Ondulazioni di Sardegna
Ondulazioni di Sardegna
Una settimana in bicicletta per un totale di circa 400 km, dalla penisola del Sinis in provincia di Oristano a Pula (Cagliari). Una blueway tra mare, lagune costiere, saline, testimonianze della civiltà nuragica, miniere abbandonate e natura selvaggia.
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Certo non siamo in Trentino e nemmeno in Lombardia, quindi qui non abbondano gli invitanti percorsi ciclabili in sede separata dalle auto, percorribili in sicurezza. Tuttavia vale la pena di pedalare sulle strade dell’isola poiché il paesaggio sardo e soprattutto le coste hanno caratteristiche uniche, anche grazie al fatto che gran parte del litorale è stato preservato intatto. Chi va in macchina, oltre a trovare spesso rotabili sconnesse e in cattive condizioni – mi riferisco soprattutto alla prova speciale di rally che bisogna affrontare per giungere alle dune di Piscinas- difficilmente può apprezzare appieno gli ambienti veramente particolari di questa terra. La nostra idea è odorarla, viverla adagio, in un periodo dell’anno in cui non è presa d’assalto dai turisti: la primavera.
L’itinerario del primo giorno è un anello quasi pianeggiante di poco più di cinquanta chilometri che ci porta a conoscere la penisola del Sinis, dove tratti di costa ripida e frastagliata si alternano a spiagge e dune. Le tappe culturali d’obbligo in provincia di Oristano sono il museo civico “G. Marongiu” di Cabras, il sito archeologico di Tharros e la chiesa paleocristiana di San Giovanni di Sinis, mentre le bellezze paesaggistiche imperdibili sono lo stagno di Cabras, le famose spiagge bianche battute dal vento di Mari Ermi e di Is Arutas e l’affascinante e affusolato Capo San Marco.
Il secondo giorno prevede una sgambata di una sessantina di chilometri, da Arborea ad Arbus passando per la Costa Verde, le dune di Piscinas e il vecchio villaggio minerario di Ingortosu. Per quanto riguarda l’altimetria, se si esclude la parte iniziale in cui si corre veloci lungo alcune piste ciclabili di pianura nella zona di Arborea, stamane il tragitto, a partire dalla laguna di Marceddì, è piuttosto ondulato con vari tratti molto impegnativi, a cui si aggiunge il traffico sostenuto dovuto alla Pasquetta.
Quasi cinquanta sono i chilometri che vanno percorsi il terzo giorno: da Bidderdi (Arbus) a Gonnesa. Al principio la strada che serpeggia a valle permette di ammirare le aspre montagne del massiccio del Linas, ma è necessario prestare attenzione perché il nastro d’asfalto è in forte pendenza. Dalla baia di Portixeddu il tracciato prosegue in costante salita fino oltre Buggerru, poi si riscende in picchiata a Cala Domestica, quindi ci s’inerpica lentamente verso Nèbida e infine una girandola di curve conduce a Gonnesa. È evidente che questo itinerario non è adatto a chi è alle prime armi sui pedali, però la ricompensa è costituita dallo spettacolare panorama offerto dalle imponenti pareti rocciose del Monte Linas e, nei pressi di Porto Masua, dalla vista del mare blu su cui sembra galleggiare il blocco calcareo del Pan di Zucchero.
Pure il quarto giorno è movimentato, sebbene non per l’asperità del percorso, ma perché si utilizzano due traghetti, il primo dei quali per raggiungere l’isola di San Pietro, il secondo per attraversare il braccio di mare che separa Carloforte da Calasetta, sull’isola di Sant’Antioco, isola che esploriamo parzialmente lungo la costa ovest, fino alla favolosa insenatura di Cala Lunga.
Il quinto giorno ricominciamo a pedalare accompagnati dal silenzio che regna nelle saline di Sant’Antioco e, dopo aver ammirato dall’esterno la chiesa pisana di stile romanico di Tratalias, approdiamo a fine giornata sulle spiagge di Porto Pino, nei pressi di Sant’Anna Arresi: sulle nostre gambe sentiamo tutto il peso dei sessanta chilometri percorsi.
