Oman tra vela e moschee
Parto il 5 marzo da Roma, e volando con la compagnia aerea nazionale (ottima mi sento di dire) dopo circa 7 ore e mezzo, con scalo a Dubai, arrivo in serata a Muscat, la capitale. Mi vengono a prendere con un fuoristrada e alloggio presso lo splendido Resort di Mussanah dove è in corso la conferenza a cui devo partecipare per lavoro.
Dopo due giorni la mia conferenza è finita, ma oltre che interessante mi ha dato modo di scoprire una realtà omanita che non conoscevo, quella della vela. Negli stessi giorni nello stesso Resort veniva infatti presentato Oman Sail, un progetto volto a rilanciare la tradizione marinara nel Sultanato. Mi sembra una coincidenza troppo importante per non cercare di saperne di più e così scopro che sulla costa dell’Oman sono sorte ben sette scuole di vela. Così mi organizzo per unire alla cultura un po’ di sano sport, la vela in fondo è sempre stata una passione che volevo coltivare.
Il giorno dopo affitto un fuoristrada e mi reco a Marina Bander Al Rowdha di Muscat, con enfasi vengo accolta dagli istruttori locali che mi dicono che posso partecipare al Women’s Sailing Programme, l’acqua è splendida, la sabbia bianca e le ragazze che stanno imparando ad andare a vela hanno più o meno la mia età e parlano inglese. E’ buffo vederle andare in barca con il velo, ma se non fosse per i dettagli dell’abbigliamento mi sembrerebbe di stare in Europa.
Mi tuffo così nella vela e dopo due ore di lezione, mi godo un po di sano riposo sulla spiaggia, il clima è perfetto, la brezza dal mare attenua il caldo delle ore centrali del giorno.
Torno in albergo e per il giorno successivo pianifico un itinerario culturale. Visito la capitale e scopro che l’Oman ha una tradizione di artigianato lunghissima, non posso evitare di perdermi tra i mercati e, a quello dell’artigianato acquisto orecchini, bracciali e collane per cifre assolutamente accessibili. Poi mi dedico a visitare i numerosi i siti archeologici e i palazzi delle età passate.
Scopro così che la capitale, Muscat, è una città di mare in continua evoluzione, proiettata nel futuro grazie alla lungimiranza del Sultano Qaboos Bin Said, il quale da alcuni anni sta promuovendo uno sviluppo economico non solo basato sullo sfruttamento del petrolio, ma anche delle altre risorse naturali e, soprattutto, del turismo.
Nei giorni successivi, visito una delle opere più emozionanti che io abbia mai visto: la grande moschea Sultan Qaboos di Muscat. Circondata da cinque minareti, è impressionante con la sua imponente cupola e può ospitare 20.000 fedeli. All’interno della sala di preghiera degli uomini, un lampadario in cristallo Swarovski, appeso alla cupola centrale di 50 metri di altezza, pesa 8 tonnellate ed ha una lunghezza di 14 metri! Si tratta del più grande lampadario del mondo. Di notte, le illuminazioni valorizzano ancor di più la bellezza della moschea.
La mia destinazione nei giorni seguenti torna ad essere il mare, limpido e cristallino e le tradizioni ad esso legate, scopro che il leggendario Sinbad il marinaio ha lasciato tracce indelebili in questa cultura. Non mi spingo molto lontano da Muscat, ma il territorio circostante è così ricco che mi sembra non ce ne sia bisogno.
La mia passione per la fotografia fa il resto.
Lascio Muscat dopo 4 giorni e mi riprometto che tornerò per più tempo appena ne riavrò l’occasione.