Viaggio in Normandia a casa di nobili
Il nostro viaggio durerà diciotto giorni; occorreranno quattro giorni tra andata e ritorno per percorrere i 2000 km che ci separano dal Nord della Francia. Nel tragitto di andata attraversiamo tutta l’Italia, entriamo in Svizzera, in Germania per poi raggiungere il Nord della Francia; nel tragitto di ritorno, invece, tagliamo tutta la Francia, per poterci fermare a visitare l’abbazia di Cluny in Borgogna.
Prenotiamo dall’Italia una chambre d’hote, all’incirca il corrispettivo francese del B&B normalmente, la chambre d’hote è la residenza privata dei proprietari, che mettono a disposizione dei turisti alcune delle loro camere e gli altri ambienti comuni della casa. Generalmente sono strutture dall’architettura caratteristica e finemente arredate.
Ma il nostro Manoir de Bray, ha un fascino a parte. È amore a prima vista.
Si tratta di un maniero del XVIII secolo dall’inconfondibile architettura normanna, che appartiene alla stessa famiglia nobile da circa trecento anni; fu il regalo di nozze di un ricco nonno alla sua amata nipote, che, dal Settecento in poi, è stato sempre tramandato in eredità e ha visto nascere amori e una ricca storia. All’interno, potrete ancora osservare le antiche foto e i ritratti di famiglia; tutto è stato conservato, dall’arredo, originale ed elegante, agli antichi mobili nelle camere, nella sala della colazione e nelle splendide sale comuni. Ammirerete la collezione delle antiche porcellane con lo stemma della nobile famiglia, l’argenteria autentica con la quale vi sarà servita, ogni mattina, la colazione con un sottofondo musicale che perdurerà ad ogni ora della giornata. Le camere, cinque in tutto, sono deliziose; suppellettili, quadri, tappeti, tende, tessuti e mobili dell’Ottocento, del tempo in cui le donne camminavano in giardino con gli abiti lunghi e l’ombrellino e gli uomini andavano a cavallo. Particolarmente suggestiva è la scala per accedervi, in legno, del tempo che fu. Ancora scricchiola. La colazione viene servita in un grande tavolo comune, con i prodotti freschi della ferme locale; la tavola è letteralmente imbandita: caffè, latte, succhi e spremute; marmellate di tutti i gusti, formaggi e salumi francesi; salmone e vari paté di fegato; cornetti caldi e dolci vari; varietà di pane e burro; cioccolate, uova, yogurt e frutta.
Durante la giornata, o la sera quando tornerete dalle vostre visite, potrete rilassarvi a leggere nel parco dove vi sarà offerto il calvados, di produzione locale, o un ottima tisana con le erbe aromatiche coltivate dalla padrona di casa. Per chi ama la musica, potrete anche suonare l’originale pianoforte in una delle sale o perdere un po’ di tempo nella sala biblioteca o a giocare nella sala degli scacchi. Noi abbiamo cenato sempre al maniero; ci sono solo due tavoli, in due stanze diverse, per cui la mattina dovrete informare la signora Angele e spesso, sceglierete da voi il menù. Il cibo è ottimo, io andavo anche nelle cucine ad aiutare la cuoca. Mangerete da soli, a lume di candela e con un servizio da favola. L’atmosfera di altri tempi vi accompagnerà dalla mattina. I proprietari, Juan e Angele sono due persone squisite; lei ha origini italiane, da bambina trascorreva le sue estati dalla nonna in Abruzzo, in un paesino che dista circa 20 km da Pescara, la nostra città; quando poi si dice… che è piccolo il mondo, no?
Veniamo ai prezzi: una camera matrimoniale, con colazione inclusa costa mediamente 100 euro, poco più per le camere più grandi, poco meno per le camere più piccole: complessivamente, i costi sono abbastanza contenuti, se si considera il lussuoso livello del maniero; per la cena, non ci sono prezzi fissi perché non esiste un menù, noi non abbiamo mai speso più di 30 o 35 euro in due, alla bambina la cena è sempre stata offerta e il menù fatto scegliere anche a lei…
Insomma mi sono dilungata abbastanza sulla descrizione del nostro maniero, perché non è stato semplicemente il luogo dove abbiamo trascorso la notte e posate le valige, ma molto di più… qui abbiamo fatto incontri speciali, conosciuto viaggiatori interessanti, raccontato e ascoltato di viaggi entusiasmanti, di storie personali… discusso di arte, storia e letteratura; di politica, moda e cibo… quante volte abbiamo mescolato nella stessa frase, parole italiane, inglesi, spagnole e francesi, l’importante era solo capirsi. Qui abbiamo scoperto quanto gli uomini possono essere vicini seppure lontani, quanto è bello il mondo con le sue sfumature, quelle sfumature che spesso a casa ci sembrano stranezze. Qui abbiamo scattato foto, le più belle foto…quelle con le persone che abbiamo incontrato, quelle che non si pubblicano perché ti appartengono.