La Costa del Sud è un luogo prediletto dai cicloamatori e abbiamo modo di scoprirlo l’ultimo giorno, quando ci vediamo venire addosso un plotone di ciclisti in corsa e siamo costretti a fermarci ripetutamente sul ciglio della strada. La pioggia contribuisce a guastarci il piacere della passeggiata e a impedirci di far sosta sulle spiagge di Tuerredda, tra capo Malfatano e capo Spartivento, e di Su Giudeu come previsto dal nostro programma. Per fortuna quando giungiamo alla meta finale, Pula, alcune nubi veleggiano placide in un cielo ormai azzurro, così possiamo visitare con calma le rovine della città fenicio-punico-romana di Nora. La sera ceniamo senza spendere granché alla pizzeria Reggae, in via Caprera, nel centro di Pula, un grazioso paesino a circa 40 km da Cagliari.
Siamo ormai vicini alla conclusione del nostro tour a due ruote. La mattina del sabato ci restano quattro ore per un’ultima fatica prima della partenza. Su consiglio dell’impiegata che sta alla reception ci dirigiamo inizialmente verso il Parco scientifico e tecnologico della Sardegna, immerso in una pineta nella valle del Rio Palaceris (passiamo per il resort di Is Molas), poi una volta tornati a Pula facciamo rotta verso nord, per raggiungere il porto turistico di Perd’e Sali e la spiaggia di Porto Colombu.
Alle due è ora di levare gli ormeggi e lasciare le coste della Sardegna, le sue splendide baie, le meravigliose spiagge e gli incantevoli promontori a strapiombo sul mare, capaci di regalare emozioni indimenticabili.
Come arrivare
in aereo dalle principali città italiane con i voli operati da Meridiana, Ryanair o Alitalia. In nave: http://www.traghettiper-sardegna.it
Per raggiungere l’isola di Carloforte da Portoscuso, e poi Calesetta sull’isola di Sant’Antioco da Carloforte, bisogna prendere i traghetti della compagnia Saremar. www.saremar.it Le due traversate costano in totale 24,80 euro e durano circa mezz’ora ciascuna.
Dove alloggiare
Hotel Sa Pedrera – SP 6 km 5.5 San Salvatore Sinis, Cabras. Tel. 0783 370 018. www.sapedrera.it (2 notti per effettuare il giro della penisola del Sinis).
Agriturismo Rocce Bianche, loc. Bidderdi, Arbus (VS). Tel. 070 9756127 www.bidderdi.it
Locanda S’Anninnia – Via Iglesias 107, Gonnesa. Tel. 0781 45132 www.sanninnia.it
Hotel Luci del faro – Loc. Mangiabarche, Calasetta. Tel. 0781 810 089 www.hotelucidelfaro.com
Hotel Punta Giara – Loc. Sa Carrubedda, Sant’Anna Arresi. Tel.. 0781 966 105 www.hotelpuntagiara.it
Marin Hotel – Viale Segni 58, Pula. Tel. 070 920 80 59 www.marinhotel.it
(in quasi tutti gli alberghi è possibile anche cenare, eccetto alla Locanda S’Anninnia e al Marin Hotel).
Cosa visitare
A Cabras
Museo Civico Giovanni Marongiu, via Tharros. Tel. 0783 290636. Aperto tutti i giorni: estivo 9-13; 16-20, invernale: 9-13; 15-19. Esiste un biglietto cumulativo per visitare sia questa struttura museale che l’area archeologica di Tharros acquistabile al prezzo di 7 euro. www.penisoladelsinis.it. L’edificio custodisce reperti provenienti dal centro fenicio-punico-romano di Tharros, ma sopratutto, la chicca di questo museo, sono le celebri statue nuragiche ritrovate a Mont’e Prama. Si tratta di colossi che misurano oltre due metri d’altezza, scolpiti nella calcarenite, risalenti all’VIII sec. a.C. e rinvenuti casualmente sul pendio orientale del Monte Prama negli anni settanta del secolo scorso. Le iconografie delle sculture richiamano i bronzetti nuragici e rappresentano gli antenati delle comunità indigene del Sinis. Le tre figure umane maschili che si ripetono sono il guerriero, il pugilatore e l’arciere. Sono in esposizione solo 6 dei quasi trenta “giganti” ritrovati nei pressi di Cabras.
