È il borgo dei coltelli, e la sua bellezza “tagliente” ti farà scoprire il lato più originale di questa piccola regione

Adriano Bocci, 14 Ago 2024
È il borgo dei coltelli, e la sua bellezza tagliente ti farà scoprire il lato più originale di questa piccola regione
Ascolta i podcast
 

Adagiato dolcemente sulle pendici dell’Appennino centrale, un po’ più a est di Isernia, si trova un borgo dalla bellezza tagliente che è un paradiso della natura. A quasi 900 metri s.l.m. tra il verde quasi incontaminato di verdi faggete, rigogliosi pascoli e luminose cave di pietra, si erge uno tra i Borghi più belli d’Italia (e di tutto il Molise, con Sepino, Fornelli e Oratino) dal fascino rurale e tagliente. Paesino meraviglioso incastonato sull’altopiano del Colle dell’Orso nel verde quasi incontaminato, ma accarezzato di sfuggita dalle pale del parco eolico ad ovest: oggi ci troviamo a Frosolone, vero scrigno di tradizioni, un paese di artigiani famoso per creare coltelli e forbici di pregevole fattura da generazioni, che eleva a pura arte la bellezza del mondo dei coltelli.

Una storia di artigiani

frosolone interno del paese del molise

Frosolone ha una lunga storia che risale a prima dell’epoca romana, quando era abitato da popolazioni sannitiche, testimoni i resti di mura megalitiche sulla montagna che lo sovrasta. Nel periodo romano si svilupparono le prime strutture stabili nella valle, tra abitati in pietra e un tempio pagano, mentre nel medioevo andò crescendo attorno a un castello con 3 torri. Le mura medievali avevano diverse porte che tutt’oggi sono ancora visibili (in parte). Problema fu che nel 1456 un terremoto causò gravi danni, ma Frosolone si riprese continuando a crescere. A fine Settecento era un importante centro religioso e soprattutto produttivo, ma con una popolazione in crescita e diverse chiese (ne parleremo più avanti). Un altro terremoto del 1805 segnò una grossa battuta d’arresto, richiedendo una ricostruzione e tenendo rilevante Frosolone fino all’Unità d’Italia.

Tra diciannovesimo e ventesimo secolo, però, subì le conseguenze dell’emigrazione ma è riuscito a tenere vivo la sua tradizione artigianale. Questo perché Frosolone è stato un centro di eccellenza per la produzione di ferri taglienti sin dal Regno di Napoli. L’industria della lavorazione dell’acciaio si sviluppò particolarmente sotto il regno di Carlo di Borbone, Re delle Due Sicilie, quando gli artigiani locali sono stati “incentivati” (capiamoci) a convertirsi alla coltelleria domestica, decorando artisticamente le loro lame. La tradizione della forgiatura a Frosolone ha radici ancora più antiche, risalenti forse al VI secolo con l’arrivo dei Longobardi, ma alla fine dell’Ottocento la manifattura locale impiegava centinaia di persone e contava numerose botteghe artigiane. Tutt’oggi Frosolone rimane un rinomato centro di produzione, con imprese importanti e tanti artigiani che continuano a innovare nel rispetto della tradizione, esportando i loro prodotti in tutto il mondo.

Cosa vedere a Frosolone

frosolone, scorci

Ricordando che siamo in uno dei Borghi più belli d’Italia, Frosolone presenta certi punti davvero caratteristici di tutta la zona. Tra stradelle piene di ciottoli e selci (e scale e portali in pietra), unito a un’atmosfera senza tempo, è un borgo molisano sì di artigianato, ma pure di architettura storica e paesaggi verdi da vedere. Vedere Frosolone equivale a visitare l’attuale mezzo fra passato e presente, celebrato a livello locale con metodi antichi e nuovi. Ecco cosa vedere a Frosolone, ma a proposito di metodi antichi e nuovi, cominciamo con il Museo dei Ferri Taglienti.

Museo dei Ferri Taglienti

Il Museo dei Ferri Taglienti di Frosolone è un’istituzione nel centro storico che si dedica a celebrare la lunga tradizione della lavorazione delle lame, tradizione che ha reso questo borgo famoso in tutta Italia. Inaugurato nel ’97 e rinnovato nel 2005, il museo espone una vastissima collezione di utensili da taglio tra coltelli, forbici e lame militari. Oltre 400 pezzi che provengono sia da collezioni locali che da varie sovrintendenze italiane.

Il museo non solo racconta la storia di questi strumenti, ma mostra soprattutto l’artigianalità dei processi di lavorazione, attraverso due botteghe ricostruite: una con strumenti d’epoca che risalgono a fine Ottocento e l’altra che illustra nei dettagli le tecniche di produzione più moderne. Ciò a beneficio del comprendere l’evoluzione, e l’arte, della produzione artigianale e industriale delle lame di Frosolone. Nasce anche dal desiderio della comunità di frosolonesi (così si chiamano i abitanti di Frosolone) di preservare e valorizzare le proprie tradizioni, che continuano a vivere bene grazie a numerosi artigiani che, a ferro e fuoco, lavorano ancora oggi nel borgo.

Centro storico, palazzi e chiese

Il centro storico di Frosolone, dove sta il museo, è un labirinto di stradine medievali dove il tempo pare essersi fermato, ma la popolazione decisamente no. Vivo e vibrante, passeggiando per le sue vie puoi ammirare (con sua insistenza, anche) palazzi antichi come il Palazzo Baronale della famiglia Zampini, col suo loggiato cinquecentesco. Verso largo Vittoria invece c’è una croce viaria di pietra, originariamente del 1660 e poi restaurata nel 1825 che ha due leoni stilofori romanici. Le chiese del borgo, come la Chiesa di Santa Maria Assunta e la Chiesa di San Pietro, ti porgono uno spaccato della vita religiosa e architettonica del Molise con i loro interni ricchi di affreschi e sculture che narrano secoli di devozione e arte​.

