Sui sentieri della Grande Guerra

Un viaggio lungo i sentieri della Grande Guerra, in particolare sul Pasubio, sull'altopiano di Asiago, sul monte Grappa, a Redipuglia e nella zona di Cortina, tutti luoghi in cui ci furono aspri combattimenti nella Grande Guerra del ...
Scritto da: francogigante1953
sui sentieri della grande guerra
Partenza il: 06/09/2017
Ritorno il: 12/09/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €

Sui sentieri della Grande Guerra

Era da un bel po’ che volevo fare un giro sui sentieri della Grande Guerra, alcuni dei quali calcati d’inverno con gli sci ai piedi, ma mai in estate.

Pertanto ho approfittato del centenario di questi anni, in particolare di quest’anno in cui ricorrevano i cent’anni della strada delle 52 gallerie sul Pasubio che da parecchio tempo volevo percorrere.

Inoltre il 1917 è stato l’anno più cruciale e decisivo per la Grande Guerra perché dopo la disfatta di Caporetto in ottobre, nei due mesi successivi il fronte tenne sul Pasubio, sull’altopiano (di Asiago), sul Grappa e sul Piave, anche quando le alte sfere militari non avrebbero scommesso nulla sulla sua tenuta.

Tutto merito dell’eroismo dei nostri soldati e dell’iniziativa dei loro comandanti di prima linea che, dopo l’avvento di Diaz al comando supremo, questo occorre riconoscerglielo, godevano di una maggiore autonomia operativa.

Ma veniamo al nostro itinerario, 7 giorni in Veneto, Friuli e Trentino.

Di seguito trovate il dettaglio del nostro viaggio

Mercoledì 6 settembre: Genova – Thiene – Schio – Pian delle Fugazze

Partiamo da Genova verso le 8.30 prendendo prima la Genova – Milano, poi la Torino Piacenza (direzione Piacenza) poi verso Brescia e poi la Milano – Venezia; dopo Vicenza si prende la A31 x Provene – Rocchette e si esce a Thiene (in totale 366 Km.).

A Thiene abbiamo visitato il centro storico però non è stato granchè anche perché il castello era chiuso e così pure il duomo e le altre chiese (era l’una e c’era la pausa pranzo); poi abbiamo proseguito per Schio che ci è piaciuta molto di più, sia il centro storico che i percorsi di archeologia industriale con i vecchi lanifici che hanno fatto la storia di questa città, il tutto molto ben segnalato.

Volevamo anche visitare la chiesa di S. Francesco e il Sacrario della SS Trinità, ma erano chiusi.

Infine, passando per Valli del Pasubio, Sant’Antonio e Ponte Verde, abbiamo proseguito per visitare il sacrario ossario del Pasubio; interessante anche il piccolo museo (ingresso 2,5 €) che, in 4 sale, racconta, anche con cimeli dell’epoca, la storia della grande Guerra, con particolare riferimento a quella della zona del Pasubio.

Abbiamo poi pernottato a Pian delle Fugazze (Albergo al Passo Pian delle Fugazze – Vallarsa tel. 0464 869250 oppure Luca 340 0530449 mezza pensione 45 €), dove abbiamo mangiato molto bene.

Giovedì 7 settembre: Pian delle Fugazze – Bocchetta Campiglia – Rifugio Papa

Con l’auto, da Pian delle Fugazze, abbiamo raggiunto Passo Xomo e da qui abbiamo seguito le indicazioni per Bocchetta Campiglia (in tutto circa 9 km) dove abbiamo lasciato l’auto (parcheggio 6 € x 24 ore, accetta solo monete) e dove inizia la strada delle 52 Gallerie.che, con un percorso di circa 6,5 Km e un dislivello di poco più di 700 mt. porta sino al rifugio Papa (tel. 0445 630233 oppure sig. Renato Leonardi 328 0339538 e-mail rifugiopapa@caischio.it

Si arriva al rifugio dopo circa 3,5 ore; nel pomeriggio ho proseguito per il dente italiano e austriaco e per la cima Palon, zone molto interessanti con le trincee e le gallerie scavate dai soldati di entrambi i fronti.

