Monaco di Baviera,la mia prima volta in Germania
Partenza il 25 poco dopo le 12 e arrivo in orario con una compagnia regionale della Lufthansa. S-bahn comodissima e arrivo verso le 15 alla stazione centrale. Giusto in tempo per il check in all’hotel ViVadi, un tre stelle essenziale, ma comodo, a 10 minuti a piedi da Stachus e con un vicino ristorante italiano dove al mattino si fa la colazione.Buon rapporto qualita-prezzo: lo consiglio! A me poi danno una doppia uso singola che è un mini appartamento con tanto di cucinetta. Mi sistemo e mi riposo un paio d’ore. Esco e mi faccio una passeggiata esplorativa della zona commerciale fino ad arrivare in Marienplatz. Sono felicissima e all’ufficio turistico mi faccio dare un opuscolo con gli orari dei musei. Mi riposo nei giardinetti dietro il municipio e sono stupita di vedere così tanta gente in giro e non solo turisti stranieri:è proprio vero che Monaco è la città più amata dai tedeschi! Mi compro qualcosa da mangiare in un negozio di una catena che fa ottimi panini e mentre si fa buio arrivo a dare una prima occhiata alla cattedrale. Prima di tornare in albergo mi concedo un gelato italiano e sono stupita di vedere porzioni più generose delle nostre a un buon prezzo.In albergo mi guardo un po’ di televisione, ma improvvisamente si mette a piovere. Il 26 è di nuovo bello e caldo e mi dedico alla visita della Residenz, arrivandoci dai resti della vecchia fortezza. Sono veramente sorpresa dalla mole di riferimenti storicistici e varietà di stile degli edifici intorno, ma il palazzo è da visitare. Le collezioni, dal tesoro alle raccolte di porcellane, ai mobili sono grandiose.Gli ambienti più interessanti sono quelli manieristi con grotta e galleria degli antichi che testimoniano degli scambi tra Italia e Baviera. E da non mancare è il piccolo delizioso teatro De Cuvillies. Mi guardo un po’ anche i giardini e la molto romana chiesa dei Teatini e ritorno verso Marienplatz. Ho ancora un po’ di tempo e lo dedico all’interno della cattedrale, ma sono un po’ sfortunata e mi imbatto in una funzione. L’insieme risulta imponente e sobrio mentre i due campanili saranno un vero e proprio punto di riferimento visivo.Mi guardo un po’ di negozi e non avendo molta voglia di cercare la cena, per la prima e unica volta, compro hamburger e insalata da MC Donald per mangiare in hotel.Alle 17 ero riuscira a sentire il famoso carillon del municipio!Molto carino! La giornata successiva, il 27, si incentra molto sui miei studi archeologici, ovvero la nuova Atene di Ludwig I. Prendo il biglietto giornaliero (da fare per godere della comoda ed efficiente rete di trasporti) e arrivo fin in anticipo davanti ai Propilei:la prospettiva della strada in asse con la Residenz è evidente. L’imitazione degli stili di architettura greca messa in atto da Von Klenze è a dir poco filologica. Aspetto l’apertura alle 10 dell’Antikesamlungen e osservo i gruppi in pulmann chr arrivano, guardano e dopo pochi minuti se ne vanno senza entrare. Pago il modico prezzo di 5, 50 (i musei monacensi non sono per niente cari!) per un biglietto combinato alle Gallerie e alla Glyptotek di fronte. E qui mi immergo nell’antichità vedendo con cura tanti di quei capolavori visti sui miei libri universitari. La collezione di vasi attici è fondamentale, una delle migliori del mondo: solo vedere la coppa di Exekias con la nave di Dioniso è una vera emozione. E nella Gliptotek i frontoni del tempio di Atena Aphaia da Egina: un vertice dell’arcaismo.Vorrei vedere la vicina galleria civica di pittura perchè ho letto che ha una grandissima collezione di opere di Kandinskij, ma sono quasi le 15 e sono un po’ stanca. Riprendo quindi la metro verso il centro e dopo il mio ormai classico riposino ai giardini, visito la via dell’Asam Kirche che è purtroppo in restauro e visibile solo da fuori e il Virtualmarket con miriadi