Otto giorni in Molise
Pertanto ai primi di ottobre io e mia moglie siamo partiti (in auto, proprio per evitare spostamenti con mezzi pubblici) per una breve vacanza di 8 giorni proprio in Molise; non ce ne siamo pentiti, abbiamo trovato una regione ricca di monumenti (chiese romaniche, siti archeologici, castelli, ecc.), che, anche se non eclatanti, sono stati di indubbio interesse.
E’ stato rilevante anche l’aspetto naturalistico (una giornata l’abbiamo dedicata alle splendide isole Tremiti, visitate in una bella giornata di sole quasi estiva), quello gastronomico e, non ultima, la socialità delle persone, in molti paesi venivamo salutati quasi fossimo stati conoscenti o amici.
In definitiva è stato un bilancio positivo, di seguito trovate il resoconto del viaggio, giorno per giorno.
Primo giorno, venerdì 2 ottobre
Partiamo da Genova con prima destinazione Cassino per visitare l’abbazia (tel. 0776 311529 x info e prenotazioni) che, pur essendo stata ricostruita dopo essere stata rasa al suolo nella seconda guerra mondiale, conserva intatta la sua imponenza, poi proseguiamo x Venafro dove pernottiamo.
Secondo giorno, sabato 3 ottobre
In mattinata visitiamo Venafro, in particolare il Museo archeologico (8.15-19.30) e il Museo Nazionale di Castel Pandone (9-13), interessante per gli affreschi dei cavalli che Enrico Pandone, appassionato di cavalli, fece ritrarre a grandezza naturale sulle pareti del castello fra il 1521 ed il 1527.
In tarda mattinata lasciamo Venafro, volevamo visitare il ben conservato castello Pignatelli a Monteroduni ma al riferimento che avevamo non ci ha mai risposto nessuno, neppure agli sms lasciati in segreteria.
Avendo più tempo potevamo anche fare una deviazione a Scapoli per vedere il museo delle zampogne, invece siamo andati direttamente a visitare l’Abbazia di San Vincenzo al Volturno (10-18); purtroppo, di questo complesso benedettino che era il più vasto dell’alto medioevo, oggi non restano che ruderi.
Qui, nella cripta di Epifanio, sono stati rinvenuti affreschi risalenti al IX secolo, che è possibile ammirare in piccolissimi gruppi e per non più di qualche minuto, sia per preservarli che per gli spazi angusti: peccato che le visite seguano orari molto più ridotti rispetto a quelli del sito che è anche molto poco curato (cartelloni sbiaditi, erba da tagliare, ecc.).
Noi siamo andati al pomeriggio e la cripta era chiusa, assicuratevi che sia aperta perché il resto, trattandosi di ruderi, a mio parere non merita la visita.
A poche centinaia di metri dal Parco archeologico, sull’altra sponda del Volturno, si trova la chiesa attuale, che abbiamo visitato prima del sito archeologico; siamo anche andati a vedere la sorgente del Volturno che si trova ad un paio di Km. dal sito.
A Cerro al Volturno, su uno sperone roccioso, si può ammirare il castello Pandone (non è visitabile); eretto intorno al X secolo, ha subito vari ampliamenti tra i quali, nel 1500, quello dei Conti Pandone, che lo adattarono a residenza signorile.
E’ stato ristrutturato anche di recente ed è attualmente di proprietà della famiglia Lombardi.
Concludiamo la giornata andando a visitare l’area archeologica di Pietrabbondante (da mercoledì a domenica 10:15 – 17:15 tel. 0865 76129) che si trova in località Calcatello, appena fuori dal centro abitato.
Tale area, a circa 1000 mt. in una splendida posizione sulla valle del Trigno, è forse la più importante testimonianza della civiltà sannita e risale al periodo tra la metà del II sec. a.C. e gli inizi del I sec. a.C.
I primi scavi furono intrapresi con i Borbone nel 1840 e portarono alla luce il Tempio piccolo e il Teatro, quelli del 1959 hanno scoperto il tempio grande.