Venerdì 8 settembre: Rifugio Papa–Arsiero–Monte Cimone–Monte Cengio–Asiago

Dal rifugio Papa siamo scesi a Bocchetta Campiglia percorrendo la strada degli Scarubbi (2 h e 30 circa), poi ci siamo diretti ad Arsiero per andare a vedere l’ossario del Monte Cimone, un altro luogo dove si sono combattuti italiani e austriaci e dove si possono ancora vedere alcune trincee e i risultati dello scoppio delle mine, una delle quali ha mietuto molte vittime fra gli italiani.

Nel primo pomeriggio, riscendendo in pianura, poco dopo Cogollo del Cengio abbiamo preso la strada per Asiago che sale velocemente di quota con un bel pò di tornanti: ad un certo punto c’ è un bivio sulla sinistra (poco prima della locanda del granatiere) che sale al monte Cengio, forse uno dei posti più interessanti che abbiamo visto in questo giro.

Il monte Cengio era in una posizione strategica perché dava accesso alla pianura veneta, per questo motivo era stato occupato dai granatieri di Sardegna che vi hanno combattuto un’epica battaglia, difendendolo strenuamente. Si percorre un sentiero ad anello, impiegando quasi due ore, soste escluse. La parte più interessante è quella in salita, in parte nelle gallerie e in parte su un sentiero scavato nella roccia viva sul fianco della montagna. I soldati vivevano nelle gallerie, estate e inverno, con temperature ben al disotto dello zero! Terminata questa facile escursione ci dirigiamo verso Asiago dove vorremmo visitare il sacrario (località Leiten), ma lo troviamo chiuso (chiude alle 17). Ci fermiamo comunque a pernottare ad Asiago, alla locanda Aurora che si trova vicino all’aeroporto, sulla strada che faremo il giorno dopo x andare sul monte Zebio, altro scenario di battaglie sull’altopiano.

Sabato 9 settembre: Asiago – Monte Zebio – Monte Grappa – Farra di Soligo

Da Asiago, di buon’ora, percorriamo una strada che dopo un paio di Km. diventa una sterrata, a tratti anche abbastanza accidentata; per arrivare al monte Zebio occorre seguire le indicazioni per la Malga Zebio, in totale sono circa 9 Km di cui quasi 7 di strada sterrata, evitate di farla con un’auto bassa. Avendo più tempo (circa 3 ore) ci sarebbe da fare a piedi un giro ad anello che tocca tutti i luoghi dei combattimenti e il posto dove sono scoppiate alcune mine, purtroppo il tempo che abbiamo a disposizione è poco, inoltre c’è nebbia e piove, pertanto riusciamo a vedere solo alcune trincee e postazioni austriache. Le trincee sono state ben restaurate, in alcuni punti ci sono anche i cavalli di frisia che ostacolavano gli assalti alle trincee. Purtroppo non abbiamo avuto il tempo di andare sul Monte Fior e a Castelgomberto perché nel pomeriggio avevamo già in programma di andare sul Monte Grappa, uno dei monti sacri alla patria, per vedere il Sacrario, Col Andreon (dove c’era la nostra artiglieria) e Col Campeggia dove c’erano le retrovie.