di negozi di prosciutti e wurstel di ogni tipo:c’è anche lo speck tirolese. Non è molto tardi, ma questa volta sono già in albergo. Domani mi aspettano le gallerie ed è meglio essere riposati. E siamo al 28. La colazione, con ottimo cappuccino italiano, è abbondante e così ne approfitto per fare scorta di calorie. Il tempo è abbastanza sereno e in metro vado in via Brenner. Un pezzo a piedi e sono davanti alla Alte Pinakotek, anche qui in anticipo.Prendo il biglietto cumulativo per tutte le 3 gallerie e dedico 4 ore proprio alla pittura antica godendomi i ben esposti capolavori. Degni di nota sopratttutto i tedeschi: qui opere capitali di Durer, ma anche di Burkmair, Altdorfer, Cranach e del più grande dei pittori tirolesi, Michael Pacher. Buona anche la rappresentanza di italiani e di fiamminghi:da non perdere una delle raccolte più folte di opere di Rubens, frutto dell’acquisto in blocco da parte del re bavarese dell’eredità del pittore.Il trionfo della carne!Pregio delle gallerie tedesche è che in ogni sala ci sono dei sedili: così le opere si possono godere con calma. Proseguo con la Neue, ma siccome ci sono fin troppe sale di pittori tedeschi ottocenteschi di scarso interesse, mi limito alla sezione impressionismo e post-impressionismo, cavandomela in una oretta. La Pinakotek der Moderne è la più nuova e merita anche per l’architettura dell’edificio.C’è una mostra interessante nella sezione disegno architettonico su uno dei precursori dello Jugenstill, Hermann Obrist e altri begli oggetti dello stesso stile sono visibili nella sezione sul design.Interssanti tra i dipinti Kandinsky e il Blaue Reiter, i pittori espressionisti della Brueke e pittori internazionali come Picasso, Miro, De Chirico ecc. Al termine trovo ancora la forza di andare in metro all’Isartor e dare una rapida occhiata al grande Museo Tedesco della scenza, il preferito di mio fratello, che non visito, ma che penso vada bene anche per chi ha figli. Poi faccio un giro nella zona Schwabig, zona giovane, piena di locali e con alcune case jugendstil (basta alzare gli occhi a caso nelle vie laterali). Mi imbatto anche nella stupefacente installazione dell’Uomo che cammina. Poi in centro per l’animata piazza in notturna e via a letto.
Il 29 è un giorno densissimo che ancora non so come ho fatto a fare tutto, ma è forse è merito del biglitto giornaliero! Al mattino mi visito in un paio d’ore l’interessantissimo Museo Nazionale Bavarese che in realtà comprende collezioni tra le più varie e che richiederebbero ognuna un giorno. Degna di nota la collezione di ceramiche e porcellane bavaresi, soprattutto quelle del Nimphenburg e e la sezione medievale e gotica, soprattutto per le sculture di Tilman Rimenschneider. Da menzionare infine la rinnovata sezione Art Noveau e Jugendstill. Visto che non è lontana proseguo verso il museo di Villa Stuck. E’ un museo casa d’artista, di proprietà della città di Monaco con un ingresso di soli 3 euro.Non è grande e si visita in poco tempo, ma ci sono ambienti singolari di gusto eclettico-simbolista-jugenstill. Da li arrivo a piedi a un quartiere residenziale carino per arrivare al mastodontico e in restauro Maximilianeum che fa da quinta a un’altra grande via che oltrepassa l’Isar e riporta verso la Residenz. Tornata in centro mi dico: devi andare a vedere il Giardino Inglese. Ma si, riprendo la metro ed entro nel parco dal lato dell’università. Fa caldo e mi rilasso guardando la gente e i numerosi ciclisti (e vero che la Germania è al top per l’uso della bici). Sembra di essere ad Hyde Park. Vedo alcuni dei padiglioni come il tempietto dorico e la pagoda cinese che è una birreria affollatissima: una sorpresa dietro l’altra. Non è ancora tardissimo. E se facessi un salto al parco olimpico? E sia!Non ci sto molto e il complesso è molto grande, ma è forse il giorno più caldo da quando sono in