Il Tempio piccolo risale alla prima metà del II sec. a.C., il Teatro e il Tempio grande si collocano invece tra la fine del II e gli inizi del I sec. a.C.
Molto interessante è il Teatro, le prime 3 file in basso, destinate ai personaggi più importanti, hanno i sedili in pietra con gli schienali anatomici, ancora adesso vi si svolgono spettacoli!
Una decina di Km. prima di Pietrabbondante, vicino a Carovilli, si trova l’area archeologica di Monte Ferrante (il sentiero inizia dalla chiesetta di S. Domenico, il percorso richiede circa 1 h., ci sono da vedere il tempietto italico del II sec. a.C con successive stratificazioni medievali e alcune fortificazioni) ma non l’abbiamo visitata per mancanza di tempo, quindi puntiamo su Isernia ma lì non troviamo da dormire, pernottiamo allora nel vicino paese di Pescolanciano.
Terzo giorno, domenica 4 ottobre
Visitiamo Pescolanciano col castello dei Baroni d’Alessandro (XII sec.) che sorge sullo sperone di roccia che domina il paese; ha forma esagonale e l’unico ingresso ancora oggi esistente è costituito dalla guardiola, al di sopra della quale c’è un balcone con 5 pannelli in pietra scolpita.
La proprietà del Castello è frazionata tra la famiglia D’Alessandro e la Provincia di Isernia.
Poi andiamo ad Agnone (degno di nota il caciocavallo che acquistiamo al caseificio Antenucci), paese famoso per la produzione di campane e per l’artigianato in rame e ferro battuto.
Posteggiata l’auto vicino al centro storico, ci addentriamo all’interno del paese dove ci sono ben 14 chiese, alcune abbastanza belle, ad es. quella di S. Emidio con un bellissimo portale.
Poi visitiamo l’”Antica Fonderia Marinelli”, una delle fabbriche di campane più antiche del mondo, visitata anche da Papa Giovanni Paolo II; vi sono state fuse campane per avvenimenti molto importanti ad esempio per commemorare il centenario dell’apparizione della Madonna di Lourdes, per il Concilio Vaticano II, per lo storico incontro di Papa Giovanni Paolo II con Gorbacíov e per il Giubileo del 2000.
La visita, molto interessante, va prenotata prima, il numero telefonico si trova sul sito internet dell’azienda.
Una curiosità, a Staffoli, una frazione di Agnone, è stata ricostruita una sorta di piccolo Far West con un saloon, bestiame, spazi per feste in stile country e recinto per rodei.
Nei dintorni ci sarebbero da visitare Capracotta (paese sede di ottimi caseifici circondato da boschi che, con i suoi 1420 mt., è il comune più alto dell’Appennino; a meno di 1 km. dal centro abitato e a 1550 mt. si trova il Giardino della Flora Appenninica) e Pescopennataro (1275 mt.) ma rinunciamo per mancanza di tempo.
Nel primo pomeriggio visitiamo Pesche, bel paesino abbarbicato ad una collina, e poi Isernia.
Qui visitiamo prima il Museo Nazionale del Paleolitico (orari 8.15-19.15 lun. chiuso) che si trova un pò defilato in località La Pineta, poi, sempre fuori città, andiamo a vedere il Santuario dei Santi Cosma e Damiano che troviamo chiuso; a fianco però c’è la sacrestia col citofono, suoniamo e una persona molto gentile ci apre la chiesa, così ne possiamo ammirare il bel soffitto a cassettoni in legno e alcuni affreschi.
Infine puntiamo al centro della città, lasciamo l’auto nella piazza vicino alla cattedrale e, a piedi, iniziamo un percorso che ci porta a visitare il centro storico, la Cattedrale e la Fontana Fraterna (in stile romanico).
Terminata la visita di Isernia rientriamo a Pescolanciano dove pernottiamo anche questa notte.