A distanza di un anno mi si voglia perdonare se non ricorderò con precisione tutti i luoghi e i posti visitati, ma per quello ci sono le guide. Il mio vuole essere piuttosto un racconto, una forma di condivisione. Spero di riuscirci.
Il nostro itinerario percorre la costa atlantica, punteggiata da borghi incantevoli, alcuni turisticamente noti, altri sconosciuti. Vi racconterò di quella costa interrotta dalla Senna e unita dal Ponte di Normandia, che ha il nome di Cote Fleuri (Costa Fiorita) e Cote D’Alabatre (Costa D’Alabastro), rispettivamente ad ovest e ad est del Ponte. La Cote Fleurie è lunga poco più di 40 km e congiunge le cittadine di Cabourg e Honfleur, ed è caratterizzata da un alternarsi di spiagge sabbiose e scogliere a picco sul mare. La Cote D’Alabatre è celebre per le strette spiagge di ciottoli e per le falesie bianche. Dalla Senna, verso ovest, arriva fino a Dieppe. Augurandomi di non sminuire il fascino singolare di ognuno, tutti i villaggi della costa normanna mi sono apparsi con elementi comuni: case basse con la tipica struttura a graticcio e con i tetti spioventi, piccoli giardini comunali curati e quasi profumati, ordine maniacale quasi ovunque; e poi… Il silenzio, ecco, ho imparato ad ascoltare il silenzio. La gente passeggia, si diverte, va al mercato, entra nelle boulangerie, fa la spesa e va al mare… senza creare caos, senza disturbare, rispettando chi sta ascoltando il silenzio e i gabbiani. Abbiamo notato, con stupore, quanto in questi posti si ami l’arte, la pittura; in ogni villaggio c’è almeno un atelier di qualche artista locale, entrate e ammirate, ne saranno onorati; nelle spiagge o per strada c’è almeno un artista che, in ginocchio, immortala qualche angolo di Normandia.
Sarà forse la gratitudine, misto ad un senso di responsabilità, di ricordare gli impressionisti che hanno reso famosa la loro terra in tutto il mondo? A mio parere, è semplicemente una necessità… i paesaggi sono talmente incantevoli, limpidi e romantici che si prestano benissimo ad una tela e ad un pennello; e chi ha il dono del saper fare arte si inginocchia e dipinge. Poi abbiamo apprezzato, in ogni città, almeno una patisserie e quella di fare i dolci, è ancora arte. I mignon, le cioccolate e i cioccolatini, le torte e le sfogliate, la crema chantillie e i croissant… e il racconto del mio viaggio in Normandia potrebbe rischiare di diventare infinito. Dunque, così sono grosso modo i villaggi della costa normanna, ma nello specifico ve ne voglio segnalare qualcuno, a mio giudizio (che resta pur sempre relativo) imperdibile. Lungo la Cote Fleuri ho il piacevole ricordo di due località, l’ormai famosa Deauville e la vicina, seppure meno conosciuta Trouville. Deauville ha un fascino quasi imbarazzante. E’ una piccola cittadina, dove due sono le parole d’ordine: ricchezza ed eleganza. Ebbene si, a Deauville, l’obiettivo della vostra macchina fotografica metterà a fuoco le ville lussuose del lungomare. Furono costruite tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento e commissionate da famiglie ricche che qui venivano a trascorrere le loro vacanze estive. Sempre dalla tipica struttura normanna sono gigantesche, fiabesche, ricche, eleganti e stupefacenti; e quella di costruire residenze simili, si, è ancora arte. Non dimenticate di raggiungere la spiaggia, sulla passerella che congiunge Deauville a Trouville, ci sono le cabine-spogliatoio dedicate ai più famosi attori hollywoodiani che hanno fatto la storia del cinema. Io ho scelto di farmi la foto nella cabina di Rita Hayworth, mio marito in quella di Roger Moore, mia figlia? Con John Travolta. Oggi, Deauville è ancora più famosa per i suoi due ippodromi e per le corse di cavallo trasmesse in tutto il mondo. Migliaia di turisti, ogni anno, non perdono questo appuntamento chic.