La prima tappa la facciamo a Col Campeggia che però è stato una delusione perché le trincee sono state restaurate solo in minima parte, quanto a Col Andreon, indicazioni non ne abbiamo viste. Forse da questo punto di vista qualche indicazione stradale in più non guasterebbe. Arrivati in cima al monte Grappa, prima di andare al Sacrario, visitiamo la galleria Vittorio Emanuele, con uno sviluppo impressionante, più di 4 Km scavati nella roccia, con decine di postazioni per cannoni di vario calibro e mitragliatrici, c’erano pure i lavatoi ed un’infermeria. Terminata la visita saliamo la gradinata che porta al sacrario, a destra c’è l’ossario degli austroungarici e a sinistra quello degli italiani. Nel mezzo c’è una cappella con la statua della Madonna del Grappa che, a guerra finita, venne portata in giro per tutta l’Italia affinchè tutti gli italiani potessero ringraziarla per la cessazione della guerra. Ritornati in auto puntiamo su Farra di Soligo dove un mio caro amico ci aspetta per cena.

Domenica 10 settembre: Farra di Soligo–Talmassons–Redipuglia–Pieve di Cadore

Da Farra di Soligo ci dirigiamo a Talmassons da alcuni miei parenti, per una breve visita; nel pomeriggio ci rechiamo a visitare il sacrario di Redipuglia (feriali 9-17, festivi 9-12.30 e 13.30-18, lunedì chiuso), uno dei più grandi del mondo. Visitiamo prima il piccolo ma interessante museo e poi percorriamo la lunga scalinata che porta alla sommità del sacrario dove ci sono una chiesa e altri due piccoli musei con cimeli di alcuni soldati. Terminata la visita ci mettiamo in viaggio alla volta di Cortina; sta piovendo e sono le 19 pertanto cerchiamo un hotel prima di Cortina, lo troviamo a Pieve di Cadore.

Lunedì 11 settembre: Pieve di CadoreCortina – Passo Falzarego

Arriviamo a Cortina verso le 10 , posteggiamo l’auto (qui i parcheggi sono un problema, sono tutti a pagamento, soltanto nell’estrema periferia ne troviamo uno che concede la sosta gratuita per due ore, ce le faremo bastare) e puntiamo, a piedi, verso il centro. Questa cittadina merita effettivamente la sua fama, è molto ben tenuta, il centro è pedonale e ci sono splendidi negozi di moda, di gioielleria e di antiquariato.

Terminata la visita, con auto ci dirigiamo verso il Lagazuoi: la nostra idea è quella di lasciare l’auto a passo Falzarego, prendere la cabinovia che porta al Lagazuoi e da qui percorrere in discesa la galleria della mina scavata durante la grande guerra sino al suo inizio proseguendo poi per la famosa cengia Martini, avamposto italiano da cui si potevano contrastare le difese austriache più in basso; infine, ritornando sui nostri passi, congiungersi al sentiero che porta al passo Falzarego. Lungo la strada che porta al Falzarego passiamo dal sacrario di Pocol ma il lunedì è giorno di chiusura, con gli orari purtroppo non ci è andata molto bene! Arriviamo al Falzarego intorno alle 13, piove, mangiamo un boccone sperando che cessi e che il tempo migliori ma non è così, allora accantoniamo l’escursione al Lagazuoi in programma per oggi sperando di poterla fare l’indomani. Per impegnare comunque il nostro tempo andiamo allora a visitare il museo della Grande Guerra al forte Tre Sassi (mt. 2192, orari 10-13 e 14-17, ingresso 7 €, museo e percorso storico esterno 14 €). Il museo è molto caratteristico perchè è allestito in un forte austriaco (Tre sassi) al Passo Valparola, il cui scopo era quello di contrastare le forze italiane attestate nella vicina zona del Passo Falzarego. Fu però ridotto al silenzio dai bombardamenti italiani all’inizio della guerra, i cui effetti si vedono ancora oggi. Con molta tenacia la famiglia Lacedelli ne ha fatto un museo che, seppur abbastanza piccolo, racchiude una vastità di documenti storici e reperti, molti di questi sono stati raccolti da Loris Lancedelli e da suo padre nelle trincee della zona. Anche se molti reperti sono un pò ammassati, tuttavia il museo è molto interessante in quanto racconta fatti reali che difficilmente si trovano sui libri di storia. Ad esempio è interessante la parte dedicata all’occupazione di Cortina da parte delle truppe italiane che la popolazione in gran parte accolse come truppe di occupazione. Molto interessante anche la parte che documenta le paghe dei soldati (e dei generali) di allora, che evidenzia le enormi disparità retributive, passano gli anni ma il mondo non cambia!