La Chiesa di Santa Maria Assunta è del tredicesimo secolo, ma restaurata diverse volte causa terremoti del 1456 e del 1805, a croce latina,  tre navate e una facciata barocca con un grosso campanile sulla piazza, due orologi frontali e tele a olio di Giacinto Diana (apprendista di Duprè, tra 700 e 800). Era il centro del vecchio borgo, e lì davanti c’è il Museo del Costume. La Chiesa di San Pietro invece era parte del convento di Santa Chiara, ma venne distrutta col terremoto del 1805, e dell’originale sopravvivono ancora pochi pezzi come una statua lignea dell’Immacolata, scolpita nel 1750, il gruppo scultoreo della Sacra Famiglia e il Sacro Cuore di Gesù, entrambe da Duprè e dalla sua famiglia.

Palazzo Ruberto-Vago

Il Palazzo Ruberto-Vago è un edificio storico che sta a Corso Vittorio Emanuele di Frosolone, ma privato. Un imponente palazzo che catapulta in un’epoca di meraviglia e settecentesca (come attesta un atto notarile dell’epoca) con un ampio salone di rappresentanza e stemmi araldici, ma anche biblioteche affrescate. Nella parte dell’ingresso a sud del paese, con l’accesso di Porta San Pietro.

Fontana dell’Immacolata

La Fontana dell’Immacolata di Frosolone è una meraviglia che risale a fine del XIX secolo. La Fontana dell’Immacolata si conosce anche come Fonte Grossa ed è allocata all’ingresso di Frosolone, piazza Alessandro Volta, coi mascheroni a testa di leone e proprio nell’area vicina al circuito delle antiche mura medievali che un tempo proteggevano Frosolone. Una fontana in pietra calcarea lavorata con una struttura a forma di C con archi a tutto sesto, dove sono tutt’ora visibili le vasche usate per lavare. Al centro c’è la fontana decorata coi cannelli di acqua (potabile), dominata da una statua della Madonna.

Coltelleria Artigianale di Rocco Petrunti

La Coltelleria Artigianale di Rocco Petrunti è tra gli esempi più illustri dell’arte della coltelleria di Frosolone, che come sapete, è nota proprio per la tradizione nel creare coltelli e forbici. Rocco Petrunti è un mastro coltellinaio che abbraccia tradizione e innovazione creando pezzi unici, apprezzati anche fuori dal Bel Paese. La sua bottega è proprio un laboratorio dove si può assistere alla creazione dei coltelli, perché i coltelli di Rocco sono fatti a mano con cura per i dettagli semplicemente maniacale. Maniacale anche nella scelta dei materiali, dall’acciaio migliore a impugnature in corno o legno pregiato. Coltelli da cucina, coltelli da collezione, non importa: coltelli funzionali, durevoli, esteticamente meravigliosi. Qui, un po’ con l’amore del museo, si possono vedere le varie fasi della lavorazione del metallo (anche se, a differenza del museo, live) e la filosofia che guida Rocco Petrunti. Un’esperienza nella tradizione artigianale di Frosolone.

Le cascate Zumpatur

Le cascate di Frosolone che in zona si chiamano Zumpatur sono parte di un itinerario che permette di esplorare le montagne circostanti, piene di boschi e pascoli, ottimo per chi ama trekking ed escursioni. Di sicuro non fra le cascate più conosciute d’Italia, ma questa segretezza le rende più piacevoli da scoprire e riscoprire: bellissime in ogni stagione, seppur di più in primavera. Un distacco molto deciso dal quotidiano di Frosolone, con una bellezza quasi primordiale. Problema è proprio questo: la segnaletica potrebbe non essere presente, quindi chiedete bene in loco.

Come arrivare a Frosolone

Un borgo molisano che è ben collegato alle principali città, Frosolone sta nell’Appennino centrale.

Per chi viaggia in auto, a Frosolone si accede con le principali arterie stradali. Da Roma e dal Nord Italia si può usare l’autostrada A1 (Milano-Napoli) con uscita a Caianello per andare verso Isernia sulla SS85 è la strada migliore. Poi si continua sulla SS17 verso Campobasso e poi la SP 74.

Per chi viene dalla costa dell’Adriatico c’è la autostrada A14 con uscita a Montenero di Bisaccia – Vasto Sud – San Salvo. Qui si continua sulla SS650 verso Isernia e poi per Frosolone. Se vieni da Bari puoi usare l’A14 verso nord, uscire a Termoli e continuare sulla SS647 Bifernina fino a Campobasso.

In treno, la stazione più vicina è quella di Isernia, che dista circa 30 chilometri da Frosolone. Da qui, è possibile prendere un autobus o noleggiare un’auto per raggiungere il borgo. Per chi viaggia in aereo, gli aeroporti più vicini sono Napoli-Capodichino e Pescara, rispettivamente a circa 130 e 150 chilometri da Frosolone. Entrambi gli aeroporti offrono servizi di noleggio auto e collegamenti con i trasporti pubblici per proseguire il viaggio.

Infine, esistono servizi di autobus che collegano Frosolone a diverse città del Molise e delle regioni vicine, in particolare Isernia e Campobasso, garantendo un collegamento regolare al borgo.



Leggi ancheLeggi gli altri diari di viaggio