Toscana su due ruote

Pedalando in una Toscana minore, in fregio alla Costa degli Etruschi, dove la bicicletta è di casa
Scritto da: cappellaccio
toscana su due ruote
Partenza il: 29/10/2015
Ritorno il: 07/11/2015
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
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Viaggiare sulle ali del ricordo è per me il solo modo per impedire la cancellazione della memoria, perché non so se ti è capitato di notare che sebbene tu non sia colpito da Alzheimer le orme del passato nella mente si smaterializzano, sono come risucchiate da un bidone aspiratutto. Anche se è trascorso poco tempo dalla fine della vacanza i flashback si fissano esclusivamente su alcuni dettagli che costituiscono un universo disordinato di immagini, che sembrano colte attraverso l’effetto prismatico di una lente e in questo caleidoscopio si fatica a comporre una visione globale.

Forse il fenomeno è dovuto al fatto che mentre pedali sei costantemente in movimento e ti aggrappi ai particolari come se fossero tronchi che galleggiano: ti affidi a questa stramberia a due ruote che cavalchi, lasciandoti stregare dalle sciabolate di luce dorata che s’infilano tra i rami contorti e intrecciati dei pini che affiancano la strada, dal pallore mutevole degli uliveti, dai vortici degli uccelli che si spostano freneticamente tutti assieme per andare a svernare altrove, dalle folate di vento che fanno vibrare le foglie arancioni, gialle e marroni delle viti, dalle colline bombate che dolcemente si tuffano in mare, dalle onde che si gonfiano e si rincorrono verso la spiaggia. I chilometri così fuggono via in un lampo e il tramonto ti sorprende quando meno te lo aspetti, con le ombre degli alberi che disegnano strane figure sull’asfalto.

Dai tre giri ad anello sulle colline metallifere della Maremma, intorno a Massa Marittima vorrei strappare all’oblio una manciata di frammenti. All’alba una nebbia biancastra tiene in pugno la campagna, fluttuando a mezz’aria, ma il sole dirada rapidamente la foschia che ristagna nella valle, permettendo a colline rivestite di vigneti e boschi di emergere in tutto il loro splendore. Mi lascio Massa Marittima alle spalle e scivolo lentamente verso il Tirreno. Frattanto l’animo mi si illumina della vecchia speranza: trovare un lembo di costa ancora salvo dal cemento da esplorare in sella alla bici. E inaspettatamente mi viene rivelata l’esistenza di un piccolo miracolo di saggezza nella gestione disastrosa del litorale nel nostro Paese. La fascia costiera, a partire dal porto del Puntone è un territorio di eccezionale ricchezza naturalistica e di incomparabile suggestione, dove bassi rilievi ammantati di macchia mediterranea incontrano direttamente il mare: si tratta di una zona di circa 7 km protetta nella Riserva Naturale delle Bandite di Scarlino e percorsa da innumerevoli sentieri chiusi al traffico. In particolare il n. 1 rasenta le baie di Cala Rossa, Martina, Violina e Civette e consente di avere amplissime vedute sul vicino promontorio di Punta Ala con l’isoletta di Troja, nell’ammirare il quale sento l’eccitazione salirmi in cuore, perché qui la bellezza è un marchio di fabbrica. In quest’epoca dell’anno in quest’angolo di paradiso regna la quiete e si riesce a godere indisturbati di spiagge libere e appartate, ricoperte di sabbia fine color caffelatte, ombreggiate dalle chiome di annosi lecci e costellate di scogli accarezzati dalle onde.

A coronamento di una meravigliosa giornata in bici sotto un cielo di un celeste araldico, mi spingo fino a Massa Marittima, deliziosa cittadina dalle radici medievali. Affacciata in modo spettacolare sulla florida vallata circostante, Massa offre monumenti di grande rilievo, la maggior parte dei quali si raccolgono sulla spigolosa piazza Garibaldi, come il Duomo, superbo esempio di architettura romanico-gotica, il palazzo Vescovile, addossato alla cattedrale, il duecentesco palazzo del Podestà, che conserva tra le sue antiche pietre murarie gli stemmi nobiliari dei podestà succedutesi nel governo della città, e il merlato edificio Comunale. Più discosto è il complesso di San Pietro all’Orto, che ospita il Museo di Arte Sacra, al cui interno è custodita la stupenda Maestà trecentesca del pittore senese Ambrogio Lorenzetti. A pochi passi di distanza entro nell’interessante chiesa di Sant’Agostino, con il suo chiostro quattrocentesco. Dalla porta alle Silici accedo a piazza Matteotti, dominata dall’imponente Torre del Candeliere e, da un belvedere situato dietro a questo edificio a ridosso della fortezza senese, ammiro il pittoresco nucleo basso di Massa, incorniciato dalla luce del tardo pomeriggio, che proietta un delicato bagliore sui tetti. Quando ormai i passanti sono pressoché divenuti ombre mi infilo nella cattedrale. La basilica fu eretta a gloria di San Cerbone, un vescovo dotato di virtù soprannaturali e poteri taumaturgici, capace di ammansire gli orsi, di farsi obbedire da branchi di oche e di convincere alcune cerve a lasciarsi mungere. Varcato l’ingresso laterale del tempio noto subito il monumentale fonte battesimale nella navata di destra. Proseguendo fin dietro all’altar maggiore contemplo l’arca di San Cerbone, una cassa marmorea di forma rettangolare, sormontata da un coperchio e scolpita con le scene della leggendaria vita del santo patrono.

