Normandia, terra dalle mille sfaccettature
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Il nord della Francia é noto per le intemperanze metereologiche.
Uno dei simboli ironici per definire questa situazione, é l’immagine di un girasole che, in Normandia, si impicca.
Non fatevi fermare da quello che perturbazioni possono arrecare.
Il sole che, a volte, fa capolino, la bellezza dei luoghi, l’importanza storica, la gente, la temperatura fresca e frizzante, vi convinceranno che, questa, é una terra da non perdere.
11 Agosto 2013
Arrivo in auto da Milano a Nizza (l’intenzione è quella di fermarci, al ritorno, qualche giorno in costa azzurra) e partenza in TGV dalla stazione di Nice Ville alle 07.31. Partenza ritardata di un’ora causa incidente sulla linea, di conseguenza arrivo a Paris, Gare de Lyon, alle 14.15! Recuperata l’auto presa a noleggio con Avis (Toyota Aygo), partenza per la prima tappa: Rouen. Carino il viaggio, macchina fatta su misura per noi, caldo e sole al posto del freddo e pioggia che ci aspettavamo.
Arrivati a Rouen, abbiamo dovuto parcheggiare lontani dall’Hotel Les Initieés, che avevamo prenotato, causa lavori in corso. Oltre tutto, l’hotel e la brasserie sottostante erano chiusi, pertanto l’impatto non è stato dei migliori, cosa che, unitamente al fatto di dover trasportare le borse per tre piani senza ascensore, ci ha impedito di godere appieno del fatto che la struttura dell’hotel fosse esattamente di fronte al magnifico Palace de Giustice e che si trattasse di un edificio d’epoca davvero carino.
Rouen ci ha davvero deliziato. Non ci aspettavamo una cittadina così ben conservata, tanto da poter respirare così profondamente il clima medioevale. Ogni vicolo rivela qualche sorpresa, edifici di calce e legno più o meno antichi sono disseminati ovunque e costituiscono la vera ossatura del centro di questa bellissima città. Molto carina anche la piazza del Viuex Marchè, in cui è stata arsa viva Giovanna d’arco, piena di locali. Occorre precisare che, essendo la metà di agosto, di gente in giro ce n’era poca, certamente Rouen raggiunge il massimo splendore nei periodi feriali. Visto i prezzi, abbiamo optato per il Mac.
Un’ultima occhiata all’ Gros Horologe e poi in albergo.
12 Agosto 2013
Lasciata la bellissima città di Rouen alle spalle, abbiamo proseguito fino alla nostra prima tappa sulla costa Normanna: Fècamp, classica cittadina di mare, non presa di mira dal turismo di massa, che vive sul pescato. Nulla di particolare la cittadina in sé, ma molto bella la passeggiata sul mare, piena di gabbiani che non si lasciano impressionare dalla presenza umana ma, anzi, si divertono a rimanere sospesi sopra le steste dei passanti beccando, all’occasione, qualche briciola che viene loro offerta. Molto catino anche il convento benedettino, che non abbiamo visitato, ma nel quale viene prodotto il Benedectin, liquore a base di erbe la cui tradizione si rimanda da secoli. Come ricordo, abbiamo comprato una bottiglia mignon di Benedectin e una stampa verticale, dal sapore liberty, che non vediamo l’ora di appendere a casa.
Proseguendo sulla costa cerchiamo di entrare in Etrètat. Facile a dirsi, in realtà trovare un parcheggio nel centro della città è decisamente un miraggio. Molto turistica, a differenza della vicina Fècamp, piena di gente, di ristoranti e di negozietti. Al grido di “questo posto non ci merita”, lasciamo il centro dopo l’inutile ricerca di un parcheggio e ci dirigiamo sulle alture che si affacciano sulle tanto celebrate scogliere della costa. Il panorama è bellissimo, anche grazie alla bella giornata che ci permette di vedere con chiarezza la forma ad elefante della falesia ad est. Carina la piccola cappella che si affaccia sul mare, splendida la brezza che rende tollerabile anche il sole pieno di agosto. Dopo aver goduto della calma del posto per qualche minuto, scendiamo e ci dirigiamo verso Le Havre.
Deserta d’estate, non desta il nostro interesse se non per la chiesa St. Joseph, costruita da August Perret nel 1951 in memoria delle 5.000 vittime della guerra ; alta 107 mt, risulta molto particolare per la collocazione architettonica.