Germania per cui i parchi sono l’ideale. Gli edifici, Torre Olimpica compresa, sono notevoli, veramente all’avanguardia per il periodo e non posso fare a meno di fare qualche foto della copertura del palazzo del nuoto.Alla fine sono contenta di averci fatto un salto. Passo la serata nella zona più pittoresca e tradizionale del centro, quella della famosa birreria Hofbraun e mangio in un ristorante giapponese. A letto cado in un sonno immediato. Il 30 scartato il Nimphenburg (a Torino ci sono tanti edifici del ‘700 e poi si può tornare) decido di non mancare Dachau. Prendo un giornaliero di fascia suburbana e con la comoda s-bahn arrivo nella cittadina dove trovo subito l’autobus per il KZ. E’ pieno di gente, gruppi e singoli e basta seguire il flusso. Il paese ha anche un castello e la cosa che fa più impressione è il pensare che i locali non ne sapessero niente. Impensabile! L’ingresso e gratuito, c’è un audioguida per 2 euro (da prendere, c’è in italiano) e per quanto sia stato distrutto e ricostruito, il poco che resta è interessante. Il museo è ricco di foto e comunque è una visita da fare. Alle 15 ho terminato il giro e preso il bus, riprendo il treno, ma mi accorgo di una cosa. Di qui passa anche la s-bahn che va al lago di Starnberg! Evviva!La mia amica mi aveva riempito la testa del nome di questo lago e visto che una mezz’oretta di viaggio era sufficiente, era domenica, il giorno dopo sarei partita ed era bel tempo, era una gita assolutamente da fare. Scendo alla prima stazione e cambio treno arrivando comodamente alla cittadina che nomina il lago. La linea fa capolinea due fermate dopo, già a mezzo lago, ma scendo nella località più attrezzata. Il posto è bellissimo: ci sono imbarcaderi per crocere sul lago,affitto di barchette, locali di ogni genere, un parco, gente che pesca e tanti monacensi che hanno la fortuna di poter comodamente immergersi nella natura a pochi chilometri dalla città. E qui mi riprometto in futuro di visitare meglio la Baviera: è solo un assaggio. Approfitto della giornata ancora lunga per ritornare a Monaco verso le 20. E trascorro in Marienplatz la mia ultima serata tedesca.Il 31 ho scelto il volo alle 16,30 in modo da avere ancora mezza giornata a Monaco. Lascio il trolley in deposito presso la reception dell’hotel e per prima cosa decido di andare a vedere il sito dell’Oktobrfest: è uno spiazzo enorme con una enorme statua della Baviera che fotografo, abbastanza impressionante. E’ pieno di cantieri per la costruzione degli stand e quelli delle marche importanti sono in gran parte completati. Mi immagino il luogo pieno di folla e in parte rivaluto la festa. Però è stata una soddisfazzione esserci stata comunque!Dopo mi dedico a una passeggiata in alcune vie commerciali, compresa la Leopold Strasse con i suoi negozi di lusso e compro anche una guida fotografica come ricordo. Decido però di dedicare una visita veloce, almeno per vedere le statuette dei danzatori mori, al Museo della città di Monaco, museo abbastanza agile e diviso per grandi temi con oggetti alternati a foto e filmati. Una visita tutto sommato piacevole, che chiude il mio soggiorno monacense. Prendo al volo un panino con wurstel e una brioche e torno in hotel a recuperare il bagaglio.Il viaggio è come quello dell’andata e per le 19 o poco dopo sono a Caselle. Solito ritardo nella consegna delle valigie, ma arrivo sana e salva a casa poco dopo le 20. Sono soddisfatta di questa citta, crocevia tra nord e sud, ben organizzata, colta, ma forse più vivace di altre città tedesche, tradizionalista e anche un po’ inquietante per il ruolo che ha avuto nella genesi del Nazismo. Però mi sono trovata bene ed è un viaggio che merita. Mi restano le guide di tutti i musei che ho visitato (ho più speso quasi più per queste che per il cibo, ma non ne posso fare a meno) che ogni tanto mi vado a rivedere con piacere.