Grotte, gravine e scogliere: ecco la Puglia ‘avventurosa’ da scoprire tutto l’anno

Redazione TPC, 18 Apr 2023
grotte, gravine e scogliere: ecco la puglia ‘avventurosa’ da scoprire tutto l’anno
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La Puglia può contare su una straordinaria diversità ambientale, che in questa regione si caratterizza nella molteplicità delle forme intorno alle quali sono state costruite città, borghi e luoghi di socialità di una delle più belle terre del Mezzogiorno d’Italia. Se si sente parlare di gravine, ad esempio, il pensiero non può che andare alla terra pugliese, dove questo particolare fenomeno carsico – che si distingue dal canyon per la prevalenza delle rocce di calcare – è presente estesamente su un territorio che accomuna Castellaneta, Laterza, Gravina in Puglia e si estende fino alla confinante Matera.

E citando Castellaneta, viene in mente un comune quasi omonimo, Castellana, dove invece a farla da padrone è un sistema di grotte che è tra i più imponenti d’Italia. Scoperte a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo da Vincenzo Longo, furono però rese visitabili dai turisti in condizioni di sicurezza e senza particolari competenze speleologiche solo nel corso del Novecento. È in quel periodo, infatti, che si sviluppò il percorso attualmente percorribile, lungo 3348 metri e che scende fino a una profondità di 122 metri. Rifugio irrinunciabile per i pipistrelli, queste grotte hanno visto succedersi negli anni 15 milioni di visitatori, tra cui anche grandi celebrità dello spettacolo e personaggi che, a vario titolo, hanno rappresentato la summa della società italiana.

Quelle di Castellana sono grotte che rincuorano lo spirito e che, grazie a una mite temperatura annua di 16 °C, ben si prestano ad essere esplorate indipendentemente dalla stagione in cui ci si trova. D’estate sono il rifugio dalla calura, e vista la vicinanza a Polignano a Mare rappresentano un gateway perfetto per vivere le proposte turistiche dell’entroterra. In inverno, ma in generale tutto l’anno, possono essere unite all’esplorazione di Alberobello e Cisternino, rispettivamente la città dei trulli e la perla bianca della Valle d’Itria.

Rotolando verso sud, il nostro viaggio naturalistico nella Puglia fa tappa dapprima sulla spiaggia adriatica della provincia di Lecce, fermandosi a Roca Vecchia. È qui, infatti, che la natura ha messo a disposizione di locali e visitatori una vera e propria piscina naturale, la Grotta della Poesia. A soli 20 km da Melendugno, quella che il National Geographic ha definito come uno dei siti naturali più belli al mondo era sin dall’antichità un sito di rilievo per i Messapi, che vi costruirono il santuario al dio della Salvezza, Taotor. La poesia, però, qui è solo delle acque smeraldine: il nome deriva infatti da posìa, acqua dolce, una terminologia greca rimasta immutata dai tempi della dominazione ellenica sul Sud Italia. Come godersi un bagno qui? O tuffandosi dalle scogliere circostanti – con un pizzico di adrenalina – oppure percorrere a nuoto il breve tunnel naturale che la unisce al mare. A voi la scelta!

Dalla poesia a… Marte. Avvicinandosi a Otranto, la porta d’Oriente e città più a est d’Italia, incontriamo un luogo che unisce un passato industriale ormai dimenticato alla capacità della natura di riappropriarsi dei suoi luoghi. È la Cava di Bauxite, a pochi chilometri dalla città, un luogo dal fascino immutabile che coniuga il verde intenso della macchia mediterranea all’azzurro del mare, fino al rosso scuro della terra e della roccia dove veniva ricavato questo minerale, fondamentale nel processo produttivo dell’alluminio. In una giornata di sole estiva, la cava regala – oltre a una inconfondibile tinta rossa che macchierà in modo permanente l’abbigliamento più chiaro – un paesaggio marziano, con la successione armonica delle sfumature del suo laghetto, mentre un vento costante spettina i capelli e rafforza la convinzione di trovarsi in un paradiso fuggito dalle logiche dell’industria e restituito al pieno godimento dell’uomo. Il silenzio che caratterizza questo luogo, scandito solo dal soffiare della brezza o dalla sparuta presenza di pastori con i loro greggi, è la cifra media di una regione popolosa, caotica nella sua accoglienza e allegria, ma capace allo stesso modo di regalare una intimità preziosa e rigenerante per lo spirito.

Chi scende in Salento lo fa per il mare, la straordinaria accoglienza, ma allo stesso tempo non può esimersi dal richiamo sfizioso delle sue ricette tradizionali, specialità che coniugano sapientemente ingredienti di mare e di terra, in una terra dove il dialogo costante tra queste realtà è funzionale anche allo sviluppo di una cultura enogastronomica di ampio pregio. È il caso della scapece gallipolina, preparazione a base di pesce marinato in pangrattato, aceto e spezie e fritto per creare questa ricetta che pare fosse amatissima già da Federico II di Svevia. Fave e cicorie sono tipiche di gran parte della Puglia, un piatto apparentemente povero negli ingredienti ma ricco nel sapore, frutto di una rivalutazione della storia contadina. Semplice come la frisa, questo pane molto croccante e tondeggiante da coprire con olio, sale e pomodori e gustoso come il pasticciotto, che è originario di Galatina ma oggi associato prevalentemente alla città di Lecce. Insomma, dopo un viaggio di esplorazione tra grotte, gravine e scogliere, le tavole della Puglia daranno ampia soddisfazione al vostro appetito.



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