Per il resto, spiagge male organizzate e disordine un po’ ovunque. Se avete poco tempo, potete tranquillamente fare a meno di passarci.
Led eccoci in viaggio verso la nostra prossima meta: Honfleur.
Entriamo nell’agglomerato deliziandoci della vista delle barche ormeggiate nel piccolo porto a destra, rimanendo letteralmente abbagliati dalla vista (conosciutissima, fotografatissima, l’emblema della Normandia) del Vieux Bassin e dalle case coloratissime che vi si affacciano. Raggiungiamo il BeB, Le Bois Normande, e fortunatamente troviamo un parcheggio disponibile a pochi metri (ovviamente a pagamento). La camera è davvero carina, unico neo: livello strada, anche se nessun rumore ha poi disturbato il nostro sonno. Prima di andare a cena, visita alla cattedrale della città incredibilmente tutta costruita in legno (le pietre all’epoca erano ritenute materiale prezioso per le costruzioni militari), e con il tetto a forma di chiglia di barca a rammentare le origini marinare della città. L’interno é così particolare che é da non perdere. In giro centinaia di atelier d’arte e negozietti di ogni tipo.
Cena con vista sul bellissimo porticciolo colorato, tra profumi di ogni tipo e centinaia di persone con cui condividere il marciapiedi ed i locali. Cenato al O but du quai, che prometteva menù a prezzo fisso per 14 euro a testa mentre,alla fine, ne abbiamo pagati 60 in due. Buonissimi i gamberetti, ottime le gallette calde col Camembert, da morte certa il sorso (non certo di più, quello che poi abbiamo pagato ben 9 euro) di Calvados. Passeggiata romantica lungo il porto e poi ritirata in albergo.
13 agosto 2013
La mattina lasciamo Honfleur dopo colazione e seguiamo la strada che conduce alla successi meta che é Trouville. Lungo il percorso, da notare e fotografare le bellissime costruzioni in pietra e legno che caratterizzano la zona. Da non perdere, la ferme Saint Siméon, una tenuta bellissima (relais 5 stelle) in cui é possibile vedere anche la vecchia Ferme dipinta da Boudin. Per gli amanti dell’impressionismo, sicuramente da guardare.
L’arrivo a Trouville regala una sensazione di serena vacanza. Un cittadina sul mare che si sviluppa attorno al porto e condivide il ponte des Belges con la vicina e più nota Deauville. Satura di negozietti, quel che immediatamente colpisce é la presenza del pesce ovunque, in particolare dei crostacei. La poissonerie, con tutti i suoi banchi ed espositori del pescato, rappresenta in pieno questo concetto ed offre la sensazione di partecipare ad una vera e propria fiera del mare dove acquistare e mangiare ciò che di fresco la Francia offre.
Altra caratteristica della città (ma facilmente visibile in tutta la zona) é l’architettura dei tetti, dalla forma aguzza e dal colore scuro d’ardesia. Spesso, si ha l’impressione di rivivere passi letti sul romanzo di Daphne du Maurier, “Uccelli”, ripreso poi da Hitchcock.
Le case costeggiano la spiaggia di sabbia, lunga e ampia sulla quale é stesa una larga passerella in legno per la comodità della promenade. In fondo alla passeggiata é fantastico poter salire sul pontile di legno alla fine del quale campeggia un piccolo faro bianco e rosso. Ad ogni passo profumo di mare e vento ti rammentano che sei nella parte nord della Francia ,a pochi chilometri dall’Inghilterra. Non solo, ad ogni passo, ci si ricorda di essere nella patria dell’impressionismo grazie a riproduzioni di tele che campeggiano sullo stesso pontile fino al faro, e ripropongono artisti come Boudin, Monet, Pisarro e tanti altri autori che hanno saputo cogliere nelle loro opere la vera anima di questi posti.
Lasciamo Trouville per andare verso Deauville, città più nobile e più ricca. Lo si evince all’arrivo: basta un’occhiata per ritrovare, una dopo l’altra, case e ville di pregio che si affacciano direttamente sul mare. Molto bello il centro, pieno di negozi, di vita e di rassicurazioni per il turista. Bellissima e selvaggia l’enorme e profonda spiaggia in sabbia fine che é curata come fosse un lido privato. Spesso, si ha l’impressione di ritrovarsi in una delle coste americane. E, siccome Deauville é anche la città del cinema, una passerella in teak sulla spiaggia, é alla base di una infinità di cabine private che portano, ciascuna, i nomi di star holliwoodiane.