Quarto giorno, lunedì 5 ottobre
Si parte alla volta di Carpinone, col castello Caldora, edificato nell’anno mille, fu uno dei più importanti baluardi guelfi molisani, purtroppo è molto malandato ed è privato, non visitabile; a Carpinone andiamo a vedere una cascata (A/R circa 50 min.) ma non ne valeva la pena, è solo un salto d’acqua di pochi metri.
Poi ritorniamo indietro per prendere la statale che collega Isernia a Vasto arrivando, con una deviazione, a Bagnoli del Trigno, dove volevamo visitare i resti del castello San Felice: per la visita avevamo trovato in internet il riferimento di Emanuele, gli abbiamo lasciato un messaggio in segreteria ma non ci ha risposto.
Però sulla piazza principale troviamo una ragazza, guida locale volontaria, che ci porta alla chiesa di S. Silvestro con portale romanico-gotico e ci spiega un sacco di cose, veramente brava!
Terminata la visita la ringraziamo e raggiungiamo Pietracupa per visitare la chiesa rupestre e una chiesa con cripta scavata nella roccia ma, a causa della caduta di alcuni massi, le chiese non sono accessibili.
Successivamente ritorniamo verso il fiume Trigno e svoltiamo a sinistra verso Schiavi di Abruzzo, un pò prima visitiamo il Tempio italico (ingresso libero), poi ritorniamo sulla statale e poco dopo deviamo a destra per visitare la cittadina medievale di Trivento (roccaforte sannitica ed ex sede vescovile, da vedere la cattedrale con la cripta di S. Casto, da non perdere, e il centro storico).
La visita purtroppo è stata molto deludente, la cripta, il museo diocesano ed il castello erano chiusi e, quel che è peggio, senza indicazioni di orari di visita o riferimenti da contattare!!
Riprendiamo la statale sino alla chiesa di Santa Maria di Canneto, ormai in provincia di Campobasso: è la chiesa, che risale all’XI-XII secolo, di un complesso abbaziale benedettino ormai scomparso; è immersa in un bel giardino ed è un piccolo capolavoro di arte proto-romanica: gli altorilievi dell’ambone all’interno e della lunetta all’esterno sono un tipico esempio di scultura di quel periodo.
Accanto alla chiesa, scavi archeologici hanno portato alla luce i resti di una villa rustica romana che però si poteva vedere solo dal perimetro esterno.
Proseguiamo per Montefalcone del Sannio (mura ciclopiche), Montecilfone (colonia albanese) e Guglionesi dove facciamo una sosta per visitare la chiesa romanica di S. Nicola, la collegiata di S. Maria Maggiore (barocca ma con la cripta medievale di S. Adamo, purtroppo anche quest’ultima chiusa e senza riferimenti) e la chiesa di S. Antonio con interno barocco ed esterno romanico; passando poi per S. Giacomo degli Schiavoni, così chiamato perchè nel ‘500 fu popolato da una colonia di slavi (detti “Schiavoni”) provenienti dalla Dalmazia e fuggiti dai turchi; raggiungiamo infine Termoli dove pernottiamo.
Quinto giorno, martedì 6 ottobre Isole Tremiti
Partiamo dal porto di Termoli alle 9 con la Tirrenia, poco prima delle 10.30 sbarchiamo a S. Nicola e ci
accordiamo per un giro in barca che parte alle 12 e che comprende il tour delle isole di circa 1 h, lo sbarco all’isola di S. Domino (la più grande dell’arcipelago) e, alle 16, il rientro a S. Nicola in tempo per il traghetto.
Visitiamo quindi l’isola di S. Nicola, con il castello e la bella chiesa di S. Maria; ritornati al molo ci imbarchiamo sulla barca con la quale ammiriamo lo Scoglio dell’Elefante, le varie grotte e la bella villa di Lucio Dalla, poi sbarchiamo a S. Domino dove, a piedi, facciamo un bel giro sino al piccolo paese.
Alle 16 al molo prendiamo la barca per S. Nicola da cui, col traghetto, raggiungiamo Termoli dove pernottiamo nella stessa pensione della sera prima.
