. Villa Carlotta è il simbolo più appariscente del paese e “vi sorprenderà per la sua collezione di sculture di Antonio Canova, tra le quali spicca l’emozionante “Amore e Psiche” da osservare con cuore tremante pensando a quanto vorremmo poter abbracciare anche noi con tanto fervore la propria amata” (tratto proprio dal mio libro). Tra le altre opere della Villa merita attenzione il famoso “Ultimo addio di Romeo e Gulietta”, meraviglioso dipinto di Francesco Hayek.

Ci sistemiamo in una casa in affitto e ci prepariamo per la cena al ristorante dell’Hotel Azalea (struttura alberghiera che avevo più volte sfruttato in passato).

Il mattino successivo ci aspetta il traghetto per uno dei monumenti più famosi del lago: la splendida Villa del Balbianello. Raggiungiamo Lenno con il traghetto di linea e passeggiamo sul lungo lago, fino a raggiungere un porticciolo da cui partono le barche per raggiungere la villa dal suo molo. La bellezza del luogo è estasiante. Il complesso sorge sulla punta del Dosso di Laveno, circondata da un fitto bosco e comprende la vecchia chiesa con i suoi due campanili, il molo, la villa, la loggia, un esteso parco e la Ghiacciaia.

Il palazzo fu costruito alla fine del XVIII secolo sui resti di un Convento francescano del XIII secolo. Il Cardinale Maria Durini, già possedeva la Villa del Balbiano ma desiderava costruire un palazzo più piccolo e così divenne il Balbianello. Il marchese Giuseppe Arconati-Visconti acquistò il complesso dai Lambertenghi e lo restaurò lasciando tracce dello stemma visconteo un po’ ovunque. Seguì un lungo periodo di abbandono fino al 1919 quando il generale statunitense Burtler Ames la acquistò dagli eredi Arconati-Visconti. Nel 1974, il conte Guido Monzino, della famiglia proprietaria della Standa, acquistò la villa e i terreni dagli eredi del generale Ames e restaurò il complesso per collocare le sue collezioni d’arte, la biblioteca, i cimeli e i ricordi delle proprie spedizioni. Una stanza nel sottotetto della villa è così diventata il museo delle sue avventure in particolare la scalata all’Everest nel 1973 e la camminata al Polo Nord. Alla sua morte, nel 1988, Monzino lasciò il Balbianello al FAI che aveva collaborato a fondare. Le sue ceneri sono nella ghiacciaia. Forse l’eredità più profonda di Monzino è la biblioteca che si trova in una delle due sale che formano la loggia. Essa è in stile navale-inglese e raccoglie numerosi libri sull’alpinismo, atlanti e romanzi di viaggio. Un passaggio segreto (uno dei tanti che il Cardinale aveva fatto costruire per gestire chissà quali loschi traffici) la collega al resto della villa. Un’altra stanza che da sola vale il prezzo del biglietto è il Fumoir, in stile Luigi XV e Luigi XVI. Nel 2002 la villa è stata protagonista del film Star Wars – Episodio II: l’attacco dei cloni di George Lucas. Da una parte le coste soleggiate della Tremezzina, dall’altra il bacino in direzione dell’isola Comasina ed in mezzo i due innamorati nella loggia. La villa diventa location bondiana nel 2006 quando è scelta per ospitare la clinica in cui, in Casino Royale di Martin Campbell, si reca James Bond (Daniel Craig) e dove è visitato da Vesper Lynd (Eva Green) e Mathis (Giancarlo Giannini).

Dopo la mattinata alla villa, rientriamo dalla lunga strada tra i boschi a Lenno e fotografiamo il battistero romanico e le vie della cittadina protagoniste di Una vita difficile di Dino Risi (1961). Pranziamo poi in un bar vicino al porticciolo per riprendere il traghetto per la nostra destinazione del pomeriggio: Bellagio. Si tratta della città probabilmente più V.I.P. della zona e si trova sulla punta del promontorio che taglia in due rami il Lago.