Il sapore dell’oceano permea ogni cosa e, con questa sensazione, lasciamo la spiaggia e la magnifica città per orientarci verso Hulgate e Cabourg.
Queste due cittadine rimangono a pochi minuti da Deauville e Trouville e godono favorevolmente della presenza turistica di massa.
Carina Hulgate, quel che però val la pena menzionare é sicuramente Cabourg. Piccolo paese poco citato all’interno delle guide, l’abbiamo trovato invece molto vivibile, un luogo in cui trascorrere serenamente le proprie vacanze godendo di un centro storico vivace, ricco di locali, ed una passeggiata sulla spiaggia che nulla ha da invidiare a quella di Zarautz in Spagna. Pulita, ordinata, dal sapore nobile, Cabourg rimane tappa obbligata per chi frequentasse qualche giorno la costa.
Ultima tappa della giornata, Caen.
La scelta é caduta su questa città per due motivi: innanzitutto per l’interesse storico proprio della città, e, secondariamente, essendo la sede di uno dei più importanti memoriali della guerra di Normandia, perchè rimane un ottimo punto di partenza per ripercorrere le tappe dello sbarco.
Arrivati, ci rendiamo conto che la città é praticamente vuota. Agosto, infatti, é nemico giurato delle città non propriamente sul mare. Scegliamo un piccolo albergo a due passi dal centro: Francois D’o che occupa una ottima posizione per le visite programmate per il giorno seguente . Il rapporto qualità prezzo é buono ed il personale molto gentile. La sera troviamo, nella città deserta, un buon ristorante pizzeria a due passi dal porto e dal castello, si fa un giro per i vicoli di sera e poi a dormire.
14 agosto 2013
Primo obiettivo della giornata: visitare le due abbazie storiche della città: l’abbaye aux hommes e l’abbaye aux damme distanti tra loro circa una mezz’ora a piedi e situate ai due lati estremi della parte storica della città. Queste due chiese pare siano state erette come omaggio da parte di Guglielmo il conquistatore al papa di allora, indispettito per il fatto che Guglielmo aveva deciso di sposare sua cugina Matilda, una consanguinea. Per chiedere perdono la Papa, la leggenda narra che abbia provveduto alla costruzione di due abbazie distinte. La prima abbazia, bellissima all’esterno ed a due passi dall’hotel de Ville, era purtroppo chiusa per mancanza di personale.
Abbiamo dunque attraversato la città per dirigersi all’abbaye aux dammes ed in questo modo abbiamo avuto modo di percorrere gli ampi viali dove i palazzi, seppur ricostruiti dopo il pesante attacco della seconda guerra mondiale, risultano comunque magnifici, eleganti ed imponenti. Interessante pure il castello per quanto non si sia potuto visitarlo per mancanza di tempo. Si é potuto vedere anche il cuore antico medievale di Caen, il quartiere di Vogeaux (o quel che ne rimane), che ci ha provocato una stretta al cuore al pensiero di quanto é andato perduto in seguito ai bombardamenti. Ci ha ricordato molto il quartiere di Monmartre a Parigi.
L’abbaye aux dammes è molto spartana (bella anche per questo). Val la pena una visita.
Lasciata Caen, ci dirigiamo verso il memoriale, struttura imponente e ragguardevole per i contenuti storici. Entrare in questo contenitore e fare un salto all’epoca della seconda guerra mondiale, é un tutt’uno. Allestito in maniera egregia, presenta una documentazione completa e ben articolata rispetto a quanto accaduto nel periodo storico che ha portato allo sbarco in Normandia.
La durata della visita é di almeno 3/ 4 ore (preparatevi…) ma il tempo scorre senza che ve ne possiate rendere conto.
Dopo la visione delle immagini e dopo il breve film nella sala cinema, il sentimento che accompagna chiunque all’uscita, é di tristezza infinita e di rammarico per quelle migliaia di vite che hanno combattuto per la libertà delle nostre terre. Non si può perdere questa tappa che diviene fondamentale ed obbligata per comprendere le terre che state visitando. Vedrete, difatti, dopo questo, il territorio con occhi diversi. Non solo, anche la gente del posto, la tristezza che porta in grembo, la voglia di rivincita, l’attaccamento alla Normandia e la gratitudine infinita per il popolo americano, verrà vista in un altro modo.
Ormai nel tardo pomeriggio, ci dirigiamo verso Bayeux, altra città strategica per il nostro percorso.