Un secondo tocchetto si sfalda dall’isola del tesoro dei ricordi e un guizzo di nostalgia mi procura una trafittura potente. Ho da poco superato la località La Pesta e abbandonato la strada principale per imboccare un sentiero che s’infila tra gli alberi. Dopo una curva, a un centinaio di metri dal viottolo appare a sorpresa il Lago dell’Accesa, che luccica come se fosse ricoperto di minuscoli frammenti di brillanti, mentre piccole onde sbattono dolcemente contro la riva. Mi guardo attorno con aria sognante e mi lascio letteralmente rapire dal paesaggio: sembra di stare in una fiaba. Questo grosso catino scintillante da cui è difficile staccare gli occhi è circondato da colline e orlato da intrichi estesi di canneti che si agitano pigramente al soffio della brezza, emettendo una sinfonia di suoni orchestrati dal vento. Qualcuno ha imbrattato un cartello esplicativo di quelli che segnalano le caratteristiche floro-faunistiche dell’area con una frase: “Mi mancherai”, e io mi associo, la penso esattamente alla stessa maniera.

La moviola della memoria si rimette in moto grossomodo nel bel mezzo della prima passeggiata nei dintorni di Donoratico nel momento in cui colgo da lontano il profilo di Sassetta, in val di Cornia. Il borgo è un insieme di case che germinano le une dalle altre ed è incollato alle rocce. Lentamente penetro nel centro, le cui vie sono caratterizzate da edifici gentilizi come il cinquecentesco palazzo della famiglia spagnola Ramirez di Montalvo, sede del municipio. Scatto una foto alla statua di un corpo femminile sdraiato, dalle forme opulente e a quella di un uomo quasi obeso in piedi, di spalle, che sembra in procinto di svuotare la vescica in un cantuccio nascosto. In effetti l’asso nella manica di Sassetta è il simposio di scultura, visto che questo posto è celebre per la lavorazione del marmo e organizza ogni estate una manifestazione che regala l’opportunità di osservare “in diretta” la magia della creazione artistica. Gli scultori si danno da fare sgrossando la pietra e aggredendola con lo scalpello o lavorandola con strumenti duri, levigandola con mole e dischi diamantati, in una vera e propria battaglia per estrarre dalla fisicità inerte del marmo lo spirito che vi è racchiuso.

Dal fondo del forziere dei ricordi si disincaglia un ulteriore pezzetto, collocabile nel primo percorso circolare attorno a Rosignano. Non sono sui picchi dell’Himalaya e quindi non respiro aria rarefatta, eppure a Pomaia lo stupore mi cola dagli occhi quando vedo sventolare bandierine multicolori di preghiera tibetane, a cui viene affidato il compito di portare le orazioni in cielo e che simboleggiano i quattro elementi e lo spazio. Sono nei pressi di un’antica villa padronale in pietra circondata da oliveti, che è la sede dell’Istituto Lama Tzong Khapa, un centro internazionale per gli studi e la pratica del buddismo tibetano fondato alla fine degli anni ’70 che ospita una comunità di laici e un gruppo di monaci dalla testa rasata, che indossano tutti i sandali e abiti identici, rossi. Prima di sgattaiolare via da questo posto, senza dare troppo nell’occhio, faccio girare una ruota di preghiera, diffondendo così al vento i mantra contenuti al suo interno.