In una delle sale si può osservare un fassoi sardo, ovvero una tipica imbarcazione dal fondo quasi piatto, simile alle barche usate in Perù sul lago Titicaca, che viene fatta avanzare dal barcaiolo spingendo con una pertica sul fondo della laguna; lo scafo è fabbricato con fascioni di canne.
A San Giovanni di Sinis
1) Zona archeologica di Tharros, S.P. n-6 Cabras Tel: 0783 370019. Aperta tutti i giorni: estivo 8-20, invernale 9-17. Si seguono delle visite guidate
2) Chiesa di S. Giovanni di Sinis aperta tutti i giorni: orario estivo 9-13 16-19; orario invernale 9-13 15-17. Il nucleo più antico del tempio risale al V sec. d.C., ma solo attorno all’anno Mille la costruzione assunse l’aspetto attuale, con facciata in stile bizantino e l’interno costutuito da un grande vano suddiviso in tre navate.
A Buggerru e a Masua
Solo prenotando in anticipo allo 0781/491300 si possono visitare due siti minerari; a Buggerru la Galleria Henry, un tunnel scavato nella roccia alla fine del diciannovesimo secolo, a Masua (Iglesias) Porto Flavia, una galleria di circa 600 m realizzata nel secondo ventennio del Novecento, che sbocca a strapiombo sul mare: in questo punto un braccio mobile permetteva di imbarcare i materiali nelle stive delle navi da carico.
Le attività minerarie erano già praticate all’epoca dei Fenici, dei Romani e degli Spagnoli, tuttavia ricevettero uno speciale impulso dopo l’intervento dei Savoia, nell’Ottocento, quando le aree dell’Iglesiente e del Sulcis diventarono le zone estrattive più importanti d’Italia. L’attività di estrazione raggiunse l’apice durante il periodo fascista, ma nel secondo dopoguerra la riduzione della domanda e il calo della produttività portarono a una crisi che obbligò gran parte della popolazione a emigrare.
A Pula
Antiche vestigia della città di Nora, tel. 070-9209138. Ingresso adulti 7.50. Aperto con orario continuato dalle 9.00 alle 19.00. Le rovine si visitano esclusivamente con un accompagnatore (il servizio di audioguida è solo per gli stranieri). Nora fu uno dei primi stanziamenti fenici della Sardegna; nonostante ciò lo sviluppo dell’insediamento ebbe luogo prevalentemente in epoca punica e romana. In effetti i resti visibili attualmente risalgono al periodo compreso tra il I e il III sec. d.C.
Cosa mangiare
Gli spaghetti con la bottarga, chiamata anche caviale di Cabras. Pare che l’idea di salare le uova di muggine per poi disidratarle al sole e pressarle risalga all’epoca dei Fenici, che furono i primi a lavorare in questa maniera le uova di pesce.
Un’altra specialità è il carciofo spinoso di Sardegna.
Con chi
Dolcevita Bike Tours propone l’itinerario “Una miniera di memorie”, 8 giorni di viaggio di cui 7 di pedalate attraverso i paesaggi più suggestivi della penisola del Sinis, la Costa Verde, le isole di Carloforte e di Sant’Antioco, le miniere dell’Iglesiente, il Sulcis e la Costa del Sud. L’organizzazione comprende oltre al noleggio delle biciclette e al trasporto dei bagagli da un albergo all’altro, il transfer iniziale dall’aereoporto Elmas (Cagliari) fino a Cabras, quello finale da Pula al Mario Mameli e uno spostamento in taxi da Cabras ad Arborea per evitare il traffico di Oristano. http://www.dolcevitabiketours.com
Periodo consigliato
Primavera e autunno. D’estate può fare molto caldo e i tratti ombreggiati sono quasi inesistenti.