Interessante sia dal punto di vista storico (abbazia e tapisserie) sia per la posizione utile per raggiungere agevolmente le spiagge del D-day.
L’albergo prenotato é in effetti une chambre d’hote, la Tour Louise, situato a pochi passi dal centro storico con vista sulla cattedrale. La sera, dopo un breve giro tra le vie del piccolo centro ed una visita alla cattedrale (bella internamente, stupenda vista dal di fuori ed illuminata ad arte) decidiamo di mangiare in un locale nei pressi specializzato in Omelette e crepes.
Altro giro e poi, nuovamente, a letto.
15 agosto 2013
Non possiamo lasciare Bayeux senza aver visto la famosa Tapisserie de Bayeux, protetta dall’Unesco, una tela lunga 70 metri, risalente all’anno mille, in cui si narrano le gesta (ricamate una per una) di Guglielmo il conquistatore e della sua conquista dell’Inghilterra. Davvero molto interessante (non dimenticate le audio guida , fondamentali per comprendere la storia).
Alle 10.30 eravamo già di fronte alla prima delle tappe programmate: Arromanche, nota per il porto artificiale (quello che ne rimane) voluto da Churchill per agevolare lo sbarco degli alleati e dei mezzi di attacco e logistici, sulle spiagge. E’ impressionante osservare e rendersi conto della potenza militare che in quell’epoca v’é stata. Ogni singolo pezzo di quel porto, é l’espressione incancellabile di quello che si é svolto in quel giugno del ’44.
La tranquillità di quel paesino di pescatori ora pieno di turisti che si godono le spiagge, stride con il peso della storia. Vi consigliamo una rapida occhiata dal molo del paese.
Successivamente abbiamo visto il sito di Longue de mer disseminato ancora dei bunker tedeschi, da cui i cannoni colpivano le spiagge di Omaha e Utha, dirigendoci poi a Colleville sur mer dove abbiamo potuto registrarci per l’ingresso al cimitero americano.
Qui, non vi sono parole. Prima di andare nel campo delle croci, entrate nel teatro (all’ingresso dopo i controlli ai metal detector) e guardate il video che viene proiettato gratuitamente. Rimarrete senza più fiato, senza più parole. All’uscita avrete la consapevolezza che ognuna di quelle croci rappresenta la privazione della vita di quei ragazzi americani che si sono sacrificati per la nostra libertà.
Il sacrificio, é il senso di quel posto. La distesa di croci bianche su questa collina affacciata su Omaha beach fa venire davvero le lacrime agli occhi. Ci allontaniamo dalle spiagge dello sbarco e ci dirigiamo verso la nostra prossima tappa: Mont S.Michel, non prima aver fatto un pic nic nella magnifica campagna normanna.
Arriviamo a Beauvoir nel tardo pomeriggio (1 km prima di Mt S. Michel) dove abbiamo prenotato una camera al Vieilles Digues (consigliatissimo!!) un b&b gestito in modo assolutamente antastico. Scopriamo che, dalle 19, parcheggio e navette sono gratuiti e, lasciata l’auto in uno dei numerosi e ben organizzati parcheggi, prendiamo la navetta (una ogni 5 minuti) che parte in direzione del monte.
Il viaggio é breve (meno di 10 minuti) e la vista, all’arrivo, é pazzesca! Con la bassa marea, il monte pare una immagine sovrannaturale emersa dalle acque. E’ già sera ed all’entrata le piccole vie medievali brulicano di gente. Locali ovunque e ristoranti in ogni dove. Abbiamo mangiato quasi all’ingresso, in un ristorante assolutamente turistico, senza aspettarci nulla di particolare ma godendo del movimento continuo e dell’atmosfera del posto.
Subito dopo, al calare della sera, siamo saliti all’abbazia dove, nelle sere d’estate, il percorso all’interno del monastero diventa magico grazie al sapiente utilizzo di luci e musica classica dal vivo. Un’esperienza tanto inattesa quanto meravigliosa, la consigliamo vivamente!
Alle 23.30, riprendiamo la navetta e torniamo al nostro BeB. Un ferragosto davvero indimenticabile!