Attivo nuovamente le meningi e affiora una scena che è l’epifania dell’orrore. Mi trovo pochi chilometri a sud di Rosignano. Un bimbo interpella la madre mentre gioca in riva al mare: “Mamma, perché qui la sabbia è grigia?” La mamma non risponde. La spiaggia pare sporca e tetra in confronto all’esotismo dell’altra, ma è il colore dello zucchero a essere anormale, non il livore di quella ferrigna. Una bizzarria della natura? In effetti anch’io sono sopraffatta dalla curiosità. Come mai vicino a Livorno c’è un arenile di sabbia candida e impalpabile come farina e acque incredibilmente turchesi, tanto che si viene assaliti dalla smania di tuffarcisi dentro? Con un gemito di disappunto metto a fuoco la responsabile del fenomeno: giù in fondo, alle mie spalle spunta la ciminiera del petrolchimico, sopra alla quale si attorcigliano nuvolette di fumo. Avanzo a piedi, affondando con le scarpe nella sabbia, che si appiccica come borotalco e constato che un canale vomita direttamente in mare una gran quantità di fanghiglia bianca. Mi sento pesare addosso un senso di impotenza e nel silenzio percepisco il rumore nervoso della risacca che racconta una storia a chi ha la pazienza di ascoltarla: a Rosignano nel 1913 fece irruzione l’industria chimica. La Solvay decise di costruire uno stabilimento per la produzione di carbonato di sodio e da allora i residui dei processi chimici si accumulano sulla spiaggia creando le celebri “spiagge bianche”, un eden farlocco e potenzialmente esiziale, che malgrado ciò attira i turisti.

Un’ultima finestra si apre su uno sprazzo di reminiscenza legata alla pedalata finale lungo la costa frastagliata che dopo Calafuria si alza nelle scogliere del Romito -sulle quali si erge il Castello Sidney Sonnino, un fortilizio turrito a picco sul mare-, per poi abbassarsi tra tamerici polverose e pinete nei dintorni di Quercianella e Castiglioncello, diventato alla fine dell’Ottocento il milieu preferito dai Macchiaioli, che si fecero promotori di un’innovativa sensibilità espressiva che vedeva nella pittura “en plein air” e nell’uso di diverse intensità di luce gli espedienti per cogliere e narrare momenti di realtà. Oltre a Diego Martelli, critico d’arte la cui tenuta sorgeva a poca distanza dal giardino del neogotico castello Pasquini, anche Giovanni Fattori fu protagonista di quella stagione, come mi confermano i testi che leggo su vari pannelli del lungomare Alberto Sordi, in cui si sostiene che i Macchiaioli animarono la vita di Castiglioncello ai tempi della Belle Époque, il cui respiro è imprigionato nei quadri di questi artisti: feritoie della memoria su un passato lontano.

Per saperne di più sui percorsi

La Costa degli Etruschi e la Maremma sono considerate il regno del ciclismo e della MTB, cioè per gli appassionati di queste attività all’aria aperta sono un po’ come il mare delle Hawaii per i surfisti. Esiste un Grand Tour della Maremma: per informazioni si veda il sito: http://www.turismo.intoscana.it/site/it/itinerario/Il-Grand-Tour-della-Maremma/

– sull’itinerario n. 1 vicino a Massa Marittima http://www.turismo.intoscana.it/site/it/itinerario/Un-viaggio-mozzafiato-verso-Cala-Violina/; mappa Bandite di Scarlino: http://www.sembola.it/bandite.htm

– sull’itinerario n. 2 (anello Massa Marittima, Prata, Tatti, La Pesta, Lago dell’Accesa, Capanne, Massa Marittima) http://www.massavecchia.it/bike-hotel-toscana/percorsi-mtb-road-bike-toscana/itinerario-bici-da-strada-3/ (in alternativa, ma più lungo si può fare questo: http://www.labiciprimaditutto.com/package/road-bike-tour-3-tuscany-massa-marittima-borgo-pian-dei-mucini-prata-tatti-collacchia-pesta-valpiana/)

– sull’itinerario n. 3 nei pressi di Massa Marittima (anello Massa Marittima, Ghirlanda, Bella Vista, Perolla, La Pesta, Lago dell’Accesa, Massa Marittima) http://www.turismo.intoscana.it/site/it/itinerario/Latmosfera-unica-delle-Colline-Metallifere/

– sul percorso n. 1 da Donoratico: (anello Donoratico, Marina di Castagneto, S. Vincenzo, Parco costiero di Rimigliano, Venturina, Suvereto, Sassetta, Castagneto Carducci, Donoratico) http://www.turismo.intoscana.it/site/it/itinerario/La-Costa-degli-Etruschi-litinerario-perfetto-per-le-due-ruote/ (solo che io l’ho fatto in senso antiorario e sono scesa lungo la costa fino al Parco di Rimigliano, poi in località Pineta di Torre Nuova ho seguito le indicazioni per Camping Village Park Albatros e per il ristorante Ghiacci Vecchi e sono andata a Venturina, Cafaggio, Suvereto).