Sesto giorno, mercoledì 7 ottobre
Alla mattina visitiamo Termoli (1h. è sufficiente), con due spiagge sabbiose, una a nord della città, lungo il Lungomare Cristoforo Colombo, l’altra a sud, vicina al porto, in zona Rio Vivo.
Il centro storico è ben tenuto, si protende verso il mare ed è circondato da una cinta muraria del XII secolo a picco sul mare; transitando davanti all’imponente Castello Svevo, risalente all’epoca di Federico II di Svevia, si arriva alla Porta d’ingresso del centro storico accanto alla Torretta del Belvedere, da qui ci si addentra in un dedalo di vicoletti di pietra su cui affacciano le casette dei pescatori, tanti negozietti e ristoranti.
In Piazza Duomo visitiamo la bella Cattedrale, in stile romanico-pugliese del XII sec. poi arriviamo alla parte delle mura che danno sul mare, con vista dall’alto sul porto, sul trabucco e sul Lungomare Colombo.
Alle 10 partiamo, con prima tappa Larino, a 25 Km. da Termoli; per primo visitiamo l’anfiteatro romano (III–II secolo a.C., orario 9-13, via D. Alighieri, lunedì e martedì è chiuso).
Finanziato dal senatore larinese Quinto Capito, si trova nella zona di Piana San Leonardo, cuore dell’antica Larinium, a differenza del Colosseo e dell’arena di Verona, non ha una struttura ad arcate.
E’ ellittico, con 4 porte principali, poste alle estremità dei 2 assi; la principale o “Porta dei Gladiatori” era quella a nord, vi passava il corteo prima dei giochi e vi uscivano i gladiatori vincenti.
E’ ancora ben conservato il primo settore della platea, 3 gradinate in pietra riservate all’aristocrazia.
Nell’arena c’è una fossa quadrata, dov’era il montacarichi x il sollevamento degli scenari dei giochi e delle gabbie con gli animali (sul suo fondo sono stati trovati i contrappesi che servivano al suo funzionamento).
Poi visitiamo la Cattedrale romanico-gotica di San Pardo (bellissimo il portale) e il Palazzo Ducale (realizzato dai normanni tra il 1100 e il 1200) di forma quadrata, una scalinata in pietra conduce ad un bel cortile col porticato che sorregge le logge soprastanti.
Qui, nelle sale del museo civico (chiusura ore 14) ammiriamo tre bei mosaici romani, quello della Lupa, quello del Leone e quello degli Uccelli (risalgono al periodo tra il II e il III sec. d.C.)
Puntiamo poi su Casacalenda (15 Km da Larino) dove andiamo a vedere la Chiesa di Santa Maria Maggiore di origine romanica, il Palazzo dei duchi di Sangro e la Torre, che si innalza sul paese: lì vicino notiamo un vecchio cartello turistico che indica i ruderi del borgo di Gerione, prendiamo l’auto e decidiamo di visitare il sito, lungo la strada troviamo ancora un paio di segnalazioni sbiadite (però senza alcuna indicazione chilometrica), nel frattempo la strada diventa bianca, poi si restringe e diventa molto più accidentata, allora decidiamo di tornare indietro, peccato, forse il comune di Casacalenda dovrebbe valorizzare di più questo sito, mettendo qualche cartello nuovo, magari anche con indicazioni chilometriche!
Da Casacalenda ritorniamo verso la statale per vedere il lago di Guardalfiera e il paese omonimo (chiesa di S. Maria Assunta, cripta medievale chiusa ma con i riferimenti per vederla), poi proseguiamo per Petrella Tifernina (merita la visita la chiesa romanica di S. Giorgio Martire); infine andiamo al santuario di S. Maria della Strada distante circa 8 km dal capoluogo; la chiesa, consacrata nel 1148 ma, sembra, già esistente nel 1036, è uno splendido esempio di architettura romanica, molto bella la sua facciata e il rosone.
Infine raggiungiamo Campobasso dove pernottiamo.