16 Agosto 2013
Un po’ a malincuore, lasciamo Mont Saint Michel e ci dirigiamo verso Saint Malò, piccolo strappo in Bretagna, costeggiando il mare in direzione Cancale, patria delle ostriche. La cosa che in assoluto più ci colpisce è l’odore acre, particolarissimo di tutta la parte di costa che percorriamo, probabilmente dovuto al pescato. I piccoli paesi che si susseguono sono integrati perfettamente nell’atmosfera marina e selvaggia della costa, ostriche e cozze vengono vendute ovunque, a bordo strada come nei grandi capannoni, come in Italia si trovano i chioschi di angurie. Cancale, a differenza degli altri paesini, è ricca di turisti che si fiondano ad assaggiare le ostriche tipiche del posto. Come in tutta la costa, il fenomeno più affascinante é quello delle maree. Ci fermiamo in un punto panoramico e, mangiando un’insalata, osserviamo come le barche in secca sulla spiaggia lentamente ma inesorabilmente ritornino a galleggiare sull’acqua che segna la fine della bassa marea.
Proseguiamo per Saint Malò e raggiungiamo, dentro le mura, il nostro hotel: la Porte de Saint Pierre. Posizione spettacolare sulla piscina salata e sul baluardo degli olandesi, punto panoramico stupendo. Fortunatamente, avevamo prenotato anche il garage: i parcheggi a Saint Malò, oltre ad essere ricercatissimi, sono anche cari come il fuoco. Prima di vagabondare per la cittadina, decidiamo di visitare la vicina Dinard, che tanto spesso ha ospitato il mitico Hitchoch, e al quale è addirittura stata innalzata una statua sulla passeggiata della spiaggia. Prendiamo così i biglietti per il battello (quasi completamente scoperto – pioveva – e battente bandiera corsara!!) e in un quarto d’ora siamo a Dinard. Francamente, ci aspettavamo qualcosa in più da questo posto così ben suggerito dalle guide. Sarà che il tempo non è particolarmente clemente, sarà che ci aspettavamo un centro strapieno di turisti, sarà per l’aria seccata dell’impiegata dell’ufficio del turismo locale, fatto sta che poco dopo ritorniamo a Saint Malò. A dire il vero, l’idea di entrare in una città come Dinard, dotata di un ufficio del turismo, che dovrebbe essere orientato allo straniero, e ritrovarci con chi ti sbadiglia davanti agli occhi e con sufficienza (“ah, ils sont italiens…”) ti molla lì una piantina… bhe, che dire, fa preferire altre mete.
Non passate tempo in questa città. Offrireste denaro a chi non ne merita.
Ritornati a Saint Malò girovaghiamo per la città che ci sembra abbia come caratteristica una sorta di divisione per quartieri di attività ( gallerie – ristoranti – negozi – locali etc.). E’ una piccola chicca che rammenta molte delle città francesi raccolte nelle mura. La cosa strabiliante é che,al momento di cenare, ci rendiamo conto che c’é una scelta infinita di locali. E, quando pensiamo di aver esaurito ristoranti a disposizione, dietro l’angolo se ne trovano altrettanto.
Optiamo per l’Anchrage, un tipico locale che offre menu della zona.
Il rientro, é tra le belle vie affollate di turisti e di musica jazz.
17 agosto 2013
La mattina successiva si parte in direzione Rennes con prima tappa a Dinan (da non confondere con la dimenticata e da dimenticare Dinard). Prima della partenza, fatevi incantare dalla passeggiata al mattino sui bastioni di Saint Malo, scoprendo una vista incantevole difficilmente replicabile in altri momenti.
Dinan é un piccolo paese medievale conservato benissimo che sorge attorno alla sua tour de l’horologe.
Si dice che assomigli al villaggio di Asterix ed Obelix e, in effetti, le case medievali, ricordano molto quell’ambiente. La passeggiata nel centro storico é immancabile così come immancabile é una tappa ai giardini dietro la cattedrale, da cui si gode un ottimo panorama.
Negozi e localini vi accompagneranno fino alla uscita di questa minuscola cittadina in perenne fermento.
La vera sorpresa é stata Rennes, Regina indiscussa della Bretagna.
Ampi viali, ricca di negozi, finemente strutturata, ben organizzata (ufficio del turismo perfetto), città universitaria, questa ville fa immediatamente comprendere, fin dall’entrata, quanto vale. Rammenta Montpellier come struttura, Saragozza come piazzali e, in alcuni scorci, anche Madrid.
L’ampiezza e la pendenza regala a volte, l’impressione di sbucare da un momento all’altro, sul mare. Nonostante sia stata fortemente distrutta durante la guerra, il centro storico medievale é perfettamente conservato ed é il cuore pulsante della vita cittadina. Nelle case a graticcio si sono insediati locali di ogni genere (atelier, locali, ristoranti, creperie) ad arricchire il fermento della città. Attorno al centro, viali magnifici e case dell’ottocento abbelliscono il tutto.
