Ai piedi delle Dolomiti c’è un enorme tempio che sembra voler imitare il Pantheon

Grande opera di Canova, il Tempio di Possagno richiama le fasi essenziali della storia
Claudia Giammatteo, 25 Mar 2024
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Impossibile non notarlo già da lontano: il Tempio Canoviano si erge su un’altura soleggiata, ai piedi delle Dolomiti, precisamente del Col Draga nella valle di san Rocco, a Possagno. Dedicato alla Trinità, il tempio di Canova richiama le tre fasi essenziali della storia: la civiltà greca, con il frontone ispirato al Partenone, la cultura romana col corpo centrale ispirato al Pantheon, e la grandezza cristiana con l’abside.

Vero e proprio scrigno di opere d’arte e una grandiosa costruzione neoclassica del maestro Antonio Canova, il quale amava tornare spesso qui dove si trova, a Possagno, la sua città d’origine.

La storia del Tempio Canoviano

Il primo disegno che lo riguarda risale al 1804, che il maestro consegna al cugino Giovanni Zardo di Crespano e che, in origine doveva essere quello del nuovo Santuario della Madonna del Covolo. Canova, infatti, aveva intenzione di restaurare o rifare la chiesa di Possagno del 1100 circa, idea che viene accolta con entusiasmo dal parroco Andrea Bellis che condivide l’idea di demolire la vecchia parrocchiale e raccoglie l’adesione di tutti i capifamiglia per contribuire ai lavori e fornire materiali. I disegni preparatori di Canova sono pronti nel 1812 e vengono sottoposti all’esame dei colleghi dell’Accademia di San Luca a Roma e dell’architetto G. Antonio Selva a Venezia, grande amico di Canova.

Canova però manifesta la volontà di costruire a proprie spese un nuovo edificio per l culto, perché ogni spesa per la riparazione della fatiscente chiesa parrocchiale del paese sarebbe stata inutile.

Il Tempio viene allora progettato da Canova, disegnato da Pietro Bosio e, nel 1819 e per costruirlo vengono mobilitati anche gli operai di Castelluccio, Cavaso e Fietta. L’11 luglio dello stesso anno viene posata la prima pietra e per l’occasione Canova veste l’alta uniforme di Cavaliere dell’Ordine di Cristo, onorificenza di cui l’aveva insignito il papa Pio VII. La costruzione verrà portata a termine con indiscussa maestria e soluzioni tecnico-architettoniche geniali, così com’è possibile capire ammirando il Tempio.

Nel 1822 Canova muore a Venezia e, in attesa delle definitiva sistemazione nel Tempio, la salma viene deposta nella vecchia chiesa di Possagno. La costruzione continua non senza difficoltà e si conclude diversi anni dopo, nel 1857, in occasione del centenario della nascita di Antonio Canova, quando il mons. Sartori istituisce anche il Collegio Canova, scuola per i giovani del territorio.

Cosa vedere all’interno del Tempio del maestro Canova e della Gypsotheca

L’interno del Tempio è ricchissimo di opere, tra le quali spiccano la pala d’altare e la scultura della Pietà, opera incompiuta che l’artista ha realizzato in gesso senza riuscire a completare la trasposizione in marmo prima della morte. 

A Possagno, vicino ala casa di Canova si trova anche la Gypsotheca che possiamo definire come un vero e proprio museo canoviano: infatti, dopo la sua morte, il fratello Giovanni Battista Sartori decise di spostare a Possagno tutte le opere che erano rimaste nello studio dove l’artista lavorava a Roma. La Sala Ottocentesca raccoglie moltissimi dei modelli più belli e famosi di tutta la produzione canoviana, mentre nell’Ala Scarpa sono esposti i bozzetti canoviani in terracotta, opere “prime” tra le più apprezzate dalla critica e dal pubblico.

È possibile trovare tutte le informazioni per effettuare le visite gratuite al tempio sul sito ufficiale.



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