Settimo giorno, giovedì 8 ottobre
Breve visita di Campobasso, partiamo dal nostro B&B in corso V. Emanuele e, passando per piazza della Prefettura (ci sono il Palazzo della Prefettura e la Cattedrale della SS Trinità edificata nel 1506 in stile neoclassico col pronao e il frontone triangolare tipico dei templi greci), imbocchiamo via Cannavina e arriviamo in Largo San Leonardo, sul quale affaccia l’omonima Chiesa in stile romanico gotico.
Da qui iniziamo la salita che porta al Castello Monforte, lungo il cammino incontriamo le belle chiese romaniche di San Bartolomeo e di San Giorgio; infine arriviamo al Castello Monforte, con una grande torre rettangolare che ospita una stazione meteorologica dell’aeronautica militare.
L’interno del castello è scarno ma la vista sulle montagne dell’Alto Molise e dell’Abruzzo è molto bella, su una collina si vede il paesino di Ferrazzano: il nonno paterno di Robert De Niro era originario di quel paese.
Di fronte al Castello Monforte si trova la Chiesa della Madonna del Monte che visitiamo, poi rientriamo nel B&B a prendere i bagagli e in tarda mattinata lasciamo Campobasso dirigendoci a Gambatesa (30 Km. da Campobasso) per visitare l’omonimo castello (appartenuto prima a Riccardo di Gambatesa e poi ai Conti di Capua, che lo trasformarono in una dimora signorile), noto x un pregevole ciclo di affreschi cinquecenteschi di Donato da Copertino rappresentante paesaggi, pergolati, tendaggi, scene mitologiche ed allegoriche.
N.B. Per la visita chiamare il numero 0874 719261, il castello è aperto dalle 8.15 alle 13.45.
Gli affreschi sono molto interessanti, inoltre in ogni sala sono presenti degli esaurienti pannelli che illustrano ogni singolo affresco; il tutto è anche ben tenuto, complimenti alla Sovrintendenza ai beni culturali che ne detiene la proprietà; dal castello c’è anche un bel panorama sulla valle sottostante col lago di Occhito.
Proseguiamo per Riccia dove visitiamo le chiese di S. Maria Assunta (con un portale romanico e una cappella con archi gotici all’interno) e di S. Maria delle Grazie con le tombe della famiglia De Capua, infine andiamo a Jelsi per visitare la Cripta della cappella della SS. Annunziata con affreschi medievali. Interessante la sua scoperta, avvenuta per caso scavando una buca nel pavimento della cappella.
N.B. la visita, guidata, va prenotata con anticipo telefonando al Comune di Jelsi al 0874 710134.
L’ultima tappa della giornata, a sud-ovest, è Sepino (a circa 30 km. da Gambatesa) dove visitiamo il parco archeologico di Altilia (l’antica città di Saepinum edificata dai Sanniti ma poi ingrandita ed abbellita in epoca romana).
Il piccolo museo (a pagamento) situato nell’area chiude alle 18, l’area archeologica è invece sempre aperta ed è gratuita.
Saepinum rispecchia le regole urbanistiche romane, con un decumano e un cardo massimo che si incrociano al centro della città e una cinta muraria con 4 porte (una in particolare è ben conservata) e diverse torri di guardia; al suo interno si possono vedere i resti del Foro, della Basilica, delle Terme e del Mercato oltre a resti di edifici privati.
Degno di nota e ben conservato il Teatro semicircolare con una capienza sino a 3000 spettatori.
Usciti dal sito ci dirigiamo verso il Matese e pernottiamo a Guardiaregia.
Ottavo giorno, venerdì 9 ottobre
Oggi è l’ultima giornata del nostro viaggio molisano, attraversiamo i monti del Matese e prendiamo l’autostrada Napoli – Roma per rientrare a casa, a Genova, in tardo pomeriggio.
N.B. Per ulteriori informazioni potete scrivermi al mio indirizzo E-mail francogigante1953@gmail.com