– sull’anello n. 2 attorno a Donoratico: (anello Donoratico, Bolgheri, Bibbona, Macchia della Magona, Casale Marittimo, Cecina Mare, Marina di Bibbona, Donoratico) in parte si veda questo indirizzo: http://www.costadeglietruschi.it/toscana_mediterranea/dettaglio_itinerario_cicloturismo.asp?Key=74

– sul percorso n. 1 da Rosignano Solvay

Http://www.costadeglietruschi.it/toscana_mediterranea/dettaglio_itinerario.asp?KeyItinerario=22

– sul percorso n. 2 da Rosignano Solvay http://www.costadeglietruschi.it/toscana_mediterranea/dettaglio_itinerario.asp?KeyItinerario=18

Come raggiungere l’inizio dei tre pluri-tour

1) Giri attorno a Massa Marittima: con trenitalia si giunge a Follonica, poi in corriera si va a Massa Marittima. TIEMME numero verde tel. 800922984; http://www.tiemmespa.it/

2) Itinerari intorno a Donoratico: la stazione ferroviaria è quella di “Castagneto Carducci – Donoratico” che si trova proprio nel centro della frazione di Donoratico. Esistono autobus di linea Tiemme che collegano Castagneto Carducci – Donoratico – Marina di Castagneto. Inoltre davanti alla stazione c’è il servizio taxi (tel. 0565/775132) che potrebbe essere utile se uno arriva in stazione la sera tardi. Comunque il proprietario dell’Hotel Carlo’s mi ha dato un passaggio dalla stazione all’albergo al mio arrivo.

3) Percorsi nei dintorni di Rosignano: con trenitalia si arriva a Rosignano Solvay.

Dove pernottare in strutture ricettive Bike Friendly e noleggiare la bicicletta:

1) A Massa Marittima: Massa Vecchia SS. 439 Massa Marittima (GR) tel 0566 903885. Stanza singola con colazione: 50 euro a notte. Noleggio city bike 20 euro complessivi per tre giorni. Mi forniscono consigli e mappe relative a tre percorsi in bicicletta.

2) Nei pressi di Donoratico: Hotel Carlo’s di Guarguaglini Giancarlo, loc. S. Giusto di Castagneto Carducci (LI). Email: info@hotelcarlos.it tel. 0565/765190. Stanza con colazione per tre notti prezzo 195 euro complessivi. Mi noleggiano una bici per 2 giorni e mezzo per un totale di 30 euro e sanno darmi spunti e cartine stradali per itinerari a due ruote.

In Via Aurelia n° 25, a circa 100 mt dalla stazione ferroviaria di Donoratico, presso il negozio “Ciclosport” è possibile prenotare anticipatamente la bicicletta (solo city bikes, perché le MTB le hanno rubate) prezzo 8 euro al giorno. Di seguito i contatti per avere maggiori informazioni: e-mail info@ciclosport.it e tel. 0565/777149 (per il ponte dell’1-2 novembre però erano chiusi).

3) A Rosignano Solvay: Elba Hotel 57013 Rosignano Solvay (LI) Via Vecchia Aurelia 301 Tel. 0586 760939 info@elbahotel.net. L’albergo sta praticamente di fronte alla stazione FS. Camera singola con colazione: 50 euro a notte. Mi hanno noleggiato una MTB per 15 euro al giorno.

Per saperne di più sui luoghi da visitare

– Su Massa Marittima articolo di Plein Air: http://www.pleinair.it/meta/grosseto-e-massa-marittima-una-miniera-di-scoperte; https://www.youtube.com/watch?v=X8ueDyTkoS8 video Borghi d’Italia

– Su Suvereto:

– Su Sassetta: https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=MTm5udNrWgw vecchio video sul paese; sul simposio di scultura: http://www.invaldicornia.it/sassetta-percorso-simposio-di-scultura/

– Su Castagneto Carducci: https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=a2H1_t2Uro8 video piccola Italia Castagneto Carducci

Https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=A2RmJRCydqg (altro video che include Bolgheri)

– Su Casale Marittimo: video https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=f7JncNXoCsE

– Su Campiglia Marittima https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=KiIWjlM4zU8

– Su Castel Sidney Sonnino http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2013/05/06/news/sonnino-i-segreti-del-castello-che-guarda-il-mare-1.7006473

– Su Rosignano Solvay: http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscana/2012/07/08/news/i-caraibi-chimici-piu-bianchi-del-sole-1.5376559; https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=9JZBBFzIFoI

Https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=aSpZFf91eP0

-Sull’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=ISiZgEj2vvE

– Sui Macchiaioli: video, ai minuti 2.20 si parla della tenuta ereditata da Diego Martelli a Castiglioncello https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=ugusti2tZ9s

– Sul Castello Pasquini di Castiglioncello

Https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=9mxKwf7bacw

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