Noi siamo stati in hotel de Nemeours, un albergo che consigliamo per il buon servizio e per la posizione perfetta a due passi dal centro storico.
Da visitare, a parte il centro, la cattedrale (peccato alle 18 già chiusa), il parlamento ed i punti indicati dalla ottima guida rilasciata dall’ufficio del turismo. Ad agosto, la città si organizza con numerosi eventi che si tengono soprattutto in place de la Mairie. Singolare e geniale la scelta di posizionare sdraio, palme ed ombrelloni di fronte ad un palcoscenico sfruttato per concerti d’estate.
La cena, a base di pizza e gratin l’abbiamo consumata in un locale delizioso anni 70 di fronte l’università delle belle arti.
Dopo il concerto jazz ed un ultimo giro sul fiume coperto, siamo tornati in hotel.
18 agosto 2013
Oggi dobbiamo affrontare il percorso più lungo. Rennes – Chartres: 280 km.
Decidiamo per questo di fermarci a Le Mans per visitare il centro storico. Purtroppo la giornata é fredda e piovosa, soprattutto, la città é deserta. Le Mans, si presenta come un cantiere a cielo aperto. Grossi lavori per nuove infrastrutture e linee tram. Si capisce immediatamente, però, che é una città ricca ed organizzata nonostante la confusione dei lavori. La si conosce esclusivamente per il circuito ma, a nostro avviso, venirla a vedere magari verso luglio (periodo in cui vi sono numerosi eventi), passeggiare attraverso il suo bel centro storico, guardare la magnifica cattedrale, é una occasione interessante.
Arriviamo a Chartres nel pomeriggio ed immediatamente comprendiamo il motivo per cui la cattedrale sia famosa nel mondo. La si vede da lontano, all’imbocco della strada. Scegliamo un hotel a 100 metri dalla chiesa: hostellerie Sainte Ives. Confortevole e delizioso.
Usciamo immediatamente per la visita alla cattedrale e, qui, abbiamo l’occasione di vivere un intenso momento mistico. Stanno celebrando la messa e non si può non sedersi, impressionati dalla magnificenza della struttura, colpiti dall’odore dell’incenso che si propaga nell’aria, rapiti dalla voce latina e francese dell’officiante. Tutto ti tiene incollato a quella sedia, facendoti trattenere il fiato. I cori sono continui e la gente é ovunque.
I primi cenni della costruzione della cattedrale risalgono al 750 ed é nell’anno mille che la cattedrale ha cominciato a svilupparsi. Questo può darvi l’idea di cosa state guardando.
Per non parlare delle vetrate alcune delle quali risalenti all’undicesimo secolo. Abbiamo vagato lì dentro per due messe senza rendercene neanche conto. Bellissima ed emozionante, ogni volta, la preghiera a Notre Dame de Chartre. Una litania capace di ipnotizzare.
All’uscita visto il tempo (pioggia e vento) ci dirigiamo in un ristorante a due passi (ce ne sono diversi) che offre menu tipico a prezzo fisso o alla carta.
Anche la palazzina in cui si trova é d’epoca ed é carino mangiare al primo piano di questo locale come fossimo ospiti in casa d’amici. Le travi a vista e l’arredamento, rendono l’aria romantica.
All’uscita pioggia e vento cessati, ci hanno permesso di gustare non solo un concerto di canti gregoriani, soprattutto, abbiamo potuto vedere con i nostri occhi il valore della Ville Lumiere: 29 monumenti della città vengono dipinti con giochi di luce e, in particolare, la cattedrale diventa una vera e propria tela colma di colori ed effetti strabilianti. E’ una occasione unica ed irripetibile.
Non abbiamo mai visto nulla del genere.
L’applauso della piazza a notte fonda, suggella la buona riuscita.
19 agosto 2013
Partenza per Parigi per il nostro ultimo tratto in auto e rientro a Nizza.
E’ stato un viaggio straordinario, colmo di emozioni e significati storici che rifaremmo altre mille volte senza pensarci, con la certezza di cogliere ogni volta nuove sfaccettature.
Il popoli normanni e bretoni, sono accoglienti, prodighi di informazioni, consapevoli si essere ripartiti, un po’ rinati perché, si legge loro negli occhi, portano dentro il peso di una guerra che hanno pagato per conto di tutta la Francia.