Napule è 2
Lasciate le valigie, ci dirigiamo senza indugio alla vicina Via Spaccanapoli, definita così dal fatto che divide nettamente la città tra il nord e il sud seguendo l’antico tracciato del decumano inferiore (il più vicino al mare) del sistema di decumani e cardini, vie che si incrociano perpendicolarmente, del tracciato greco-romano. Ci immergiamo subito nell’atmosfera festosa, chiassosa, genuina del centro storico, che è particolarmente frequentato durante il periodo natalizio in quanto in via San Gregorio Armeno, traversa di Spaccanapoli, si trovano le botteghe degli artigiani che costruiscono le statuine dei personaggi presepiali, casette di sughero, grotte, mulini, cascate, i pregiati pastori di terracotta napoletani e tutti gli accessori necessari per la preparazione del presepio. (Anche Luca Cupiello, protagonista della commedia Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo, si reca qui per l’acquisto delle statuine dei Re Magi!) A Spaccanapoli oltre a negozi che vendono gli oggetti più svariati, troviamo l’ospedale delle bambole dove esperti artigiani fin dal 1800, di generazione in generazione, si prendono cura delle bambole malate le riparano con abilità facendole tornare a vivere.
Dopo aver gustato una squisita sfogliatella da Scaturchio, raggiungiamo e visitiamo l’interessante Duomo di San Gennaro che, danneggiato da diversi eventi sismici, è stato spesso restaurato e rimaneggiato presentando quindi notevoli sovrapposizioni di stili. Rientrando per Via dei Tribunali, parallela nord di Spaccanapoli, effettuiamo in un’ora e mezza la singolare escursione Napoli sotterranea che ci lascia stupiti e soddisfatti. Veramente da provare! Il costo è di circa nove euro a persona.
Ore venti e trenta: che fame, non appetito! Mangiamo all’Antica Pizzeria dell’Angelo, in Piazzetta Nilo 16, un’ottima pizza (specialità bordo ripieno…. Cose ‘e pazze!), spendendo circa tredici euro a testa con babà e birra. Ed ora ci vuole un caffé. Bene, imbocchiamo la vicina Via Toledo, una delle passeggiate della città come ricorda la canzone di Carosone: Io, mámmeta e tu… passiammo pe’ Tuledo, nuje annanze e mámmeta arreto…Io mámmeta e tu… E raggiungiamo l’elegantissimo Bar Gambrinus dove ci gustiamo un ottimo caffè. Una sbirciata alla vicina Piazza Plebiscito illuminata, al Palazzo Reale, al Teatro San Carlo e alla Galleria Umberto I e si rientra, siamo cotti…
Il giorno successivo, sei dicembre , acquistato un biglietto valido per tutti i mezzi di trasporto pubblici e per l’intera giornata (3,30 euro), prendiamo la funicolare (Jamme jamme jamme ncoppa ja, funicolì funicolà….) da Montesanto al Vomero e, costeggiate le imponenti mura di Castel Sant’Elmo che domina la città, visitiamo la Certosa Museo San Martino, uno dei più riusciti esempi di architettura e arte barocca (sei euro spesi bene) dove ammiriamo una serie di antichi presepi, la stupenda chiesa e le sacrestie a dir poco favolose. Dalla terrazza si ammira poi un panorama mozzafiato sulla città.
Nel pomeriggio programmiamo la visita del Cimitero delle Fontanelle, quindi raggiungiamo in metropolitana il quartiere Sanità immortalato in tante opere teatrali, una delle zone più discusse di Napoli, proprio a pochi passi dal Duomo. In autobus arriviamo davanti al cimitero. E’ uno dei luoghi più densi di mistero di Napoli, impressionante la quantità di teschi ed ossa umane tenute in bell’ordine in questa cava di tufo utilizzata, fin dal ‘600, come ossario, per ospitare i resti mortali di coloro che non potevano permettersi una degna sepoltura e le vittime delle epidemie che hanno afflitto la città nel corso della sua storia. Rientriamo quindi in Hotel per un riposino. Prima di raggiungere il locale dove consumeremo la cena, ci fermiamo ad assistere in Galleria Umberto I ad un dibattito sulla città a cui partecipa anche la cantante Noa che si esibisce in alcune canzoni. Raggiungiamo poi la Taverna del Buongustaio in Via Basilio Puoti 8 (traversa di Via Pignasecca, lato nord di Via Toledo). Il proprietario Sasà è un giovane molto molto gioviale e simpatico che si intrattiene volentieri a tavola con gli ospiti e non risparmia battute. I cuochi, altrettanto simpatici, cucinano ottimi piatti della tradizione napoletana che mangiamo con soddisfazione. I prezzi sono buoni, pasto completo in quattro 75 euro, anche se il proprietario sostiene che le signorine sono sue ospiti e pagano solo i giovanotti!!!