E infine il corso centrale; un susseguirsi delle più famose griffè al mondo, con negozi di design all’ultimo grido. La vicina Trouville è più antica. Costruita nel Medioevo ha mantenuto intatta tutta la bellezza di un tempo. Piacevole e deliziosa. Fate un giro al mercato vicino al porticciolo, è suggestivo. Lungo la Cota D’Alabatre, mi sono emozionata a camminare lungo le vie di ciottoli di due graziose cittadine: la famosa Etretat e la meno nota Saint Valery en Caux. Etretat è bella davvero, ma proprio tanto bella. E poi ci sono le falesie, ma non delle falesie qualunque; una falesia famosa, anzi, famosissima. La falesia d’ Aval. La falesia che sembra un elefante di profilo con la proboscide nell’acqua. La falesia di Monet e degli altri.
La falesia presente in tutti i manuali di arte moderna.
La stessa falesia che pensavo di conoscere già… e poi quando sono salita in cima e ho visto il panorama mozzafiato, ho capito che la bellezza di certi luoghi non può essere solo studiata, ci devi andare e li devi vedere, con gli occhi tuoi. Io l’ho fatto. E che fortuna, e che emozione ho avuto. Saint Valery en caux è un posto particolare, sembra lontano. Qui non c’è nulla di famoso, non c’è una boulangerie speciale, non ci sono atelier d’arte, non ci sono ville lussuose. C’è un porticciolo e la gente anziana che vive del mare, che non ha mai viaggiato. Che guarda l’Inghilterra e sogna ancora di vederla, un giorno, chissà. A me è piaciuta moltissimo, se dovessi dirvi il perché risponderei per il mare e per i gabbiani. Ma il mio cuore si è diviso a metà, solo quando ho visitato Honfleur e Yport. Allora ho iniziato ad amare la Francia, il suo cielo perennemente grigio, i gabbiani e l’Oceano. E poi ancora l’arte, l’Impressionismo…e quell’iniziale interesse che si tramuta in passione, la passione per quella pittura immediata, che coglie il momento, l’istante, l’attimo. A Honfleur andate a visitare i giardini delle personalità dedicati a Eugène Boudin, a Claude Monet e ai suoi amici, a Charles Baudelaire e ad altri. Sono i giardini pubblici che costeggiano l’estuario e giungono fino al mare, una danza di fiori colorati, profumi e rumori; giochi d’acqua e sculture; attraverserete ponticelli di legno e isolette artificiali; creazioni floreali e dune di fiori. Per ricordare, ancora, quanto bella è l’arte. Tutta l’arte. Poi, nel vecchio porto c’è una giostra antica; una di quelle con i cavalli che si alzano, con le carrozze e le tazze. Se avete i bambini, sarà tanto il loro entusiasmo, e anche il vostro. A Yport invece, io, mia figlia e mio marito ci siamo seduti sulla piccola spiaggia di ciottoli a tirare le pietre nell’acqua dell’Oceano. Erano anni che non lo facevo. Ore a guardare il mare, le falesie e i gabbiani. Pensavo di avere tutto in quel momento, pensavo di vivere una vita meravigliosa e di essere fortunata. Il nostro itinerario ha toccato anche città lontane dalla costa che non possono esulare da un viaggio in Normandia. Abbiamo visitato le bellissime città Rouen e Caen, ricche di storia. Anche Bajeux, per i famosi arazzi, sono semplicemente incantevoli, pura arte, ancora pura arte. E poi Giverny, dove c’è la casa rosa, la casa che fu l’atelier e l’abitazione di Monet; l’atmosfera che ho respirato è, per così dire, sognante, aleggia un sentimento triste e malinconico, ma a tratti, sublime; ho percepito un senso di solitudine e di distacco dal mondo. Ho rammentato un libro che lessi qualche tempo fa, La donna col vestito verde; la donna fu il grande amore di Monet, forse l’unico, morì giovane. Fu nella casa rosa, nei giardini, che Monet, ormai anziano e famoso, scrisse l’ultima lettera alla donna, le dedicò ogni successo e la sua stessa vita. Ma lei non la lesse mai, la lettera rimase solo in un cassetto di quella casa rosa.
A questo punto vi auguro solo di trovare un ottima guida che vi accompagni, consapevole di non aver fornito informazioni sufficienti per quanto riguarda musei, chiese e monumenti da visitare e ce ne sono parecchi davvero; ma questi sono sempre segnalati nelle guide e, spesso, anche molto bene; ma l’anima di un Paese, quella si può solo raccontare e ascoltare. Spero di esservi stata di aiuto, di essere riuscita a condividere un viaggio alla portata di tutti voi. A volte, non c’è bisogno di andare dall’altra parte del mondo per stare bene.