Sull’elegante Lungo Lago Europa proviamo ad immaginare quel trionfo di colori improvvisamente in bianco e nero e ci troveremo immersi in uno dei caposaldi della cinematografia italiana: Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti (1960).

Mentre passeggiano sul lungo lago, Nadia (Annie Girardot) e Simone (Renato Salvatori) osservano la bellezza dell’Hotel Bretagna immaginando quanto possa essere cara una stanza n quel posto così lussuoso. Se lo vedessero ora sarebbero delusi dal vedere una struttura abbandonata da anni.

Con il solito traghetto ci spostiamo sulla “nostra” sponda di lago a Menaggio dove ci incamminiamo per il lungo lago. Il nostro obbiettivo è fotografare Villa la Gaeta che si trova in località San Siro. Raggiungerla a piedi non è agevole e spesso inutile in quanto si tratta di una proprietà privata che viene periodicamente affittata. Però, la vista dal lago è ottima e ricorda le immagini di un film che abbiamo già incontrato nella nostra gita. Infatti, le scene finali di Casino Royale si svolgono proprio nella villa che è ripresa dal lago con una prospettiva simile a quella che potete trovare dal lungo lago di Menaggio. La costruzione è opera di un archi-star degli anni Venti: Gino Coppedé, famoso per l’omonimo quartiere romano e per il trionfo dello stile liberty nelle sue costruzioni. Da Menaggio torniamo a Tremezzo sempre con un traghetto.

Il giorno successivo ci aspetta un altro tour de force. Questa volta prendiamo l’autobus che ci porta a Cernobbio. Chiediamo all’autista la fermata migliore per Villa d’Este. La villa è un hotel di lusso elegante e spesso utilizzato per i convegni. Si può entrare nel parco e visitarne l’atrio ed il ristorante che sono location in L’ombra del sospetto di Richard Eyre (2008). Usciti dal parco della villa, attraversiamo la città di Cernobbio per raggiungere Villa Erba. Vorremmo entrare ma qui una guardiana agguerrita ci impedisce l’ingresso e dovremo accontentarci di fotografare la location di Ocean’s Twelve (2004) di Steve Soderbergh con un George Clooney che, per una volta, lavorava vicino a casa. La destinazione del traghetto è, questa volta, la città di Como dove prendiamo un autobus per l’abitato antico di Nesso. Non conoscevo questo paese e lo consiglio per una vostra gita, meglio se in romantica compagnia. Scendendo nel borgo antico e medioevale, troverete lo storico ponte della Civera dove ancora oggi i ragazzini sono soliti sedersi per pescare, proprio come accade ne Il labirinto della passione (1925) il primo film da regista di un certo Alfred Hitchcock! Si trattava di una produzione anglo-tedesca in cui volevano utilizzare i panorami di una zona che era frequentata dai turisti di stirpe germanica. La produzione, in realtà, non era di prim’ordine e sembra che le pellicole furono sequestrate alla frontiera perché non volevano dichiararle. Inoltre, lo stesso Hitchcock si trovò senza i soldi per pagare hotel e traghetti. Ma fu l’inizio di qualcosa di importante e quel ponte ne è una testimonianza oltre ad essere un patrimonio poco conosciuto ma meraviglioso della nostra terra che si affaccia da una parte sul lago e dall’altra sull’orrido di Nesso, una spettacolare cascata d’acqua tra le piante.

Con un autobus ritorniamo a Tremezzo da cui inizieremo il nostro viaggio di ritorno a Milano. Ah come dite? Ci siamo dimenticati di cercare la casa di George Clooney? Vabbé, peccato, c’era di meglio da vedere.

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il ponte della Civera (dal primo film di Hitchcock)

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la loggia di Villa del Balbianello (e di Guerre Stellari...)



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