Il sette dicembre andiamo ad Ercolano con la Circumvesuviana, partendo dalla Stazione ferroviaria. Dopo poche fermate, circa trenta minuti di viaggio, siamo agli scavi. La città fu distrutta dall’eruzione del Vesuvio (a montagna per i napoletani) che la sovrasta con la sua imponenza e che la coprì con una grande massa di cenere e fango ed altri materiali eruttivi. Questi, trascinati dalle acque piovane entrarono in ogni apertura, solidificandosi in uno strato compatto e duro di quindici – venti metri. Una guida ci accompagna all’interno della città e per due ore ci illustra egregiamente i vari ambienti mostrandoci tanti particolari che da profani non avremmo visto. Rientriamo per il pranzo a Napoli, dove ci concediamo una meritata sosta alla Tripperia Fiorenzano (Via Pignasecca,14) che conserva una tradizione antica di cucina di strada ormai in via di estinzione. Si mangia la “carnacotta”, tutti i tipi di frattaglie. Questo locale, molto essenziale è rimasto come cent’anni fa: il banco vendita di marmo bianco, protetto da vetro, dove sono esposti tutti i tipi di trippa. La conduzione è familiare, molto cordiale e disponibile. Pasta e fagioli, trippa e vino novello, dieci euro a testa!!! Dopo una tale mangiata ci prendiamo un ottimo caffè in Piazza Carità (tra Via Pignasecca e Via Toledo). Attenzione le tazzine sono mantenute calde in un recipiente di acqua bollente e sorseggiando il caffè ci si scottano le labbra!
Nel pomeriggio attraversata Piazza Plebiscito, passeggiamo sul lungomare Santa Lucia e Mergellina. Incontriamo l’Arco della Fontana del Gigante che ha ispirato il siparietto di Carosello. Saliamo poi sulle mura del Castel dell’Ovo che sorge sull’isolotto di Megaride ammirando il mare e le isole. Il tramonto ha dei colori stupendi e all’imbrunire siamo affascinati dalle luci della collina di Posillipo e della costa fino a Sorrento.. E’ meraviglioso. Rientriamo passando dal porto dove sostano le navi da crociera e vediamo la partenza di un traghetto dal Molo Beverello (ricordo la canzone di Harry Belafonte: stamattina al molo Beverello è arrivato un piccolo battello, è battente bandiera americana ma nella stiva sua non c’è nemmeno una banana, è arrivato il pummarolla boat). Rientriamo costeggiando l’imponente Maschio Angioino, uno dei simboli della città. Serata breve, un’ottima pizza e una fetta di pastiera nell’elegante locale da Ciro a Santa Brigida. Buona notte, a domani.
Otto dicembre , peccato è l’ultimo giorno! E’ la festa dell’Immacolata ed è obbligo vedere la posa di una corona di fiori da parte dei Vigili del fuoco, all’Obelisco della Vergine in Piazza del Gesù. Visitiamo poi la vicina Chiesa del Gesù Nuovo, il Monastero di Santa Chiara (Munasterio ‘e Santa Chiara…Tengo ‘o core scuro scuro…Ma pecché, pecché ogne sera,penzo a Napule comm’era penzo a Napule comm’è?!) e il chiostro con le sue preziosissime maioliche. Un’ultima sbirciata a Spaccanapoli e visita alla Cappella Sansevero con le stupende sculture tra cui si distingue il Cristo Velato, una delle opere più note e suggestive al mondo. Incontriamo un gruppo folklorico, preceduto da un allegro Pulcinella, che ci allieta con i sui balli e canti. Ritorniamo in Via Toledo e passeggiamo brevemente nei vicoli dei Quartieri Spagnoli, dove si affacciano negozi artigianali e trattorie. Gustiamo qui un buon pasto a base di specialità napoletane.
Nel pomeriggio raggiungiamo l’animatissima Via Chiaia, ricca di negozi, palazzi e scorci suggestivi. Ultima sosta in Galleria Umberto presso il chiosco della rinomatissima Pasticceria Mary, dove acquistiano le squisite sfogliatelle e babà da portare alle figlie a casa, come tradizione al rientro dei nostri viaggi.
Sono le diciasette, il nostro treno parte per il rientro. NAPOLI ARRIVEDERCI!!!