Usciti dal museo, visto che non piove più, vado a fare un escursione nella zona delle trincee austriache di prima linea che presidiavano la parte bassa del Lagazuoi verso il passo Falzarego; le trincee sono ben conservate, ovunque ci sono pezzi di ferro e di latta arrugginiti, dopo circa 1 h e mezza ritorno all’auto, dove mi aspettava mia moglie per andare al vicino rifugio Valparola dove ceniamo e passiamo la notte

Martedì 12 settembre: Passo Valparola – Passo Gardena – Genova

L’escursione, già rimandata il giorno prima, prevedeva di salire con la funivia al Lagazuoi e da qui (attrezzato con moschettone, cordino, casco, torcia) scendere per la galleria di mina italiana. Poi sarei andato alla Cengia Martini e successivamente sarei tornato indietro per incontrarmi con mia moglie all’incrocio col sentiero di rientro al Falzarego. Mia moglie infatti sarebbe scesa dal Lagazuoi per via più facile col sentiero 401 passando prima dalla Forcella Lagazuoi e poi dalla Forcella Travenanzes. Purtroppo oggi il tempo è peggio di ieri, nevischia e quindi percorrere la cengia è rischioso pertanto, con rammarico, decidiamo di anticipare il rientro a Genova di un giorno anche perché per rientrare dobbiamo fare il passo Gardena, anch’esso a rischio neve, visto che si trova alla stessa altezza del passo Valparola. In effetti anche lì nevischia ma fortunatamente riusciamo a passare senza problemi. Il tempo inizia a migliorare all’altezza di Vicenza ma ormai il nostro viaggio sui sentieri della Grande Guerra volge al termine. Di questo viaggio ci resteranno nei cuore gli splendidi paesaggi alpini ma, ancor più, l’ammirazione ed il rispetto per i soldati di ambo le parti che qui hanno combattuto e che hanno costruito opere (gallerie, trincee, ecc.) in condizioni di lavoro impossibili ai giorni nostri, molte delle quali esistono ancora oggi a perpetuare il ricordo di una generazione che a vent’anni non andava in discoteca ma combatteva e spesso moriva su queste montagne.

Hotel

Albergo Al Passo Passo Pian delle Fugazze Vallarsa (TN) 38060 Tel. 0464 869250 Luca 340 0530449 Maurizio 340 3718626 www.albergoalpasso.it info@albergoalpasso.it

Rifugio Papa Località Porte del Pasubio Valli del Pasubio (VI) ½ pensione 55 € a persona

Locanda Aurora Via Ebene 71 – 36012 Asiago (VI) tel. 0424 462469 Email aurora@telemar.net

Pernott. Con colaz. 70, cena 62

La Lanterna Via Cal Nova 15 Farra di Soligo (TV) 45 € solo pernottamento, senza colazione

Cavallino Pieve di Cadore (BL) tel 0435 500467 70€ con colaz.

Rifugio Valparola Passo Valparola Livinallongo Col di Lana (BL) 130 pernott. con col e cena

Ristoranti

Pizzeria Ristorante Saraceno Via Roma 1 Pieve di Cadore (BL) tel. 0435 32714 2 pizze e birre 20€

Guarda la gallery
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La strada delle 52 gallerie

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Cima Palon e galleria Papa

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Ossario del Pasubio

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Monte Grappa, il sacrario austriaco

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Cortina

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Monte Cengio, il monumento al granatiere

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Monte Zebio, le trincee

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Passo Valparola, il forte austriaco Tre Sassi



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